Benedetto: gli umili durano più dei violenti – 9

“I conquistatori vanno e vengono, restano i semplici, gli umili, coloro che coltivano la terra e portano avanti semina e raccolto tra dolori e gioie. Gli umili, i semplici sono, anche dal punto di vista puramente storico, più durevoli dei violenti”: così il papa a p. 108 del libro su Gesù, a commento della terza beatitudine di Matteo, riguardante i miti che possiederanno la terra. Mi piace leggere in Ratzinger questa lode degli umili “anche dal punto di vista puramente storico”. In letteratura l’intuizione che il mondo è sostenuto dai semplici rivela i grandi autori cristiani, da Manzoni a Tolkien. L’amore di Renzo e Lucia ha la meglio sulle mene di don Rodrigo e dell’Innominato. Due hobbit insignificanti come Frodo e Sam – detti anche “mezzi uomini” – battono l’Oscuro signore nonostante i nazgul e gli orchetti.  Tra i teologi quell’avvertenza degli ultimi che durano più dei potenti segnala chi ha percezione della vita oltre che studio delle Scritture. Per un altro spunto simile già incontrato nel volume del papa – riguardante il potere di Dio come “potere vero nel mondo” – vedi il post del 27 maggio.

8 Comments

  1. Luisa

    Caro signor Accattoli, quando vedo con quale attenzione, umanità e competenza lei sta rileggendo il libro del Papa e con quale generosità lei ci rende partecipi delle sue riflessioni e “coups de coeur”, mi viene spontaneo di domandarmi e di domandarle : a quando un libro scritto da lei su Joseph Ratzinger-Benedetto XVI ?
    Sono sicura che il suo libro sarebbe differente da tutti quelli che abbiamo già avuto l`occasione di leggere !
    Un caro saluto, Luisa

    5 Giugno, 2007 - 9:58
  2. Luigi Accattoli

    Sarà differente, riguarderà la forza di parola del papa teologo e arriverà solo quando il suo sentimento avrà raggiunto il giusto calore dentro di me. Luigi.

    5 Giugno, 2007 - 11:51
  3. Luisa

    Allora non mi resta più che sperare che il sentimento arrivi il più presto possibile alla buona e corretta temperatura !!
    È in ogni caso una bella notizia! Grazie!
    Luisa

    5 Giugno, 2007 - 12:04
  4. Luisa, scrivere un libro è un po’ come fare un figlio… non si scelgono a comando data, ora e luogo per fare l’amore…

    5 Giugno, 2007 - 13:09
  5. giorgioceccon

    sarebbe bello, se fosse vero,ma se storico vuol dire storia,non mi pare proprio che le cose siano andate per gli umili come piacerebbe al papa.
    .Soprattutto nel secolo trascorso, in cui maree di “umili” sono state sterminate per decisioni di una cricca di persone, o poche persone, o una persona addirittura,che hanno scatenato guerre e rivoluzioni: la storia sterzava bruscamente tutte le volte,e il violento magari moriva nel suo letto,e i milioni di umili e semplici invece erano già stati inghiottiti da un gioco che li aveva visti carne da cannone o da rivoluzione.Esempi ? a mazzi:Stalin e i russi, Mao e i cinesi,Franco e gli spagnoli, Hitler naturalmente;vogliamo metterci i morti inutili della prima guerra mondiale?Vogliamo metterci i giapponesi sterminati dai loro guerrafondai e dagli americani? Si può risalire molto indietro, ma gli esempi riempiono il libro di storia del liceo.Ne mandiamo uno al tedesco?

    5 Giugno, 2007 - 15:34
  6. La frase del libro del libro di Benedetto XVI ripresa da Accattoli è ovviamente sensata. Però, per comprendere questo concetto escatologico bisogna anteporre la frase: “AGLI OCCHI DI DIO”…. difatti è la pietra che viene scartata quella che poi diviene testata d’angolo, ma sempre ai Suoi occhi e non davanti a quelli degli uomini. Non si può negare che nel suo complesso è il bene, quello che permette al mondo di andare avanti. Il lavoro degli umili è silenzioso e continuo come la corrente elettrica; quello dei violenti è il classico corto circuito. Quale dei due è la vera fonte di energia?

    5 Giugno, 2007 - 15:57
  7. Luigi Accattoli

    Giorgio: il papa non dice che gli umili come singoli durano più dei singoli violenti, ma che la famiglia degli umili sopravvive alla famiglia dei violenti. Il confronto va fatto tra gli appartenenti ai fasci e alle SS – poniamo – e quanti nell’Italia e nella Germania di allora portavano avanti “semina e raccolto tra dolori e gioie”. Quando nella Contea di Tolkien i giovani si dividono tra gli squadristi che mirano a realizzare una nazione in armi e quanti difendono le pacifiche tradizioni hobbit, sono questi secondi che la spuntano. E’ una metafora del destino morale, non una conta degli anni attraversati dagli uni e dagli altri nella loro vita fisica. Qualche volta si dà anche la sopravvivenza fisica degli umili ai violenti, ma non è questo il punto decisivo. Così può andare? Luigi

    5 Giugno, 2007 - 16:44
  8. angela

    Che bello se questi principi le vivessero certo uomini di Chiesa! Certo non si tratta di violenza, ma spesso di mancanza totale di vera umiltà. La falsa modestia può fare più danno di una viokenza diretta!
    Angela

    6 Giugno, 2007 - 16:59

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