Benedetto: per Natale il terzo volume su Gesù

Il terzo volume di Joseph Ratzinger della trilogia GESU’ DI NAZARET, intitolato L’infanzia di Gesù, sarà nelle librerie entro Natale. Lo considero il mio primo regalo di Natale. Il volume uscirà in coedizione Rizzoli – Libreria Editrice Vaticana ed è stato presentato oggi alla Fiera di Francoforte. Nei primi tre commenti la premessa di Ratzinger al volume e due suoi brani che gli editori hanno anticipato.

45 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Premessa di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI al volume “L’infanzia di Gesù”:

    Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di Gesù. Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret. Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano all’inizio dei loro Vangeli sull’infanzia di Gesù.
    Un’interpretazione giusta, secondo la mia convinzione, richiede due passi. Da una parte, bisogna domandarsi che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico – è la componente storica dell’esegesi. Ma non basta lasciare il testo nel passato, archiviandolo così tra le cose accadute tempo fa. La seconda domanda del giusto esegeta deve essere: È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo lo fa? Di fronte a un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso, la domanda circa il rapporto del passato col presente fa immancabilmente parte della nostra interpretazione. Con ciò la serietà della ricerca storica non viene diminuita, ma aumentata.
    Mi sono dato premura di entrare in questo senso in dialogo con i testi. Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico. Spero che il piccolo libro, nonostante i suoi limiti, possa aiutare molte persone nel loro cammino verso e con Gesù.

    Castel Gandolfo, nella solennità dell’Assunzione di Maria in Cielo – 15 agosto 2012
    Joseph Ratzinger – BENEDETTO XVI

    9 Ottobre, 2012 - 15:08
  2. Luigi Accattoli

    Un primo brano del volume “L’infanzia di Gesù”:

    (…) Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione. All’inizio dell’attività pubblica di Gesù, Luca offre ancora una volta una datazione dettagliata ed accurata di quel momento storico: è il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare; vengono inoltre menzionati il governatore romano di quell’anno e i tetrarchi della Galilea, dell’Iturea e della Traconìtide,
    come anche dell’Abilene, e poi i capi dei sacerdoti (cfr. Lc 3,1 s).
    Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato “una volta” del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda. In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo, e di questo fa parte il contesto di luogo e tempo. La fede è legata a questa realtà concreta, anche se poi, in virtù della Risurrezione, lo spazio temporale e geografico viene superato e il “precedere in Galilea” (Mt 28,7) da parte del Signore introduce nella vastità aperta
    dell’intera umanità (cfr. Mt 28,16ss).

    Da pagina 36 del manoscritto

    9 Ottobre, 2012 - 15:08
  3. Luigi Accattoli

    Un secondo brano del volume “L’infanzia di Gesù”:

    (…) Maria avvolse il bimbo in fasce. Senza alcun sentimentalismo, possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. La tradizione delle icone, in base alla teologia dei Padri, ha interpretato mangiatoia e fasce anche teologicamente. Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato, come vedremo ancora più dettagliatamente riflettendo sulla parola circa il primogenito. Così la mangiatoia veniva raffigurata come una sorta di altare.
    Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia con un pensiero che, in un primo momento, appare quasi sconveniente, ma, esaminato più attentamente, contiene invece una profonda verità. La mangiatoia è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento. Ora, però, giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo – come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana. È il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini.

    Da pagina 38 del manoscritto

    9 Ottobre, 2012 - 15:09
  4. Caro Luigi,
    lo so,
    sono OT,
    ma
    leggo ora un intervennto al sinodo,
    molto particolare:

    “La nostra esperienza nel Terzo Mondo mi dice
    che il Vangelo può essere predicato a stomaco vuoto,

    ma solo se lo stomaco del predicatore è vuota come i suoi parrocchiani.” (VILLEGAS)

    te la voglio rilanciare

    …. e riprendiamo con il giovane Jesus…

    9 Ottobre, 2012 - 16:17
  5. lorenzo

    Mi piace la citazione sullo stomaco, la trovo vera. Tant’è che Gesù, per predicare il Vangelo a gente che soffriva e crepava, ha sofferto ed è crepato pure Lui. E gli apostoli hanno seguto la stessa strada.
    I Nuovi Evangelizzatori ( = noi. Chi, se no?!) dovrebbero (= dovremmo) metterselo in programma, se no non ci sarà progetto che tenga….

    9 Ottobre, 2012 - 16:32
  6. Gioab

    Quante riflessioni apre l’esame di questo testo, Caro Luigi, cominciamo con : “che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico. È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo lo fa?”

    Se “l’ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso,”, pensi che Dio voglia dire a tutti sempre le stesse cose, o abbia la volontà e capacità di rivolgersi a ciascun lettore personalmente con domande e riflessioni che meglio corrispondono e soddisfano quel particolare “ricercatore? “

    Non tutti si fanno sempre le stesse domande, ergo non tutti ottengono le stesse risposte. Il Dio è in grado di proporre a ciascuno, la miglior risposta secondo le sue necessità. Ma se è così, a che serve il magistero e l’interpretazione del dogma calata dall’alto e/o la ricerca “di un buon biblista ? o di una guida spirituale ”? Che fornisca la “sua” spiegazione ? Dio è certamente in grado di dialogare con ciascuno senza il biblista perché è Lui stesso la Guida spirituale”. In questo modo è reso inutile l’intervento della gerarchia del rito e del mistero. Ti pare ?

    Inoltre, se In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo, e di questo fa parte il contesto di luogo e tempo.”
    Immagino che per “in Lui” si debba intendente “in Gesù”, quindi se in Gesù La Ragione creatrice è entrata nel mondo, Il Logos non è Gesù, ma la Ragione Creatrice, (Il Dio), ovvero il suo messaggio come confessa Gesù stesso : “Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato ( Gv 7.16) Quindi tutto ciò che Gesù è andato predicando, ossia il suo ritorno, quale vendicatore del sangue per riportare ordine ed eliminare le zizzanie, è un messaggio che viene da Dio stesso quale avvertimento “e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose.” ( 1 Cor 10.11)

    Ma così cade il dogma della trinità, e il mistero perché in fondo è talmente semplice. Gesù nascendo ha compreso dalle scritture il Messaggio di Dio (di cui il Dio è il più profondo Autore – secondo la nostra fede) espresso in precedenza,e lo ha riproposto quale rammemoratore, come fecero tutti gli altri apostoli che ricordavano : “Vedendo, perciò, che siamo la progenie di Dio, non dobbiamo immaginare che l’Essere Divino sia simile all’oro o all’argento o alla pietra, simile a qualcosa di scolpito dall’arte e dall’ingegno dell’uomo. È vero che Dio non ha tenuto conto dei tempi di tale ignoranza, ma ora dice al genere umano che tutti, in ogni luogo, si pentano. Poiché ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito, e ne ha fornito garanzia a tutti in quanto lo ha risuscitato dai morti”. ( Atti 17.29-31)
    Il pentimento quindi è relativo a ciò che disse Ezechiele parlando degli : idoli di letame ( Eze 6.5)

    E…Hai visto ? “Mediante un “uomo” quindi anche Gesù era un uomo “scelto” per svolgere quel ruolo ! Nulla di misterioso in tutto ciò. La Verità sta sempre nelle cose semplici.

    9 Ottobre, 2012 - 16:54
  7. Gioab

    @ matteo
    “La nostra esperienza nel Terzo Mondo mi dice che il Vangelo può essere predicato a stomaco vuoto, ma solo se lo stomaco del predicatore è vuota come i suoi parrocchiani.” (VILLEGAS)”

    Le sembra coerente con il Testo Sacro ?

    “ Perciò il Sovrano Signore Jehovah ha detto questo: “Ecco, i miei propri servitori mangeranno, ma voi stessi avrete fame. Ecco, i miei propri servitori berranno, ma voi stessi avrete sete. Ecco, i miei propri servitori si rallegreranno, ma voi stessi proverete vergogna. Ecco, i miei propri servitori grideranno di gioia a causa della buona condizione del cuore, ma voi stessi emetterete grida a causa del dolore del cuore e urlerete a causa dell’assoluto abbattimento di spirito.” ( Isa 65.13-15)

    “ Se profanano i miei propri statuti
    E non osservano i miei propri comandamenti,
    Allora dovrò rivolgere la mia attenzione alla loro trasgressione anche con la verga
    E al loro errore anche con colpi.”

    (Sl 89.31-32)

    9 Ottobre, 2012 - 17:00
  8. mattlar

    che piattola…

    9 Ottobre, 2012 - 19:34
  9. mattlar

    non parlo del Papa, chiaramente

    9 Ottobre, 2012 - 19:34
  10. “Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano all’inizio dei loro Vangeli sull’infanzia di Gesù.”

    Zoom su: “in dialogo con esegeti del passato e del presente”

    L’umiltà di chi propone, senza voler imporsi.
    Papa Benedetto è un grande!

    10 Ottobre, 2012 - 0:39
  11. Mabuhay

    “Perché in alcune parti del mondo ci sono una forte ondata di secolarizzazione, una tempesta di antipatia o pura e semplice indifferenza verso la Chiesa che richiedono nuovi programmi di evangelizzazione?.
    La nuova evangelizzazione richiede nuova umiltà. Il Vangelo non può prosperare nell’orgoglio. Quando l’orgoglio penetra nel cuore della Chiesa, la proclamazione del Vangelo ne riceve un danno. Il compito della nuova evangelizzazione deve iniziare con un profondo senso di rispetto e di riverenza per l’umanità e per la sua cultura. L’evangelizzazione è stata ferita e continua ad essere ostacolata dall’arroganza dei suoi agenti. La gerarchia deve evitare l’arroganza, l’ipocrisia e il settarismo. Dobbiamo punire quanti tra noi sbagliano, invece di nascondere gli errori. Siamo tutti umani nel nostro gregge umano. Dobbiamo a Dio tutta la nostra bellezza e santità. Questa umiltà ci renderà nuovi evangelizzatori, più credibili. La nostra missione è di proporre umilmente e non di imporre con orgoglio.

    In secondo luogo, la nuova evangelizzazione deve essere portata avanti da nuovi santi e noi dobbiamo essere questi santi. La grande povertà del mondo attuale è la povertà di santi. Sia che veniamo da paesi sviluppati, sia che veniamo dal Terzo Mondo, tutti cercano modelli dai quali trarre ispirazione e da imitare. I nostri giovani hanno bisogno di modelli che li ispirino. Hanno bisogno di eroi viventi che accendano i loro cuori e li spingano a conoscere Gesù e ad amarlo di più. La nostra esperienza nel Terzo Mondo m’insegna che il Vangelo può essere predicato a chi ha lo stomaco vuoto, ma solo se lo stomaco di chi predica è vuoto come quello dei suoi parrocchiani.

    Infine, la nuova evangelizzazione deve essere un appello a una nuova carità. Saremo portatori credibili della gioia del Vangelo solo se la proclamazione sarà accompagnata dall’inscindibile messaggio della carità. La carità di Gesù è il dono di sé. La carità della nuova evangelizzazione deve essere il dono di Gesù.
    La nuova evangelizzazione ha bisogno di una nuova umiltà, di un rinnovamento nella santità e di un nuovo volto di carità per essere credibile e feconda.”

    (S. E. R. Mons. Socrates B. VILLEGAS, Arcivescovo di Lingayen-Dagupan – FILIPPINE)

    10 Ottobre, 2012 - 6:15
  12. Mabuhay

    “Una ragazza ha chiesto: “Siamo noi giovani che ci siamo persi o è la Chiesa ad averci perduti?”. La sua domanda esprime il desiderio di una Chiesa in cui Gesù possa trovarla e i cui lei possa trovare lui. Ma per poter essere lo “spazio” per un incontro di fede con il Signore, la Chiesa deve imparare di nuovo da Gesù, nel quale incontriamo Dio.

    La Chiesa deve imparare l’umiltà da Gesù. La forza e la potenza di Dio appaiono nello svuotamento di sé del Figlio, nell’amore che viene crocifisso ma che salva davvero perché viene svuotato di sé per gli altri.
    La Chiesa è chiamata a imitare il rispetto di Gesù per ogni persona umana. Egli ha difeso la dignità di tutti, in particolare di quanti sono trascurati e disprezzati dal mondo. Amando i suoi nemici, egli ha affermato la loro dignità.

    La Chiesa deve scoprire la forza del silenzio. Confrontata con il dolore, con i dubbi e con le incertezze delle persone, non può fingere di offrire soluzioni semplici. In Gesù il silenzio diventa la via dell’ascolto attento, della compassione e della preghiera. È la via verso la verità.
    Le società in apparenza indifferenti e prive di obiettivi del presente stanno davvero cercando Dio. L’umiltà, il rispetto e il silenzio della Chiesa potrebbero rivelare in modo più chiaro il volto di Dio in Gesù. Il mondo trae gioia dal semplice fatto che testimoniamo Gesù, mite e umile di cuore.

    (S. E. R. Mons. Luis Antonio G. TAGLE, Arcivescovo di Manila – FILIPPINE)

    10 Ottobre, 2012 - 6:18
  13. Mabuhay

    “… … L’uomo di oggi, invece, non percepisce più l’assenza di Dio come una mancanza per la propria vita. L’ignoranza dei contenuti basilari della fede si coniuga con una forma di presunzione che non ha precedenti. In che modo si puo esprimere la novità di Gesù Cristo in un mondo impregnato di sola cultura scientifica, modellato sulla superficialità di contenuti effimeri, e insensibile alla proposta della Chiesa?

    Annunciare il Vangelo equivale a cambiare vita; ma l’uomo di oggi sembra legato a questo tipo di vita di cui si sente il padrone perchè decide quando, come e chi deve nascere e morire. Le nostre comunità, forse, non presentano più i tratti che consentono di riconoscerci come portatori di una bella notizia che trasforma. Esse appaiono stanche, ripetitive di formule obsolete che non comunicano la gioia dell’incontro con Cristo e sono incerte sul cammino da intraprendere. Ci siamo rinchiusi in noi stessi, mostriamo un’autosufficienza che impedisce di accostarci come una comunità viva e feconda che genera vocazioni, tanto abbiamo burocratizzato la vita di fede e sacramentale. In una parola, non si sa più che essere battezzati equivale a essere evangelizzatori. Incapaci di essere propositivi del Vangelo, deboli nella certezza della verità che salva, e cauti nel parlare perchè oppressi dal controllo del linguaggio, abbiamo perso credibilità e rischiamo di rendere vana la Pentecoste.

    Non ci serve in questo momento la nostalgia per i tempi passati ne l’utopia per inseguire sogni; piuttosto, un’analisi lucida che non nasconde le difficoltà e neppure il grande entusiasmo di tutte le esperienze che in questi anni hanno permesso di attuare la NE.”

    (S. E. R. Mons. Salvatore FISICHELLA, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione)

    10 Ottobre, 2012 - 6:26
  14. lorenzo

    Grazie a Mabuhay per le tre bellissime citazioni.
    Le trovo entusiasmanti, una blla ventata che mi spalanca le finestre.
    🙂

    10 Ottobre, 2012 - 8:46
  15. luca73

    Non vedo l’ora di avere fra le mani il libro di Benedetto!
    Natale è epifania – il manifestarsi di Dio e della sua grande luce in un bambino che è nato per noi (un Bambino nato nella stalla di Betlemme, non nei palazzi dei re).

    La fede ha un contenuto: Dio si comunica, ma questo “io” di Dio si mostra realmente nella figura di Gesù ed è interpretato nella “confessione” che ci parla della sua concezione verginale, della sua nascita, della sua passione, della sua croce, della sua risurrezione. Questo mostrarsi di Dio è tutto una persona: Gesù come il Verbo.
    Ecco il centro della nuova evangelizzazione: presentare positivamente una realtà (storicamente credibile).
    A tal proposito sono illuminanti – e meritano di essere riportate – le parole pronunciate a braccio da BXVI durante la prima sessione dei lavori del Sinodo dei Vescovi, lunedì 8 ottobre: “Alla confessione cristiana appartiene essenzialmente la disponibilità a soffrire: questo mi sembra molto importante”.

    Vorrei poi chiedere: Luigi – in base alle notizie in tuo possesso – è vero che sta per uscire anche una nuova enciclica del Papa, avente come tema la Fede?
    Quindi dopo la “Deus Caritas est” e la “Spe salvi”, tutti e tre le Virtù teologali sarebbero “illuminate” dal Magistero pontificio.

    10 Ottobre, 2012 - 8:49
  16. fiorenza

    Tre volte gazie a Luigi per le tre anticipazioni al “piccolo libro da lungo tempo promesso”.

    E tre volte grazie a Mabuhay per i tre brani sulla NE: da meditare a lungo.

    Soprattutto mi ha dato luce Mons. Tagle con il suo “imparare di nuovo da Gesù”. Ho subito trascritto nel mio quaderno le sue parole: “La Chiesa deve scoprire la forza del silenzio. Confrontata con il dolore, con i dubbi e con le incertezze delle persone, non può fingere di offrire soluzioni semplici. In Gesù il silenzio diventa la via…Il mondo trae gioia dal semplice fatto che testimoniamo Gesù, mite e umile di cuore”.

    “La forza del silenzio”…

    10 Ottobre, 2012 - 11:00
  17. discepolo

    Ha detto il Papa nella meditazione a braccio all’inizio dei lavori sinodali: «Noi non possiamo fare la Chiesa, possiamo solo far conoscere quanto ha fatto Lui. La Chiesa non comincia con il “fare” nostro, ma con il “fare” e il “parlare” di Dio. Così gli apostoli non hanno detto, dopo alcune assemblee: adesso vogliamo creare una Chiesa, e con la forma di una costituente avrebbero elaborato una costituzione. No, hanno pregato e in preghiera hanno aspettato, perché sapevano che solo Dio stesso può creare la sua Chiesa, che Dio è il primo agente: se Dio non agisce, le nostre cose sono solo le nostre e sono insufficienti; solo Dio può testimoniare che è Lui che parla e ha parlato. Pentecoste è la condizione della nascita della Chiesa: solo perché Dio prima ha agito, gli apostoli possono agire con Lui e con la sua presenza e far presente quanto fa Lui».

    10 Ottobre, 2012 - 11:23
  18. Gioab

    @ fiorenza
    “Mons. Tagle con il suo “imparare di nuovo da Gesù”. Ho subito trascritto nel mio quaderno le sue parole: “La Chiesa deve scoprire la forza del silenzio”

    Sembra che non ci sia corrispondenza….

    “Voi che fate menzione di Jehovah, non vi sia silenzio da parte vostra, e non date silenzio a lui finché non stabilisca solidamente, sì, finché non ponga Gerusalemme come una lode sulla terra”.”( Isa 62.6)

    Forse qui corrisponde meglio ….

    “ E in quanto ai miei nemici, mi darai certamente la [loro] nuca;
    E in quanto a quelli che mi odiano intensamente, li ridurrò al silenzio.
    ( Sl.18.40)

    “il Signore disse a Paolo per mezzo di una visione: “Non aver timore, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te” ( Atti 18.9-10)

    “Perciò in quel giorno i suoi giovani cadranno nelle sue pubbliche piazze, e tutti gli stessi uomini di guerra saranno ridotti al silenzio”, è l’espressione di Jehovah degli eserciti.”( Ger, 49.26)

    10 Ottobre, 2012 - 12:35
  19. Gioab

    @ Mahubay
    “In una parola, non si sa più che essere battezzati equivale a essere evangelizzatori. Incapaci di essere propositivi del Vangelo, deboli nella certezza della verità che salva, e cauti nel parlare perchè oppressi dal controllo del linguaggio, abbiamo perso credibilità e rischiamo di rendere vana la Pentecoste.”

    Avrà mica deciso di andare “porta a porta” a fare concorrenza ai TdG ?
    E che potranno mai dire ? che non c’è più il dogma e il magistero ? o che nello “sceol” non c’è più Satana con i forconi e le fiamme ?

    10 Ottobre, 2012 - 12:41
  20. lorenzo

    C’è un unico modo che abbiamo per essere propositivi del Vangelo, forti nella certezza della verità che salva, credibili nella testimonianza, espressione vivente della Pentecoste. Lo individua perfettamente Giorgio Licini quando scrive il

    6 ottobre 2012 @ 0:49

    “Concentrarsi sulla carita’ mica sulle dispute: le famiglie sole con malati terminali, i ragazzi in carcere, disorientati, disoccupati, la solitudine di ogni tipo, dare un mano anche a chi ha sbagliato qualcosa e deve riprendersi, fare della parrocchia un posto di attenzione umana e sociale, una famiglia senza tante storie e pretese “superformative”, dare un taglio a dibattiti, conferenze, giornate, siti, sedute di ogni tipo, dispute ecclesiologiche e liturgiche di cui neppure ci “sara’ chiesto conto”, perche’ alla fine della giornata l’unica cosa rilevante sara’ l’acqua offerta all’assettato e il pane condiviso con l’affamato… di ogni tipo. Nient’altro!!”

    I nuovi evangelizzatori siamo noi.
    E questo mi pare l’unico programma che possa funzionare.

    10 Ottobre, 2012 - 12:49
  21. Gioab

    @ Mabuhay
    “L’evangelizzazione è stata ferita e continua ad essere ostacolata dall’arroganza dei suoi agenti.”

    Ce l’aveva con mattlar ? 9 ottobre 2012 @ 19:34
    O con matteo ? 9 ottobre 2012 @ 15:22 ( monaco sopravvissuto)

    10 Ottobre, 2012 - 12:54
  22. Gioab

    @ lorenzo
    “C’è un unico modo che abbiamo per essere propositivi del Vangelo, forti nella certezza della verità che salva,”

    C’è una bella intervista su “stanze vaticane” a Mama Maggie – La madre Teresa D’Egitto – Link Al quale avevo postato un commento di risposta, ma come al solito il moderatore, che è solo di parte lo ha cancellato. Non importa, posso postare su moti altri siti, ma le chiederei se ritiene utile e produttiva questa arroganza censoria semplicemente verso chi senza offendere nessuno esprime educatamente concetti semplici e facili e veri.
    Sa perchè lo fanno ? Perché non c’è nulla da questa parte, di propositivo evangelicamente …. La battaglia è persa lo dice il vangelo : “ se questo progetto o quest’opera è dagli uomini, sarà rovesciata; ma se è da Dio, non li potrete rovesciare; altrimenti, potreste trovarvi a combattere effettivamente contro Dio” (Atti 5.38)
    Non si vince se Dio non è da quella parte, malgrado gli sforzi e l’impegno….. almeno su questo sarà d’accordo no ?
    “C’è un unico modo che abbiamo per essere propositivi del Vangelo, forti nella certezza della verità che salva,”

    Lei dice anche : “Concentrarsi sulla carita’ mica sulle dispute: le famiglie sole con malati terminali, i ragazzi in carcere, disorientati, disoccupati, la solitudine di ogni tipo,”
    Ciò di cui non si tiene conto è che il Vangelo è un messaggio spirituale non materiale, “Egli disse: “È scritto: ‘L’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Jehovah ’” ( Mt. 4.4) Ergo il cibo è spirituale, come anche i malati di cui parla il Vangelo sono “spirituali” non malati veri; i “poveri “ lo sono spiritualmente parlando, non fisicamente. Sono esempi da essere seguiti in modo spirituale non materiale- ma anche materiale in talune occasioni – altrimenti non avrebbe detto : “Se non ascolta […] ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse.”( Mt 18.17)

    La Cyclopedia di McClintock e Strong dice: “I pubblicani [esattori di tasse] del Nuovo Testamento erano considerati traditori e apostati, contaminati dai loro frequenti contatti con i pagani, docili strumenti dell’oppressore. Erano classificati fra i peccatori . . . Abbandonati a se stessi, in quanto le persone perbene ne stavano alla larga, trovavano gli unici amici e compagni fra quelli reietti come loro”.

    Invece il Vangelo prevede: “Ma ora vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo.” ( 1Cor 5.11)

    Lei dice : “I nuovi evangelizzatori siamo noi. E questo mi pare l’unico programma che possa funzionare.”
    Come fa ad essere evangelizzatore se si limita a fare l’assistente sociale ?

    Ricorda il detto : “E’ più utile insegnare a pescare che regale un pesce a chi ha fame. Domani avrà fame di nuovo” Come fa a non capire ?

    10 Ottobre, 2012 - 13:31
  23. Marilisa

    “Alla fine della giornata l’unica cosa rilevante sara’ l’acqua offerta all’assettato e il pane condiviso con l’affamato… di ogni tipo. Nient’altro!!” (Giorgio Licini)

    Il card. Martini ha espresso lo stesso concetto così:
    ” Il bersaglio vero è compiere ogni gesto quotidiano con tutto l’amore di cui sono capace, nella relazione con gli altri e in quella con Dio.”

    10 Ottobre, 2012 - 13:54
  24. Gioab

    @ Marilisa
    “Alla fine della giornata l’unica cosa rilevante sara’ l’acqua offerta all’assettato e il pane condiviso con l’affamato… di ogni tipo. Nient’altro!!” (Giorgio Licini)”

    Sarà…. Strano però che Gesù disse : “In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole” ( Mt 10.11)
    Si sarà sbagliato ?

    10 Ottobre, 2012 - 15:14
  25. Gioab

    @ lorenzo
    Devo fare una rettifica. Il mio post è stato pubblicato benchè solo al terzo tentativo. Quindi non tenga conto di quanto detto prima in relazione al Link.
    Rimane tutto il resto.

    10 Ottobre, 2012 - 15:18
  26. lorenzo

    Caro Gioab, il Vangelo è un messaggio spirituale incarnato. E’ Dio che si fa carne e sangue. L’insegnamento di Gesù, se non ci fosse stata la croce e la risurrezione, sarebbe nobile e bella filosofia: non avrebbe salvato nessuno.
    E io, ma questo riguarda me solo, non sarei qui a discuterne con lei.
    Questo vale anche per me e per lei. Possiamo reciprocamente rintronarci di parole, e fare lo stesso con chiunque altro, ma se non diamo corpo alle parole con quello che facciamo , e con tutto quello che facciamo, non il recintino devoto, restiamo fermi all’aria fritta.

    10 Ottobre, 2012 - 15:35
  27. Gioab

    @ lorenzo
    “Questo vale anche per me e per lei. Possiamo reciprocamente rintronarci di parole, e fare lo stesso con chiunque altro, ma se non diamo corpo alle parole con quello che facciamo , e con tutto quello che facciamo, non il recintino devoto, restiamo fermi all’aria fritta.”

    Molto corretto, ne convengo. Rimane il fatto che io insegno a pescare lei preferisce fare la crocerossina o l’assistente sociale. E il recintino devoto l’avete inventato, implementato e sostenuto voi.

    Nel suo ragionamento c’è una parte limitante.
    “ L’insegnamento di Gesù, se non ci fosse stata la croce e la risurrezione, sarebbe nobile e bella filosofia: non avrebbe salvato nessuno.”
    Intanto è ancora da dimostrare che si tratta di “croce” ed è anche da dimostrare che ci sia stata una resurrezione. E’ materia di fede. C’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha. E non per merito suo essendo un dono dall’Alto.

    Poi c’è il fatto che Dio essendo Illimitato, Eterno e Onnipotente, non poteva essere limitato dal sacrificio di Gesù, perché per es. Gesù avrebbe potuto scegliere di non fare. E per es. essendo Gesù tentato dal Diavolo, fu tentato in quanto poteva essere sopraffatto altrimenti il Diavolo non avrebbe tentato qualcuno che non poteva perdere la partita e Dio non può perdere. Ergo Gesù non è Dio che si fa carne perché Dio non avrebbe potuto perdere in quella contesa Gesù si. Del resto Dio non avendo principio e non avendo fine non potrebbe morire. Quindi tutta la storia sarebbe solo fantastica e impossibile.

    Ne consegue che il messaggio è incarnato in quanto viene “ragionato, meditato, compreso, espresso, divulgato, predicato, raccontato da esseri umani di carne dei quali Gesù ne è l’esempio principale che insegnando ricorda le scritture precedenti dicendo: “non avete letto ?” ( Mt 12.3; 12.5; 19.4; 22.31)

    “ma se non diamo corpo alle parole con quello che facciamo” Lei come da corpo alle sue parole, che fa ? l’assistente sociale o evangelizza ?
    E se evangelizza, come lo fa ? raccontanto da triità e l’eucaresti ? o il parto verginale ?

    10 Ottobre, 2012 - 16:12
  28. lorenzo

    E dunque, caro Gioab, lei continui a insegnare a pescare , se è convinto di farlo. E non si dia preoccupazione per me : mi lasci al mio destino di crocerossino e assistente sociale…
    🙂
    Però giocare con le parole non le svuota di significato.
    C’è una incarnazione vera: quella di Gesù, che è finito dritto dritto su una croce.e ha salvato il mondo E c’è una incarnazione farlocca, quella delle parole mie e sue in questo momento, che restano aria nemmeno fritta: bollita. E non salvano nemmeno i minuti che impieghiamo a scriverle e a leggerle…che vuole che si evangelizzi, così?
    Puo’ citare tutta la Bibbia a memoria- sia pure nelle sue bizzarre traduzioni- e poi ricominciare da capo:ma se resta lì per aria, e basta, la Parola resta una parola. Bella, ma parola.

    10 Ottobre, 2012 - 16:32
  29. Gioab

    @ lorenzo
    “Puo’ citare tutta la Bibbia a memoria- sia pure nelle sue bizzarre traduzioni- e poi ricominciare da capo:ma se resta lì per aria, e basta, la Parola resta una parola. Bella, ma parola.”

    Strano che dica così, sig. lorenzo, Gesù non è forse “la Parola” ? “In principio era la parola e la Parola era con Dio e la Parola era (un) Dio- divina ” ( Gv.1.1) E Gesù non era forse uno che “parlava tanto ? Un Maestro. Non ha forse mandato i suoi amici a “parlare” ? Mica li ha mandati a fare gli assistenti sociali. Dai sig. lorenzo sia serio.

    Non è forse vero che “la fede segue ciò che si ode ?” ( Rm 10.17)- Ma c’è un problema : “Comunque, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi? Come, a loro volta, predicheranno se non sono stati mandati? ( Rm 10.15) Vede ? occorre il “mandato” se non c’è il mandato non si è credibili e non funziona.

    Oggi si parla di “nuova evangelizzazione” ma. se la vecchia è fallita è perché non avevano il mandato falliranno di nuovo. Deve anche tenere presente che “non tutti hanno ubbidito alla buona notizia.” ( Rm 10.16) e Gesù lo aveva pre-detto : “Dovunque qualcuno non vi riceva o non ascolti le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi.” ( Mt 10.14) Quindi perché si preoccupa tanto, mica tutti ascolteranno, è cosa per molti, non per tutti. Deve farsene una ragione. Chi ha fame deve imparare a pescare, non ha detto Gesù a Pietro di gettare la rete ? “Quindi la gettarono, ma non la potevano più trarre a causa della moltitudine di pesci.” ( Gv 21.6) Però dopo aver pescato : “la tirarono sulla spiaggia, e, sedutisi, raccolsero gli eccellenti in vasi, ma gli inadatti li gettarono via.” ( Mt 13.48) Vede non tutti sono adatti.
    Cmq distinto lorenzo secondo me lei non ha capito il senso vero del Logos, il Logos è dia-logos “dialogo” non la mensa della caritas.

    “così sarà la mia parola che esce dalla mia bocca. Non tornerà a me senza risultati, ma certamente farà ciò di cui mi son dilettato, e avrà sicuro successo in ciò per cui l’ho mandata.” ( Isaia 55.11) Vede? Anche Dio va a pesca perché lei vuole servire il pesce a quelli che non l’hanno pescato ?

    “Così sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Là sarà il [loro] pianto e lo stridore dei [loro] denti.” ( Mt 13.49-50) Ma come faranno nella fornace ardente a digrignare i denti se il fuoco li avrà distrutti ? A meno che il fuoco di quell’inferno non sia del tutto simbolico come l’inferno senza satana e i demoni coi forconi no ?
    Va beh, io vado a pesca lei alla caritas, in cucina.
    Stia bene
    p.s.
    Pensavo che se non ci fosse stata la caritas, forse tutti gli ospiti, invece di accontentarsi di pasta e fagioli, avrebbe trovato meglio la determinazione di prendere a calci tutti i nobili politici a cui non manca il caviale no ? Eh…religione oppio dei popoli… chi lo diceva ?
    Ha letto della lettera di Einstain ? “ La parola di Dio non è altro che il prodotto dell’umana debolezza. Una collezione di onorevoli storie ma primitive e abbastanza infantili:”

    10 Ottobre, 2012 - 18:30
  30. Marilisa

    Ma che sbaglio e sbaglio di Gesù, benedetto Gioab!
    Perché vuol cavillare a tutti i costi ? E legga bene, per favore.
    Le parole da lei riprese non sono mie.
    E comunque secondo lei chi è “meritevole”? Per me, che sottoscrivo le parole di Martini, lo è chiunque mette in ogni azione l’amore di cui è capace, relazionandosi con gli altri e con Dio. Pensa che per Gesù sia diverso?
    Lei, per esempio, come si relaziona col prossimo e con Dio?

    10 Ottobre, 2012 - 19:43
  31. Marilisa

    ” Gesù non è forse “la Parola” ? ”
    Sì, ma non parola campata in aria, Gioab.
    “Verbum” è la parola per eccellenza, quella che sostanzia il pensiero, la mente, di una persona. Quella che è l’identità stessa di una Persona.
    La Parola rappresentata da Gesù è esattamente la Parola di Dio Padre.

    10 Ottobre, 2012 - 19:53
  32. Gioab

    @ Marilisa
    “Sì, ma non parola campata in aria, Gioab.”

    Secondo lei la mia è campata in aria ? Mi spiega meglio ?

    Se “La Parola rappresentata da Gesù è esattamente la Parola di Dio Padre.” Allora La Parola non è Dio ma un suo messaggero.
    Ho sbagliato ?

    10 Ottobre, 2012 - 21:02
  33. Gioab

    @ Marilisa
    “Le parole da lei riprese non sono mie.”

    Si, distinta Marilisa, lo avevo capito, sono di (Giorgio Licini), ma se lei le riporta, significa che le condivide, altrimenti non avrebbe citato una “sentenza” se non fosse stata d’accordo. Ma non c’è nessun problema, poiché l’argomento era (almeno se non mi sono sbagliato) se il cibo o il nutrimento doveva essere materiale, o spirituale.
    Ripropongo l’argomento:
    “Gesù disse loro: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e finire la sua opera.” ( Gv 4.34)
    Secondo lei cosa mangiava Gesù ? E’ di tutta evidenza che si tratta di un linguaggio simbolico, Condivide ? Si cibava degli insegnamenti del Padre scritti nella Scrittura e in qualità di messaggero li ricordava agli ascoltatori. A tutti quelli che volevano udire.

    Se Gesù disse anche “È scritto: ‘L’uomo non deve vivere di solo pane, ma di ogni espressione che esce dalla bocca di Jehovah ’” (Mt 4.4). Sta spiegando che non è il cibo fisico che mantiene in vita, ma cibandosi di un cibo “spirituale” si ricevono più benedizioni da Dio che può aiutare ad ottenere anche cibo fisico. Sbaglio ?
    Infatti la promessa era : “Ecco, i miei propri servitori mangeranno, ma voi stessi avrete fame. Ecco, i miei propri servitori berranno, ma voi stessi avrete sete.” ( Isa 65.13) E’ di tutta evidenza che si tratta di un cibo spirituale di cui si erano nutriti alcuni o di “ogni espressione che esce dalla bocca di Jehovah” ( Mt 4.4)
    Conformemente Gesù disse anche: “Operate non per il cibo che perisce, ma per il cibo che rimane per la vita eterna,” ( Gv 6.27) e qual è questo cibo per la vita eterna ? Quello di cui parla Paolo : “ in realtà, mentre dovreste essere maestri a causa del tempo avete ancora bisogno che qualcuno vi insegni dal principio le cose elementari dei sacri oracoli di Dio; e siete divenuti tali che avete bisogno di latte, non di cibo solido. Poiché chiunque partecipa al latte è senza conoscenza della parola della giustizia, perché è bambino. Ma il cibo solido è per le persone mature, per quelli che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male. ( Ebr 5.12)
    E’ il cibo che serve per distinguere il bene e il male. Non è difficile capirlo no ? Allora perché vogliono fare i pasti caldi alla caristas invece di insegnare “i sacri oracoli di Dio ?” ( Rm 3.2)

    Paolo lo ripete anche a Timoteo: “Dando questi consigli ai fratelli, sarai un eccellente ministro di Cristo Gesù, nutrito con le parole della fede e dell’eccellente insegnamento che tu hai seguito attentamente.” ( 1Tim 4.6-7)

    Se poi Il card. Martini si è espresso così:” Il bersaglio vero è compiere ogni gesto quotidiano con tutto l’amore di cui sono capace, nella relazione con gli altri e in quella con Dio.”, non ha spiegato nulla perché con amore si possono fare molte cose, come con odio si possono fare molte cose, non è questo che importa perché il vangelo spiega : “Se compio questo volontariamente, ho una ricompensa; ma se lo faccio contro la mia volontà, mi è affidata ciò nonostante una gestione ( 1 Cor 9.17)
    E aggiunge : “È vero che alcuni predicano il Cristo per invidia e rivalità, ma altri anche per buona volontà. Questi annunciano il Cristo per amore, poiché sanno che io sono stabilito a difesa della buona notizia; ma quelli lo fanno per contenzione, non con un motivo puro, poiché suppongono di suscitare tribolazione [a me] nei miei legami [di prigionia]. Che dunque? [Nulla,] salvo che in ogni modo, sia per pretesto che in verità, Cristo è annunciato, e di questo mi rallegro” ( Fil 1.15-18)

    Riepilogando, il cibo non è materiale ma spirituale, e dopo essersi nutriti con quel cibo alcuni cresciuti, lo avrebbero condiviso con altri alcuni per amore o per contenzione. E quel cibo sarebbe stato accettato da alcuni ma non da tutti.
    Era di questo che si discuteva ? Mi sono spiegato male ?

    10 Ottobre, 2012 - 21:45
  34. Marilisa

    Gesù per noi cristiani è Dio stesso incarnato, quindi non un semplice messaggero ma molto, molto di più.

    10 Ottobre, 2012 - 21:51
  35. Gioab

    @ Marilisa
    Si questo lo sapevo, ma come lo dimostra ?

    10 Ottobre, 2012 - 21:58
  36. Gioab

    “Ario (in latino Arius; Alessandria d’Egitto, 256 – Costantinopoli, 336) è stato un teologo berbero. La corrente teologica cristiana sorta attorno alle sue dottrine religiose fu condannata come eretica nel primo Concilio di Nicea….,Ario insegnava che Dio era unico, eterno ed indivisibile, e quindi il Figlio di Dio, in quanto “generato”, non poteva essere considerato Dio allo stesso modo del Padre proprio perché la natura divina è unica. Essendo infatti un “figlio” (e quindi “venuto dopo” Colui che lo ha generato) non esiste dall’eternità, mentre la natura divina è di per se stessa eterna e indivisibile. Padre e Figlio non possono dunque essere identici
    le diatribe interne al Cristianesimo divennero talmente aspre che lo stesso Costantino dovette convocare, nel 325, un concilio a Nicea per tentare di trovare una soluzione definitiva alle violente contese tra i seguaci della dottrina di Ario e i cristiani “ortodossi”, aderenti alle posizioni del vescovo di Roma. Benché invitati a spiegare le loro idee, Ario ed Eusebio non riuscirono a convincere il sinodo: se infatti il Figlio di Dio non era uguale al Padre, allora non era neanche divino, o per lo meno non lo era quanto il Padre. E questo non era accettabile. La tesi poi secondo la quale “ci fu un tempo in cui il Figlio non c’era” faceva inorridire gli “ortodossi”, che posero in minoranza e condannarono nuovamente le idee di Ario, che fu esiliato in Illiria.”
    – Wikipedia

    10 Ottobre, 2012 - 22:02
  37. Marilisa

    E come posso dimostrarlo se non con le parole del Vangelo?
    “Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche Lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di Lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc. 3, 15-27).
    Il Nuovo Testamento ha posto fine all’invisibilità del Padre. Dio ha mostrato il suo volto, come conferma la risposta di Gesù all’apostolo Filippo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9).

    Inoltre, Gioab, lo dimostra la parola “Amore”.
    L’ Amore è la medesima sostanza del Padre e del Figlio.
    Noi cristiani lo crediamo e lo affermiamo.
    Ario era un eretico, Gioab. Le eresie hanno costellato sempre l’universo religioso.

    11 Ottobre, 2012 - 14:29
  38. La fede si chiama così, E’ così, perchè non ha bisogno di dimostrazioni.
    Contrariamente si chiamerebbe scienza.

    11 Ottobre, 2012 - 16:48
  39. Gioab

    @ Marilisa
    “Ario era un eretico, Gioab. Le eresie hanno costellato sempre l’universo religioso.”

    A dire il vero Ario era un teologo cattolico berbero e fu dichiarato “eretico” da un gruppo do uomini dei quali non conosciamo le motivazioni. Ma mi permetto segnalare che “eretico” o “eresia deriva dal greco […] “afferrare”, “prendere” ma anche “scegliere” o “eleggere”.
    In ambito cristiano, il termine, assente nei vangeli canonici, compare negli Atti degli apostoli 5:17 in origine dunque eretico, era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare più opzioni […] E sia in greco antico che in ebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria.
    – Wikipedia

    Dunque “l’eretico” era uno che “sceglie valutando più opzioni”. Le sembra così infamante ? denigratorio ? A me uno che valuta e sceglie mi pare persona intelligente. Uno che sa far funzionare bene la cervice !

    Ma tornando all’invisibiità, “Chi ha visto me ha visto [anche] il Padre.” (Gv 14.9) E’ lodevole che apprezza le parole del Vangelo ma senza pretese, e con rispetto, le chiederei se lo legge com’è scritto o capisce anche quello che legge ? Non si allarmi, la domanda non è peregrina né offensiva, ma è la stessa che fu rivolta da Filippo all’Eunuco Etiope ( Atti 8.26-39). Quell’uomo non era uno sprovveduto essendo un ministro della Regina, ed era capace di leggere, ma fu talmente umile da chiedere : “Ti prego: Di chi il profeta dice questo ? Di se stesso o di qualche altro uomo?”
    Capiva che nel testo ci sono significati che non appaiono a prima vista ma vanno esaminati nell’ambito di tutto il contesto. Anche Ario capiva che Gesù non era il Dio [Jehovah], dato che Gesù [Jehshua] era “il figlio dell’uomo”, ma avendo agito nella sua vita con un comportamento conforme e approvato dal Padre, poteva giustamente dire che il Padre era unito a Lui e Filippo che aveva posto la domanda, lo doveva capire si “dalle cose che aveva udito e viste. ” ( Gv 14.9)

    Gesù gli disse: “Sono stato con voi tanto tempo, e tu, Filippo, non mi hai ancora conosciuto? Chi ha visto me ha visto [anche] il Padre. Come mai dici: ‘Mostraci il Padre’? Non credi che io sono unito al Padre e che il Padre è unito a me? Le cose che vi dico non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane unito a me fa le sue opere. ( Gv 14.10) In un altra occasione Gesù aveva detto che l’insegnamento che proponeva non era suo ma egli agiva in qualità di messaggero, ripetendo ciò di cui era stato istruito a dire: “non sono venuto di mia propria iniziativa, […] e non faccio nulla di mia propria iniziativa; ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato” ( Gv. 7.28; 8.28)

    Secondo lei, quali erano “le cose” che il Padre faceva rimanendo unito a lui ? E perché era il Padre a farle e non Gesù ?

    E aggiunge:
    “ Credetemi che io sono unito al Padre e il Padre è unito a me; altrimenti, credete a motivo delle opere stesse. Verissimamente vi dico: Chi esercita fede in me farà anche lui le opere che io faccio; e farà opere più grandi di queste… ” ( Gv 14.11)

    Se prendessimo per buona la sua dichiarazione “l’Amore è la medesima sostanza del Padre e del Figlio” (che voi cattolici credete affermate) come può accadere che “coloro” che avrebbero esercitato fede in lui avrebbero fatto non solo le stesse opere ma “opere più grandi” di quelle che aveva fatto lui. E dato che la sua chiesa va cercando una nuova evangelizzazione significa che in 16 secoli non è riuscita a fare quelle opere più grandi, e che anche nel caso si volesse accettare il fenomeno cattolico come opera più grande, sarebbero divenuti tutti una molteplicità di dei “amore” ? Un pantheon di dei della stessa sostanza “amore” ? L’amore non è una sostanza, è un sentimento, un aspirazione, un desiderio, un impulso dei sensi, e se l’accetta anche una reazione chimica che si produce nell’interazione della chimica del cervello e con quella del cuore.
    Il vangelo poi ne fa una distinzione tra “philia, eros, storgè e agape.
    A quale di questi lei pensa ci si debba rivolgere ?
    Anche l’amore per se stessi è amore ma si chiama egoismo e non è del tutto in armonia. NO ?
    Convengo con lei “Le eresie hanno costellato sempre l’universo religioso.” Tutto sta ad identificare le eresie !
    La ringrazio per la pazienza !

    11 Ottobre, 2012 - 17:01
  40. Gioab

    @ principesa
    La fede è specificata da Paolo scrivendo agli ebrei:
    “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute. Poiché per mezzo di questa ebbero testimonianza gli uomini dei tempi antichi.
    Per fede comprendiamo che i sistemi di cose furono posti in ordine dalla parola di Dio, per cui ciò che si vede è sorto da cose che non appaiono.”
    ( Ebr 11.1)

    “Anche soltanto in ambito religioso la parola “fede” ha molti significati o quantomeno coloriture. A volte sta a indicare la lealtà nei confronti della propria religione (è in questi termini che si parla, ad esempio, di “fede cattolica”). In alcune religioni, la fede è costituita dal fatto che certe asserzioni vengono ritenute vere; in altre religioni, che non sono basate su un certo “credo” codificato, la fede consiste nella lealtà nei confronti della propria comunità religiosa.
    Altre volte si intende per fede un certo modo di relazionarsi a Dio (e di assumere reciprocamente degli impegni, come nel caso dell’ebraismo). In questo caso, “fede” diventa sinonimo di “fedeltà”. Un tale modo di relazionarsi alla divinità non implica alcuna sottomissione acritica se non quella relativa alla credenza dell’esistenza della divinità stessa. Per alcuni la fede diventa elemento di identità (qualcuno può pensare a sé stesso ad esempio come a un “musulmano” o a uno “scettico”).”
    – Wikipedia Link>/b>

    ”Infine, alcuni credenti –– e molti critici – usano spesso il termine “fede” come assenso a una certa credenza, anche in mancanza di qualsiasi prova a favore e spesso in aperta negazione dell’evidenza” – Wikipedia

    Forse è quest’ultima definizione a cui si riferiva in ambito cattolico ?

    11 Ottobre, 2012 - 17:15
  41. Marilisa

    “Dunque “l’eretico” era uno che “sceglie valutando più opzioni”. Le sembra così infamante ? denigratorio ? A me uno che valuta e sceglie mi pare persona intelligente. Uno che sa far funzionare bene la cervice !”

    A me, caro Gioab, non sembra per niente infamante usare il proprio cervello. L’ ho sempre sostenuto anche suscitando scandalo in questo spazio che Luigi ci mette a disposizione.
    Ma lei pensa forse che i cristiani non eretici non lo usino il loro comprendonio?
    Io, per esempio, non lo uso secondo lei?
    Ma sì che lo uso!
    Se non ritenessi che Gesù è Dio, non andrei a Messa a partecipare al sacrificio del Signore unendo i miei sacrifici al Suo.
    Tutto questo non per un vago e vuoto ricordo, ma per la redenzione del mondo sempre in essere.
    La Messa non avrebbe senso, come non ne ha per lei, Gioab.
    Ma per noi cristiani non è così. Se ne faccia una ragione e non pretenda di convincerci del contrario.
    Infine, Gioab, l’amore non è melassa, sentimentalismo; non è quello delle canzonette, tanto per intenderci.
    Quello di Dio è molto di più: è Pace, Carità, Bene, Armonia.
    Dunque è sostanza, pienezza dell’ ESSERE.

    11 Ottobre, 2012 - 17:32
  42. @ Gioab
    NO, mi riferivo a cose che lei non comprenderà mai.
    Non che la comprensione sia facile per nessuno, ma almeno ci mettiamo un po’ di buona volontà insieme alla fede; lei, invece, ci mette solo detrazione e sterile critica.
    C’è un detto: ” chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”.
    Del resto a me lei dà l’impressione di chi ha acquistato il cervello all’Ikea ma non è mai riuscito a montarlo.
    Saluti

    11 Ottobre, 2012 - 18:48
  43. Gioab

    @ principessa
    “Del resto a me lei dà l’impressione di chi ha acquistato il cervello all’Ikea ma non è mai riuscito a montarlo.”

    Anche questa è un opinione. Non posso che esserle grato per la sincerità che esprime. Ognuno ha diritto ad avere idee sue se sono tali e di esprimerle.
    Mi spiace solo che non riesce ad andare oltre il giudizio. In genere quando si dice ad un somaro che è somaro, si spiega che magari perché è peloso, o ha la coda con cui scaccia le mosche o perché ha le orecchie lunghe.
    Ma se mi dice che sono somaro e non mi spiega perché, magari ha ragione lei, ma non è convincente. Per tutto il resto ogni opinione è legittima.

    p.s.
    Se ci sono cose che non comprenderò mai, lei pensa che il buon Dio [ Jehovah ] mi condannerà perché malgrado gli sforzi non ho capito o condannerà lei che non mi ha spiegato ?
    Stia bene

    11 Ottobre, 2012 - 20:46
  44. Gioab

    @ Marilisa
    “Ma lei pensa forse che i cristiani non eretici non lo usino il loro comprendonio?”

    Se vogliamo rimanere sul pratico direi di no ! Per il semplice fatto che se l’eretico è uno che sceglie, direi che chi sceglie è più saggio di chi non sceglie. Perché chi non sceglie non fa uso delle sue qualità, si accontenta dell’unica minestra non volendo sceglierne un’altra magari per non cucinarsela. E’ anche questione di pigrizia.

    Lei dice, “Io, per esempio, non lo uso secondo lei? Ma sì che lo uso!” Beh, si, confesso che lo usa e direi anche bene, a volte con un pizzico di quella determinazione tipica di chi ha un carattere volitivo, ma io credo che ci sia anche un po’ di…… incertezza dovuta a pregiudizio.

    Di solito chi è vissuto per molto tempo in prigione, quando lo mettono fuori ha timore, vuole rientrare perché ha timore di un mondo nuovo e sente il bisogno di non perdere le sue vecchie abitudini. Preferisce stare con le cose che già conosce. E’ il motivo per cui solo pochi giudei furono disposti a seguire il nuovo che era arrivato e che li invitava ad uscire da un vecchio mondo destinato a finire. In fondo deve convenire che tutto è in divenire, tutto è in movimento e dobbiamo essere pronti a muoverci nel nuovo per non rimanere schiacciati dal vecchio.
    Nulla è eterno eccetto Dio, e Dio ha già condannato un mondo al diluvio, e di nuovo quando ha permesso la distruzione di Gerusalemme da parte dei Babilonesi e di nuovo da parte dei Romani. E li aveva pure avvisati molte volte ma non ascoltarono dice Geremia 7.24.
    Non vorrà convincermi che ora dopo 1600 anni di pseudo cristianesimo in una marmellata di dogmi invenzioni cannibalesche e fantasticherie, in un mondo che continua a cambiare, la chiesa possa rimanere la stessa ancorata a queste superstizioni. Non si è accorta dei cambiamenti ? Ma se Dio fosse stato con loro, avrebbe dovuto abbandonarli per non rimanere complice di tutte le malefatte perpetrate in nome della croce. Come mai lei che ha un cervello che funziona vuole ancora stare in loro compagnia ? Mi sorprende….. molto davvero ! Perfino il codice umano condanna i complici del colpevole e iIn questa contesa non si può essere neutrali .
    Perché mai Gesù avendo + di 5000 discepoli fece la famosa cena commemorativa della liberazione dalla schiavitù solo con i 12 che in quel momento erano 11 ?
    Perchè mai Geù che aveva scelto Pietro come suo discepolo gli disse : “Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di avervi per vagliarvi come il grano. Ma io ho fatto supplicazione per te affinché la tua fede non venga meno; e tu, una volta tornato, rafforza i tuoi fratelli”. ( Lc 22.31)
    Da dove doveva tornare ? Dov’era andato ?
    La CEI traduce : “e tu una volta ravveduto” e come mai ha scelto uno che doveva ravvedersi ? E quando si è ravveduto se Paolo lo ha ancora rimproverato molti anni dopo ?

    11 Ottobre, 2012 - 21:21

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