Benediranno chi si accosta con le braccia incrociate

Il presbitero e il diacono benediranno chi si accosta con le braccia incrociate sul petto tracciando il segno della croce senza pronunciare alcuna parola. Qualora a distribuire la Comunione fosse un ministro straordinario, questi, al posto della benedizione, si rivolgerà al fedele con la seguente parola di incoraggiamento e di consolazione: ‘Spera nel Signore, egli ti è vicino'”: è un passo di una nota del Servizio liturgico della diocesi di Milano che invita i divorziati risposati – e “altri” che “non fossero in condizione di accostarsi alla Comunione Sacramentale” – ad avvicinarsi comunque a chi distribuisce l’Eucarestia per averne una benedizione. La nota è del 21 marzo. Propone anche un testo per la “Comunione spirituale” che mi è sembrato molto buono.

255 Comments

  1. Luigi Franti

    Ideona!
    Uno esce dal suo posto, attraversa tutta la chiesa per andare a ricevere una benedizione silenziosa (un’altra! Dev’essere la nuova moda …) facendo gesti strani sotto lo sguardo del pubblico e poi ritorna al suo posto, mentre tutti lo seguono con la coda dell’occhio pensando: “guarda quello, che non può fare la comunione! Chissà cosa avrà combinato …”.
    Se poi non c’è il prete a dare la comunione, ma il laico tuttofare della parrocchia, il poverocristo si deve sentir dire una frasetta vera, verissima in sé (ma vera per tutti! e allo stesso modo), però melensa e un poco avvilente in quel contesto.

    Praticamente un rituale di umiliazione.

    10 Aprile, 2013 - 16:58
  2. Luigi Franti

    Supplica a papa Francesco: “Tu, che puoi permetterti (almeno per il momento) di fare tutto quello che vuoi, ti prego, approfittane: chiudi tutti gli uffici liturgici, e manda i liturgisti a lavorare in parrocchia!”

    10 Aprile, 2013 - 17:00
  3. Franti, lei è un buonista post-conciliare!
    I liturgisti vanno mandati a lavorare in campagna, anzi no – troppo buonista pure questa- a lavorare in miniera…

    10 Aprile, 2013 - 17:07
  4. dunque “l’Ostia”, il corpo di Gesù, il Pane,
    è solo per i sani,
    non è per i malati.

    E’ interessante !

    Dopo la comunione,
    tutte le bizzoche e le beghine e i bigotti,

    potranno segnare a dito,
    tutti i malati,
    tutti coloro che hanno ferite.

    Un ottimo modo per farsi i c**** degli altri….

    Lo vedi quello, …. anche lui con le braccia incrociate,
    sì… ….. co quella ….poi…….

    Ma Luigi, non è meglio rimanere al proprio banco in chiesa !!!!

    Ultimamente con degli amici, ne parlavamo proprio de sta storia,
    con l’ausiliario di settore…… che lo consigliava…
    sia per i divorziati che , che per ogni tipologia di conviventi.

    Insomma il bravo cattolico sposato,

    che va abitualmente a puttane,
    o a trans
    o magari
    è omosessuale
    e si è fatto la sua brava famiglia di facciata
    ma si concede sgarri sessuali

    ma si confessa,

    e poi va a fare la comunione,

    mentre,

    il cattolico che vive una equilibrata vita affettiva

    va a fare la fila per la comunione

    con le braccia incrociate,

    per non fare la comunione,

    per farsi segnare a pubblico ludibrio,

    e poi per farsi sparare due paroline di compassione dal prete…

    Ma, Luigi,

    ma veramente ?????

    E c’è bisogno de fa tutto sto casino,
    per sapere che il Signore gli vuole bene anche se non fa la comunione ??

    10 Aprile, 2013 - 17:14
  5. lazzaro

    Questa volta concordo a pieno con Franti e sottoscrivo (prendendolo alla lettera, sperando, cioè, che non sia una battuta) quanto auspicato da Ubi.
    Il mio cardinale Scola forse era più bravo come consulente del consolato americano a Milano, al tempo in cui era semplicemente un “don”.

    10 Aprile, 2013 - 17:15
  6. SalvoF

    Sono d’accordo con Ubi, in campagna! Franti deve essere il solito buonista, ci vuole la campagna.

    10 Aprile, 2013 - 17:16
  7. SalvoF

    Tra l’altro cosa identifica il fedele come divorziato? A meno che non sia un parrocchiano noto… ad esempio in una grande parrocchia o cattedrale ci dovrebbe essere uno scambio di idee del tipo:

    Ministro -> Il corpo di Cr…

    fedele-> scusi ma non posso sono divorziato, sono qui per la benedizione ai sensi della lettera pastorale ….

    ministro -> ah ok e benedice silenziosamente

    oppure

    ministro laico impegnato -> bene e che devo dire? A si ora glielo dico ” …. “

    10 Aprile, 2013 - 17:19
  8. Chi è “in stato irregolare”, specialmente non per propria colpa, procuri di starsene in grazia di Dio per quanto possibile.
    La benedizione alla fine della messa è per tutti e penso basti.
    L’umiliazione che qui si propone è una emerita str……..

    10 Aprile, 2013 - 17:23
  9. Come vivono il divorzio una coppia di miei amici estremamente religiosi.

    Lei, è ortodossa, e il suo 2° matrimonio è riconosciuto nella Chiesa.
    Lui, è cattolico e il suo 2° matrimonio non è riconosciuto nella Chiesa.

    Nella stessa s. Messa domenicale,
    lei fa la comunione,
    lui non fa la comunione.

    Sono tutti e due nella pace.

    10 Aprile, 2013 - 17:30
  10. Federico B.

    Va apprezzato il tentativo di apertura nei confronti dei separati e conviventi. Forse è meglio la formula della comunione spirituale, da recitare silenziosamente al proprio posto:

    Gesù mio,
    io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
    Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia.
    Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
    vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
    Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
    non permettere che mi abbia mai a separare da te.
    Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo
    in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio
    e per i bisogni della Santa Chiesa.

    A quanti invece auspicano la comunione per tutti, propongo una riflessione sulla comunione sacrilega:

    http://dominameaetmatermea.blogspot.it/2013/04/primo-comandamento-le-comunioni.html

    10 Aprile, 2013 - 17:39
  11. “: vi è infatti il rischio di fraintendimento
    nel caso di chi,
    abituato a incrociare le braccia sul petto in segno di devozione,
    riceve in questo modo la Comunione in bocca;”
    (Norme comunione)
    ______________________________________________

    Quindi, scrivono,
    che bisogna avvisare i fedeli
    di non venire alla comunione con il gesto devozionale delle braccia incrociate

    perchè quello è l’esclusivo gesto di riconoscimento riservato ai divorziati risposati che non devono fare la comunione.

    NON CI SONO PAROLE

    10 Aprile, 2013 - 17:41
  12. Che poi ci sarebbe da analizzare come (non) funziona la cinghia di trasmissione del pensiero e da parole di buon senso nasca ad opera di geni (da campagna o miniera) il più assoluto non-senso.
    L’allora papa Benedetto XVI in “SACRAMENTUM CARITATIS” al punto 29 scrive delle ottime parole, indicazioni, che hanno il loro senso religioso, morale e intellettuale, che condensate in poche parole potremmo dire che hanno il senso di: “esigenza di pastorale, preventiva il matrimonio e successiva (nel malaugurato caso che…”.
    I “geni” saltano a piè pari il senso del discorso e che fanno? Ti inventano una assurdità creativa da inserire immediatamente addirittura dove? nella Liturgia…

    La “comunione spirituale” è sempre esistita!
    Manca la pastorale, prima e dopo. Manca manca manca!
    Quella che non mancamai -purtroppo- è la creatività verso la Liturgia.

    10 Aprile, 2013 - 17:43
  13. ma con la comunione sacrilega,
    Gesù che fà ?

    Scaglia fulmini ?
    Dardi avvelenati ?

    Apre uno squarcio di pavimento sotto il comunicando ? e lo fa precipitare negli abissi ?????

    Lo impala immediatamente ?

    10 Aprile, 2013 - 17:43
  14. Il “servizio liturgico” (componenti) se legge o se qualcuno glielo riferisce: si dimettano!
    Al vescovo se legge o se qualcuno glielo riferisce: li dimetta!
    Al papa: azzeri tutto!

    10 Aprile, 2013 - 17:49
  15. Luigi Franti

    Non vorrei che sembrasse che il signor Matteo e io la pensiamo allo stesso modo: io credo che chi si confessa può andare a fare la comunione, qualunque peccato abbia confessato; chi non si confessa non ci può andare. Punto.
    Per il resto, la soluzione tradizionale (starsene al proprio posto e fare un atto di comunione spirituale) va benissimo.

    Ah, poi non darei colpe al bravo cardinale Scola (che tra l’altro, poveretto, è già stato vittima incolpevole dei giochini preconclave di certi marpioni in porpora …). Immagino che, come molti vescovi di diocesi importanti e molto affacendate, non possa sapere (e soprattutto non possa impedire) quel che fanno i suoi burocrati.

    La soluzione, ripeto, sarebbe la chiusura degli uffici e la destinazione degli addetti ai compiti propri dei preti: dire messa, confessare, fare catechismo ecc. ecc.

    10 Aprile, 2013 - 17:49
  16. “Essendo in corso la distribuzione della Comunione,

    si eviti che la stessa mano che dà la Comunione

    abbia un contatto diretto con chi si accosta per la benedizione.(ndr divorziato)”
    (norme comunione)
    ________________________________________

    Il divorziato viene trattato come un appestato ?

    10 Aprile, 2013 - 17:52
  17. Non ti preoccupare Franti,

    non sarà mai possibile che la pensiamo allo stesso modo.

    Io vivo nel mondo.

    Tu sei già in Paradiso

    10 Aprile, 2013 - 17:55
  18. Clodine

    Ma per carità! Sono d’accordo con l’amico Franti …ma.. ci stiamo rendendo conto a quale umiliazione vengono sottoposti questi poveri cristi!?
    E’ come dire che faccio una bel pranzo, invito tutti, apparecchio, tutti si siedono, poi alcuni li faccio mangiano e ad altri dico ” voi mettete il tovagliolo ben benino attorno al collo…vi dispiace…annusare!? Anche l’odore a volte sazia!! …”
    Ma a chi è venuta in mente questa pischerata!? Ma, forse pensate che un cattolico che vive una situazione al di fuori del matrimonio canonico e celebra la Santa Messa col desiderio ardente di accostarsi all’eucaristia non sia già unito misticamente al Signore? O non conosca la preghiera di “”comunione spirituale”?
    ..resto basita…no comment!.

    10 Aprile, 2013 - 18:07
  19. Marcello

    E se si facesse una bella benedizione “urbi et orbi” su quanti non possono fare la comunione (mica ci sono soltanto i divorziati risposati) senza far mettere nessuno in fila?

    10 Aprile, 2013 - 18:14
  20. lorenzo

    Pessima iniziativa : nella impostazione, nel metodo e nel merito.
    Assai meglio il niente che c’è adesso rispetto a questo niente sostanzialmente uguale, ma vestito di apparenze devote e pure teatrali.
    Per fare la Comunione Spirituale – che poi di questo si tratta- non c’è bisogno di nessuna arzigogolata nota del Servizio Liturgico della Diocesi di Milano.
    Solenne e insulsa al tempo stesso. E, quel che è peggio, sbagliata ed umiliante : per chi la riceve,e per chi la ” officia” (?)

    10 Aprile, 2013 - 18:14
  21. Clodine

    E non condivido affatto l’idea di uso corrente che si possa ricevere l’Eucaristia senza una confessione almeno ogni 15 giorni [ nel caso in cui la coscienza -ammesso sia ben formata, retta e veritiera- non abbia a rimproverarci di nulla] altrimenti…se si ha anche il dubbio di non essere a posto, è molto meglio lasciar perdere, evitare assolutamente di accostarsi al Signore in stato di peccato…

    10 Aprile, 2013 - 18:16
  22. FABRICIANUS

    Poche parole: nella mia Diocesi penso abbiano fatto una caa……Z

    Scusate.

    10 Aprile, 2013 - 18:22
  23. lorenzo

    ” Il divorziato viene trattato come un appestato? ”
    Caro Matteo, togli pure il punto di domanda.
    In queste grottesche “istruzioni”, il divorziato E’ UN APPESTATO.

    10 Aprile, 2013 - 18:23
  24. Clodine

    e lo dico con convinzione, e non perché son bigotta o dubiti della misericordia di Dio, perché Dio è misericordioso. Non lo siamo noi però, quando compiamo un’azione così scellerata e autoreferenziale da non approfittare dell’opera ri-generatrice che la Chiesa ci offre attraverso i sacramenti . Domenica era dedicata alla Divina Misericordia, quella che Dio ha concesso di donarci dando agli apostoli prima,e ai presbiteri poi il potere di rigenerarci l’anima. Ricordate la scrittura di domenica!?
    “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». E aggiunge per coloro ai quali nei tempi a venire avessero dubitato:
    ” Tommaso.Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

    10 Aprile, 2013 - 18:28
  25. lorenzo

    Caro Federico, si potrebbe mettere in contatto il vescovo di Detroit con i Soloni dell Servizio Liturgico della diocesi di Milano…Chissà, tutti questi cattoliconi insieme , quale altra stramberia potrebbero produrre. Chessò, qualche pezzetto di stoffa colorata da cucirsi addosso per rendersi ben visibili ai pii occhi della comunita?!

    10 Aprile, 2013 - 18:32
  26. lorenzo

    ok, Clodine, ma se tu stai nella situazione degli ” appestati” di cui tratta la zelante nota liturgica, non c’è confessionale che tenga…

    10 Aprile, 2013 - 18:37
  27. Io credo che sia fondamentale che chi si macchia di violenza e di omicidio,
    non si possa accostare all’ostia.

    Nell’ambito di una stabile vita affettiva e sessuale,
    io non vedo alcun problema se un cattolico
    va a fare la comunione.

    D’altronde è quanto accade nella prassi.

    Chissà perchè,

    SONO sempre problematiche attinenti al sesso.

    EEEEEh ! Luigi !!!!

    Analisi sulle ipocrisie dell’Istituzione.

    10 Aprile, 2013 - 18:44
  28. Clodine

    non è vero: anche la confessione è un sacramento, molto prezioso, che cura l’anima indipendentemente dallo stato di peccato in cui versa. Tutti siamo malati, tutti affetti dalla lebbra interiore…tutti …chi più chi meno. E lo siamo veramente, finché siamo su questa terra…..

    10 Aprile, 2013 - 18:45
  29. Federico B.

    Sono abbastanza convinto che i “soloni” di cui parla Lorenzo siano stati nominati dai predecessori del Card. Scola.
    Sono “stramberie”, per così dire, molto martiniane…
    Ad ogni modo, ripeto, bisogna apprezzare lo sforzo di trovare una qualche soluzione che “accolga” separati/divorziati e conviventi senza mettere in discussione il sacramento del matrimonio e la sua indissolubilità.
    Non si può nemmeno criticare sempre: se non si fa nulla e se si prendono iniziative…
    Vedremo poi se questo provvedimento avrà effettivamente un seguito.

    10 Aprile, 2013 - 18:47
  30. lorenzo

    ‘A Mattè, ma tu mi escluderesti san Paolo dalla Comunione !!! 🙂

    10 Aprile, 2013 - 18:47
  31. Clodine

    Certo è, che quella “zelante nota liturgica” è a dir poco scandalosa e improponibile…scusate …ma..nse po’ senti’…

    10 Aprile, 2013 - 18:48
  32. lorenzo

    Se lo sforzo è questo, Federico, che si desista immediatamente dallo sforzarsi.
    Spero che questo provvedimento intanto resti nel cassetto, e spero in un seguito migliore. Ci vuol poco. ( ancora con martiniani e scoliani?!! Le bufale sono tali indipendentemente dalla targa che gli appiccichiamo sopra)

    10 Aprile, 2013 - 18:52
  33. lorenzo

    Nessuno discute- almeno non mi salta in testa di farlo io- la validità della confessione sacramento. Intendevo dire che , in questo caso, confessione o no, “l’appestato” alla comunione non ci arriva. Anche se fosse il piu’ fervente frequentatore di confessionali della diocesi!

    10 Aprile, 2013 - 18:54
  34. lazzaro

    Facciamo il caso che io compia una strage e ammazzi centinaia di persone. Sinceramente pentito, mi confesso e mi accosto devotamente alla comunione, ovviamente in una cappella carceraria, ma senza dover incrociare le braccia sul petto. Gli uomini non perdonano, Dio sì, anche gli stragisti. Negli Stati Uniti potrei ricevere la Comunione anche prima della sedia elettrica.
    Si dà il caso, invece, che ho la ventura di dovermi separare e quindi divorziare per motivi gravi e umanamente validi, vista la conseguente sentenza del tribunale. In questa circostanza sono gli uomini a perdonare, Dio invece non “rimette” un bel niente. E non viene “concesso” sacramentalmente nemmeno in punto di morte. Ma se vengo composto sul letto con le braccia incrociate, beh, la benedizione, almeno nella diocesi di Milano, me la danno. Meglio di così!

    10 Aprile, 2013 - 18:57
  35. Luigi Franti

    Signor Lorenzo, lei è totalmente disinformato. Né alla persona separata, né a quella che ha subito un divorzio è impedito di partecipare alla comunione sacramentale. Quindi il secondo capoverso del suo messaggio è fiato sprecato.
    Il problema si pone per chi conviva more uxorio con un’altra persona, essendo a tutti gli effetti sposato. Chi si trova in questa condizione, per quanto possa avere molti motivi umanamente validi e una condotta morale generalmente buona, o addirittura ammirevole, si trova oggettivamente in una situazione di non corrispondenza alla legge divina se ha rapporti sessuali con una persona diversa dal coniuge. Tutto qui. Non è una condizione diversa, sotto il profilo della possibilità di comunicarsi lecitamente, da quella di molte altre persone. Ad esempio chi, non essendo sposato, abbia rapporti sessuali (anche con una persona con cui conviva stabilmente).
    Ma son cose che qui sono state dette molte volte, mi pare.

    10 Aprile, 2013 - 19:11
  36. Luigi Franti

    Chiedo scusa: signor Lazzaro, non signor Lorenzo.

    10 Aprile, 2013 - 19:12
  37. Luigi Franti

    In altre parole, non c’è il problema dei divorziati risposati. C’è il problema del divieto di avere rapporti sessuali fuori del matrimonio. E qui c’è poco da fare, non l’hanno inventato i preti, è stato Gesù. Il quale Gesù (mi dispiace molto per il signor Matteo che è sempre molto sensibile a queste cose) in materia è piuttosto severo, se considera adulterio anche guardare una donna con desiderio.

    10 Aprile, 2013 - 19:18
  38. lazzaro

    Signor Franti, ha ragione. Ho sbagliato. Ma mi metto anche nella situazione di chi, separato o divorziato, viva per il resto con una condotta irreprensibile. Personalmente ritengo l’impossibilità di comunicarsi una condizione “insostenibile”. Almeno per me. Volevo dire questo, ma ho sprecato fiato. Pardon.

    10 Aprile, 2013 - 19:19
  39. Il fatto è che ci sarebbe bisogno di una buona riflessione teologica sull’argomento, che però sia scevra da ogni inquinante ideologica.
    La Chiesa delle origini fino al Grande Scisma aveva tutto un altro approccio e un’altra prassi sul tema.
    Per questo anche credo sia fondamentale recuperare la comunione con gli Ortodossi. Con loro la riflessione teologica potrebbe essere completa potendo parlare e intendersi sulle origini.

    10 Aprile, 2013 - 19:27
  40. Infine, inviterei a non ragionare in termini puramente “legalistici”, ma in termini di “grazia di Dio” e dell’effetto che il peccato ha nelle nostre vite, cosi come la grazia e la misericordia e ciò che è realmente “comunione con Dio”.
    Perchè se si ragiona in termini “legalistici” e “automatismi” è molto semplice mettersi in pace all’apparenza, ma mancare gravemente nella sostanza.
    C’è un esempio paradossale in tema, ma evito per il momento di farlo…

    10 Aprile, 2013 - 19:59
  41. Marilisa

    “Sono “stramberie”, per così dire, molto martiniane…”

    E queste tue parole cosa sono, Federico B ?
    Per me sono madornali cavolate, punto e basta.

    10 Aprile, 2013 - 21:21
  42. Marilisa

    Ma si possono commentare “note” del genere? Ne vale la pena?
    Quanto buon senso in certe menti! E magari loro si prendono anche sul serio.
    Io sto ancora ridendo.

    10 Aprile, 2013 - 21:29
  43. Stephanus

    1) perchè chiamare in causa a sproposito il card. Martini? non è corretto ragionare per ipotesi solo al fine di insinuare fangosamente nei confronti di una persona… parce sepulto!
    2) nella mia esperienza quasi trentennale, ho avuto più volte l’esperienza di venire attaccato circa la durezza della Chiesa nei confronti dei divorziati risposati o conviventi; nella maggior parte dei casi chi si lamentava non era stato un fervente cristiano (accostandosi ai sacramenti) nè prima del divorzio nè lo era diventato dopo. Insomma, sembrava (sottolineo “sembrava!”) che la questione della ricezione dell’Eucaristia fosse posta più per un desiderio di conformità alla massa, di diritti negati, che non per una vera aspirazione spirituale. Chiedo umilmente scusa a qualcuno se quest’ultima considerazione suona offensiva, ma le eccezioni le ho contate sulle dita di una mano…

    10 Aprile, 2013 - 21:37
  44. Marilisa

    “C’è il problema del divieto di avere rapporti sessuali fuori del matrimonio. ”

    E questa chiamasi sessuofobia.
    Chissà perché anche non pochi preti hanno rapporti sessuali pur non essendo sposati. Chissà perché.
    Quesito senza risposta? Io credo invece che una risposta precisa ci sia, eccome se c’è.

    10 Aprile, 2013 - 21:50
  45. Carissimi, nel Cammino Neocatecumale già da anni questa è una prassi consolidata e seguita. Dal momento che il sacerdote o il ministro passano tra le file dei fedeli che si alzano in piedi per ricevere la comunione, coloro che per qualche motivo non possono riceverla si alzano con le mani incrociate sul petto, chinano il capo e ricevono la benedizione anziché l’Eucarestia. Ricordo Sami, non ancora battezzato, che faceva questo gesto di omaggio con tutta naturalezza, e nessuno aveva niente da ridire, anzi era motivo di ammirazione. Ma questo avveniva in una comunità ristretta, in cui i catechisti avevano spiegato questo momento del rito. Tutti sapevano cosa Sami volesse dire con quel gesto silenzioso di omaggio: rispetto delle decisioni della Chiesa, desiderio di ricevere presto il Corpo del Signore, partecipazione piena anche se imperfetta al rito. L’ufficio catechistico ha fatto bene a dare questa indicazione, solo che essa va capita e condivisa da tutti i fedeli. Chi, come me, ha insegnato in un Istituto Sperimentale, sa bene che anche le innovazioni più belle falliscono se non sono adeguatamente spiegate e condivise.

    10 Aprile, 2013 - 21:58
  46. Sara1

    Bello Antonella, a me ricorda un po’ le confessioni pubbliche che mi sembra di capire fossero proprie della Chiesa primitiva.
    Certo noi siamo abituati a vivere più individualmente che in comunità è un po’ complicato.

    10 Aprile, 2013 - 22:02
  47. Dai tempi del post-Concilio (direi della “Humanae vitae”) la Chiesa dà le indicazioni giuste, ma che non giungono nella maniera giusta alla maggioranza dei fedeli. Lo ha detto anche Benedetto XVI: si pensa che ci sia educazione religiosa ed etica, che nelle famiglie si trasmetta correttamente la fede ecc., ma non è così. Siccome lo standard non è certo alto, le indicazioni della Chiesa tanto più sono rigorose tanto più sono rigettate e magari derise dai fedeli. Ricordiamo quello che dice San Paolo (1, Cor. 11):
    “26 Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27 Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore”.
    Che dire? Queste non sono opinioni.

    10 Aprile, 2013 - 22:09
  48. Cara Sara, una volta ho assistito a una conferenza assai bella del prof. Luigi Alici, presidente per qualche tempo della Azione Cattolica. Egli paragonò il mondo ecclesiale a un bel tappeto, ornato di bellissimi disegni e ricami. Guardando dall’alto sembra che il tappeto sia integro, ma non ci sono più l’ordito e lo stame. Si continua a ricamare sopra, in maniera dotta e teologicamente profonda, senza avere la consapevolezza che sotto non c’è più la tela che regga. Prima di fare i ricami occorre ricostituire la tela … non è per niente facile.

    10 Aprile, 2013 - 22:14
  49. Horribile visu

    10 Aprile, 2013 - 22:50
  50. Nino

    Pensare che che al figuro ciellino meneghino, all’apparire della fumata bianca gli avevano perfino anticipato l’ascesa al soglio pontificio.

    10 Aprile, 2013 - 22:57
  51. Luigi Franti

    Bisogna riconoscere una cosa: Nino si mostra sempre per quello che è.
    E non è un bel vedere.
    Direi che per guardarlo bisogna avere lo stomaco forte ed essere di quelli a cui non fa schifo quasi nulla.

    10 Aprile, 2013 - 23:17
  52. Nino

    La ricreazione è finita.
    Il re è nudo.

    “WikiLeaks, nuovi documenti su Formigoni e Don Giussani

    Tra i cablogrammi della diplomazia statunitense, c’è spazio anche per l’Italia, con le richieste di Comunione e liberazione agli Usa per contrastare l’avanzata della sinistra”

    Con certuni è come sparare sulla croce rossa.

    10 Aprile, 2013 - 23:29
  53. mattlar

    Il mio caro amico Lukas tedesco riformato dopo la sua conversione al cattolicesimo e fino alla sua prima comunione ha fatto così con molta naturalezza e anzi con una devozione e amore per l’eucarestia che a occhio erano grandissimi.
    In alternativa credo che fu proprio Ratzinger che negli anni 80 tentò di introdurre la pratica del ricevere il pane benedetto al posto dell’ostia consacrata. Mi dovrei informare meglio, però

    10 Aprile, 2013 - 23:36
  54. mattlar

    Quoto totalmente stephanus delle 21:37

    10 Aprile, 2013 - 23:39
  55. Luigi Franti

    Com’è che dice la Seconda lettera di Pietro? Ah, sì: «l cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango».

    10 Aprile, 2013 - 23:41
  56. Spettacolare: non piace a nessuno!

    Sta’ a vedere che e’ un’idea buona.

    11 Aprile, 2013 - 0:24
  57. Modo polemico ON
    Ma sì, segniamoli a dito i divorziati risposati. Così vedrai come andranno a praticare in chiesa…
    L’idea è certamente buona, ma l’applicazione mi sembra un po’ particolare.
    Quesito: se il fedele milanese compie questo gesto, potrà compierlo quando – ad esempio – si troverà a Serra San Bruno o Tropea (VV) in una chiesa del paese? E il prete che se lo troverà di fronte, non sapendo niente di quanto deciso a Milano, che farà?
    Modo polemico OFF

    Voglio fare le pulci a tale provvedimento. E osservo che:
    Mentre il parroco al Nord ti dice: “Qui, con tutti i divorziati che ci sono, se dovessimo applicare le regole nessuno potrebbe fare il padrino di Cresima o Battesimo”, e al Sud – resistendo ampiamente la famiglia tradizionale, per adesso – naturalmente non accettano il potenziale padrino di Cresima sposato/a con uno/a divorziato/a risposato/a, noi discutiamo di braccia incrociate o di una formuletta augurale. Peraltro pronunciata dal laico, non da un prete o un diacono, ma da un laico. A dare l’impressione che quello sa i cavoli tuoi e ne informa pubblicamente l’assemblea.

    La domanda successiva è: ma che senso ha tutto questo?
    Così, giusto per sapere. Se nel Nord, nella Diocesi di Milano, ci sono preti che danno la risposta che vi ho riportato, che senso ha fare un rito certamente dettato da carità ma che alla fine segna a dito le persone?

    Allora perché non benedire così anche chi, perché magari non ha avuto tempo e possibilità di confessarsi, non può fare la Comunione? Perché solo i divorziati?
    Sono abbastanza perplesso, lasciatemelo dire.

    11 Aprile, 2013 - 0:44
  58. Scusate, ho saltato la parte in cui Luigi riferisce di coloro i quali “non fossero in condizione di accostarsi alla Comunione Sacramentale”. Cassate per cortesia la parte finale della domanda.

    Ma i dubbi sull’utilità del rito per i divorziati mi resta, e forte.

    11 Aprile, 2013 - 0:48
  59. lorenzo

    Caro Luca, quale “idea”? L’unica idea è la Comunione Spirituale, e non la definirei certo nuova. Il resto è aria fritta, contrabbandata per meditata saggezza.

    11 Aprile, 2013 - 1:21
  60. Chi mi conosce da anni su questo blog sa che sono stata in prima linea per questa faccenda della Comunione ai divorziati risposati e per le richieste di potermi accostare al Sacramento. La sofferenza è stata atroce e, confesso, molte volte sono andata in una chiesa diversa e mi sono accostata alla Comunione, perchè tutto il mio essere lo richiedeva. Secondo quello che leggo, sono una peccatrice… ma guarda! che novità!
    Poi è sopravvenuto un fatto nuovo. Proprio nel momento più grave degli scambi tra me e il mio parroco circa la Comunione, accade che il mio ex marito muore. Problema risolto, io adesso per la chiesa sono vedova e non esiste alcun impedimento ad accostarmi al sacramento della Comunione.
    Ma quanta ipocrisia esiste dietro ad una affermazione così? Adesso sono diventata improvvisamente degna della Comunione, che a questo punto sono contenta di aver sempre preso ogni volta che il mio cuore non ne poteva più di stare senza!
    Il discorso sarebbe lungo, ma credo che abbiate compreso quello che voglio dire!

    11 Aprile, 2013 - 5:57
  61. Clodine

    Come già mattlar, anche io mi associo totalmente alla riflessione di Stephanus
    del 10 aprile 2013 @ 21:37 . Ho letto con attenzione tutti i commenti e in ciascuno c’è un seme di verità. In questo frangente però l'”horribile visu” di maioba trava il totale consenso .

    Mi chiedo quanto, in questa campagna moralizzatrice ingaggiata dai separati che vivono situazioni parallele ci sia vera rispondenza interiore e quanto invece il voler contestare per il gusto di…
    Parliamoci chiaro: la Chiesa non può andare contro la Verità scritturistica che non contempla neppure quella gestualirà esteriore di cui parla Antonella il quale è un vezzo fine a sé stesso. Francamente credo si contino sulla dita quelli che , come principessa, sentivano fortemente l’anelito e ben fece a comunicarsi seguendo la voce interiore. Chi siamo noi per dire “questo si quello no!?”. Come si fa ad entrare nel sacrario della coscienza? Davanti a Dio siamo sacchi rovesciati, possiamo ingannare noi stessi, ma non Lui.

    11 Aprile, 2013 - 7:10
  62. Clodine

    UNa piccola nota e poi mi taccio: l’idea che in quanto puri si appartiene alla Chiesa e peccatori NON vi si appartiene è pura fantasia. Siamo carne viva di una Chiesa che è santa e peccatrice. Secondo la scrittura l’uomo è malvagio nel suo proprio cuore, non in qualche parte “periferica”, ma nel cuore, siamo tutti “infettati”, bisogna guardare in faccia la reltà: se la Chiesa è una chiesa di peccatori è perché i suoi membri lo sono. Perciò, io posso e devo aderirvi come essa realmente è in onestà come io posso appartenervi. Qui entra in gioco la coscienza formata nella Verità!

    11 Aprile, 2013 - 7:10
  63. Sara1

    A me sinceramente non dispiace, certo presuppone una comunità molto adulta e sposta il problema da un fatto individuale a uno comunitario per cui va bene quando si tratta di situazioni abituali, la solita parrocchia i soliti parrocchiani il solito parroco.
    In fondo ti sei sposato davanti alla comunità non è che lo hai fatto solo soletto dal banco di nascosto.
    Però appunto mi pare difficile.

    11 Aprile, 2013 - 7:22
  64. Clodine

    C’è da aggiungere, a chiosa di tutta la faccende, che è Dio che sceglie, non ci sono “santi” fattisi da sé, questa è una pia illusione. Ci sono solo uomini e donne giustificati e santificati in Cristo “nello Spirito Santo” . Questo dicono le lettere paoline, dalla I Cor, a Col a Romani perché l’unica volontà di Dio è la nostra santificazione. Perciò, vedete, qui ci sono due parti interdipendenti: c’è Dio che santifica e l’uomo che DEVE -per essere santificato- dare una risposta di FEDE e d’assenzo alla Sua misteriosa Volontà. Tutto qui, senza la fede intesa come FIDUCIA non si va da nessuna parte.
    “Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Lc 10, 21-22). Più di così…!? E’ tanto chiaro!

    11 Aprile, 2013 - 7:24
  65. Federico B.

    Rispondo a due obiezioni circa il riferimento ai “martiniani” della Curia di Milano. Ai temutissimi conservatori e ai criticatissimi tradizionalisti, più o meno ratzingeriani, non sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere.
    E’ proprio un’innovazione “progressista”, una apertura parziale, iniziale e prudente, ma pur sempre “progressista”.
    Dubito che l’idea possa essere attribuita al Card. Scola.
    Ripeto: va apprezzato comunque lo sforzo, ma si poteva fare di meglio. Fa piacere anche a me che non piaccia a nessuno e spero che questa iniziativa possa essere riconsiderata.

    11 Aprile, 2013 - 9:21
  66. Sara1

    Sono d’accordo con Federico, Mario Delpini mi pare per lo meno vicino a Martini e non ritengo questa iniziativa “conservatrice” basta leggere bene per vedere il richiamo costante al perdono e all’abbraccio della comunità.

    11 Aprile, 2013 - 9:26
  67. Federico B.

    Era un’osservazione logica, ringrazio Sara per averlo riconosciuto.

    11 Aprile, 2013 - 9:50
  68. Marilisa

    Io non so nulla di Mario Delpini e non mi interessa sapere se l’iniziativa sia dei conservatori o dei progressisti.
    So soltanto che per me è una castroneria ed essendo tale mi pare impossibile attribuirla ad un “martiniano”.
    Ad ogni modo, a parte il fatto che trovo sciocco parlare di “martiniani” come qualcuno fa, quasi fosse un sinonimo scontato di “progressisti”, io credo che l’intelligenza sapiente ed avveduta del card. Martini gli avrebbe fatto escludere una soluzione di tal genere.
    Io contesto che “l’ufficio catechistico abbia fatto bene a dare questa indicazione”, e qui non si tratta solo di mancata spiegazione di una innovazione. Mi pare evidente che se la si seguisse, si determinerebbe una strana divisione tra coloro che sarebbero considerati degni della comunione sacramentale ( e magari non lo sono affatto) e quelli che invece no.
    Ognuno sa di sé e decide il da farsi, avendo come discriminante la propria coscienza, con discrezione e senza esporsi ad un ipotetico giudizio di altri.
    La comunione spirituale è sempre esistita, almeno da quando io ero bambina, e la si può fare con semplicità nel proprio intimo con preghiere ideate da sé o leggendone qualcuna del tipo di quella che piace a Luigi.

    11 Aprile, 2013 - 11:44
  69. Marilisa

    Per quanto riguarda l’esclusione dei divorziati dalla comunione sacramentale, sulla quale si sono levate nel tempo le rimostranze dei diretti interessati, io credo che non si tratti di critiche alla Chiesa campate in aria e dovute più a questioni di principio, o altro, che ad una esigenza vera e propria di comunicarsi al Corpo e al Sangue del Cristo.
    Ritengo che si tratti di autentico desiderio di partecipare all’ Eucaristia, e di sofferenza a motivo dell’esclusione da essa.
    La Chiesa deve considerare, una buona volta, la SOFFERENZA che causa, e di sicuro non è con il “palliativo” della Comunione spirituale che risolve questo nodo cruciale.
    Oltretutto il divorzio può essere causato da motivazioni molto importanti e imperscrutabili, delle quali solo Dio è a conoscenza.
    Perciò la Chiesa dovrebbe ( dovrà) riconsiderare con attenzione la questione, e rivedere le proprie posizioni.

    11 Aprile, 2013 - 12:03
  70. Francesco73

    A Milano c’è un grande vescovo, e capisco il desiderio di fare un gesto verso i divorziati risposati e verso altri che non possono accedere alla Comunione.
    Ma questo rituale mi pare umiliante, indiscreto e pure estenuante, perchè dice un “vorrei ma non posso”.
    Io lascerei perdere.

    11 Aprile, 2013 - 12:19
  71. Nelle letture di oggi trovo queste splendide espressioni di S. Cipriano:

    “Armiamo anche la nostra destra con la spada spirituale, perché respinga vigorosamente i sacrifici immondi e, memore dell’Eucaristia, prenda il corpo del Signore, lo stringa in attesa di ricevere poi da Dio il premio delle celesti corone”.

    Questo padre della Chiesa, morto alla metà del III secolo, mi sembra veramente un testimone attendibile.

    11 Aprile, 2013 - 12:52
  72. Mi interessa
    il senso della “misericordia”
    dei tradizionalisti.

    Hanno bisogno di trovare il colpevole,
    e lo hanno persino indicato,

    indicato a pubblico ludibrio.

    Ispirati dallo spirtito santo che tirano in ballo per ogni minchiata,
    hanno certezza di giudizio,
    con coscienza rettamente formata.

    Amen

    11 Aprile, 2013 - 13:14
  73. Nessuno può giudicare se colui che chiede l’Eucarestia la chiede avendo tutti i requisiti o no, e questo è giusto. Infatti non ho mai visto un sacerdote o ministro negare l’ostia a chi si avvicinava a richiederla. Quando poi a fare la comunione è stato Berlusconi, apriti cielo! Mons.Fisichella che cercava di spiegare la cosa è stato coperto di improperi! Eppure le sue argomentazioni erano del tutto in linea col diritto canonico.
    Credo comunque che la Chiesa possa dare le dovute indicazioni e norme; questo le compete, ed è suo obbligo. La coscienza del singolo rimane sempre il tribunale supremo, ma forse non a tutti piace prendersi determinate responsabilità contro il parere della Chiesa. Una volta si diceva: Dio per padre, la Chiesa per madre. Certo, nessuno dei semplici fedeli può giudicare gli altri.

    11 Aprile, 2013 - 13:20
  74. Sara1

    Neppure io ho mai visto negare la comunione a nessuno. Per quanto ne so nemmeno Ruini l’ha negata a Vendola quando se lo è trovato di fronte quindi non mi sembra che ci sia una caccia alle streghe.
    Penso che il senso fosse quello di compiere un cammino di riconciliazione che sapesse coinvolgere la comunità tutta e non solo la coscienza del singolo seduto solingo al suo banco.

    11 Aprile, 2013 - 13:39
  75. Clodine

    Ha ragione Antonella, sottoscrivo quanto dice.
    Bella quella citazione di San Cipriano,grazie Antonella. Forse , tutto sommato,l’umile genuflettersi portando le mani al cuore è un gesto di totale abbandono e segno di rispettoso silenzio interiore dinanzi alla grandezza del Mistero Eucaristico.

    11 Aprile, 2013 - 13:49
  76. Federico B.

    Concordo con le conclusioni di Anonella e Clodine.

    Avrei qualcosa da dire sugli “esperti” in castronerie altrui e su coloro che invocano la misericordia per tutti e poi sono i meno misericordiosi e giudicano con disprezzo chi non la pensa come loro. Lasciamo perdere.

    Il problema è sentito e sofferto, ma non possiamo tenere presente solo un aspetto della questione, cioè l’accoglienza e il coinvolgimento dei conviventi (che non sono considerati “lebbrosi” ma spesso vengono accolti a braccia aperte, anche con incarichi significativi all’interno delle parrocchie, ammessi al lettorato e tra i catechisti), senza considerare che la Chiesa non può e non deve sminuire l’importanza dell’indissolubilità dell’unione che nasce dal sacramento del matrimonio. Specie di questi tempi, proprio perchè convivenze e divorzi sono sempre più diffusi, la Chiesa deve sottolineare che la fine di un matrimonio canonico è una frattura nella comunione ecclesiale. L’eucarestia, oltre che un sacramento che non si può “svendere”, è segno della comunione della Chiesa.
    La questione è delicata e complessa e non si può sperare di “risolverla” senza soppesare per bene le conseguenze di ogni scelta.

    11 Aprile, 2013 - 14:10
  77. Nino

    Principessa
    “Il discorso sarebbe lungo, ma credo che abbiate compreso quello che voglio dire!”
    ——
    Eccome se ti capisco.

    Qualche tempo fa parlando sul tema con un amico vescovo , non arrivando ad un compromesso ragionevole, esemplificando gli dissi che alla prossima occasione l’avrei invitato a cena apparecchiando con cura la tavola e naturalmente il suo posto, ma che avrei servito le portate per tutti i commensali tranne che a lui, invitandolo a “mangiare” spiritualmente.
    Si fece una fragorosa risata.

    11 Aprile, 2013 - 14:23
  78. Federico B.

    Torno un attimo anche sulla questione dei “martiniani”, che tanto ha irritato e scandalizzato.
    Sono certissimo che il Card. Martini non sarebbe mai arrivato a tanto, ma i suoi estimatori hanno dimostrato spesso di essere molto più avanti di lui, già quando era in vita, figuriamoci adesso. I “martiniani” sono quelli del CVIII…
    Ad ogni modo, mi sono permesso di sottolineare il legame evidente (e ovvio) tra questa iniziativa e l’ambiente dei Card. Martini e Tettamanzi, perchè su questo blog spessissimo ho letto critiche feroci nei confronti dei cattolici “conservatori” e “tradizionalisti”, più o meno ratzingeriani, additati come uno dei mali peggiori della Chiesa. Ecco che oggi abbiamo la dimostrazione che ci sono posizioni e iniziative “problematiche” anche in ambienti con visioni “progressiste”, di formazione “martiniana” e “tettamanziana”. Nessuno e perfetto e nessuno è esente da critiche.

    11 Aprile, 2013 - 14:24
  79. Marilisa

    “Quando poi a fare la comunione è stato Berlusconi, apriti cielo! Mons.Fisichella che cercava di spiegare la cosa è stato coperto di improperi!”

    Chiariamoci le idee!
    Il diritto canonico permette o no la comunione ai separati e divorziati?
    Berlusconi è un pluridivorziato conclamato. Allora?
    La Chiesa riesce ad essere coerente o fa due pesi e due misure?
    Tanto vale parlare di comunione sacramentale per tutti e non fare, perciò, capriole concettuali distinguendo fra comunione-sacramento,concessa ad alcuni, e comunione spirituale per tanti altri divorziati che non siano famosi come il suddetto.
    Mi sembra essenziale per non ingenerare confusione.
    È così difficile da capire?

    11 Aprile, 2013 - 14:28
  80. Sara1

    Nel caso di Berlusconi quando fece la comunione non era più adultero in quanto la relazione con Veronica era finita.
    In pratica il problema è che per la Chiesa il matrimonio è indissolubile quindi il secondo matrimonio non è un matrimonio ma un pubblico adulterio e la confessione è inutile in quanto la confessione comporta pentimento e conversione.
    e’ ovvio che chi si è risposato non ha nessuno intenzione di cambiare perchè confessatosi tornerà alla seconda moglie o al secondo marito esattamente come prima.
    E’ ipocrita? può essere, per se Veronica quando ha incontrato il Cav si fosse ricordata che era già sposato con due figli…

    11 Aprile, 2013 - 14:43
  81. Federico B.

    Qui casca l’asino, Marilisa,
    Chiarisciti le idee prima di fare le prediche al prossimo (e nientemeno che a Mons. Fisichella): il problema non è il divorzio in se’, ma la relazione stabile, la convivenza, il secondo matrimonio civile dopo il divorzio.
    Allego un’intervista di Mimmo Muolo (Avvenire, 06/06/10).

    http://www.parrocchiadisancesareo.it/Divorziati.pdf

    11 Aprile, 2013 - 14:46
  82. Mi auguro che Federico non si offenda, ma ormai ha proprio stancato, mi è pallosa, questa continua diatriba sul citar cardinali dell’uno o l’altro verso.
    Il sottoscritto se ne gloria, alla faccia dell’umiltà, che in tale diatriba mai ci si è ficcato; mai pensato nè aspirato a esser dell’uno o dell’altro.
    Detto questo il problema è anche e soprattutto di gente che fa parte della Chiesa gerarchica e che si ficca in affari politici o che con la politica hanno a che fare creando tali divisioni. Ometto, sia per carita e sia perchè, perdonatemi la secca espressione che serve però a sottolineare quante sia forte la mia avversione verso tali e il loro modo di fare, dicevo, di tali me ne f8 altamente!
    Mi dispiace per quello che ora dirò, ma lo dico perchè lo penso e credo sia giusto così, pur con tutto il rispetto per la persona che nomino: ritengo sia stato altamente provvidenziale che non sia stato eletto un cardinale vicino ad un certo movimento politico (con fogli di fico “ecclesiale”).
    Cosi ogni buon prete, che abbia voglia di far “carriera” o no, da tali prenderà le distanze e se ne starà ben lontano!

    Detto questo, a Federico ulteriormente ricordo che dal versante opposto (a dx per semplificare) tanti altri facenti parte della gerarchia, sono sullle stesse posizioni, pur se diametralmente opposte, a quei che egli rinvangava.
    Gli estremi si toccano, purtroppo.
    Qui si discuteva di un problema serio che tocca l’intimo, la coscienza sacrario dell’intima unione con Dio di ogni uomo, di tanti a cui nella vita capita e può capitare la peggiore delle peripezie e sventure (e io tale la ritengo). E devo dire che Federico caro, nella tua analisi sbagli e di grosso “il punto”: il problema invece è proprio il “divorzio in se” e tutto ciò che ne consegue.
    Prevenire è meglio della “impossibile cura”. E prevenire è pastorale, è lotta al relativismo, è tutte le misure che si possono mettere in atto, anche quella estrema proposta da Benedetto XVI sulle considerazioni di “nullità”.
    Perchè il bene è la salvezza dell’anima dell’uomo/donna, della tutela della famiglia e della società.

    11 Aprile, 2013 - 15:11
  83. Cmq quel che mi impressiona è l’aspetto ultra-legalistico (per certi aspetti quindi quasi farisaico) con cui si tratta la questione.
    Un poco di teologia morale aiuterebbe.

    11 Aprile, 2013 - 15:18
  84. Stephanus

    Tra pochi giorni al ritiro per i fanciulli e famiglie di 1° Comunione dovrò ricordare agli adulti la regola eclesiale e spiegare ai ragazzini che non tutti possono essere ammessi alla mensa eucaristica.
    E’ sempre un momento doloroso, ma credo non vada eluso: “in veritate et in charitate”.
    Vero è che, una volta chiariti bene i termini del discorso – tra l’altro inerenti l’Assoluzione sacramentale prima ancora della Comunione – mi pare esista una norma che dice: se una persona anche notoriamente “irregolare” si presenta a ricevere l’Eucaristia, non è facoltà del ministro, in quel momento, negarla.

    11 Aprile, 2013 - 15:19
  85. lorenzo

    A Federico e altri direi questo: ”n ata vota con tradizionalisti e progressisti?
    Con martiniani, ratzingeriani, tettamanziani, e ogni “iani” che dir si voglia?
    Fervorosa preghiera: che il Signore ci mandi un mucchio di Ratzinger, Martini e Tettamanzi; e che confonda noi tutti nei pensieri del nostro cuore tutte le volte che pretendiamo di leggere ogni fatto della vita della chiesa con le lenti deformanti delle presunte ideologie e delle presunte appartenenze a “ismi” che a questi personaggi, e a tutti gli altri, si rifanno!!! ( veramente, mi accorgo che questa seconda parte della preghiera è già largamente esaudita ed è realizzata nei fatti. Basta leggere i nostri commenti per capire che noi siamo assolutamente confusi nei pensieri del nostro cuore quando interpretiamo tutto con gli occhiali farlocchi del pre-giudizio e dello spirito di bandiera…)

    11 Aprile, 2013 - 15:29
  86. lorenzo

    Una domanda per Sara1 delle 13,39. Per “compiere un cammino di riconciliazione che sapesse coinvolgere la comunità tutta e non solo la coscienza del singolo seduto solingo al suo banco” è dunque necessario partire dall’appendere un cartello metaforico al collo di determinati singoli particolarmente solinghi seduti al banco ed inviarli, frammisti sì agli altri, ma destinati a una versione devota delle forche caudine?

    11 Aprile, 2013 - 15:35
  87. Sara1

    Ma quale cartello Lorenzo, quante cavolate, era solo una proposta gentile negli intenti.
    Possibile che si debba sempre esasperare tutto?
    Che poi, si tenesse ognuno di noi il marito proprio o la moglie propria come un dì felice ognuno ha promesso di fare, sa quanti problemi in meno…

    11 Aprile, 2013 - 15:41
  88. “Qui casca l’asino, Marilisa,”
    ___________________________

    integralismo e ipocrisia.

    Scopa e fai sesso con chi ti pare,

    ma ritorna sempre dalla tua prima moglie……

    indicato a pubblico ludibrio.

    Deve essere altra minchiata ispirata dallo spirtito santo
    tanto di casa con gli integralisti.

    11 Aprile, 2013 - 15:57
  89. martiniani, ratzingeriani, tettamanziani, scoliani,

    l’unica lente che hanno i fratelli cattolicil lefebvriani integristi e anti-Ebrei
    per vedere il mondo………….

    11 Aprile, 2013 - 16:00
  90. lorenzo

    Cara Sara1, una proposta ” GENTILE ” ?! In cosa consisterebbe la ” gentilezza”? Mi fa piacere che usi questa categoria, che è di sensibilità umana, piuttosto che di natura teologica. Ed è proprio quella che manca, in questa proposta. La sensibilità umana . Non esaspero un bel nulla. Basta leggersi il testo linkato nel post, è già tutto esasperato di suo.
    Quanto alla chiusetta di tono leggero, va benissimo. Basta dimenticarsi della quantità di catafasci e tragedie che spesso uno si trova a dover vivere, magari anche a voler vivere , ma in ogni modo a vivere sulla propria pelle, che sta dietro queso casino della famiglie distrutte e di quel che ne deriva.

    11 Aprile, 2013 - 16:01
  91. Un’altra cosa, ma qui è difficile terminare tanta è la carne al fuoco quanto certa superficialità.
    Mi sembra che non ci sia consapevolezza di categorie: qui alcuni confondono la “coscienza morale” con “l’intelletto” o la ragion pratica e le convinzioni.

    11 Aprile, 2013 - 16:06
  92. Sara1

    Lorenzo io mi sono sposata 18 anni fa e di tutti i matrimoni di quel periodo in due siamo rimasti sposate, gli altri ciao ciao da tempo.
    e non erano mi creda tutti casi strappalacrime alla Anna Karenina.
    Poi passo come si parla in questi casi si sbaglia.

    11 Aprile, 2013 - 16:09
  93. Marilisa

    Qui casca l’asino che sei tu, Federico B.
    Quelle che hai proposto sono appunto “capriole concettuali”. Tante più o meno belle parole che lasciano il tempo che trovano.
    Berlusconi, secondo quel che dice la Chiesa, era già nel peccato grave essendo divorziato dalla prima moglie.
    Capito, cara Sara? Lascia perdere la Veronica, per favore. Cerca di essere più obiettiva anche tu. O mi prendete per scema?
    E tu, Federico B.,chi credi che sia mons. Fisichella? Ha sbagliato. Punto.
    Come, per esempio, sbagliò il vescovo della mia città quando rise per una battuta sporca dell’esimio cav. in visita da noi. E giustamente fu criticato da tutti.
    Sono ecclesiastici che di fronte all’autorità chinano la testa e non osano aprire bocca. Salvo poi arzigogolare credendo di convincere gli imbecilli.

    11 Aprile, 2013 - 16:22
  94. Federico B.

    Matteo,
    se c’è uno ipocrita e integralista quello sei proprio tu.
    Integralista in idee che non sono cattoliche.

    Ignori completamente il senso dei sacramenti del Matrimonio e della Confessione, parli a sproposito dello Spirito Santo, non credi nel ministero petrino. Sei anche favorevole alla fine del celibato, ai matrimoni gay, magari addirittura al sacerdozio femminile.
    Qualche giorno fa temevo di aver ecceduto parlando di luteranesimo, ma tu l’hai preso come un complimento. Ecco, evidentemente sei più a tuoi agio tra i protestanti che tra i cattolici. Del resto questa è la testimonianza che dai, oltre naturalmente alle oscenità a sfondo sessuale e alle pesanti offese che indirizzi a chi non la pensa come te (mi riferisco in particolare a Leonardo).

    11 Aprile, 2013 - 16:23
  95. lorenzo

    Se è per questo, Sara, è pieno di divorziati, risposati, ridivorziati, conviventi in transito, ririsposati, ecc., e molti senza ( apparenti) drammi; pienissimo di quelli che non gliene puo’ fregar di meno dell’accesso ai sacramenti, pienissimo di altri che qualcosina gliene fregherebbe anche ma che è l’ultimissimo dei problemi…Ma di autentici disastri ne conosciamo tutti, credo, e anche se fossero la minoranza, bastano e avanzano.
    Ps. Io sono sposato da 24, ma di matrimoni alle ortiche , fortunatamente, non ne sono andati così tanti. La cosa bizzarra è che tra le coppie intere la stragrande maggioranza è di non credenti….

    11 Aprile, 2013 - 16:30
  96. Amato Federico,

    ma a me non importa che tu non consideri cattoliche le mie idee.

    IO SONO COMUNQUE NELLA CHIESA

    Tu non puoi farci proprio NULLA.

    Poveretto,
    capisco la tua impotenza dinanzi a me.

    Io mi sento pienamente nella Chiesa di Gesù,
    nella mia tradizione cattolica
    come con i miei fratelli di tradizione luterana, anglicana.

    Tutti, tutti, siamo in una unica Ecclesia.

    11 Aprile, 2013 - 16:33
  97. Caro amato ,
    non capisco perchè tiri in ballo un tuo sodale.

    Non mi sembra corretto che tu lo faccia.

    Visto che lui non mi sta dando alcun disturbo.

    Se tu poi
    pensi di volermi colpire sotto la cinta…

    per il gusto sordido di fare il MALE,
    perchè è il sangue che cerchi….

    dimostri chiaramente di essere della sinagoga di Satana.

    Perchè è solo Satana,
    che cerca la violenza, il sangue e il male.

    11 Aprile, 2013 - 16:36
  98. Sara1

    Qui nelle Marche i divorzi son di meno, a Mantova è un disastro, mio padre mi racconta di coppie che si separano dopo pochi mesi.
    Comunque una volta avevo un’idea molto più romantica del divorzio, ultimamente ho visto certi casi che insomma uno davvero arriva a pensare che all’asilo son più adulti e la comunione spirituale mi sembrerebbe un’incredibile prova di maturità da parte di loro.
    Ma se per caso si trovassero, hai visto mai, in una Chiesa probabilmente si metterebbero in fila per primi.

    p.s. esperienza mia resistono di più le nozze tra credenti, per quello che vale statisticamente (nulla immagino).

    11 Aprile, 2013 - 16:36
  99. Federico B.

    Tala chi n’altra.
    Non conosce e non capisce cosa dice la Chiesa e pretende di sputar sentenze.
    Ma dai!
    Pretendete di insegnare la carità, la misericordia e la tolleranza al prossimo e poi quando si parla di Berlusconi diventate rigidissimi! Tutti i peccatori possono ricevere se pentiti l’assoluzione (il punto è il pentimento) e quindi ricevere la comunione. Nulla osta se c’è pentimento, confessione e assoluzione. Certo che non può esserci un’assoluzione se uno non è pentito, convive e non ha intenzione di cambiare vita, anzi è felice della sua nuova vita.

    Pastoralmente la Chiesa non può “derubricare” il peccato di convivenza. A che servirebbe? Ad un puro proselitismo (vedi Mt 23,15)!? La Chiesa non può piegare la legge divina ai peccati ed abusi di fatto; di questo passo si finirebbe con approvare tutti i peccati. Invece Cristo ha ordinato: Insegnate a loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato (Mt 28,20).

    11 Aprile, 2013 - 16:37
  100. Marilisa

    ” mi pare esista una norma che dice: se una persona anche notoriamente “irregolare” si presenta a ricevere l’Eucaristia, non è facoltà del ministro, in quel momento, negarla.”( Stephanus)

    Benissimo, posso capire che, di fronte ad un “irregolare”, il ministro possa provare disagio a negare l’ostia sacra e lasci la responsabilità alla coscienza dell’individuo.
    Lo capisco benissimo. Però non ci si aspetti, allora, che si venga esentati da critiche circa l’incoerenza manifesta dell’Istituzione.
    E sarebbe oltremodo opportuno,a mio avviso,lasciare sempre alla coscienza dell’individuo l’accostarsi o meno alla Comunione sacramentale,senza proclami cattedratici di alcun genere.
    Sarà Dio a giudicare.
    Altrimenti c’è una incoerenza scandalosa che crea scompiglio e non fa capire alcunché.

    11 Aprile, 2013 - 16:47
  101. “Pretendete” ; “diventate” ; “Nome di un politico.

    Federico ma sei capace di rapportarti in modo normale con una persona, senza dover per forza immaginare schiere armate di sodali alle sue spalle?
    Sei capace di partecipare al blog senza avere il chiodo fisso (guarda io direi mania, ma non voglio offenderti nè azzardare diagnosi a distanza…) della politica.
    Matteo è per me l’assurdo in persona, tu segui a ruota.
    E basta!

    11 Aprile, 2013 - 16:47
  102. Federico B.

    Il mio commento delle 16.37 era riferito alla risposta arrogante di Marilisa delle 16.22. Mi scuso per gli eventuali equivoci.

    Caro Matteo,
    se non vuoi risposte violente evita interventi polemici e offensivi.
    Chi semina vento, raccoglie tempesta.
    Comunque per me la polemica è chiusa. I temperamenti focosi si esprimono con toni forti, ma questo non significa che amino “violenza, sangue e male”.
    Il Signore ti benedica e ti accompagni sempre nel tuo cammino nella “Ecclesia”.
    Non disperiamo di ritrovarci, prima o poi, secondo la volontà di Dio.

    11 Aprile, 2013 - 16:49
  103. Federico B.

    Ubi,
    accolgo la critica e cercherò di farne tesoro.
    I verbi “pretendete” e “diventate” erano riferiti a due persone (M. e M.) che ho già fin troppo spesso nominato.

    11 Aprile, 2013 - 16:52
  104. E io ti ringrazio Federico.
    Te lo dico perchè ritengo che tolte quelle due cose che suggerivo, sei tra quelli che più riescono a dare definizioni di contenuto preciso.

    11 Aprile, 2013 - 16:57
  105. lorenzo

    Beh, Marilisa, lasciare sempre alla coscienza dell’individuo, da parte della Chiesa non srabbe ovviamente né giusto, né sensato. Dove andrebbe a finire la Mater e pure la Magistra?!
    Ma, in ultima analisi, nei fatti è poi così.Inevitabilmente. Perché la Chiesa- giustamente – indica delle possibilità e dei divieti. Dopodiché il singolo , se proprio lo volesse, va dove vuole, e “si fa” la Comunione. Questo vale in caso di confessione non praticata; in caso di assoluzioni negate; in casi di divorzio e nuovo matrimonio.Persino in casi di non battezzati. La coscienza del singolo è il motore ultimo e insopprimibile del rapporto personale con Gesù Cristo. Cosa bellissima, e anche vagamente spaventosa: ci dà in mano una possibilità enorme, e una altrettanto enorme responsabilità.
    A quattr’occhi col nostro Amico ci finiamo poi singolarmente, non come comunità ecclesiale.

    11 Aprile, 2013 - 16:58
  106. manuel76

    @ Antonella Lignani
    A me è stato riferito che alla Pasqua del 2012 un parroco di una parrocchia in prov. di Brescia, presente una mia amica, abbia rifiutato la comunione ad una signora divorziata del paese.
    Penso che non sia l’unico caso.
    Da un punto di vista logico deduttivo è vero che le affermazioni di Fisichella sono ineccepibili.
    E’ vero anche che la separazione dal secondo matrimonio, non è avvenuta affatto per ripristinare il legame del primo…Quello di Fisichella è pertanto rimasto un sillogismo formalmente, quando nella sostanza non vi era alcun intento riparatore nella successiva separazione.

    In tutto ciò si trascura sempre il numero di coniugi che sono stati abbandonati dal partner. Essi non hanno nessuna colpa, non devono pentirsi di nulla e non possono essere fuori dalla comunione, avendo lottato fino allo sfinimento per salvare la propria unione.

    Non è questione di essere progressisti o conservatori, è solo questione di amare la verità delle cose e quello che sta sotto la cornice formale.

    11 Aprile, 2013 - 17:00
  107. Federico B.

    La norma a cui faceva riferimento Stephanus non è ipocrita o incoerente, ma è suggerita dall’intenzione di non creare ulteriori e maggiori scandali “scacciando” qualcuno al momento della comunione. Con un po’ di simpatia “preventiva” si potrebbe addirittura trovare traccia di carità e benevolenza verso quei peccatori…
    Certo la soluzione non è “ignorare” l’abuso e il sacrilegio, ma, in un momento diverso e con la dovuta riservatezza, avvicinare il peccatore e fargli presente la gravità del suo comportamento.
    La Chiesa è Madre e Maestra, entrambe le cose.

    11 Aprile, 2013 - 17:02
  108. lorenzo

    Si’, credo anch’io Sara , che le coppie di credenti ( non ” che si sposano in chiesa” e basta, credenti proprio) durino di più. Per questo definisco bizzarra la percentuale tra i miei amici. Evidentemente un matrimonio puo’ essere di spessore e intensità forti anche senza una connotazione cristiana.

    11 Aprile, 2013 - 17:04
  109. manuel76

    ops…ho scritto formalmente al posto che formale!

    11 Aprile, 2013 - 17:04
  110. @ Lorenzo e Sara. Ritengo che è illogica pure la distinzione tra “credenti-non credenti”.
    Il problema è antropologico arrivati a questo punto.
    Qui siamo al punto che non si concepisce più cosa sia essere uomo-donna con la relativa sequela di diritti-dovere-coscienza-morale-ruolo-compito-scopo.
    E’ il relativismo che nasce dall’igoranza di se stessi e si trasforma in ignoranza religiosa il problema.

    11 Aprile, 2013 - 17:05
  111. Marilisa

    Caro Federico B., io non ce l’ho con Berlusconi, in questo caso; ce l’ho con l’incoerenza della Chiesa. Se non hai capito, perché è evidente che non l’hai capito, lo evidenzio.
    Mica sono come te che riduci ogni cosa alla politica, mescolando allegramente religione e politica ovvero “valori non negoziabili” e sinistra.
    Queste parole: “Non conosce e non capisce cosa dice la Chiesa e pretende di sputar sentenze” non mi si adattano per niente.
    Impara tu a guardare con occhi sgombri da servilismo i fatti che anche i ciechi vedono bene e sono in grado di giudicare, mentre tu( ma anche altri) ti ostini a non vedere per un malinteso senso di obbedienza ai superiori ecclesiastici.
    E non giudicare “arroganti” le parole di chi, come me, dice quel che pensa in tutta libertà.,
    Sarebbe ora che capissi che non di “arroganza” si tratta ma di sincerità e di schiettezza. Mi sono spiegata?

    11 Aprile, 2013 - 17:07
  112. lorenzo

    La distinzione tra ” credenti- non credenti” non la definirei illogica.
    Esiste. Ed esiste anche nel modo di impostare il matrimonio.
    Però , e vero.
    Il problema a questo punto è antropologico.

    11 Aprile, 2013 - 17:09
  113. Federico B.

    Manuel,
    ti invito a leggere l’articolo che ho allegato al mio intervento delle 14.46.

    Si dice appunto che il coniuge che “subisce” il divorzio senza volerlo non ha colpe e può tranquillamente fare la comunione. Ma anche chi “provoca” il divorzio, se pentito, può ricevere l’assoluzione e fare la comunione. Non è strettamente necessario “ricostituire” il matrimonio finito: non sempre si può rimediare al male compiuto.
    Il problema, come già evidenziato, è rappresentato dalle nuove unioni “stabili”. Sono queste che, come qualsiasi relazione prematrimoniale o extraconiugale, fino a quando permangono determinano l’impossibilità di riceve l’assoluzione.

    11 Aprile, 2013 - 17:15
  114. Vedi Lorenzo il fatto è che in tempi di relativismo e ignoranza religiosa è difficile distinguere “credenti-non credenti”. Il paradosso che ci sia chi “crede di credere” e chi “crede di non credere” è evidente già su queste pagine.
    E’antropologico, è antropologico…

    11 Aprile, 2013 - 17:17
  115. manuel76

    @ Federico
    Ok, ma ritorna ad essere un formalismo.
    In specie quando la persona in questione intrattiene amici in feste a casa sua…nelle quali travestimenti da suora, costumini succinti, lap dance et cetera non son di certo occasioni edificanti per gli ospiti.
    Egli sembrerebbe anche avere una nuova compagna, ben giovane e carina.

    Imprudente, a parer mio, l’esposizione di un vescovo che spiega come gli dà la comunione “a buon diritto”!

    Leggo ora l’articolo che hai postato.
    Rimane un problema di fondo:
    La ratio per cui si dice che la nuova unione o la convivenza siano motivo di impedimento alla comunione e alla assoluzione è la stessa del divorzio: ossia mettere in atto una nuova unione è considerato impedimento ad una possibile riconciliazione con il primo partner, esattamente come il divorzio che chiude definitivamente il matrimonio civile.
    E’ quindi l’impossibilità della potenziale ricucitura del matrimonio a costituire l’ossatura del ragionamento.

    Rimane comunque forte il problema per chi è stato abbandonato: dopo avere subito il divorzio, magari essersi fatto carico dei figli da solo, non puo’ a distanza di anni avere alcun legame, men che meno risposarsi.

    11 Aprile, 2013 - 17:31
  116. Luigi Franti

    In tutta questa discussione, divenuta anche troppo pesante e attorcigliata, vorrei segnalare una perla, direi una “cosa leggera e vagante”, che ha scritto Sara1: «una volta avevo un’idea molto più romantica del divorzio».

    (Immaginate come potrebbe interpretare una battuta del genere Marylin Monroe in un film di Billy Wilder … stupenda!)

    11 Aprile, 2013 - 17:47
  117. Marilisa

    Lorenzo, forse non mi sono spiegata bene.
    Certo che la Chiesa dà le sue indicazioni, da Mater e da Magistra qual è o dovrebbe essere.
    Ma quando poi nella pratica smentisce quel che predica dal pulpito, dove sta la sua credibilità?
    Ti rendi conto che può creare scandalo?
    Ci sono inoltre delle questioni in cui, al di là dei fatti pur opinabili, nessuno, nemmeno la Chiesa, può giudicare.
    In questo caso la bussola è la coscienza individuale. Sarà poi Dio a giudicare davvero.
    Quanto al pentimento sincero, in base al quale l’assoluzione impartita dal ministro consente l’avvicinarsi alla Comunione, tu o qualcun altro pensate davvero che esista sempre tale sincerità nella confessione? Io non lo credo. Ed ecco ancora una volta chiamata in causa la coscienza di ciascuno, che solo Dio conosce per davvero.
    Ci sono argomenti su cui è molto facile spendere parole e parole, farsi belli producendo documenti su documenti, dottrina e cose varie, ma la sostanza è tutt’ altra cosa.
    Le parole, dette e scritte, restano, in realtà, esterne alla verità imperscrutabile dei fatti.

    11 Aprile, 2013 - 17:49
  118. Sara1

    Romantica nel senso appunto di Anna Karenina, la donna vittima di un mondo chiuso che si ribella nel nome di un grande amore.
    Vedi Ibsen è uguale per dire.
    Poi ho capito che al contrario l’amore si impara con gli anni.

    11 Aprile, 2013 - 17:52
  119. Federico B.

    Manuel,
    B. non ha avuto nessun favoritismo, in quella circostanza (un funerale) gli fu concesso lo stesso trattamento che si riserva ad altri divorziati. Si è presunto che, nel momento in cui si è presentato a ricevere la comunione, si fosse confessato e avesse avuto l’assoluzione. Non conviveva più more uxorio, non aveva “fidanzate” note, ne’ una seconda moglie.
    Lo scandalo delle “feste a casa sua” era (è tuttora) tutto da dimostrare.
    Il problema è scoppiato per un articolo di Marco Travaglio che ha voluto creare il caso per propaganda politica e per denunciare la propensione di una buona parte della gerarchia cattolica nei confronti del centrodestra. E’ stata una polemica politica e come tale va considerata.

    Quello che chiami formalismo è il tentativo di trovare risposte alle domande di chi vive situazioni di questo tipo, a quei figli che chiedono alla Chiesa Madre e Maestra come comportarsi e attendono indicazioni chiare.

    Quanto alla possibilità di ricostituire il matrimonio, considera che la riconciliazione non può essere pretesa o imposta, perchè al male compiuto (e subìto) non sempre si può rimediare. Si può chiedere il pentimento e l’impegno a non compromettere definitivamente le cose con una nuova unione.

    11 Aprile, 2013 - 17:59
  120. Marilisa

    “Rimane comunque forte il problema per chi è stato abbandonato: dopo avere subito il divorzio, magari essersi fatto carico dei figli da solo, non puo’ a distanza di anni avere alcun legame, men che meno risposarsi.”(Manuel76)

    No, non può, perché un nuovo affetto non è legittimato. Con buona pace di chi desidera trovare una buona compagnia per condividere, con amore vero, gioie e dolori.
    Non può, a meno che ci si astenga dalla sessualità.
    Straordinario! Chi propone tutto ciò è nel mondo vero o ne è fuori?
    E quando si parla di sessuofobia, si deve essere considerati eretici?

    11 Aprile, 2013 - 18:01
  121. Federico B.

    Nascondere la verità durante la Confessione è un sacrilegio, è come fare la Comunione senza essere in grazia di Dio.
    Forse dovremmo recuperare il senso e la dimensione di termini come “peccato”, “sacrilegio”, “impenitenza”,… anche se non sono politically (o catholically) correct.

    11 Aprile, 2013 - 18:03
  122. Federico B.

    “Chi propone tutto ciò è nel mondo vero o ne è fuori?”

    Ma i cristiani devono seguire le logiche di questo mondo o la volontà di Dio?

    11 Aprile, 2013 - 18:06
  123. “se non vuoi risposte violente evita interventi polemici e offensivi.”
    ________________________________

    interventi polemici e offensivi ??????

    Siccome ogni cosa che dico
    è ipso facto per te polemico e offensivo,

    ergo !!!!!!

    Ma cerca di avere buon senso,
    prova ad accogliere umanamente le persone,

    invece di bombardare con sentenze,

    tutti coloro che non la pensano come te.

    Quel che si vede

    è che hai soltanto voglia di menar le mani.

    Poi fai le prediche ……

    Sono questi i tanti cattolici che si trovano…..
    e fanno odiare i cristiani !!!!

    11 Aprile, 2013 - 18:06
  124. Federico B.

    E questo tuo ultimo intervento, come lo definisci? Fraterno?

    11 Aprile, 2013 - 18:07
  125. Sono molti i cattolici che non si sentono obbligati alla confessione con il prete,

    per molti
    è d’uso la confessione spirituale.

    Che taluni la ritengono sacrilega
    non cambia nulla.

    Registro solo un dato di fatto.

    Perchè di chiacchere se ne fanno tante.

    Per tantissimi cattolici,
    certi dogmi appositamente costruiti nella storia,
    non contano nulla.

    11 Aprile, 2013 - 18:15
  126. Federico B.

    Hai dimenticato la parola “relativisti”.
    I cattolici appartengono alla Chiesa Cattolica e credono ai dogmi cattolici.
    I relativisti credono quello che vogliono e fanno che preferiscono e che gli “sembra” più comodo o conveniente; possono anche chiamarsi cattolici, se lo desiderano, ma sono tutte chiacchiere. Chiacchiere senza fondamento, solipsismo e onanismo spirituale (e fin qui poco male), tentazione del maligno.

    11 Aprile, 2013 - 18:28
  127. I cattolici non si chiamano tutti Federico.B

    e il Signore non si abbassa ad essere un vendicativo,

    non si mette a fare il bambino dispettoso.

    Se sono masturbazioni o altro perchè mi corri dietro ?

    ahi !!!!

    11 Aprile, 2013 - 18:39
  128. Federico B.

    errata corrige:
    I relativisti credono quello che vogliono e fanno QUELLO che preferiscono e che “sembra” LORO più comodo e conveniente

    11 Aprile, 2013 - 18:40
  129. Federico B.

    Chi corre dietro a te? Chiudo qui.
    Semplicemente mi ostino a voler dare una testimonianza un po’ più coerente di quella che stai offrendo tu.
    Che il Signore ci aiuti!

    11 Aprile, 2013 - 18:41
  130. 🙂 🙂 🙂

    più coerente 🙂

    11 Aprile, 2013 - 19:04
  131. Scrive Matteo: “Sono molti i cattolici che non si sentono obbligati alla confessione con il prete, per molti è d’uso la confessione spirituale.”

    Bestialità nemmeno “alla luterana” (almeno quelli seri parlano di “Grazia e giustificazione”, ma alla TdG, cioè eretici (coloro che “scelgono” al supermarket della fede ciò che a loro più aggrada o “in offerta” al prezzo più conveniente) conclamati.
    Poi se qualcuno parla d’Inquisizione, apriti cielo…
    Ma statte zitto aò, Trovati altri giochi, altri passatempo.

    11 Aprile, 2013 - 19:09
  132. Grazie Ubi,

    se uno non ripete a pappagallo quello che scrivi tu,
    allora
    scrive bestialità.

    Hai persino una gran voglia di inquisizione,

    già ti ecciti alla possibilità di odore di carne bruciata,
    sopra le fascine.

    11 Aprile, 2013 - 19:21
  133. Matteo, la morsa sulla bocca te la metterei volentieri, ma a bruciarti ho grossi problemi. Lo scrissi già sul blog, per i roghi ho grossi problemi…
    Cmq fissati falliti come te nel web ne leggo tanti, troppi, ma non è che mi metto a fare le crociate o le battaglie contro i mulini a vento.
    Dando una occhiata (sul tuo spazio web, blog) ai tuoi manifesti propagandistici d’incitazione all’intolleranza e violenza verso chi non la pensa come te, mi rendo conto che la “voglia di menar le mani” è qualcosa che ti appartiene.
    Vedi tu sei identico a quelli che critichi sul tuo blog, paro paro.
    Senti un consiglio: sei scandaloso, statti zitto, statti a casa.

    11 Aprile, 2013 - 19:32
  134. Caro ubi

    sei tu che scrivi di inquisizione nei miei confronti,
    non
    rigirare la frittata.

    Ti ringrazio delle tue soavi parole.

    Sì,
    sono un fissato e un fallito.

    Scrivi che io sono un intollerante, (dove ????)
    e poi
    tu scrivi cosa io devo fare, dove devo stare.

    Immagino
    che in altri periodi
    tu saresti una tipica “camicia nera”,
    e non avresti problemi a mettermi a morte
    per
    la salvezza della nazione,
    e
    per la salvezza della mia anima.

    Per fortuna che siamo nel 2013,

    e la libertà ti permette di
    poter , mettere all’indice chi vuoi,
    anche se inciti all’odio,
    con il rischio di far uccidere persone che non la pensano come te.

    per fortuna che gli italiani sono abbastanza vaccinati.

    Il tuo dio di vendetta ti protegga

    11 Aprile, 2013 - 19:44
  135. Ovviamente è compartecipe con te anche chi conoscendoti “de visu” non te lo dice bello chiaramente che sei un danno a te stesso e agli altri.
    Taci è meglio. Sei su una cattiva strada e rischi di coinvolgere anche altri che ti leggono!

    11 Aprile, 2013 - 19:52
  136. Clodine

    Ubi, lascia stare: l’indifferenza “è quella che ha permesso alle pietre di durare immutate per milioni di anni”.
    Un caro saluto

    11 Aprile, 2013 - 20:45
  137. Un grazie umile a UBI e CLODINE.

    Ubi, ma non sei troppo ripetitivo ?

    Dove è la tua capacità di rispetto
    verso le persone che la pensano diversamente da te ?

    E sarei io il cattivo esempio ?

    Daiiiii siiii buono.

    11 Aprile, 2013 - 21:15
  138. Matteo vedi -non se ne abbia Clodine- l’indifferenza è padrona della mala creanza. Più sù ho detto che di certi prelatoni me ne f8. Posso permettermelo perchè dovrebbero avere tutti i mezzi per sapere e capire certe cose.
    Di te invece non posso disinteressarmi (o f8ermene che dir si voglia…), visto che interagiamo insieme su questo spazio seppur virtuale.
    Non mi interessa esser buono nè pottrò mai esserlo, “buono” è uno solo…
    Mi interessa esser “vero” ovvero esser ciò che sono (o almeno quel che vorrei essere, e avrei una dannata voglia di esser santo, ma non lo sono; la scelta non compete a me…).
    Mi interessa dire le “parole buone”, e parole buone non è detto che non siano parole aspre severe, a volte taglienti e pungenti (cfr Scrittura).
    Seriamente, datti una regolata! La percezione, la coscienza di se stessi, passa anche per gli altri. Spesso lo specchio in cui ci vediamo ci deforma.
    Io credo che tu credi di vederesolo te stesso, ma sbagli: tu vedi l’immagine deformata di te stesso. Pesa le tue parole e i tuoi concetti: dovrai renderne conto un giorno (come dovrò rendere conto un giorno io di ciò che ora ti ho detto…).

    11 Aprile, 2013 - 21:31
  139. E in chiusura, giusto per capirci: “fissati falliti” non vuol essere una offesa.
    Vorrebbe significare: ciò su cui sei “fissato” (cioè ciò su cui sei fisso, immobile, irremovibile) è un “fallimento” (cioè impresa che non porta successo; insuccesso).
    Sei immobile su ciò che non comporta successo.

    11 Aprile, 2013 - 21:42
  140. 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

    bravo a far prediche !!!!

    ma al dunque…………………

    Accetta che gli altri sono diversi da te,

    e meno prediche,

    sennò

    inutile chiamarsi humilitas…………..

    a chiacchiere sono bravo anche io….

    ma io a differenza di te

    non posso vantarmi di nulla……

    per fortuna non sono così pretaiolo…..

    11 Aprile, 2013 - 21:42
  141. 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

    bravo a far prediche !!!!

    ma al dunque…………………

    Accetta che gli altri sono diversi da te,

    e meno prediche,

    sennò

    inutile chiamarsi Matteo…………..

    a chiacchiere sono bravo anche io….

    ma io a differenza di te

    non posso vantarmi di nulla……

    per fortuna non sono così pretaiolo…..

    (così magari capisci cosa vuol dire percepirsi allo specchio…)

    11 Aprile, 2013 - 21:45
  142. Un grazie umile a matteo & company.

    Matteo, ma non sei troppo ripetitivo ?

    Dove è la tua capacità di rispetto
    verso le persone che la pensano diversamente da te ?

    E sarei io il cattivo esempio ?

    Daiiiii siiii buono.

    (altra specchiata…)

    11 Aprile, 2013 - 21:47
  143. Sono molti i cattolici che si sentono obbligati alla confessione con il prete,

    per molti
    è d’uso la confessione.

    Che taluni la ritengono superflua
    non cambia nulla.

    Registro solo un dato di fatto.

    Perchè di chiacchere se ne fanno tante.

    Per tantissimi cattolici,
    certi dogmi appositamente costruiti nella storia,
    contano tanto.

    (altro giro altro specchio…)

    11 Aprile, 2013 - 21:51
  144. “se non vuoi risposte violente evita interventi polemici e offensivi.”
    ________________________________

    interventi polemici e offensivi ??????

    Siccome ogni cosa che dico
    è ipso facto per te polemico e offensivo,

    ergo !!!!!!

    Ma cerca di avere buon senso,
    prova ad accogliere umanamente le persone,

    invece di bombardare con sentenze cazzare,

    tutti coloro che non la pensano come te.

    Quel che si vede

    è che hai soltanto voglia di menar le mani.

    Poi fai le prediche ……

    Sono questi i tanti cristiani che si trovano…..
    e fanno odiare i cattolici !!!!

    (Nunc et semper)

    11 Aprile, 2013 - 21:55
  145. I cristiani non si chiamano tutti Matteo

    e il Signore non si abbassa ad essere un ………,

    non si mette a fare il bambino dispettoso.

    Se sono onanismi mentali o altro perchè mi corri dietro ?

    ahi !!!!

    (ancora…)

    11 Aprile, 2013 - 21:57
  146. Caro amato Matteo,
    non capisco perchè tiri in ballo un tuo sodale.

    Non mi sembra corretto che tu lo faccia.

    Visto che lui non mi sta dando alcun disturbo.

    Se tu poi
    pensi di volermi colpire sotto la cinta…

    per il gusto sordido di fare il MALE,
    perchè è il sangue che cerchi….

    dimostri chiaramente di essere della sinagoga di Satana.

    Perchè è solo Satana,
    che cerca la violenza, il sangue e il male.

    (ti inizi a vedere, a percepire…?????)

    11 Aprile, 2013 - 21:59
  147. Ao’

    me stà

    a pija

    un ticche

    che nun ce ariesco a capì

    pecchè

    ce aridevi sapè che

    dopo che quanno

    gli ho scritto

    solo ddu’

    monosillabi

    che nun ce stò

    a ricapi pecchè

    me stò a mpazzì,

    er dito

    (l’indence, nun ce penza a mmale…)

    subbito

    me arriscappa

    sur tasto “enter”

    “nvio” nzomma.

    Mannaja a sbomballata zozza

    mà mò domani

    magaro ce vado dar medico

    puro se ce spenno

    er cinquanta piotte

    pecchè nun ce vojo capì che cavolo

    me stà

    a pija

    e pecchè

    ce arriscrivo così.

    Aiutateme aò!

    11 Aprile, 2013 - 22:12
  148. Per favore,

    chiamate un dottore,

    ma un dottore bravo, veramente bravo,

    E’ urgente !!!!

    11 Aprile, 2013 - 22:40
  149. Luigi Franti

    Beh, mi permetta signor Matteo, però se l’è cercata.

    11 Aprile, 2013 - 22:58
  150. Giorgio Licini

    Non ho letto tuti i commenti e il mio potrebbe anche sembrare noioso al confronto di molti, ma mi permetto lo stesso di commentare anche perche’ io so uno di quelli che stanno dall’altra parte della balaustra, se volete, o dentro il confessionale, ma credo (o almeno spero) di vedere le persone e le famiglie collegate alle situazioni, al contesto culturale del momento, alle fragilita’ insite nell nostro essere uomini e donne, quindi ne’ Dei ne’ robot, ecc.

    Solo alcuni spunti:

    1. Questa pratica della benedizione a mani conserte esiste gia’ in altre parti del mondo. Non si riferisce solo a coloro che non ricevono la comunione per motivi legati al matrimonio. Ricordo che in Sabah (Malaysia) si presentavano cosi’ i bambini che non avevano ancora ricevuto la Prima Comunione. Al momento non avevo capito e il parroco del posto dovette spiegarmi. Quando mi capita altrove ora lo so’. Non ne faccio un problema di nessun tipo. La cosa mi sembra buona in se’ anche se non mi convince del tutto. Se quello e’ il momento della distribuzione della comunione, non si vede perche’ debbano esser fatte altre cose tipo dare e ricevere piccole benedizioni, recitare il Rosario o scambiarsi informazioni col vicino di banco…
    2. Mi ha sempre colpito il peso che si da’ soprattutto in Occidente a questa questione della non-comunione ai conviventi stabili tecnicamente “irregolari”, quando la stragrande maggioranza dei presenti ad una Messa in Europa – anche con un matrimonio religioso del tutto a posto – non riceve la comunione per i piu’ svariati ed inespressi motivi, a volte anche banali.
    3. Come e’ stato precisato da alcuni sopra, il problema della comunione e prima ancora dell’assoluzione sacramentale per i battezzati si pone SOLO per coloro che vivono una relazione sessuale stabile o prolungata al di fuori del(l’unico) matrimonio religioso (a causa della natura sacramentale del medesimo su cui pero’ qui e’ un po’ difficile elaborare) e SOPRATTUTTO non sono in grado o d’accordo di porvi termine (cosa della cui difficolta’ oggettiva pero’ e’ bene per tutti essere consapevoli).
    4. Non sono quindi in questione coloro che, per i motivi piu’ svariati, in modo informale o sulla base di regolamenti civili o canonici, semplicemente si separano dal coniuge e non entrano in alcuna nuova e stabile relazione di carattere sessuale. Uno/a puo’ a volte vivere come una colpa o un peccato – mi pare che capiti – la separazione dal coniuge, ma questo non impedisce in nessun modo l’assoluzione sacramentale e la comunione eucaristica.
    5. Il problema per i battezzati e’ quindi la relazione di natura sessuale stabile fuori dal matrimonio religioso, soprattutto quando essa si inserisce o si sovrappone ad un’altra preesistente ancora valida e sanzionata.
    6. Non c’e’ grande via d’uscita a questa situazione. Almeno nella comprensione attuale del matrimio sacramentale. Rimane solo da chiedersi se un matrimonio che e’ stato autenticamente sacramentale nel momento in cui l’amore e la dedizione dei coniugi e la loro apertura alla prole erano evidenti, sia ancora tale quando le condizioni suddette, per i motivi piu’ svariati e a volte indipendenti dai coniugi, sono venute meno (un po’ come la particola non e’ piu’ Corpo di Cristo quando -per dire -e’ sciolta nell’acqua ed ha perso le sue caratteristiche fisiche fomndamentali, cioe’ di fatto non e’ piu’ pane). Se i ministri del sacramento del matrimio sono i coniugi, dov’e’ la “materia” in una situazione di totale e permanente rottura ed incomunicabilita’?
    7. Credo che cio’ di cui al punto 6 dovrebbe essere seriamente indagato da teologi, storici e canonisti senza pero’ pretendere da parte nostra (fedeli e… basso clero) la soluzione che piace a noi, ma aperti a qualunque esito oggettivo e ragionato.
    8. Qualcuno mi chiedera’: come ti comporti tu con i fedeli in situazioni matrimoniali cosiddette irregolari. Risposta breve su un impegno certamente insufficiente e mai pari alle necessita’: 1. Cerco di non far mancare l’insegnamento e l’esperienza cristiana della sessualita’ e del matrimonio; 2. Cerco di non confondere l’ideale col percorso concreto e possibile delle persone e delle comunita’ (esiste anche un comandamento “non rubare” – per dire – ma nessuno lo osserva interamente, nemmeno io; oppure “non uccidere”, ma i soldi che mettiamo in banca – e lo sappiamo – entrano nel circuito finanziario internazionale e servono anche al finanziamento delle armi e delle guerre); 3. In confessione do’ sempre almeno una benedizione (che per molti, dopo aver parlato ed essersi sfogati, vale quasi come un’assoluzione); 4. Se poi le persone si mettono in fila per la comunione, pur sapendo il significato del loro gesto, io non gliela rifiuto; sarebbe umiliante e crudele, una cosa di cui mi verrebbe chiesto conto; lascio tutto a Dio, che e’ probabile sappia meglio di me. 5. Invito sempre le persone a partecipare a tutte le attivita’ della comunita’; a portare i bambini al battesimo se lo desiderano; a riflettere sulla loro situazione e vedere se possono fare qualcosa al riguardo appena possibile; a partecipare al banchetto della Parola di Dio che gia’ non e’ poco; aiuto i giovani e meno giovani che sono insieme e non sposati a prepararsi spiritualmente e ad espletare le pratiche burocratiche quando il matrimonio deve avere anche effetti civili; incoraggio e spiego a quelli “che sono a posto” e hanno sempre qualcosa da dire, che potrebbero anche non essere a posto quanto credono e le stesse difficolta’ potrebbero capitare a loro in qualsiasi momento…
    9. Mi par di capire che “perdere” il primo matrimonio, per un motivo o per un altro, sia sofferenza non da poco, a volte per entrambi i coniugi, quasi sempre per i figli… Nessuno cerca la sofferenza, ma essa arriva: per il fallimento del matrimonio appunto, o per un incidente, per una causa in tribunale, per la morte di un figlio, per la perdita del lavoro, per uno sbaglio…
    10. La mia piccola esperienza e’ che tutti noi nella sofferenza cerchiamo anzitutto comprensione, a volte perdono, incoraggiamento, sostegno, una seconda possibilita’, dignita’, ecc.: prima ancora e forse come preparazione (non sempre garantita purtroppo a causa della nostra grettezza verso le persone) alla comunione sacramentale.

    12 Aprile, 2013 - 2:42
  151. Sara1

    “esiste anche un comandamento “non rubare” – per dire – ma nessuno lo osserva interamente, nemmeno io”
    “oppure “non uccidere”, ma i soldi che mettiamo in banca – e lo sappiamo – entrano nel circuito finanziario internazionale e servono anche al finanziamento delle armi e delle guerre”
    Ecco io direi che il fatto che ci sia una minima possibilità di “peccare” nonostante la nostra buona volontà non credo di esima di un millimetro dal fatto di impegnarci a fondo nel non rubare o nel non uccidere”con pieno e deliberato assenso” (formula vecchia ma rende l’idea).

    Inoltre dalla Caritas in veritate.

    66. La interconnessione mondiale ha fatto emergere un nuovo potere politico, quello dei consumatori e delle loro associazioni. Si tratta di un fenomeno da approfondire, che contiene elementi positivi da incentivare e anche eccessi da evitare. È bene che le persone si rendano conto che acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico. C’è dunque una precisa responsabilità sociale del consumatore, che si accompagna alla responsabilità sociale dell’impresa. I consumatori vanno continuamente educati [145] al ruolo che quotidianamente esercitano e che essi possono svolgere nel rispetto dei principi morali, senza sminuire la razionalità economica intrinseca all’atto dell’acquistare. Anche nel campo degli acquisti, proprio in momenti come quelli che si stanno sperimentando, in cui il potere di acquisto potrà ridursi e si dovrà consumare con maggior sobrietà, è necessario percorrere altre strade, come per esempio forme di cooperazione all’acquisto, quali le cooperative di consumo, attive a partire dall’Ottocento anche grazie all’iniziativa dei cattolici. È utile inoltre favorire forme nuove di commercializzazione di prodotti provenienti da aree depresse del pianeta per garantire una retribuzione decente ai produttori, a condizione che si tratti veramente di un mercato trasparente, che i produttori non ricevano solo maggiori margini di guadagno, ma anche maggiore formazione, professionalità e tecnologia, e infine che non s’associno a simili esperienze di economia per lo sviluppo visioni ideologiche di parte. Un più incisivo ruolo dei consumatori, quando non vengano manipolati essi stessi da associazioni non veramente rappresentative, è auspicabile come fattore di democrazia economica.

    12 Aprile, 2013 - 8:07
  152. manuel76

    Concordo con Giorgio Licini sulla necessità di pensare e trovare soluzioni.

    @ Federico: “Nascondere la verità durante la Confessione è un sacrilegio, è come fare la Comunione senza essere in grazia di Dio.”

    Quello che diceva Marilisa penso sia in linea con quello che dici. Il discorso era proprio che vieni giudicato se ti accosti alla comunione perchè sei divorziato, mentre nessuno puo’ sapere, se invece sei regolarmente sposato, se hai detto tutto in confessione o meno…solo Dio può. Non è relativismo, ma anzi visione oggettiva.

    Domanda a Giorgio Licini: non c’è modo che la grazia del sacramento della comunione possa arrivare gratuita alla persona? Intendo dire: sei stato invitato alla cena, hai cercato prima di fare il possibile (confessione, umile pentimento, cercare di rimediare alle situazioni in cui ti sei trovato per tua volontà) per arrivare in condizioni presentabili, non partecipare all’eucarestia non è un rifiutare un dono che ti viene offerto?

    Parafrasando: non sono degno di partecipare alla festa a cui mi hai invitato, ma sono certo che basta UN SOLO tuo sguardo, SOLTANTO UNA tua parola e verrò ammesso e salvato!

    12 Aprile, 2013 - 8:23
  153. Luigi Franti

    Apprezzo la serie, pacate e ponderate considerazioni di don Giorgio Licini, (anche nei punti in cui cui non le condivido del tutto).

    Trovo che si guardi troppo ad un problema che non c’è e si trascuri invece un problema che c’è. Il problema che, in pratica, non c’è è quello della comunione ai divorziati conviventi more uxorio: la chiesa nel suo magistero spiega come stanno le cose, ma in pratica non nega a nessuno la comunione. Ciascuno si assume le sue responsabilità, davanti a Dio. Fine del problema.

    Il problema che c’è, invece, è che moltissimi cattolici (la grande maggioranza) pensano ai sacramenti come a un diritto. Attenzione, non sto dicendo un dirito nei riguardi della chiesa, sto dicendo un diritto nei riguardi di Dio. “Io ho diritto di comunicarmi al corpo di Cristo e Cristo ha il dovere di comunicarsi a me”. Se, anche senza rendersene conto, si pensa così, si è fuori dal cristianesimo. Il cristianesimo è grazia di Dio all’uomo, non diritto dell’uomo nei confronti di Dio. Direi che questo è un problema assai più serio. Di questo dovremmo parlare.

    12 Aprile, 2013 - 8:43
  154. Federico B.

    Condivido questa ultima riflessione di Franti.
    E’ frutto di una visione sempre più soggettivista della religione: mettiamo al centro noi stessi, con i nostri legittimi desideri e le nostre debolezze, e non Dio.

    Durante la messa di questa mattina abbiamo recitato il salmo 26:
    “Una cosa ho chiesto al Signore questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita”.

    Il problema è che siamo tentati di costruire noi la “casa”, renderla “nostra” e poi pretendere che il Signore venga ad “abitarci” adattandosi ai nostri comodi…

    12 Aprile, 2013 - 9:06
  155. Sara1

    E a proposito del non rubare vorrei sottolineare che nota si occupava anche di quello:

    “Le vie della riconciliazione sono molte e coinvolgono tutti. Sappiamo quale sia il digiuno gradito a Dio: è operare la giustizia e soccorrere i bisognosi. Un appello al pentimento e a riparare il male compiuto deve essere rivolto in modo particolare a coloro che hanno commesso ingiustizia sfruttando il lavoro altrui, sperperando il denaro pubblico, cercando un ingiusto vantaggio personale nell’esercizio di un servizio alla comunità.”

    12 Aprile, 2013 - 9:07
  156. Come banalizzare l’esperienza concreta di Giorgio Licini,
    che con fiducia,
    ha scritto in cognizione di causa ?

    E questo mi dà molto dolore.

    I minus habens che crollano nelle mie provocazioni,
    sono così incapaci di
    rendersi conto della mia richiesta
    di guardare con l’occhio di un Gesù non-giudice,

    alla diversità e complessità del genere umano.

    I minus habens
    hanno bisogno solo
    di giudicare,
    condannare,

    hanno bisogno di sentirsi rassicurati
    da leggi
    da norme,
    hanno bisogno di sentirsi
    eletti,
    sopra le teste dei poveri, dei peccatori,

    tranne che poi riempirsi la bocca di umili peccatori
    ai soli fini di ipocrisia.

    Grazie a tutti coloro, che vivono tra la gente concreta,
    i “uomini e donne di Galilea”
    che sanno che l’incontro che devono favorire
    è con la persona di Gesù,

    non con una religione fatta da uomini.

    12 Aprile, 2013 - 9:12
  157. Federico B.

    Certo l’espressione “minus habens” non è certo un modo fraterno per dialogare con il prossimo senza offenderlo.
    Può darsi che in ambienti progressisti e filoprotestanti si usino queste cortesie, ma normalmente direi che sarebbe più opportuno un approccio meno offensivo.

    12 Aprile, 2013 - 9:50
  158. Marilisa

    “Nascondere la verità durante la Confessione è un sacrilegio, è come fare la Comunione senza essere in grazia di Dio.(”Federico B.)

    Per l’esattezza io non parlavo di “verità nascosta”, ma di “pentimento sincero”.
    Tu, Federico B.,tutte le volte che ti confessi, sei pentito sinceramente dei tuoi peccati o non è, piuttosto, una mera formalità, la confessione, attraverso la quale passare per poter accedere alla Comunione, come ti è stato insegnato di fare? Rispondi a te stesso con sincerità.
    Io credo che per molti si tratti , appunto, di ritualismo da osservare secondo i dettami della Chiesa. La sostanza è altra cosa.
    Voi, cristiani “veri” che non fate che buttare in faccia a chi chiamate “relativisti” le giuste regole, mettetevi bene in testa che quel che fate con supponenza il più delle volte è “apparenza”. Di questo dovreste chiedere perdono al Signore ad ogni istante.
    I peccatori ( quelli che voi considerate tali) sono certamente meno ipocriti di voi laddove piuttosto che ossequiare formalmente le regole che voi “adorate”, con autentica umiltà fanno ciò che loro detta il cuore.
    Voi avete come dio le regole, incorniciate e imparate–neanche bene–, e da sbattere in faccia ad ogni piè sospinto a chi ritenete esserne fuori e quindi da colpevolizzare.
    Fate chiarezza in voi stessi, e magari confessatevi di questo.

    12 Aprile, 2013 - 9:56
  159. Federico B.

    Ringrazio Marilisa per lo stimolo che offre al mio personale esame di coscienza.

    Vorrei solo sottolineare che la questione non è mettere in contrasto “regole” e “cuore”, semplificazione che ricorda le durissime parole di Gesù contro il fariseismo, ma capire come mettere al centro Dio senza cedere alla tentazione di “deificare” noi stessi e i nostri desideri.
    Insomma: Dio o io, la casa del Signore o la mia casa, la Chiesa Cattolica o la mia “ecclesia” su misura, uso e consumo dei miei gusti.
    Come poi chiamare questa “tentazione” si può discutere. Benedetto XVI parlava di relativismo e soggettivismo.

    12 Aprile, 2013 - 10:14
  160. Giorgio Licini

    Vado un po’ piu’a alla larga del tema di questi posts. Ma a me quando sento espressioni del tipo “dentro” o “fuori” il cristianesimo e la Chiesa, scomuniche, sospensioni, ecc. sinceramente mi viene la pelle d’oca. E’ un’appartenenza che in definitiva dipende da Dio. Figuriamoci se Dio butta fuori qualcuno/a senza il suo consenso. Non lo fa normalmente un famiglia col piu’ disgraziato dei suoi membri; ne’ uno Stato col piu’ criminale dei suoi cittadini (a parte i barbari che applicano ancora la pena di morte – ma temo con questa espressione di far torto ai “barbari” storici da cui probabilmente io stesso discendo…). Andrei piano anche con le pene ecclesiastiche cosiddette “medicinali” perche’ il piu’ delle volte non vengono percepite come tali dall’opinione pubblica e soprattutto dall’interessato/a… Secondo me, per via di misericordia alcune situazioni matrimoniali difficili, dove c’e’ la volonta’ di farlo, si risolvono; e dove cio’ e’ oggettivamente impossibile perlomeno si aiutano le persone ad accettare e valorizzare la condizione in cui si trovano, che e’ comunque di vita e non di morte anche se non e’ ideale; tanto piu’ che Dio solo sa perche’ per loro le cose sono andate cosi’; per via di disciplina e di ostracismi invece mi pare che non si incoraggi e non si sostenga nessuno. Anch’io dico e confermo a coloro che mi interpellano che la loro condizione al momento non e’ tale da consentire l’assoluzione e la comunione sacramentale, ma sia chiaro che la cosa vale allo stesso identico modo per chiunque si ostini a perservare in qualsiasi forma di peccato che abbia almeno un riferimento diretto ed evidente al decalogo. Non basta DIRE in confessione che si ruba sugli stipendi degli operai, si pratica o favorisce la prostituzione, si lasciano morire di incuria e di solitudine i genitori anziani… Bisogna anche applicarsi con tutte le proprie forze – oltre che con la grazia di Dio – a cambiare le cose (e’ questa la vera “penitenza”), altrimenti l’assoluzione sacramentale rimane comunque un rito vuoto e la comunione eucaristica un abuso ed una presunzione personale visto che non si e’ proprio “in comunione” con nessuno: ne’ con Dio ne’ col prossimo. Chiaro che il sesto comandamento e’ una cosa seria – e non solo in relazione alla validita’ o meno di un matrimonio -, ma ce ne sono ben cinque prima nella lista di Mose’! Quanto al mettere la gente “fuori” dalla Chiesa o dal cristianesimo, lascerei la cosa solo a chi decide di farlo di sua spontanea volonta’, di “sbattezzarsi” o altro… E’ quello che Gesu’ chiama “il peccato contro lo Spirito Santo”, ovvero il rifiuto consapevole e positivo della sua proposta di salvezza… Cosa che, dice Gesu’, non puo’ essere perdonata… Ci mancherebbe altro! Come si fa a perdonare qualcosa di cui uno proprio NON VUOLE essere perdonato? A mio parere quindi ci vuole molta comprensione per chi vorrebbe un matrimonio perfettamente cristiano e purtroppo non ce l’ha; mentre non mi agiterei piu’ di tanto per chi della cosa non se ne preoccupa in nessun modo.

    12 Aprile, 2013 - 10:27
  161. Marilisa

    Vedi, caro Federico B., qua la Chiesa su misura non c’entra niente, proprio niente.
    Da quando il papa precedente ha parlato di “relativismo”, voi, cristiani “veri”, usate bellamente tale parola come una clava contro chi pensate che non lo siano.
    E fate errori madornali perché non provate a riflettere nemmeno un po’ su quello che la Chiesa dice e propone come verità assoluta. Ritenete che considerare, riflettere e magari mettere in discussione, sia atto di superbia e di orgoglio, sia “peccato” in sé.
    Di questo, sì, vi colpevolizzate. E vorreste colpevolizzate gli altri, sbagliando.
    Ma mi guardo bene dal convincere te ed altri che questo è errore, perché sarebbe fare un buco nell’acqua.
    Noi “relativisti” siamo a pieno titolo nella Chiesa e la seguiamo, ma anche pensiamo e riflettiamo e, se è il caso, critichiamo.
    Essere nella Chiesa non significa assumere ad occhi e orecchie chiusi quel che ci viene detto dalla Mater et Magistra.
    Per esemplificare: se mio padre e mia madre mi dicevano qualcosa che non mi convinceva o che ritenevo sbagliato, io non accettavo per buono tutto, ma facevo osservazione, e più di una volta li portavo a riconsiderare le loro posizioni, e capivo che mi avevano dato ragione.
    La stessa cosa vale, mio caro Federico, per la Chiesa. Hai capito?
    Mettetevelo in testa voi tutti che non siete “relativisti”.
    Ricordati che quando la Chiesa fa qualche passo avanti, peraltro con molta lentezza, ciò è dovuto alla base ( Chiesa anch’essa) che riesce a far giungere la sua voce nelle alte sfere e viene ascoltata.
    La Chiesa ( alte gerarchie) non ha la verità infusa, e deve imparare a vivere nel mondo reale, non in un mondo di fantasia.
    Spero di essermi spiegata.

    12 Aprile, 2013 - 10:58
  162. Marilisa

    “tanto piu’ che Dio solo sa perche’ per loro le cose sono andate cosi’” ( Giorgio Licini)

    Questo è il cardine di tutto, a mio parere.
    C’è Uno solo che sa davvero come vanno, come sono andate, le cose, e a Lui solo va riconosciuto il potere decisionale di perdonare o meno.
    Gli schematismi o le complessità cervellotiche degli uomini, i ritualismi esteriori, escludono l’essenzialità e non hanno alcun valore agli occhi di Dio, che sa scrutare davvero nelle pieghe intime del cuore e della mente.
    Di questo io sono fermamente convinta.

    12 Aprile, 2013 - 11:24
  163. Federico B.

    Ecco l’origine psicologica di certi “super IO”: sin da piccoli sono stati convinti di aver sempre ragione, a non accettare rimproveri e richiami…
    Il frutto di questa educazione è che si pretende di insegnare il cattolicesimo a vescovi e papi…
    Grazie a Dio, quando da bambino ho provato a protestare per un qualche rimprovero, ho sempre ricevuto sonori scapaccioni. Gli scapaccioni dei genitori sono ottimi rimedi contro il delirio di onnipotenza di certi ex fanciulli…

    La Chiesa deve seguire lo Spirito Santo, che è presente in essa sin dalla Pentecoste, non lo spirito del mondo e le idee suggerite dalla “base”, cioè delle tante Marilise (o dei Federici – sia chiaro) che pretendono di saperla più lunga di tutti…

    12 Aprile, 2013 - 11:28
  164. Anvedi

    quanto sò

    io

    un bono cristiano

    tollerante

    tanto tollerante che

    cuelli che

    nun ce

    la penzano

    come me

    pecchè

    io che

    amo tutti

    li miei

    fratelli

    luterani

    indiani

    afro-toschi

    tracamano-cubani

    io che

    (aò ammazza’ao stò ticche ar dito)

    dicevo, io che

    guardo con l’occhio

    di un Gesù

    non-giudice,

    alla diversità

    e complessità

    del genere umano

    solo io

    sò dì

    anzi

    ve possò dì

    che

    “I minus habens che crollano nelle mie provocazioni,
    sono così incapaci di
    rendersi conto della mia richiesta”

    che

    I minus habens
    hanno bisogno solo
    di giudicare,
    condannare

    E ppè fini

    vve vojo di

    che

    siete tutti

    dei fregnoni e dei cojoni.

    Pecchè gliè

    così!

    Ho detto io

    che o vojo dì

    che ho posso di

    pecchè

    IO SONO un bono cristiano

    tollerante

    tanto tollerante che

    cuelli che

    nun ce

    la penzano

    come me

    pecchè

    io che

    amo tutti

    li miei

    fratelli

    luterani

    indiani

    afro-toschi

    tracamano-cubani.

    12 Aprile, 2013 - 12:00
  165. Sara1

    Con tutto il rispetto Marilisa gli schematismi esteriori servono anche a rendere comprensibili i comandamenti ai più che altrimenti se ognuno pensa di avere il telefono direttamente collegato con Dio se li interpreta a modo suo con tanta pace della coscienza.
    immagino che pure il Berlu alla sera dica che ho fatto di male? Onestissimo sono e passi sopra a 3 o 4 voci, dal non dire falsa testimonianza, al non commettere adulterio e magari pure al non rubare.
    Voglio dire, uno un riferimento per fare il tagliando alla coscienza ce lo deve pure avere in qualche modo. Che ci è salito a fare Mosè a ricevere le leggi altrimenti…

    12 Aprile, 2013 - 12:09
  166. FABRICIANUS

    E’ dura carissimo Matteo e’ dura, lo so.
    D’altronde le aquile nere che si nascondono sotto il saio sono terribili, ma non ci fanno paura, anche se pensano che Cristo sia morto solo per loro.

    Pace e bene.

    12 Aprile, 2013 - 12:17
  167. Federico B.

    Ma quali aquile nere, al massimo passerottini…
    Non si può pretendere di spararle grosse e di non trovare nessuno che risponda.
    Dai, Fabricianus, almeno tu non alimentare l’egocentrismo di certi soggetti.

    12 Aprile, 2013 - 13:05
  168. grazie per la misericordia che hai verso me, Fabricianus.

    E’ vero,
    forse G. è venuto solo per i “religiosi e pii”

    E io dovrei essere capace di tacermi,
    mettendo da parte infantile orgoglio.

    12 Aprile, 2013 - 13:24
  169. Sara1

    Nemmeno l’atomica riuscirebbe a farla tacere caro Matteo…

    12 Aprile, 2013 - 13:30

  170. Cara Sara,
    prova a verificare quanto hai scritto.

    Che poi quando ci sono mi si nota,
    è altro affare.

    Lo so’ che le bugie non sono peccato da confessare,
    si confessa solo il sesso……
    purchè non sia in un affetto stabile…..

    12 Aprile, 2013 - 13:45
  171. Sara1

    A me del sesso è sempre fregato poco onestamente non più del peccato di gola, ognuno si rimpinza con ciò che crede.
    Però mi è sempre fregato del dolore, dell’ingiustizia e della sofferenza umana e che qualcuno voglia togliere peso alle norme poste a protezione dei deboli per assecondare i suoi desideri sapesse quanto mi fa rabbia…

    12 Aprile, 2013 - 13:47
  172. Credi che per me sia diverso ?

    12 Aprile, 2013 - 14:07
  173. manuel76

    @ Sara1
    Quello che capita è che la norma per essere chiara è spesso una semplificazione del problema: “se fai in questo modo, sbagli!”

    Alla fine capita che si protegge una categoria di deboli, ma si faccia soffrire molto un’altra. Perchè spesso si sentenzia a priori, cercando una affermazione che vada bene per tutti i casi.

    Se fosse ritenuto universale il principio e si potessero fare dei distinguo che tengano conto delle situazioni reali, sarebbe tanto!

    12 Aprile, 2013 - 14:25
  174. Sara1

    Ma questo Manuel succede con qualsiasi norma. Una mia amica è stata lasciata dal marito per un’altra. lui ovviamente è innamoratissimo e vuole il divorzio, lei non vuole divorziare piange e si dispera.
    In teoria il divorzio dovrebbe tutelare il più fragile in pratica diventa un’arma nelle mani del più forte.
    Che poi ha ragione la Chiesa, nessuno dei due alla fine è forte e debole al 100%, se lei fosse stata meno acida e scontrosa lui magari non avrebbe cercato altrove.
    Chi ci rimette è la figlia che viene palleggiata tra i due.
    Per questo ripeto: è così terribile buttare lì la parola riconciliazione?

    12 Aprile, 2013 - 14:34
  175. manuel76

    No, anzi, è la parola più opportuna…il problema è riconciliazione tra chi e chi?
    Se il marito è cosi’ innamorato dell’altra di certo non vuole nemmeno prendere in considerazione l’idea di riconciliarsi con la precedente (da un punto di vista matrimoniale ovviamente!)

    12 Aprile, 2013 - 15:02
  176. lorenzo

    Il fatto è che a parlarne dal di fuori si fanno sempre dei bei casi-studio, ma a viverli da dentro, le cose si incasinano terribilmente.

    12 Aprile, 2013 - 15:18
  177. lorenzo

    Caro Federico, ti sari anche beccato i tuoi sonori scapaccioni…ma non è che i risultati sul super io si vedano poi molto, almeno qui nel blog. 😉

    12 Aprile, 2013 - 15:22
  178. Sara1

    Sa che c’è? oltre ai corsi prematrimoniali dovrebbero istituire i corsi predivorzio, così magari si impara come gestire una separazione.
    Perchè non basta una legge a cancellare anni di matrimonio e i sentimenti.
    Poi come debba comportarsi la Chiesa non so, però non credo debba rinunciare a difendere l’idea di un amore che possa durare per tutta la vita.

    12 Aprile, 2013 - 15:26
  179. Federico B.

    Lorenzo,
    ma hai letto cosa hanno scritto i due M. e M.?
    Altro che super io…

    Il sottoscritto è solo uno che è stato attento alla dottrina, niente di più.

    12 Aprile, 2013 - 15:28
  180. Federico B.

    (per “dottrina” intendo il catechismo dell’iniziazione cristiana)

    12 Aprile, 2013 - 15:28
  181. manuel76

    federico, cosa in particolare?

    12 Aprile, 2013 - 15:55
  182. lorenzo

    E ci mancherebbe pure che la Chiesa rinunciasse a difendere l’idea di un amore che possa durare per tutta la vita.!!! Ma chi dice sta roba?!
    Io dico solo che questo è uno di quei campi in cui è facilissimo fare della ottima teologia, morale, pastorale, cosulenza e sostegno….dal di fuori.
    Se si finisce nello tsunami, tutto, e non necessariamente in quell’ordine, va bellamanente a farsi benedire. A meno che ci si fosse sposati non si sa perché, e allora ci si molla e ci si riacchiappa con molta più scioltezza, bellaroba.

    12 Aprile, 2013 - 16:03
  183. Federico B.

    No, Manuel, basta così.
    Non mi riferivo a te con le iniziali M. e M.
    Mi sembra che qualcuno qui presenti una visione del cattolicesimo che non sta ne’ in cielo ne’ in terra. Inutile insistere ulteriormente.
    Buon week end e che Dio ci benedica.

    12 Aprile, 2013 - 16:13
  184. Sara1

    Lorenzo io mi riferisco a chi dice che, data la situazione, la Chiesa si deve adeguare e cambiare.
    Il punto è cosa significa adeguare. Rinunciare all’indissolubilità del matrimonio?
    Onestamente non penso che sia la soluzione.

    12 Aprile, 2013 - 16:17
  185. lorenzo

    Ma figuriamoci.
    Non lo penso nemmeno io.
    Né onestamente, né disonestamente 🙂

    12 Aprile, 2013 - 16:19
  186. elsa.F

    Fu già detto 2000 anni or sono: “L’uomo non separi …”.
    Cosa si vorrebbe fare?
    Togliere dal vangelo quello che non piace o che, a nostro vedere, stona?
    O che facciamo? Troviamo l’esegeta di turno che con qualche arzigogolo interpreti queste parole alla luce della realtà odierna?

    12 Aprile, 2013 - 16:32
  187. “Il sottoscritto è solo uno che è stato attento alla dottrina, niente di più.”
    ___________________________________

    Dunque

    la liberta’ di ragionare
    sui dati di fatto
    a
    prescindere dalla propria dottrina
    non è ammissibile !!

    Che cosa è la liberta’ di opinione ?
    Tra i cattolici ?

    UNIFORNITà

    12 Aprile, 2013 - 16:45
  188. elsa.F


    Beato chi teme il Signore
    e cammina nelle sue vie.

    Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
    sarai felice e avrai ogni bene.

    La tua sposa come vite feconda
    nell’intimità della tua casa;
    i tuoi figli come virgulti d’ulivo
    intorno alla tua mensa.

    Ecco com’è benedetto
    l’uomo che teme il Signore.

    Ti benedica il Signore da Sion.
    Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
    tutti i giorni della tua vita!

    Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
    Pace su Israele!

    Salmo 128 – 127

    12 Aprile, 2013 - 16:50
  189. manuel76

    Io mi augurerei, Elsa,
    di uscire dal rubricismo.

    Giustamente dici “Non separi l’uomo…” ma la separazione non sarebbe un problema in sè, bensì l’eventuale altra relazione, stabile od occasionale…già nella “normativa” si fanno dei distinguo!

    A questo punto ogni distinzione introduce eccezioni…
    Smetterla di fare troppi casi aiuterebbe, a parere mio.
    Rifarsi al principio di indissolubilità, cercando però di capire tutto quello che è umano, quello che può succedere…in una vita!
    E cercando di vedere quelle cose che sono umanamente riparabili e quelle che no…sia da un punto di vista fisico (vedi uno che uccide e non può resuscitare la sua vittima) sia da un punto di vista sociale. Alcune situazioni son irrimediabili, in alcuni casi anche per colpa di entrambi. Quando ci si rende conto degli errori compiuti è troppo tardi.

    Ma ci deve essere una meta, un cammino che porti alla riconciliazione, anche quando quella di coppia non è più possibile.
    Altrimenti diventa una condanna a vita!

    12 Aprile, 2013 - 17:13
  190. Federico B.

    Ma Matteo, basta!
    Fede e ragione possono e devono andare insieme, ma bisogna ragionare correttamente, non seguire le logiche del mondo.
    La storia è piena di persone che, invocando la libertà, sono arrivate all’apostasia e all’eresia. Non guardiamo a questi, ma ai Santi che, usando la ragione e ragionando liberamente, sono rimasti fedeli alla Chiesa.

    12 Aprile, 2013 - 17:22
  191. FABRICIANUS

    Credo LA Chiesa.

    12 Aprile, 2013 - 17:24
  192. BISOGNA RAGIONARE CORRETTAMENTE

    Dunque
    qualcuno si erge a giudice di chi ragiona correttamente o meno.

    Qualcuno presiede la cattedra del tribunale.

    La storia è piena di persone che con la libertà sono arrivate all’apostasia e all’eresia.

    EMBE’
    Che cosa c’è di male.

    Esiste un divieto di apostasia o di eresia.

    a quanti anni di galera mi potrai condannare ?

    Tu vieni in casa altrui,
    nel condominio in cui Luigi ci ospita,
    e dici a me di stare zitto !!!!

    Non stai esagerando un cicinino ?

    Non è contro l’ospitalità,
    questo tuo allargarti a dismisura ?

    Luigi, mi pare ci aveva invitato alla libertà della parola,
    e a saperla rispettare, per quanto ci sia a disdoro.

    Non credo caro buon Federico,
    che tu sia in grado di mettermi al silenzio in casa altrui.

    Se stai in questo condominio
    non hai altra scelta che starmi vicino vicino.

    …..e pregare per la mia conversione,
    se ci….credi….. nella preghiera….

    12 Aprile, 2013 - 17:43
  193. elsa.F

    Dopo miliardi di parole inutili,
    di frecciate e contro frecciate,
    e finti ammiccamenti
    siete allo stesso punto di partenza.
    Un giro di giostra inutile.
    Una domanda forse banale.
    Perché non la finite?

    12 Aprile, 2013 - 18:05
  194. Affermare la libertà di opinione o di pensiero
    per te
    Elsa
    si chiama frecciate e controfrecciate e finti ammiccamenti ?

    12 Aprile, 2013 - 18:09
  195. Marilisa

    Leggo solo ora gli sproloqui di Federico B. e sinceramente mi viene la nausea.
    Federico, io per tua norma e regola ho avuto dei genitori stupendi, che augurerei a tutti, compreso te.
    Avevano il senso della misura e capivano qual è il limite per tutti, compresi mamma e papà.
    Non so dei tuoi, ma mi pare di capire che erano di quelli che imponevano di tacere ai figli. Sbagliatissimo. Spero che tu non faccia altrettanto con i tuoi.
    Spesso si può imparare molto dai figli, non te l’ha detto nessuno? Ebbene, te lo dico io.
    Gli “scapaccioni” potrebbero andar bene quando ci vogliono, ma quando arrivano senza ragione, per fare ammutolire i bimbi che hanno tutte le ragioni di questo mondo e magari fanno star male i genitori tontoloni, sono un insulto ed una colpa gravissima. Tienilo per certo. Ed un giorno gli scapaccioni, quelli veri, arriveranno sul muso di tali genitori. E ben gli sta.
    Niente “super io” in me, solo capacità di raziocinio. Ed è per questo che discorsi come il tuo mi danno la nausea.
    Sono indicativi di un servilismo osceno intollerabile, come è intollerabile la tua ridicola sicumera di essere nel giusto.
    Il tuo genere di religiosità è da incubo e fa allontanare dalla fede.
    E quel che c’è di più grave è che non te ne rendi conto perché sei stato educato alla dipendenza dalla famiglia e dalla Chiesa. E non riesci, né mai riuscirai, ad evolvere verso l’autonomia. Vivrai sempre in un perenne senso di colpa.
    Non arrampicarti sugli specchi, cercando di attaccare gli altri sull’educazione ricevuta. Non attacca, e dimostri di essere meschino e frustrato.

    12 Aprile, 2013 - 18:34
  196. Daiii Marilisa,
    non prestarti a giochi di violenza.

    12 Aprile, 2013 - 18:49
  197. Marilisa

    E tanto per intenderci e per concludere, ineffabile Federico, la mia visione del cattolicesimo è la stessa di moltissimi presbiteri non bigotti, che–se permetti– sono più preparati di te. Molto più preparati e molto più umili. Grazie ad essi, spesso lasciati soli dai superiori, l’ Istituzione può in qualche misura apparire credibile. Essi sono il sale della Chiesa.
    Vai in giro a conoscerne e a parlarci. Non fossilizzarti su quelli della tua parrocchia, che forse predicano teoria perché non conoscono quel che c’ è al di fuori della sacrestia. Si paludano di autorità esteriore senza andare a contatto con la gente viva.
    La Chiesa in questo modo non farà un passo avanti.

    12 Aprile, 2013 - 18:50
  198. Marilisa

    Matteo, certe bestialità sono insopportabili e bisogna pure che qualcuno gliele sbatta sul muso a chi le dice con tanta sfrontatezza.

    12 Aprile, 2013 - 18:54
  199. Martellate, martellate, niente resterà…
    “l’incudine” Chiesa ne ha consumati di martelli.
    Le eresie vanno e vengono, cicliche come le epidemie, ma gli eretici chi se li ricorda (parlo dei seguaci, gli sciocchi che si fanno usare da cavalcatura, credendosi cavalli, o peggio aquile: che polli!).
    Eretici di tutto il mondo, unitevi!
    Come servi sciocchi pure avete la vostra utilità.
    Scrive S. Agostino nel De vera religione:
    “Ma, siccome è stato detto con assoluta verità che è necessario che vi siano molte eresie, perché risulti manifesto chi sono i veri credenti tra voi (1 Cor 11,19), serviamoci anche di questo beneficio della divina Provvidenza. Gli eretici infatti sorgono fra quegli uomini che errerebbero ugualmente, anche se restassero nella Chiesa. Per il fatto che ne sono fuori, invece sono di grande giovamento, non certo perché insegnano il vero che non conoscono, ma perché spingono i cattolici carnali a cercarlo e i cattolici spirituali a renderlo manifesto. Nella santa Chiesa sono moltissimi gli uomini cari a Dio, ma essi restano tra noi sconosciuti almeno fino a che, trovando noi piacere nelle tenebre della nostra ignoranza, preferiamo dormire piuttosto che contemplare la luce della verità. E però sono molti quelli che sono svegliati dal sonno ad opera degli eretici, perché vedano il giorno del Signore e ne gioiscano. Serviamoci dunque anche degli eretici, non per condividerne gli errori, ma per essere più vigili e scaltri nel difendere la dottrina cattolica contro le loro insidie, anche se non siamo capaci di ricondurli alla salvezza.”

    12 Aprile, 2013 - 19:11
  200. Marilisa

    “gli schematismi esteriori servono anche a rendere comprensibili i comandamenti ai più che altrimenti se ognuno pensa di avere il telefono direttamente collegato con Dio se li interpreta a modo suo con tanta pace della coscienza.”

    Sì certo, Sara, ma il fatto è che dei comandamenti il più delle volte si afferra o si propone, per comodità o per ignoranza, solo la superficie.
    E molti ci sguazzano nella superficie, non vanno in profondità, non si guarda ai molti risvolti di un tema. Si interpreta, appunto, la superficie perché fa più comodo così.
    Ecco perché dico che Dio solo è in grado di giudicare.
    Quante confessioni sono fasulle? Io credo tantissime.
    Si fa un elenco più o meno lungo di “peccati”, si recita l’atto di dolore e amen.
    Ci si sente a posto– si fa per dire– con la propria coscienza perché abbiamo adempiuto ad un precetto. La volta successiva la stessa cosa.
    Ma questo tipo di confessione è davvero valido? C’è un pentimento sincero? Erano proprio “peccati” quelli confessati?
    Hai capito quel che voglio dire, Sara ?

    12 Aprile, 2013 - 19:20
  201. Cara Marilisa,
    la Chiesa-vaticana non andrà avanti grazie a me o a te.

    La Chiesa intera andrà avanti solo grazie al Signore.

    Cosa vuoi siano le parole senza lo spirito.

    Aiutiamoci piuttosto a non essere occasione per il diavolo,
    che come leone ruggente va cercando chi divorare.

    12 Aprile, 2013 - 19:22
  202. Marilisa

    E chi è lei per giudicare chi è eretico e chi no?
    Questa a lei, Ubi, non sembra mancanza di umiltà ?
    Le consiglio di andarci piano con i giudizi.
    Cominci col giudicare se stesso prima di sentenziare.
    Si esamini bene e poi, lasciando da parte gli stupidi pregiudizi sempre evidenti, vada a confessarsi della sua incauta presunzione di giudicare gli altri.

    12 Aprile, 2013 - 19:33
  203. Sara1

    Si Marilisa ma quando si lascia e moglie e figlia per andare altrove io dico non era meglio rispettare il comandamento anche in superficie?
    Anche banale banale “non commettere adulterio” senza tanti distinguo e sottigliezza mi pare che sarebbe andato bene.
    Non rubare, sono mesi che ci narrano storie di politici, imprenditori ecc. ecc. che i intascano milioni, a quale profondità bisognava scendere per capire che non si deve rubare?
    Li si trattava solo di tenere le mani in tasca non di filosofare sui perchè.
    Già partire da lì mi pare qualche cosa poi si passa alle raffinatezze.

    12 Aprile, 2013 - 19:34
  204. Marilisa

    “La Chiesa intera andrà avanti solo grazie al Signore.” (Matteo)

    Perché non lo so ? Lo so bene, molto bene.
    Ma questo non ci esime dal parlare quando ci sembra, o è evidente, che qualcuno sbagli o le spari grosse.
    Altrimenti, tacendo, l’acqua ristagna e diventa maleodorante.
    Si fa il gioco del diavolo anche restandosene a bocca chiusa, caro Matteo.

    12 Aprile, 2013 - 19:42
  205. Luigi Franti

    «io per tua norma e regola ho avuto dei genitori stupendi» … sì, ma anche un po’ sfortunati coi figli.

    12 Aprile, 2013 - 19:47
  206. Marilisa

    Sara, il discorso sarebbe lungo, credimi.
    Certo io non sono per separazioni e divorzi tout court, mica sono cretina.
    Anche io sono per i matrimoni stabili. E sempre mi auguro che un matrimonio resti solido per tutta la vita. Soprattutto pensando ai figli.
    Dico però che non si può giudicare stando al di fuori di una situazione. Sarebbe superficiale, appunto.
    Per ora mi fermo qui.

    12 Aprile, 2013 - 19:51
  207. Marilisa

    Niente affatto, signor Franti. Questa la rimando al mittente.
    Forse i suoi genitori sono stati sfortunati ad avere un figlio come lei, sicuramente maleducato e villanzone. Per partito preso e per pochezza di pensiero.
    Si faccia da parte, prego.

    12 Aprile, 2013 - 19:58
  208. elsa.F

    Matteo, certe bestialità sono insopportabili e bisogna pure che qualcuno gliele sbatta sul muso a chi le dice con tanta sfrontatezza.

    Ci mancava il clima da stadio. Fuori i coltelli!
    Che tanto sul blog di Accattoli non c’è Diaspo!

    😉

    12 Aprile, 2013 - 20:05
  209. Marilisa

    Che divertente la sua cavolata! Sto crepando dal ridere.
    Anche lei, gentile signora, non ha di meglio da dire?
    Queste battutine sceme potrebbe risparmiarsele, sono di una insulsaggine che non rende merito alla sua intelligenza suprema.
    Abbia pietà !!

    12 Aprile, 2013 - 20:20
  210. elsa.F

    o Daspo?!?
    Forse ho tirato in ballo inconsapevolmente il cornuto!

    12 Aprile, 2013 - 20:21
  211. elsa.F

    Continui pure, Marilisa, se questo la fa star meglio…

    12 Aprile, 2013 - 20:54
  212. FABRICIANUS

    “La celebrazione dell’eucaristia annuncia e realizza il divieto di ogni statalizzazione della Chiesa e di ogni ecclesiasticizzazione della politica. La Chiesa pellegrinante non fonda la ‘civitas’ terrena, ma la abita e abitandola la preserva”.
    Alla luce di questa visione, diventa ancor più comprensibile la decisione di papa Francesco di celebrare la messa, lo scorso Giovedì Santo, non solo in un luogo, come il carcere minorile di Casal del Marmo, nel quale è più visibile che altrove il conflitto tra peccato e grazia, ma anche davanti a persone di altra fede e di nessuna fede.

    Perché l’eucaristia è la Chiesa che si fa visibile, è l’opera vittoriosa di Dio che irrompe nella storia ed è offerta allo sguardo di ogni uomo, è Gesù innalzato sulla croce tra i due ladroni, con il centurione che lo riconosce come Figlio e la terra che trema.

    Chi scrive è il sociologo Luca Diotallevi, uno dei massimi studiosi della sociologia, ascoltati presso la CEI. ( Se non erro).

    12 Aprile, 2013 - 22:26
  213. elsa.F

    La scrittura ci insegna che le parole possono uccidere, come e più della spada.
    La libertà di pensiero e di opinione perde il suo significato nel momento in cui si usa la parola come una spada.
    Su questo blog siamo come marinai ammutinati che si muovono ognuno per suo conto e con proprie azioni per guidare la nave fuori dalla tempesta.
    L’ospite e il Padre celeste ci guardano con compassione, nella speranza che prima o poi i frutti dello Spirito, ovvero l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la benevolenza, la bontà, la fedeltà, la mitezza, il dominio di sé, si manifestino.
    Invece a comandare per ora è la cecità della superbia, il ritenere gli altri in malafede, nel farsi portatori della ragione.
    Riguardiamo con autoironia a quello che scriviamo e vediamo di dimostrare che sappiamo far meglio.

    13 Aprile, 2013 - 7:41
  214. Clodine

    …Perfetta metafora, cara elsa, dei risultati del “dialogo” Ecumenico fin qui raggiunti nelle decine di dibattiti e tavole rotonde e preghiere per l’unità dei cristiani che da anni ed anni si susseguono nella Chiesa, l’unica Chiesa di Cristo: la Una , Santa, Cattolica, Apostolica….
    Cosa ne sarà di quello con gli ebrei e islam…?????

    ………IMMAGINA, PUOI….!!!!!!

    13 Aprile, 2013 - 7:50
  215. Marilisa

    Vi è un equivoco di fondo in quel che dice la signora Elsa.
    Ed è che esprimere le proprie opinioni, non necessariamente collimanti con quelle di altri, voglia significare usare le parole come una spada. Voglia dire essere “superbi” , indichi essere orgogliosamente pieni di sé.
    Questo equivoco qui nel blog ricorre spesso, e se ne potrebbe decifrare facilmente il senso.
    Non lo faccio, ma mi piace, comunque, puntualizzare qualche concetto.
    La spada c’è sicuramente quando si offende e si insulta qualcuno.
    La spada la vede, anche se non c’è, chi resta sommamente contrariato dalle opinioni diverse degli altri, quelle che disturbano le certezze acquisite, che non dovrebbero essere mai messe in discussione da nessuno.
    La spada c’è anche nell’ironia sciocca e senza sostanza di chi parteggia a priori per Tizio, Caio e Sempronio e, non avendo argomenti consistenti, pretende di colpire colui che è ritenuto l’avversario con battute inconcludenti, che lasciano il tempo che trovano e che denotano solo frustrazione.
    Questa in casa mia viene definita per quello che è : “vigliaccata”.
    Questi giochetti qui nel blog sono di casa. Da sempre.
    D’altro canto, se le opinioni altrui sembrano sbagliate o del tutto fuori strada è legittimo contestarle, ma sempre nel confronto corretto e senza presumere che la ragione sia tutta da una parte o, peggio ancora, che la si possa dimostrare mettendo all’angolo, con contumelie e offese varie, chi è di parere opposto.
    E va da sé che chi invia insulti a buon mercato, non può pensare che chi ne è colpito se ne stia buono e tranquillo a riceverli con calma olimpica.
    Se qualcuno lo pensa, è fuori strada in tutta evidenza.
    In questo caso, infatti, parlare di “spada delle parole” è mistificante.
    Non si può essere disposti a perdonare tutti e sempre.
    Lo stesso Gesù Cristo–se vogliamo attenerci alle Scritture chiamate in causa dalla suddetta signora– manifestò collera in qualche occasione.
    Dobbiamo dire che usò le parole come una spada? Ebbene sì, lo fece per una giusta causa.
    Non parlare per voler essere sempre in pace con tutti, o per dimostrare di essere buonissimi, non è un bene; l’ho già detto altre volte. Si tratta di un falso concetto di bontà.
    Non si può far finta di niente di fronte a certe cattiverie o stupidaggini di basso conio. Si deve prendere posizione, si deve parlare anche se ciò disturba o indispettisce chi è dall’altra parte.
    E chi reputa superbo colui che esprime il proprio parere, dovesse pure essere l’ unico diverso dai più, sbaglia due volte: esprime un giudizio per lo meno imprudente e ritiene falsamente che uniformarsi ai pareri altrui sia giusto e buono.
    La bontà va bene, ma la troppa bontà raramente è da approvare perché spesso, invece, impedisce di portare avanti la giustizia.

    Ho detto la mia con sincerità, e spero che qualcuno non mi reputi “superba”.
    Se lo crede, sbaglia di grosso, e a me non interessa più di tanto.

    13 Aprile, 2013 - 12:12
  216. elsa.F

    Nessun equivoco, signora Marilisa.
    La libertà di esprimere le proprie opinioni è un principio democratico innegabile. Ognuno deve essere libero di esprimere un proprio pensiero nei limiti dell’educazione e del rispetto reciproco.
    La parola diventa spada quando usata con l’intento evidente di ferire, di colpire, di far male.
    E questo sia nei confronti delle persone che partecipano alla discussione, sia nei confronti di istituzioni come la Chiesa nella quale si è liberi di non credere, si è liberi di dissentire, si è liberi di esprimere pareri critici, ma che in ogni caso, ripeto IN OGNI CASO merita rispetto.
    Perché la chiesa siamo tutti noi prima ancora che il papa, la curia e il clero,
    la chiesa è corpo di Cristo, prima che catechismo e magistero.
    Quindi il disprezzo, l’ingiuria, l’offesa nei confronti della chiesa deve esse vista come disprezzo al Popolo di Dio e a Cristo stesso.
    Non è accettabile che si chieda la santità e la perfezione della chiesa e contemporaneamente si pecchi di mancanza di carità nei confronti dei fratelli, vicini e lontano che siano.
    Chi offende con le proprie parole i fratelli e la Chiesa si assume una responsabilità molto grande, si rende autore di un peccato molto grave: si rende operatore della divisione e come tale si fa strumento del Demonio (o del male come lo vogliamo chiamare) è è il divisore per eccellenza.

    13 Aprile, 2013 - 17:33
  217. Marilisa

    Ma perché a lei risulta che qualcuno, nella fattispecie io, abbia disprezzato o ingiuriato o offeso la Chiesa?
    Certamente, per quanto mi riguarda, NO. Non l’ho fatto.
    Ho espresso pareri critici, questo sì, e non mi pento di averlo fatto e di farlo in futuro quando lo ritenessi opportuno.
    È nel mio pieno diritto, e se ciò disturba chi invece la approva incondizionatamente sempre e comunque, per un falso dovere di obbedienza acritica ( come qualcuno sostiene e dimostra), non so che farci. Io la penso diversamente e quindi faccio quel che ritengo opportuno di fare e di dire. In tutta libertà.
    Ciò non significa che chi è di parere opposto debba sentirsi spinto all’insulto sprezzante, come spesso qui avviene da parte di alcuni.
    Questa, sì, è davvero mancanza di rispetto per chi la pensa diversamente.
    Ognuno di noi è unico e ha diritto ad avere opinioni e convincimenti diversi.
    Se si capisse questa verità, si eviterebbe di attaccare chi non è allineato sulle proprie posizioni. Sottolineo “attaccare”.
    Parlare e scambiare opinioni è tutt’altra cosa che inveire ed insultare.
    Mi sembra così semplice!
    Si eviterebbero spade, clave e pietre.

    13 Aprile, 2013 - 18:37
  218. elsa.F

    Dunque, vediamo un po’.
    Qual è quella famiglia, in cui i problemi, gli errori, i difetti i vizi del padre o della madre o di un famigliare vengono sbandierati in piazza, in virtù di un malinteso senso della libertà di espressione?
    Se in una famiglia accade questo si può affermare a ragione che si tratti di carità?
    E forse i famigliari non dovrebbero ritenersi umiliati e offesi da un atteggiamento come questo?
    C’è dunque modo e modo di esprimere un’opinione, un dissenso.
    E personalmente, parlando a proposito di Chiesa, io trovo offensivo e insultante l’uso di espressioni dileggianti, di atteggiamenti ingiuriosi nei confronti di fedeli che semplicemente cercano di vivere la loro fede nella fede in Cristo e a quanto la chiesa stessa ci invita a credere, come espresso esplicitamente nell’Atto di Fede.

    14 Aprile, 2013 - 13:27
  219. Marilisa

    “… l’uso di espressioni dileggianti, di atteggiamenti ingiuriosi nei confronti di fedeli che semplicemente cercano di vivere la loro fede nella fede in Cristo…”

    Forse le è sfuggito che quelle espressioni appartengono prima di tutto a voi tradizionalisti. A lei, per esempio, che si schiera sempre con chi la pensa come lei, facendolo per partito preso.
    E si guarda bene, com’è naturale, dal riprendere qualcuno di loro quando si esprime ingiuriosamente. Anzi, si accoda molto volentieri. Vero ?
    Siete voi ad usarle nei confronti di chi esprime pareri discordi dai vostri, e di chi osa esprimere critiche nei confronti della Chiesa; di coloro che pure vivono nella fede in Cristo, ma in modo diverso dal vostro per cui tale diversità non è accettata da nessuno di voi.
    Le repliche, tanto per precisare, sono consone al tono e alle parole usate da voi.
    Qua non si tratta, cara signora, di “sbandierare” errori, difetti etc…, dato che essi vengono resi noti dai media ( altrimenti non sapremmo un bel niente) e meno male! Perché, caso mai non lo avesse ancora capito, solo così, cioè non mettendo sotto tappeto la sporcizia ( quella di cui parlava perfino il papa emerito) è possibile porvi rimedio e rimuoverla.
    Ed è ciò che io spero (senza illudermi troppo) che si faccia con questo papa, finalmente.
    Ricordi solo una cosa: non è che ami la Chiesa solo chi la approva incondizionatamente. Forse la ama di più chi le fa notare gli errori anche gravi in cui incorre, affinché vi ponga rimedio.
    Questa è la vera carità, non il tacere.
    Tutti siamo chiamati a far migliorare le cose in un modo o nell’altro, a portare avanti la giustizia, al bene del prossimo e della Chiesa, che è fatta di uomini che possono sbagliare.
    E questo lo si può fare anche parlando ( e che altro potremmo fare noi, poveri cristi? ). Non tacendo per un distorto concetto di “amore” e di “compassione”. Chiaro ?

    Ed ora basta, tanto si è capito ( peraltro da molto e molto tempo ) che i nostri modi di guardare alle cose sono totalmente diversi e sicuramente inconciliabili.

    14 Aprile, 2013 - 15:47
  220. elsa.F

    Il basta spero sia rivolto allo stesso scrivente!

    14 Aprile, 2013 - 15:54
  221. roberto 55

    Sperare non costa nulla, Elsa.F.
    Ciao – ciao !

    Roberto 55

    14 Aprile, 2013 - 16:44
  222. elsa.F

    Caro Roberto,
    sai come si dice… Non si sa mai!

    14 Aprile, 2013 - 16:48
  223. roberto 55

    Vero: mai disperare.
    Bye !

    Roberto 55

    14 Aprile, 2013 - 17:03
  224. Clodine

    Caro Roberto…& elsa…
    La speranza, in questo caso, temo sia un sogno fatto da svegli…!!!
    Il cretino si sa, è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé.

    14 Aprile, 2013 - 17:21
  225. Clodine

    e una salutare, bonaria camminata in allegra compagnia del “trorolo” prima che accada questo:

    http://youtu.be/Aeov7nRnR0M

    14 Aprile, 2013 - 17:30
  226. elsa.F

    Clodine, sei unica! 😉

    14 Aprile, 2013 - 18:05
  227. Aò me stò a m’pazzi!
    Vorrei capire su questo blog chi sono i “tradizionalisti”, che vengono nominati addirittura con la “seconda persona plurale”.
    Fuori i nomi dei tradizionalisti, “tradizionalisti” fatevi avanti…
    c’è nessuno qui?

    15 Aprile, 2013 - 12:29
  228. Federico B.

    Come al solito i “tolleranti” e “progressisti” insultano e disprezzano chi non la pensa come loro…
    E coinvolgono anche i familiari, la comunità parrocchiale.
    Brava M, la tua testiomonianza è un esempio per tutti.

    15 Aprile, 2013 - 14:55
  229. elsa.F

    In ogni caso ribadisco che c’è modo e modo per esprimere dissenso, per porsi in modo critico.

    E quanto meno, quando non si è bene informati, è opportuno porsi in forma dubitativa sulla questione. Ad esempio un “Correggetemi se sbaglio…” non stona.
    Altrimenti si rischia di pestare una… un escremento, insomma, e di disinformare gli altri, come ad esempio quando si afferma:

    Berlusconi, secondo quel che dice la Chiesa, era già nel peccato grave essendo divorziato dalla prima moglie.

    Il ché come già altri hanno fatto notare è assolutamente e completamente falso.

    E quando si pesta la … l’escremento è opportuno ripulirsi a dovere.

    15 Aprile, 2013 - 19:02
  230. Clodine

    anche sull’erbetta …o raschiando il marciapiede, voglio dire…anche se, la puzzetta resta insomma…

    15 Aprile, 2013 - 19:19
  231. Marilisa

    Che bella faccia di bronzo, F.B.! Quando ti vergognerai, tu che sei l’insulto fatto persona, di accusare gli altri di disprezzo?
    Quando la smetterai di metterti il paraocchi che ti fa andare a senso unico?
    Riesci a vedere, almeno con la coda dell’occhio, i tuoi amici che , al pari di te, lanciano contumelie nei confronti di chi non la pensa come voi ?
    Vergognatevi! Siete a corto di argomenti e vi appigliate alle offese a buon mercato, accodandovi vigliaccamente l’uno all’altro. Vigliaccamente.
    Quelli come voi sono un’ offesa per la Chiesa del Cristo.
    A te poi sfugge un piccolo particolare: i tolleranti e progressisti non sono dei fessi che si lasciano prendere a sberle dai maleducati e incivili come voi.
    Certo se io non fossi cristiana, nel sentirvi non lo diventerei mai, scapperei a gambe levate da una religione professata in questo modo da voi fanatici. Voi allontanate dalla Chiesa cattolica.
    Voi non adorate Gesù Cristo, adorate un’Istituzione, che, pur meritando rispetto, è ben altra cosa.
    Non affannarti, F.B., a rivolgermi i tuoi improperi meschini. Mi disgustano e perfino mi fanno pena.
    Vai per la tua strada.
    E ciò che ti ho detto è la giusta replica alle tue contumelie. Lo avevi capito? Temo di no.

    15 Aprile, 2013 - 19:20
  232. Marilisa

    Eccole lì, pronte a darsi la mano quando si tratta di attaccare chi è di parere diverso e ad accusare dei loro stessi difetti chi ne è al di sopra.
    Meschinamente, rose da una rabbia impotente.
    Con il vostro vittimismo, proprio di chi è nel torto marcio, non convincete nessuno se non i vostri pari.
    La “puzzetta”, anzi la puzzona, anzi un tanfo nauseabondo di muffa, proviene da voi. Per questo ci si allontana da voi il più presto possibile.

    15 Aprile, 2013 - 19:32
  233. Marilisa

    Senti questo! “Fuori i nomi dei tradizionalisti, “tradizionalisti” fatevi avanti…
    c’è nessuno qui?”

    Sì, c’è lei, per esempio, e molti altri ancora che non nomino perché sanno bene di esserlo.
    La cosa non mi interesserebbe neanche un po’ se non fosse che hanno (avete!) il vizio di incoraggiarvi a vicenda attaccando chi, grazie a Dio, non la pensa come voi.
    E pretendereste che non si replicasse ai vostri insulti da maleducati.
    Andate alla larga, per favore !

    15 Aprile, 2013 - 19:44
  234. Marilisa

    No, cara Elsa, non mi interessa minimamente il link postato da lei, e neanche quelli postati da altri.
    Sollazzatevi a vicenda, se questo vi piace. Io ho altri interessi.

    15 Aprile, 2013 - 19:48
  235. Marilisa

    Quanta rabbia trasuda dai vostri post !
    Semplicemente penoso!!

    15 Aprile, 2013 - 19:50
  236. elsa.F

    Altri interessi?

    Davvero? Puoi dirceli?

    15 Aprile, 2013 - 19:56
  237. Si, va bene, ho capitotutto (e da parecchio pure)…

    ma l’unica che non ho capito è: chi sono i tradizionalistiiiiiiiiiiiii ?
    Lo voglio sapere, lo voglio sapere lo voglio sapere lo voglio sapere lo voglio sapere lo voglio sapereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

    15 Aprile, 2013 - 20:06
  238. Federico B.

    Insulto fatto persona io?
    Mo va là, Marilisa, ma dai!
    Prova un po’ a rileggere i tuoi commenti e prova a pensare a quale testimonianza di dialogo, di tolleranza, di rispetto stai offrendo.
    Io ho solo sottolineato gli effetti di un certo tipo di educazione sul superego dei figli, tu mi hai letteralmente coperto di offese e disprezzo. Ma questo evidentemente è il metodo dei “progressisti”…

    16 Aprile, 2013 - 9:18
  239. Marilisa

    Io sto offrendo semplicemente il mio modo di vedere le cose, certamente diverso dal tuo e da quello di altri.
    Non accettato, e spesso deriso o disprezzato– anche con mezzucci da quattro soldi– dagli intolleranti quali voi siete.
    Indispettiti da una voce discorde, ricorrete sempre agli insulti e alle offese, che sono l’ultima spiaggia di chi non non ha argomenti credibili da contrapporre.
    E quando vi si replica a tono, parlate vittimisticamente di offese e di disprezzo da parte mia.
    Ma così non è.
    Voi siete liberi di pensarla come volete, io sono altrettanto libera di pensarla in modo diverso, senza dover essere tacciata di essere orgogliosa, priva di umiltà, piena di super-ego ( questo tu hai detto) o addirittura miscredente.
    Nessuno è uguale a un altro, e le argomentazioni di tutti vanno ascoltate anche se non condivise.
    Contraddette anche, ma senza contumelie di nessun genere.
    Chi vi ricorre, dimostra meschinità, grettezza d’animo e mancanza di rispetto.
    Infine, quando tu, Federico, continui a parlare di “metodo dei progressisti” stai andando fuori strada perché io non mi sono appiccicata addosso l’etichetta di “progressista” né alcun’altra etichetta. Siete voi, e solo voi, che me l’avete imposta.
    Dimostrate, così facendo, un evidente complesso di inferiorità.

    16 Aprile, 2013 - 10:43
  240. Federico B.

    Diciamo la verità: sei tu che sei superiore a tutti e a tutto.
    Dio ti benedica, sorella.

    16 Aprile, 2013 - 14:08
  241. Marilisa

    Complimenti, fratello! Come volevasi dimostrare ( mi riferisco a quel che ho scritto prima).

    16 Aprile, 2013 - 16:50

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