Bergoglio e l’acqua che abbaglia nel grande Rio

“L’acqua abbaglia nel gran Rio delle Amazzoni” scrive Papa Francesco al paragrafo 44 di “Querida Amazonìa” e nel 43: “In Amazzonia l’acqua è la regina, i fiumi e i ruscelli sono come vene, e ogni forma di vita origina da essa”. Nel 45: “Il Rio delle Amazzoni è la colonna vertebrale che armonizza e unisce”. Jorge Mario Bergoglio conosce i grandi fiumi della sua Argentina: la memoria del Rio della Plata l’aiuta a intendere qualcosa dell’acqua regina dell’Amazzonia. Ma sente che la sua parola, pur mossa, non è bastante e allora ricorre ai poeti e agli scrittori “innamorati della immensa bellezza del Rio delle Amazzoni”, i quali – ci dice – al paragrafo 46 – “hanno cercato di esprimere quanto il fiume faceva loro percepire, e la vita che dona al suo paesaggio, in una danza di delfini, anaconda, alberi e canoe”. Ecco altri quattro autori – oltre agli otto che ho riportato nei post precedenti – chiamati da Francesco a narrare il grande abbaglio del re dei fiumi. Nei commenti riporto i loro brani che il Papa ha inserito nella sua esortazione.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Nel pieno delle estati

    Lì, nel pieno delle estati ardenti, quando svaniscono, morte nell’aria immobile, le ultime folate di vento orientale, il termometro viene sostituito dall’igrometro nella definizione del clima. Le esistenze dipendono da un alternarsi doloroso di abbassamenti e innalzamenti dei grandi fiumi. Questi si elevano sempre in una maniera impressionante. Il Rio delle Amazzoni, gonfio, esce dal suo letto, accresce in pochi giorni il livello delle sue acque […]. La piena del fiume è un arresto della vita. Prigioniero nelle maglie dei “sentieri delle canoe”, l’uomo attende perciò, con singolare stoicismo nei confronti della fatalità ineludibile, la fine di quell’inverno paradossale, dalle temperature elevate. L’abbassamento delle acque è l’estate. È la risurrezione dell’attività primordiale di coloro che da quelle parti si dibattono, dell’unica forma di vita compatibile con la natura che si impegna al massimo in manifestazioni disparate, rendendo impossibile il prolungamento di qualsiasi sforzo.

    Euclides da Cunha, Los Sertones (Os Sertões), Buenos Aires 1946, 65-66

    20 Febbraio, 2020 - 22:55
  2. Luigi Accattoli

    Scendono fiumi come uccelli

    Rio delle Amazzoni
    capitale delle sillabe dell’acqua,
    padre patriarca, sei
    l’eternità segreta
    delle fecondazioni,
    a te scendono fiumi come uccelli

    Pablo Neruda, “Amazonas”, in Canto General (1938), I. IV

    20 Febbraio, 2020 - 22:56
  3. Luigi Accattoli

    Amazonìa patria di acqua

    Dalle vette più alte della cordigliera, dove le nevi sono eterne, l’acqua scorre e traccia un solco vibrante nella pelle antica della pietra: il Rio delle Amazzoni è appena nato. Nasce ad ogni istante. Discende lenta, sinuosa luce, per crescere nella terra. Scacciando il verde, inventa il suo corso e cresce. Acque sotterranee affiorano per abbracciarsi con l’acqua che scende dalle Ande. Dal ventre delle nubi bianchissime, scosse dal vento, cade l’acqua celeste. Avanzano riunite, moltiplicate in percorsi infiniti, bagnando l’immensa pianura […]. È la Grande Amazzonia, tutta nel tropico umido, con la sua foresta compatta e stupefacente, dove ancora palpita, intatta e in vaste zone mai sorpresa dall’uomo, la vita che venne tessendo il suo ordito nelle intimità dell’acqua […]. Da quando l’uomo la abita, si leva dalle profondità delle sue acque, e scorre dai luoghi alti della sua foresta un tremendo timore: che questa vita, a poco a poco, stia prendendo la direzione della fine

    Amadeu Thiago de Mello, Amazonas patria da agua

    20 Febbraio, 2020 - 22:56
  4. Luigi Accattoli

    Dalla pala al fucile

    Il mondo soffre per la trasformazione dei piedi in gomma, delle gambe in cuoio, del corpo in tessuto e della testa in acciaio […]. Il mondo soffre per la trasformazione della pala in fucile, dell’aratro in carro armato, dell’immagine del seminatore che sparge semi in quella dell’automa con i suoi lanciafiamme, dalla cui semina germogliano deserti. Solo la poesia, con l’umiltà della sua voce, potrà salvare questo mondo.

    Vinicius de Moraes, Para vivir un gran amor, Buenos Aires 2013, 166

    20 Febbraio, 2020 - 22:57
  5. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 22 febbraio 2020
    Mt 16, 13-19

    In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

    Tutti vivono nello Spirito e un ateo senza saperlo esplicitamente può aver ricevuto e accolto luci su Cristo ed in lui anche sull’uomo, sul mondo, che magari nella Chiesa non sono state donate ancora a nessuno. Credere in Gesù è una grazia che Dio nella sua sapienza offre a chi Egli vuole. La fede è il sì che si sente nella propria coscienza alla domanda se si crede in Dio. Non dipende da un ragionamento, anche se in tale cammino discerniamo, riflettiamo, tendenzialmente sempre meglio. Non dipende da un’emozione, anche se in tanti momenti si può avvertire anche sensibilmente gioia, pace, consolazione… Dunque, una volta elargita, anche nel dubbio, nell’aridità, nella prova, se ci fermiamo ad ascoltare il nostro cuore al di là di ogni confusione e stato emotivo potremo percepire l’assenso alla fede. Solo la presenza di Cristo nella Chiesa poi può compiere il miracolo di tenere fermi tutti i cattolici della storia nelle stesse verità fondamentali. Anche il miracolo di svilupparle, approfondirle, senza discostarsi da esse e liberando invece da recezioni limitate o errate. Talora si può pensare che anche altre religioni si sono conservate nei secoli. Ma quando si cercano riferimenti univoci si rileva che le altre religioni sono aree di pensiero dove non esistono punti eterni di concordanza. Il legare e lo sciogliere, poi, vanno ben interpretati. Nei casi singoli possono essere purtroppo avvenuti errori ai quali certo Dio non si ferma. Se una persona ingiustamente non riceve l’assoluzione non è che Dio non la perdona. Anche se almeno in un cammino ella farà bene a cercare con serenità tale grazia del sacramento. L’argomento mi pare vada in profondità legato prima di tutto al potere concesso a Pietro di confermare i fratelli nella fede. Per esempio qui si può trovare un riferimento evangelico al dogma dell’infallibilita’ papale.

    21 Febbraio, 2020 - 18:08

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