Bertani Di Cicco Magister e io

Ci sono in giro quattro vaticanisti che hanno compiuto o stanno per compiere 65 anni, tutti attivissimi e tra loro amici: Angelo Bertani che dirige Adista, Carlo Di Cicco vicedirettore dell’Osservatore romano, Sandro Magister dell’Espresso e io. Mi è venuta l’idea di confrontarne le parabole – nel senso di traiettorie professionali – pensando a Bertani, a me il più caro, che ha preso la direzione dell’agenzia Adista in ottobre. Paragonando le posizioni dei quattro a inizio carriera e quelle di oggi, c’è da muovere gli occhi in tutte le direzioni! Per dirla grossolanamente, Angelo Bertani era quello più a destra (è stato ad Avvenire e poi a Famiglia cristiana) e ora è il più a sinistra. Sandro Magister ha fatto lo spostamento opposto, non con passaggio di testata (dal 1974 è all’Espresso, prima era a Settegiorni) ma voltando il capo come fa il girasole. Il mutamento più vistoso – non in orizzontale ma dal seminterrato al piano nobile – è quello di Di Cicco, che era stato per una vita all’agenzia Asca e da un anno e due mesi è il vice di Vian all’Osservatore. Egli era il più anticonformista tra i quattro, scamiciato nato e obiettore di coscienza. Di me non dico perché ogni parola potrebbe rivoltarmisi contro. Né tiro conclusioni: ammiro il movimento dei quattro e l’ampiezza del campo che coprono prendendosi per mano.

22 Comments

  1. Stuzzicanti questi cenni di riflessione autobiografica. Luigi.
    Ci aiuta anche a contestualizzare i percorsi di vita delle persone, i cui articoli molto spesso leggiamo sulla stampa nazionale.

    La persona che mi ha colpito di più è Sandro Magister.
    Lo avevo sempre seguito molto nei suoi reportage, anche se molto spesso non condividevo le sue interpretazioni, che mi apparivano arbitrarie. Lo stesso, oggi, ha fatto un bouleversement triplo mortale.
    Insomma non capisco più che cosa vuole o dice Magister, quando leggo i suoi articoli.

    Sin dalla giovinezza ho sempre trovato nell’Osservatore un mio punto di riferimento (lo so, non è normale!) e ora mi sto rendendo conto come trovo molte consonanze e tu Luigi mi metti in condizione di capire il perchè.
    Mi affascina il mistero di questo mio vescovo tedesco,
    che ha un concetto molto discutibile di libertà,
    ma ha dato ampio respiro al suo quotidiano Osservatore….

    1 Dicembre, 2008 - 13:50
  2. Leonardo

    «Di qua, di là, di su, di giù li mena»

    1 Dicembre, 2008 - 15:04
  3. Sumpontcura

    Nel primo mistero ingiurioso si contempla un concetto molto discutibile, benevolmente discusso fra Baviera e Roma, e da ultimo autorevolmente sanzionato dal grande teologo Fra Cappio da Velletri.

    1 Dicembre, 2008 - 15:58
  4. Sumpontcura

    Osteria del Vaticano
    papaponziponzipà
    è successo un fatto strano
    papaponziponzipà
    quattro amici girandoloni
    giocano ai quattro cantoni
    miralarondondella
    miralarondondà

    Ai quattro gagliardi e vispi sessantacinquenni,
    un applauso e un grazie da un coetaneo
    che quanto a “cantoni” e a cantonate non è stato da meno.

    1 Dicembre, 2008 - 18:56
  5. raffaele.savigni

    Magister mi sembra troppo ruiniano e “teocon”, Bertani mi sembra spostato troppo a sinistra: ogni tanto guardo il sito di Adista e ci trovo spesso atteggiamenti ideologici che non condivido (come il sostegno acritico alla teologia della liberazione, ad una teologia “ecologica” spesso confusionaria, ai preti no-global troppo politicizzati). Rimpiango i tempi in cui Bertani scriveva su “Avvenire” e su “Segnosette”, il settimanale dell’Azione cattolica degli anni ’80. Ora preferisco (non lo dico per piaggeria) il nostro Luigi Accattoli e Di Cicco.

    1 Dicembre, 2008 - 20:44
  6. Nino

    TRILUSSA

    Er ministro novo

    Guardelo quant’è bello! Dar saluto
    pare che sia una vittima e che dica:
    – Io veramente nun ciambivo mica;
    è stato proprio el Re che l’ha voluto! –

    Che faccia tosta, Dio lo benedica!
    Mó dà la corpa ar Re, ma s’è saputo
    quanto ha intrigato, quanto ha combattuto…
    Je n’è costata poca de fatica!

    Mó va gonfio, impettito, a panza avanti:
    nun pare più, dar modo che cammina,
    ch’ha dovuto inchinasse a tanti e tanti…

    Inchini e inchini: ha fatto sempre un’arte!
    Che novità sarà pe’ quela schina1
    de sentisse piegà dall’antra parte!

    1921

    1) Schiena.

    1 Dicembre, 2008 - 20:51
  7. Francesco73

    Adista la ricevevo in abbonamento on line, ma con tutto il rispetto le considerazioni critiche che facevano non mi parevano sempre di prima mano, c’era una certa tendenza a ripetersi.
    L’Osservatore temo di averlo comprato 3 volte in vita mia.
    Magister lo leggo volentieri, ma – pur essendo ruiniano anch’io – lo trovo a volte un pò troppo zelante, e troppo poco democristiano 🙂
    Di Accattoli non dico perchè gli sono ormai affezionato, ed evitiamo le melasse.

    O.T. Che mi dite del Paolo VI televisivo? Fino ad ora, un ottimo Gifuni.

    1 Dicembre, 2008 - 20:59
  8. Caro Francesco,
    se sei del 73 non so cosa ricordi di Paolo VI.
    Bello sceneggiato,
    ma la sua vita non fu uno sceneggiato,
    fu un dramma incomparabilmente vissuto,
    in una straordinaria epoca storica non esente da confusioni.
    Tenne saldo il timone avendo tutti non proprio a favore, Curia, mass-media.
    E Paolo conosceva la sua Curia, a differenza di Woitila.
    Ma saranno storie diverse, nello spirare della brezza dello Spirito.

    1 Dicembre, 2008 - 23:22
  9. Francesco73

    Sì, sono del ’73, di Paolo VI – personalmente – ricordo solo qualche apparizione televisiva, con una consueta inquadratura bianco e nero nel grigiore della finestra dello studio.
    Un’immagine triste.
    Più grandicello, però, anche perchè sono appassionato di storia e di politica, ho cercato di conoscerne la figura, e mi ha sempre affascinato, interessato e colpito.
    Molto.
    Ho sempre deplorato, ad esempio, che non esistessero sue biografie apprezzabili e davvero scientifiche in lingua italiana.
    Ora mi pare ne siano uscite un paio, vedremo.

    Ma del resto: quale Papa del Novecento non è stato una figura particolarissima e gigantesca?

    2 Dicembre, 2008 - 9:05
  10. raffaele.savigni

    Lo sceneggiato su Paolo VI mi è sembrato valido. Ci ha restituito l’immagine di un papa che ha dovuto affrontare tempi difficili, incompreso da conservatori ed ultraprogressisti. Alle certezze della fede sapeva unire un’attenzione alla storia degli uomini ed un continuo interrogarsi sulle scelte pastorali da fare e sul modificarsi del clima politico e culturale. Anch’io, nel mio piccolo, mi sarei aspettato, dopo mil rinnovamento conciliare, un clima di maggiore ottimismo, un maggiore entusiasmo dei credenti e non quell’avanzata irresistibile della secolarizzazione che purtroppo c’è stata.Capisco pertanto il tormento di questo papa.

    2 Dicembre, 2008 - 9:25
  11. Francesco73

    La seconda parte mi è piaciuta un pò meno della prima, ma per ragioni di costruzione, i contenuti erano adeguati.
    Comunque Gifuni è stato bravo, come sempre.

    2 Dicembre, 2008 - 10:18
  12. Magister ha preso “una tranvata” (dicesi anche “scuffia”) per quello che lui pensa sia Benedetto XVI… ecco, dice bene Francesco, “zelante” gli si addice proprio.

    Sulla fiction e su Paolo VI. Bravissino Gifuni ma sempre un po’ troppo melensa e disincarnata la resa cinematografica complessiva.
    Pur essendo anche io troppo giovane, e nonostante i miei mal di pancia sulla deriva che ha preso la sua Humanae vitae, ho la sensazione di essermi perso “il” Papa del Novecento…

    2 Dicembre, 2008 - 12:01
  13. Francesco73

    Montini non può essere compreso senza un reale approfondimento di che cosa la Chiesa ha fatto per l’Italia del Novecento.
    In tal senso (e si vede il tocco bernabeiano, felice) la fiction accenna molto bene al suo legame con Moro, De Gasperi, Fanfani e La Pira (non c’è Andreotti, curiosamente, anche se forse lo si scorge sotto altro nome).
    Nessun pontefice, come lui, ha avuto un così alto e nobile senso della politica, e del servizio da rendere al Paese da parte della comunità cristiana.
    E’ vero poi che è stato una figura poco “pop”, anche se il “danno” all’immagine glielo ha procurato, all’inizio, la complicata successione a Giovanni e, verso la fine, il dolore e la cupezza per i mala tempora.
    Era comunque un “tecnico” del governo, per questo molto diverso da Wojtyla, che era pure un politico, nell’ordine però del carisma e della forza e della poesia dei gesti.
    In ogni caso, io penso che la chiave per comprende Montini sia la figura del Cireneo.

    2 Dicembre, 2008 - 12:34
  14. Leonardo

    Lo sceneggiato non l’ho visto e non mi è piaciuto. Sono bastate le anticipazioni in cui sono incappato un paio di volte prima del telegiornale. Se Gifuni è, come dite, un così bravo attore, perché parlava in quel modo ridicolo e per nulla simile all’accento di Paolo VI?

    2 Dicembre, 2008 - 14:41
  15. era l’unico attore che “comunicava” un qualcosa di elaborato perosnalmente. Gli altri erano solo “travestiti” (mi si passi il termine)

    2 Dicembre, 2008 - 18:28
  16. roberto 55

    A me, più che l'”Osteria del Vaticano” citata dall’amico Sump, è venuta in mente la canzone di Gino Paolo “Eravamo quattro amici al bar”.
    Di Luigi non parlo, per sottrarmi alla sin troppo facile accusa di piaggeria, Bertani lo leggo volentieri, Magister lo leggevo volentieri, Di Cicco non lo conosco abbastanza perchè, a differenza di Francesco73, ho letto l’Osservatore Romano più di 3 volte ma, egualmente, troppo poco per formarmi un’opinione.
    Circa la “fiction” su Paolo VI, boh !, speravo – pur mettendo nel conto i limiti di questo genere d’intrattenimento televisivo – un pò meglio: bravo Gifuni, certo, ma, nel complesso, ed a mio avviso, quest’opera non ha reso piena giustizia ad un grande Papa.

    Un caro saluto a tutti.

    Roberto 55

    2 Dicembre, 2008 - 21:44
  17. principessa

    Se qualcuno di voi riceve Rai Sat, tra qualche giorno ci sara’ la messa in onda della puntata – di tre puntate complessive dedicate ai tre Papi del 1978 – che illustra ed esamina il pontificato di Paolo VI ( seguiranno papa Luciani e papa Wojtyla).

    Saluti a tutti

    2 Dicembre, 2008 - 22:54
  18. raffaele.savigni

    Ogni tanto do un’occhiata al sito di ADISTA e ci trovo le solite polemiche contro la Chiesa-istituzione, le solite difese della teologia della liberazione (anche nei suoi aspetti discutibili), del “testamento biologico” (= difesa a spada tratta delle posizioni del padre di Eluana), la solita avversione all’America (non va bene neppure Obama), alla CEI, a papa Ratzinger. Mi dispiace che Bertani avalli con la sua prersenza questa linea: speravo che la “correggesse” in senso più “dialogico”…

    6 Dicembre, 2008 - 22:49
  19. Luigi Accattoli

    Non la correggerà ma la completerà. Forse. Anche per lui è una scommessa.

    7 Dicembre, 2008 - 16:43
  20. Stasera ho avuto modo di conoscere Carlo Di Cicco.
    Mi ha colpito la sua pacatezza, la sua semplicità e la sua capacità di analisi scevra da ideologia clericale, nonostante il suo “incarico”.
    Incontrarlo e ascoltarlo mi ha dato “consolazione” alla maniera ignaziana.

    1 Febbraio, 2012 - 23:56

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