Carlo Castagna e la forza del suo perdono

Ricordo con gratitudine le parole di perdono di Carlo Castagna – l’uomo che nella strage di Erba perse moglie, figlia e nipotino – che mi capitò di ascoltare durante la trasmissione Porta a porta dell’11 gennaio 2007. Erano presenti anche i figli Beppe e Pietro. “Io sinceramente in questo momento non ho la forza di mio papà, non ho la sua fede per poter dire io perdono“, disse Beppe, il secondogenito. E Pietro: “Io cerco di perdonare, perchè ho un papà che è un esempio incredibile. Io non ero mai stato un grande credente, ma dopo questa esperienza e dopo aver visto papà mi viene da riavvicinarmi anch’io” (alla fede, ndr). Nelle parole dei figli trovo la chiave per intendere nel giusto modo la rapidità del perdono di Carlo, che ha meravigliato tanti e anche la forza trascinante del suo gesto. Nella pagina di questo blog intitolata CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto, al capitolo 3 IL PERDONO DEGLI UCCISORI DEI PARENTI, nel paragrafo dedicato agli “omicidi comuni” si può leggere una mia ricostruzione del fatto, basata in buona parte sul volume di Lucia Bellaspiga con Carlo Castagna, Il perdono di Erba, Ancora 2009, pp.141, 14 euro.

21 Comments

  1. miriam64

    Fatti raccontati a scuola…classe seconda elementare.
    “Io ho questo cugino e mi sta proprio antipatico, mi ha fregato la merenda, non vorrei giocare con lui…
    ma lo faccio ugualmente, solo così sono sicuro di costruire la mia casa sulla roccia!”
    Credo che sotto questo ragionamento ci sia il filo d’oro del perdono.
    Medito.

    1 Marzo, 2010 - 20:30
  2. Francesco73

    Quello di Castagna è un fatto di vangelo incredibile, secondo me il più sconvolgente tra quelli passati per le cronache comuni di questi anni.
    Talmente tanto vero che nessuno ne parla troppo, lo sgomento e l’incomprensione per questo splendido signore lombardo ci impediscono di coordinarne le vicende coi nostri concetti abituali.
    Qui davvero c’è la prova della radice implausibile del cristianesimo, implausibile a un ragionamento di logica solo lineare.
    Tra tutte le cose che mi hanno colpito dei suoi racconti, quella che mi ha sempre commosso di più è la ricostruzione dei suoi dialoghi con l’anzianissima suocera.
    La mamma, la nonna, la bisnonna di una figlia, di una nipote, di un pronipote massacrati in quel modo, che concorda e rilancia con il genero: “Sì, dobbiamo perdonare”.
    Vi rendete conto che livello, che umanesimo, che qualità di fibra che esprimono queste persone e questi legami?

    1 Marzo, 2010 - 21:47
  3. tonizzo

    Credo che siamo tutti debitori a Carlo Castagna di una lezione di dignità. Ha ribadito il suo perdono nonostante tutto, e per giunta nel salotto di Vespa. Ma è proprio questo che temo. Che una testimonianza cristiana finisca nel tritacarne mediatico dei talk show. Non tollero chi, microfono in mano tipo clava, aggredisce la neovittima con un “Allora, se la sente di perdonare?”. Come se il perdono fosse la panacea di tutti i mali e il pannicello caldo per ogni edificante storia da Auditel.
    Non ci sto. Il perdono è una cosa troppo grande e penso sia come un balsamo. Ma, a differenza di quello che pensano certi presunti “colleghi” a caccia di perdoni immediati, nonostante il balsamo le cicatrici restano sempre. E servono a farci ricordare quello che è stato. Perché i fatti sono fatti. E perdonare non vuol dire dimenticare. Altrimenti avrebbero ragione quei ragazzini che, dopo aver ucciso una 14enne in Sicilia perché presumevano fosse incinta di uno di loro, avrebbero avuto il coraggio di chiedere ai giudici: “Adesso che avete la nostra confessione, possiamo tornare a casa?”.

    1 Marzo, 2010 - 22:03
  4. roberto 55

    I dubbi ed i timori dell’amico Tonizzo sono più che fondati (m’è piaciuto, poi, quel tuo inciso “per giunta, nel salotto di Bruno Vespa”: in effetti, uno dei luoghi “televisivi” più orridi d’oggidì): troppo spesso, la cristiana nobiltà di gente come Carlo Castagna diventa “carne da cannone” per i più beceri talk-shows.
    E’ anche chiaro che i due piani vanno – e per fortuna – completamente separati: l’umile, stupefatta ammirazione che portiamo verso Carlo Castagna nulla c’entra con il più severo giudizio di colpevolezza verso Rosa ed Olindo (credo, in questo senso, che la sentenza di condanna emessa nei loro confronti sia stata ineccepibile).
    Resta la differenza, persino “choccante”, tra la virtù, perchè no ?, “evangelica” di Carlo Castagna e l’analfabetismo emotivo degli assassini.

    A domani, amici !

    Roberto 55

    2 Marzo, 2010 - 1:38
  5. Clodine

    Dalla tragedia che colpì la mia famiglia, oltre al dolore infinito…che non si racconta…ricordo l’assoluta mancanza di odio o senso di vendetta nei confronti di quel dottore che inoculò, incautamente, il vaccino a mio fratello procurandone la morte immediata per edema..
    Ebbene, mai, e ripeto mai ho sentito frasi ingiuriose o lanciare invettive : mai!
    Anzi, ricordo perfettamente che ogni qualvolta veniva loro chiesta ragione di quella morte, e se avessero preso provvedimenti giudiziari per il fatto che non si fossero fatte manovre – una tracheotomia piuttosto che iniettare un antidoto per tentare di salvarlo ecc- rispondevano con pacatezza :” era cosi’ giovane…E poi..tanto..a che servirebbe se non ha martirizzarlo ancora di più! Ha già pagato..chissà quanto la sua vita ne resterà sconvolta per sempre….ci mancherebbe se al dolore si aggiungesse l’odio…sarebbe la fine! Per carità, in cuor nostro non solo lo abbiamo perdonato, ma non lo abbiamo mai accusato”. E’ vero, non ho mai sentito i miei genitori accuasare, o giudicare o puntare il dito su quel giovane medico che per me è a tutt’oggi un’ ombra senza volto, nè nome…e di questo sono loro profondamente grata per aver sofferto in silenzio lasciandoci un grandissimo insegnamento: l’odio non parte da nessuna parte, se non rientrare nella stessa porta dal quale è uscito!

    2 Marzo, 2010 - 7:47
  6. Mabuhay

    Grazie, grazie ancora a Luigi per essere sentinella della bonta’!
    Avevo sentito parlare del caso di Carlo Castagna ma non conoscevo i dettagli della sua grandezza d’animo. La forza del perdono: penso proprio che il perdono sia una forza; la miglior via d’amore… anche se non a tutti e’ dato.
    La sconfitta del “nemico”, del male.

    A me a volte e’ difficile perdonare (non dico dimenticare: mica posso “impormi” l’Alzhaimer…!) soprattutto chi ha tradito la mia sincera fiducia…facendo il male e creando male attorno a me. Ma continuo a provarci!
    Grazie anche a te Clodine…quanto e’ vera la tua ultima frase!

    2 Marzo, 2010 - 8:26
  7. Clodine

    venia: l’odio non PORTA da nessuna parte…se non rientare per la stessa PORTA dal quale è uscito [ interessante strano gioco di parole] .

    Approfitto per dare il buongiorno a tutti

    Clo

    2 Marzo, 2010 - 8:32
  8. La grandezza del perdono, smaschera la banalità del male.
    Comunemente annoveriamo tra i miracoli le guarigioni inspiegabili degli ammalati nel corpo. Abbiamo anche uno spirito che non ne è disgiunto.
    I miracoli maggiori sono quelli che riguardano lo spirito.
    Sono la conversione, ed il perdono. Risuscitano “i morti”.
    Solo che a volte abbiamo occhi e non vediamo, orecchi……

    2 Marzo, 2010 - 8:34
  9. Mabuhay

    …si” si”’avevavmo capito Clodine! Basta che non porti a Porta a Porta…! 🙂
    -:0 -:)

    Ciao…io parto adesso.

    2 Marzo, 2010 - 8:35
  10. Francesco73

    Avete ragione sui rischi di strumentalizzazione, e sulle relative conseguenze oscene, tantopiù in casi autentici e tragici come questo.
    Ma non possiamo nemmeno farci cogliere da una sindrome di riservatezza eccessiva.
    Il caso Castagna occorre farlo conoscere, non va “sbandierato” ma annunciato sì, con delicata convinzione.
    Il mondo ha bisogno di questi segni, e i mezzi di comunicazione aiutano a questo scopo.
    Ci sono scotti da pagare, ma entro certi limiti ne vale la pena.

    2 Marzo, 2010 - 9:08
  11. tonizzo

    Francé, scusa, ma tu credi che da Vespa ci sia la dovuta delicatezza? O da Santoro (peggio che andar di notte), dove corri il rischio di beccarti la predica senza replica alcuna di Travaglio?

    2 Marzo, 2010 - 9:32
  12. Francesco73

    Ma alcuni fatti si impongono per sè stessi, a prescindere dal predicatore televisivo.
    La vicenda di Castagna è potente, nè Vespa nè Santoro riuscirebbero a stravolgerla.
    Non credo, fra l’altro, che nessuno dei due abbia questi loschi interessi a traviarla.

    2 Marzo, 2010 - 9:52
  13. Leopoldo

    Mi spiegate che cosa intendete esattamente per perdono?

    2 Marzo, 2010 - 10:06
  14. tonizzo

    Per me significa: quello che hai fatto è sbagliato e da condannare. E’ una macchia in questa pagina del libro della mia vita. Ma lo perdono. Cerco cioè di voltare pagina e andare avanti nonostante l’esecrabilità di quanto hai fatto. Per questo ciò non toglie che la macchia, ossia la cicatrice, resti.

    2 Marzo, 2010 - 11:39
  15. Francesco73

    Per perdono si intende: mi hai colpito ma io ti abbraccio e ti accolgo, perchè in questo abbraccio c’è una potenza d’amore che scioglierà il male che è dentro di te e il rancore che è dentro di me.
    E soprattutto potremo poi stare insieme, che è il proprio dell’ideale cristiano.
    Mentre il male, ma anche una perfetta giustizia retributiva priva di misericordia, ci tiene separati, come vuole Colui che divide.

    2 Marzo, 2010 - 12:01
  16. Clodine

    Sarebbe interessante, prima di parlare del perdono, cercare di capire cosa sia l’odio, quel sentire intenso, fortissimo, tanto che la ragione non lo riesce a dominare, una roba, l’odio, che spesso si fonde con la stessa morte: morte interiore, ma non solo, talvolta neppure il cuore più buono e generoso riesce a elaborarlo e spesso può portare l’individuo finanche al suicidio. Pensiamo a Primo Levi, giusto per fare un esempio; uno dei pochi testimoni dei campi di sterminio, un intellettuale di grande spessore e sensibilità, il quale per quanto razionalista e nonostante continuasse a ripetere: “La ragione riuscirà a dominare l’odio” alla fine, dinnanzi al suo stesso limite, cede…sperimentando il fallimento di fronte a questo sconvolgente sentimento che risucchia l’anima all’interno di un dinamismo inarrestabile.Certo è difficile, molto difficile, anche l’apostolo Pietro sperimenta questo limite e chiede a Gesù quante volte occorra perdonare, da li la famose risposta “settanta volte sette”, cioè sempre. Il Perdono, o la capacità di perdonare non è mai farina del nostro sacco, è sempre un dono dall’alto, una Grazia che viene elargita a l’innocente che ha subito il torto, e proviene da quella sconfinata MIsericordia che è il cuore di Dio! E’ un salvezza il perdono, sia darlo, e accoglierlo…in questa vita, prima ancora che nell’altra..e quando non si rifiuta questo dono, il cuore si pietrifica e si resta nell’inferno, senza pace, in eterno!.

    2 Marzo, 2010 - 12:55
  17. Clodine

    Venia: “Quando LO Si rifiuta….il cuore si pietrifica…

    non “quando non si rifiuta”…

    2 Marzo, 2010 - 13:00
  18. “Il Perdono, o la capacità di perdonare non è mai farina del nostro sacco, è sempre un dono dall’alto, una Grazia che viene elargita a l’innocente che ha subito il torto, e proviene da quella sconfinata MIsericordia che è il cuore di Dio! E’ un salvezza il perdono, sia darlo, e accoglierlo…in questa vita, prima ancora che nell’altra..e quando LO SI rifiuta questo dono, il cuore si pietrifica e si resta nell’inferno, senza pace, in eterno!.”

    Condivido al 100%.

    2 Marzo, 2010 - 13:45
  19. Mabuhay

    Leopoldo:…cosa intendo per perdono…beh, cosa ho capito fino ad ora e cosa cerco di condividere…

    Perdono e’ la giustizia di Dio. In atto.
    Giustizia, che ci e’ mostrata e spiegata da Gesu’,
    che ne e’ modello vivente e fedele.
    Fino all’ultimo istante, sulla croce. Misericordioso.

    …un po’ nella stessa linea di Clo…

    3 Marzo, 2010 - 7:48
  20. Clodine

    Mabuhay a proposito di porta a porta, il riferimento non era del tutto casuale…hai visto… hanno messo il bavaglio pure a Vespa..ahahahhh.

    3 Marzo, 2010 - 9:06
  21. tonizzo

    Gli avvocati di Rosa Bazzi e Olindo Romano hanno ben pensato di presentare una nuova linea difensiva: i Castagna avrebbero avuto una strage interna alla famiglia o una roba del genere.
    E’ quando vedo queste cose, quando vedo che il perdono cristiano viene sporcato in questo modo, che sono contento di aver buttato la toga alle ortiche. L’espressione “è lavoro” o “il cliente viene prima di tutto”, continua a darmi i brividi. Sono contento di avere ancora una coscienza.

    4 Marzo, 2010 - 8:07

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