Come mai non si fa sentire nessuno dei morti?

Come mai «non si fa sentire nessuno dei nostri morti? Neanche i santi si fanno sentire. Che vuol dire questo silenzio?»: una persona semplice si sfoga con me sul silenzio di Dio e precisa che l’avverte solo ora, dopo gli ottanta e dopo la morte della moglie. E’ l’attacco di un mio articolo che appare ora sulla rivista “Il Regno”. Nel primo commento l’intero incipit dell’articolo.

2 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Questo infinito silenzio. Il mio amico lo mette, quel silenzio, tra una decina d’altre lamentazioni: «Non ci sono più i giovani nelle chiese. Non puoi fidarti neanche dei preti. Uomini si sposano con uomini e donne con donne. Il papa dice che va bene così e che tutti si salvano». Io provo a rispondere.
    Sui giovani, sui preti, sul sesso, sul papa qualche parola ce l’ho e il dialogo fa due o tre passi nella diversità delle lingue.
    Ma l’interlocutore torna repentino sulla faccenda dei morti, l’unica alla quale non ho risposto.
    Mi racconta di un vicino di casa che «aveva in sogno le parole dai morti e i numeri del lotto ma che ora neanche lui li sente più».
    A udire dei morti che danno i numeri da giocare, torno eloquente: «Ai morti non dobbiamo chiedere aiuti materiali, ma cose più importanti. Li dobbiamo trattare come trattiamo Dio nella preghiera del Padre nostro, che ci insegna a chiedere ciò che conta».
    Mi ferma: «A me non importa dei numeri del lotto. Volevo dire che ora nessuno sente più i morti: né il mio vicino che aspetta i numeri, né io che ai morti chiedo di dirmi che trovo quando vado di là».
    Gli suggerisco di porre la domanda nella trama del Padre nostro: «Venga il tuo Regno e aiutami a credere che un giorno ti vedrò». «Devo farti una confidenza», mi dice a questo punto: «Io la domanda al Signore l’ho fatta ma neanche lui mi risponde».
    Devo ammettere che questo infinito silenzio l’avverto anch’io: di Dio, degli angeli, dei santi, dei morti.

    27 Giugno, 2019 - 23:13

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