“Orientamenti” del Papa ai cattolici cinesi

Prima pietra d’inciampo nel cammino di avvicinamento tra Vaticano e Cina – dopo l’Accordo sulle nomine dei vescovi firmato il 22 settembre scorso – e prima protesta vaticana: “La Santa Sede chiede che non si pongano in atto pressioni intimidatorie nei confronti delle comunità cattoliche ‘non ufficiali’, come purtroppo è già avvenuto”. E’ l’attacco di un articolo che mi era stato chiesto ieri dal “Corriere della Sera” e che poi non è stato pubblicato: la giornata era affollata di fatti che il mio quotidiano avvertiva come più urgenti. Riporto quel mio testo nei primi tre commenti.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La protesta vaticana è contenuta in un documento pubblicato ieri con il titolo “Orientamenti pastorali per i vescovi e i sacerdoti della Repubblica popolare cinese”.
    Le “pressioni” che ora vengono denunciate mirano a ottenere dai vescovi e dai sacerdoti che vorrebbero il riconoscimento ufficiale la firma di una dichiarazione con la quale accettano “il principio di indipendenza, autonomia e auto-amministrazione della Chiesa in Cina”: è il principio della Chiesa “patriottica” che i “clandestini” non hanno mai accettato.
    Il documento pubblicato ieri dice che sono in corso trattative per la soluzione del contenzioso, ma si vede che vanno a rilento e – anche per accelerarle – in Vaticano devono aver deciso di battere un colpo.

    29 Giugno, 2019 - 18:17
  2. Luigi Accattoli

    Libertà di coscienza. Il testo è fermo nella protesta ma è elastico nel prospettare le vie di uscita dal conflitto. «Se un vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente ma il testo della dichiarazione per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica» – vi si legge – egli «preciserà per iscritto, all’atto della firma, che lo fa senza venir meno alla dovuta fedeltà ai principi della dottrina cattolica». Se non gli viene concesso di mettere per iscritto questa precisazione, chi chiede di essere registrato – dice ancora il documento – «la farà anche solo verbalmente, e se possibile alla presenza di un testimone».
    Se infine qualcuno non accetta comunque quella condizione per il riconoscimento, a Roma ne prenderanno atto e non verrà forzato: “La Santa Sede comprende e rispetta la scelta di chi, in coscienza, decide di non potersi registrare alle presenti condizioni”.

    29 Giugno, 2019 - 18:18
  3. Luigi Accattoli

    Pazienza e umiltà. Il documento invita ad atteggiamenti prudenti l’intera comunità cattolica cinese: «Tutti – Santa Sede, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici – sono chiamati a discernere la volontà di Dio con pazienza e umiltà in questo tratto del cammino della Chiesa in Cina, segnato da tante speranze ma anche da perduranti difficoltà».
    Insieme a questo invito viene richiamata anche la rassicurazione che dovrebbe venire dal punto centrale dell’accordo sottoscritto, che ha riconosciuto «il ruolo peculiare del Successore di Pietro». E quindi – è il convincimento del Papa e dei suoi collaboratori – anche le formule di indipendenza esigite dagli apparati amministrativi vanno “interpretate non in senso assoluto, cioè come separazione dal Papa e dalla Chiesa universale, ma relativamente alla sfera politica, secondo quanto avviene in ogni parte del mondo nelle relazioni tra il Papa e una Chiesa particolare o tra Chiese particolari”.

    29 Giugno, 2019 - 18:18

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