Alla stazione di Bologna in cerca dei barboni

E’ venerdì e un gruppo di una dozzina di ragazzi si ritrova per preparare la cena dei “barboni” che dormono alla stazione centrale di Bologna. Una parte di noi fa il “giro” dei negozi per raccogliere pane, salumi e brioches che non sarebbero vendibili all’indomani. Poi ci si raduna in parrocchia dove altri, specie i minori di 16 anni che non possono andare in stazione, tagliano il pane e imbottiscono i panini, dividendoli tra formaggio (per i musulmani) e carne. E magari pensi che qualcuno riceverà in mano ciò che stai preparando e che quello sarà tutta la sua cena, o il primo pasto decente da giorni. In un’ora si incartano fino ad una cinquantina di panini. – Un giovane amico di nome Pietro Canelli ha fatto su mia richiesta questo racconto che continua nel primo commento al post. Ringrazio Pietro e mi complimento per la sua scrittura e per quello che fa il venerdì sera, quando gli altri ragazzi si godono la prima serata libera della settimana.

33 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Continua il racconto di Pietro Canelli iniziato nel post. Verso le otto e mezza i sacchi sono pronti e si cena nella canonica che è la casa dei nostri tre preti ma è anche un porto di mare dove telefono e campanello squillano ininterrottamente e dove i parrocchiani, i migranti e chiunque voglia può vivere una vita di comunità per periodi più o meno brevi, due giorni o due anni. E’ essenziale per gli autoctoni la cena: è obbligatorio mangiare tutti assieme e non parlare al cellulare pena il lavaggio dei piatti. Si apparecchia per una mezza dozzina di persone in più e a tavola puoi incontrare un venezuelano capo-scout, un elettricista afghano o un ragazzo ai domiciliari, oltre a una serie di parrocchiani altrettanto improbabili.
    Dopo cena arrivano altri ragazzi. Ci si ferma in chiesa dove a turno uno di noi guida un momento di preghiera. Bastano dieci minuti e si è fuori a caricare sui furgoncini e sulle auto i cibi e il the caldo. Si arriva al Piazzale Est della stazione verso le 9, dove il grosso dei senzatetto attende impaziente noi e i nostri “colleghi” di Crevalcore che, oltre ai viveri, portano il prete. Appena arrivati si forma un cerchio per un Padre Nostro, mischiati ai barboni. Ci mettiamo a semicerchio in coppie, ognuna delle quali distribuisce qualcosa di diverso alla maniera dei self-service: i panini, da bere, la frutta e le brioches o i cioccolatini, quando ci sono.
    Non si tratta solo di sfamare gli affamati ma di parlare, dare attenzione, trattarli da esseri umani spesso solo tramite un gioco di sguardi che vale più delle parole. Non tutti si fermano a chiacchierare, ma i pochi che lo fanno hanno storie sbalorditive: di viaggi, di figli lontani, di speranze e di manrovesci della fortuna che li hanno portati in quella situazione.
    I più adulti, se avanza qualcosa, vanno alla ricerca di quelli che, per orgoglio o sfinimento, sono restati nei loro “rifugi”: i sottopassi e i passaggi tra un edificio e l’altro, dove si è più riparati dal vento. Le situazioni più toccanti si trovano in sala d’attesa dove il caldo richiama i più deboli. Verso le 11 si ritorna a casa con qualcosa dentro.

    2 Febbraio, 2011 - 20:13
  2. Un bacio a Pietro per la sua semplice grandezza e per sapere – e volere – praticare quell’amore universale che è -e dovrebbe sempre essere – alla base di ogni esistenza.

    2 Febbraio, 2011 - 20:19
  3. Marco

    Bravo Pietro!!!

    “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

    Grazie anche a Luigi.

    2 Febbraio, 2011 - 21:37
  4. Clodine

    Un abbraccio a Pietro, che ci rammenta l’importanza di essere testimoni autentici. C’è un’illusione che perdura, purtroppo, nella mentalità di noi cristiani: separare arbitrariamente il culto dalla vita, il mestriere di cristiani da quello di umini, i doveri religiosi dalla pratica dell’amore per il fratello. Percorsi i metri che separano la chiesa da casa ci si rintana nel proprio orticello e si considera “chiuso” per resto della settimana il capitolo Dio. E invece…il capitolo Dio, ne apre tanti altri…

    3 Febbraio, 2011 - 6:54
  5. Spero che i pessimisti siano rincuorati.

    Questi “alternativi” sono una realtà silenziosa in tutta Italia,
    ma sono persone, anche pensanti,
    pregano, servono, pensano,
    ma vivono anche le normali tematiche
    di tantissimi giovani,
    lavoro, precariato, affetti, sessualità, etc.

    Le persone non vivono a compartimenti stagni.

    Ma il servizio,
    è di tutti.

    Lavare i piedi agli altri è l’altra faccia dell’Eucarestia,
    grazie a tutti coloro che in tutta Italia fanno come questi ragazzi di Bologna,
    Gesù in persona continua a lavare i piedi agli uomini e donne.

    Grazie Luigi, di questa esperienza.

    3 Febbraio, 2011 - 8:14
  6. giosal

    Luigi, Clodine, Matteo.
    In un post poco addietro, per caso, accennai alla barbona di S. Maria Maggiore perché l’avevo vista qualche giorno prima. Una visione che mi riportò in una realtà che io stavo dimenticando, in quanto nella zona in cui vivo non si verifica.
    La presente testimonianza mi conforta perché, probabilmente, le persone che s’impegnano in un aiuto sono più numerose di quanto parrebbe.
    Vedo la testimonianza anche come invito a noi tutti a dedicare parte – buona anche se minima – del nostro tempo a forme di sostegno verso i più deboli. Una sorta di servizio civile, ma volontario, che tra l’altro può contribuire a mantenere quelle relazioni ideali di sostegno tra generazioni che nelle società moderne sembrano dissolversi. Un caro saluto

    3 Febbraio, 2011 - 8:46
  7. Leopoldo

    Non mi vanto mai di nulla, perché in verità non trovo nulla di cui vantarmi. Di una cosa però sono contento, che mia figlia fa le stesse cose, quotidianamente. Lei non ne parla con nessuno, neppure con me, ma io di questa figlia, che so essere altro da me, ebbene mi compiaccio. Scusatemi ma oggi lo faccio perché sono in crisi di autostima, come si dice.

    3 Febbraio, 2011 - 9:33
  8. Ombretta

    Sono lieta di inserirmi nel vostro dialogo con una così bella storia che mi rincuora sulla bontà che persiste nonostante tutto e certo “alla faccia” dei madia che parlano solo di odience negative come se fosse rara la normalità e addirittura sepolta la bontà. Grazie Luigi per la tua accoglienza!

    3 Febbraio, 2011 - 10:19
  9. Clodine

    Caro Leopoldo, credo che se tua figlia è la persona bella qual’ è -motivo per il quale ne vai fiero- è perché nel salvadanaio della sua interiorità qualcuno vi ha depositato un bel gruzzolo di valori …e certe ricchezze, generalmente, si ereditano!Un caro saluto.
    Il mio benvenuta ad Ombretta!

    3 Febbraio, 2011 - 11:23
  10. Clodine

    venia : benvenuto

    3 Febbraio, 2011 - 11:51
  11. Alexandros

    Come si suol dire: “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. A quei giovani va tutto il mio apprezzamento. L’informazione non ne parla, ma se ci si avvicina al mondo del volontariato si scopre che come loro ce ne sono molti, davvero. Molti a volte non sono neanche cristiani, e costituiscono per chi invece cristiano lo è un bel segno.
    E a proposito di povertà, credo che i cristiani (vescovi inclusi) dovrebbero far sentire la loro voce in modo più forte. Ho sentito che la nuova ricetta per far partire l’economia sarebbe modificare l’art. 41 della Costituzione. A quale modello di economia si sta puntando? Ad un modello che subordini la persona alle esigenze del mercato? Infastidiscono quei limiti posti al capitale e alla proprietà, ossia l’utilità sociale e il rispetto della sicurezza, della libertà e della dignità umana? Ritengo che scelte governative di questo tipo siano ancor più dannose e antievangeliche dei recenti fatti di cui si è discusso.

    3 Febbraio, 2011 - 11:53
  12. gino gandolfo

    Credo che sia importante dare rilievo e spazio a queste notizie e diffonderle, oggi infatti il problema è cosa fa notizia? paradossalmente le buone notizie sono per i giornali solo le notizie brutte, le storie come quelle di Pietro non importano a nessuno…..tranne a qualche uomo di buona volontà ( grazie Luigi ) che cercano di diffondere la “buona notizia” …….un abbraccio a tutti quelli che sperimentano la salvezza nell’incontro con “L’altro”…..un caro a tutti gli amici che numerosi condividono il blog.

    3 Febbraio, 2011 - 13:38
  13. Marilisa

    Questa è la testimonianza autentica del Vangelo vissuto,ed è davvero confortante e commovente.
    Mi piace tutto di un cristianesimo manifestato da una carità così limpida e grande,ma mi colpiscono particolarmente le parole con cui si evidenzia l’importanza di dare attenzione ai barboni,di ascoltarli,di considerarli “fratelli”,importanti come tutti gli altri esseri umani. E si comprende il perché: nelle loro persone è presente Gesù Cristo stesso.Sembra ovvio dirlo,ma è altrettanto ovvio constatare che spesso la cosiddetta “carità” è solo una parola vuota di significato,un fare l’elemosina in modo sbrigativo senza vedere negli altri i fratelli più sfortunati.
    Le parole di Pietro Canelli insegnano molto a tutti noi.
    Grazie.

    3 Febbraio, 2011 - 13:58
  14. LEONE

    Una bella intervista, il racconto di una vita semplice e profetica.

    3 Febbraio, 2011 - 15:24
  15. Gioab

    Il gentile Marco scrive: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

    Con il permesso di Marco e approfittando della pazienza e generosità di Luigi mi permetto offrire alla meditazione di chi vuole approfondire, una versione un po’ diversa e più restrittiva che non ha la presunzione di essere infallibile e che non vuole pesare sulla coscienza di nessuno, ma solo offrire materiale di meditazione perché l’argomento, riconosco è scabroso, e ciascuno deve utilizzare il proprio grano salis in materia.

    Esaminando la scrittura citata da Marco, la domanda da farsi è : “chi sono i miei fratelli più piccoli ? “ (Matteo 25.40) – Si dovrebbero considerare tutte le persone come “fratelli” ?

    Gesù stesso ha spiegato chi sono i fratelli : – “Chiunque fa la volontà di Dio mi è fratello e sorella e madre”. ( Marco 3.35) e viene ribadito anche da Matteo : – “ “chiunque fa la volontà del Padre mio che è in cielo, egli mi è fratello e sorella e madre”.” ( Matteo 12.49-50) -: “Mia madre e i miei fratelli sono questi che odono la parola di Dio e la mettono in pratica”. ( Luca 8.21)

    Quindi Gesù fa una differenza fra “chi fa” e chi non fa la volontà di Dio. Anche (1 Giovani 3.10) fa una differenza dicendo che ci sono figli di Dio e figli del diavolo, ne consegue che non tutti sono fratelli dal punto di vista di Dio perchè non facendo la sua volontà non sono suoi figli ma sono figli di un altro padre.

    Come si fa dunque a sapere che tipo di comportamento adottare ? Sempre Gesù ha spiegato: – “Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione. Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse.” ( Matteo 18.15-17)

    Quindi chi non è interessato a conoscere le regole della famiglia cristiana andrebbe visto come un esattore di tasse non come un povero fratello allontanato o bisognoso.

    Ne è un esempio la parabola definita del “figliol prodigo.” Quando il figlio chiese di andarsene, il padre non lo impedì e lasciò che sperperasse la sua eredità. Fece la festa solo quando il figlio tornò a umiliarsi presso il Padre, ma se non lo avesse fatto il padre non sarebbe andato a rifocillarlo con qualcosa di meglio dato che si cibava delle carrube dei porci.” ( Luca 15.11-24). – “Doveva tornare in sé per poter essere considerato figlio e fratello”

    “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non di malavoglia o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro.” ( 2 Corinti 9.7)

    3 Febbraio, 2011 - 17:23
  16. LEONE

    Il problema Gioab è che c’è anche la parabola del Buon Samaritano che manda un po’ in crisi i tuoi ragionamenti……

    3 Febbraio, 2011 - 17:28
  17. Gioab

    @ Leone

    Bravo Leone, ha qualche ragione. Infatti io ho specificato che non ho la pretesa di essere infallibile, ma ho scritto che ciascuno dovrebbe usare il proprio grano salis secondo la propria coscienza perché l’argomento è scabroso.

    Considerando il buon Samaritano, anche in questo caso ci sono considerazioni da fare (sempre senza nessuna pretesa e lasciando a ciascuno la propria indipendenza di giudizio e di azione).

    La storia dice: – “ Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde fra i ladroni, che lo spogliarono e gli inflissero colpi, e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. “ ( Luca 10.30-37)

    “Cadde fra i ladroni”, è una imprevedibilità non voluta ovvero una situazione non legata ad una volontaria decisione di andare a mettersi in pericolo o procurarsi un danno, per contestare il sistema in piazza o perché avendo agito con rabbia si è provocato un danno o perché ha agito con imprudenza ed è divenuto povero perché si è giocato i soldi alle macchinette, o perché li spende per la droga ecc..

    A ben vedere anche in questo caso del buon samaritano, le ragioni vanno considerate perché un atto di generosità potrebbe rivelarsi un danno per chi la riceve non un beneficio e una responsabilità per chi la fa rendendolo di fatto complice di un danno seppur involontariamente.

    Ovvero la questione non è quella di chiudersi gli occhi e fare pur di fare, bensì di agire con “ragionevolezza e prudenza” “Cadde fra i ladroni” non se li è andati a cercare i ladroni.
    Ricorda la storiella ? Insegnare a pescare è meglio che donare il pesce perché con un pesce lo sfami un giorno se insegni a pescare lo hai sfamato per sempre.

    Davide disse a Salomone : – “ e tu devi essere forte e mostrarti uomo. E devi osservare l’obbligo verso Geova tuo Dio camminando nelle sue vie, osservando i suoi statuti, i suoi comandamenti e le sue decisioni giudiziarie e le sue testimonianze, conforme a ciò che è scritto nella legge di Mosè, affinché tu agisca con prudenza in ogni cosa che farai e dovunque ti volgerai;” ( 1 Re 2.2-3)

    “La vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini.” ( Filippesi 4.5)

    “Quindi Gesù gli disse: “Va e fa anche tu lo stesso”. ( Luca 10.37)

    3 Febbraio, 2011 - 17:59
  18. LEONE

    Il Samaritano è stato Buono non ragionevole, ha avuto compassione….

    3 Febbraio, 2011 - 18:31
  19. Gioab

    @ Leone
    E’ vero ha avuto compassione. Mi permetta un’annotazione solo come ipotesi di scuola.

    Poichè Dio ha deciso che punirà i colpevoli e non solo adulti ma anche i bambini si potrebbe sostenere che essendo Lui l’Amore , non ha compassione !

    Qualora la persona (il peccatore) decidesse che vuole persistere in una condotta peccaminosa, avrebbe diritto a godere della compassione ?

    “Nel caso che tuo fratello, figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia o la tua moglie prediletta o il tuo compagno che è come la tua propria anima, tenti in segreto di sedurti, dicendo: ‘Andiamo a servire altri dèi’, che non hai conosciuto, né tu né i tuoi antenati, alcuni degli dèi dei popoli che sono tutt’intorno a voi, quelli che ti sono vicini o quelli che ti sono lontani, da un’estremità all’altra del paese, non devi acconsentire al suo desiderio né ascoltarlo, né il tuo occhio lo deve commiserare, né devi provar compassione, né coprirlo [protettivamente]; ma devi ucciderlo immancabilmente. La tua mano deve venire per prima su di lui per metterlo a morte, e dopo la mano di tutto il popolo. E lo devi lapidare con pietre, e deve morire, perché ha cercato di farti allontanare da Geova tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa degli schiavi. Quindi tutto Israele udrà e avrà timore, e non faranno più in mezzo a te una cosa cattiva come questa.” ( Deuteronomio 13.6-11)

    “Chi ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre.” ( Ebrei 10.28)

    Il Re Saul disubbidì alle disposizioni di Dio mostrando compassione e fu disapprovato. ( 1 Samuele 15.2-24)

    Però non è obbligato ad accettare la mia tesi. Nella sua libertà la sua coscienza deve guidarla, non le mie chiacchiere

    3 Febbraio, 2011 - 19:47
  20. Marco

    Gentile Gioab,
    contestualizzo la frase tratta da Mt 25,31-46:

    “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

    Penso che qualsiasi ignudo, forestiero, carcerato, affamato, assetato, malato sia uno dei “fratelli più piccoli”,
    L’amore verso il prossimo è elemento discriminante nel momento del Giudizio: credo sia questo l’insegnamento più importante del brano.

    E Pietro C. lo mette in pratica. Perciò: BRAVO!!!

    3 Febbraio, 2011 - 20:05
  21. Gioab

    @ Marco

    Gentile amico non devo e non voglio essere io il giudice della sua coscienza. Ciascuno di noi ha una sua capacità di analisi, di ragionamento e di coscienza.

    Non credo di dover competere con lei su chi ha ragione o torto.

    Ho espresso un punto di vista e avevo anche specificato “diverso”.

    Ho spiegato con le scritture chi sono “i minimi fratelli” di Gesù e perché. Lo può rileggere in Gioab scrive, 3 febbraio 2011 @ 17:23

    Lei non è obbligato a credere. Faccia come pensa sia giusto. “Ciascuno faccia come ha deciso nel suo cuore, non di malavoglia o per forza, poiché Dio ama il donatore allegro.” ( 2 Corinti 9.7)
    Libero di applaudire Pietro C. è una sua facoltà.

    3 Febbraio, 2011 - 20:30
  22. Marco

    Gentile Gioab,
    anch’io non ho intenzione di competere. La mia era una riflessione sull’amore per il prossimo come elemento discriminante nel Giudizio.
    Lei non è d’accordo?

    3 Febbraio, 2011 - 20:48
  23. Gioab

    @ Marco
    Se l’invito è a esprimermi sull’elemento discriminante, come ho spiegato, l’amore è una parola grande che andrebbe analizzata nei dettagli e nei modi di esprimerlo.

    Lei sa che l’amore traduce il greco storgè, philia,eros e agape e ci conduce inevitabilmente a considerare ogni caso come un caso a se benché spesso considerato senza esaminare troppi particolari.

    Per questo lascio a ciascuno il giudizio su ciò che la propria coscienza suggerisce. Per quanto mi riguarda ritengo che le Scritture contengano un elemento di discriminazione tra i figli di Dio e quelli del Diavolo, e anche alla luce di : – “Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici. Voi siete miei amici se fate quello che vi comando.” (Giovanni 15.13-14) – E’ evidente la conclusione.

    Gesù sta dicendo che il sacrificio della sua vita era stato fatto solo in favore dei suoi amici. Questo conferma la scrittura che c’è dice che c’è una sola via, un solo pastore, una sola verità. Al di fuori di questo non c’è salvezza. Questo è discriminazione in favore di chi ci vuole stare.

    (Atti 4.12) : – “ non c’è salvezza in nessun altro, poiché non c’è sotto il cielo nessun altro nome dato fra gli uomini mediante cui dobbiamo essere salvati”.
    Questa è una discriminante che tra l’altro condanna le unioni di preghiera o di presenza con religioni diverse che si riuniscono e non si capisce per fare cosa ?

    E questo ci riconduce a coloro che si affidano alla religione per i motivi più disparati: per paura dell’inferno, per essere sfamati , per ottenere favori dalla gerarchia, per essere come i cristiani del riso in cina o i cristiani che si rivolgono a Pascual Abaj nella chiesa di S.Thomas di Chichicastenango come scritto in Gioab scrive, 29 gennaio 2011 @ 19:10
    e le religioni potrebbero sfruttare queste necessità per raccogliere adesioni che poi si rivelano un armata brancaleone.

    Ritengo quindi che la discriminante c’è ed è pure macroscopica. Può non piacere ma così è, se non piace basta togliere di mezzo il libro e poi si fa come si vuole. Ma piegare i principi del libro secondo comodità mi sembra un po’ ipocrita.

    3 Febbraio, 2011 - 21:41
  24. Lycopodium dove seiiiiiiiiiii ??????

    Tu che sei attento alle traduzioni, non ti puoi perdere queste “chicche” che ci ha proposto Gioab nel suo post h 17:23 …

    “uomo delle nazioni”…. dovrebbe essere credo “pagano”
    “esattore di tasse” …. dovrebbe essere credo “pubblicano”

    Help, help me….

    4 Febbraio, 2011 - 8:04
  25. E non finisce qui…
    perchè
    “L’assemblea”…. la muta in…. “congregazione”….
    Sarà stata una svista…

    4 Febbraio, 2011 - 8:09
  26. Marco

    In Mc 9,38-40 sta scritto anche:

    In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”. Ma Gesù disse: “Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi”.

    4 Febbraio, 2011 - 8:59
  27. Clodine

    Conosco fratello Gioab da poco, ma quel che scrive comprendo essere “Testimone” …Ora, sappiamo tutti che i “testimoni” hanno una traduzione, diciamo farraginosa delle sacra Bibbia, ok, ma almeno è sempre la stessa dal lontano 1852. Tutto si può criticare da quei testi, che non sono tradotti in modo raffinato, che spesso i fautori della congregazione sono portati ad espungere i brani onde portare avavnti le loto teorie teologiche condivisibili o nemo, però…viva Dio…è sempre lo stesso testo! Che dire di noi, cattolici, che subiamo supinamente la “cangianza” dei testi liturgici nei Messali a partire dal lontano 1962 passando attraverso gli anni 1970 fino al 2002 si consta un vera e propria ‘mutazione genetica’ operata dalla Chiesa conciliare. Va bene che ormai ci hanno abituati ad entrare a gamba tesa in questa pratica fatta di affascinanti parole e dotte citazioni, che possono risultare pure accattivanti e convincenti per carità, ma che sono davvero imbarazzanti …chi è addentrato ed ha confidenza con le S.Scrittura ne registra le “variazioni” e le contaminazioni …il guaio è che se le deve sorbire, e pure in silenzio….

    4 Febbraio, 2011 - 9:24
  28. Gioab

    @ Marco
    Distinto amico, la ringrazio per la segnalazione di Marco 9.38-40, ma poiché la mia comprensione non è “universale” devo chiederle di spiegarmi cosa intende. Non vedo il nesso con la “discriminazione” tra chi è fratello e chi non lo è.

    E’ evidente che chi fa miracoli nel suo nome non è un barbone o in pubblicano. E’ evidente che non è contro ! ( Nel suo nome è a favore). Quindi è da considerare “minimo fratello”.
    Spero di non avere detto una scemenza. Mi perdoni se ho sbagliato.

    @ Ubihumilitas per sua informazione e a maggior chiarimento secondo la sua richiesta:

    Gli ebrei di solito evitavano di proposito di stare in compagnia degli esattori di tasse e li consideravano dei peccatori alla pari delle meretrici. Inoltre disprezzavano gli esattori di tasse perché erano al servizio di una potenza straniera, Roma, e in stretto contatto con gentili “impuri”. Quindi trattare un “fratello” che aveva mostrato d’essere un peccatore impenitente come un “esattore di tasse” significava evitarne volutamente la compagnia. — (Mt 18:15-17.)

    (Matteo 18,15-17 Nuova Riveduta) : – “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.”

    Il commentario di Matteo 18.17 su laparola.net traduce al posto di “dillo all’assemblea” con “dillo alla chiesa” è evidente che la chiesa è l’assemblea e l’assemblea è la congregazione dei fratelli – i significati sono simili seppur con parole diverse trasmettono lo stesso concetto.) – “riunione di fratelli”

    “Nell’antica Roma, era detto pubblicano l’appaltatore di tributi in genere per i terreni pubblici. In altre parole era un dipendente del governo d’occupazione romano. Il termine “pubblicano” deriva dal latino public?nus, dalla radice publ?cum che significa: tesoro pubblico, imposte. I pubblicani erano presenti in tutto l’impero dove si raccoglievano i tributi: ancora all’epoca dell’imperatore Traiano, public?nus era il termine latino normalmente adoperato per designarli. La loro cattiva fama era spesso peggiorata dal fatto che alcuni erano soliti ad abusi e sfrenatezze. Spesso, inoltre, i pubblicani traevano arbitrariamente vantaggio dall’indeterminatezza con cui l’apostolo Matteo era un esattore delle tasse e quindi un pubblicano;venivano stabilite le tasse.” – Wikipedia

    “Gli Ebrei riguardavano i pubblicani come scomunicati; parificati ai pagani, non avevano nessun diritto ai privilegi del popolo d’Israele. Il nostro Signore, senza approvare o disapprovare l’applicazione di questa disciplina nella sinagoga, prescrive che se l’offensore ricusa di ascoltare il consiglio e di sottomettersi alla sentenza della Chiesa, egli sia trattato come un pubblicano od un pagano: sia considerato, cioè, come separato dalla Chiesa e non più come fratello.” – Dal commentario di Matteo 18.17 – laparola.net

    Saluti

    4 Febbraio, 2011 - 9:39
  29. Gioab

    @ Clodine
    Ringrazio la sig.ra Clodine per l’amabile concetto espresso e approfitto della sua benevolenza per specificarle che condivido molti dei punti di vista dei testimoni, ma per sincerità mi corre l’obbligo di precisare che la verità non ha casacca e non è un esclusiva per pochi, ma io rivendico la mia indipendenza e sottomissione solo al Testo non all’uomo benché indegnamente e con molta incapacità .
    “Se tu guardassi gli errori, o Iah,O Geova, chi potrebbe stare in piedi?” Salmi 130.3-4

    Comprendo il suo punto di vista sulle variazioni o cambiamenti e se mi permette, non sono contrario per principio, ma condivido la sua contrarietà quando sono fatte per motivi diversi da ciò che è correzione dovuta a maggior o miglior comprensione del Testo.

    La conoscenza avanza in base al progresso delle conoscenze (storiche, archeologiche, geografiche) con l’aumentare della Grazia che avanza come il sorgere del sole facendo aumentare la luce, per questi motivi le variazioni possono essere condivise, ma non per le ragioni che lei elenca.

    E’ comunque meritevole di lode per il suo scritto che rivela una vista acuta e penetrante
    “è per tuo ordine che l’aquila vola verso l’alto E costruisce in alto il suo nido, Che risiede sulla rupe e passa la notte Sul dente di una rupe e in un luogo inaccessibile? Di là deve cercare da mangiare; I suoi occhi continuano a guardare lontano.” ( Giobbe 39.27-30)

    Saluti

    p.s. mi creda non è per nulla farraginosa ma molto pregevole perché apre e non chiude.

    — ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere- e hai serbato la mia parola e non ti sei mostrato falso al mio nome. ( Apocalisse 3.8)

    4 Febbraio, 2011 - 10:48

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