“Pisè, io e te contro ogni regola sempre”: scritta in nero sul muraglione di un terrapieno lungo la via Cavour a Roma, poco dopo la Salita dei Borgia per chi vada verso i Fori Imperiali.
Contro ogni regola sempre
36 Comments
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Schierarsi sempre contro ogni regola rappresenta una regola terribilmente impegnativa. Ma molto presto Pisello e Pisella scopriranno quanto possono essere gratificanti le eccezioni.
il moralista è per sua stessa natura ligio a ogni regola. Anche insopportabile e ingiusta, per il bene della collettività. Non posso dunque essere solidale con i due “pisé” in oggetto 😀
ps. nota di colore: mio zio, da piccoletto, mi chiamava spesso pisé
l’abate agostiniano Gregorio Mendel ha scoperto e dimostrato le basilari leggi dell’ereditarietà genetica osservando i caratteri ereditari dei fenotipi manifestati dai genotipi del “pisello odoroso”.
Quella scritta ovviamente si riferiva a questo evento: illuminante esempio di sostegno tra fides et ratio.
La prima cosa che mi hanno insegnato, quando ho cominciato a fare fotografie per hobby, è che ci sono delle regole da rispettare. La fotografia è un fenomeno fisico, prima che artistico (le leggi dell’ottica, la sensibilità delle pellicole, la “regole dei terzi”….)
La seconda cosa che mi hanno insegnato è che una volta che possiedi le regole, puoi usarle come ti pare: le regole servono solo per aiutarti ad esprimere quello che hai dentro.
La terza cosa che mi hanno insegnato, è che le prime due valgono solo se hai qualcosa da dire…
… no, ignigo, non provocareeeeee… che poi ci accusano di libertinaggio, linguaggio osceno in pubblico pianerottolo…. ma “pisello odoroso”, proprio…. noooooooooooo…………. resisto, resisto…
esgesippo, sembrano le tre leggi della robotica re-interpretate da Asimov!!! mitico.
Solo se ci si dà delle regole ferree si può provare l’ebbrezza vitale di violarle. Spero i due pisé lo sappiano già o lo scoprano presto.
“Non ne posso più di mangiare spinaci” disse Pisellino a papà Braccio di Ferro in una sequenza del fumetto ovviamente mai pubblicata. E sì che le regole in quella famiglia erano ferree.
Non mi fermo,aaaanzi, dirò di più: i due generi di pisello vennero distinti in “pisello odoroso e pisello rugoso”.
Per informazioni su pisello odoroso e rugoso cfr.
Marantz Henig Robin, “Il monaco nell’orto. La straordinaria vicenda di Gregor Mendel, il padre della genetica”,
Garzanti 2001, circa 20 euro.
t’è capì, pisè?
Da pisello odoroso a pisello rugoso: sintesi fulminante delle età dell’uomo.
Contro ogni regola sempre…
E se -interrogativo lubranescamente inquietante- si trattasse di regole del codice della strada..??
ahahah
RELATA REFERO:
Martedì 1 Luglio 2008 ore 18.00
Università Cattolica del Sacro Cuore
Cappella di San Francesco
Largo Gemelli 1
Milano
SANTA MESSA NELLA FORMA STRAORDINARIA DEL RITO ROMANO
Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo
Si precisa che la S.Messa nella forma straordinaria del rito romano, prevista nella cappella della Cattolica di Milano, il primo di luglio prossimo venturo, è da considerarsi un’iniziativa interna e occasionale promossa dal nuovo Assistente Ecclesiastico dell’Università; iniziativa della quale è già stata data segnalazione agli Studenti tramite volantinaggio interno. La scelta di celebrare nella forma straordinaria del Rito Romano, e non già in quello ambrosiano, appartiene anzitutto alla peculiarità canonica dell’Università stessa, che risulta essere un’enclave rituale romana, e inoltre non vuole prevenire in alcun modo il diritto del Caporito ambrosiano, S.Em. il Cardinale Tettamanzi, di pronunciarsi nella materia Sua propria. Pertanto, in attesa di un eventuale parere da parte degli organi competenti, ne diamo anche noi segnalazione. (La Redazione)
mah… tant’è, c’è sempre qualcosa da chiarire.
Avessero fatto una messa normale non si sarebbe stato bisogno di nessun chiarimento. A me i conti continuano a non tornare.
Già che Ignigo ha evocato la storia della Genetica, e taluni doppi sensi ad essa connessi, ecco un possibile ulteriore sviluppo del medesimo filone…:
http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo5d_04/Galapagos/fringuelli_di_darwin.htm
Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III parte
Questione 82
Il ministro di questo sacramento
Veniamo ora a discutere sul ministro di questo sacramento.
In proposito si pongono dieci quesiti: 1. Se sia riservato al sacerdote consacrare questo sacramento; 2. Se più sacerdoti possano consacrare insieme la stessa ostia; 3. Se la distribuzione di questo sacramento spetti solo al sacerdote; 4. Se il sacerdote consacrante possa astenersi dalla comunione; 5. Se sia lecito al sacerdote astenersi completamente dal celebrare; 6. Se un sacerdote in peccato possa celebrare questo sacramento; 7. Se la messa di un sacerdote cattivo valga meno della messa di un sacerdote buono; 8. Se gli eretici, gli scismatici o gli scomunicati possano consacrare questo sacramento; 9. Se possano farlo i degradati; 10. Se chi riceve la comunione da costoro commette peccato.
segue –> http://www.santorosario.net/somma/tertia/82.htm
[Le -pur autorevolissime- opinioni dell’Aquinate appena proposte vogliono essere solo un sussidio alla discussione, e non rispecchiano qualsivoglia pretesa di definitività ovvero ‘romaeternalocutacausafinitività’ di chi li ha postati…]
Al padrone di casa e agli altri ospiti: mi scuso per aver inavvertitamente postato qui, ciò che era in realtà destinato al post precedente…
Grande Egesippo!
Un vero mito!
Tornando al soggetto del post, e a quel ‘pisè’… : sempre rimanendo nei legumi, io sono stato chiamato, nell’infanzia e non solo, ‘cecio’ (lo so, ‘cece’ è corretto) , -forse perchè così storpiavo il mio nome, Stefano.. Mi informerò. Madre e sorella per anni me lo hanno affibiato, finchè, negli ultimi anni, quel già non lungo nomignolo ha subito una drammatica abbreviazione, da parte della sorella, che lo ha ridotto in ‘Cé’ . Suona quindi molto simile a ‘Che’ (Ernesto Guevara) .
Ne scaturisce un curioso caso di faux-amis, diciamo..
(faux-ami)
syriacus, ma ti sei accorto che non sono opinioni dell’aquinate ma opinioni tomistiche post vaticano II?
Piselli, ceci … quand’è che parliamo della fava?
Syriacus, coraggio, in fondo c’è chi nonostante lo stesso faux amis è divenuto cardinale patriarca.
Che simpatici buontemponi gli utenti di questo blog. Nomini il pisello e scatta una gara di arguzie e doppi sensi liceali davvero esaltante. Vergognatevi!
Leonardo! Sei andato in fuorigioco 😀
Guarda che Iginio non ti parla più…
Per il mio amatissimo Leonardo.
Chianta la fava lu beddu villanu,
quannu la chianta, la chianta accussì.
Chianta ‘nanticchia e dipo’ si riposa,
po’ si li metti li manu accussì.
Viva Baccu!
Scippa la fava lu beddu villanu,
quannu la scippa, la scippa accussì.
Scippa ‘nanticchia e dipo’ si riposa,
po’ si li metti li manu accussì.
La chianta accussì,
la scippa accussì;
Po’ si li metti li manu accussì
Viva Baccu!
Spicchia la fava lu beddu villanu,
quannu la spicchia, la spicchia accussì.
Spicchia ‘nanticchia e dipo’ si riposa,
po’ si li metti li manu accussì.
La chianta accussì,
la scippa accussì,
la spicchia accussì;
Po’ si li metti li manu accussì.
Viva Baccu!
Coci la fava lu beddu villanu,
quannu la coci, la coci accussì.
Coci ‘nanticchia e dipo’ si riposa,
po’ si li metti li manu accussì.
La chianta accussì,
la scippa accussì,
la spicchia accussì,
la coci accussì;
Po’ si li metti li manu accussì.
Viva Baccu!
Mangia la fava lu beddu villanu,
quannu la mangia, la mangia accussì.
Mangia ‘nanticchia e dipo’ si riposa,
po’ si li metti li manu accussì.
La chianta accussì,
la scippa accussì,
la spicchia accussì,
la coci accussì,
la mangia accussì;
Po’ si li metti li manu accussì.
Viva Baccu!
Mia moglie, romagnola come me, da giovane supplente al primo anno di insegnamento, quando ancora eravamo fidanzati, fece scuola a Firenze. Abitava, con altre ragazze, in un vecchio appartamento in San Frediano e un giorno andò dal fruttivendolo e chiese, come si dice da noi, se le dava della fava.
Arrossisce ancora quando ricorda lo scoppio di ilarità, la girandola di motti, lazzi e battute in puro stile fiorentino che l’ingenua richiesta provocò nel verduraio e negli altri clienti, finché qualcuno non la soccorse spiegandole che a Firenze … la doveva chieder de’ bacelli!
Superfluo dire che l’ho amata ancor di più per questo.
(Spero di essermi meritato almeno un’ammonizione, se non un cartellino rosso)
Protesto.
Se tu hai il cartellino rosso io devo essere espulso.
Fieramente.
ah, le famose “ragazze di San Frediano” di pratoliniana memoria!
Il presidente delle Acli critica il documento di pieno appoggio al «Gay pride» approvato (all’unanimità dei presenti), dall’esecutivo del partito
di Francesco Murru, Presidente provinciale delle Acli
Tratto da Avvenire – Bologna 7 di domenica 15 giugno 2008
Leggendo con attenzione il documento, di pieno appoggio al «Gay pride», approvato dall’esecutivo del PD bolognese (all’unanimità dei presenti), non ci si può che chiedere quali siano i significati reali di questo, poiché quelli che emergono sembrano essere mascherati da una pseudo laicità interventista, che afferma una visione individualista della concezione dei diritti tipica della sinistra radicale italiana e non di un partito che si presenta come riformatore e moderato. Cosa significa «aderire ai valori del Gay pride»? Significa forse appoggiare una manifestazione esibizionista, radicalmente anti-cattolica e rivendicatrice di presunti diritti individuali quali il matrimonio gay, l’apertura all’adozione e alla fecondazione medicalmente assistita per gli omosessuali? Significa forse aderire alla contestazione violenta e, a mio avviso, ingiustificata del Vaticano e dei Vescovi che abbiamo visto «volgarmente svelata» nelle precedenti edizioni di questa manifestazione? Se è così le ACLI non ci stanno.
Soprattutto perché l’adesione viene da un partito che dichiara le proprie radici anche nel cattolicesimo democratico e sociale. Un PD bolognese che, con una certa ambiguità formale, nei fatti, sconfessa la centralità della persona, il proprio no all’individualismo, l’affermato sì alla centralità della famiglia, più volte richiamati, nel dibattito interno, quali espressioni vive della Dottrina Sociale della Chiesa da affermare con politiche concrete. Un partito che, con tale adesione, sconfessa il suo leader Veltroni che appena qualche tempo fa – in campagna elettorale – aveva chiesto ai dirigenti del PD di adoperarsi per cercare una «sintesi alta» tra anima laica e cattolica del partito attraverso lo sviluppo di una «laicità eticamente sensibile».
Un’ambiguità quella del PD bolognese che segna una chiara deriva ideologica e un passo indietro rispetto alla sintesi elaborata a livello nazionale, che rischia di accelerare quel processo di «fuga dei cattolici» – dopo averne perso parte del consenso in termini elettorali – peraltro già avviata con le candidature radicali nelle scorse elezioni politiche e con la discussione sulla collocazione europea del partito nel PSE.
Le discriminazioni vanno tutte combattute come certamente è da promuovere la cultura dei diritti. Ma la tutela dei diritti non ha niente a che fare con gli attacchi estremistici alla Chiesa cattolica e con le richieste ideologiche di diritti individuali che contrastano con l’art. 29 della Carta costituzionale. Il PD bolognese dovrebbe – con altrettanta decisione – promuovere piuttosto i diritti di quelle famiglie, che non arrivano alla fine del mese, che non hanno ricevuto alcun patrocinio dalle Istituzioni per partecipare al Family day (manifestazione alla quale il PD non ha pensato di aderire con alcun documento), che chiedono da anni un riconoscimento giuridico e fiscale del proprio diritto di «generare» e di educare i propri figli. Dovrebbe «laicamente» costruire un progetto di governo del territorio credibile e partecipato per dare una risposta concreta ai cittadini su temi cogenti quali la sicurezza, l’emergenza educativa, la promozione della famiglia, la tutela del lavoro, un nuovo modello di welfare sussidiario, senza fare orecchie da mercante alle parole, forse troppo scomode e veritiere, pronunciate dal nostro Cardinale. Vi è rammarico da parte nostra anche per il comportamento di quei c. d. cattolici adulti (che si professano tali) che fanno parte dell’esecutivo PD e che hanno votato quel documento nonostante le ACLI abbiano dato, anche in passato, chiari segnali di non condivisione. Da qui ai prossimi mesi incontreremo tutte le forze politiche – PD compreso – che sono interessate al confronto con le espressioni sociali del mondo cattolico per costruire programmi politici improntati alla risoluzione concreta dei problemi che affliggono la comunità ed ispirati ad una laicità autentica, non solo proclamata, ma contestualizzata al territorio e alla sua cultura.
Che c’entra? Forse Iginio ha equivocato il nostro chiacchierare di fave e piselli.
ma che c’azzecca il gaipradde?
mah?
A Leonardo e a ogni altro goliardo che al pianerottolo s’affacci, come invito a gaurdare più ampiamente alle virtù insite nella parola “fava”, dedico l’incipit della “nota biografica” con cui Carlo Emilio Gadda accompagna, nel 1952, la pubblicazione de Il primo libro delle favole – e ciò valga anche a chiarire, con riferimento a una vecchia disputa che qui si svolse, che la letteratura a volte allieta i lettori: “Codeste favole ciò è picciole fave o vero minimissime favuzze o faville d’un foco sopr’a duo rocchietti stento e d’una manata di stipa, codeste nugae ove non è Francia nè Spagna, nè coturno tragico nè penziere eccelso di filosafo, sonsi accestite come le foglie pazze d’un cavolo d’attorno il grumolino qual principiommi germogliar del capo a Panettopoli e fu in luogo d’altra melior escrescenza, o corona, di che non potette unquanco venirmene ‘l capo indurato, o coronato, donna non avendo tolta ai miei anni…“. Panettopoli è dedicata a Ignigo, si capisce.
Sono in radicale disaccordo con Iginio su molte questioni, ma sulla critica delle ACLI bolognesi alla sponsorizzazione del Gay Pride sono piuttosto d’accordo. Su questi temi che dividono le coscienze il PD, che riunisce credenti e non credenti, dovrebbe rimanere neutrale e lasciare libertà di coscienza ai singoli. Io rispetto tutte le scelte individuali, ma non credo che debbano tradursi in esibizionismo e in pretesa di riconoscimenti giuridici.
gnigo74 scrive,
18 Giugno 2008 @ 8:25
syriacus, ma ti sei accorto che non sono opinioni dell’aquinate ma opinioni tomistiche post vaticano II?
—
No, non me ne ero accorto… che le opinioni dell’Aquinate fossero ‘tropate’/intercalate qui e là con (fra parentesi) brevi annotazioni post VII etc…
In inglese, è sempre il Doctor Angelicus:
http://www.newadvent.org/summa/4082.htm
[The Summa Theologica of St. Thomas Aquinas
Second and Revised Edition, 1920
Literally translated by Fathers of the English Dominican Province
Online Edition Copyright © 2008 by Kevin Knight
Nihil Obstat. F. Innocentius Apap, O.P., S.T.M., Censor. Theol.
Imprimatur. Edus. Canonicus Surmont, Vicarius Generalis. Westmonasterii.
APPROBATIO ORDINIS
Nihil Obstat. F. Raphael Moss, O.P., S.T.L. and F. Leo Moore, O.P., S.T.L.
Imprimatur. F. Beda Jarrett, O.P., S.T.L., A.M., Prior Provincialis Angliæ
]
Ovvero:
“Quaestio 82
Prooemium
[51020] IIIª q. 82 pr. Deinde considerandum est de ministro huius sacramenti. Et circa hoc quaeruntur decem. Primo, utrum consecrare hoc sacramentum sit proprium sacerdotis. Secundo, utrum plures sacerdotes simul possent eandem hostiam consecrare. Tertio, utrum dispensatio huius sacramenti pertineat ad solum sacerdotem. Quarto, utrum liceat sacerdoti consecranti a communione abstinere. Quinto, utrum liceat sacerdoti omnino a celebratione abstinere. Sexto, utrum sacerdos peccator possit conficere hoc sacramentum. Septimo, utrum Missa mali sacerdotis minus valeat quam boni. Octavo, utrum haeretici, schismatici vel excommunicati possint conficere hoc sacramentum. Nono, utrum degradati. Decimo, utrum peccent a talibus communionem recipientes.”
http://www.corpusthomisticum.org/sth4082.html