Cosentino Scajola Dell’Utri: buona decisione

Sono contento che il Pdl infine sia riuscito a togliere qualche “pesce cattivo” dalla sua rete. Io non ho mai votato e non voterò neanche questa volta per il Pdl e dunque non mi sento in causa come elettore, ma come cittadino reputo un buon segno per tutti che la decenza si imponga anche al partito che si è mostrato ultimamente più restio a fare un po’ di pulizia.

61 Comments

  1. Oggi ho letto su un quotidiano una critica alla continua consultazione dei sondaggi pre-elettorali che viene fatta dai politici. Ed invece a me sembra un’ottima cosa; per lo meno si rendono conto di quanto l’elettorato sia stufo e come ogni piccolo miglioramento finisca per dare risultati positivi.

    21 Gennaio, 2013 - 23:01
  2. Luigi Franti

    E chi diremo “pesce buono”?
    Nessuno è buono tranne Dio.

    21 Gennaio, 2013 - 23:16
  3. Luigi Accattoli

    Egli disse: “Una rete gettata nel mare raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi”.

    21 Gennaio, 2013 - 23:34
  4. Marilisa

    I sondaggi elettorali, Antonella Lignani, non sono attendibili.
    Mi meraviglio che tu non lo sappia.

    22 Gennaio, 2013 - 0:28
  5. Federico B.

    Condivido il commento di Luigi. La scelta di non candidare queste persone non incide minimamente nemmeno sulle mie intenzioni di voto, ma va apprezzato lo sforzo di rinnovamento e “pulizia”, qualunque sia la motivazione.

    22 Gennaio, 2013 - 9:16
  6. Luigi Franti

    Egli disse: “Una rete gettata nel mare raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi”.

    Sbaglio, o chi lo disse era Dio?

    22 Gennaio, 2013 - 10:26
  7. Luigi Accattoli

    Non sbagli ma i pescatori sono fatti a sua immagine.

    22 Gennaio, 2013 - 10:35
  8. Luigi Franti

    E poi, se proprio vogliamo trastullarci con le metafore ittiche, i “pesci buoni” sono quelli commestibili e i “pesci cattivi” sono quelli non commestibili.

    Ma al mercato ittico delle elezioni chi decide dovrebbe essere l’elettore. D’accordo che l’attuale legge elettorale costringe a scegliere in blocco l’intero banco del pesce, ma di banchi ce ne sono in abbondanza e se in uno il pesce puzza si va da un altro.

    La metafora, così come l’ha applicata il nostro gentile anfitrione, non funziona. Se le liste elettorali sono reti da pesca, i pesci non sono i candidati ma gli elettori. Una rete è fatta per prenderne il maggior numero (quella postpasquale degli apostoli, con l’aiutino del Risorto, ne beccò 153: fossero stati senatori, gli sarebbe andata meglio di come forse andrà a Bersani): lo scorfano è brutto e pure velenoso (almeno credo), ma ha i suoi estimatori.

    22 Gennaio, 2013 - 10:38
  9. Luigi Franti

    Sui buoni e sui cattivi, pesci a parte.
    Non esistono, come categorie riconoscibili a giudizio umano. In Italia, poi, direi che esistono gli sputtanati e i non sputtanati. O, se volete, gli intercettati e i non intercettati. O ancora: gli intercettati con divulgazione delle intercettazioni e gli intercettati con intercettazioni distrutte (o sepolte in cassaforte).

    Datemi un galantuomo, il migliore che conosciate, lasciatemelo intercettare per benino e farò di lui un farabutto. (Lo diceva già Fouché due secoli fa)

    Democrazia vorrebbe che tutti i cittadini avessero l’elettorato attivo e passivo. Tutti elettori e tutti eleggibili. Il giudizio è politico e spetta al popolo. Se cominciamo ad escludere i mascalzoni, dove andremo a finire?

    22 Gennaio, 2013 - 10:45
  10. Federico B.

    Ho letto che ci saranno tanti quarantenni. Buon segno: faranno un po’ di esperienza all’opposizione e poi saranno pronti per responsabilità maggiori al prossimo giro.

    22 Gennaio, 2013 - 10:57
  11. elsa.F

    … settantenni sopravvissuti permettendo!

    22 Gennaio, 2013 - 11:05
  12. Marilisa

    “Tutti elettori e tutti eleggibili. Il giudizio è politico e spetta al popolo. Se cominciamo ad escludere i mascalzoni, dove andremo a finire?”

    Questa, con tutta la mia buona volontà, non l’ho capita.
    Lei, Luigi Franti, vorrebbe che “i mascalzoni” non fossero esclusi?
    O forse è convinto che tutti gli eleggibili siano dei “mascalzoni” per cui….?
    Forse ha ragione. Vengano eletti anche i mascalzoni.
    Con un governo di mascalzoni ed un parlamento di mascalzoni, sai che pacchia di democrazia!!
    Se la sua voleva essere una battuta ironica, mi sembra di un pessimismo che più nero non potrebbe essere.

    22 Gennaio, 2013 - 14:43
  13. Luigi Accattoli

    Marilisa un consiglio letterario non richiesto. Lo stilema “se cominciamo a escludere i mascalzoni dove andremo a finire” è certamente ironico, come lei opina, ma è anche un’iperbole imparentata a un paradosso. E’ insomma un ogm linguistico di terza o quarta generazione. Quando Luigi Franti si impegna così a fondo è meglio lasciarlo stare, come faresti con un cane che si apparta con il suo osso.

    22 Gennaio, 2013 - 15:33
  14. Nino

    NO COMMENT

    http://www.repubblica.it/
    22/01/2013
    Bagnasco: partiti convergano
    sui temi eticamente sensibili
    “La Chiesa non evade e paga le tasse”
    Il presidente della Cei a Famiglia Cristiana chiama a raccolta i credenti in vista del voto di febbraio. “No all’astensione. E la presenza di cattolici in diversi schieramenti si traduca in convergenza”. “Frodare il fisco è peccato”. “Disoccupazione è l’urgenza del Paese”
    ———-
    La struttura segreta del Vaticano
    “Immobili a Londra con i soldi di Mussolini”
    Le rivelazioni del Guardian su ricerche negli archivi storici
    Una società off-shore custodisce un patrimonio da circa 650 milioni di euro. Per conto della Santa Sede, che ha acquisito prestigiosi edifici nella capitale britannica. Grazie ai soldi avuti da Mussolini con i Patti Lateranensi dal corrispondente E. FRANCESCHINI

    22 Gennaio, 2013 - 17:09
  15. Nino

    La struttura segreta del Vaticano
    Immobili a Londra con i soldi di Mussolini
    Una società off-shore custodisce un patrimonio da circa 650 milioni di euro. Per conto della Santa Sede, che ha raggranellato prestigiosi locali ed edifici nella capitale britannica. Grazie ai soldi che Mussolini diede al papato con i Patti Lateranensi
    dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

    La struttura segreta del Vaticano Immobili a Londra con i soldi di Mussolini
    LONDRA – A chi appartiene il locale che ospita la gioielleria Bulgari a Bond street, più esclusiva via dello shopping nella capitale britannica? E di chi è l’edificio in cui ha sede la Altium Capital, una delle più ricche banche di investimenti di Londra, all’angolo super chic tra St. James Square e Pall Mall, la strada dei club per gentiluomini? La risposta alle due domande è la stessa: il proprietario è il Vaticano. Ma nessuno lo sa, perché i due investimenti fanno parte di un segretissimo impero immobiliare costruito nel corso del tempo dalla Santa Sede, attualmente nascosto dietro un’anonima società off-shore che rifiuta di identificare il vero possessore di un portfolio da 500 milioni di sterline, circa 650 milioni di euro. E come è nata questa attività commerciale dello Stato della Chiesa? Con i soldi che Benito Mussolini diede in contanti al papato, in cambio del riconoscimento del suo regime fascista, nel 1929, con i Patti Lateranensi.

    A rivelare questo storia è il Guardian, con uno scoop che oggi occupa l’intera terza pagina. Il quotidiano londinese ha messo tre reporter sulle tracce di questo tesoro immobiliare del Vaticano ed è rimasto sorpreso, nel corso della sua inchiesta, dallo sforzo fatto dalla Santa Sede per mantenere l’assoluta segretezza sui suoi legami con la British Grolux Investment Ltd, la società formalmente titolare di tale cospicuo investimento internazionale. Due autorevoli banchieri inglesi, entrambi cattolici, John Varley e Robin Herbert, hanno rifiutato di divulgare alcunché e di rispondere alle domande del giornale in merito al vero intestatario della società.

    Ma il Guardian è riuscito a scoprirlo lo stesso attraverso ricerche negli archivi di Stato, da cui è emerso non solo il legame con il Vaticano ma anche una storia più torbida che affonda nel passato. Il controllo della società inglese è di un’altra società, chiamata Profima, con sede presso la banca JP Morgan a New York e formata in Svizzera. I documenti d’archivio rivelano che la Profima appartiene al Vaticano sin dalla seconda guerra mondiale, quando i servizi segreti britannici la accusarono di “attività contrarie agli interessi degli Alleati”. In particolare le accuse erano rivolte al finanziere del papa, Bernardino Nogara, l’uomo che aveva preso il controllo di un capitale di 65 milioni di euro (al valore attuale) ottenuto dalla Santa Sede in contanti, da parte di Mussolini, come contraccambio per il riconoscimento dello stato fascista, fin dai primi anni Trenta. Il Guardian ha chiesto commenti sulle sue rivelazioni all’ufficio del Nunzio Apostolico a Londra, ma ha ottenuto soltanto un “no comment” da un portavoce.

    (22 gennaio 2013)

    22 Gennaio, 2013 - 17:13
  16. Marilisa

    Luigi, grazie del consiglio letterario.
    C’ è sempre da imparare qualcosa.
    Non so perché, ma ho l’impressione che tu conosca Luigi Franti. O sbaglio ancora?

    22 Gennaio, 2013 - 18:07
  17. Luigi Franti

    Cane? Osso?
    “Un linguaggio mai inteso io sento” … “dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti” (se posso permettermi il centone biblico).
    Evviva.

    22 Gennaio, 2013 - 18:55
  18. Luigi Accattoli

    Marilisa conosco Luigi Franti solo dalle sue parole.

    22 Gennaio, 2013 - 19:18
  19. Marilisa

    Bene, Luigi, grazie per la risposta.
    Luigi Franti è un tipo che ama schematizzare per complicare. Avendo come base specialissima l’ironia.
    Quella che a lui riesce, mentre a me–dice lui–no.
    Buon pro a Luigi Franti, col consiglio benevolo di lasciar perdere, almeno lui, gli OGM linguistici.
    Tanti saluti, signor Luigi Franti.

    22 Gennaio, 2013 - 20:01
  20. discepolo

    La pulizia non si dovrebbe fare prima ma dopo, cioè chiedere conto agli eletti del loro operato e gli assenteisti ( dal Parlamento) gli insulsi anche se onesti i peones che seguono come robot gli ordini di partito anche se onesti
    vanno rottamati!
    Nel senso ch gli eletti dal popolo, dopo che sono stati eletti, dovrebbero rispondere al popolo di ciò che hanno fatto. Perchè anche i più “presentabili” anche i più “puliti” i più”seri” i più “sobri” se dopo essere stati eletti non fanno un Caz.. scusate, che ci stanno a fare in Parlamento? un Parlamentare non è lì solo perchè è pulitino, serioso ed onesto , se è un NULLAFACENTE!
    e allora vi chiedo anche a voi fautori della pulizia di esigere dai vostri candidati pulitini ed onesti POI un rendiconto di quello che hanno fatto DOPO essre stati eletti.
    altrimenti è solo la solita ipocrisia: i candidati immacolati sono anche i migliori??? mah!!!

    22 Gennaio, 2013 - 22:32
  21. Marilisa

    E quando dovessero rendere conto al popolo, cosa succederebbe? Non mi risulta che il popolo possa assicurarli alla Giustizia.
    Il popolo dovrebbe impedire che si ricandidino? Come?
    Oppure dovrebbe non dare loro nuovamente il voto? Magari si facesse!
    Ma non è così. Gran parte del popolo assicura il voto a chi gli fa le promesse maggiori, infischiandosene di tutto il resto. E i politici non puliti lo sanno bene. In questo modo si assicurano molti voti.
    I politici onesti invece è difficile che facciano promesse a buon mercato, sapendo che non è possibile mantenerle. Questo è il segno più evidente della loro onestà, per chi ha occhi per vedere e intelligenza per capire.
    Lo si vede bene anche in questa rovente campagna elettorale.

    23 Gennaio, 2013 - 0:03
  22. Federico B.

    A proposito di quanto scrivevo in merito alla necessità che i cattolici siano “coscienza critica” nella politica, mi fa piacere ritrovare le stesse parole nell’intervento del Card. Bagnasco di ieri.
    C’è però un passaggio che non capisco e sul quale mi piacerebbe confrontarmi con i lettori del blog e con Luigi.
    Si chiede uno sforzo a tutti i politici cattolici distinguendo tra quelli schierati a destra e quelli schierati a sinistra:

    «in concreto, un cattolico che sta a destra dovrà farsi riconoscere proprio quando si tratta di fare pressione per i valori della solidarietà».

    Richiesta comprensibile, dati i tempi che viviamo, e tutto sommato di facile realizzazione, sempre che lo consentano le possibilità della spesa pubblica e che lo permetta l’Europa (o la Germania). In Italia aumentare la spesa sociale è sempre stato estremamente facile, il problema è farlo con i vincoli di bilancio e con il rigore richiesto dai mercati. Più difficile è pensare che i cattolici possano modificare l’approccio con cui il centrodestra ha affrontato il tema specifico dell’immigrazione, ma non ho dubbi che, anche in questo ambito, cioè quello della solidarietà agli immigrati, sarebbero comunque disponibili ad accordi trasversali con parlamentari dello schieramento avverso. E’ già avvenuto e sicuramente può ripetersi.

    «E se sta a sinistra, verrà allo scoperto proprio quando sono in gioco i temi della bioetica. Così entrambi diventano coscienza critica all’interno del loro mondo di riferimento e il Vangelo più che essere diluito diventa fermento».

    E qui mi sembra un’ingenuità. Anche alla luce delle discussioni già avvenute in passato in Parlamento e negli enti locali, a me sembra una pia illusione. Vi pare possibile che, dopo aver sottoscritto una carta di intenti fortemente contraria ai valori non negoziabili e magari aver votato un programma di governo che la rispecchia, un cattolico di sinistra possa disobbedire alla disciplina e agli ordini del Partito per cercare accordi trasversali con i cattolici di altri partiti? Ma quando mai! Ve li immeginate Franceschini o la Bindi, che non dissentirono nemmeno di fronte alla vita di Eluana Englaro, esporsi e rischiare i loro posti di potere solo per uno scrupolo di coscienza?
    Ve li immaginate i cattolici adulti, autonomi, laici… azzardarsi a disobbedire a Bersani e cercare insieme ad altri cattolici soluzioni condivise coerenti con i valori cattolici? La Binetti certamente sì, ma gli altri….
    Sarebbe bello, se fosse possibile. Non capisco come il Card. Bagnasco possa ipotizzare un’eventualità del genere.
    Mi piacerebbe che Luigi, che conosce personalmente una buona parte di questi futuri parlamentari cattolici di sinistra, mi rassicuri su questo punto: saranno capaci di dire no a Bersani e Vendola e cercare intese con gli altri cattolici almeno sui provvedimenti che toccheranno i c.d. valori non negoziabili? Potranno essere “coscienza critica” o si limiteranno a nascondersi dietro pretese di adultità e autonomia del laicato (o alle esigenze della governabilità), cedendo di fatto alle richieste laiciste del partito? Si porranno in coscienza il problema posto dal Card. Bagnasco?

    http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/bagnasco-sulla-crisi.aspx

    23 Gennaio, 2013 - 9:53
  23. lorenzo

    a) Essere coscienza critica, significa essere coscienza critica.
    Non necessariamente ottenere dei risultati. Se stiamo ai numeri, e non solo nei singoli schieramenti ( centrodestra, centrosinistra) , ma nel paese, i cattolici che si riconoscano tali oggi sono evidente minoranza . Fare coscienza critica è nostro evidente dovere, oltreché diritto, ben sapendo che i numeri per ottenere quello per cui ci battiamo in molti casi non ci saranno mai. Questo non deve diventare una strada per l’Aventino: ritirarsi sdegnosamente nella torre d’avorio per non sporcarsi le mani è già perdere la partita prima ancora di averla giocata.
    b) Detto questo, se “ingenuità” c’è, e non ce n’è manco un pelo- di tutto si puo’ tacciare la Cei e Bagnasco in particolare fuorché di essere politicamente ingenuo (!)- sarebbe una ingenuità doppia, giacché è evidente che le logiche di gruppo e di partito, o di coalizione, o di interesse, e l’abbiamo piu’ e piu’ volte visto in questi cinque anni davanti alle arrembanti decisioni del centro destra in campo sociale ed economico, scattano a destra come a sinistra. Proprio perché ora non è piu’ così facile aumentare la spesa sociale ( e poi bisogna vedere quale si aumenta e perché) ma è anzi difficilissimo, la questione degli egoismi, dei corporativismi, dei razzismi, diventa determinante nel decidere come dividersi la sempre piu’ risicata fettina di torta disponibile: o come far pagare le fettine di torta indispensabili suddividendo costi e sacrifici.
    C) Un cattolico di destra e uno di sinistra hanno tutta la possibilità, la capacità e le opportunità di cercare accordi trasversali con i cattolici dell’altro gruppo, ed è successo varie volte. Evidentemente nei limiti e nelle differenze inevitabili tra un’appartenenza e l’altra. Con il ben noto pragmatismo targato CEI- esiste qualche altro pragmatismo piu’ pragmatico in Italia di quello della Chiesa in politica? Io non direi proprio- Bagnasco si rende conto che il fare coscienza critica , e magari farlo giocando necessariamente di sponda con chi la stessa funzione ha dall’altra parte, è l’unico modo per cercare di partecipare , come è dovere e diritto dei cattolici, a GESTIRE e RISOLVERE i problemi di questo paese, compresi quelli che non ci piacciono e che vorremmo tanto toglierci dalla vista e mettere nel freezer. Una volta fissati, ribaditi, ripetuti, scolpiti direi, i famosi NO ( e tutti i famosi NO, non quattro) , la Chiesa giustamente si ferma: anche se questo fa stizza a molti laici che si sentono persi e che vorrebbero esclusivamente agire ” in conto di” .Da lì in avanti PARTE la strada della politica.
    Quella dell’autonomia del laicato in politica, non è affatto una pretesa dietro a cui nascondersi(???), ma una necessaria caratteristica senza la quale la politica proprio non si fa. Come peraltro dice il Magistero- dalla Christefideles Laici in giù. Se no si vada a fare i preti, le suore, i religiosi, e si lasci perdere la politica attiva. ( e, per converso, non a caso la politica attiva non è consentita a preti, suore e religiosi)

    23 Gennaio, 2013 - 12:24
  24. Nino

    DUE PRESIDENTI CEI
    DUE INDIRIZZI LEGGERMENTE CONTRASTANTI ( MA NON TROPPO )

    IERI
    http://www.toscanaoggi.it/layout/set/print/Italia/CARD.-RUINI-L-ASTENSIONE-DAL-REFERENDUM-NON-E-DISIMPEGNO-MONDO-CATTOLICO-UNITO-E-COMPATTO
    07/03/2005 di Archivio Notizie

    RUINI
    “L’astensione non è “in alcun modo una scelta di disimpegno”, ma un modo per “opporsi nella maniera più forte ed efficace ai contenuti dei referendum e alla stessa applicazione dello strumento referendario in materie di tale complessità”. Lo ha ribadito il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi il Consiglio permanente dei vescovi italiani ha sottolineato l’ “unità” raggiunta dal mondo cattolico in merito al referendum sulla procreazione medicalmente assistita e ha definito “necessaria la più grande compattezza” nell’aderire alle indicazioni del Comitato “Scienza & vita”, “per non favorire, sia pure involontariamente, il disegno referendario”.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Ruini
    Nel 2005, in occasione dei referendum abrogativi della legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita e la ricerca scientifica sulle cellule staminali, si fece portavoce dell’istanza ufficiale della CEI invitando i cattolici a non presentarsi alle urne con lo scopo di non raggiungere il quorum del 50%, in difesa del «diritto alla vita».

    OGGI
    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/daassociare/2013/01/22/-BAGNASCO-CATTOLICI-DISERTINO-URNE-DISIMPEGNO-_8118167.html
    Politica
    Percorso:ANSA.it > Politica > News

    BAGNASCO
    Bagnasco: cattolici non disertino le urne, no disimpegno
    Il presidente Cei: ‘Evadere le tasse è peccato. Urgenti risposte su disoccupazione e temi etici’
    22 gennaio, 16:23

    23 Gennaio, 2013 - 12:44
  25. Nino

    OVVERO DELL’AGENDA CEI RUINI-BAGNASCO

    23 Gennaio, 2013 - 12:45
  26. Nino

    ATTENDIAMO CON DEFERENZA PROSSIMI ORDINI – DESIDERATA

    23 Gennaio, 2013 - 12:47
  27. Federico B.

    @Lorenzo,
    non discuto del fatto che “un cattolico di destra e uno di sinistra” abbiano “tutta la possibilità, la capacità e le opportunità di cercare accordi trasversali con i cattolici dell’altro gruppo”, ma mi domandavo se ci fosse la VOLONTA’, dal momento che, come già “successo varie volte”, i temi etici hanno diviso i cattolici e registrato una certa diffidenza tra coloro che militano nei partiti di sinistra. Mi chiedevo anche se il Card. Bagnasco potesse essere più esplicito dato che le sue parole sono rivolte non solo ai candidati (per i quali vale come sollecitazione) ma anche agli elettori. Come possono gli elettori sapere se i cattolici del proprio schieramento cercheranno le necessarie convergenze trasversali con gli altri eletti cattolici o si limiteranno a eseguire gli ordini della propria laicissima scuderia? A mio parere valeva la pena spendere qualche parola anche sugli “intenti” espliciti dei diversi schieramenti…

    23 Gennaio, 2013 - 13:05
  28. Marilisa

    La Chiesa ufficiale per principio parlerà sempre di doveri ai quali i cattolici non devono derogare, e pone insieme molte questioni, ma i politici cattolici, di destra e di sinistra, non potranno mai corrispondere totalmente ai desiderata dei vari Bagnasco, Ruini e via dicendo. I quali sanno bene, proprio perché non sono ingenui neanche un po’, che nessun partito vi potrà aderire pienamente.
    Facciano pure quello che ritengono un dovere, ma senza pretendere l’ obiettivamente impossibile.
    Due sono i motivi, a mio avviso, che si oppongono alle loro richieste o avvertimenti: 1) non tutti i cattolici sono tenuti a pensarla esattamente come le gerarchie su ogni questione, come più volte ho cercato di far capire.
    2) la politica è una faccenda complessa nella quale ha uno spazio ragguardevole il compromesso, per cui chi aspira a governare senza avere troppi bastoni fra le ruote deve accordarsi con altri partiti o movimenti con cui ci sono alcune linee programmatiche comuni, non tutte ( sarebbe impossibile).
    Oggi la Chiesa sta dalla parte di Monti, il moderato centrista.
    Quando si verrà al dunque del Governo, Monti che certamente non vincerà le elezioni ma avrà un bel numero di voti, dovrà allearsi con chi ne avrà avuto ben di più, e dovrà piegarsi, con qualche mal di pancia e con acrobazie verbali per giustificarsi, a qualche compromesso col partito che avrà avuto la meglio.
    In ogni caso è di tutta evidenza che lui preferisce la sinistra di Bersani alla destra di Berlusconi, mentre non gli piace Vendola.
    Ebbene, sono quasi sicura che nel prossimo futuro Vendola gli dovrà piacere un po’ di più.

    23 Gennaio, 2013 - 13:55
  29. lorenzo

    Rispondo alle due domande che si pone Federico:
    a) la VOLONTA’ c’è, e mi sembra anche molto chiara ( a meno che non si neghi a priori la buona fede di chi la pensa diversamente, ma cos’ non si va da nessuna parte e allora non mettiamoci nemmeno a discutere allo stesso tavolo). Ma questo non significa affatto che i cattolici NON possano , e io dico debbano, dividersi sulle singole questioni, specie su quelle etiche. Non discuto che ci possano essere state e ci siano diffidenze preconcette da una parte e dall’altra, ma anche superando queste di slancio, passando dalla bella enunciazione di principio ai fatti, ci si scontra con la dura realtà e si deve passare forzatamente alle cose come sono. Sbattendo la faccia con la questione che su molte questioni etiche il principio che si enuncia si rivela poi un vaso da riempire, un cassetto vuoto, e, quel che è piu’ difficile in assoluto, su argomenti e con cose su cui mai nella storia della umanità, della morale, della etica e della scienza, oltreché del diritto, si ha mai avuto a che fare. Torno a fare l’esempio del “fine vita” e di tutte le problematiche connesse.Sul dire NO chiaro e tondo all’eutanasia, non c’è nessun problema. Ma se ci mettiamo a capire quando, oggi come oggi, c’è davvero “il fine vita”, le cose si complicano immediatamente.Non perché- e prevengo le accuse di cedimento alle derive di ogni ismo possibile e immaginabile- si voglia indebolire il principio, ma perché quella ” fine naturale ” della vita che noi in ottima fede ripetiamo nel principio non negoziabile ” la vita va difesa integralmente dal concepimento alla sua fine naturale” oggi, in buona percentuale se non in maggioranza, non esiste piu’. Quello che dieci o vent’anni fa era pacifico e assodato come termine, ora, dagli intubamenti alle macchine a tutto il resto, è oggettivamente difficile da stabilire. Quindi discutere non solo è inevitabile, ma è necessario: tant’è che se ne discute anche tra teologi, vescovi e commissioni bioetiche. Non sempre l’unanimità viene subito, specie su un terreno vergine e inesplorato: e non è inseguendo l’unanimismo che si risolvono i problemi.Anzi, si rischia di complicarli.
    La politica non puo’ non risentire e registrare tutto questo. Anche perché è chiamata , nel suo complesso, a cercare di normare un minimo questo campo inesplorato e spesso minato su cui, tra l’altro, andremo tardi o tosto a finire tutti quanti.
    b) Sullo spendere qualche parola di piu’ da parte di Bagnasco sugli intenti espliciti dei vari schieramenti: diciamola papale papale,la domanda, traducendo l’eufemismo delicato di Federico:perché Bagnasco non dice chiaramente” non votate PD, perché la sua carta dei valori è contraria ai valori non negoziabili?”.
    Domanda legittima.
    Perché non VUOLE dirlo, intanto. Se ci fosse convincimento pieno e condiviso su questo punto, chi glielo impedirebbe?
    Perché non GLI CONVIENE dirlo: la Chiesa ha 2000 anni sul gobbo e oltre alle pagine gloriose del martirio, ha moltissime pagine feriali di convivenza pragmatica (talora per necessità, talora fino al cinismo) con ogni genere di governo: certo non si imbarca in un’indicazione di questo genere con dei possibili vincitori con cui fare i conti della serva da domani.
    Perché non PUO’ dirlo: perché se lo facesse rischierebbe un clamoroso eeffetto boomerang e un risultato controproducente, e perché dovrebbe immediatamente dire la stessa cosa sullo schieramento opposto, per tutta una serie di incompatibilità evidenti con temi la Chiesa stessa ( non io né i bolscevichi) pone come irrinunciabili. Magari in secondissima battuta, ma “alla stessa stregua” irrinunciabili ( e il virgolettato è tratto da Papa Benedetto).
    Infine, e questo riguarda noi laici, comunque sia, NON PUO’ ESSERE CHIESTO alla Chiesa di fare campagna elettorale. Non per essere laicisti o anticlericali e via discorrendo, ma perché la Chiesa è cattolica e universale, è la Chiesa di Cristo, noi crediamo essere il” corpo” stesso di Cristo , e quindi vediamo di non mescolarla con le beghe e i traffici della politica. Quello sta a noi farlo, ma senza paracaduti santi che ci salvino il sedere.

    23 Gennaio, 2013 - 15:48
  30. discepolo

    La cosa più realistica l’ha detta Marilisa: la politica è una faccenda complessa in cui il COMPROMESSO ha uno spazio ragguardevole.
    E’ una cosa che si è sempre saputa da Machiavelli in poi.. dunque i cosiddetti “cattolici in politica” hanno sempre, SEMPRE!, dovuto fare dei compromessi e in questi compromessi hanno dovuto accettare certe cose che forse la loro fede cattolica non approvava.. ma i cattolici in politica hanno sempre appunto sacrificato i principi di fede pur di restare al potere.
    vedi i vecchi democristiani( che suppongo fossero realmenti credenti) eppure si sono piegati ad ogni corruzione, ad ogni compromesso storico e no, ad ogni accordo… E così sarà anche oggi e anche nel futuro, anche gli odierni cattolici in politica, state pur sicuri sacrificheranno ogni valore sacrificabile e negozieranno ogni valore “non-negoziabile”
    pur di restare al potere!!!,
    L’arte del COMPROMESSO politico non è morta anzi, è oggi più gagliarda che mai…basta pensare alle accozzaglie che i partiti hanno messo insieme, la gente più disparata, nel PD si va dall’estrema sinistra ex-comunista fino ai cattolici ex-democristiani, nel centro di Monti si va da ex-piddini fino ad ex- An tipo Fini, nel PDL si va dai ciellini agli ex-craxiani, nel partito di Ingroia si va dagli ex- simpatizzanti Brigate Rosse a Di Pietro e così via..
    i partiti sono oggi un accozzaglia di gente messa insieme a caso e pronta ad ogni compromesso per un unico FINE che accomuna tutti. conquistare e gestire il potere!
    e così anche i “cattolici in politica” si adeguano. prima otteniamo il potere poi appunto lo manterremo a costo di qualunque compromesso, perchè la politica è l’arte del compromesso..
    Di compromesso in compromesso, di accozzaglia in accozzaglia di machiavellismo in machiavellismo, di cinismo in cinismo, di ipocrisia in ipocrisia in Italia non cambia mai nulla! Da almeno sessant’anni……

    23 Gennaio, 2013 - 16:19
  31. Federico B.

    Se la logica è questa cosa possiamo aspettarci dalle persone che andremo a votare?
    Mi auguro che il Card. Bagnasco non si abbia a pentire della reticenza e della prudenza di questi giorni. Quando il prossimo Parlamento a maggioranza “progressista” approverà leggi apertamente contrastanti con i valori non negoziabili, cosa faranno i cattolici? E cosa potranno dire più le gerarchie?
    Forse qualcuno rimpiangerà di aver sottovalutato la portata di questi problemi durante la campagna elettorale…

    23 Gennaio, 2013 - 16:55
  32. lorenzo

    Sarà, ma il “compromesso” che discepolo demonizza, oltre a poter essere usato come comoda foglia di fico per coprire inciuci e intrallazzi pro cadreghino, è roba indispensabile, non dico in politica, ma in ogni forma di convivenza tra persone. Sempre che non si preferisca delegare tutto nelle mani di uno solo e lasciare fare a lui: già fatto in lungo e in largo nella storia; allora il compromesso non è piu’ necessario, e generalmente si compie una tragedia.Oppure si imbocca la strada raccappricciante dello Stato Etico, chessò una teocrazia alla Khomeini, o , all’opposto, una dittatura del proletariato, dove si cala una etica di regime dall’alto tipo camicia di forza sul sistema intero.Anche questo già fatto, e con esiti infausti ovunque.
    Qualunque momento della politica, anche il piu’ alto e riuscito, come puo’ essere ad esempio una Costituzione, è frutto non di uno, ma di una milionata di compromessi successivi tra le varie anime in campo.
    E’ l’abuso del compromesso ad essere deprecabile, ma senza il compromesso non c’è né politica né convivenza pacifica e paritaria.
    Il compromesso costa fatica e richiede capacità e tenacia.
    Come peraltro ogni marito e ogni moglie sa.

    Francamente, dire che i cattolici debbano rinunciare ai propri principi di fede per stare in politica mi sembra una forzatura. Certo deve essere chiaro che NON E’ POSSIBILE che questi principi, dei quali noi siamo convinti per fede, debbano e possano essere accolti per forza da quelli che la fede non ce l’hanno. Mi permetto di dire, però, che qui entra in gioco l’altra faccia del cattolico che fa politica, troppo spesso sottovalutata. Il cattolico deve CONVINCERE – non ha altri mezzi, in fondo- quelli che non hanno la sua stessa fede. Ci vogliamo mica scordare che Gesù, che certo aveva qualche possibilitina piu’ di noi, non ha esitato ad implorare di essere creduto: ” se non credete a me, credete almeno alle opere che compio?”. E noi vorremmo che l’universo mondo convergesse in virtù di non meglio chiariti ideali superiori e naturali sulle nostre posizioni?! Legittimo chiederlo, ma antievangelico crederlo. Ora, oltre a dire con tutta la forza che abbiamo i NO! che sono necessari e sacrosanti, il cattolico in politica deve testimoniare della bellezza e della potenza della proposta di cui è portatore. E deve essere, possibilmente, convincente: non a parole, ma nei fatti.
    Ad esempio: finché non prendiamo atto che la “famiglia monogamica fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna” è in crisi NON perché ci sono le unioni di fatto, ma perché la gente non si sposa piu’ e quindi preferisce le unioni di fatto, non andiamo da nessuna parte. E certo non saranno le encicliche papali a convincere la gente( che peraltro non le legge, manco fra di noi), ma l’esempio nostro. Se il nostro esempio non contagia, e quello che noi riusciamo a far passare del matrimonio è quella bruttura asettica della definizione che ho scritto sopra, siamo responsabili noi.
    E così è per l’aborto, per la libertà di religione, per l’inizio e il fine vita. NOI NON POSSIAMO LIMITARCI A DIRE: NO!, perché NO! ( perché siamo cattolici, perché lo vuole Dio, perché lo dice il Papa, perché Natura comanda così ecc ecc) .NOI DOBBIAMO ESSERE IN GRADO DI DIMOSTRARE AGLI ALTRI CHE QUELLA SCELTA LI’ E’ BELLISSIMA, POTENTE, NON PARAGONABILE alle alternative.
    Certo, anche questo è assai piu’ faticoso che sventolare una bandierina con su scritto ” Valore non negoziabile: off limits”. Se ci limitiamo a fare questo, i limitis saranno prima o poi abbattuti, e noi avremo tradito la nostra missione di cattolici laici. Non davanti a un partito, o alla CEI: ma davanti a Cristo.
    Il che è un casino un tantino maggiore.

    23 Gennaio, 2013 - 17:56
  33. lycopodium

    Bene Lorenzo, ma con uno iuxta modum: la bella testimonianza di cui parli è ottima per l’ambito delle relazioni personali, ma non è che si possa trasferire così semplicemente in una competizione politica. Dio, se si candidasse, difficilmente vincerebbe le elezioni. E dunque, torna la questione del programma, dei SI e dei NO che necessariamente presuppone…

    23 Gennaio, 2013 - 18:42
  34. lorenzo

    Hai ragione Lyco.
    Dio , se si presentasse, le elezioni le perderebbe senz’altro.
    Manca la controprova attuale, ma quando ” si è presentato” è basta, han fatto che metterlo in croce, fatto e finito. Il che dovrebbe dire qualcosina anche a noi, che ci stracciamo le vesti perché la gente non ci viene dietro…
    Hai ragione soprattutto sul fatto che non è facile trasferire semplicemente la testimonianza personale in una competizione politica. Bisogna battere nuove strade, inventarsi qualcosa di nuovo, forse. Però , ad esempio, un progetto politico organico e di ampio respiro e in prospettiva che metta la famiglia la centro per davvero dell’attenzione sociale ed economica, soggetto riconosciuto di formazione, educazione, assistenza ,centro di risparmio e di investimento , andando oltre il solito pacchettino fiscale deduzioni/detrazioni
    e agevolazioni che agevolano talmente poco che nessuno se ne accorge, potrebbe essere un buon punto di partenza.

    23 Gennaio, 2013 - 18:54
  35. Marilisa

    Belle disquisizioni, non c’è che dire.
    Solo che il “progetto politico organico e di ampio respiro e in prospettiva che metta la famiglia al centro per davvero dell’attenzione sociale ed economica, soggetto riconosciuto di formazione, educazione, assistenza ,centro di risparmio e di investimento ” io lo vedo attuabile in una Repubblica dell’Utopia. Che non esiste, quindi inutile parlarne e sognare.
    Anche perché nelle famiglie, se ci si fa un po’ caso, formazione ed educazione molto spesso latitano. Oppure hanno il carattere della soggettività.
    Molte famiglie demandano alla Scuola questi compiti, addirittura pretendendoli e confliggendo non di rado con essa e vanificando così il lavoro della Scuola.
    Mettetevi gli occhialini che aiutano a vedere bene la realtà così com’è, cari signori.
    La società è un mondo pieno di contraddizioni, dove l’attuazione dei nostri desideri molto spesso si rivela improbabile se non impossibile.
    Inoltre si dovrebbe considerare che quel che piace ad uno, il più delle volte non piace ad un altro.
    Come la politica insegna.
    Si dovrebbe…bisogna…è bene che… sono parole che possono essere interpretate in modo diverso a seconda dei soggetti che le pronunciano.

    23 Gennaio, 2013 - 19:56
  36. Nino

    Mi pare che a qualcuno dei blogger sia del tutto sfuggito il fatto che ci troviamo assai vicini a quella che è stata la catastrofe argentina.

    Per capire meglio le analogie rappresentate in quello scioccante film con l’attuale situazione italiana, suggerisco a costoro la visione del film di Solanas “Diario del saccheggio” “Memoria del saqueo”
    http://www.largentina.org/2011/09/06/diario-del-saccheggio/

    Di fronte a una robetta come un possibile default per nulla fantascientifico, e le relative conseguenze, alcuni di questi neo Machiavelli pensano di scrivere una nuova e più autorevole edizione del Principe, spostando i demenziali salotti televisi in questo blog.

    L’Argentina fu devastata dalle scellerate politiche di Menem che cedette al capitalismo americano e occidentale la gran parte delle immense risorse naturali e delle industrie di quel paese.

    Il sosia italiano, il caimano e i suoi sodali che si sono succeduti in un ventennio dai Casini ai Bossi-Maroni ai Fini, entrati e usciti a piacimento da coalizioni mortifere approvando leggi da quarto mondo e partecipando allo smembramento dello Stato, dalla giustizia alla socialità, per finire con la deindustrializzazione galoppante, sono tutte là a dimostrarlo nei fatti.

    A questi fatti ineccepibili ci si titilla l’mbelico disquisendo sui Vendola, i Maroni, Storace, Mussolini alla terza legislatura, questo si, quello no.

    Alle formule sui principi non negoziabili, su meglio Monti e la sua squadra di gentaglia con conflitti d’interesse grandi come case, dal bel Montezemolo, a Bombassei, a Gitti, a Azzurro Casini genero di Caltagirone e via ad andare.

    Che Dio protegga l’Italia.

    23 Gennaio, 2013 - 21:16
  37. Luigi Franti

    Giusto: meglio quelli del Monte dei Paschi.

    23 Gennaio, 2013 - 22:18
  38. Nino

    Nel senso “abbiamo una Banca?”

    23 Gennaio, 2013 - 22:38
  39. Nino

    Giusto: meglio la pagliuzza che la trave.

    23 Gennaio, 2013 - 23:04
  40. Nino

    A proposito di ANALOGIE CON ARGENTINA:

    Bankitalia: ingannati da Mps
    Pdl e Ingroia polemici. Pd: estranei
    L’analisi Giannini: la finanza avvelenata

    Bankitalia: ingannati da Mps Pdl e Ingroia polemici. Pd: estranei Dopo le dimissioni di Mussari dall’Abi, le azioni MpS a picco e Borse in rosso. Accuse da via Nazionale. Le rivelazioni sul caso Alexandria di ANDREA GRECO

    RepTv Riva: punta di iceberg
    BORSE IN DIRETTA
    L’operazione Santorini
    Pdf La lettera

    http://www.repubblica.it
    Quando tuonava contro i derivati
    Il blitz: Piazza Affari, una slot machine
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    Cronache dall’Italia in crisi
    “Così siamo diventati indigenti”
    E voi, come vi siete scoperti poveri?

    Cronache dall’Italia in crisi “Così siamo diventati indigenti” Otto milioni di italiani vivono con meno di mille euro al mese. L’ascensore sociale è tornato indietro di 27 anni. La crisi economica ha massacrato la classe media. Ecco alcune semplici storie di chi per farcela compra il pane del giorno prima o divide la casa con altre famiglie di CONCITA DE GREGORIO

    24 Gennaio, 2013 - 8:44
  41. Federico B.

    La ricostruzione di Nino è grottesca, appena leggibile solo se si considera che è frutto della propaganda elettorale che da anni ci rifila la sinistra.
    Anche la sinistra ha governato, e se facciamo bene i conti viene fuori che ha governato per quasi nove degli ultimi vent’anni. E con esiti non esaltanti ne’ dal punto di vista sociale, ne’ economico.
    Le verginelle andate a farle altrove, in Italia sappiamo bene chi ha comandato ininterrottamente negli enti locali e in istituzioni importanti, a partire dalla Presidenza della Repubblica. Ognuno si assuma le proprie responsabilità senza scaricare tutte le colpe sugli avversari.

    24 Gennaio, 2013 - 8:58
  42. Federico B.

    L’ultimo intervento di Lorenzo è certamente più condivisibile del precedente ma non considera come i compromessi non accontentino nessuno.
    I Dico furono un compromesso elaborato in quattro e quattr’otto (in una settimana) dai Ministri Bindi (Margherita) e Pollastrini (DS) per accontentare Rinfondazione Comunista (che minacciava di non votare le missioni all’estero e di far fare una pessima figura al governo Prodi) e per dimostrare che nel costituendo PD era possibile mettere insieme laici e cattolici con soluzioni (compromissorie) condivise.
    Non piaceva a nessuno, fu criticato da tutti e alla fine il Senato non lo votò, ma se fosse diventata legge oggi comunque parleremmo del matrimonio tra omosessuali perchè, come in Francia (che aveva i PACS), anche qui le comunità gay non si sarebbero accontentate e avrebbero fatto le proprie pressioni e richieste e anche qui (come in tutta Europa) la sinistra postideologizzata avrebbe (e ha) assunto la rappresentanza di posizioni laiciste e radicali. I compromessi non risolvono i problemi.
    La politica è anche affermazione di principi ed è tentativo di trovare soluzioni condivise nel lungo periodo: la legge 40 sulla fecondazione assistita è stata frutto di una mediazione tra laici e cattolici che è durata oltre dieci anni (tre legislature). Se si impiega tempo e si sfuggono soluzioni frettolose (magari copiate dall’estero) si possono risolvere i problemi senza rinunciare ai propri valori. Mi scandalizza la velocità con cui i cattolici di sinistra “svendono” famiglia e vita solo per accontentare alleati e mantenere equilibri di potere (cioè le poltrone), mi scandalizza non scorgere tentativi di mediazione più approfonditi, come se in fondo non ci credessero sul serio…
    Per questo ho usato spesso l’espressione “afasia” e “rinuncia”, perchè non riesco a vedere un impegno serio, una passione nel trasmettere in politica (cioè nella testimonianza) dei valori cattolici. E questo condanna i cattolici di sinistra alla marginalità e all’insignificanza.
    In altri partiti c’è uno spazio maggiore, una sensibilità più evidente e comunque ci sono cattolici che hanno affermato con maggiore forza e convinzione i propri valori. E i frutti ci sono stati.

    24 Gennaio, 2013 - 9:14
  43. Federico B.

    E poi insomma un conto e discutere su detrazioni alle famiglie e incentivi alla natalità (temi che dovrebbero stare a cuore ai cattolici), un conto è andare a toccare l’istituto del matrimonio e il diritto alla vita.
    Su alcune questioni il compromesso è un buon metodo per arrivare a sintesi condivise, su altre questioni, in tutta evidenza, è già una resa la scelta di “scendere” a compromessi e di “negoziare” valori non negoziabili.
    Prima di cedere alle logiche del mondo (e quindi anche alla logica del compromesso su tutto) non dimentichiamo chi è il principe di questo mondo: «Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». » (Matteo 4,8-9)

    24 Gennaio, 2013 - 10:15
  44. Marilisa

    Bravo, Federico B. È giusto ricondurre tutto ciò che non ci piace al “principe di questo mondo”.
    In un “amen” chiudo il cerchio.
    Mi meravigliavo che non lo avessi ancora fatto.

    24 Gennaio, 2013 - 11:11
  45. Federico B.

    E’ molto facile anche chiudere gli occhi e fingere che non esistano il male e le tentazioni.

    24 Gennaio, 2013 - 11:29
  46. Marilisa

    Il male e le tentazioni esistono, eccome.
    Il fatto è che quando si decide in buona fede di fare qualcosa che sembra giusto, non si può parlare di “male” e di “tentazioni” imputabili alle persone che pensano e agiscono–ripeto: in buona fede– in un determinato modo, ritenendo di fare il bene.
    Chi parla di male e di tentazioni, è in tutta evidenza dalla parte opposta, e disapprova chi non è in linea col suo pensiero, richiamandosi per di più al Vangelo, peraltro non sempre citato a proposito.
    Anche questo è molto facile.

    24 Gennaio, 2013 - 11:49
  47. Federico B.

    E allora? La buona fede purtroppo non basta e non è garanzia di fare bene.
    Mai sentito il detto “di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno”?
    Anche per questo è necessario un attento discernimento e magari un po’ di umiltà. Non sarebbe male nel dubbio ascoltare cosa hanno da dire i nostri pastori.

    24 Gennaio, 2013 - 12:34
  48. Marilisa

    Ma perché, i nostri pastori non hanno mai sbagliato?
    Lo hanno fatto, eccome, anche in fatto di politica, salvo a ricredersi quando ormai era troppo tardi. A te questo non risulta? A me sì.
    Cos’era: “il principe di questo mondo” in azione? O “tentazioni” ?
    E non parlarmi di mancanza di umiltà, per favore.
    Quella che tu, Federico B, chiami impropriamente “umiltà”, potrebbe essere dabbenaggine. Attento!!

    24 Gennaio, 2013 - 14:19
  49. discepolo

    A Lorenzo che ritiene che il “compromesso” non sia da demonizzare.
    hai ragione se il compromesso, fatto per esempio da un cattolico in politica, ha per fine il bene della comunità, o almeno il male minore.
    ma il compromesso a cui ci hanno abituati i politici italiani, cattolici e non , ha quasi sempre avuto un solo fine: mantenere il PROPRIO posto e il proprio potere personale. Mi pare che un certo Gesù, in un certo testo che si chiama Vangelo, sia andato giù un po’ duro con chi voleve tenere il piede in due scarpe: “non si può servire due padroni” “non si può servire Dio e Mammona” ecc. ecc. Io credo che il 2compromesso sia una tentazione insita nella natura umana, noi facciamo di continuo compromessi anche con noi stessi! Dovrei fare questo , sarebbe giusto, però non ce la faccio a farlo e allora…vengo a un compromesso con me stesso, non faccio proprio TUTTo ciò che è giusto ma magari poi faccio un atto generoso e così via… Tutti i grandi Santi, tutti i Padri della Chiesa , Tutti i grandi mistici ci hanno insegnato che il compromesso, nella vita spirituale, morale , etica di una persona è l’inizio della fine… delle “buone intenzioni2 si dice è lastricata la via dell’inferno.. appunto perchè le “intenzioni sono una cosa” i Fatti e le AZioni sono un altra. I politici cattolici dovrebbero lascire la strada delle “buone intenzioni” e del compromesso e abbracciare la strada dei FATTI , delle DECISIONI, delle testimonianze leali e NETTE! insomma i cattolici in politica dovrebbero ascoltare Gesù: non si può servire DUE padroni!!

    24 Gennaio, 2013 - 14:31
  50. discepolo

    A proposito della faccenda Monte dei Paschi di Siena circola questa barzelletta:
    quale è la differenza fra Paradiso e Inferno?
    in Paradiso gli italiani si occupano della cucina e i tedeschi si occupano delle Banche.
    Nell’Inferno i tedeschi si occupano della cucina e gli italiani si occupano delle Banche.

    24 Gennaio, 2013 - 14:39
  51. Federico B.

    Lo scandalo di MPS rende bene l’idea dell’intreccio politica-finanza-imprese nelle regioni rosse e di cosa intende il PD per bene comune…

    24 Gennaio, 2013 - 15:22
  52. lorenzo

    Sì Federico, dell’intreccio ne puo’ dare una buona idea.

    24 Gennaio, 2013 - 16:35
  53. Leopoldo

    Abbiamo bisogno di coerenza. Non parlo del non rubare, quello lo do per scontato, nonostante tutto. Dico, invece, di uomini che in questo momento sanguinoso – c’è altro modo per definirlo? – sappiano mettere da parte i privilegi che dà la politica per poter essere fra coloro che soffrono, ormai la maggior parte. Lo so che è difficile, difficilissimo anzi, ma è di queso che abbiamo bisogno. E ancora, abbiamo bisogno di una politica che sia ancora capace di stracciarsi le vesti, con la forza di coloro che sanno essere fra la gente comune, davanti ad un Sistema (Sistema, come la Camorra) che consente a qualcuno di percepire in un giorno centomila euro senza nulla fare: quanto un operaio in cinque anni, straordinari e contributi compresi, se guadagna bene. Davvero, è un Sistema che va sovvertito, irredimibile. Di questo abbiamo bisogno, solo di questo. E’ la speranza di chi, per come è la mia idea del cristiano, pensa che la redenzione dell’uomo non è un fatto che lo riguarda a partire dalla morte ma a cominciare da quando viene al mondo.
    Una persona sola non può rappresentare un progetto politico, è vero, ma la politica senza le persone non è niente.

    24 Gennaio, 2013 - 19:36
  54. Luigi Accattoli

    FedericoB 23 gennaio 2013 @ 9:53 mi pone una domanda alla quale rispondo in ritardo, essendo stato fuori l’intero giorno – e per di più rispondo solo indirettamente – ma è pur sempre una risposta… Rimando cioè a due mie conferenze sulla materia specifica della presenza dei cristiani nei diversi schieramenti… si vedrà che c’è – nei miei testi – una qualche consonanza con le parole ultime del cardinale Bagnasco:

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=2309

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=6910

    24 Gennaio, 2013 - 22:12
  55. lycopodium

    Condivido (con Nino) che per l’Italia vi possa essere un futuro tipo Argentina.
    Se questo è lo scenario, effettivamente molte delle nostre discussioni rischiano di essere inutile diversivo.
    Non tutte, però.
    Lo sono quelle partitiche, per quanto non tutti siano uguali e non abbiano lo stesso titolo di colpa in questa situazione.
    Ma i partiti rappresentano un ambito di potere alla fin fine di scarsa incidenza globale.
    Molto più di rilievo sono invece le questioni di tipo bio-etico, bio-giuridico, bio-politico.
    Gli interessi del grande potere finanziario internazionale, quello che rischia di trascinarci nel baratro, son abbastanza chiari.
    E questo potere ha già fatto la sua scelta di campo, dato che di per sè è alieno da qualunque tipo di limite gli possa imporre la realtà: biologico, psicologico, spirituale, relazionale, sociale…
    Questo potere ha scelto la grande manipolazione prima del corpo sociale, poi di qualunque vivente.
    Opporsi a questo potere implica, oggi, stare a favore della sacra indisponibilità dell’essere vivente ad OGNI sua manipolazione.

    24 Gennaio, 2013 - 23:10
  56. discepolo

    ha ragione Leopoldo la politica senza le persone non è niente.
    e le persone senza la coscienza non sono niente.
    dunque la coscienza, cioè quella voce interiore che ti avverte questo è giusto questo è sbagliato, è il fondamento del viver civile e dunque della politica.
    la coscienza ce l’hanno tutti cattolici e non cattolici, e che rubare e dire menzogne è sbagliato, lo sanno tutti cattolici e non cattolici.
    Basta seguire la coscienza, e tante mostrosità non avverrebbero!
    Non c’è neppure bisogno di essere credenti basta essere onesti!
    La coscienza è di tutti gli uomini, così come l’etica e la morale.
    La fede e la spiritualità è un passo in più. Un passo in più che fa la felicità e la salvezza dell’individuo. Ma che non è necessaria per l’ETICA pubblica.
    L’etica pubblica può essere benissimo atea!
    ogni uomo, anche ateo, ha nella coscienza il sapere del bene e del male.
    L’uomo religioso ha una conoscenza in PIU’: la consapevolezza della GRAZIA
    divina.

    24 Gennaio, 2013 - 23:25
  57. lycopodium

    O meglio, Discepolo, ce l’ha perchè gli è data e gli è data perché la custodisca e le faccia portare frutto.

    25 Gennaio, 2013 - 7:09
  58. lycopodium

    Leopoldo,
    io penso che il cattolico debba guardare già le cose di qui, proprio dal punto di vista della loro Redenzione. Come diceva fraire Roger di Taizè: lotta e contemplazione, per divenire uomini di comunione.

    25 Gennaio, 2013 - 7:12
  59. Federico B.

    Grazie Luigi.
    Mi piacerebbe credere possibile una collaborazione trasversale tra cattolici, secondo gli auspici del Card. Bagnasco, e una presenza fruttuosa e coerente in “partibus infidelium”, come la tua, ma mi restano parecchi dubbi.
    In particolare dubito molto sulla volontà dei futuri parlamentari cattolici del PD di disobbedire agli ordini di Bersani e Vendola per cercare soluzioni trasversali (e più coerenti ai valori cattolici) ai pressanti problemi che afferiscono la sfera dei valori non negoziabili. In effetti mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista su questo punto specifico, ma naturalmente non voglio abusare del tuo tempo e della tua pazienza. Mi terrò i miei dubbi.

    25 Gennaio, 2013 - 9:19
  60. Federico B.

    come è ECCEZIONALMENTE la tua.

    25 Gennaio, 2013 - 9:46

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