Dal Cristo meticcio di Cefalù al meticciato che torna

A Terni intorno al vescovo Vincenzo Paglia è tutto un cantiere: un pittore argentino ha appena iniziato a tracciare un’Apocalisse sulla parete di fondo della cattedrale, due pittori ortodossi russi stanno ultimando un ciclo di Maria che decora per intero pareti e soffitto di una “cappella feriale”, uno scultore che non ricordo ha appena inciso su pietra pakistana quattro altorilievi per l’altare maggiore e una croce in ferro battuto e pietre lucenti che pende dalla cupola. Io sono qui per moderare un dibattito su “La società multietnica: l’integrazione possibile”. Daniela Pompei (Comunità di Sant’Egidio) porta l’esempio positivo delle badanti, come modello italiano di integrazione e cita il volto meticcio del Cristo Pantocrator di Cefalù, che ha tratti greci, arabi e normanni. Il ministro Amato dice che oggi noi europei “ripartiamo meticci” dopo aver dimenticato – nei secoli dello stato nazionale – di esserlo già stati e conclude che davanti a noi abbiamo forse un “tempo più bello, più vario e più ricco”, fatto tale dall’incontro tra diversi. Presentando Khaled Fouad Allam, algerino che insegna all’Università di Trieste e scrive sulla Repubblica, mi azzardo a dire a nome di tutti che “sono contento sia stato eletto nel nostro Parlamento” ed egli ricambia lodando la flessibilità politica italiana che ha già portato tre immigrati in Parlamento, cosa che non avviene in altri paesi con maggiore presenza immigratoria, come la Francia. Conclude il vescovo Paglia sulla “forza politica dell’amore” e con il motto: “Chi si conserva perde, chi incontra guadagna”.

2 Comments

  1. A me il Vescovo Vincenzo piace molto. Alcuni si lamentano perchè sarebbe un po’ troppo assente, ma è anche vero che la sua è una piccola diocesi e lui ha così tante e belle qualità che è bene che se ne giovi anche la Chiesa universale, oltre che quella locale.

    14 Febbraio, 2007 - 15:00

Lascia un commento