Dal papa che governa al papa apostolo

Un visitatore del blog mi chiede che differenza io veda tra il papa che governa e il papa che parla a nome di tutti (vedi post precedente). Il papa che parla a nome di tutti è Giovanni Paolo II che si oppone alla guerra (a ogni guerra) e alla manipolazione genetica, che chiama fratelli maggiori gli ebrei e fratelli i musulmani. Il papa che governa è Giovanni Paolo II che promulga il codice di diritto canonico, che nomina i vescovi di tutto il mondo, che fa annunciare la scomunica di Marcel Lefebvre. Il papa che governa formulando leggi e applicandole resta il papa della Chiesa cattolica. Il papa che si pone a portavoce del Vangelo sulla scena del mondo potrebbe essere riconosciuto, domani, da tutti i cristiani. Immagino per il futuro prossimo una diminuzione della componente di giurisdizione del papato, parallela a un’esaltazione della dimensione apostolica. Per il futuro lontano sogno un papa apostolo investito del compito di attestare il Vangelo a nome di tutti i cristiani.

24 Comments

  1. lella

    Credo di non avere capito: e di Ratzinger che ne facciamo? Non governa? Non parla a nome di tutti? Non cerca di fare rientrare lo scisma con i Lefebvriani? Boh! Mi sembra che si voglia continuare a vivere nel passato additando sempre e solo Papa Wojtyla come esempio senza considerare che non sarebbe stato tanto grande se non avesse avuto sempre al suo fianco un certo cardinale Ratzinger.

    7 Luglio, 2006 - 17:26
  2. Luigi Accattoli

    Gli esempi erano su papa Wojtyla perchè così potevano essere più vasti. Io credo che papa Ratzinger continuerà nell’incremento dell’azione apostolica e nel contenimento dell’attività di governo che ha caratterizzato il pontificato precedente. Egli da cardinale ha affermato che la Chiesa non ha bisogno di “una continuata attività di governo” e che oggi – in essa – “si norma e si decide troppo”. Mi aspetto dunque che si affidi sempre di meno alle nomine, alla squadra e alle riforme, e punti di più sull’ascolto dello Spirito e sulla prontezza a obbedirlo. Come già sta facendo. “Meno organizzazione e più Spirito Santo” fu un altro suo motto. Io sono entusiasta di questa opzione. Anche lei, Lella?
    Saluti. Luigi Accattoli

    7 Luglio, 2006 - 22:30
  3. lella

    Io non potrei essere più entusiasta di Papa Ratzinger! Non mi perdo una sua udienza, un suo angelus o una sua messa…leggo tutte le sue omelie, acquisto i suoi numerosissimi libri, appoggio la sua azione e prego costantemente per lui.
    Non è certo Papa Benedetto il problema, semmai la tendenza di alcuni di vedere il suo pontificato solo come continuità con quello precedente. Non è così: vi è una netta discontinuità fra i due Pontefici ed è questa la ragione per cui i fedeli alle udienze raddoppiano e vige un assoluto silenzio quando Benedetto parla…

    8 Luglio, 2006 - 6:21
  4. Luigi Accattoli

    Concordiamo dunque nell’apprezzamento. E anche nella percezione della discontinuita’, che mi pare questa: egli fa suo il programma essenziale del predecesore, del quale fu corresponsabile, ma tutto lo riconduce alla propria misura, che e` quella dell’interiorita’ e dell’invocazione. Ma lei teme che non sia compreso. Io invece credo che lo sia: di certo e’ meglio inteso di quanto il predecesore non lo fosse non diro’ a uno, ma neanche a dieci anni dall’elezione. Anche i media lo trattano bene, non le pare?
    Luigi Accattoli

    8 Luglio, 2006 - 9:26
  5. lella

    La ringrazio, dottor Accattoli, perchè mi risponde nonostante gli impegni che La vedranno sicuramente protagonista a Valencia.
    Purtroppo no, credo che il Papa non venga trattato bene dai media, che non aspettano altro che metterlo a confronto con il predecessore. Anche tutti gli speciali dell’ultimo anno (in primis “porta a porta”) non hanno avuto come protagonosta Ratzinger ma sempre e solo Wojtyla. Anche durante l’unica puntata dedicata da Vespa all’enciclica “Deus caritas est” c’è sempre stata la volontà di parlare di Giovanni Paolo II. La vita stessa di Joseph Ratzinger è talmente ricca di avvenimenti da meritare speciali biografie televisive (pensiamo solo ai pedinamenti che il giovane teologo tedesco subiva da parte della Stasi o alle lotte del cardinale Ratzinger spesso lasciato troppo solo a combattere), eppure si parla sempre e comunque degli ultimi anni di vita di Wojtyla… Io mi adeguo alla logica dei media, per carità, chiedo solo di evitare le continue contrapposizioni di stile, bravura, umanità fra i due Pontefici.
    Saluti e buon lavoro.

    8 Luglio, 2006 - 10:05
  6. Luigi Accattoli

    Sono infatti a Valencia e sto seguendo dalla sala stampa l’arrivo del papa all’aeroporto, dove il premier Zapatero ha gia’ assaggiato i fischi della folla. Saluti, Luigi

    8 Luglio, 2006 - 10:24
  7. Sono perfettamente d’accordo con Lella. I mass media, e lo dico da giornalista, continuano a non valorizzare il Pontificato di Benedetto XVI. Il caso di Porta a Porta citato da Lella è emblematico: non una puntata sul primo anno da Papa di Joseph Ratzinger! Io sono nato sotto il Pontificato di Paolo VI, ero piccolissimo quando Papa Luciani venne eletto e scomparve, sono cresciuto con Giovanni Paolo II. Ma il Papa è uno. Non importa il nome, non contano le caratteristiche, l’importante, come diceva Wojtyla, è amare il Papa, non un Papa in particolare. I media credono che parlare di Giovanni Paolo II e fare continui accostamenti con Ratzinger porti audience, come se Benedetto XVI fosse un Papa minore. Niente di più sbagliato! “Dio, dai alla Chiesa un Papa secondo il tuo cuore”…queste furono le parole pronunciate dall’allora Cardinale Ratzinger durante la messa pro eligendo Pontefice. Ecco, da oltre un anno abbiamo un nuovo Papa “secondo il cuore di Dio”. Che poi non lo sia secondo il cuore dei mass media, poco importa. In Conclave ci entra lo Spirito Santo, non Bruno Vespa. Caro Luigi, ancora tanti complimenti per il tuo blog che seguo con grande attenzione.
    Gianluca da Battipaglia

    P. S. Trovo che Luigi Accattoli sia comunque tra i vaticanisti più obiettivi, e non lo dico solo perchè ho avuto modo di constatare che è un galantuomo.

    8 Luglio, 2006 - 11:03
  8. Luigi Accattoli

    Gianluca grazie della visita e dei complimenti! Il cardinale Francesco Marchisano mi ha parlato con entusiasmo dell’incontro da te organizzato al comune di Battipaglia il 27 giugno. Anche in quell’occasione si e`parlato di papa Wojtyla, mi diceva il cardinale e immagino che cio´sia avvenuto senza pregiudizio per il succesore. I media amano il gia`noto, ma attenzione: nulla e`nei media che non sia stato prima nella realta`. – Ora papa Benedetto e’ sulla papamobile, a meta`dei dieci chilometri del percorso che lo portera`alla cattedrale. Sta per sostare alla stazione della metropolitana dov’e’ avvenuto il grande incidente con 42 morti.
    Un bel saluto a tutti. Luigi

    8 Luglio, 2006 - 11:32
  9. Carissimo Luigi, mi fa molto piacere che il Cardinale Marchisano ti abbia parlato con entusiasmo del Convegno che ho organizzato nella mia Città. E’ stato per noi tutti un onore poter ospitare un Principe della Chiesa. Sapessi che grande uomo è il Cardinale Marchisano! Ha commosso tutti con la sua umiltà e la sua umanità. In Lui ho visto la bonarietà di Giovanni XXIII, l’eleganza e lo stile di Paolo VI, l’umiltà di Papa Luciani, la tenerezza di Giovanni Paolo II, la radiosità e la preparazione di Benedetto XVI. In me che ho anche avuto il piacere di incontrare il Santo Padre (se non sbaglio, ti ho inviato una foto), l’incontro con il Cardinale Marchisano resterà impresso per sempre nella memoria e nel cuore. Tornando al tema di questo post, ricordo ciò che ha detto proprio il Cardinale Marchisano ad una giornalista della Tv che lo intervistava chiedendogli quali fossero le differenze tra Wojtyla e Ratzinger: “Il Papa – rispose Sua Eminenza – è sempre il Papa, è sempre uno”. Vedi, Luigi, per me, cattolico, sono uguali allo stesso modo Papa Luciani e Papa Wojtyla. Certo, sono cresciuto sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II ed ho versato fiumi di lacrime alla sua morte, ma io amo ciò che anima quell’abito bianco perchè so, intimamente, che nel Papa, in materia di Fede, agisce l’Altissimo.
    Scusa se ti disturbo durante il tuo viaggio a Valencia, ma sono chiuso in casa, a letto, in piena convalescenza: il giorno dopo il convegno, la carotide di cui ti dissi, mi ha procurato una leggera ischemia. Questa volta non mi sono abbattuto: mi è bastato guardare le foto del Convegno, le foto del sorriso del Cardinale Marchisano, pensare alle sue parole, e leggere il telegramma che mi ha fatto pervenire il Papa per l’occasione, per stare subito meglio.
    Certo, l’arroganza e la maleducazione di Zapatero nei confronti del Pontefice mi ha portato la pressione massima a 160, ma c’ha pensato Navarro Valls a far notare al premier spagnolo che non partecipando alla Messa del Papa, si comporterà come neanche Fidel Castro (ed è tutto dire) ha avuto il coraggio di fare. Il Papa è a Valencia per difendere la famiglia, un tema a te molto caro (ho letto con intensità la lettera che scrivesti quando scomparve prematuramente tua moglie). Sono certo che dalle colonne del Corsera saprai renderci perfettamente partecipi di questo evento.
    W il Papa, w la famiglia

    8 Luglio, 2006 - 12:37
  10. Gianluca, mi permetta di non essere d’accordo con lei. Se Zapatero non crede e non ha piacere ad andare a Messa dal Papa, io rispetto la sua coerenza. Contrariamente ad un dittatore sanguinario come Fidel Castro che ha promesso a papa Wojtyla riforme e tutela dei diritti umani, e che continua a fare quello che vuole a Cuba nonostante tutto.
    A Messa ci si va per venerare Dio, rendendoGli culto, non per farsi immortalare alle telecamere. Ora, se su questo siamo d’accordo, mi consenta di evidenziare che è meglio non andarci quando si rischia di scadere nell’evento mondano cui ci si va perché è una convenzione sociale, perché “così fan tutti”.
    Un’ultima cosa, a proposito del vituperato Zapatero.
    Ho avuto il piacere di leggere alcuni stralci da un libro intervista in cui Zapatero, parlando della Chiesa, le riconosceva ampio diritto di esternazione e di impartire i propri insegnamenti. Un discorso tutt’altro che vicino alle livide espressioni dei laicisti nostrani che lo hanno ormai eretto a vessillo o feticcio. Allora, se Zap riconosce questo alla Chiesa, occorre che gli sia riconosciuta la sua libertà di coscienza. Che è anche quella di essere ateo e di non rendere culto a nessun Dio. Quindi di non andare a Messa.
    Accattoli, lei che ne dice? Un caro saluto e un abbraccio, giusto ieri mi hanno dato il tesserino di praticante. Quanta strada ancora…

    8 Luglio, 2006 - 17:53
  11. Luigi Accattoli

    Non darei tanta importanza alla presenza del premier alla messa: ci saranno il re e il ministro degli esteri, dunque la nazione e il governo saranno rappresentati. Andando, Rodriguez Zapatero avrebbe rischiato di provocare fischi, come stamani all’aeroporto. Una folla papale che fischia un presidente laico mi sarebbe davvero dipiaciuta. All’aeroporto passi, ma davanti all’altare preferisco non vederla.
    Auguri al collega praticante! Luigi

    8 Luglio, 2006 - 18:29
  12. Tonizzo, vedo che sei un collega e tra colleghi ci si dà del tu. Quindi, se non hai problemi, metterò da parte le formalità. Vedi, Zapatero rappresenta tutto il popolo spagnolo e non andando a Messa dal Papa non solo manca di rispetto al Santo Padre ma anche ai suoi connazionali cattolici. Questo novello crociato delle libertà individuali, commetterà domani un grande errore dal punto di vista istituzionale. Certo, ha ragione Luigi Accattoli quando dice che non sarebbero stati tollerabili i fischi in Chiesa all’indirizzo del premier. Ma siamo sicuri che Zapatero diserterà la Messa del Papa solo per questioni di opportunità? Non sarà mica l’ennesimo guanto di sfida alla Chiesa? Non lo so, non ho l’esperienza per interpretare certi segni. Per diversi anni, sono stato capo ufficio stampa del mio Comune. Ricordo che un Venerdì Santo il Sindaco era assente e non potè partecipare alla tradizionale processione. delegò, in sua rappresentanza, un Consigliere Comunale. Risultato: era presente il gonfalone del Comune ma nessuno che portasse la fascia da Sindaco. Quindi, era rappresentata la persona del primo cittadino, per tramite di un suo delegato, ma non la Città, non essendoci la fascia tricolore. E’ un esempio stupido, stupidissimo, ma vorrei così evidenziare che un conto è che partecipi alla Messa del Papa il premier, un conto il Ministro degli Esteri. Per fortuna, ci sono i reali. Ma poi, dico io, davvero i fedeli avrebbero fischiato Zapatero durante una funzione religiosa? Sarebbe stato sbagliato e inopportuno. Come sbagliata e inopportuna sarà la latitanza personale e istituzionale di questo discusso e discutibile capo del Governo spagnolo.
    Caro collega, auguri di cuore!
    Caro Luigi, grazie dell’ospitalità sul tuo blog. Vedo con piacere che va arricchendosi. Se x te non è un problema, lo linkerò al mio sito sul Santo Padre, che ospita più o meno 1.000 visitatori al giorno solo dall’Italia.
    Buon lavoro!

    8 Luglio, 2006 - 20:52
  13. Caro Accattoli, grazie per la risposta e gli auguri. Quanto a me, sa quanto tempo ancora ci vorrà prima di dire io a lei collega…

    8 Luglio, 2006 - 19:56
  14. Luigi Accattoli

    Sono di quelli che hanno fiducia nei piu` giovani: li guardo con la simpatia con cui guardo ai miei figli e li trovo migliori della mia generazione. Vale, Luigi

    8 Luglio, 2006 - 20:49
  15. Luigi Accattoli

    Linka pure come vuoi! Grazie, Luigi

    8 Luglio, 2006 - 20:52
  16. Grazie volentieri per il tu, Gianluca. Che ricambio altrettanto volentieri. Come ti ringrazio per gli auguri.
    Vengo al dunque. Allora, se Zap non ci va per sfida alla Chiesa, detto fra i denti è solo un cretino. Però temo che la gente lo avrebbe fischiato, non foss’altro che comunque la politica che fa Zapatero è laica con toni una punta acida. Che una parte degli spagnoli non mi sembra gradire. Aggiungi anche il modo in cui questo signore è diventato premier, poi mi dici…
    Voglio sperare che l’abbia fatto per motivi propri di coscienza. Se l’ha fatto come gesto di sfida, allora è un cretino, ripeto. Perché sono segni di un anticlericalismo credo ormai fuori luogo. Sarebbe uno sgarbo da bambini, non una dimostrazione di rispetto per le altrui credenze.
    Buon lavoro anche a te, e grazie a Luigi.

    8 Luglio, 2006 - 21:55
  17. A pensarci bene, Zapatero ha già avuto la sua sconfitta: il Papa dei principi e dei valori non negoziabili, il Papa difensore della famiglia e della vita, ha chiamato a Valencia oltre un milione di fedeli. Il messaggio al Governo spagnolo mi sembra chiaro, e poco importa, in fondo, che Zapatero si sia comportato non come uno statista, ma come un bambino iscritto all’asilo. D’altro canto, è lui il padre della deriva “zapaterista”, da lui ci si può aspettare di tutto. E lui deve aspettarsi che noi credenti denunciamo la sua stoltezza. “Perchè questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti” (1 Pietro 2:15).
    Notte

    8 Luglio, 2006 - 23:36
  18. Luigi Accattoli

    Rispetto il tono combattivo degli ultimi due commenti, ma non lo condivido. La vita pubblica spagnola ha toni polemici frontali, tra cattolici e laici, che per fortuna in Italia non conosciamo più da almeno un secolo. E’ in quel contesto aggressivo che dobbiamo inquadrare la decisione di Zapatero, che non considero del tutto improvvida, come avevo detto sopra. E che comunque rispetto con quel di più di attenzione che sempre si deve a un ruolo pubblico. Egli del resto dal papa è andato, ieri pomeriggio e il suo governo ha contribuito a pagare le spese per l’organizzazione dell’evento di Valencia. A un non credente non chiedo di più.
    Ancora un saluto a tutti dal sole di Valencia. Luigi

    9 Luglio, 2006 - 10:36
  19. Leonardo

    Difficile dire perché Zapatero abbia scelto di non partecipare alla messa del papa, ma non si può fare a meno di inquadrare tale scelta nell’atteggiamento di aperta e forte ostilità al cristianesimo che tutta la sua azione politica manifesta. Zapatero è l’esponente più in vista di quella dittatura del relativismo che il papa tante volte ha denunciato. Il principio che guida il suo governo, “il bene è ciò che decide la maggioranza”, è il più anticristiano che ci sia.

    9 Luglio, 2006 - 11:11
  20. maria grazia

    Io mi trovo assolutamente d’accordo con il quotidiano dei vescovi, “L’avvenire”. Per il caro Zapatero dobbiamo solo parlare di “mala education”. Si è trattato di un gesto di maleducazione grave e gratuita. Non si può dimenticare che il Sommo Pontefice è anche un capo di stato e gli vanno tributati tutti gli onori. Mi aspetto, per coerenza, che Zapatero si rifiuti di presenziare ad eventuali incontri con Angela Merkel, Bush e Putin.
    Secondo me però siamo davanti ad una semplice fuga per paura di sonori fischi. Da parte mia sono felicissima per il Papa che ancora una volta sorprende tutti ed ha successi travolgenti.Maria Grazia.

    9 Luglio, 2006 - 12:19
  21. Francesco73

    C’è un ratzingerismo dell’ultim’ora che rovescia al contrario l’insistito confronto tra Giovanni Paolo e Benedetto che si fa sui media. Questo ratzingerismo è interpretato da una certa cattolicità “adulta”, fatta di preti, lettori attenti, fedeli non distratti, appassionati di teologia e filosofia. La convinzione di fondo è che Benedetto sia meglio di Wojtyla, il tutto però con la smorfia contrita di chi non lo può dire. Il Papa polacco viene così ridotto a una caricatura: lo showman amato dalle folle, l’uomo del palcoscenico che ha ridotto la Chiesa alla sua misura, la voce che ha parlato al posto di tutte le voci, tacitandole. Io mi considero un ammiratore e un lettore di Ratzinger almeno dal ’96, e proprio per questo mi è chiaro che un paragone tra lui e Wojtyla, semplicemente, non è possibile. A Lella vorrei dire di non andare a rintracciare pagine straordinarie nella biografia dell’uomo Joseph: è la storia di un prete, straordinaria per la fedeltà e per la profondità. Ma è questo, non c’è materiale per il cinema, c’è poco da fare. Non ci si dovrebbe infastidire se la vicenda umana di Karol è esorbitante, irripetibile, e davvero letteraria. Sono i fatti accaduti, non è colpa di nessuno. C’è un richiamo quasi fisico dell’attuale Pontefice alla sobrietà, all’autoriduzione, alla semplificazione, alla attinenza al rito nella sua regola. Si tratta di un lavoro fondamentale. Ma occhio, gli entusiasti, a non fare anche di questo una vanità, con la stessa logica degli ultras wojtyliani. Sarebbe un doppio scacco. Primo, perchè non serve il tifo nella Chiesa, ma solo l’amore, per il Papa e per chi lo è (no, non è indifferente, non ragioniamo come Messori, il cristianesimo è una storia di persone non di uffici, per quanto stabiliti da Cristo); secondo, perchè il nostro mondo non può fare a meno della scossa dei grandi gesti, e la voce troppo bassa rischia di suscitare simpatia ma di essere trascurata senza neppure la fatica di tapparsi le orecchie e voltarsi altrove.

    9 Luglio, 2006 - 18:15
  22. maria grazia

    Ciao Francesco.
    Un mio professore di diritto romano adottava lo stesso metodo del Papa: quando voleva farsi ascoltare, abbassava il tono della voce e subito tutti noi (dai 300 ai 400 studenti) facevamo miracolosamente silenzio ed ascoltavamo. Perchè? Semplice: i più attenti di noi zittivano gli esuberanti spiegando il messaggio del professore. Lo stesso fa il Papa: getta semi in alcuni affinchè essi sveglino gli altri!!!
    E poi a che servono i grandi gesti? Sì, Papa Wojtyla era un pontefice mediatico, ma allora perchè adesso Papa Benedetto è ugualmente (anzi di più) seguito?

    10 Luglio, 2006 - 7:05
  23. Zapatero ha perso una grossa occasione per mostrare che la sua azione di governo ha come valori il rispetto dei diritti di tutti e la laicità dello Stato, non un volgare livore anticlericale. Se i presenti l’avessero fischiato, sarebbero passati immediatamente dalla parte del torto (come alcuni ciellini fecero con Prodi nel ’97 a Bologna, “costringendo” le autorità vaticane a riparare dando a Prodi l’onore di una citazione supplementare.

    Benedetto XVI è stato, invece, intelligente e vincente grazie al suo equilibrio e alla sua moderazione, che si è conciliata bene con la parresia cristiana.

    I toni violenti e bellicosi sono il modo peggiore per trattare questa complicata partita con la cultura odierna. A differenza di alcuni prelati, Benedetto XVI sembra averlo capito. Anche perché concordo con Lella: Benedetto XVI gode di una pregiudiziale negativa pesante da parte di molta stampa (e di una pregiudiziale negativa da parte di pochi giornali e tv… però non accontenta neanche questi con la sua rinuncia al clamore e ai gesti eclatanti).

    Approfitto per chiedere a Luigi Accattoli (che ringrazio ancora di cuore per la sua partecipazione al convegno a Villa Pallavicini a Bologna nello scorso novembre, organizzato anche da mio padre): che cosa pensa del rapporto di papa Ratzinger con la cultura dell’immagine, molto più problematico di quello di Woityla? E’ vincente la sua scommessa di puntare sul ragionamento ampio e pacato anziché sullo slogan o sul simbolo immediato (anche se Ratzinger è molto attento a una certa cultura simbolica [ma ecclesialmente autoreferenziale], vedi aspetti come la tiara nello stemma o l’uso del pallio)? Di puntare, quindi – come scrive giustamente Accattoli qui sopra – sui tempi lunghi?

    10 Luglio, 2006 - 12:25
  24. Luigi Accattoli

    Dunque ci siamo visti a Villa Pallavicini! Che bello ritrovare on line chi si è visto a terra… Caro Luca, saluta papà e fai una visita alla pagina “Interviste” elencata sotto la mia foto, ad apertura del blog: trovi due lunghi “colloqui” universitari nei quali affronto professionalmente il rapporto con i media dei papi Wojtyla e Ratzinger, nonchè il modo in cui noi giornalisti abbiamo trattato l’evento della morte dell’uno e dell’elezione dell’altro. Credo che Benedetto stia vincendo la “scommessa” sulla forza della parola, di cui ho parlato in un post di un mese addietro (vedi 12 giugno).
    Un abbraccio, Luigi

    10 Luglio, 2006 - 13:18

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