Dico no al film di Wilders e a Magdi Allam

“Se l’Occidente ha una colpa, ebbene è che è stato finora fin troppo accondiscendente e remissivo con gli estremisti e i terroristi islamici. Ecco perché dico «sì» al film di Wilders. Diffondiamolo in Internet in tutte le lingue in modo che possa essere visto e compreso da tutti ovunque nel mondo”: così il collega Magdi Allam oggi sul “Corriere della Sera”. Non sono d’accordo e lo dico con il ricordo di un’uscita campestre con i compagni di scuola quando facevo la terza media. Trovammo un nido di vespe e i professori e quelli che venivamo dai campi avvertimmo i compagni di città che non bisognava avvicinarsi troppo o fare rumore, perchè poteva essere pericoloso. Uno dei cittadini, che era anche un mattacchione, prese da terra un bastone e andò diritto al nido gridando “avete paura delle vespe?” Io sapevo di persone che erano morte per l’assalto di uno sciame e mi buttai a tuffo sul compagno impedendogli quella pazzia. Il compagno matto è Wilders, il suo film è quel bastone. Che cosa si debba e si possa fare in Olanda e in Europa, nel rispetto delle nostre leggi che garantiscono la libertà di espressione, io non lo so: lo vedano i giuristi e i politici. Ma per quello che mi riguarda, nella responsabilità che ognuno ha delle sue parole, qui nel mondo delle libere opinioni, io dico “no” alle provocazioni che possono risultare irreparabili. Viviamo una stagione nuova del mondo, nella quale il rimescolamento dei popoli e la potenza della comunicazione globale creano nuovi doveri. Occorre incoraggiare le persone responsabili che in campo diplomatico e politico si sforzano di creare la consapevolezza dei rischi che stiamo correndo. Sto dunque con il premier olandese Jan Peter Balkenende e con il segretario generale della Nato, l’olandese Jaap de Hoop Scheffer, che hanno segnalato quei pericoli e non con l’amico Magdi Allam che li ha criticati per quella segnalazione.

43 Comments

  1. Scusami, Luigi, ma io preferisco il minacciato, insultato e deriso Magdi Allam che non certi accomodanti loschi figuri che cancellano il nome di Gesù dalle canzoni di Natale o scrivono “Buone Feste” o non fanno il Presepe perché sennò gli altri si offendono. Churchill diceva che i pacifisti sono quelli che danno da mangiare al coccodrillo sperando che li mangi per ultimi.
    Preferisco piuttosto stare con i saggi islamici che discuteranno in Vaticano. A riprova che in realtà tra Islam e Cristianesimo c’è rispetto e non contrapposizione.

    7 Marzo, 2008 - 13:23
  2. Leonardo

    D’accordo con Tonizzo. L’esempio delle vespe è eloquente, ma, per restare in ambito agreste, si dice anche: “fatti pecora e il lupo ti mangia”. Però io non so nulla di questo film di Wilders (a dire il vero non so neanche chi è Wilders): bisognerebbe vedere se è una gratuita provocazione oppure un film che dice qualcosa di sgradito, magari di estremamente sgradito, agli islamici. Nel primo caso penso anch’io che si dovrebbe evitare. Ma il confine tra le due cose, come si traccia?

    7 Marzo, 2008 - 14:12
  3. Leonardo

    Ho appena letto quello che dice il sito del Corriere, da cui traggo questa citazione: «Pur senza entrare direttamente nella polemica («non sappiamo neppure che cosa ci sia in questo filmato») D’Alema prende le distanze: «Non è mai una cosa apprezzabile, che vengano colpiti i sentimenti religiosi altrui».

    Due considerazioni: 1) se capisco bene nessuno sa esattamente cosa ci sia in questo film, quindi stiamo tutti parlando “a prescindere”. Questo vuol dire che è già passata l’idea che tutto ciò che i musulmani considerano offensivo anche noi dobbiamo considerarlo offensivo?
    2) Attendo fiducioso che l’onorevole D’Alema, tutte le volte che dei cattolici si sentono colpiti nei loro sentimenti religiosi , prenda posizione contro la pubblicazione o la diffusione dell’opera che cagiona tale disagio.

    7 Marzo, 2008 - 14:24
  4. targum55

    Logica comprensibile, il do ut des, ma forse, lo suggerisco sommessamente, non conforme al precetto evangelico (e neppure, aggiungo, a quel capolavoro che è l’imperativo categorico kantiano). Oggi si parla molto (e spesso a sproposito) di “identità”: quale occasione migliore per testimoniare un’alterità di comportamenti contrari alla realpolitik, senza attenderci nulla in cambio? Altrimenti arrabbiamoci con chi ha paragonato i suoi discepoli ad agnelli fra i lupi.

    7 Marzo, 2008 - 16:28
  5. Leonardo

    In questo caso non invocavo la reciprocità, bensì la parità di trattamento. Quanto alle similitudini zoologiche, se è per quello ci è stato detto anche di essere astuti come serpenti …

    7 Marzo, 2008 - 16:53
  6. Sumpontcura

    Hai ragione, Luigi, la nostra è una discussione accademica: per fortuna non spetta a noi prendere decisioni che coinvolgano da una parte un diritto fondamentale (la libertà d’espressione), dall’altra un principio di precauzione che salvaguardi il buonsenso.
    Ciò posto, anch’io credo che la questione sia legata al contenuto del film di Wilders. Mi chiedo: è stato giusto, per il regista Theo van Gogh, giocarsi la vita per diffondere un documentario critico nei confronti di certe pratiche barbariche e intollerabili volute e rivendicate da minoranze islamiche terroriste e delinquenziali? Ritengo di sì, e considero Theo un martire e un modello, non semplicemente un uomo molto sfortunato. Allo stesso modo, mi viene il sangue alla testa quando leggo scribacchini mentecatti che tuttora – dopo quanto è avvenuto a proposito dei rapporti fra Cristianesimo e Islam –, comodamente seduti su morbide poltrone in largo Fochetti, ripetono la litania sull’imprudenza del Santo Padre a Ratisbona. Valeva la pena rischiare una reazione anche peggiore di quella che c’è stata, per affermare il diritto di impostare un dialogo con mitezza ed equilibrio, ma senza rinunciare all’enunciazione rispettosa ma ferma della propria verità? Secondo me, mille volte sì: la verità ci fa liberi (e, forse, santi).
    Certo, se il rischio è invece legato alla difesa di porcherie come “La Madonna piange sperma”, o alle stupidissime vignette danesi, ma che vadano al diavolo tutti i bambini viziati con le loro presuntuose provocazioni!
    Aggiungo che sono d’accordo con targum55: dal ministro D’Alema non dobbiamo esigere reciprocità: ma sarebbe troppo chiedere (a lui e a tanti altri “giudiziosi” volenterosi) almeno di prendere le distanze da certe idiozie canzonettistico-televisive-teatral-cinematografiche nate esclusivamente per offendere il sentimento religioso dei cattolici? Non sto chiedendo censure, ma una sacrosanta risatina di compatimento (e magari un sacrosanto rifiuto di sprecare quattrini pubblici).

    (Sia chiaro che è una richiesta, non un do ut des. In assenza di riscontri, ben vengano il precetto evangelico e l’imperativo kantiano; magari con l’aggiunta del proverbio contadino: “Chi ha più giudizio l’adoperi”).

    7 Marzo, 2008 - 17:33
  7. Leonardo

    Se ho tirato in ballo D’Alema non è per lui personalmente ma in quanto esponente di una parte politica che ha sempre protetto (e anche ‘foraggiato’) le schiere dei guitti nostrani che campano irridendo la fede cristiana. La stessa parte politica che si inalbera se qualcuno protesta contro «porcherie» come quelle citate nel messaggio precedente.

    (L’imperativo kantiano lo lascerei dov’è: spiaccicato da un pezzo sul muro, come il grillo parlante di Pinocchio).

    7 Marzo, 2008 - 17:40
  8. Sumpontcura

    Caro Leonardo,
    in piena sintonia con le tue sacrosante (e spiritose) considerazioni, aggiungerei una doppia citazione manzoniana: il “povero parere” proposto da Perpetua a don Abbondio: “Eh, le schioppettate non si danno via come confetti: e guai se questi cani dovessero mordere tutte le volte che abbaiano! E io ho sempre veduto che a chi sa mostrare i denti, e farsi stimare, gli si porta rispetto”; e il pacato ma fermo rimprovero del cardinal Federigo al medesimo don Abbondio: “Non sapevate che, se l’uomo promette troppo spesso più che non sia per mantenere, minaccia anche non di rado, più che non s’attenti poi di commettere? Non sapevate che l’iniquità non si fonda soltanto sulle sue forze, ma anche sulla credulità e sullo spavento altrui?”.

    7 Marzo, 2008 - 17:58
  9. Mi “schiero”, uscendo da logiche di interesse generale o di principio assoluto, ma non mi piace chi irride le convinzioni religiose per condannare i comportamenti negativi.
    E se non mi piace quando lo fanno con me, non vedo perchè dovrebbe piacermi se lo fanno a … mio cugino.

    7 Marzo, 2008 - 18:07
  10. targum55

    “Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo”. L’ukase dello zar (“l’imperativo kantiano lo lascerei dov’è: spiaccicato da un pezzo sul muro, come il grillo parlante di Pinocchio”) vuole spiaccicare questa regola kantiana sul muro, ma allora dovrebbe spiaccicare anche la regola d’oro e magari la visione agostiniana della città di Dio, così vicina al “razionalissimo” regno dei fini dell’ottimo Kant.
    Quanto poi alla contrapposizione dei passi evangelici bisognerebbe forse, ma lo dico soprattutto a me stesso, collocare ogni passo nel suo contesto e leggere la Bibbia con la Bibbia, per cui forse agnelli e serpenti potranno convivere in una bella arca di Noè con cui affrontare i nostri diluvi.

    7 Marzo, 2008 - 18:11
  11. Leonardo

    Un ukase al condizionale? E tra parentesi?
    Firmato:
    Nicola II

    7 Marzo, 2008 - 18:32
  12. targum55

    finalmente si ragiona!

    7 Marzo, 2008 - 18:34
  13. Leonardo

    Questa però è presa da Totò: Miseria e nobiltà, se non sbaglio

    7 Marzo, 2008 - 18:53
  14. Luigi Accattoli

    Ecco le ultime informazioni ANSA su Wilders:
    ISLAM:WILDERS DELUSO,NESSUNA TV PER TRASMISSIONE INTERO FILM (ANSA) – BRUXELLES, 7 MAR – Il deputato di estrema destra Geert Wilders si è detto «profondamente deluso» dopo che nessuna rete televisiva olandese ha accettato di diffondere integralmente il suo controverso film sul Corano. L’autore di ‘Fitnà ha posto come condizione che il cortometraggio venga trasmesso senza tagli e senza interruzioni, dicendosi disponibile ad un dibattito prima e dopo la trasmissione del film. Ma i network olandesi non hanno mostrato interesse per la proposta. Anche la proiezione a fine marzo in un centro stampa dell’Aja non è ancora stata definita, perchè Wilders sta ancora calcolando i costi per garantire la sicurezza dell’iniziativa. Il film, che vuole dimostrare che il Corano è un libro «fascista», è stato oggetto di un incontro fra il ministro degli esteri Maxime Verhagen e una trentina di ambasciatori di paesi islamici, ai quali il capo della diplomazia ha ripetuto ancora una volta che il governo è «fondamentalmente in disaccordo con Wilders». Anche se il contenuto della pellicola è ancora sconosciuto,
    la procura olandese ha già ricevuto 45 denunce contro Wilders per «vilipendio alla religione». (ANSA).

    UE: BORGHEZIO (LEGA) INVITA OLANDESE GERT WILDERS
    (ANSA) – SANREMO (IMPERIA), 7 MAR – L’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, ha invitato al parlamento Europeo di Strasburgo il deputato olandese Gert Wilders, autore del cortometraggio anti-Islam dal titolo ‘Fitnà, colpito dalla censura dell’Europa, esprimendo solidarietà nei suoi confronti. È stato lo stesso politico a riferirlo, stamani, all’Hotel Europa di Sanremo, nel corso di un incontro di apertura della campagna elettorale della Lega Nord nella città dei fiori. «Wilders dice la verità sul Corano – ha affermato Borghezio -. Perchè il Corano è un testo che interpretato dagli estremisti e dai fondamentalisti islamici fa paura. Questo coraggioso deputato olandese lo ha addirittura paragonato al Mein Kampf di Hitler. Io credo che l’Europa non debba assolutamente censurare questa opera cinematografica. Ricordiamo l’esempio vergognoso della censura a cui sono stati costretti l’autore, il regista e persino la sceneggiatrice di ‘Submission’, altra opera importante che denuncia il fondamentalismo islamico». Nel ribadire la necessità di difendere con forza ogni atto coraggioso in base al principio della libertà di espressione, Borghezio aggiunge: «Questi sono temi che vorremmo affrontassero anche i nostri colleghi della sinistra, tanto bravi a celebrare l’8 marzo. Nella mia città, Torino, ci hanno pensato due marocchini a celebrare l’8 marzo, riducendo in condizioni pietose una povera signora di 43 anni, madre di famiglia, che ieri è stata violentata non appena è scesa dalla macchina, nella periferia di Torino».(ANSA).

    7 Marzo, 2008 - 19:08
  15. Leonardo

    «Anche se il contenuto della pellicola è ancora sconosciuto,
    la procura olandese ha già ricevuto 45 denunce contro Wilders
    per «vilipendio alla religione»

    A prescindere!

    (Oggi mi viene sempre da citare Totò, forse perché in quanto erede al trono di Bisanzio è un mezzo collega di Emanuele Paleologo, di santa memoria)

    7 Marzo, 2008 - 19:15
  16. Sumpontcura

    Borghezio: “Wilders dice la verità sul Corano”. Pure lui, a prescindere.

    7 Marzo, 2008 - 19:30
  17. Sumpontcura

    Questo Wilders, stando all’intervista pubblicata sul sito della “Stampa”, ha poche idee, molto chiare come quasi tutte le idee stupide, un milione di sostenitori e 44 anni: 44 come i gatti, inquadrati al passo dell’oca (l’arca di Noè si riempie!), in fila per sei col resto di due.

    7 Marzo, 2008 - 19:38
  18. Leonardo

    Letta l’intervista, direi anch’io che Wilders non è una persona gradevole, ma la libertà di parola esiste appunto per tutelare il diritto delle persone sgradevoli a dire cose sgradevoli. Se no, non ce ne sarebbe bisogno. Quindi sto con Magdi Allam.

    7 Marzo, 2008 - 23:02
  19. Massimo D

    Penso che segno di maturità sia essere tolleranti verso chi ti irride a allo stesso tempo non irridere chi potrebbe non essere tollerante quanto te. Vale per il singolo o per il popolo. Non se ne può più di chi utilizza gli estremisti altrui per giustificare il proprio estremismo, perché di estremisti -purtroppo- ce ne saranno sempre da entrambe le parti. Mi associo con convinzione all’appello di Luigi.

    7 Marzo, 2008 - 23:03
  20. Massimo D

    Ricordo che la libertà di parola, anche a norma di codice penale, non è un diritto assoluto, ma incontra ovunque dei limiti ben precisi. Così ad esempio le ingiurie e il vilipendio alla religione sono un reato. Faccio notare che non suona molto sincera l’affermazione di un diritto quando se ne difende l’esercizio a danno di qualcun altro.

    7 Marzo, 2008 - 23:11
  21. raffaele.savigni

    Concordo sull’esigenza di non offendere i sentimenti religiosi altrui (certo, non al punto di rinunciare a leggere i versi di Dante su Maometto o a fare il Presepe…). Deve esserci però la libertà di fare (senza attacchi diretti e personali) un’analisi critica del Corano e della legge coranica, così come da almeno tre secoli il pensiero laico fa nei confronti della Bibbia e della tradizione cristiana. Altrimenti dovremmo censurare, per “poar condicio”, anche Onfray, Odifreddi e simili.

    8 Marzo, 2008 - 9:04
  22. Clodine

    penso che una analisi critica del corano non è pensabile per un mussulmano! Quando mai i mussulmani potrebbero accettare una analisi critica…ma stiamo scherzando: è utopia! Purtroppo. Del mio viaggio in Terra Santa porto il ricordo di come noi cristiani siamo considerati: NIENTE! Il niente assoluto. non esistiamo per loro se non come “pseudo religione” degna neppure di essere rispettata in quanto tale! Hai voglia a dire che si, lo stesso corano cita non si sa quante volte la Vergine e altrettante il profeta Gesù, ma in che modo lo citano? Falsamente…Se potessero tornare in vita i Santi trapassati opterei per S.Tommaso D’Aquino…stupende le sue dispute contro Avicenna e Averroe…

    Dovremmo meditare sul pensiero dell’ aquinate

    8 Marzo, 2008 - 10:11
  23. Sumpontcura

    – Sulla libertà di insulto e dileggio (compresa la presunta e sedicente “satira”). Corrisponde, a mio parere, esattamente alla libertà di prendere a sberle chi non mi è simpatico. Vale a dire: una società sana non può garantire né l’una né l’altra. La tua personale creatività ti spinge irresistibilmente a insultare o a schiaffeggiare? Fa’ pure. Ma non ti stupire, poi, se sarai costretto a pagare il prezzo dell’incontinenza. Le società sane, quelle che hanno un futuro, funzionano così.

    – “Non condivido nulla di quello che dici, ma mi farò uccidere pur di darti piena libertà di esprimere le tue opinioni”. La frase, variamente modulata, è attribuita di solito a Voltaire. Può anche darsi che il galantuomo abbia scritto qualcosa del genere, ma di sicuro non l’ha mai pensato né tanto meno applicato. Figuriamoci! Il suo pensiero nei confronti del Cattolicesimo è espresso in un programma di grande tolleranza e rispetto: “schiacciare l’infame”. E poi: “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà”.
    Si tratta di un aforisma, a mio parere, assolutamente ozioso: nessuno al mondo l’ha mai davvero applicato: nessuno, a quanto so io. Qualcosa del genere, ma con un concetto di libertà che va ben oltre la semplice libertà d’opinione, è stato detto e fatto una volta sola nella storia dell’umanità: da un certo Gesù, figlio di Dio.

    – “Un musulmano non accetterà mai un’analisi critica del Corano”. Se questo corrisponde a una libera scelta del credente, applicata esclusivamente a se stesso e alla propria coscienza, be’, sono affari suoi. Ma se questo significa impedire con la violenza ad altri tale esercizio critico, non vedo perché altri dovrebbe accettare tale prepotenza. La libertà e il rispetto non sono innati, si imparano: e i musulmani impareranno, così come abbiamo imparato in tanti prima di loro: con le buone, finché è possibile (sempre tenendo conto del proverbio “Chi ha più giudizio l’adoperi”), con la giusta correzione se è necessario, in casi gravi con un’autodifesa anche violenta, adeguata al rischio che la verità e la fede corrono per colpa di un’ingiusta aggressione. La battaglia di Lepanto non è, credo, qualcosa da farsi perdonare: è un dono grande e provvidenziale di Maria “auxilium christianorum”.

    – Nello specifico: mi sembra difficile pronunciarsi, visto che nessuno ha mai visto finora il film di Wilders. Ma quel poco che siamo venuti ad apprendere sul personaggio (che non è solo sgradevole, sembra emanare un certo fetore neonazista) mi spinge a condividere l’opinione espressa inizialmente da Luigi.

    8 Marzo, 2008 - 12:47
  24. Sumpontcura

    A integrazione di quanto detto sopra sui musulmani: non solo impareranno la libertà e il rispetto, ma in tanti, tantissimi hanno già imparato. Certe minoranze sono rumorose (e pericolose), ma sono – appunto – minoranze.

    8 Marzo, 2008 - 12:53
  25. Luigi Accattoli

    Clodine credo non vi sia motivo per affermare che l’islam non possa convivere con la democrazia, o che non possa avere un approccio storico al Corano, o che non possa accettare la libertà di religione: ciò che è evidente è la lontananza attuale della maggioranza del mondo islamico da queste acquisizioni che anche per noi sono piuttosto recenti. L’apostasia fu perseguita come un reato civile – nel mondo cristiano – fino alla metà del settecento e nello Stato Pontificio finchè questo esistette. L’applicazione del metodo storico critico alle Scritture fu condannata ancora da Pio X. Come noi, anche loro cammineranno. Ho conosciuto studenti musulmani che si sono iscritti alla Gregoriana e ad altre facoltà pontificie per studiare il nostro metodo di esegesi. Il fatto che da sempre viga per loro il criterio di interpretare le sure più antiche alla luce delle più recenti è già – in nuce – interpretazione critica. Non giova a nessuno affermare che non potranno, giova invece tener presente la grande difficoltà che incontreranno. Questo potrà aiutarci a comprendere l’interlocutore e ad accompagnarne il cammino. Se affermo che il Corano è nazista e va bandito non aiuto a nulla e rafforzo quelle difficoltà.

    8 Marzo, 2008 - 13:30
  26. targum55

    Anche la semplice logica potrebbe aiutarci (vagliare sempre con prudenza i paragoni col nazismo, vedi la reductio ad hitlerum o, meglio, la Godwin’s law). Ma è sufficiente la bella massima già riportata sopra: “chi ha giudizio l’adoperi”.

    8 Marzo, 2008 - 14:28
  27. Clodine

    Non metto in dubbio l’effetiva necessità del dialogo interreligioso dott Luigi, il quale va sempre auspicato, né metto limiti alla provvidenza sulla capacità effettiva di interazione .

    Tuttavia , non me ne vogliate amici del blog, non posso nascondere un certo pessimismo sulla reale situazione. Per quanto rappresentanti autorevoli in ambito italiano -Yahya Sergio Yahe Pallavicini, l’imam della moschea al-Wahid di Milano, presidente del Consiglio ISESCO per l’educazione e la cultura in Occidente e vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica d’Italia (COREIS)- si facciano interpreti di tale dialogo con grande sollecitudine, sono scettica…
    Queste iniziative partono dalla comunità sufi , che è sicuramente la voce autorevole di quell’islam colto, dai più definito “moderato”, ma non è che una minoranza. Sicuramente sarà l’interlocutore privilegiato per autorità vaticane e non solo , ma stiamo parlando, ripeto, di una minoranza colta…

    Di fatto ci sono dei punti fondamentali dove non si riesce a conciliare, e sono zoccolo duro, punti di ordine teologico e non solo..Infatti, sull’effettivo rispetto della dignità di ogni persona umana, espressa dai diritti umani, e che presuppone la tutela della libertà di coscienza, l’uguaglianza tra uomo e donna, tra credente e non credente, e la distinzione tra il potere religioso e quello politico, non c’è un accenno chiaro nella Lettera dei 138, lettera indirizzata a Benedetto XVI.
    La “Lettera dei 138” mette in rilievo il luogo centrale dell’amore di Dio e del prossimo nel Corano come nella Bibbia ebraica e cristiana, con la chiara intenzione di promuovere il comune impegno per la pace in tutto il mondo sulla base di una più profonda comprensione reciproca.

    Ma di fatto, lo stesso padre Samir Khalil Samir, direttore del Centro di Documentazione e Ricerche Arabe Cristiane (CEDRAC) di Beirut, in un articolo pubblicato dall’agenzia “AsiaNews”, il 9 gennaio scorso, ha espresso perplessità sulla reale volontà delle personalità musulmane in contatto e aveva affermato, giustamente, di non capire come l’atteggiamento aperto riflesso nella sura medinese, che dà il titolo alla lettera aperta dei 138 leader musulmani, “si possa conciliare con quello intollerante di altre sure posteriori” e con il diverso modo di tradurre nel tessuto vitale delle società pluraliste il duplice comandamento dell’amore nelle due religioni.

    Pensiamo solo alla estensione della legge coranica (sharìa) o al dibattitto sui diritti umani e sui rapporti fra Stato e religione.
    I problemi sono tanti e molteplici. La distanza, a mio sommesso avviso, è più di quanto s’immagini. Ripeto, sono scettica.

    Ma lasciamo aperte le porte alla speranza e non poniamo freni alla Divina provvidenza

    8 Marzo, 2008 - 15:12
  28. Massimo D

    Due considerazioni:
    – Come già detto da altri, il nostro farci paladini da cristiani (o da occidentali) della separazione stato-religione, della libertà di pensiero, del metodo storico-critico, appare in una prospettiva molto diversa se solo portiamo indietro il nostro orologio di un secolo, o anche di pochi decenni; questo ci deve spingere a molta umiltà, e anche ad un certo ottimismo (se l’abbiamo fatto noi, perché non possono farlo loro che hanno il vantaggio di poter imparare dai nostri errori e dai nostri successi?)
    – Distinguerei tra il senso critico dei musulmani verso se stessi, e la nostra critica verso di loro: immagino che, come tutti, anche loro possano mostrare una diversa suscettibilità se la critica viene dall’esterno; in fondo credo che anche il cristianesimo sia maturato molto di più per le critiche dall’interno che non per quelle da fuori

    8 Marzo, 2008 - 17:38
  29. Scusate se forse è un po’ off topic, ma mi è capitato di trovare su diversi giornali la notizia del riconoscimento in UK di sussidi destinati al coniuge anche ai poligami.
    Sotto l’8 marzo la cosa mi ha fatto un po’ strano. Però non sono riuscito ad avere altre fonti, men che meno inglesi. Qualcuno può aiutarmi?
    Se la cosa fosse così, alla lettera, riterrei che la cosa sia un implicito riconoscimento della condizione di sudditanza della donna che è insita nella poligamia stessa.

    9 Marzo, 2008 - 0:47
  30. Leonardo

    Per come è messa la Gran Bretagna oggi è possibilissimo, ma non mi farei tanto il problema della sudditanza delle donne (e l’8 marzo, con tutte quelle mimose puzzolenti lo abolirei volentieri9, quanto quello del degrado della civiltà. Andiamo per le spicce, una volta tanto:
    la monogamia è buona, la poligamia (o la poliandria, che è lo stesso) è cattiva; le religioni e le culture ‘monogame’ sono [almeno per questo aspetto] superiori, quelle poligame sono inferiori.
    Concedere una “eccezione culturale” in questo campo è un passo verso l’imbarbarimento. Meno civiltà, cioè meno umanità.

    9 Marzo, 2008 - 10:47
  31. Massimo D

    Ho cercato in rete, e anche qualche giornale inglese parla di questa cosa che dice Alessandro Canelli. Da quanto leggo, si tratta di un complesso problema legale, dovuto al riconoscimento dei contratti familiari stipulati in altri paesi, non certo di una scelta in favore della poligamia (che in UK continua ad essere un reato). La cosa che suscita scandalo è però il costo per i contribuenti britannici…
    Problema connesso è il fatto che se uno straniero con 4 mogli decide di trasferirsi in UK, il visto di ingresso come coniuge viene consentito ad una sola delle mogli.
    In tutto questo non vedo nessun riconoscimento della poligamia.

    9 Marzo, 2008 - 15:59
  32. Sumpontcura

    Scusate, non so se ho capito bene:
    uno straniero con quattro mogli si trasferisce in Gran Bretagna; non solo non viene arrestato per il reato di poligamia e rispedito al suo paese, ma chiede e ottiene di far entrare in GB anche le sue quattro mogli, ognuna con lo status giuridico di coniuge; non basta: chiede e ottiene il quadruplo degli assegni familiari spettanti al coniuge. I contribuenti britannici si lamentano solo per il “costo” dell’operazione.
    E’ così? E in questo caso, ciò non implicherebbe un riconoscimento della poligamia?
    Spero di aver capito male.

    9 Marzo, 2008 - 16:54
  33. Grazie a Massimo.
    Parrebbe più, a questo punto, un problema di conflitto da risolvere tra legislazioni differenti di paesi differenti.
    Anche a livello intra-CEE esistono problemi simili per quello che riguarda i diritti riconosciuti in alcuni paesi al partner omosessuale ad esempio.
    Tutte questioni, comunque, che non penso possano risolversi unicamente sulla base di quello che dice Leonardo.
    Nel caso della poligamia, però, penso che sarebbe giusta una generale politica restrittiva in funzione dei diritti e della dignità della donna.

    9 Marzo, 2008 - 20:33
  34. Massimo D

    Per Sumpontcura: stai scherzando vero? O veramente pensi che se un signore dello Yemen con quattro mogli viene in Europa debba essere arrestato perché, in conformità con la legge del suo paese, ha più di una moglie? Mi spieghi in virtù di quale contorto principio giuridico “da paese civile” questo dovrebbe accadere?
    Con la stessa logica, immagino che saremmo disposti ad accettare che un’europea sia lapidato se convive senza sposarsi e mette un piede in Arabia Saudita…

    9 Marzo, 2008 - 20:44
  35. Sumpontcura

    Sono molto dubbioso che si possa affrontare questo problema con l’equilibrato distacco di alcuni amici di pianerottolo.
    – Per uno stato laico democratico la condanna della poligamia potrebbe non essere una questione di principio (anche se i mormoni, negli USA, i loro convincimenti pseudobiblici se li son dovuti rimangiare…), ma il rispetto della donna sì, perdiana!
    – L’escamotage dei “contratti familiari stipulati in altri paesi” non può avere valore alcuno, in una questione di rispetto dei diritti fondamentali, e irrinunciabili, della persona.
    – Se si cede su questo, con quale fondamento domani potremo opporci a pratiche quali matrimoni imposti per “contratto familiare” fra un ottantenne e una dodicenne non consenziente? O magari a episodi di infibulazione o altri orrori analoghi?
    – La perentorietà di Leonardo mi sembra del tutto opportuna. Fra l’altro, un atteggiamento di “apertura” culturale su questo e altri argomenti rischia di portare, per reazione, all’estendersi di atteggiamenti ferocemente xenofobi, ai limiti del razzismo e anche oltre. Attenti all’eterogenesi dei fini!

    9 Marzo, 2008 - 21:02
  36. Sumpontcura

    Caro MassimoD,
    ho scritto il mio intervento senza aver letto il tuo delle 20:44.
    Non sto scherzando, ma naturalmente non mi riferisco a un poligamo turista: stiamo parlando di qualcuno che si trasferisce in un paese occidentale, trova un lavoro e chiede il riconoscimento giuridico della sua posizione familiare e l’estensione dei suoi diritti di lavoratore.
    Se la poligamia è un reato, mi spieghi perché un uomo che vive e lavora in Italia (o in Gran Bretagna) dovrebbe essere esentato dal rispetto del codice?

    9 Marzo, 2008 - 21:09
  37. Sumpontcura

    Aggiungo che l’esempio della convivente che mette piede in Arabia Saudita apre uno spinosissimo problema di reciprocità…
    Io mi accontenterei di potermi recare, per turismo, in Arabia Saudita, portando con me una Bibbia da leggere, privatamente e con amici, senza essere non dirò arrestato ma condannato a morte!

    9 Marzo, 2008 - 21:31
  38. Massimo D

    È un reato contrarre matrimonio quando si è già sposati. Non è un reato se uno è già legalmente sposato secondo la legge di un altro stato. Questo per quanto riguarda l’arresto. Altra cosa è ovviamente la tutela del welfare, su cui si può ben discutere.
    Però anche in quel caso, mi chiedo quale sarebbe la soluzione più ragionevole: impedire l’ingresso di chi è poligamo? costringerlo a divorziare da tre delle quattro mogli? Non mi pare che ci sia una soluzione semplice, né su quale sia la soluzione che tutela meglio la parte debole del rapporto.
    In generale, direi che ha ragione Alessandro Canelli nel vedere un’analogia con i diritti del partner omosessuale. Ci si addentra in complessi problemi di riconoscimento reciproco tra gli ordinamenti.

    9 Marzo, 2008 - 23:03
  39. Abbiamo le nostre leggi. Le nostre leggi tutelano la libertà di espressione e puniscono l’insulto e il vilipendio. E impediscono che una persona sposi più persone, pur non prevedendo sanzioni per chi lo ha fatto altrove.
    Non sono male le nostre leggi. Teniamocele.

    10 Marzo, 2008 - 8:42
  40. Leopoldo

    Io penso che la fede religiosa, qualunque fede, coinvolga una persona e lo stesso senso che attribuisce alla sua vita. L’offesa gratuita alla religione è quindi un’offesa gratuita alla persona, e coma tale va perseguita, direi però moderatamente e quando è veramente fine a se stessa.
    Penso anche che il dialogo fra le religioni non serva a molto, se non quando è finalizzato alla convivenza pacifica e all’accettazione piena della dignità di chi crede in un diverso dio.
    Quanto alla possibilità di professare in santa pace il proprio credo religioso, è lo Stato che deve garantirla, in ogni caso e non a condizione di reciprocità, se è vero che si tratta di un diritto fondamentale.
    Infine, nei paesi islamici esiste la persecuzione delle altre religioni proprio perché lo Stato promulga le sue leggi sulla falsa riga dei precetti religiosi, quando non usa i sacri libri a mo’ di codice, e quando il potere politico e quello religioso coincidono.
    Le leggi di uno Stato non possono essere ispirate dalla religione in quanto tale, qualunque essa sia.Vale in Iran, in Iraq e, sì, vale anche in Italia.

    10 Marzo, 2008 - 13:19
  41. Sumpontcura

    Trovo convincente e rassicurante il sano buon senso di Luca Grasselli. Anche perché il più del tempo e degli sforzi dobbiamo dedicarlo al difficile compito di guardare il nostro prossimo (poligami compresi) cercando in lui la fame, la sete, la nudità, le piaghe e la prigione di Cristo Gesù, e portando un contributo piccolo o grande alla soluzione dei suoi problemi. Pure quello che scrivevo ieri – e che riletto oggi mi sembra troppo puntigliosamente “giuridico”, come se solo attraverso leggi vecchie o nuove fosse possibile aiutare le persone – vorrei che fosse inteso in questo senso: l’attenzione per i soggetti più deboli, la mano fraterna che tenta di asciugare le lacrime più nascoste.

    10 Marzo, 2008 - 15:11
  42. Leonardo

    A proposito di Olanda: leggo ora sul sito del Corriere che d’ora in poi nei parchi pubblici sarà possibile consumare rapporti sessuali “en plein air” senza incorrere in alcuna sanzione (purché non si lascino in giro profilattici e cicche di sigarette!).
    Come non pensare che se la meritino l’imposizione della Sharia (che non tarderà poi molto ad arrivare).
    A quando i mutawa nei parchi di Amsterdam?

    10 Marzo, 2008 - 19:18

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