Don Roberto martire della carità verso i più poveri

L’uccisione a Como di don Roberto Malgesini mi riempie di tristezza e di esultanza: tristezza per la perdita di un fratello prezioso, esultanza per il dono di un martire. Nei commenti riporto le parole con cui il vescovo di Como e il Papa hanno salutato questo martirio, fornisco qualche informazione sul generoso don Roberto, chiarisco la categoria di “martire della carità”.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Nei poveri riconosceva la carne di Cristo. Vescovo Cantoni ieri durante il rosario in Duomo per don Roberto 1. Abbiamo tra noi un nuovo “martire della carità”, a volte incompreso, come già nel 1999 don Renzo Beretta, un altro prete che si è donato con larghezza a Cristo riconoscendolo nei poveri e accomunato alla stessa sorte di don Roberto.
    Come Maria, che il vangelo di Giovanni presenta mentre “stava presso la croce di Gesù”, cosi don Roberto non è scappato davanti alle tante croci dei fratelli, non ha fatto grossi discorsi suoi poveri, non li ha distinti tra buoni e meno buoni, tra i nostri o gli stranieri, tra cristiani o di altre confessioni, ma si è prodigato con amore in totale umiltà, senza clamore e senza riconoscimenti di sorta. Amava agire in sordina, quasi di nascosto, in piena discrezione.
    Ricordo don Roberto come un prete felice. Felice di amare Gesù servendolo nei poveri, nei profughi, nei senza tetto, nei carcerati, nelle prostitute.
    Nei poveri riconosceva “la carne viva” di Cristo, a cui si era donato attraverso uno speciale ministero che potremmo definire “di carità spicciola”, indirizzato alle persone singolarmente prese, a cui offriva tempo, energie, delicate attenzioni e premure, soprattutto un grande cuore.
    I comaschi, quelli almeno che preferiscono gli occhi alle orecchie, ossia che riconoscono chi agisce concretamente, piuttosto di chi lancia proclami vuoti, nutrivano per lui una garbata ammirazione e non hanno mancato di riconoscere in lui un pastore degno di stima e di affetto. Mi stupiva quando, camminando con lui in città di Como, molti comaschi lo salutavano con simpatia.
    Questa sera Lo piangono anche i tanti suoi assistiti, di nazionalità, culture, religioni diverse. Nutrivano un grande rispetto e una profonda riconoscenza per lui, che classificavano facilmente come un padre, che aveva sempre tempo per ciascuno di loro.

    16 Settembre, 2020 - 17:51
  2. Luigi Accattoli

    Il suo martirio ci dia nuovo impulso. Vescovo Cantoni 2. Nei giorni scorsi ho additato suor Maria Laura Mainetti e padre Giuseppe Ambrosoli, i nostri due prossimi beati, come vite esemplari di discepoli, testimoni della misericordia di Dio. Oggi se ne aggiunge un altro, non meno valido e di estrema attualità, don Roberto.
    Egli riflette, dentro il clima disumano che in questo periodo spesso respiriamo, il segno vivo della tenerezza di Dio padre, che vuole fare della Chiesa del suo Figlio un ambiente di misericordia, dei figli della Chiesa degli umili suoi banditori e del mondo un luogo dove tutti si riconoscono fratelli.
    I giovani, che sono alla ricerca di testimoni veri ed autentici di piena umanità e che esigono dalla comunità cristiana figure presbiterali di autentico riferimento, hanno trovato in don Roberto una immagine di prete bella, schietta e serena, quella in cui possono identificare al meglio la nostra Chiesa e con lei impegnarsi a servizio di Cristo e dei fratelli.
    È sempre valida e attuale l’affermazione di Tertulliano, un autore africano del secondo secolo, che ci ricorda come “il sangue dei martiri sia seme di nuovi cristiani”. Mentre san Luigi Guanella, nostro diocesano, diceva che “patimenti straordinari, grazie straordinarie”.
    Possa il sacrificio di don Roberto contribuire a promuovere quella cultura della misericordia che è lo scopo fondamentale del Sinodo che stiamo celebrando. Don Roberto dia nuovo impulso al nostro Presbiterio e a me stesso per poter ripartire con rinnovata forza d’animo e nuovo slancio pastorale con lo stesso gusto di carità che ha contraddistinto il suo ministero tra noi.

    https://www.avvenire.it/multimedia/pagine/il-rosario-per-don-roberto-malgesini-ucciso-a-como

    16 Settembre, 2020 - 17:52
  3. Luigi Accattoli

    Francesco all’udienza generale. Stamane al termine dell’udienza generale il Papa ha così parlato di don Roberto Malgesini:

    “Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, il sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa. Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca e, come ha detto il suo Vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società”.

    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-09/papa-francesco-udienza-generale-don-roberto-malgesini-testimoni.html

    16 Settembre, 2020 - 17:55
  4. Luigi Accattoli

    Martire della carità. “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per le persone amate”: questa è la definizione del martire della carità, data da Gesù nel Vangelo. Nel linguaggio ecclesiale la categoria è stata elaborata a partire da Paolo VI, che l’usò per primo nel proclamare beato Maximilian Kolbe. Personalmente ho dato una mano a tale elaborazione narrando un gran numero di vicende martiriali dove la morte è dovuta a un atto o a una scelta di vita dettata dalla carità. Nei tre volumi intitolati “Cerco fatti di Vangelo” e in quello intitolato “Nuovi martiri” ho fatto spazio a tali storie. Chi volesse approfondire vada alla pagina “Cerco fatti di Vangelo” elencata sotto la mia foto, clicchi sull’indice e qui – sempre cliccando – chiami le storie di Emilio Gandolfo, Maria Laura Mainetti, Leonella Sgorbati, Annalena Tonelli. La Mainetti, che sarà proclamata beata prossimamente, era di Como come don Roberto. E don Emilio Gandolfo fu ucciso come don Roberto da uno squilibrato di cui si prendeva cura.

    16 Settembre, 2020 - 18:38
  5. Luigi Accattoli

    La figura esile, la postura un po’ curva di uno che non s’impone ma preferisce passare inosservato, il candore di un volto che mostra meno dei suoi 51 anni, nelle rare foto una certa luce dentro lo sguardo di uno abituato a guardarti dritto negli occhi. L’impressione di un uomo mite e sereno, riuscito, felice di fare quel che finalmente aveva raggiunto: servire gli altri. Uno che ti fa spazio, ti offre il suo tempo, divide volentieri un pezzo di strada con te senza chiederti chi sei. Così Francesco Ognibene nell’articolo su “Avvenire” di oggi intitolato “Vita e morte di un prete italiano”:

    https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/tutto-per-tutti-nulla-online

    16 Settembre, 2020 - 19:03
  6. Amigoni p. Luigi

    Rif. 17.51 di oggi – Malgesini, occhi e orecchi

    Anche io, comasco per alcuni anni, l’ho conosciuto di vista e quasi niente “di colloquio”. E anch’io ho coltivato per lui – come ha detto il vescovo – una garbata ammirazione.
    Tra i preti di strada (e di preghiera) uccisi da uno di coloro che assistevano va messo anche don Isidoro Meschi, di Busto Arsizio (Va), accoltellato, nel febbraio 1991, da un “tossico” italiano della sua comunità.

    16 Settembre, 2020 - 23:40

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