“Dottore non perda tempo con me: ho novant’anni”

“Dottore, ho fatto tutto quello che volevo nella mia vita, ho 90 anni, lasciami andare”: così il vecchietto parla al medico nell’ospedale di Alta Valle Intelvi. Ma non lo lasciano andare, raddoppiano gli sforzi e il novantenne guarisce. La storia è narrata da Giuseppe Vallo, responsabile Riabilitazione Respiratoria della clinica Lanzo Hospital, in un post sulla sua pagina Facebook. Nel primo commento il post del dottore che ha la data del 15 novembre 2020.

5 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Il post su Facebook Di Giuseppe Vallo

    Sei entrato il 01 Novembre nel nostro reparto e quando ho letto la tua data di nascita ho subito notato che hai solo 8 giorni in più di mio papà e quindi presto farai i 91 anni.
    Il secondo giorno l’ossigenazione era così bassa che ho dovuto metterti un casco cpap con una percentuale di ossigeno del 100% (considerate che quello che respiriamo è il 21%).
    Mi hai stretto la mano e mi hai detto: “Dottore, ho fatto tutto quello che volevo nella mia vita, ho 90 anni, lasciami andare”.
    Il tuo sorriso e la tua dignità mi hanno stretto il cuore così forte che mi sembrava che fossi io quello a cui mancava l’ossigeno.
    Abbiamo lottato insieme, sono riuscito a farti vedere con un telefono i tuoi parenti, gli infermieri si sono presi cura di te, gli operatori sanitari hanno fatto con amore il loro lavoro , gli addetti alle pulizie hanno pulito sempre la tua camera e oggi dopo 15 giorni ti abbiamo tirato fuori dalla camera intensiva e sei li bello come prima. Hai ripreso a camminare, con l’aiuto super dei nostri fisioterapisti, e cerchiamo presto di mandarti a casa.
    Ci hai ringraziato così tante volte ma, la verità, é che noi dobbiamo ringraziare te perché tu ci dai la speranza e la voglia di continuare ogni giorno a lottare.
    Noi abbiamo salvato te e tu hai salvato noi.
    E io mentre ti accarezzavo la testa per farti coraggio ho visto mio papà e il mio adorato nonno sorridere.

    20 Novembre, 2020 - 18:20
  2. Beppe Zezza

    Bellissima questa testimonianza. Uno spot contro il cosidetto testamento biologico e il diritto a morire.

    21 Novembre, 2020 - 8:31
  3. Luigi Accattoli

    E’ vero, Beppe, è vero. Ma segnalo che anche nelle parole del vecchietto c’è il riflesso di un sentimento cristiano di buona radice. “Lasciatemi andare alla Casa del Padre” sono state le parole con cui Giovanni Paolo II ha rifiutato il ricovero al Gemelli che gli fu proposto alla vigilia della morte. Nei secoli la pedagogia ecclesiale ci ha preparati ad accettare il distacco dalla vita terrena invitandoci a pregare ogni giorno, a compieta, il “Nunc dimittis”: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace” [Vangelo di Luca, capitolo 2, versetto 29]. Un cristiano serio spera di poterlo pronunciare quando sarà la sua ora e per questo si allena a pronunciarlo ogni giorno, per impararne il giusto sentimento. Compie questo allenamento al momento del riposo notturno, che è immagine della morte. Credo che tutti dovremmo condurre questo allenamento.

    21 Novembre, 2020 - 10:54
  4. Beppe Zezza

    Verissimo. È la fede cristiana coltivata e custodita quella che permette di andare incontro con serenità alla morte che ci attende tutti.
    Da qualche tempo ho preso la ( santa ) abitudine di recitare il nunc dimittis prima di chiudere gli occhi la sera. Spero di non perderla.
    Auguri per il Covid. Non vedo l’ora di leggere il resoconto diretto da parte di un giornalista scampato che sa usare la penna.

    22 Novembre, 2020 - 10:08

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