Francesco: “Chi sono questi banchieri? Sono i poveri”

Stamane, nell’omelia della celebrazione per la Giornata dei Poveri, Francesco – maestro di parabole – è entrato creativamente nella “Parabola
dei talenti” (Matteo 21, 14-30) indicando i poveri nei banchieri ai quali il servo “malvagio e pigro” avrebbe dovuto affidare il talento ricevuto dal padrone. Con analoga vivacità di lingua, all’Angelus il Papa ha poi affermato che “Gesù ci dice questo: il povero sono io”. Nel primo commento riporto il brano dell’omelia e nel secondo quello dell’Angelus. All’Angelus Francesco si è anche difeso dall’accusa di parlare troppo dei poveri, invece che della “vita eterna”.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    I nostri banchieri. Francesco all’omelia. Come dunque servire secondo i desideri di Dio? Il padrone lo spiega al servo infedele: «Avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse» (v. 27). Chi sono per noi questi “banchieri”, in grado di procurare un interesse duraturo? Sono i poveri. Non dimenticate: i poveri sono al centro del Vangelo; il Vangelo non si capisce senza i poveri. I poveri sono nella stessa personalità di Gesù, che essendo ricco annientò sé stesso, si è fatto povero, si è fatto peccato, la povertà più brutta. I poveri ci garantiscono una rendita eterna e già ora ci permettono di arricchirci nell’amore. Perché la più grande povertà da combattere è la nostra povertà d’amore. La più grande povertà da combattere è la nostra povertà d’amore. Il Libro dei Proverbi loda una donna operosa nell’amore, il cui valore è superiore alle perle; è da imitare questa donna che, dice il testo, «stende la mano al povero» (Pr 31,20): questa è la grande ricchezza di questa donna. Tendi la mano a chi ha bisogno, anziché pretendere quello che ti manca: così moltiplicherai i talenti che hai ricevuto.

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/11/15/0590/01375.html

    15 Novembre, 2020 - 17:41
  2. Luigi Accattoli

    Poveri al centro del Vangelo. Francesco all’Angelus. Noi, a volte, pensiamo che essere cristiani sia non fare del male. E non fare del male è buono. Ma non fare del bene, non è buono. Noi dobbiamo fare del bene, uscire da noi stessi e guardare, guardare coloro che hanno più bisogno. C’è tanta fame, anche nel cuore delle nostre città, e tante volte noi entriamo in quella logica dell’indifferenza: il povero è lì, e guardiamo da un’altra parte. Tendi la tua mano al povero: è Cristo. Alcuni dicono: “Ma questi preti, questi vescovi che parlano dei poveri, dei poveri… Noi vogliamo che ci parlino della vita eterna!”. Guarda, fratello e sorella, i poveri sono al centro del Vangelo; è Gesù che ci ha insegnato a parlare ai poveri, è Gesù che è venuto per i poveri. Tendi la tua mano al povero. Hai ricevuto tante cose, e tu lasci che tuo fratello, tua sorella muoia di fame? Cari fratelli e sorelle, ognuno dica nel suo cuore questo che Gesù ci dice oggi, ripeta nel suo cuore: “Tendi la tua mano al povero”. E ci dice un’altra cosa, Gesù: “Sai, il povero sono io”. Gesù ci dice questo: “Il povero sono io”.

    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/11/15/0591/01376.html

    15 Novembre, 2020 - 17:43
  3. Luigi Accattoli

    Da persona che conosco e che si firma Eloisa ricevo questo messaggio:

    La vita eterna! Parliamoci chiaro: cos’è la vita eterna? Qualcuno ha mai sperimentato la vita eterna per potercene parlare? Mai nessuno è ritornato dopo la morte per dirci cos’è, com’è. Neanche Gesù il Cristo, l’unico resuscitato, ha mai detto, mi pare, una parola su questo tema. Tanto che si è fortemente tentati di credere che si tratti di una pura illusione. Molte immagini, molte speranze, molti sogni ci passano per la testa quando cerchiamo di raffigurarla nella nostra piccola mente. Allora perché dovrebbe parlarne il Papa? In fondo è un uomo come tutti, ma i discorsi astratti a lui non piacciono, com’è evidente. Lui proviene da un ambiente di povertà castrante, e anche nel nostro mondo considerato ricco sperimenta la presenza della povertà (di qualunque aspetto). Dagli inizi della sua (benedetta!) elezione il suo programma era stato quello di aiutare i poveri. E lo persegue con coerenza in ogni modo.
    La morte fa paura perché rappresenta un misterioso salto nel buio; quelli che non la temono sono coloro che o soffrono sofferenze immani e vogliono annullarle con la fine della vita, o si sono talmente compenetrati nei discorsi del Gesù evangelico– che parla di destra rispetto al Padre per gli agnelli (in generale) e di sinistra per i capri– che vogliono crederci a tutti i costi. Tutto il resto non conta o viene dimenticato facilmente. Molto più vivificante partecipare ai riti sacri, e ci si sente sicuri. Errore grossolano, direi.
    Ma quando il Papa parla continuamente dei poveri e della carità, fa presente un concetto assai concreto: quel povero sono Io; così come il malato sono Io, il carcerato sono Io, l’assetato sono Io, l’ignudo sono Io, colui che vuole giustizia nel mondo e nessuna discriminante tra fratelli di ogni colore e di ogni (inutile) casta, sono proprio Io…; Gesù è presente, insomma, in tutti i diseredati. Molti ancora non lo hanno capito o lo ritengono irrilevante.
    L’ Amore lo si vede per lo più in modo sbagliato: un affetto carnale, una simpatia anche forte ma effimera, una pietà momentanea, una cordialità ambigua ecc…
    La vita eterna è, per quel che io posso intuire poveramente, la pace del cuore che temporaneamente dilata l’amore già su questa Terra e, dopo il passo della morte, ci fa sperimentare una gioia grande nell’abbraccio del fratello Gesù (lo spero!), che ci guida a respirare l’aria purissima di un cielo cristallino universale, splendente di luce, che vive anche dell’amore dei nostri cari arrivati là prima di noi, tutti vivi nello Spirito di Dio.
    In fondo, protagonista della vita del mondo e di noi creature umane (ma non solo) è lo Spirito divino, fin dalla nostra apertura al mondo terreno. Bisognerebbe inculcare questo concetto (dello Spirito) ai bambini in età di comprendere. Lo si può fare.
    Eloisa

    16 Novembre, 2020 - 8:40
  4. Beppe Zezza

    Bellissima e verissima questa espressione del Papa : Tendi la mano al povero, è Cristo.
    Servire Cristo, in qualunque forma, è la pienezza della vita, è la realizzazione della propria umana vocazione. Tutti gli uomini desiderano realizzarsi in pienezza. Quale la via? Servire Cristo.

    16 Novembre, 2020 - 9:44
  5. Beppe Zezza

    Nello svolgersi della giornata ho proseguito nella riflessione su questo ( sono in Francia confinato in casa ). Toccare Cristo è sperimentare una anticipazione della « vita eterna « .. Giovanni dice : questa è la vita eterna, conoscere te e colui che hai inviato.
    Ma come mai tanti che « toccano «  i poveri non « toccano «  Cristo? Perché per « toccare «  Cristo è indispensabile la Fede ( episodio dell’emorroissa: chi mi ha toccato? Dice Gesù mentre camminain mezzo alla folla che lo stringe da ogni parte ).
    Nel povero si vede Cristo con gli occhi della fede.
    Servire i poveri è servire Cristo, lo si vede con gli occhi della fede.
    Senza la fede, nel servire i poveri non si sperimenta quella « pace del cuore «  che la persona che Luigi conosce e che si firma Eloisa identifica come anticipo della vita eterna.

    16 Novembre, 2020 - 16:56
  6. Maria ha detto a Fatima che alla fine il suo cuore immacolato trionferà. Alla fine: quanti patimenti dovrà sperimentare ancora la terra perché si esca dalla cultura della astratta ragione che sta svuotando l’umanità portandola al crollo di tutto? Le mere soluzioni tecniciste perpetuano il problema. Le persone trovano sé stesse in una ricerca viva, personale, sul proprio specifico cammino. Dunque non che tutti debbano diventare cristiani ma che non vengano ridotti a computer potendo rientrare in contatto con la propria coscienza spirituale e psicofisica, col proprio cuore, nella luce serena, a misura. Una umanità semplice e viva, aiutata fin dalla scuola a crescere ognuno sul proprio percorso, nella identità culturale liberamente scelta e nello scambio con le altre. Allora si sviluppa un’autentica maturazione e di qui una viva partecipazione, la democrazia. Altrimenti guidata e manipolata dalle loro torri di avorio da sedicenti esperti a tavolino prezzolati dai potenti, oggi del virtuale: la finanza e internet. Trovando la via della propria umanità semplice si sviluppa a tutto campo una nuova, feconda, vitale, cultura. Efficace proprio perché sempre più capace di comprendere le concrete vie, i concreti, bisogni, di ciascuno.

    Una nuova spiritualita’, una nuova filosofia, una nuova psicologia

    L’intellettualismo imperante privilegia una parte dell’umanità della persona finendo per astrattizzarla e dunque distorcerla: la sua ragione. Si viviseziona così l’uomo, spegnendolo, in ragione astratta; anima, moralità, disincarnata; e resto emozionale, pratico, del soggetto.

    Così la spiritualità, l’etica, diventano spiritualismo, moralismo, percorsi teorici che comprendono meno la vita concreta, specifica, ben al di là degli schemi, di ciascuno; la filosofia si riduce appunto ad intellettualismo, separandosi da una vissuta ricerca umana integrale; la psicologia si configura come una tecnica. Tutt’al più talora si giustappongono alcuni di questi aspetti della persona, in realtà così, presi in astratto, inesistenti.

    Per esempio si dice da parte di qualche credente che per il cristiano necessita uno psicologo cristiano. Ma accade magari non di rado che quest’ultimo quando tratta della fede proponga piste variamente schematiche, leggi astratte, quando tocca la psicologia tenda al tecnicismo, al funzionalismo. Evidente che chi gli chiede un confronto può su queste scie trovare meno facilmente risposte più adeguate alle proprie difficoltà.

    Un giovane stava chiuso in casa da cinque anni preda di una depressione definita sostanzialmente incurabile. Lo portarono da me e gli proposi di entrare nel gruppo di amici della sua fascia di età che avevo cercato di far nascere in quella parrocchia. Una spiritualità serena, accogliente del cammino personalissimo di ciascuno, attenta ai suoi bisogni, aveva favorito lo svilupparsi di un’amicizia serena tra quei giovani. Il ragazzo si sentì accolto dalla comitiva. Intanto mi parlava della sua vita, delle sue paure, difficoltà, che scopriva di poter considerare con uno sguardo nuovo, sulla via di un amore a misura. In sei mesi recuperò pienamente e non ebbe ricadute. Lì dove sedute psicologiche e terapie di gruppo, tecnica, nulla avevano potuto.

    Accompagnare il percorso integrale, non solo astrattamente morale o solo tecnico-psicologico o magari considerando i due aspetti in modo vivisezionato. Secondo la libera, personalissima ricerca, di ciascuno, magari ateo o buddista o di altra religione o filosofia. Certo io credo che questo possa avvenire più pienamente con l’aiuto di una persona maturata in Gesù, Dio e uomo. O perlomeno in un amore sereno e sufficientemente profondo. La crescita a misura in questa direzione libera dagli schematismi, dai moralismi, dai sensi di colpa, dalle forzature, dai cerebralismi, dalle inutili complicazioni, da svuotanti lassismi e conduce verso una consapevolezza del proprio cuore, della propria coscienza spirituale e psicofisica, che aiuta a trovare risposte sempre più adeguate nelle varie situazioni, anche a leggere sempre più profondamente nel cuore delle persone. Solo l’amore meraviglioso, delicato (di Dio) ci aiuta ad entrare in noi stessi e negli altri. Senza non è possibile allo stesso modo.

    Una visione della spiritualità, della filosofia, della psicologia, nuova, perché attenta a tutto l’uomo, alle sue vie, ai suoi bisogni e all’incarnazione adeguata, non meccanica, astratta, dei suoi valori. Un ritrovare la via del contatto col proprio cuore semplice nella luce serena, a misura. Da qui, da questo vissuto percorso, nasce una vita e una cultura nuova, anche una nuova, più partecipata, democrazia.

    Qui presento una sintesi delle feconde scoperte sperimentate nel mio vissuto percorso di cristiano: https://gpcentofanti.altervista.org/manifesto-del-cuore-divino-umano-gesu-2/

    18 Novembre, 2020 - 9:47

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