Francesco chiede un’opera e un gesto di misericordia

Ieri durante la veglia in San Pietro e oggi al saluto di mezzogiorno, Francesco ha chiesto a ogni Chiesa locale di realizzare “un’opera strutturale di misericordia” in memoria, anzi a “monumento”, dell’Anno giubilare (ieri) e ha proposto a ogni cristiano europeo di compiere un “gesto di carità” – da concretizzare con una colletta da tenere il 24 aprile – per i tribolati del continente (oggi), dagli ucraini ai rifugiati che scappano dalle guerre. Nei primi commenti i due appelli nel loro testo integrale.

9 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Monumento giubilare. Il Papa sabato durante la “Veglia di preghiera con quanti aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia”: L’altro giorno, parlando con i dirigenti di una associazione di aiuto, di carità, è uscita questa idea, e ho pensato: “La dirò in piazza, sabato”. Che bello sarebbe che come un ricordo, diciamo, un “monumento” di quest’Anno della Misericordia, ci fosse in ogni diocesi un’opera strutturale di misericordia: un ospedale, una casa per anziani, per bambini abbandonati, una scuola dove non ci fosse, una casa per recuperare i tossicodipendenti… Tante cose che si possono fare… Sarebbe bello che ogni diocesi pensasse: cosa posso lasciare come ricordo vivente, come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente per questo Anno della Misericordia? Pensiamoci e parliamone con i Vescovi. Grazie.

    4 Aprile, 2016 - 0:28
  2. Luigi Accattoli

    Colletta del 24 aprile. Francesco al Regina Coeli: In questa domenica della Divina Misericordia, che è come il cuore dell’Anno Santo, il mio pensiero va a tutte le popolazioni che più hanno sete di riconciliazione e di pace. Penso, in particolare, qui in Europa, al dramma di chi patisce le conseguenze della violenza in Ucraina: di quanti rimangono nelle terre sconvolte dalle ostilità che hanno causato già varie migliaia di morti, e di quanti – più di un milione – sono stati spinti a lasciarle dalla grave situazione che perdura. Ad essere coinvolti sono soprattutto anziani e bambini. Oltre ad accompagnarli con il mio costante pensiero e con la mia preghiera, ho sentito di decidere di promuovere un sostegno umanitario in loro favore. A tale scopo, avrà luogo una speciale colletta in tutte le chiese cattoliche d’Europa domenica 24 aprile prossimo. Invito i fedeli ad unirsi a questa iniziativa con un generoso contributo. Questo gesto di carità, oltre ad alleviare le sofferenze materiali, vuole esprimere la vicinanza e la solidarietà mia personale e dell’intera Chiesa. Auspico vivamente che esso possa aiutare a promuovere senza ulteriori indugi la pace e il rispetto del diritto in quella terra tanto provata.

    4 Aprile, 2016 - 0:30
  3. Lorenzo Cuffini

    Bella idea.
    Ne lancio un’altra, si licet parva componere magnis: ce lo chiedessimo pure noi?
    ” Sarebbe bello che ognuno pensasse: cosa posso lasciare come ricordo vivente, come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente per questo Anno della Misericordia? ”
    Risposta: me stesso.
    Chi è d’accordo potrebbe lasciare la sua adesione a Luigi, sempre che fosse d’accordo con questo ufficio di segretariato. Poi se ne parla ai vescovi.
    (Se no temo- sono praticamente certo – che questo anno della misericordia faccia la fine del grande Giubileo, dell’Anno della fede ecc ecc ecc.
    Arrivano, passano, vanno.
    Noi ? Identici a prima. Sostanzialmente immutabili.
    Che spreco di Cristo….)

    4 Aprile, 2016 - 14:08
  4. maria cristina venturi

    ha ragione Lorenzo Cuffini a dire quello che è lampante. tutti questi “eventi” eccezionali , tutti questi “anno della fede, anno della misericordia” arrivano passanno e vanno e noi siamo identici a prima.
    caro lorenzo, io penso che viviamo in tempi e in una società “post-cristiana”.
    per i nostri nonni , per esempio, era più semplice vivere cristianamente.
    Uno cresceva nella religione cattolica, credeva nella Chiesa, nei sacramenti, si sposava in chiesa, non divorziava, non abortiva, non aveva rapporti omosessuali, magari era anche misericordioso e faceva la carità, si occupava senza compenso degli altri, onorava il padre e la madre e li serviva anche da vecchi, senza abbandonarli, si occupava dei figli e li educava personalmente senza lasciarli ad altri prezzolati, semplicemente viveva umilmente nella fede cristiana. Non aveva bisogno di eventi spettacolari, di anni della fede, di anni della misericordia. un tempo si viveva da cristiani semplicemente, umilmente, nell’anonimato, e non era una eccezione la madre che si sacrificava per i figli o il padre di famiglia che si sacrificava per la famiglia.
    ma adesso noi viviamo in un epoca “post- cristiana”. Questo vuol dire che la società non è più cristiana, la mentalità, la cultura non è più cristiana.
    e perciò noi abbiamo bisogno di “eventi” eccezionali di anni della misericordia. quasi come se la misericordia si misurasse in anni, o se il cristianesimo si misurasse in eventi più o meno mediatici.
    la risposta è una sola. viviamo da cristiani ogni giorno della nostra vita come facevano i nostri nonni. Non abbiamo bisogno di eventi eccezionali, di pontificati “rivoluzionari” , di gesti ” clamorosi”.
    Se vivessimo vivevano il cristianesimo i nostri nonni, che lo facevano SENZA TANTE SMANCERIE!!!!!, il sentimentalismo , le smancerie , l’eccezionalità, non sono dignitosi per un cristiano. Viviamo da cristiani, nel silenzio, lontano dai riflettori. Non c’è bisogno di altro,

    4 Aprile, 2016 - 18:51
  5. Lorenzo Cuffini

    Concordo. Oltretutto il farlo dipende da me, da te, da ciascuno che lo voglia fare E stop.
    Il resto, bene chiarircelo, sono alibi.
    Siamo tutti quanti cresciutelli, cresciuti e , nel mio caso, rapidamente proiettati sulla senescenza. Non abbiamo scusanti, né vie di fuga.
    O lo facciamo, o non lo facciamo. Ma sia chiaro che dipende da noi.

    4 Aprile, 2016 - 19:37
  6. Lorenzo Cuffini

    Una osservazione personale , invece , sulla rimpianta società cristiana.
    Quando mai è esistita?
    Una sola cosa sulla società scristianizzata. Certamente lo è, scristianizzata.
    MA E’ BENE TENERE PRESENTE CHE QUELLA DI UN TEMPO ERA CRISTIANIZZATA; NIENTE AFFATTO CRISTIANA:
    Semplicemente: ritmi di vita, mentalità, ordine sociale erano permeati di “FORME” cristiane….senza che questo significasse un tubo sulla effettiva aderenza d’anima al cristianesimo o no.
    Dice : Uno cresceva nella religione cattolica ( certo, era praticamente impossibile altra alternativa, a meno di finire diritti diritti ai margini della considerazione sociale), credeva nella Chiesa ( ma quando mai: narrazioni di ogni genere di affari, cose di letto e persino figli illegittimi alimentavano i gossip dei nostri paesini devotidevoti) nei sacramenti (!) si sposava in chiesa, ( vedi punto primo) non divorziava, non abortiva( bella forza, era impossibile per legge), non aveva rapporti omosessuali( alla luce del sole, era cmq reato), magari era anche misericordioso e faceva la carità, si occupava senza compenso degli altri, onorava il padre e la madre e li serviva anche da vecchi, senza abbandonarli( quale abbandonarli? I vecchi intano avevano di solito i cordoni delle misere borse ben stretti nelle loro mani, padri/madri padroni
    che facevano il bello e il cattivo tempo in quei famiglioni patriarcali dove tutti erano obbligati a vivere,con odi e pasticci di vario tipo) si occupava dei figli e li educava personalmente senza lasciarli ad altri prezzolati( ma che prezzolare, che non c’era mai soldo in cassa!) ……
    Temo che si abbia una visione edulcorata e en rose di questa società dei bei tempi andati. Che non erano né belli, né dolci, né tantomeno migliori.
    Erano solo completamente diversi, ma con il solito impasto di bestiaggine e di santità che sperimentiamo noi oggi.
    Certo: oggi siamo minoranza. E allora?
    Ci fa scomodino?
    Pace.Diamoci una mossa.
    Ma dove cappero sta scritto che debba essere facile essere ( cercare di essere) di Cristo?

    4 Aprile, 2016 - 20:01
  7. picchio

    Condivido il tuo pensiero Lorenzo, Per Maria Cristina tutto era bello e cristiano nei bei tempi andati, tutto è brutto e peccaminoso ora, quando invece santità e peccato si sono mescolati in tutte le epoche.

    5 Aprile, 2016 - 9:25
  8. picchio

    picchio cristina vicquery

    5 Aprile, 2016 - 9:25
  9. Federico Benedetti

    Ho riflettuto sulla proposta del Papa e mi domando se conosca le Chiese locali e le loro opere. Non è che finora non si siano compiute opere di carità e di misericordia. La mia diocesi, per quanto piccola e non particolarmente ricca, negli ultimi anni ha aiutato fattivamente (con progetti, finanziamenti e opere concrete) i terremotati (nonostante ci siano ancora purtroppo alcune chiese e canoniche non completamente agibili), i dioccupati, gli immigrati (profughi e non profughi), le vittime della crisi economica in uno dei territori meno ricchi della regione e della Val Padana. Da ultimo, di recente, si sta pensando anche a come aiutare i risparmiatori truffati da Ca.Ri.Fe che, nonostante non abbiano la visibilità mediatica di altri correntisti truffati (ad esempio da Banca Etruria, dove signoreggiava il padre del Ministro Maria Elena Boschi), si trovano nella disperazione di chi vede volatilizzati i risparmi di una vita per la furbizia e i giochi luridi politici dei soliti potenti.
    Non saprei immaginare altre opere di misericordia.
    Ma a Roma certe notizie non arrivano?

    6 Aprile, 2016 - 9:21

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