Sono a Gagliano Castelferrato e ci sto benissimo

Gagliano Castelferrato, Enna, è un borgo aggrappato a una rupe, a un castello rupestre, dove passai una sera dell’altro millennio in viaggio di nozze. Non mi fermai e mai vi tornai. Mi erano restati negli occhi i boschetti di fichi d’India. Ci risono ora per una conferenza e vedo che i fichi d’India mi hanno aspettato.

10 Comments

  1. Un nuovo luogo sul quale imparare qualcosa.

    2 Aprile, 2016 - 15:08
  2. roberto 55

    Non mandarmi, ti prego, a quel paese, Luigi, per la domanda che ti sto ponendo, e che è la seguente: ti risulta che siano state girate proprio a Gagliano Castelferrato le scene del film di Francesco Rosi “Il caso Mattei”, in cui si racconta dell’ultima apparizione pubblica (e relativo comizio), appunto, a Gagliano Castelferrato, di Enrico Mattei (che morirà proprio nel volo di ritorno a Milano) ?
    Buona domenica al “pianerottolo” !

    Roberto Caligaris

    3 Aprile, 2016 - 0:24
  3. Luigi Accattoli

    Sì Roberto, è stato girato qui e mi hanno mostrato il balcone dal quale Mattei tenne l’ultimo comizio. Quando rientro metterò delle foto e – immagino – anche quella del balcone. Nella mattinata di ieri mi hanno fatto visitare il paese e il castello rupestre, il pomeriggio sono intervenuto con altri alla presentazione di un libretto del parroco di Gagliano, Pietro Antonio Ruggero, intitolato “Schola Amoris. Un itinerario relazionale dentro la celebrazione eucaristica” (editore Euno). Ora vado alla messa nella Chiesa Madre che si vede nella foto, posta sotto la rupe, nella quale ieri si è fatta la presentazione.

    3 Aprile, 2016 - 9:10
  4. Clodine-Claudia.F.Leo

    Un insediamento troglodita. Che bello.Ce ne sono parecchi da quelle parti, nel siracusano, ma anche a Matera e in tutto il sud, sparsi qua e la a macchia di leopardo. Luoghi di culto antichi, che profumano d’oriente , scavati nella roccia carsica, tipica di quelle terre aride, ricche di fichi d’india, e di muretti a secco . Luoghi di vento e di silenzio…dove la preghiera buca il cielo. ..

    3 Aprile, 2016 - 12:34
  5. roberto 55

    Grazie, Luigi: aspettiamo, a questo punto, di vedere le foto di Gagliano Castelferrato.

    Un caro saluto a tutti.

    Roberto Caligaris

    3 Aprile, 2016 - 15:50
  6. Clodine-Claudia.F.Leo

    No! Non hai straparlato. Non riesco ad immaginarmi l’America, è luogo così distante, verticale, avveniristico, eppoi l’Oceano: immenso, noi, abituati al mediterraneo: una vasca da bagno al confronto. A volte penso a tutti quegli italiani che da nord a sud emigrarono in massa per raggiungere quelle terre sconosciute.
    Come ammiro il loro coraggio, al loro posto sarei morta di dolore. Per un romano è impossibile lasciare la Urbe: noi capitolini abbiamo un legame viscerale con la Città, il suo passato, la storia,l’Impero, il Cupolone, le fontane , i Fori, le Chiese, San Pietro , il Papa… il ponentino! Ah oggi soffiava con la sua brezza tiepida e leggera che è una meraviglia…

    Hai fatto bene ad approfittare, le opportunità non si presentano sempre, e così facilmente. Eppoi il viaggio di nozze, quale occasione migliore..
    Il mio, invece, di viaggio, molto casareccio a dire il velo, si risolse nel giro di qualche giorno: una gitarella sulla 127 : Roma-Napoli / Napoli -Roma, sosta a Capri. Due o tre giorni che a pensarci mi viene su una tale trissstezzza! Volevo la mia mamma, le mie sorelle, il mio papà…avevo 17 anni e…mi sentii tanto sola in quei giorni..tanto, tanto sola!

    3 Aprile, 2016 - 21:20
  7. Clodine-Claudia.F.Leo

    Ma vedi, poi, Silvia, si cresce, e magari non avrei avuto il coraggio di avventurarmi oltroceano, però, col tempo, senza togliere nulla alla famiglia a tempo debito mi son ritagliata il mio spazio di libertà che sembrava al momento rimpicciolito fino a scomparire, ma che in realtà era li, in nuce, dentro di me, nella mia testa , nello spirito, pronto ad esplodere dopo un lungo letargo.. Che la vita non potesse terminare a 17 anni o che non mi ponessi più obiettivi avrebbe voluto significare la morte!
    Sono stata in medio oriente, ho visitato il Libano, La Giordania, sostando a Gerusalemme per un bel po’, e più di una volta, presso i francescani per approfondire alcune cose….insomma…mi sono presa la mia bella rivincita.

    3 Aprile, 2016 - 21:42
  8. Clodine-Claudia.F.Leo

    Perché ti ho paragonato alla 64 di Chopin?
    E’ una sensazione, una percezione che mi arriva dal tuo modo di scrivere, di raccontare: inizialmente lento, morbido, riflessivo, cui segue un movimento più vivace ed è tutto un alternarsi di morbidi accordi: una piccola cascata di suoni riflesso di una personalità empatica. Non sono musicista ma amo l’ascolto interiore della musica, che è altro dall’udire. Ecco, la tua voce, pur non sentendola arriva così, un’insieme di ventiquattro rapidissime, brillantissime note. ..

    3 Aprile, 2016 - 22:13
  9. giuseppe di melchiorre

    Silvia, tu che, mi sembra di capire, ti credi “discordante” rispetto al fraseggio più o meno armonico (per rimanere nella metafora musicale) di questo pianerottolo, per me invece lo stai abbellendo. Ma io, è lampante, non posso essere una “autorevole guida”. Ciò non toglie che io prova piacere a leggerti. Mi è piaciuto molto, ad esempio, l’importanza che dai al cammino nel raggiungimento della meta. Io penso che il cammino possa rendere più affascinante la meta stessa.
    Ma desso debbo uscire. Salute a te e a tutti.

    4 Aprile, 2016 - 10:09
  10. Clodine-Claudia.F.Leo

    Certo, il cammino di una madre ad esempio, soprattutto se inizia precocemente, non è mai agevole, non ti permette la corsa come in tangenziale. Magari ti costringe a sostare, a seguire una segnaletica talvolta volte difficile da decifrare. E’ un cammino impervio, zigzagante, quando sembra che tutto proceda più o meno speditamente ecco che ti trovi davanti un albero divelto, un pericolo da evitare, una pietra da scansare e talvolta una montagna, da scalare.
    Però è entusiasmante, arricchisce, purifica, la percezione che non tornerai mai più ad essere quella di prima è tanto più forte quanto più passa il tempo, e quanto più passano gli anni, e figli diventano adulti, tanto più il legame tra madri e figli diventa indissolubile . A voltre rifletto sulla teologia protestante la quale ritiene che la Vergine Maria abbia terminato da tempo il suo ruolo. Ma come potrebbe una madre terminare di essere tale: mai , neppure la morte può spezzare un vincolo così forte
    Non credo che l’ età anagrafica possa stabilire quando si può diventare madre (compresa la maternità spirituale ).
    Per me si è madri quando si è in grado di rinunciare alla propria vita. Quando si ha il coraggio di scomparire anche umanamente, pur di dare spazio, ossigeno alla propria creatura. Poi, in prospettiva di fede, così almeno ho vissuto le mie due maternità (a 22 anni avevo 2 figli i quali -come direbbe la madre dei Gracchi- sono i miei gioielli) siccome il Buon Dio manda il freddo secondo i panni, non ho trovato impedimenti per aiutare il prossimo e raggiungere molti degli obiettivi prefissi..
    Pur tra mille difficoltà ho tenuta salda la famiglia ed oggi a 58 anni, posso dirmi contenta e grata a Dio per le meraviglie che ha compiuto nella mia vita.
    Grazie Gesù!

    4 Aprile, 2016 - 11:08

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