Mio suggerimento inopportuno al cardinale Bertone

39 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Da salesiano. Mai ho scritto dell’appartamento ma ne ho parlato in giro per conferenze, in risposta a domande del pubblico: “A mio parere il cardinale, che è salesiano, avrebbe una risolutiva e semplice via d’uscita: lasciare l’appartamento e andare ad alloggiare in una delle tante case salesiane che vi sono in Roma; dove sarebbe trattato benissimo, avrebbe compagnia, sarebbe libero da questa persecuzione e potrebbe meglio difendersi dalle accuse”.

    31 Marzo, 2016 - 18:55
  2. Luigi Accattoli

    Un saluto di amico. Sono amico di Bertone da quando era arcivescovo di Vercelli: partecipò fraternamente a un mio grave lutto, più volte ha risposto negli anni – con cortesia – a mie richieste di interviste e colloqui. Sono dispiaciuto delle traversie che gli sono venute dall’appartamento. Reputo che la sua condizione abitativa non sia sostanzialmente diversa da quella degli altri cardinali. Da questi convincimenti viene il consiglio inopportuno, mirato al suo bene: lasciando l’appartamento disinnescherebbe l’accanimento dei media e potrebbe condurre più efficacemente la propria difesa. Gli mando un saluto di amico.

    31 Marzo, 2016 - 18:55
  3. picchio

    Gli altri cardinali non hanno avuto gli attici ristrutturati a loro insaputa 😉
    Cristina vicquery

    31 Marzo, 2016 - 22:51
  4. picchio

    E ristrutturati in modo estremamente lussuoso, aggiungo

    31 Marzo, 2016 - 22:52
  5. giuseppe di melchiorre

    Ho letto che il card. Bertone, interpellato da Repubblica, ha detto: “Sono come inchiodato alla croce, vengo crocifisso ogni giorno”.
    Queste parole mi hanno fatto pensare a un altro Crocifisso e ho concluso che mai accostamento potesse essere più improprio. Ma… accostamento mio o del card. Bertone?

    1 Aprile, 2016 - 11:16
  6. arneb

    Ma zio Tarcy..! Così lo chiamavano alcuni ex arciodiocesani di Vercelli. Non è la mia diocesi, ma molto vicina geograficamente a me. Era considerato un arcivescovo dinamicissimo e manageriale, in quei lontani anni novanta. Poi da quando è a Roma ha infilato una serie di dichiarazioni di una ingenuità sconcertante (tipo la sua:”donazione”). Ma quest’uomo, prima che cardinale, si rende conto della pessima immagine che sta dando di santa romana chiesa? Ma crede davvero di testimoniare il Signore Gesù col suo stile di vita? Secondo me, sì. Ed è veramente l’esempio di quanto tanta parte della gerarchia ecclesiastica sia remota anni luce dalla realtà d l popolo di Dio e inserita in una virtualità autoreferenziale, incantata, mummificata in una visione tradizionale di chiesa che grazie a Dio non c’è più. Zio Tarcy accetti un umile consiglio, se crede: smetta di fare dichiarazioni.. E vada a vedere vere in un luogo umile ma prorpio molto umile.
    Silvio Lepora

    1 Aprile, 2016 - 11:34
  7. Clodine-Claudia.F.Leo

    Considerare il Card. Bertone un tradizionalista, facente parte di una Chiesa estinta? …boh! A me non sembra! Assolutamente…
    Bertone è un uomo, un prete, un salisiano, un cardinale, un capo di Stato che ha esercitato un potere terreno dentro una struttura, la Chiesa, la quale (Chiesa) ad un certo punto della sua storia bimillenaria, anziché avanzare nel cammino di perfezione forte della presenza dello Spirito Santo, ha creduto che lo Spirito Santo fosse un Suo possesso; anziché vegliare in attesa del Signore del Regno, si è sostituita al Signore del Regno…si è data al mondo, purtroppo, anziché cambiare il mondo, il mondo ha cambiato Lei..

    1 Aprile, 2016 - 13:55
  8. Fabrizio Scarpino

    Niente, non ce la fa il cardinale e, Sua Eminenza Bertone a parte l’Italia “cade sempre” sotto i colpi della corruzione…(Fermo restando il garantismo).

    Vicenda Guidi-petrolio….

    Arresti quotidiani per mafia-‘ndrangheta.

    Sequestri beni per milioni di euro derivanti da traffici illeciti.

    Tangenti Sanità.

    Non mettò link per carità di Patria.

    1 Aprile, 2016 - 15:28
  9. Fabrizio Scarpino

    Metto*

    1 Aprile, 2016 - 15:29
  10. Lorenzo Cuffini

    Beh , Silvia.
    Io , molto terra terra, l’ho sempre vista così.
    Un conto è la MIA FEDE: che certo, è l’essenziale. Anche se bisognerebbe vedere quanto, in quel binomio, ci sia di MIO e quanto di FEDE….ma questo ci porta assai lontano. Se questa fede è, cerca di essere, quella cattolica: la Chiesa , dunque i preti, sono fondamentali. Senza la Chiesa e senza i preti, io non ho i sacramenti,non mi salvo.Le cose sono messe in modo tale che un grandissimo mistico,potenzialmente santo, ma laico, non puo’ assolvermi dai peccati, né trasformare il pane eucaristico in Cristo.
    Cosa che il piu’ meschino, e persino colpevole, dei preti puo’ invece fare.
    Domanda: e se il comportamento dei preti è sbagliato?
    Ohibò: i preti sono uomini come me e te.Troppo comodo riporre in loro la tenuta della mia fede. Se io perdo la fede perché un uomo di Dio si è comportato male, quella non era fede in Dio: semmai in lui, che mi cade dalle stelle alle stalle.
    Quindi, bella fiducia e concreto pragmatismo.Mi pare una buona miscela.
    E’ pieno di preti che diciamo santi, di preti che diciamo buoni, di preti che definiamo mediocri. Di qualcuno clamorosamente e pubblicamente bacato.
    Ma, soprattutto è pienissimo di preti che non ci piacciono: colpa, questa, insormontabile ai nostri occhi……
    🙂

    1 Aprile, 2016 - 17:46
  11. Luigi Mortari

    Cara Silvia,
    Sul fatto che i preti siano un telefono per parlare con Dio nutro più di qualche dubbio. Credo ci siano altri modi più diretti ed efficaci.
    I preti poi sono uomini come tutti e non credo siano esentati dal commettere errori. E’ ovvio che la loro posizione li espone maggiormente a critiche e giudizi; specie questi ultimi non si sprecano.
    Devo dirti che resto anche piuttosto perplesso riguardo all’espressione in maiuscolo: “MIA FEDE”; essa infatti mi porta a figurare la fede come una roccaforte “personale” da difendere, magari da quella altrui.
    Ho sempre sentito dire infatti che la fede cristiana sia “un dono” e “un incontro”; e che non va mai trascurata la sua dimensione “comunitaria” che l’ha sempre contraddistinta dagli apostoli in poi.
    Un caro saluto.

    1 Aprile, 2016 - 17:51
  12. Leopoldo Calò

    Così, per dire, poiché io non sono amico del cardinale Bertone, per quello che mi riguarda può abitare dove gli pare. Ciò chiarito, sempre per dire, se fossimo veramente immortali e se ci fosse un consapevole creatore dell’universo, ho qualche dubbio sul fatto che il nostro destino potrebbe dipendere da ragioni anagrafiche.

    1 Aprile, 2016 - 21:34
  13. Clodine-Claudia.F.Leo

    Esatto, la fede ha sempre una dimensione comunitaria, anzi , direi che è indispensabile. Diciamo che si è perduta e con essa anche la società si è sfaldata, ha perduto i connotati e le coordinate. Se solo i cristiani potesso recuperare, sulla scia delle prime comunità cristiane, il valore della testimonianza, della solidarietà, in un clima di bontà…il mondo cambierebbe. La fede non è mai una roba privata, ciascuno ce ne potrebbe chiedere motivo del perché ne siamo animati. Ne daremo ragione balbettando parole senza senso perché la fede non si spiega, si vive…semplicemente .

    1 Aprile, 2016 - 21:42
  14. maria cristina venturi

    La primitiva preghiera del sacerdote nella Santa Messa dopo la Consacrazione diceva:
    Signore non guardare ai MIEI peccati ma alla fede della tua Chiesa.
    Oggi come tante altre cose questa preghiera si e’come capovolta:Signore non guardars ai peccati della Chiesa ma alla MIA fede.
    Questo capovolgimento che anche Ratzinger aveva fatto notare (In Rapporto sulla fede,pag.52) e’uncapovolgimento della vera dottrina cattolica per cui il peccato e’personale e dunque il sacerdote prega “non guardare ai miei peccati”mentre la fede e’comunitaria “ma alla fede della tua Chiesa”
    Oggi invece si pensa che la fede sia personale ” la mia fede” mentre i peccati siano della Chiesa nel suo complesso,dei preti come categoria. Per cui il fedele come dice. Silvia si affida alla sua fede personale e si dissocia dal peccato della Chiesa come istituzione. Ma ,dice Ratzinger,in questo la coscienza comune si e’allontanata dalla retta concezione della Chiesa.
    “Dobbiamo tornare a dire al Signore :Noi pecchiamo ma non pecca la Chiesa che e’tua e portatrice di fede.La fede e’la risposta della Chiesa a Cristo.La quale fede non e’un atto individuale solitario,una risposta del singolo. Fede significa CREDERE INSIEME con tutta la Chiesa” (Ratzinger,Rapporto sulla fede,pag.53)

    1 Aprile, 2016 - 22:18
  15. maria cristina venturi

    Questo significa che quando un sacerdote colpevole prega Signore non guardare ai miei peccati ma alla fede della tua Chiesa”quello che conta e’la fede della Chiesa,cioe’della comunita’dei credenti,non i peccati del singolo sacerdote o vescovo o cardinale. Perdere la fede o non avere la fede perche’qualche singolo sacerdote o vescovo o cardinale e’peccatore e’assurdo:noi cattolici non crediamo ne’abbiamo mai creduto perche’i nostri sacerdoti sono sempre stati tutti santi ma NONOSTANTE i nostri sacerdoti non siano stati molte volte santi ma peccatori.La fede nella Chiesa una santa cattolica ed apostolica trascende le meschine vicende di un appartamento o di un attico o di cardinali piu’ o meno peccatori. Se vosi’non fosse saremmo davvero pelagiani o protestanti.

    1 Aprile, 2016 - 22:36
  16. picchio

    Non so esattamente cosa scriva Ratzinger, ma quando il prete dice non guardare i nostri peccati intende non guardare i peccati di ciascuno di noi, quindi i peccati personali , non dice di non non guardare i peccati della Chiesa come complesso o come istituzione. Questo mi è stato spiegato anni fa.
    Cristina vicquery

    1 Aprile, 2016 - 22:53
  17. maria cristina venturi

    No cara Cristina,i peccati per un cattolico sono sempre personali. Non esiste per un cattolico un peccato colletivo,il peccato di una “categoria”di persone” ,quindi quando un sacerdote prega “non guardare ai miei peccati”prega proprio Dio di non guardare ai suoi peccati personali. Oggi nel Novus Ordo la preghiera e’stata cambiata nel “non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa”ma il significato non cambia di molto.Il sacerdote chiede a Dio di non guardare ai peccati individuali di ciascun partecipante alla Santa Messa. La Chiesa come istituzione e ‘Santa”questo diciamo nel Credo. I peccati sono peccati dei suoi singoli membrinon della Chiesa nel suocomplesso,la Chiesa istituita da Cristo,la Chiesa Sposa di Cristo. Se cosi’non fosse,se cioe’la Chiesa fosse santa solo nella misura in cui ogni suomembro e’santo se cioe’fosse una comunita’di “giusti”di puri,di perfetti,cadremmo in antiche eresie cone il pelagianesimo.o il protestantesimo calvinista.

    1 Aprile, 2016 - 23:12
  18. picchio

    Sono andata a leggere l’intervista , Ratzinger esprime una sua opinione personale, un suo timore, pur riconoscendo che si può intendere in maniera corretta la nuova versione della preghiera.
    Comunque all’inizio della Messa ci riconosciamo peccatori , diciamo di aver molto peccato in pensieri, parole ed opere per MIA colpa, mia colpa, mia grandissima colpa, quindi i timori di Ratzinger mi sembrano un po’ esagerati.
    Cristina vicquery

    1 Aprile, 2016 - 23:23
  19. picchio

    Maria Cristina
    Guarda che ti ho appunto detto che quando il sacerdote dice non guardare i nostri peccati dice proprio i peccati personali di ciascuno di noi.

    1 Aprile, 2016 - 23:25
  20. picchio

    Mi sono spiegata male? Pensavo di essere stata chiara
    Cristina vicquery

    1 Aprile, 2016 - 23:27
  21. maria cristina venturi

    Il fatto che per un cattolico il peccato sia individuale ma la fede sia comunitaria(non guardare al mio peccato ma alla fede della tua Chiesa)lo dimostra il fatto che i sacramenti sono validi anche se li somministra un sacerdote peccatore. Tu non sai se il sacerdote che battezza tuo figlio sia peccatore o no,npn lo puoi sapere,ma il battesimo resta valido anche se il giono prima il sacerdote che ha battezzato tuo figlio ha fatto un peccato mortale. La nostra fede,la fede cattolica,a differenza delle settecprotestanti puritane crede in questa realta’:il Sacro NON deriva dall’uomo ma da Dio,dunque non e’l’uomo perfetto,moralmente puro,il giusto,che si fa tramite del Sacro. Ma e’il Sacro che rompendo i nostri schemi mentali irrompe nell’umano. Vhe a te piaccia o no,cara Cristina,se Bertone e’un sacerdote e se Bertone consacra ilCorpo e il Sangue di Gesu’nella Messa ,questa consacrazione e’altrettanto valida di quella del piu’santo dei sacerdoti. Questo e’cattolicesimo cara Cristina. Il resto,il credere solo nei giusti,nei puri,nei degni,e’protestantesimo.

    1 Aprile, 2016 - 23:27
  22. picchio

    maria Cristina
    che i sacramenti celebrati da un sacerdote in peccato mortale siano validi lo so da sempre, come spero lo sappia qualsiasi cattolico. Ogni tanto mi fai sorridere : credi veramente che tutti gli altri siano protestanti e tu sia rimasta l’unica cattolica della terra?

    cristina vicquery

    1 Aprile, 2016 - 23:45
  23. picchio

    lo so talmente bene che tantissimi anni addietro partecipai , comunicandomi, a varie messe celebrate da un sacerdote, ormai defunto da anni, che viveva more uxorio con una mia parente.

    1 Aprile, 2016 - 23:51
  24. picchio

    ricordo due bei libri sull’argomento: diario di un curato di campagna di Bernanos e il potere e la gloria di Graham Greene.
    Cristina Vicquery

    2 Aprile, 2016 - 11:58
  25. giuseppe di melchiorre

    Secondo me c’è un collegamento tra il “caso card. Bertone-attico” segnalato da Luigi e il confronto di opinioni sulla fede sorto tra i frequentatori del blog. Un collegamento che a me ha fatto venire in mente questa frase di Gesù: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me…” Non essendo un esperto ho fatto una ricerca sul significato di “piccoli” e ho trovato quanto copio-incollo, scritto dal Card. Ravasi: “Nell’originale greco non si parla di “bambini” (paidía), bensì di “piccoli” (mikroí), una categoria non anagrafica ma esistenziale, tant’è vero che subito dopo è specificata con la frase ‘che credono in me’. (…) Nella questione qui trattata da Gesù di scena sono coloro che sono deboli nella fede, “piccoli” nel credere, che devono ancora crescere e che possono essere facilmente scandalizzati dal nostro cattivo esempio di “maturi” e “adulti” nella fede. Anche san Paolo ammonisce i cristiani di Roma a saper ‘accogliere chi fra di voi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni’ (14,1). Cristo, dunque, condanna con durezza chi mette consapevolmente in crisi il fratello “piccolo” nella fede”.
    Ora io non voglio aggiungere niente alla condanna di Gesù per chi scandalizza i “piccoli nella fede”, tanto meno il riferimento alla “macina da mulino”. Non sono proprio la persona adatta a condannare nessuno. Però condivido “il suggerimento inopportuno al Card. Bertone” avanzato da Luigi. Che tra l’altro è suo amico ed estimatore. Se glielo dice lui!…
    Quanto mi piace quell’accoglienza paolina per “chi fra di voi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni”! Per me è molto istruttiva… e incoraggiante!
    Buona giornata a tutti. Anche al card. Bertone!

    2 Aprile, 2016 - 12:08
  26. Marcello Ciampi

    Anni fa girava in ambito salesiano la seguente barzelletta: “I salesiani buoni diventano rettor maggiore; i salesiani cattivi diventano cardinali”.

    Detto questo, mi accodo all’affettuoso “consiglio non richiesto e sicuramente inopportuno” dell’ottimo nostro ospite. Credo anch’io che a Bertone si rimproverino un po’ troppe cose.

    2 Aprile, 2016 - 12:59
  27. Luigi Accattoli

    Da persona che non vuole apparire ricevo questo messaggio:

    Nessuna definizione della Chiesa è più appropriata di quel “casta meretrix” che ne include tutti coloro che deturpano il suo volto. Da sempre è avvenuto così. Non vale la pena, dunque, scandalizzarsi troppo quando si viene a conoscenza di fatti disonorevoli che riguardano i ministri del culto. Sono uomini anche loro, fatti della stessa creta di tutti gli esseri umani, la cui natura è in sé stessa fragile. È però vero che indeboliscono–questa è la loro vera colpa– la fede, se c’è, di molti credenti.
    Ma forse è meglio dire, senza girarci intorno, che in molti di loro la fede è labile.
    Non dovrebbe essere così? No, non dovrebbe.
    Ma a noi non è dato conoscere il loro intimo né i percorsi del loro animo e della loro vita. Ogni uomo è un mondo a sé e solo Dio lo conosce davvero.
    Dunque, si impone a tutti il comando di non giudicare PER NON ESSERE GIUDICATI. Dio solo può giudicare.
    Gesù scelse i suoi discepoli fra uomini peccatori. Non poteva fare altrimenti, ben sapendo che tutti gli uomini sono peccatori. Ben sapendo che tutti lo sarebbero stati in futuro.
    La Chiesa vive in questo mondo terreno, dove bene e male ( grano e loglio) esistono intrecciati, anzi stranamente intricati, in ogni essere pensante. Ed infatti il mondo è assai complicato e non finisce di stupirci.
    Ogni volta che abbiamo realizzato che ormai abbiamo visto il peggio del peggio, arriva un altro “peggio” che ci stordisce e ci lascia senza parole, ancora una volta increduli. E questo accade in ogni ambito della vita umana.
    Che fare allora? Fare affidamento su noi stessi e sulle nostre certezze?
    Non mi pare la strada giusta, dato che molto spesso sperimentiamo, da noi, una intrinseca debolezza che ci fa perdere quelle stesse certezze.
    Fare affidamento sul danaro o su qualche altro idolo che ci appare risolutore dei problemi che ci rendono preoccupati e ansiosi oltre misura?
    Anche questa via d’uscita mi sembra, a dire il vero, insoddisfacente. A me non è mai capitato, infatti, di vedere felice e appagato chi confida in strumenti “miracolistici” di questo tipo. Prima o poi inciampa in qualche ostacolo di vario genere, che lo fa cadere mostrandogli con crudezza la realtà per quella che è davvero.
    Allora è meglio, a mio modesto avviso, chinare la testa davanti a Qualcuno che ci ha dato la vita per viverla così come ci si presenta nel nostro percorso, facendo, per quel che ci compete, tutto quanto è possibile per combattere il Male che è sempre presente a creare divisioni fra gli uomini, figli dello stesso Padre, e disarmonia nel Creato.
    Noi che ci diciamo cristiani, mettiamoci vicino al Cristo per invocare, insieme a Lui, l’aiuto del Padre nel realizzare il bene opponendoci, nel nostro piccolo e con decisione, al male. E per tracciare sentieri d’amore.
    Mentalmente prendiamoLo per mano e preghiamo con Lui. Ma non dimentichiamo di invocare lo Spirito Santo perché ci illumini, con tutta la luce possibile, sul bene da compiersi. C’è una bella preghiera che dice: ” Signore, previeni le nostre azioni ISPIRANDOCI; seguile AIUTANDOCI, cosicché tutte le nostre orazioni ed opere comincino sempre da Te e, così incominciate, per TE poi finiscano. Per Cristo, nostro Signore. Amen.”
    Poi, lasciamo fare a Lui.

    2 Aprile, 2016 - 15:58
  28. giuseppe di melchiorre

    Grazie a questa persona inapparente per le sagge parole che mi hanno rinfrescato un po’ l’animo.

    2 Aprile, 2016 - 18:03
  29. Lorenzo Cuffini

    Faccio eco e coretto a quanto detto qui sopra da Giuseppe.

    2 Aprile, 2016 - 18:35
  30. roberto 55

    Mi unisco anch’io al “coretto” degli amici Giuseppe e Lorenzo nel ringraziamento ed apprezzamento verso questa “persona inapparente”.
    Tornando al tema, Luigi, perché ritieni “inopportuno” questo tuo suggerimento al Cardinale Bertone ? A me, al contrario, sembra amichevole e di grande buon senso, anche se dubito che il diretto interessato – che temo non si stia minimamente rendendo conto della portata della vicenda che lo sta coinvolgendo – lo raccoglierà (ma se mi dovessi sbagliare, ne sarei ben felice).
    Buon sabato a tutti !

    Roberto Caligaris

    P.s.: undici anni or sono, amici, ci lasciava il nostro amatissimo Papa Giovanni Paolo II.

    2 Aprile, 2016 - 19:06
  31. Luigi Accattoli

    Roberto: l’aggettivo “inopportuno” è ironico, o autoironico. Come quando uno dice: ora ti faccio una proposta indecente.

    3 Aprile, 2016 - 9:14
  32. Clodine-Claudia.F.Leo

    Credo che per al porporato in questione -( che a me rammenta tanto quell’ Ippolito D’Este che resistere al richiamo del lusso e delle prelibatezza del palato proprio non poté)- il tuo consiglio franco, da amico, sarà parso più che indecente, improponibile! ‘

    3 Aprile, 2016 - 12:46
  33. Clodine-Claudia.F.Leo

    @per il porporato

    3 Aprile, 2016 - 12:50
  34. roberto 55

    Giusto, Luigi: avrei dovuto intuirlo; ma, che vuoi ?, se sono così tonto da non riuscire a comprendere la “spiritualità” di qualche frequentatore del “pianerottolo”, figuriamoci se posso capire la tua autoironia …… -))))))))))).
    Ciao a tutti !

    Roberto Caligaris

    3 Aprile, 2016 - 15:49
  35. picchio

    intanto sul web è comparso un nuovo testo sacro : “Gli attici degli Apostoli” 🙂
    cristina vicquery

    3 Aprile, 2016 - 18:39

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