“Devo anche pensare a una conversione del Papato”

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”: inizia così l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” [La gioia del Vangelo] con cui Papa Francesco conclude l’Anno della Fede, sviluppa quanto emerso dal Sinodo del 2012 sulla nuova evangelizzazione e presenta il programma del suo Pontificato. Un documento personalissimo, tutto di mano del Papa, lungo, appassionato, che mira a porre l’intera comunità cattolica in un “stato permanente di missione”, perché recuperi la “freschezza originale del Vangelo” e trovi “nuove strade” per proporre Cristo all’umanità di oggi. E parla anche di “conversione del Papato”. – Seguono mie considerazioni nei primi commenti. Più avanti riporterò brani da memorizzare.

Aggiornamento al 27 novembre. Il Corsera pubblica oggi a pagina 42 un mio commento all’Esortazione che puoi leggere anche qui: La scommessa del Papa che mira lontano.

99 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La chiamata del Papa a scuotersi, a vincere la tentazione del “si è fatto sempre così”, a non imprigionare Gesù nei nostri “schemi noiosi”, a riformare linguaggio e organizzazione riguarda ogni articolazione della comunità della Chiesa, dalle parrocchie al Papato. Per il Papa venuto dalla fine del mondo occorre “una conversione pastorale e missionaria che non può lasciare le cose come stanno” e una “riforma delle strutture” ecclesiali perché “diventino tutte più missionarie”.

    26 Novembre, 2013 - 13:36
  2. Luigi Accattoli

    Dovrà esserci – scrive Francesco nella Evangelii Gaudium – anche una “conversione del papato” perché sia “più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione”. Conversione qui ovviamente vuol dire riforma, ma il Papa argentino non la descrive nel dettaglio, si limita ad accennare alla necessità di un forte decentramento verso gli episcopati, che aiuti a rivedere l’esercizio del Primato petrino in modo da collegarlo meglio alla collegialità promossa dal Vaticano II.

    26 Novembre, 2013 - 13:36
  3. Luigi Accattoli

    Ecco il paragrafo sul Papato: 32. Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione. Il Papa Giovanni Paolo II chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova». Siamo avanzati poco in questo senso. Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale. Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono «portare un molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si realizzi concretamente». Ma questo auspicio non si è pienamente realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria.

    26 Novembre, 2013 - 13:37
  4. picchio

    testo molto bello, denso, da rileggere con molta calma. Che “le conferenze episcopali abbiano anche qualche autentica autorità dottrinale” mi pare un’espressione molto forte, che va nella giusta direzione di un maggior decentramento. Speriamo che PF abbia il tempo, la forza e l’aiuto necessario per realizzare il suo programma.

    26 Novembre, 2013 - 14:02
  5. picchio

    A me spetta come “Vescovo di Roma” e non come “papa”……un’ulteriore conferma della sua visione di Chiesa.

    26 Novembre, 2013 - 14:04
  6. Luigi Accattoli

    Un altro paragrafo che mi è caro per il “sine glossa”: 271. E’ vero che, nel nostro rapporto con il mondo, siamo invitati a dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano. Siamo molto chiaramente avvertiti: «sia fatto con dolcezza e rispetto» (1 Pt 3,16), e «se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti» (Rm 12,18). Siamo anche esortati a cercare di vincere «il male con il bene» (Rm 12,21), senza stancarci di «fare il bene» (Gal 6,9) e senza pretendere di apparire superiori ma considerando «gli altri superiori a se stesso» (Fil 2,3). Di fatto gli Apostoli del Signore godevano «il favore di tutto il popolo» (At 2,47; cfr 4,21.33; 5,13). Resta chiaro che Gesù Cristo non ci vuole come principi che guardano in modo sprezzante, ma come uomini e donne del popolo. Questa non è l’opinione di un Papa né un’opzione pastorale tra altre possibili; sono indicazioni della Parola di Dio così chiare, dirette ed evidenti che non hanno bisogno di interpretazioni che toglierebbero ad esse forza interpellante. Viviamole “sine glossa”, senza commenti. In tal modo sperimenteremo la gioia missionaria di condividere la vita con il popolo fedele a Dio cercando di accendere il fuoco nel cuore del mondo.

    26 Novembre, 2013 - 14:15
  7. Luigi Accattoli

    Qui fa suo il monito giovanneo ai profeti di sventura: 84. A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, anche se proviamo dolore per le miserie della nostra epoca e siamo lontani da ingenui ottimismi, il maggiore realismo non deve significare minore fiducia nello Spirito né minore generosità. In questo senso, possiamo tornare ad ascoltare le parole del beato Giovanni XXIII in quella memorabile giornata dell’11 ottobre 1962: «Non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengono riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai … A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura…”.

    26 Novembre, 2013 - 14:19
  8. Luigi Accattoli

    Decentramento: 16. Non credo che si debba attendere dal magistero papale una parola definitiva o completa su tutte le questioni che riguardano la Chiesa e il mondo. Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territori. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”.

    26 Novembre, 2013 - 14:32
  9. Luigi Accattoli

    Trattasi di un programma del Pontificato: 25. Non ignoro che oggi i documenti non destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenticati. Ciononostante, sottolineo che ciò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e delle conseguenze importanti. Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno. Ora non ci serve una «semplice amministrazione». Costituiamoci in tutte le regioni della terra in un «stato permanente di missione».

    26 Novembre, 2013 - 14:35
  10. Luigi Accattoli

    I vescovi ascoltino tutti: 31. Nella sua missione di favorire una comunione dinamica, aperta e missionaria, dovrà stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico e di altre forme di dialogo pastorale, con il desiderio di ascoltare tutti e non solo alcuni, sempre pronti a fargli i complimenti. Ma l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti.

    26 Novembre, 2013 - 14:39
  11. Luigi Accattoli

    Ancelle del Kerygma: 165. La centralità del kerygma richiede alcune caratteristiche dell’annuncio che oggi sono necessarie in ogni luogo: che esprima l’amore salvifico di Dio previo all’obbligazione morale e religiosa, che non imponga la verità e che faccia appello alla libertà, che possieda qualche nota di gioia, stimolo, vitalità, ed un’armoniosa completezza che non riduca la predicazione a poche dottrine a volte più filosofiche che evangeliche. Questo esige dall’evangelizzatore alcune disposizioni che aiutano ad accogliere meglio l’annuncio: vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna.

    26 Novembre, 2013 - 14:48
  12. Luigi Accattoli

    Nuove strade nella preghiera finale alla Vergine:

    Ottienici un nuovo ardore di risorti
    per portare a tutti il Vangelo della vita
    che vince la morte.
    Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
    perché giunga a tutti
    il dono della bellezza che non si spegne.

    26 Novembre, 2013 - 14:52
  13. mattlar

    Grazie Luigi degli ampii estratti. L’esortazione è molto lunga, complessa e dinamica, mi sembra proprio bella. E l’obiettivo di cambiamento è ampiamente motivato e non preannunciato come se fosse l’inizio di una rivoluzione. Certo, c’è bisogno di tutto questo, a tutti i livelli. Mi riservo di leggerla tutta con attenzione ma così mi piace.

    26 Novembre, 2013 - 15:09
  14. discepolo

    Dal poco che leggo ne deduco che questo documento come altri discorsi di questo Papa offrira’l’occasipne per le interpretazioni piu’discardanti ed antitetiche. Quasi tutte le affermqzioni infatti sono ambigue e si possono interpretare in vqri modi. Questo Papa non ha il dono della precisionw e della chiarezza. Ma l’ambiguita’di stampo gesuitico non so se e’un bene per la Chiesa. Come disse qualcuno su questo blog (credo Luigi Franti) ci sara’una ragipne se fino ad ora non hanno mai fatto un papa gesuita. Quanto allaChiesa “missionaria”non vi dico per carita’di patria cosa pensano dei missionari cristiani qui in Africa…..

    26 Novembre, 2013 - 15:26
  15. mattlar

    Nella parte che hai riportato dei vescovi parla di stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione, ma la controbilancia molto opportunamente con un chiarimento importantissimo quando dice che “l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti”.
    Ha ben presente dunque il rischio che ci siano infiltrazioni di coloro che vogliono aumentare i processi partecipativi nella direzione di una più marcata “democratizzazione” delle strutture, con l’evidente patologia di occuparsi di organizzazione e moltiplicare i livelli decisionali senza che alla fine si capisca più quali sono i contenuti delle decisioni da prendere… cosa che capita molto frequentemente nell’associazionismo (cattolico). E che appassiona tutti su argomenti quali i livelli, le gerarchie, le nomine, le assemblee, le istanze, le mozioni…

    26 Novembre, 2013 - 15:29
  16. mattlar

    Vedremo, discepolo. Leggiamola attentamente. A me, a prima occhiata, mi è parso di vedere un po’ meno ambivalenze…

    26 Novembre, 2013 - 15:30
  17. discepolo

    Esempio di frase ambigua,da interpretatsi come si vuole a seconda della propia ideologia: accoglienza cordiale che non condanna. Questa frase come quell’altra chi sono io per giudicare?offrira’una buona sponda achi se un sacerdote. in coscienza non detoga alle regole potra’accisarlo di accoglienza poco cordiale e di atteggiamento giudicante. Per esempio se un feticheur (uno stregone)viene da me e midice di aver sgozzato un gallo e fatto un rito vodoo ,io dovro’ovviamente accoglielo cordialmente e non giudicarlo quando anche dentro di me pensi Vecchio pazzoselvaggio abomineve smettila con queste caz…te.

    26 Novembre, 2013 - 15:37
  18. discepolo

    Esempio di frase ambigua “le nuove strade”.Molti,c’e’da scommetterci useranno questa frase per rinnegare ripudiare sbeffeggiare le “vecchie strade”quasi fosse una vergogna ed un onta percorrere le vecchie strade. Eppure nel deserto le carovane se non si vogliono perdere seguono da tempi immemorabili le vecchie piste. E LA saggezza popolare e contadina dice Chi lascia la via vecchia per la nuovq sa cosa lascia ma npn sa cosa trova. Mai sottovalutare la saggezza popolare!

    26 Novembre, 2013 - 15:44
  19. Nino

    Grande Francesco. Lunga vita a te.

    Musica per le orecchie sono le sue parole.

    In lui vedo la presenza del carissimo e amatissimo Card. Carlo Maria Martini.

    26 Novembre, 2013 - 16:15
  20. Io, sono arrivato qui:

    “Esorto tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure.

    L’importante è non camminare da soli,
    contare sempre sui fratelli
    e specialmente sulla guida dei Vescovi,
    in un saggio e realistico discernimento pastorale.”

    e ora mi riposo….

    26 Novembre, 2013 - 16:47
  21. manuel76

    discepolo, a me non sembra ambigua l’immagine di nuove strade: è una immagine semplicemente missionaria! Strade fisiche e strade figurate, simbolicamente “nuove strade” che ripercorrono le vecchie strade per vedere se qualcuno, per strada, s’è perso.

    Chi ha già la strada non ha bisogno di strade nuove.

    Il centro storico è sempre il nucleo identificativo e caro di una città, si riconoscono in quello coloro che abitano nel circondario o coloro che per necessità o per sorte di lì si son spostati.
    Ma per alcuni percorrere le vecchie strade è impossibile…forse perchè è difficile trovare parcheggio? 😉
    La méta è comunque una!

    “O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani”

    26 Novembre, 2013 - 16:55
  22. picchio

    E’ vero Nino rispecchia quel fidarsi, quella speranza che ha le radici in Cristo e che ci chiede di essere coraggiosi che erano propri del Card. Martini

    26 Novembre, 2013 - 17:12
  23. Federico B.

    Nella lettura (rapida) del testo non trovo traccia del card. Martini.
    Trovo un omaggio a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, trovo una condanna al relativismo, al soggettivismo e al complesso di inferiorità dei cattolici nei confronti della cultura laica, un richiamo a reagire contro il secolarismo, un riconoscimento dell’importanza delle scuole e delle università cattoliche, l’esortazione a promuovere e difendere i valori cattolici senza timori. Si trova una conferma della validità del Catechismo della Chiesa Cattolica e della Dottrina Sociale della Chiesa, del sacerdozio “riservato agli uomini”, dell’importanza dei sacramenti e della devozione mariana. Si riportano le parole dei vescovi francesi sulla famiglia, quasi ad esprimere un sostegno esplicito all’impegno dell’episcopato francese contro la legge che inventa e introduce il matrimonio tra omosessuali. Si prende una posizione chiara ed esplicita contro aborto ed eutanasia, sostenendo il diritto alla vita sin dal concepimento ( “non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”).
    Qua e là si intravedono anche richiami ai valori non negoziabili, che qualcuno avrebbe voluto mettere nella soffitta del dimenticatoio.
    Ci sono molti spunti interessanti e varrebbe la pena approfondire tutto, prima di lanciarsi in elogi sperticati o critiche a priori.

    26 Novembre, 2013 - 17:33
  24. come mi accade dal 13 marzo,
    nelle parole di Bergoglio,
    di speranza,
    di misericordia,
    di ascolto,

    mi ritornano continuamente in mente
    le parole di “confiance”
    di frere Roger.

    26 Novembre, 2013 - 17:37
  25. Luigi Accattoli

    Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario! – paragrafo 80
    Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! – 83
    Non lasciamoci rubare la speranza! – 86
    Non lasciamoci rubare la comunità! – 92
    Non lasciamoci rubare il Vangelo! – 97
    Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno! – 101
    Non lasciamoci rubare la forza missionaria! – 108

    26 Novembre, 2013 - 18:50
  26. picchio

    Aveva condannato altre volte il capitalismo “selvaggio” per esempio a Rio, ora parlando della disuguaglianza arriva a parlare di sistema sociale ed economico ingiusto ALLA RADICE.
    Cambiare le cause strutturali della povertà… Teologia della liberazione Doc..

    26 Novembre, 2013 - 18:51
  27. Luigi Accattoli

    A Papa Bergoglio piacciono i motti e le ripetizioni.

    26 Novembre, 2013 - 18:51
  28. picchio

    Anche a Rio aveva esortato i giovani a non lasciarsi rubare la speranza..

    26 Novembre, 2013 - 18:52
  29. Sara1

    A parte le ripetizioni alcune parti mi sembrano prese più o meno uguali da altri lavori.
    Ad esempio la parte sull’accidia di alcuni operatori pastorali l’avevo letta più o meno uguale in uno dei libri della Jaca Book.

    26 Novembre, 2013 - 18:59
  30. picchio

    si Sara alcune parti erano nei libri precedenti, alcune nei discorsi a Rio, altre, meno argomentate, nell’intervista a Civiltà Cattolica. Evidentemente per lui queste idee rappresentano il “core business” del cattolicesimo.

    26 Novembre, 2013 - 19:53
  31. Sara1

    Quella parte e quella sulla mondanità sono forse le più tagliate. (mummie da museo, psicologia da tomba, gnostici e pelagiani).
    A mio modo di vedere le cose sono un po’ sfumate, anche una parrocchia spesso è un via vai di periferie, non tutti sono uguali c’è che si mette al primo posto e chi all’ultimo e rimane un po’ in disparte.
    Tutto sommato alla fine è più equilibrato di quanto non pensassi.
    Ho visto che ha dedicato spazio anche alla cultura urbana e ha accennato alla necessità di purificare la pietà popolare.

    26 Novembre, 2013 - 20:08
  32. Marilisa

    Leggi i commenti di discepolo e di Sara1 e capisci subito da che parte stanno.
    Il loro entusiasmo ti lascia di stucco.
    Buon pro vi faccia, care signore.

    26 Novembre, 2013 - 20:40
  33. discepolo

    Io dico solo cari amici che le sue parole sono ambigue e ambivalenti e non nette e inequivocabili, e non lo potrete negare. Vedrete da domani quante interpretazioni fioriranno! quanti esegeti tireranno il papa al loro mulino, che Babilonia , che Babele!
    Il defunto Cardinali Martini buonanima nella sua innata tendenza al vago e all’indefinito in confronto a Bergoglio era un campione di semplicità e limpidezza! Lungi da essere privo di sfumature come dice Sara è anche troppo ricco di sfumature: le sue parole possono essere intrerpretate ( e saranno interpretate) nelle maniere più diverse e stravaganti.
    Ognuno crederà di aver capito lui , lui solo beninteso, meglio di tutti gli altri cosa voleva dire il Papa.
    Marilisa certamente ci farà una lezione magistrale ex.catedra…Picchio esulterà oerchè il Papa ha detto esattamente quello che ha sempre pensato lei! In somma una confusione universale , una Babele di interpretazioni, una
    Babilonia di credi, credenze, idee, vedrete vedrete da domani in azione Scalfari, Enzo Bianchi, Vito Mancuso e compagnia cantante…
    Alla faccia della gioia.. verrebbe da dire CHE TRISTEZZA!

    26 Novembre, 2013 - 20:56
  34. discepolo

    “conversione del papato”

    la conversione del papato. conversione a cosa? ma è ovvio da servo di Dio a servo dell’uomo , da vicario di Dio a portavoce della comunità, da ispirato dalla Spirito Santo ad ispirato da Scalfari and company.
    A chi dovrà render conto da oggi in poi un Papa? A DIo? ma non diciamo stupidaggini. da oggi in poi dovrà render conto al plauso popolare , se è simpatico come Bergoglio tanto meglio se no… pollice verso, da rottamare ! Vero, Picchio?

    26 Novembre, 2013 - 21:14
  35. Clodine

    Le scritture sono chiare: Il Signore da’ a Pietro la primizialità, gli affida un ruolo: quello di capo della Chiesa e pastore del gregge il che non implica necessariamente un giudizio positivo sul prescelto o una sua radicale sanatoria. Pietro resterà pur sempre il negativo Simone e Giovanni il discepolo amato da Gesù che continuerà la sua opera nell’ombra . Ma questo non toglie uno iota al fatto che la Chiesa terrena è [oltre al corpo mistico ] un regno temporale retto da un Papa sovrano, il cui governo è formato da cardinali , i suoi prefetti sono i vescovi, e i sacerdoti, che amministrano i sacramenti, hanno funzioni di prefettura; alla fine ci siamo noi , i fedeli: lavoratori senza nessun diritto, collaboratori privi di poteri decisionali, questa è la realtà incontrovertibile…punto
    Credo che il peccato grave, più di ogni altra aberrazione sotto il cielo, compresi gli scandali sessuali dei preti, sia nell’ipocrisia e nel disprezzo delle sacre funzioni, nel peccato di mammona e nella libidine di potere di molti vescovi che si sono arricchiti a dismisura. Questa è la vera deriva.Se la voce delle comunità (il sensus fidelium) viene spenta o la si costringe a rubare per ottenere quella verità che Pietro stesso non proclama, io penso che la barca anche se sarà colma di un miliardo di uomini affonderà per eccesso di proselitismo e un poco alla volta si svuoterà!

    26 Novembre, 2013 - 22:20
  36. Sara1

    Discepolo con netto intendo a volte un po’ sferzante nei suoi giudizi.
    Cioè mi pare che abbia un doppio atteggiamento ad intra e ad extra.
    Con i lontani tutto zucchero e miele, con quelli dentro tuoni e tempeste.

    Soprattutto le omelie di Santa Marta sono sempre randellate.
    Non si tratta di fare il fratello del figliol prodigo (anche perchè io son più il figliol prodigo che il fratello) ma oggettivamente fuori del vaticano in molte parrocchie non è che si faccia tutta questa bella vita, anche come strutture e fondi, ci si arrangia spesso e volentieri.

    E questo mio appunto cara Marilisa nons ignifica affatto essere tradizionalista.

    E a proposito di Etica, dato che ultimamente pareva diventata una parolaccia:

    Dietro questo atteggiamento si nascondono il rifiuto dell’etica e il rifiuto di Dio. All’etica si guarda di solito con un certo disprezzo beffardo. La si considera controproducente, troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato. Per queste, se assolutizzate, Dio è incontrollabile, non manipolabile, persino pericoloso, in quanto chiama l’essere umano alla sua piena realizzazione e all’indipendenza da qualunque tipo di schiavitù. L’etica – un’etica non ideologizzata – consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano. In tal senso, esorto gli esperti finanziari e i governanti dei vari Paesi a considerare le parole di un saggio dell’antichità: «?Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro?».[55] Una riforma finanziaria che non ignori l’etica richiederebbe un vigoroso cambio di atteggiamento da parte dei dirigenti politici, che esorto ad affrontare questa sfida con determinazione e con lungimiranza, senza ignorare, naturalmente, la specificità di ogni contesto. Il denaro deve servire e non governare! Il Papa ama tutti, ricchi e poveri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ricordare che i ricchi devono aiutare i poveri, rispettarli e promuoverli. Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano.

    26 Novembre, 2013 - 22:33
  37. giuseppe2

    “…uno statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità dottrinale.”

    Mi sembra molto importante questo punto. Nell’intervista alla Civiltà Cattolica aveva detto che è impressionate la quantità esorbitante di denunce di eresia che giungono a Roma. Come se il Papa e la sua Curia avessero l’esclusiva della tutela dell’ortodossia. E’ formidabile questo rilievo che pare voler restituire ai Vescovi, nelle Chiese particolari e loro “sinodi” un’attribuzione concreta, operativa, una responsabilità ad tuendam fidem.
    L’accentramento a Roma crea l’illusione dell’uniformità e il reale disordine di organismi pletorici magari pensati per “rappresentare” le diverse tendenze secondo categorie mondane, e perciò deformati secondo schemi falsamente “democratici”. Un decentramento alle sedi episcopali e loro “sinodi” restituisce significato alla vera collegialità e al compito dei Vescovi nella pienezza del Sacerdozio, tramite di Cristo Pastore e Maestro.
    Forse è vero che in questo la tradizione dell’Ortodossia ha da insegnare. La Chiesa cresce “dal basso” disse Bergoglio all’inizio del pontificato.
    Un’ultima impressione: può essere un antidoto pontentissimo alla “globalizzazione” omologatrice da Impero; il radicamento locale nelle tradizioni può tornare ad arricchire la Chiesa universale.
    Basta vedere come Francesco sta disinvoltamente liquidando giorno dopo giono il pregiudizio occidentalista radicatosi nella modernità zeppa di equivoci.

    Tutto questo viene da Pietro, è garantito da Pietro e dal suo Primato inconcusso, che chiama tutti a “partecipare” e a riscoprire la Fede ricevuta nel Battesimo. Vedremo grandi cose.

    26 Novembre, 2013 - 22:33
  38. Sara1

    Può essere un antidoto alla globalizzazione così come potrebbe fare sponda ai vari fermenti nazionalistici e separatisti che si diffondono.
    E’ proprio perchè la Chiesa è universale (Papa compreso) che si può liquidare il pregiudizio occidentalista.

    Giusto per divertirsi a cavillare.

    26 Novembre, 2013 - 23:03
  39. Caro Luigi,
    a me pare che sia la prima volta,
    che in una Esortazione Apostolica,
    un papa citi come riferimento vescovi di chiese “regionali”,
    e in modo così abbondante.

    Nella Esortazione Evangelii Gaudium,
    si leggono:

    …preoccupazioni dei Vescovi asiatici…

    …I Vescovi dell’Oceania hanno chiesto…

    …i Vescovi la chiamano…

    …hanno affermato così bene i Vescovi del Brasile…

    …hanno espresso i Vescovi delle Filippine…

    …insegnarono i Vescovi del Congo…

    …come propongono i vescovi dell’India…

    …i Vescovi latinoamericani hanno affermato…

    …. I Vescovi africani, … hanno segnalato…

    …i Vescovi dell’Asia hanno sottolineato…

    …osservano i Vescovi degli Stati Uniti d’America,…

    …Come insegnano i Vescovi francesi,…

    Tu Luigi, comprendi bene cosa significa ….!!!!

    Ma….
    se mi sbaglio….corrigimi….

    27 Novembre, 2013 - 2:14
  40. Luigi Accattoli

    Matteo, Giuseppe, Sara e Discepolo – bei nomi biblici dei miei visitatori – il punto è lì: la “conversione pastorale” del Papato [come della parrocchia, delle diocesi e di ogni momento di Chiesa, dei quali aveva trattato prima] ha come elemento chiave il Vescovo di Roma che presiede alle altre Chiese nella carità: parole poste a stemma del Pontificato fin dalla loggia. “Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale” scrive nel paragrafo 32 dell’esortazione, che ho riportato come terzo commento a questo post. L’ascolto degli episcopati. Un loro nuovo e più pieno statuto, in avvicinamento all’esperienza sinodale dell’Oriente.

    27 Novembre, 2013 - 7:38
  41. Luigi Accattoli

    Il libretto su Francesco che ho consegnato alla EDB prima della pubblicazione di questa esortazione pone come elemento decisivo per la chiamata di Bergoglio al Pontificato l’esperienza di Aparecida: dal suo ruolo di ascoltatore e interprete degli episcopati latino americani i cardinali elettori di laggiù trassero la convinzione che quello poteva essere il modo di presiedere nella carità a tutte le Chiese – e lo proposero – e gli altri l’accolsero.

    27 Novembre, 2013 - 7:49
  42. Sara1

    La Cei è appena stata presa a schiaffi da tutti i giornali che hanno fatto la ola per la dipartita di quel reazionario di Crociata.
    Si è plaudito al gesto deciso del Papa che ha smosso quei pigroni dei Vescovi.
    Perchè le conferenze episcopali ci piacciono sinodali, basta che poi decidano come vogliamo noi…

    http://www.ilregno.it/php/view_pdf.php?md5=dd629b111d0afa1b068ab8648149e812

    (dite al Regno di toglierlo)

    27 Novembre, 2013 - 7:59
  43. Luigi Accattoli

    Osservazione tecnica: il documento di ieri è detto – nella sua intera titolazione – “Esortazione apostolica Evangelii Gaudium del Santo Padre Francesco ai vescovi ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale“. Fa cioè riferimento al Sinodo dell’anno scorso e alla sua intestazione [La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede] ma non si denomina “esortazione apostolica post sinodale”. Conviene chiedersi il perchè.

    27 Novembre, 2013 - 8:09
  44. Luigi Accattoli

    A partire dalla “Reconciliatio et Paenitentia” (2 dicembre 1984), dunque dalla terza esortazione venuta da un Sinodo, questi documenti assumono il titolo di ADHORTATIO APOSTOLICA POST SYNODUM EPISCOPORUM, che in italiano diventa “Esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II…”. Dopo sette documenti con quella intestazione, eccoci a uno che non l’ha. Perchè Francesco lo voleva soprattutto come suo documento programmatico, inteso a “indicare il cammino della Chiesa nei prossimi anni” (paragrafo 1), ma forse anche perchè Bergoglio vuole dare nuova forza ai Sinodi e non ne intende le conclusioni come puri suggerimenti trasmessi al Papa, ma come testi aventi una loro autorità. Vedremo a che arriveranno i due Sinodi sulla famiglia.

    27 Novembre, 2013 - 8:18
  45. Clodine

    Si era capito perfettamente a cosa mirasse la “conversione pastorale”. Non è che uno dei tanti tradimenti di Pietro, il segno dei tempi! Ma questo non deve spaventare, si è verificato puntualmente nella storia della Chiesa, specialmente nei tempi bui del Papato quando solo i santi hanno sorretto il popolo cristiano.
    Niente paura, non è tanto la presenza di Pietro che fermarà il male (gli inferi), ma quella di Gesù, malgrado abbia affidato proprio a lui, a Pietro, e non ad altri, la missione di confortare i fratelli collocandosi fra di essi non come un capo autocrate, ma come segno di unità (… che voi siate una cosa sola…). Sapendo bene che avrebbe fatto l’esatto contrario si affrettò a precisare che, ad onta di tutto ciò, egli personalmente avrebbe comunque garantito il successo della sua Chiesa – le porte dell’Ade non prevarranno-e non prevarranno non perché Pietro è il puntello della Chiesa, ma perché Nostro Signore in persona (incarnato in chiunque viva eucaristicamente) bonifica il male che Simon Pietro compie e compirà nel futuro, quando tradirà la sua missione quale segno di unità della famiglia di Dio….
    “lupus in fabula”

    27 Novembre, 2013 - 8:18
  46. Luigi Accattoli

    Per essere insieme un documento post-sinodale e un programma del Pontificato, la “Evangelii Gaudium” viene a essere il testo papale più lungo che io conosca: 49.095 parole contro le 18.283 della “Lumen Fidei”. Che fatica leggerla di seguito. Gaudium et pondus: gioia e peso.

    27 Novembre, 2013 - 8:32
  47. Luigi Accattoli

    Del resto il documento finale di Aparecida, lodato da tutti per il metodo coinvolgente con cui fu elaborato da una commissione che aveva Bergoglio come presidente, è spropositatamente lungo: 71.838 parole.

    27 Novembre, 2013 - 8:43
  48. luca73

    Il carattere – direi, considerata la lunghezza – “enciclopedico” dell’ “Evangelii gaudium” si presta facilmente a letture parziali e strumentali.

    A seconda dei gusti, s’insisterà sulla nozione di «gerarchia delle verità», oppure sull’invito a partire nell’evangelizzazione dall’annuncio della misericordia di Dio anziché dai precetti morali, accompagnato comunque da una ferma critica dei «pelagiani», che pensano di salvarsi attraverso un rigorismo legato a schemi del passato.
    O ancora si darà maggiore spazio alla forte denuncia del relativismo – compreso quello dei cattolici che occultano la loro identità cristiana per un complesso d’inferiorità nei confronti della cultura dominante –, con ampie citazioni di Benedetto XVI, alla difesa della famiglia, alla condanna durissima dell’aborto (finalmente, ma in fondo c’era già stata!) con la chiara affermazione che su questo punto – come su quello che nega il sacerdozio alle donne – la dottrina della Chiesa non cambia e non può cambiare.

    Al di là delle babele interpretative, che sicuramente il documento susciterà, penso però che il centro della “Evangelii gaudium” sia il seguente: la Chiesa è missionaria o non è.

    Dobbiamo convincerci che «la verità […] non passa di moda» e che «la nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore».
    A un mondo relativista, il Papa ripete che «non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni».
    E perché evangelizziamo? La risposta corretta è che lo facciamo per la maggior gloria di Dio: «questo è il movente definitivo, il più profondo, la ragione e il senso ultimo di tutto il resto».
    La missione «non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza.
    È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo».
    A chi obietta che la missione oggi non dà risultati, Francesco risponde che la fecondità dell’essere missionario «molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata». «Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole».

    La Chiesa è missionaria o non è.
    Una Chiesa che ha nella missione “il paradigma di ogni opera”, che è aperta all’azione dello Spirito e perciò all’accoglienza deve essere pronta sia ad affrontare le sfide che le pone una cultura che tende a “scartare” i deboli e i poveri, sia a “una riforma delle strutture ecclesiali”, papato compreso.

    In questo quadro, il punto di partenza è l’invito a “recuperare la freschezza originale del Vangelo”, trovando “nuove strade” e “metodi creativi”, Gesù non va imprigionato nei nostri “schemi noiosi”. E se annunciare il Vangelo è “gioia”, “un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente una faccia da funerale” (n. 10).

    27 Novembre, 2013 - 8:57
  49. Sara1

    Pelagiani non sono solo i tradizionalisti.
    Il prometeismo pelagiano dell’uomo che si fa da sé non si riduce solo alla vecchietta che dice tanti rosari ma si applica anche alla visione della modernità uscita dall’illuminismo, l’uomo che costruisce il futuro sulla terra con le sue mani tramite la scienza e la tecnica.
    Ad esempio.
    Così lo gnosticismo non è solo un vago razionalismo, è anche molto imparentato con le moderne filosofie esistenzialistiche, l’uomo che si sente gettato in un mondo che riconosce come estraneo.
    E’ una visione tragica della vita non solo un vago spiritualismo.

    E quando Francesco contrappone una fantomatica cultura popolare cattolica ai media forse dimentica che per un paio di generazioni i media sono già cultura popolare a loro volta e con questa cultura ci devi fare i conti non puoi fare finta che non esista.

    Per questo ieri dicevo alcuni concetti tagliati via un po’ grossolanamente.

    27 Novembre, 2013 - 9:08
  50. Clodine

    Sono d’accordo…

    27 Novembre, 2013 - 9:09
  51. Clodine

    Circa la prolissità lamentata da Luigi, e non solo – mi sembra sia generale viste le varie “spigolature”- è sintomatico di una grave povertà di idee per cui l’abbondanza di parole , ‘unica risorsa per chi non ha niente di nuovo da dire, dilaga,dilaga, tracima rischiando di annegare in quello stesso mare di parole che dicono tutto e non dicono niente…come sosteneva discepolo…

    27 Novembre, 2013 - 9:33
  52. luca73

    Hai ragione Sara: pelagiani non sono solo i tradizionalisti.
    La tecnocrazia figlia dell’illuminismo iper-razionalista è pelagianesimo perchè ritiene l’uomo sempre in grado di scegliere il bene o il male solo la scienza e senza uno speciale aiuto divino.

    27 Novembre, 2013 - 9:36
  53. Clodine

    bravo Luca73, hai centrato in pieno il senso…

    27 Novembre, 2013 - 9:37
  54. Sara1

    Ecco Luca non è che volessi attaccare la scienza e l’illuminismo solo ricordare che anche questa visione è pelagiana:

    http://www.ibs.it/code/9788811601630/

    Letto proprio l’anno scorso.

    Quella dei Tradizionalisti pelagiani è un richiamo a Ratzinger:

    http://books.google.it/books?id=mT_dfm57blsC&pg=PA66&lpg=PA66&dq=ratzinger+pelagianesimo+dei+pii&source=bl&ots=-D8_ivdl90&sig=8s6W6j17jHj7MptWAcMQTA3nv7Q&hl=it&sa=X&ei=M7KVUvqVHs70yAOOt4HACA&ved=0CF4Q6AEwBw#v=onepage&q=ratzinger%20pelagianesimo%20dei%20pii&f=false

    27 Novembre, 2013 - 9:50
  55. Nino

    Sara1 scrive,
    27 novembre 2013 @ 9:08
    “E quando Francesco contrappone una fantomatica cultura popolare cattolica ai media forse dimentica che per un paio di generazioni i media sono già cultura popolare”
    —————-
    Cosa sono i media e come si usano e si costruiscono lo insegnano i gesuiti da otre 4 secoli.
    Le opere pittoriche di fratel Andrea Pozzo, o di Matteo Ricci sono un esempio.

    Sant’Ignazio alle 5 di mattina portava i novizi alle terme di Caracalla ad esercitarsi nell’arte dell’oratoria e della comunicazione , a fare prove di omelia ad alta voce.

    Francesco sa perfettamente che la tempesta giornaliera di notizie e informazioni genera la dimenticanza e così anche gli eventi importanti a distanza di 2-3 giorni passano nel dimenticatoio.

    La ripetizione di frasi-chiave è una tecnica per non dimenticare, per ribadire, rinsaldare un concetto che si ritiene importante di affermare.

    Una tecnica abbondantemente usata nella comunicazione istituzionale e politica in particolare.

    Che siano cultura popolare è tutto da dimostrare.
    Una cosa è saper navigare su internet, usare una playstation, accendere la TV o la radio, un lettore mp3.

    Altra cosa è “capire-decriptare” l’informazione, la comunicazione, un film, un’opera d’arte.

    E qui almeno in Italia siamo all’ABC.
    Quella cultura, appartiene all’elite ed in genere è usata per condizionare, manipolare, vendere qualcosa, una merendina, un detersivo, un’idea politica.

    27 Novembre, 2013 - 10:38
  56. Sara1

    Per film non è che si intenda solo Kurosawa, voglio dire che i media (radio televisione internet) oggi sono molto vivi e non trasmettono solo una cultura alta ma un immaginario ben presente nei nostri giovani.
    Non è che si può sempre liquidarli come media.
    Io che sono io conosco a memoria tutte le puntate di Sex and the city, guardo le riviste di moda, ascolto un sacco di musica.
    Voglio dire, è tutto altro, qualche cosa che mi viene buttato per vendere una merendina o vale anche da solo?

    27 Novembre, 2013 - 12:16
  57. discepolo

    Luca dice che la Chiesa e’missionaria o non e’.Ma che ne e’stato della diversita’dei carismi?Gli eremiti che si chiudono in solitudine per pregare Dio non sono mussionari ma anche loro sono Chiesa! Sarebbe come dire che una squadra di calcio deve essere fatta tutta da attaccanti. Una squdra in cui nessuno sta in porta,non ci sono difensori ma tutti sono all’attacco: questa mi oare la Chiesa sognata da Bergoglio. Persino lui che dovrebbe essere il supremo difensire del depositum fidei abbandona il suo ruolo e si getta all’attacco.. E’saggio questo? Una squdra di calcio senza portiere e difensori che probabilita’ha di vincere? E inoltre caro Luca la Chiesa e’di Bergoglio ,e’casa sua da poter plasmare a prorio gusto o la Chiesa e’di Cristo? E se la Chiesa e’di Cristo e non di Bergoglio con quale inaudita fino ad ora superbia puo’un Papa dire che la Chiesa deve essere come lui la sogna e concepisce? A Bergoglio gesuita piacciono i missionari:e allora dobbiamo essere rutti missionari! BERGOGLIOgesuita se ne frega della Sacra Litutgia?E allota tutti devono fare come lui se no vengono etichettati come pelagiani.Cosa c’entri poi il pelagianesimo con la sensibilita’liturgica poi non si capisce. Ma la tologia di Bergogluo e’come tutto assai personale.. Tutti i Papi precedenti non mettevano il prio IO al centro ,questo papa invece mi pare voglia fare una Chiesa a sua immagine.. La Chiesa di Bergogluo intitolano i giornali…. E chi non e’d’accordo o che ha altre sensibilita’altri carismi altri gusti altra cultura?Che ne sara’di costoro nella NuovaReliogine di Bergoglio?Ci sara’ancora tolleranza per chi ama il silenzio ,ama le belle liturgie ,o dovremmo trsformarci tutti in chiassosi show -man a imitazipne del Papa?

    27 Novembre, 2013 - 13:17
  58. Luigi Franti

    «Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario! – paragrafo 80
    Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! – 83
    Non lasciamoci rubare la speranza! – 86
    Non lasciamoci rubare la comunità! – 92
    Non lasciamoci rubare il Vangelo! – 97
    Non lasciamoci rubare l’ideale dell’amore fraterno! – 101
    Non lasciamoci rubare la forza missionaria! – 108»

    Metter su un antifurto?

    27 Novembre, 2013 - 14:22
  59. Luigi Franti

    «la “Evangelii Gaudium” viene a essere il documento papale più lungo che io conosca: 49.095 parole contro le 18.283 della “Lumen Fidei”» …
    Ecco, è per questa sublime perfidia (alla quale io non saprei mai arrivare) che amo Luigi … tra confetti, rosolio e giulebbe partono stilettate come questa.

    Confesso che quando ho sentito dire che la lettera è lunghetta, avevo in animo di chiedergli se sapesse quanto era lunga rispetto agli altri documenti pontifici. Ero indeciso perché temevo di offendere la sua sensibilità. Povero sciocchino che sono! Ha già provveduto da solo, e senza averne l’aria, a muovere al povero Bergoglio la più dura delle accuse, quella di multiloquio …

    27 Novembre, 2013 - 14:25
  60. Luigi Franti

    Da parte mia, non ho letto ancora niente ed evito come la peste tutti gli esegeti. Questo è un documento ufficiale, è il papa che mi scrive, e dovrò leggere tutto con calma e con profondo rispetto e umiltà. Sarà il lavoro dell’avvento.

    (Bergoglio non mi sta per nulla simpatico, ma non avendo io una testa di picchio, non smetto di andare a messa e di ubbidire al papa solo per questo).

    27 Novembre, 2013 - 14:28
  61. Federico B.

    E fai bene!
    Anche perchè al di là delle questioni sottolineate da tutti i giornali e al di là di quello stile tipicamente “bergogliano” che abbiamo cominciato a conoscere, la vera novità di questo documento è che il “nuovo corso” di papa Francesco non è poi così rivoluzionario come poteva sembrare. Anzi, si può addiritttura azzardare una sorta di “ermeneutica della continuità” rispetto ai suoi predecessori.
    Spero però che Picchio non se ne accorga…

    27 Novembre, 2013 - 14:37
  62. Nino

    Sara1 scrive,
    27 novembre 2013 @ 12:16

    “Per film non è che si intenda solo Kurosawa, voglio dire che i media (radio televisione internet) oggi sono molto vivi e non trasmettono solo una cultura alta ma un immaginario ben presente nei nostri giovani.”
    ————————–

    Temo di non essere stato capace di spiegare il senso.
    Io parlo di comunicazione non di media.

    In questo senso in quanto autori Kurosawa, Bergman o Zalone sono sullo stesso piano.

    Ognuno esprime o cerca di comunicare qualcosa.

    Comunicare al pubblico il senso del Settimo sigillo è leggermente più impegnativo che quello di uno dei tanti cinepanettoni.

    Si tratta di stabilire se chi assiste comprende quel che l’autore vuole comunicare-trasmettere.

    Il fatto è che secondo una recente indagine demoscopica il 70% degli italiani non capisce il senso di quel che legge.

    Figuriamoci se capisce “Odissea nello spazio”

    Ecco l’esigenza della ripetizione di parole-chiave e di un linguaggio semplice, diretto.

    Francesco si affaccia su piazza san Pietro allarga le braccia in segno di saluto e dice: Buona sera!

    Ecco la comunicazione.
    Quel “buona sera” così banale detto migliaia di volte in ogni parte del mondo rimarrà per sempre nella memoria di chi lo ha ascoltato.

    27 Novembre, 2013 - 15:10
  63. Caro Luigi,

    mi sono divertito e mi sto divertendo a lasciarmi colpire e provocare da questa esortazione,
    non mi accadeva
    da “Dives in Misericordia” della mia giovinezza,
    per me l’unica che mi rimane nel cuore di GPII,
    e del papa dagli anni ’80 ad oggi.

    L’esortazione di Francesco, per la prima volta,
    ha ridotto al minimo il clericalese, in un documento,
    tranne in un punto preciso dove “non alza il dito guerriero”,
    non esplicita palesemente la rituale condanna (!),
    ma è chiaro nel ricondurre ad una cultura indiviualista e relativista, non cristiana.

    Se fosse caduto nella trappola per topi, trappola in cui il predecessore ci entrava con tutti e due i piedi,
    tutto il documento avrebbe perso luce,
    per essere connotato solo in chiave “anti”.

    La stampa, soprattutto negli USA,
    per una sola espressione, lo avrebbe gettato sotto schiaffo,
    l’esortazione sarebbe divenuta subito subito carta igienica.

    Invece mi sembra di registrare fino ad ora
    un buon grado di apprezzamento,
    per le specificità sull’ aspetto del sociale, della conversione, etc.

    Con questo documento,
    gli argomenti dei 2.500 vescovi riuniti tra il ’62 e ’65,
    in Vaticano,
    ritornano prepotentemente nell’agenda
    della chiesa istituzionale.

    La comunicazione che esce fuori dalle griglie accademiche dei teologismi,
    la rende leggibilissima e meditabile,
    … con i tempi della riflessività.

    Parlando con dei miei amici,
    la vogliamo mettere in agenda nel gruppo,
    per una annualità pastorale.

    27 Novembre, 2013 - 15:27
  64. Sara1

    Messa così perchè buonasera e non i disegnini?
    Un ciao ciao con la manina non si sa mai che qualcuno non capisca.

    Se il 70% degli italiani non comprende quel che legge non credo che rinunciare all’alfabeto sia la soluzione.

    Detto ciò parlavo del fatto che liquidandola sbrigativamente con la parola media non si capisce quella che oggi come oggi è già cultura. Dalla lettera è sentito solo con un tutto indistinto che si oppone al cattolicesimo popolare.

    27 Novembre, 2013 - 15:35
  65. Clodine

    Per carità, l’ho visionata appena e per sommi capi, ci vuole un po’, forse molto tempo per entrare nel testo. Una lettura semplicistica non è auspicabile proprio per l’importanza che ricopre un documento ufficiale che avrà, nel tempo, le sue implicazioni e ripercussioni storiche. Non si scherza con la Chiesa che ha il suo valido fondamento in Cristo e tutti, perfino le teste di picchio, ricevono attraverso di Essa l’accesso ai sacramenti e alla salvezza. Anche se dovesse essere messa a ferro e a fuoco, lo sarà sempre per Volontà di Nostro Signore, e allora sarà un’elteriore prova, per Lei , affinché si riveli ciò che è legno, paglia, fieno oppure oro, argento, diamante, ciò che passa perché senza valore , e ciò che sarà mantenuto e conservato…

    27 Novembre, 2013 - 15:43
  66. guido mocellin

    @Luigi Accattoli: ho molto gustato, pur con l’iquietudine che l’attraversa e che mi ha trasmesso, il tuo commento sul Corriere di oggi. Credo che né il titolo né la collocazione gli facciano giustizia
    @Sara1: qui è “Il Regno” che parla. Non riesco ad aprire il link che lei ha postato nel commento che ci riguarda e quindi non capisco la richiesta “dite al Regno di toglierlo”. Però sappia che ho commentato così, su Vino Nuovo, la rassegna stampa sul trasferimento di mons. Crociata a Latina: “la chiave di lettura è stata così piattamente e monotematicamente «carrieristica» da farmi chiedere se non c’è anche un po’ (un po’?) di ipocrisia nell’opinione pubblica quando loda i papi (oggi Francesco, ieri Benedetto) se si pronunciano contro il «carrierismo» ecclesiastico e poi non sa raccontare altro che in questa chiave il trasferimento in una diocesi che è la terza del Lazio per popolazione (dopo Roma e Albano) di un vescovo che ha solo sessant’anni: appena due in più dell’età media di prima nomina dei vescovi italiani negli ultimi 5 anni”.

    27 Novembre, 2013 - 16:21
  67. Sara1

    Era il link all’articolo di Crociata sull’evangelizzazione.
    Dato che i giornali lo davano liquidato come segno di un passato da seppellire suggerivo di toglierlo.

    E’ tutto paradossale: si vuole democrazia e decentramento e si parla solo del Papa.

    27 Novembre, 2013 - 16:42
  68. guido mocellin

    @Sara1: è piuttosto un bell’articolo sul futuro della Chiesa, e merita di essere letto. Comunque grazie a lei e a Luigi che ci ha ospitato

    27 Novembre, 2013 - 16:55
  69. picchio

    a luigi

    ho letto il tuo articolo sul corriere. Hai colto nel segno quando scrivi che solo per il Sud del mondo l’appello del papa risuonerà come un lieto messaggio. In El Salvador e in tutto il centroamerica i commenti sono tutti estremamente positivi, mentre se si fa un giro qui in Italia si avverte la solita spaccatura tra liberali e consrvatori.
    Com’è possibile che nel nostro primo mondo ci siamo potuti scordare così dei poveri, dimenticando gli Atti degli Apostoli e la vita delle prime comunità cristiane?

    27 Novembre, 2013 - 18:09
  70. Clodine

    Non so a cosa porterà questo progetto,né se il mondo cattolico è preparato ad affrontare tutto questo…ma non perché si mette in discussione l’esegesi, la storia del primato ,anché se non è affatto questione di lana caprina,anzi ritengo un aspetto prezioso l’aver, da tempo ormai,sostituito alla parola “potere” quella di “servizio”. A nessuno oggi verrebbe in mente di concepire il papato come nell’era precostaniniana. Il timore è che i tempi non siano maturi, come non lo erano al tempo di Paolo, che non abusò mai del suo potere, non mise alcun cappio al collo, non usò alcun diritto , trattò tutti come fratelli, si spese totalmente per la comunità eppure…alla fine dovette fare ricorso all’autorità, non per distruggere ma per edificare; leggere la II ai Corinzi al cap 10,8;13,10 e ci si rende conto di cosa comporta perdere, non il potere, ma l’autorità! forse il rischio di commettere molti errori è sempre in agguato. Io credo che papa Francesco stia per percorrere una strada che è un vero campo minato,una sfida che non so dove condurrà, soprattutto riguardo alla tradizione giuridica: il diritto canonico, le cui funzioni andranno riviste, e come si porrà dinnanzi alle esigenze del partito di “Cefa”, di “Apollo” o di “Cristo”…o di chi invece si identifica senza dubbio in quello di Pietro, il quale , per il suo primato, per il suo potere delle chiavi, voglio dire, si pone inevitabilmente in un aposizione di ragione sugli altri perché Pietro non può identificarsi in Apollo…mi sembra ovvio. Pietro è e deve restare la roccia.

    27 Novembre, 2013 - 20:43
  71. Clodine

    anzi, più che roccia un ciotolo…un ciotolo che rotola sopra un deserto di sabbia ma pur sempre un grumo duro, un sedimento che trova il suo spessore solo se radicato nella vera Roccia, che è Cristo….

    27 Novembre, 2013 - 20:50
  72. Luigi Accattoli

    Ciottolo ha più spessore.

    27 Novembre, 2013 - 21:44
  73. picchio

    Sara
    Magister,che considero ormai più un blogger che un vaticanista, ha passato giorni a scrivere, con toni quasi da esultanza da curva nord, di apparenti correzioni papali alle opinioni precedentemente espresse nell’ intervista concessa a La Civiltà Cattolica con grande delusione della scuola di Bologna. Ora che Francesco conferma nero su bianco quelle precedenti opinioni, Magister le ignora scrivendo un articolo abbastanza “di routine” evidenziando solo l’aborto ( sai che novità, un papa contrario all’aborto). Le vedove inconsolabili ovviamente ignorano l’esortazione, molto negativi sono: chiesa e postconcilio, Messa in latino, fides e forma.
    In campo internazionale intereconomia ciguena non ne parla (!) e questo la dice lunga,il guru dei coservatori Father z non la commenta, non dice assolutamente cosa ne pensa, e anche questo la dice lunga, preferendo in modo surreale parlare di una supposta divisione creatasi tra i liberali, cosa che esiste solo nei suoi pensieri, rorate è molto critico.

    27 Novembre, 2013 - 22:44
  74. Sara1

    Le vedove inconsolabili sono una 30 di persone praticamente lefebvriane non è che sono i conservatori della Chiesa. Ci sono tanti conservatori che si occupano di ammalati vogliono liturgie semplici e non chiedono grandi giri di parole.

    Non ho letto grosse critiche nemmeno sul Foglio (anzi: http://www.ilfoglio.it/soloqui/20808)
    In fondo si parla di si alla famiglia, no all’aborto, no all’individualismo, no all’edonismo, si all’evangelizzazione spinta (quasi porta a porta quando anni fa in certi ambienti sembrava un attacco alla laicità anche girare con un crocifisso al collo).

    E’ un testo tutto sommato molto equilibrato. (del resto se ha dato voce agli episcopati è normale che si siano toccati punti che stanno a cuore a tanti fedeli)

    Un filino troppo antimondano per i miei gusti (ma almeno chiarisce cosa è questa mondanità spirituale).

    27 Novembre, 2013 - 23:02
  75. picchio

    una 30 di persone mi sembra un’sagerazione, mi sembra più probabile una 10. E’ buffo che in giro ci siano più vedove che vedovi:-)
    Solo qua sembra che ci siano più uomini che donne.

    27 Novembre, 2013 - 23:23
  76. Sara1

    Appunto, sono così poche che serve tenerne particolarmente conto.
    In democrazia sempre si proteggono le minoranze..

    27 Novembre, 2013 - 23:57
  77. Cara Picchio,
    sai bene che non ci preoccupiamo del fariseismo delle vedove inconsolabili,
    che ciaccolano legittimamente nei liberi spazi del web.

    La preoccupazione esiste per la rappresentazione che le vedove ci ricordano
    di un mondo farisaico che svolazza in Vaticano,
    dai Piacenza ai Burke, ai Ranjit, ai Rouco, Castrillòn Hoyos, etc. etc…
    solo per fare i nomi più conosciuti…

    un mondo farisaico, una casta,
    che ha tenuto in scacco il mondo della cattolicità,
    adornata dei filatteri di supposte tradizioni e leggi naturali,
    mentre inseguivano carriere e sesso closet,
    mentre sistemavano i loro delfini nei vari episcopati….

    Erano anni che teologi e sacerdoti stavano con il fiato sospeso,
    in quel clima di cappa opaca…..

    Sono almeno più di 30 anni che vedevamo centinaia di pecore perdersi,
    la porta dell’ovile chiuso, per non far perdere quelle 2-3 pecorelle rimaste….

    28 Novembre, 2013 - 0:39
  78. Clodine

    Hai ragione Luigi…molto più spessore ! ; )))

    28 Novembre, 2013 - 6:14
  79. Clodine

    Il ciottolo ha perso spessore , probabilmente, non tanto e non solo per cause dialettali -noi capitolini , si sa, con le doppie facciamo cilecca- quanto per un lapsus freudiano, per una associazione di idee. Ma per rimediare all’errore aggiungo al tema un rafforzativo. Nel senso che, mi domandavo a fronte di queste ultime innovazioni che presto o tardi produrranno un cambiamento della gerarchia, ma..QUESTI QUI, della gerarchia, papi compresi, dov’erano quando l’Europa si scristianizzava?

    qualcuno fa notare a Gesù l’imponenza e la maestosità del tempio,
    che io considero icona profetica della futura Chiesa visibile. E qui Gesù profetizza che di essa non
    resterà pietra su pietra. Avendo ascoltato la profezia, Pietro (ora con Giacomo, Giovanni e Andrea) si
    preoccupa ancora una volta del suo futuro. E allora, sul monte degli Ulivi, mentre Gesù guarda il
    tempio, insieme agli altri gli chiede: “Dicci quando accadrà questo e quale sarà il segno che staranno per
    compiersi tutte queste cose”. In risposta Gesù profetizza a Pietro e agli apostoli che nella Chiesa sarà
    sempre presente l’avversario che cercherà di distruggere la fede. E presumo che se non chiede a essi
    di intervenire è perché sa che saranno proprio loro gli avversari.Nell’orto (v. 26,37) Gesù avverte che la Chiesa istituzione avrà grande difficoltà a rimanere
    sveglia. La sua gerarchia (Pietro, Giacomo e Giovanni) si addormenterà proprio quando dovrebbe
    rimanere sveglia. E mi chiedo se la Chiesa non ha proprio dormito mentre l’Europa si
    scristianizzava.

    28 Novembre, 2013 - 6:47
  80. Clodine

    Vedere Papa Francesco, Domenica scorsa, stringere tra le mani l’urna contentente la sacra reliquia dell’ Apostolo Pietro, francamente, ho provato un brivido, un oscuro presagio: mai quelle reliquie avevano visto la luce in duemila anni e se questo accadeva , allora, qualcosa di assolutamente sconvolgente e nuovo sta per accadere…una strada mai percorsa con il rischio smarrire la via del ritorno…
    Ho pregato per il papa e per il grande peso che questa funzione comporta: insostenibile se alle spalle di non ci fosse il Cristo…

    28 Novembre, 2013 - 7:22
  81. Clodine

    P.S
    il verso 26,37 citato @ 6:47 è riferito al Vangelo di Matteo .

    28 Novembre, 2013 - 7:30
  82. elsa.F

    Un blogger che parla di blog.
    Dopo la Tv anche la rete diventa autoreferenziale….
    La superbia, che notoriamente si misura nella quantità di giudizi, dilaga e si ci abbuffa di mele.

    28 Novembre, 2013 - 8:22
  83. luca73

    discepolo 27 novembre 2013 @ 13:17
    “Luca dice che la Chiesa e’missionaria o non e’.Ma che ne e’stato della diversita’dei carismi?”

    Carissima amica, io ho solo riportato la “mia personale” interpretazione di quanto scritto da Papa Francesco e cioè che, a “mio” parere Papa Francesco nell'”Evangelii gaudium” avrebbe detto che “la Chiesa è missionaria o non è”.
    Penso che, rimanendo fedele al tuo esempio, anche gli eremiti o le monache di clausura svolgano in ogni caso un ruolo missionario, nel senso che l’esperienza dell’incontro personale con Cristo è «la sorgente dell’azione evangelizzatrice».
    Se qualcuno «ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita» chiede Papa Bergoglio «come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?».
    Per questo l’evangelizzazione non può mai essere intesa come «un eroico compito personale, giacché l’opera è prima di tutto sua […]. Gesù è “il primo e il più grande evangelizzatore”. In qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio» .

    Per il resto anch’io condivido certe tue preoccupazioni.
    Per esempio l’amore per la Sacra Litutgia, che non sembra essere presa in sufficiente considerazione.
    Però sinceramente, non mi sembra che “questo papa invece [mi pare] voglia fare una Chiesa a sua immagine.”
    Anche perchè la Chiesa non è di Bergoglio, come festosamente e superficialmente intitolano certi giornali laicisti.
    Io credo fermamente che la Chiesa sia solo di Gesù Cristo.
    E che ci sarà sempre rispetto per chi ama il silenzio, ama le belle liturgie, senza essere obbligati a “trsformarci tutti in chiassosi show -man a imitazipne del Papa”.

    P.S.: sinceramente devo leggere la «Evangelii Gaudium» ancora e ancora per capirla a fondo.
    Queste sono solo le prime impressioni. E mi scuso già da ora se poi ritornerò sui miei pensieri.

    28 Novembre, 2013 - 8:31
  84. Federico B.

    A conferma di quanto scrive Luca73, il patrono dei missionari è una giovane monaca di clausura del Carmelo di Lisieux.

    Quanto all’ultimo intervento di Matteo, mi domando con quale coraggio si possano offendere ed accusare gravemente illustri cardinali e pastori della Chiesa Cattolica quando si dedicano il proprio tempo e le proprie energie a diffondere immagini sacrileghe di Nostro Signore e dell’Ultima Cena. Invece di scrive volgarità senza senso pensi alla propria conversione e preghi l’Immacolata.

    28 Novembre, 2013 - 9:22
  85. discepolo

    Cari Luca e Federico e(normale che nella Chiesa cattolica una monaca di clausa possa essere patrono dei missionari. Proprio per la diversita’dei “carismi”anche al tempo di Sant Ignazio c’era chi partiva per la Cina e chi a Roma costruiva cattredali di note per glorificare il Signore. Palestrina. Ma nella Chiesa cattolica vers. 2.0 quella sorta all’improvviso dpo il CVII e detta adesso la Chiesa di Bergoglio” suppongo che Sa onta Teresina verrebbe chiamata narcisista prometeica e Palestrina neopelagiano… Oggi debbon esset tutti missionari.. Todos caballeros!

    28 Novembre, 2013 - 9:50
  86. Clodine

    caballeros senza armatura, cara discepolo…peggio che un’armata Brancaleone dove ogni gruppo elittario, ogni lobby se ne andrà per conto suo alla ricerca affannosa di una nuova direzione verso cui andare…
    Che Babilonia !

    28 Novembre, 2013 - 11:03
  87. @ Federico B. 28 novembre 2013 @ 9:22

    CON I SUOI SCHELETRI NELL’ARMADIO
    pensi alla sua di anima a conversione,

    Lei che mi giudica
    solo dalla sua griglia di comunista reazionario,
    che va a rifugiarsi sotto le tonache degli alti prelati in eccitazione….

    Ma mi faccia il piacere !

    Le ho già detto !

    Non mi pensi e non mi citi.

    Come io faccio con lei.

    Faccia il TROLL con gli altri,
    e non mi pensi.

    (mi pare che fino ad ora non l’avevo degnato di uno sguardo.

    faccia altrettanto con me !)

    28 Novembre, 2013 - 11:49
  88. elsa.F

    @principessa
    vuole che non mettano anche questa carinerie su FB?
    La gente si sa ha voglia di ridere…

    28 Novembre, 2013 - 12:21
  89. Federico B.

    Quando scrivi delle banalità nessuno ti considera, ma quando ti compiaci di indugiare in volgarità offensive senza giustificazione, allora aspettati ancora delle critiche da qualche tuo sfortunato lettore. E’ una regola dei blog: se condividi un’idea devi accettare oneri o onori, elogi e critiche.
    Ti faccio presente che ancora una volta il tuo commento è molto, molto più aggressivo e violento del mio.

    28 Novembre, 2013 - 13:48
  90. elsa.F

    Non mi pensi e non mi citi.

    La distopia orwelliana era una giuggiola… qui si intercetta anche il pensiero. Sob!

    28 Novembre, 2013 - 14:03
  91. @ Federico B. 28 novembre 2013 @ 13:48

    Vedo che in testa non ti entra,
    probabilmente hai bisogno di stare nella sottana di qualche alto prelato,
    per fartelo entrare.

    28 Novembre, 2013 - 15:04
  92. Federico B.

    Il linguaggio ributtante esprime lo spessore umano e morale della persona.

    28 Novembre, 2013 - 15:30
  93. ecco bravo,
    è quello che sei capace di suscitare
    in me,
    il peggio.

    Prenditi la tua quota di responsabilità.

    Magari nel fondoschiena
    dai tuoi amati alti prelati.

    28 Novembre, 2013 - 15:54
  94. @discepolo
    a proposito della chiesa tutta missionaria, un ripassino al pensiero di Ratzinger sul tema non sarebbe male, prima di lanciare strali.

    28 Novembre, 2013 - 16:39
  95. Federico B.

    Un chiodo fisso…

    28 Novembre, 2013 - 16:55

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