Francesco e Bartolomeo sul “grido della terra”

“Desideriamo offrire un rendimento di grazie al benevolo Creatore per il magnifico dono del creato e impegnarci a custodirlo e preservarlo per il bene delle generazioni future”: sono le parole centrali del Messaggio congiunto di Papa Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo in occasione della Giornata di Preghiera per la Cura del Creato pubblicato “dal Vaticano e dal Fanar” in sette lingue alle otto di stamane. Nei primi cinque commenti i cinque paragrafi del messaggio, nel sesto una mia noterella.

30 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Nessun cespuglio. Messaggio 1: Il racconto della creazione ci offre una veduta panoramica sul mondo. La Scrittura rivela che “in principio” Dio designò l’umanità a collaborare nella custodia e nella protezione dell’ambiente naturale. All’inizio, come leggiamo in Genesi (2,5), «nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo». La terra ci venne affidata come dono sublime e come eredità della quale tutti condividiamo la responsabilità finché, “alla fine”, tutte le cose in cielo e in terra saranno ricapitolate in Cristo (cfr Ef 1,10). La dignità e la prosperità umane sono profondamente connesse alla cura nei riguardi dell’intera creazione.

    1 Settembre, 2017 - 9:04
  2. Luigi Accattoli

    Dono condiviso. Messaggio 2: Tuttavia, “nel frattempo”, la storia del mondo presenta una situazione molto diversa. Ci rivela uno scenario moralmente decadente, dove i nostri atteggiamenti e comportamenti nei confronti del creato offuscano la vocazione a essere collaboratori di Dio. La nostra tendenza a spezzare i delicati ed equilibrati ecosistemi del mondo, l’insaziabile desiderio di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità nel trarre dal mercato profitti illimitati: tutto questo ci ha alienato dal disegno originale della creazione. Non rispettiamo più la natura come un dono condiviso; la consideriamo invece un possesso privato. Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla; spadroneggiamo piuttosto su di essa per alimentare le nostre strutture.

    1 Settembre, 2017 - 9:05
  3. Luigi Accattoli

    Tragiche e durevoli. Messaggio 3: Le conseguenze di questa visione del mondo alternativa sono tragiche e durevoli. L’ambiente umano e quello naturale si stanno deteriorando insieme, e tale deterioramento del pianeta grava sulle persone più vulnerabili. L’impatto dei cambiamenti climatici si ripercuote, innanzitutto, su quanti vivono poveramente in ogni angolo del globo. Il nostro dovere a usare responsabilmente dei beni della terra implica il riconoscimento e il rispetto di ogni persona e di tutte le creature viventi. La chiamata e la sfida urgenti a prenderci cura del creato costituiscono un invito per tutta l’umanità ad adoperarsi per uno sviluppo sostenibile e integrale.

    1 Settembre, 2017 - 9:05
  4. Luigi Accattoli

    Semplicità e solidarietà. Messaggio 4: Pertanto, uniti dalla medesima preoccupazione per il creato di Dio e riconoscendo che la terra è un bene in comune, invitiamo caldamente tutte le persone di buona volontà a dedicare, il 1° settembre, un tempo di preghiera per l’ambiente. In questa occasione, desideriamo offrire un rendimento di grazie al benevolo Creatore per il magnifico dono del creato e impegnarci a custodirlo e preservarlo per il bene delle generazioni future. Alla fine, sappiamo che ci affatichiamo invano se il Signore non è al nostro fianco (cfr Sal 126/127), se la preghiera non è al centro delle nostre riflessioni e celebrazioni. Infatti, un obiettivo della nostra preghiera è cambiare il modo in cui percepiamo il mondo allo scopo di cambiare il modo in cui ci relazioniamo col mondo. Il fine di quanto ci proponiamo è di essere audaci nell’abbracciare nei nostri stili di vita una semplicità e una solidarietà maggiori.

    1 Settembre, 2017 - 9:05
  5. Luigi Accattoli

    Creato ferito. Messaggio 5: Noi rivolgiamo, a quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale, un urgente appello a prestare responsabilmente ascolto al grido della terra e ad attendere ai bisogni di chi è marginalizzato, ma soprattutto a rispondere alla supplica di tanti e a sostenere il consenso globale perché venga risanato il creato ferito. Siamo convinti che non ci possa essere soluzione genuina e duratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senza una risposta concertata e collettiva, senza una responsabilità condivisa e in grado di render conto di quanto operato, senza dare priorità alla solidarietà e al servizio.

    1 Settembre, 2017 - 9:06
  6. Luigi Accattoli

    E’ la prima volta che in occasione di questa giornata Bartolomeo e Francesco parlano con una sola voce. Insieme nel 2015 [che fu l’anno della Laudato si’] avevano preso l’iniziativa di stabilire il 1° settembre come “Giornata di Preghiera per la Cura del Creato” con questa finalità: “In comunione di preghiera con i nostri fratelli ortodossi e con tutte le persone di buona volontà, vogliamo offrire il nostro contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”. La cura del creato è uno dei temi sui quali le Chiese incontrano la sensibilità dei giovani. Lo vedo nella conversazione con i figli e nelle conferenze che vado tenendo. Chi non è giovane tenga conto di questa implicazione. Trovo poi ottimo che le Chiese imparino ad agire e a parlare insieme, almeno sulle questioni nuove.

    1 Settembre, 2017 - 9:06
  7. maria cristina venturi
    1 Settembre, 2017 - 15:29
  8. maria cristina venturi
    1 Settembre, 2017 - 16:06
  9. maria cristina venturi

    Eccetera . eccetera. eccetera.

    1 Settembre, 2017 - 16:06
  10. maria cristina venturi

    Cosa voglio dire?
    che la cosiddetta ” crisi ecologica” è la più grande bufala del nostro tempo.
    Alluvioni, fulmini, terremoti, siccità, inondazioni, straripamenti di fiumi, cadute di alberi, crolli,tornadi, cicloni, temporali, acquazzoni, calamità varie ed assortite ci sono sempre state e sempre ci saranno.
    La Natura ( che Leopardi definì matrigna) non cura delle formiche che siamo noi.
    A chi indirizziamo la preghiera? Se a Dio, che ci protegga da alluvioni, siccità, terremoti , fulmini , è giusto, se invece la preghiera la rivolgiamo alla Natura o pensiamo che le formiche che siamo noi possano essere determinanti nelle catastrofi naturali, allora siamo degli illusi, che crediamo alla bufala del secolo.

    1 Settembre, 2017 - 16:12
  11. picchio

    Maria Cristina VENTURI
    Dio è profondamente disgustato dalla Messa Tridentina, ce lo ha fatto sapere senza ombra di dubbio questa settimana.
    Tra le poche ( vista l’entità del fenomeno) vittime dell’uragano Harvey due persone che si recavano alla Messa nella parrocchia tradizionalista.

    https://rorate-caeli.blogspot.com/2017/08/hurricane-harvey-flooding-takes-life-of.html

    fa attenzione, Dio ti ha mandato un segno !!!! Coglilo finchè sei in tempo…
    cristina vicquery

    1 Settembre, 2017 - 16:13
  12. Victoria Boe

    😀 😀 :- D

    1 Settembre, 2017 - 16:55
  13. Victoria Boe

    Grandioso! Anche superstiziosi i tradizionalisti.
    Non sanno che la religione cristiana condanna la superstizione.

    1 Settembre, 2017 - 17:01
  14. Beppe Zezza

    Buono e bello che ci sia un comunicato congiunto tra il papa e un importante ( più per la cattedra che occupa che non per il popolo che rappresenta ) rappresentante della Chiesa ortodossa.
    Vero che i giovani oggi hanno una grande sensibilità ecologica ( dimostrazione della efficacia della strategia di diffusione delle nuove idee chiamata finestra di overton. ) e quindi chiaro il desderio di farsi guardare con benevolenza da loro.
    Crticabile invece l’uso di terminolgie ” sviluppo sostenibile ” caratteristiche di settori neo- malthusiani prpugnatori della diffusione dei cosidetti “diritti riproduttivi ” ( contraccezione e aborto ) contrari alla dottrina della chiesa.
    Infine se è vero che ci sono dei cambiamenti climatici in atto ambienti sarebbe stato forse più opportuno precisare che questi richiamano a un supplemento di solidarietà per gli effetti che provocano sui ceti più deboli , piuttosto che richiamare a un contrasto ai cambiamenti stessi, che solo in piccola misura, e per giunta neanche certa, sono dovuti all’azione dell’uomo

    1 Settembre, 2017 - 23:29
  15. Andrea Salvi

    Mi sembra alquanto capzioso pensare che sviluppo sostenibile sia pensare che Francesco e Bartolomeo abbiano pensato a uno sviluppo che preveda uno stretto controllo delle nascite secondo una visione sintetizzata da una frase di Furio Colombo “meno siamo, meglio stiamo”. Francesco si è sempre scagliato contro le visioni neo malthusiane. Non conosco il pensiero di Bartolomeo al riguardo ma dubito che in questo si discosti dal pensiero di Francesco
    Sviluppo sostenibile e’ quello che anziché arricchire l’uomo alla lunga lo impoverisce. Superfluo fare esempi.

    2 Settembre, 2017 - 12:59
  16. Andrea Salvi

    Scusate il pasticcio col verbo pensare…scritto di getto da uno smartphone..

    2 Settembre, 2017 - 13:08
  17. Beppe Zezza

    Lo credo anche io. Per questo penso che sarebbe stato meglio evitare di usare locuzioni come “sviluppo sostenibile” che sono fortemente caratterizzate.

    2 Settembre, 2017 - 15:25
  18. Lorenzo Cuffini

    “Cosa voglio dire?
    che la cosiddetta ” crisi ecologica” è la più grande bufala del nostro tempo.”
    (1 settembre 2017 @ 16:12)

    Pensa un po’ che roba…..

    “Nel 1990, Giovanni Paolo II parlava di «crisi ecologica» e, rilevando come questa avesse un carattere prevalentemente etico, indicava l’«urgente necessità morale di una nuova solidarietà» [7]. Questo appello si fa ancora più pressante oggi, di fronte alle crescenti manifestazioni di una crisi che sarebbe irresponsabile non prendere in seria considerazione. Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti «profughi ambientali»: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare – spesso insieme ai loro beni – per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno un profondo impatto sull’esercizio dei diritti umani, come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo.”

    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
    BENEDETTO XVI
    PER LA CELEBRAZIONE DELLA
    XLIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

    1° GENNAIO 2010

    2 Settembre, 2017 - 18:51
  19. Lorenzo Cuffini

    “Alluvioni, fulmini, terremoti, siccità, inondazioni, straripamenti di fiumi, cadute di alberi, crolli,tornadi, cicloni, temporali, acquazzoni, calamità varie ed assortite ci sono sempre state e sempre ci saranno.
    La Natura ( che Leopardi definì matrigna) non cura delle formiche che siamo noi.”

    ( vedi sopra)

    Ma tu pensa un pò’….

    6. Non è forse vero che all’origine di quella che, in senso cosmico, chiamiamo «natura», vi è «un disegno di amore e di verità»? Il mondo «non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso… Il mondo trae origine dalla libera volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà» [9]. Il Libro della Genesi, nelle sue pagine iniziali, ci riporta al progetto sapiente del cosmo, frutto del pensiero di Dio, al cui vertice si collocano l’uomo e la donna, creati ad immagine e somiglianza del Creatore per «riempire la terra» e «dominarla» come «amministratori» di Dio stesso (cfr Gen 1,28). L’armonia tra il Creatore, l’umanità e il creato, che la Sacra Scrittura descrive, è stata infranta dal peccato di Adamo ed Eva, dell’uomo e della donna, che hanno bramato occupare il posto di Dio, rifiutando di riconoscersi come sue creature. La conseguenza è che si è distorto anche il compito di «dominare» la terra, di «coltivarla e custodirla» e tra loro e il resto della creazione è nato un conflitto (cfr Gen 3,17-19). L’essere umano si è lasciato dominare dall’egoismo, perdendo il senso del mandato di Dio, e nella relazione con il creato si è comportato come sfruttatore, volendo esercitare su di esso un dominio assoluto. Ma il vero significato del comando iniziale di Dio, ben evidenziato nel Libro della Genesi, non consisteva in un semplice conferimento di autorità, bensì piuttosto in una chiamata alla responsabilità. Del resto, la saggezza degli antichi riconosceva che la natura è a nostra disposizione non come «un mucchio di rifiuti sparsi a caso» [10], mentre la Rivelazione biblica ci ha fatto comprendere che la natura è dono del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, affinché l’uomo possa trarne gli orientamenti doverosi per «custodirla e coltivarla» (cfr Gen 2,15) [11]. Tutto ciò che esiste appartiene a Dio, che lo ha affidato agli uomini, ma non perché ne dispongano arbitrariamente. E quando l’uomo, invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio, a Dio si sostituisce, finisce col provocare la ribellione della natura, «piuttosto tiranneggiata che governata da lui» [12]. L’uomo, quindi, ha il dovere di esercitare un governo responsabile della creazione, custodendola e coltivandola [13].

    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
    BENEDETTO XVI
    PER LA CELEBRAZIONE DELLA
    XLIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

    1° GENNAIO 2010

    2 Settembre, 2017 - 18:55
  20. Lorenzo Cuffini

    ” ….se invece …..pensiamo che le formiche che siamo noi possano essere determinanti nelle catastrofi naturali, allora siamo degli illusi, che crediamo alla bufala del secolo.”””

    ( sempre dal verbum sopracitato)

    Uuuuuuuuuu……

    “l’attuale ritmo di sfruttamento mette seriamente in pericolo la disponibilità di alcune risorse naturali non solo per la generazione presente, ma soprattutto per quelle future [15]. Non è difficile allora costatare che il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato. Per contrastare tale fenomeno, sulla base del fatto che «ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale» [16], è anche necessario che l’attività economica rispetti maggiormente l’ambiente. Quando ci si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone anche i costi – in termini ambientali e sociali –, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica. Compete alla comunità internazionale e ai governi nazionali dare i giusti segnali per contrastare in modo efficace quelle modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose. Per proteggere l’ambiente, per tutelare le risorse e il clima occorre, da una parte, agire nel rispetto di norme ben definite anche dal punto di vista giuridico ed economico, e, dall’altra, tenere conto della solidarietà dovuta a quanti abitano le regioni più povere della terra e alle future generazioni.”

    MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
    BENEDETTO XVI
    PER LA CELEBRAZIONE DELLA
    XLIII GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

    1° GENNAIO 2010

    2 Settembre, 2017 - 18:58
  21. Lorenzo Cuffini

    Morale: l’unica bufala , qui, è che ” quella ecologica sia una bufala”.
    Passi per Bergoglio, considerato una sintesi satanica di pensiero massone e ecologismo deprecabile, ma il fatto che numero tre papi consecutivi di cui uno santificato recentemente e altri due felicemente viventi, uno emerito e l’altro in carica, dedichino parte non trascurabile del loro magistero alla questione ecologica trattata come tema strettamente cattolico dovrebbe suggerire un miliardo di cautele nello sparare giudizietti sventati e contrari a ogni evidenza oggettiva……
    Va bene Papalla, ma insomma.

    2 Settembre, 2017 - 19:06
  22. Amigoni p. Luigi

    Penso che tutti (indistintamente) i frequentatori del blog siano riconoscenti a Cuffini che ha inoppugnabilmente mostrato la continuità dell’infelicissimo
    “bufala-magistero”, in essere almeno da oltre 30 anni, correttamente detto della “custodia del creato “. I passi dei due papi non eretici si riferiscono a due messaggi per la giornata della pace, del 1990 e del 2010.
    I messaggi papali, felicemente inaugurati da Paolo VI, per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio – frutto avvelenato della riforma del Messale, invano scongiurato da S. Pio V – sono molto meno di una dichiarazione dogmatica, ma sono qualcosa di più del nulla e della nullità di chi parla a vanvera.

    2 Settembre, 2017 - 21:06
  23. Clodine-Claudia Leo

    Il Signore da, il Signore toglie. Benedetto sia il Signore.
    Cosi commenta il midrash -metodo ebraico d’interpretazione dei testi antichi-

    “Dio creo il mondo, così che il mare fosse mare e la terra asciutta fosse terra asciutta, come è detto.
    Venne Mosè e cambiò il mare in terra asciutta, come è detto :” i figli d’Israele camminarono a piedi asciutti in mezzo al mare (es 14,29).

    Similmente Dio creò l’inverno perché fosse inverno e l’estate perché fosse estate.Venne Elia e mutò l’estate in inverno; perché la scrittura dice:”Per la vita di Javhe, Dio d’Israele non vi sarà rugiada, né pioggia in questi anni se non alla mia parola ( 1 Re 17,1).

    Mosè disse :”Ascoltate o cieli ed io parlerò (Dt 32,1), conferma ciò che la scrittura dice: che i giusti hanno potere sulle stesse cose di Dio in modo che tutto ciò che Dio fa, lo fa pure il giusto: Dio trattiene la pioggia, Elia trattiene la pioggia poiché è detto :” Per la vita di Javhe, Dio d’Israele, al quale io servo, non ci sarà in questi anni rugiada, né pioggia”.
    La chiave del clima, della vita del nutrimento è nelle mani di Dio, ma Elia, Mosì, e altri giusti come Ezechiele e i tutti i giusti ne poterono disporre perché Dio li consegnò dietro richiesta. Il tema del giusto che interviene sulla creazione provocando un mutamento nell’ordine naturale di realtà, forze, o leggi stabilite da Dio, nella Sacra Scrittura è ricorrente, Elia è un giusto che interviene con diverse azioni apportando la siccità pur punire l’idolatria, oppure la pioggia. Il potere di Elia sul clima è riportato in testi coevi Babilonesi.
    Le chiavi della pioggia/siccità (1Re 17,1) del ventre (fertilità) (2Re 4,16), del nutrimento (Gn 6,21) delle ossa che prendono vigore e rifioriscono (Ez37,4) l’Onnipotente e Santo le consegna solo nelle mani dei giusti.

    Forse sulla terra mancano, questi giusti, oranti e non ce n’è più neppure uno?non c’è fede e il popolo non prega? Dio non voglia.

    2 Settembre, 2017 - 22:22
  24. Clodine-Claudia Leo

    Almeno su Benedetto XVI, chiuso nel suo orante silenzio, possiamo contare….

    2 Settembre, 2017 - 22:41
  25. Victoria Boe

    Che la questione ecologica sia una “bufala” può dirlo solo chi ha gli occhi chiusi e la mente deviata da un’ideologia cieca.
    Oppure può dirlo con cialtroneria chi vive da extraterrestre in quel pianeta che Lorenzo definisce “Papalla” e che io assimilo all’ “isola che non c’è” di una nota canzone.
    L’uomo ha il dovere sacrosanto di avere a cuore il creato e l’ambiente in cui dimora. E se è vero che nel variare delle stagioni e nelle catastrofi naturali c’è di mezzo anche l’imponderabile, è altrettanto vero che gli uomini hanno in mano potenti strumenti per salvaguardare il più possibile, anche facendo importanti rinunce economiche, la natura e l’habitat di cui sono ampiamente responsabili.
    Il proverbio “chi è causa del suo mal pianga sé stesso” non ha origine casuale ma ha una sua precisa ragion d’essere.
    E bene fanno i capi religiosi a segnalare, fra i doveri più urgenti degli uomini, quello di sentirsi profondamente responsabili delle condizioni del pianeta in cui è dato vivere a noi e a quelli che verranno dopo di noi.

    2 Settembre, 2017 - 23:16
  26. Amigoni p. Luigi

    Il post era iniziato bene con un po’ di malinconico sorriso, purtroppo quasi sulla pelle di persone, che – con le loro cose – di qua e di là dell’oceano, hanno subito gravi danni, anche la morte. E ciò malgrado previsioni esatte circa l’entità e l’ arrivo dell’ uragano, preventive difese, e soccorsi tempestivi e organizzati di cui, oggi, in USA e in alcune parti del mondo si è capaci.
    Nella vita e nella morte siamo tutti nelle mani e – se la parola non è ancora bestemmia – “nella misericordia” di Dio. Il cristiano non ha dubbi. Ed esprime tutto ciò nella preghiera; la quale non ha l’illusione di cambiare la naturalità degli eventi atmosferici (e mai l’ha avuta, nemmeno nel tempo delle “rogazioni”, segno di un passato culturale che nessuna “presa liturgica” cattolica ha potuto arrestare), ma dice la vicinanza e il dolore, di chi prega, per chi soffre; e implora che sempre e in tutti vengano suscitati l’amore e l’intelligenza, tali da offrire efficacemente aiuto al prossimo, nel presente e nel futuro.
    E’interessante osservare che anche nel famigerato messale, “eccezionalmente ordinario”, di Paolo VI ci sono queste collette: “in tempo di terremoto” (non: per evitare i terremoti), per chiedere la pioggia, per chiedere il bel tempo, contro le tempeste; oltre che “per qualunque necessità” .
    Incredibili a dirsi, questi titoli sono ripresi alla lettera dal Messale del 1570, sempre straordinariamente “di norma”, che vi aggiunge anche le orazioni “in tempo di fame” e “pro peste animalium”. In tempo di vaccini (anche animali)
    questo tema è scomparso; e “il tempo di fame” è diventato, nella cultura catto-marxista dell’enciclica del papa conciliare, “contro la fame”.
    I cambiamenti di termini e di concetti nelle preghiere sono scontati in un messale di “deriva eretica”; anzi sono troppo pochi e poco evidenti. Del resto il problema del linguaggio e del pensiero che sempre si ristrutturano si pone inevitabilmente nei tempi che corrono.
    Non si può campare pregando o immaginando, come i “giudei” del Vangelo, che per risolvere i nostri problemi appaiano dovunque tanti Elia o tanti Mosè (o altri “santoni”) a compiere tanti miracoli che, per altro, non hanno potuto compiere nemmeno ai loro tempi.

    2 Settembre, 2017 - 23:27
  27. Victoria Boe

    Credo anch’ io, per quel che può valere il mio piccolo parere, che sia venuta l’ora di capire che, se la preghiera è importante per arrivare al cuore di Dio e fargli sentire la richiesta di aiuto che Gli giunge da un popolo dolente, tuttavia non ci si debba aspettare da Lui quelle risposte che prefigurano i nostri desideri. Tanto è vero che il più delle volte, anzi quasi sempre, le preghiere sembrano inascoltate, e si resta delusi. È, per molti, il momento della crisi.
    Perché il Padre tanto buono non ha esaudito la mia preghiera, magari anche accompagnata da un voto? Ma davvero Dio mi ama?
    Ecco, vedere in Dio l’esecutore delle nostre richieste è quanto di più sbagliato possa esserci. Del resto, sappiamo che neanche Gesù fu esaudito dal Padre nella richiesta di allontanamento del calice amaro. Anzi fu proprio abbandonato dal Padre, o almeno così sembrava.
    Ma in realtà la preghiera non è mai sprecata. Se non altro perché spesso dà una forza che mette in moto le energie per affrontare con i propri mezzi disagi e angustie che soffocano la vitalità dell’essere.
    Ecco, la preghiera deve essere vista in questa luce: un mezzo per portare la pace in quell’unione col Signore che si realizza nella preghiera; un abbandono confidente alla sua volontà; una via per cercare di risolvere da noi i nostri problemi, se è possibile, senza aspettarsi miracoli che giungano dall’alto come la manna dal cielo.

    3 Settembre, 2017 - 10:25

Lascia un commento