Rispondo su Francesco e sulla mia intervista all’Inkiesta

37 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Cristiani da pasticceria. Maria Cristina Venturi. “Oggi è il papa che critica certi cattolici con un lungo elenco di critiche piuttosto acide: dai rigidi pelagiani, alle suore zitelle, ai cristiani da pasticceria”. Mi sono occupato più volte di questa materia, provocato dal dirimpettaio Rusconi, che qualifica quelle critiche come “insulti”. Stavolta mi fermo sui “cristiani da pasticceria” che sono i più pastosi. Francesco usò il richiamo alle pasticcerie la prima volta ad Assisi il 4 ottobre 2013: “Ma non possiamo fare un cristianesimo un po’ più umano – dicono – senza croce, senza Gesù, senza spogliazione? In questo modo diventeremo cristiani di pasticceria, con belle torte, con belle cose dolci! Bellissimo, ma non cristiani davvero!”. – Che senso ha in questo caso parlare di insulto? Insulto a chi? Il Papa sta dicendo che togliere la croce dal kerigma vuol dire dolcificare il cristianesimo, ma anche falsarlo. Tu Maria Cristina ti senti offesa perché Francesco vuole mantenere la croce?

    2 Settembre, 2017 - 22:34
  2. Luigi Accattoli

    Mai risposero ai dubia. Maria Cristina Venturi 2. “E’ davvero come ai tempi di Paolo VI e GPII? Allora erano i papi ad essere criticati per le loro prese di posizioni cattoliche sulla sessualità contraccezione aborto, divorzio ecc., ora sono i cattolici ad essere criticati dal papa cattolico per le stesse prese di posizioni giudicate troppo rigide”. Credo di intuire qualcosa della tua protesta e provo a sintonizzarmi con essa nel motivare la mia affermazione sui Papi tutti contestati a dritto o a rovescio, da dentro e da fuori. Paolo VI è stato criticato tantissimo – e lo è tuttora – non solo per le materie che hai giustamente ricordato ma anche per la riforma liturgica, per quella della Curia, per le decisioni sul collegio cardinalizio e sul pensionamento dei vescovi anziani, per il terzomondismo. E fu contestato da cardinali e anche pubblicamente e anche con libelli: Ottaviani, Bacci, Siri, Oddi, per dirne quattro. Mai ha dato risposta diretta ai loro “dubia”. Giovanni Paolo II è stato criticato “anche” per il mea culpa, per Assisi, per la Sinagoga, per la Moschea, per la pace; anche da cardinali e anche pubblicamente. Neanche allora i “dubia” ebbero risposte dirette. Ci sono novità sotto il Papa argentino, tutte discutibili, ma non tutto è nuovo. E non tutto è negativo.

    2 Settembre, 2017 - 22:35
  3. Luigi Accattoli

    Se vi sia il contagio. Federico Benedetti. “La comunità cattolica è molto più divisa che in passato ed è sempre peggio. Il pontefice piace sempre meno”. Capisco il tuo desiderio di essere breve e di contrastare le mie affermazioni. Provo ugualmente a interloquire. Sotto Papa Benedetto si diceva: non si è mai visto un Papa così tanto attaccato anche all’interno della Chiesa – si pubblicavano volumi, in Italia e fuori, intitolati “Attacco al Papa”. Ecco un testo di Sandro Magister in data 7 aprile 2010 che fa riferimento a quel clima: “Perché questo Papa è così sotto attacco, da fuori la Chiesa ma anche da dentro? Un principio di risposta è che Papa Benedetto è attaccato proprio per ciò che fa, per ciò che dice, per ciò che è”. Direi la stessa cosa per Francesco. Paolo Rodari e Andrea Tornielli sempre nel 2010 pubblicarono un libro da Piemme intitolato “Attacco a Ratzinger” che svolgeva la stessa interpretazione di Magister. Nell’area progressista allora vigeva la tesi che il Papato stesso di Benedetto fosse “divisivo”: esattamente quello che oggi si dice di Francesco nell’area tradizionale. “Il Pontefice piace sempre meno”, dici tu. Ma non argomenti l’affermazione che a me non pare risponda ai fatti, come accennavo nell’intervista, dove evocavo – a sostegno della mia affermazione – la visita a Milano dello scorso marzo. Federico, prova a confrontarti con quella e con quanto Scola e Delpini ebbero ad affermare in quell’occasione. Poi il Papa è andato a Genova, tra poco andrà a Bologna, in precedenza era stato a Firenze, a Torino, a Napoli: ho una lunga esperienza di visite papali in Italia, dal 1977 [Paolo VI al Congresso Eucaristico di Pescara] a tutto Giovanni Paolo, a tutto Benedetto, a questi quattro anni e mezzo di Francesco e posso dire che la rispondenza ottenuta dal Papa argentino è tra le più evidenti. La materia è opinabile, non ci sono metri di giudizio attendibili. Ma questo vale sia per Francesco sia per gli altri Papi, sia per me sia per te. Inoltre la mia attività di conferenziere in parrocchie e diocesi mi dice della stessa rispondenza e dello stesso contagio.

    2 Settembre, 2017 - 22:35
  4. Luigi Accattoli

    Mantenere l’unità. Beppe Zezza. “I papi precedenti sono stati più attenti a mantenere l’unità usando prudenza nei confronti degli oppositori, cosa che questo Papà non fa. Luigi lo giudica positivamente ma questa è una opinione che può essere non condivisa”. Certo che può non essere condivisa. Io intendo dire che è urgente uscire dalla sacralizzazione della figura papale – può essere che la fuoriuscita sia troppo rude e comporti qualche rischio. Se hai pratica di conversazione con il mondo giovanile non avrai difficoltà a intendere il mio sentimento di quell’urgenza. Reputo accettabile un certo tasso di rischio pur di ottenere l’obiettivo. Ma non ho difficoltà a riconoscere che vi sono altre avvertenze e altre priorità.

    2 Settembre, 2017 - 22:37
  5. Luigi Accattoli

    Va sui monti a sciare. Beppe Zezza 2. La libertà di parola del Papa spiazza ed è discutibile, discutibilissima. Come ogni libertà recuperata da qualcuno degli ultimi Papi rispetto ai predecessori “prigionieri del Vaticano”: “Va sui monti a sciare” diceva preoccupatissimo il cardinale Siri di Papa Wojtyla. Per me invece il buon Karol ha provvidenzialmente mostrato come si possa essere cristiani veri andando a sciare. Il fine dei Papi non è conservare alcune modalità tradizionali della figura papale – dai flabelli all’appartamento – ma aiutare l’umanità di oggi ad amare il cristianesimo. Ho già ricordato Clemente XIV – quello che soppresse la Compagnia di Gesù – che faceva scorribande a cavallo nella campagna romana rischiando più volte di rompersi l’osso del collo. Ripeto l’invito a leggere i “Commentarii” di Enea Silvio Piccolomini, Pio II: fu un Papa grande, degnissimo, eppure la sua libertà di parola in quell’autobiografia è sorprendente, persino polemizza con i cardinali che non l’avevano votato al Conclave. Francesco è convinto che il recupero della libertà di parola e di opinione personale giovi a quella che chiama “conversione del Papato”. Io mi adopero a rendere comprensibile quella convinzione che condivido. Su Medjiugorje è difficile renderla accettabile, sul “fare figli come i conigli” ci si può riuscire, sui “cristiani da pasticceria” è facile e ho già dato.

    2 Settembre, 2017 - 22:38
  6. Luigi Accattoli

    Sacralità papale. Claudia Leo. “La Chiesa ha bisogno di gradualità, delle sue certezze, della sua liturgia, del rispetto della ieraticità e sacralità della funzione papale”. Un vaticanista ha un debole per la gradualità, ma davanti alla Chiesa c’è oggi una grande urgenza: o si cambia o si muore. Le difficoltà non vengono affatto da Francesco: c’erano già tutte prima del suo arrivo. La sua elezione è un tentativo di rimediare a esse. Un tentativo di cambiare strategia e anche d’accelerare. Una visitatrice mi ha chiesto in privato se a mio parere non sarebbe stato meglio – sulla via delle riforme – un “Papa europeo alla Kasper”, che “almeno avrebbe avuto un po’ più di savoir faire e di cultura”. Reputo che no: era necessario un “pugno nello stomaco”, per dirla con il cardinale Scola. Perché avesse la giusta forza il pugno doveva venire da lontano. Non reputo che sia stato un errore l’elezione di un latino-americano: un azzardo di sicuro, non un errore. “Ma col suo modo di fare e di parlare provoca sconcerto”. Lo credo bene: deve svegliare da un sonno profondo.

    2 Settembre, 2017 - 22:38
  7. «davanti alla Chiesa c’è oggi una grande urgenza: o si cambia o si muore».
    Restare fedeli no?

    (Ma, in generale, che rapporto c’è fra tutti questi discorsi e la fede in Gesù Cristo?)

    2 Settembre, 2017 - 23:11
  8. Victoria Boe

    “Non reputo che sia stato un errore l’elezione di un latino-americano: un azzardo di sicuro, non un errore”

    Un errore certo no, dato che fu eletto con un gran numero di voti. Direi che l’elezione di Bergoglio fu l’effetto diretto di quel suo discorso dirompente sulla necessità di scardinare, una volta per tutte, l’autoreferenzialità della Chiesa per andare verso le periferie. Quel discorso venne fatto in conclave prima dell’elezione e credo che la sua forza dovette colpire a tal punto i cardinali da indurli a votare, in maggioranza, per lui.
    Poi però molti rimasero spiazzati, io penso, dalle novità portate da questo Papa. Imprevedibili e, in certa misura, sconcertanti anche per chi lo aveva votato.

    2 Settembre, 2017 - 23:38
  9. Amigoni p. Luigi

    Chiedo: sul piano metodologico, nel nostro modo di dialogare cambierà qualcosa, almeno su questi temi, dopo le acute, rispettose, “moderate” e condivisibilissime spiegazioni di Accattoli? O ci saranno sempre “cafoni da pasticceria”?
    Ognuno potrà e dovrà avere le sue convinzioni e opinioni (e anche farle evolvere, magari), ma spero che avrà almeno il bon ton di dire: so che forse altri non la pensano così; so che a questa obiezione è già stata data risposta; so di essere in minoranza; ammetto che non riesco a convincermi; so che Luigi Accattoli, da come imposta le questioni, si esprime preventivamente contro/a favore, ecc. Insomma, come dice la liturgia di Paolo VI: “con queste e simili espressioni”. Anzi: con queste e migliori espressioni.

    3 Settembre, 2017 - 0:26
  10. Federico Benedetti

    Luigi,
    Ho espresso un’evidenza che ho notato nel giro delle mie conoscenze, che comprendono credenti e non credenti, tradizionalisti e progressisti, destra , centro e sinistra. Ultimamente la novità di Francesco colpisce meno, inevitabilmente è “meno nuova”, le sue parole prevedibili quasi scontate. Resta il carisma (che però sin dall’inizio non piace a tutti), ma la simpatia e empatia

    3 Settembre, 2017 - 7:56
  11. Federico Benedetti

    Quella empatia che la gente normale percepiva all’inizio del pontificato oggi è un po’ meno sentita. L’insistenza sul tema dei migranti (lo fanno anche molti sacerdoti e vescovi, ma dando l’impressione di seguire l’esempio del Papa) gli ha fatto perdere molti consensi tra i non credenti. Non mi pare che tra i cattolici gli entusiasmi siano aumentati. Le visite pastorali sono così significative? Non è che partecipano coloro che andrebbero in ogni caso, a prescindere dalla persona del papa?

    3 Settembre, 2017 - 8:01
  12. Federico Benedetti

    Può darsi che sbagli, bisognerebbe fare un’analisi su larga scala, ma nello stretto giro delle mie conoscenze la capacità attrattiva di Bergoglio è molto diminuita, il clima si è raffreddato. Molti i delusi, sia tra chi si aspettava di più , sia tra chi ritiene che abbia fatto fin troppo. Noto che rimane molto apprezzato tra gli anziani (e mi domando se non dipenda solo dal fatto che è il papa, a prescindere) e tra i sacerdoti(per dovere?), meno tra i giovani e tra i non credenti. Opinione mia.

    3 Settembre, 2017 - 8:07
  13. Victoria Boe

    Lei nota quel che a lei piace notare. Ed è normale che sia così. Si autoconvince che sia come pensa lei e come vorrebbe che fosse. Lei ne ha dato ampia dimostrazione da sempre anche in altre occasioni.
    Certo che la novità col tempo diventa meno nuova. È nell’ordine delle cose, questo.
    E il ritornello delle migrazioni, da cui lei in particolar modo appare disturbato da sempre, non influisce per niente sul giudizio della gente riguardo al Papa.
    I sacerdoti e i vescovi che la pensano come il Papa, erano sulla linea del Papa già prima che lui arrivasse. Posso dirlo con sicurezza riguardo al mio parroco, per esempio.
    Quindi il dovere non c’entra un bel nulla.
    In definitiva, Bergoglio non piace, come già ha detto giustamente Accattoli, a chi è cattolico conservatore e, andando su categorie politiche, a chi è di destra.

    3 Settembre, 2017 - 10:12
  14. Colpo d’occhio sulla settimana di Luigi, come risulta dalla pagina di apertura di questo blog: il 27 agosto parla di Francesco che parla della liturgia; il 29 agosto parla di Francesco che non divide ma contagia; il 30 agosto parla di Francesco e di quanto parla Francesco; il 1 settembre parla di Francesco e Bartolomeo che parlano della natura; il 2 settembre parla di Francesco in relazione a quanto aveva detto il 29 su Francesco …
    Meno male che il 28 agosto ha visto una scritta sul muro che l’ha distratto, almeno per un giorno! Se posso permettermi: più passeggiate, caro Luigi.

    3 Settembre, 2017 - 12:15
  15. giuseppe di melchiorre

    Caro Luigi, tu mi conosci un po’ e sai che sono nessuno.
    Proprio perché tale, mi posso permettere di dire che io continuerei a credere in Gesù anche se sul trono di Pietro ci fosse un papa puttaniere o assassino, come nei secoli passati a voltevè successo. Fede deriva di “fides” che significa “fiducia”. E io prima di tutto ho tanta fiducia in quell’ebreo dei Vangeli che si chiamava Gesù, figlio di una Nazaretana di cui sono innamorato… 🙂
    Scusa se faccio abbassare il livello teologico di cui il tuo blog è ricco…
    Un finalmente fresco saluto dall’Abruzzo a te e a tutti.

    3 Settembre, 2017 - 13:06
  16. giuseppe di melchiorre

    Errata corrige:
    “come nei secoli scorsi a volte è successo”.

    3 Settembre, 2017 - 13:08
  17. Beppe Zezza

    Concordo con Victoria. I discorsi teologici o para teologici interessano un numero assai esiguo di persone frequentanti e interessate alla chiesa. Il giudizio degli Ontani e dei cristiani della domenica o del Natale e dei funerali è dipendente soprattutto dal giudizio politico. Ora con papa Francesco la chiesa è scesa molto di più sul terreno politico ed è spostata verso sinistra. Coloro che guardano con sospetto la sinistra hanno anche delle perplessità sul papa. Concordo anche sul fatto che una riduzione del consenso col tempo è un fenomeno fisiologico

    3 Settembre, 2017 - 18:22
  18. maria cristina venturi

    Mi sembra che bisognerebbe riflettere su quanto ha scritto Leonardo Lugaresi: ma restare fedeli,no?
    Ma perché’ mai dovremmo per continuare ad avere fede in Cristo inventarsi tutti questi cambiamenti?Perche’ per salvare la Chiesa bisogna trattare male i cattolici e fare le moine a tutti gli altri?Perche’il papà deve essere un Pugno nello stomaco dei cattolici invece di un padre e un maestro spirituale? Se ho ben capito secondo Luigi l’astuto piano dei cardinali che hanno eletto Jorge Mario Bergoglio e’quellodi salvare la Chiesa coi modi drastici,pugni nello stomaco,rivoluzioni,iconoclasmi.Ma perche’ mai tutta questa confusione dovrebbe salvare la Chiesa?Tali trattamenti non rischiano di distruggerla del tutto? È’così’ difficile rimanere semplicemente cattolici?

    3 Settembre, 2017 - 21:40
  19. Tutte le sere nella nostra chiesa di San Francesco, che i frati hanno dovuto abbandonare per mancanza di vocazioni, un gruppetto di persone, max 8 – 10, si riunisce per recitare il rosario e i vespri. Saranno questi a salvare la Chiesa.

    3 Settembre, 2017 - 21:54
  20. Amigoni p. Luigi

    Credo che vada preso sul serio l’interrogativo posto sopra: che relazione corre tra fede (e fedeltà al vangelo) e urgenza del cambio della figura del papato e del papa; tra amore a Cristo e – per esempio – maggior libertà di parola del papa?
    L’espressione “o si cambia o si muore” non vale solo per oggi, ma è valso in tutti secoli. Fin dall’inizio.
    Se, da credenti e da gente che capisce ciò che è scritto, si leggono gli Atti degli apostoli e le lettere paoline, si avverte che senza il coraggio di guardare in faccia la realtà del momento la comunità palestinese portatrice di una nuova grande fede sarebbe rimasta una setta ebraica (da aggiungersi a farisei e sadducei) e la fede sarebbe stata forse “antico testamentaria”. Annuncio ai pagani, universalità della salvezza (cioè: Signore morto e risorto per tutti), distinzione tra forme passeggere e contenuti assoluti, superamento della circoncisione e della ritualità ebraica, sono stati i punti che via via sono stati colti e resi parte integrante del Vangelo, in stretta derivazione dalla morte-risurrezione del Signore.
    Visione di Pietro a Giaffa, investitura dei diaconi, predicazione e uccisione di Stefano, vocazione di Paolo, incidente di Antiochia, concilio di Gerusalemme, diminuzione di importanza della comunità madre di Gerusalemme sono i momenti, in luoghi e tempi precisi, in cui “il nuovo e l’inedito” sono stati affrontati conseguendo la diffusione qualitativa e quantitativa della fede cristiana, enormemente arricchita da queste situazioni difficili.
    Certo – durante e dopo – il cristiano vede con sicurezza in tutto queste libere decisioni l’azione dello Spirito santo e il compimento ad altissimo grado delle promesse e della vicende di colui che è “il Signore”.
    Penso valga anche oggi: cristianesimo – modernità è la grande sfida, inevitabile, in atto da qualche secolo (è tesi cara al teologo Ratzinger). Non esiste altro modo di collocare il cristianesimo (cioè la fede). Intanto, da un po’ di tempo, il conflitto è colto faticosamente anche come opportunità di reciproco aiuto, su piani diversi. E modernità vuol dire, in crescendo: scienza, dominio (relativo) della natura, comunicazione, grande protagonismo della donna rispetto al passato, diritti umani in globalità per tutti, responsabilità verso il creato, interconnessione tra popoli, culture e religioni diverse, bene collettivo della pace rispetto a un pericolo di distruzione globale. Ci sono state per la Chiesa, e, in essa per il papato, stagioni – non necessariamente successive le une alle altre – per condannare, minacciare e demonizzare; stagioni per ammonire e ricordare; stagioni per ricucire, rincuorare e ricostruire; stagioni per stringersi nella identità e per distanziarsi; stagioni per accogliere, convincere, testimoniare, e per collaborare. Quest’ultima papa Francesco ritiene essere “la sua”, suggerita dallo Spirito”, senza rinnegare le altre, anzi integrandole. E la vive da latinoamericano, da gesuita, da seguace, ingenuo e fiducioso, di san Francesco
    Tutto questo discorso è dentro “i segni dei tempi”, colti da una Chiesa dal cuore grande e dalla antica solida fede, desiderosa di aiutare l’umanità ad amare il cristianesimo e condividere la sua fede; ed esposti in una non dimenticata e capitale enciclica che vale come e più di una definizione degli antichi concili.

    3 Settembre, 2017 - 22:32
  21. Andrea Salvi

    Forse Leonardo Lugaresi dimentica che Luigi Accattoli e’ un vaticanista e non un ornitologo
    Si potrà contestare quel che dice del papa, ma contestare che parli del papa mi sembra una battuta poco riuscita.

    3 Settembre, 2017 - 22:46
  22. Clodine-Claudia Leo

    Caro Luigi, non credo che l’elezione di un papa latino-americano sia avvenuta per caso. Credo invece che nulla, nella Chiesa “visibile” avvenga per caso: Benedetto XVI rinunciò al pontificato “per caso” ? Anche l’elezione di un Gesuita, la prima in duemila anni di storia della Chiesa è “per caso”? Se vogliamo crederci, crediamolo pure, possiamo ingannare noi stessi, ma non inganneremo la storia…che alla fine ci presenterà il conto e allora, solo allora, capiremo, ma forse sarà troppo tardi. Non me la sento di incensare “a tre tiri doppi” il pugno nello stomaco di cui parli. Un pugno nello stomaco, se fatto a regola d’arte, può salvare dal soffocamento. Ma può anche provocare la morte istantanea.

    Luigi dice: “davanti alla Chiesa c’è oggi una grande urgenza: o si cambia o si muore”. Ed è vero. Ma il cambiamento non può riguardare l’apparato esteriore. La Chiesa non risorge come l’araba fenice bruciando la struttura portante o smantellando l’esistente – strada esplorata a suo tempo dalla cosiddetta “alleanza renana” che pilotò gran parte del CVII e che, a distanza di 50 anni e alla luce del sonno mortifero in cui è piombata, possiamo tranquillamente accantonare e definire fallimentare-

    Benedetto XVI in quel quel discorso alla Curia Romana del 22 Dicembre 2005 raccomandava di guardare alle Riforme e al rinnovamento, si, ma in continuità e nel solco della Tradizione, rispetto all’unico soggetto-Chiesa che il Signore ci ha dato e invece di preservarla dalla mannaia relativista, magari perché no, diversamente esprimerla per fronteggiare le sfide di una cultura sempre più evanescente, orizzontale ed “esigente”, che si sta facendo? Non si sta forse rompendo la traiettoria plurisecolare che trasmette le Verità rivelate e si frappone la negazione della stessa? Io ho l’impressione che le cose stiano andando in questa direzione…

    4 Settembre, 2017 - 10:01
  23. Clodine-Claudia Leo

    Faccio eco a Leonardo Lugaresi: restare fedeli no?
    Restare fedeli , operando un processo di rinnovamento interiore. E’ questa a mio avviso la vera riforma, la vera sfida della Chiesa che col suo Magistero ha sempre annunciato la Verità della sua vera essenza. Sono gli uomini, lo disse espressamente Gesù nel Vangelo di ieri, che vivono la fedeltà a Gesù Cristo in un’ ottica mondana. Oggi tutto è propaganda politica: la Chiesa cavalca il populismo becero, incosciente rispetto ai problemi sociali. Lo fa anche strizzando l’occhiolino a teologi compiacenti, divulgatori di falsità e così facendo anche le anime vengono attratte nella falsità : ogni errore introdotto nella comunicazione della Parola di Dio e di Gesù crea un buio non solo a livello veritativo, ma anche etico. Tutta la morale viene compromessa quando anche una sola falsità viene immessa nel Vangelo e non è vero che la misericordia allinea tutti sulla stessa tangente: questa è una falsità…perché sta scritto ” allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni» Vangelo di ieri 3 Settembre 2017 (Mt 16,21-27) E Ancora: Ger 20,7-9, prima lettura di ieri.

    Geremia per 40 anni anni gridò “conversione” al popolo ebreo: “Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!».Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!».Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa;mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”
    E ancora più stringente è quella di ieri ai Romani:…
    ” Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,21-27).
    Parole che fanno riflettere….
    Oggi, la vera croce dei cattolici, e del mondo, è prendersi sulle spalle quella grande croce in aggiunta alle nostre personali croci: l’Obbedienza a Dio, alle sue leggi, alla Sua Parola. E’ questa la vera grande croce.

    4 Settembre, 2017 - 10:22
  24. Beppe Zezza

    Sono anche io interamente d’accordo sul ” o la Chiesa cambia o muore ” .
    Già GPII aveva parlato della necessità di una “nuova evangelizzazione” – nuova non soltanto ad extra ma ad intra. Il problema era quello di ringiovanire una Chiesa rinsecchita e ripiegata in se stessa, che avendo perduto il significato profondo della Fede era impossibilitata a presentarla come unica e valida ALTERNATIVA al pensiero mondano.
    il pontificato attuale prosegue questa opera ma, per il ringiovanimento della Chiesa, ha smesso di fare leva sulla FEDE per puntare sulla CARITÀ .
    Tuttavia, a mio parere, fare leva sulla CARITÀ prescindendo dalla FEDE rischia di essere fuorviante. Se la Carità non si innesta sulla FEDE rischia di essere malintesa e ridursi a solidarismo.

    4 Settembre, 2017 - 11:37
  25. Lorenzo Cuffini

    “Oggi tutto è propaganda politica: la Chiesa cavalca il populismo becero, incosciente rispetto ai problemi sociali. Lo fa anche strizzando l’occhiolino a teologi compiacenti, divulgatori di falsità e così facendo anche le anime vengono attratte nella falsità : ogni errore introdotto nella comunicazione della Parola di Dio e di Gesù crea un buio non solo a livello veritativo, ma anche etico.” Tutta la morale viene compromessa quando anche una sola falsità viene immessa nel Vangelo e non è vero che la misericordia allinea tutti sulla stessa tangente: questa è una falsità…perché sta scritto ” allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni» Vangelo di ieri 3 Settembre 2017 (Mt 16,21-27) E Ancora: Ger 20,7-9, prima lettura di ieri.

    4 Settembre, 2017 - 22:41
  26. Lorenzo Cuffini

    A proposito di ” buio veritativo”…:) 🙂 🙂

    Non c’è una parola di vero in tutto il maleodorante periodello riportato qui sopra.
    Devono avere riaperto la stagione webbarola dei concimi.

    4 Settembre, 2017 - 22:47
  27. maria cristina venturi

    O la Chiesa cambia O muore.dice Luigi Accattoli.
    Si’ma l’importante e’COME la Chiesa cambia.
    Perche’se cambia nel modo sbagliato,se invece di diventare sempre piu’fedele al messaggio di Cristo diventa sempre meno fedele al messaggio di Cristo o addirittura rinnega il messaggio di Cristo sui punti non graditi allamentalita’contemporanea, la Chiesa cambia E muore
    La parola “fedele”deriva da fideles, da fede.
    Una donna o un uomo e’fedele al coniuge se non rompe il patto matrimoniale. UN amico e’fedele ad un amico se non lo tradisce.
    Per essere “fedeli”a Cristo NON BISOGNA CAMBIARE GLI INSEGNAMENTI DI CRISTO, ancheil se per esempio gli insegnamenti di Cristo sulla castita’, sull’adulterio, sul taglliarsi la mano o cavarsi l’occhio che da’scandalo, possonoche sembrare anacronistici agli.uomini di oggi.
    LaChiesa di oggi mi sembra una moglie che pensa che sia meglio la “novita’ per la propria autorealizzazione ei che la fedelta’ all’antico marito.La smania di novita’.
    Gia’descritta nell’Antico Testamento quando il popolo di Israele invece di rimanere fedele al patto con JHWH si dette alla “novita’”di dei locali, di culti pagani.La Bibbia dice che da sposa fedele Israele si prostitui, divento una meretrice.
    Rimanere fedeli a Cristo e’difficile, la tentazione e’cambiare tutto per essere piu’accettati e popolari, o semplicemente petche’NONSI CREDE PIU’ a tante cose insegnate da Gesu’.
    Certo papa Francesco e’molto popolare, anche fra gli atei.
    Ma a che prezzo? La Chiesa nella nostra epoca cambia E muore.Si potrebbe dire che muore perche’cambia.
    Muore perche’le radici (la Tradizione)sono recise .
    Provate a togliere le radici ad una pianta e muore.

    5 Settembre, 2017 - 14:43
  28. Lorenzo Cuffini

    Ovvio che, se si cambia nel modo sbagliato, si finisce con la macina al collo.
    E chi dice se, come, quando e cosa ” cambiare” ?
    Maria Cristina Venturi o Lorenzo Cuffini?

    Dio ci scampi.

    La Chiesa, sola, lo puo’ .

    Se poi uno, invece di preoccuparsi intensamente della PROPRIA fedeltà ( e non basterebbero una dozzina di vite per darci il tempo necessario a tale preoccupazione) e struggersi cattolicamente su cosa e come mettere in pratica giorno per giorno le dritte che la Chiesa, nella persona della sua guida, propone , si preoccupa al contrario di guardare dal buco della serratura della porta degli altri, di vomitare in continuum calunnia, bile e veleno sulla Chiesa stessa e dare, con i propri interventi quotidiani, una controtestimonianza antievangelica militante contro il cattolicesimo, beh, sono purissimi cavoli suoi.
    Un tempo, uno di quei tempi che a sentire i collitorti frignacchiosi avrebbero grondato aurea cattolicità, per molto meno di quello che scrive oggi Maria Cristina Venturi in un rigo dei suoi commenti, si sarebbe finiti sul rogo senza passare dal via.
    Bene: quei tempi evengelicissimi sono grazie a Dio finiti e un salutare spernacchiame ha giovevolmente sostituito le corrusche pire.

    5 Settembre, 2017 - 15:04
  29. maria cristina venturi

    Sto parlando della Chiesa spirituale ovviamente, che STA MORENDO e papa Francesco rischia di darle il colpo.di grazia
    Il restyling made in Argentina puo’certo portare successo mediatico,simpatie da rotocalco, gli sfracelli promessi da Bergoglio contro i cardinali e la Curia Romana,identificata come il diavolo, possono certo attirare le simpatie di anticlericali e massoni, l’amicizia con Scalfari puo’certo aprirgli le porte dei salotti intellettuali.
    Ma poi? Rifarsi la “facciata”non ringiovanisce una istituzione come farsi il linfting non ringiovanisce una cinquantenne.
    I seminari vuoti, le chiese popolate solo da over 70, l’analfabetismo religioso (lenuove generazioninon sanno neppure il.Padre Nostro e l’Ave Maria) il crollo dei matrimoni religiosi ormaiun terzo di quelli civili, il.crollo delle nascite, tutto questo significa che laChiesa spirituale MUORE.
    Evoi credete che la resuscitera’papa Francrsco dando laComunione ai divorziati, non giudicando i gay, strizzando l’occhio agli ecologisti, ai comunisti, agli psicanalusti, ai radical chic, e prendendo a pugni nello.stomaco i fedeli.cattolici tradizionali???

    5 Settembre, 2017 - 15:15
  30. Lorenzo Cuffini

    Gioverebbe ricordare che “I seminari vuoti, le chiese popolate solo da over 70, l’analfabetismo religioso (lenuove generazioninon sanno neppure il.Padre Nostro e l’Ave Maria) il crollo dei matrimoni religiosi ormai un terzo di quelli civili, il.crollo delle nascite” sono di diretta responsabilità di Maria Cristina Venturi, Lorenzo Cuffini, tutti gli altri frequentatori del blog in allegra compagnia, e tutta la pia e devota combriccola di fedeli che, con evidenza lampante e inoppugnabile alla prova dei fatti, è riuscita nel miracolo pressoché sconosciuto alle generazioni precedenti: quello di dare una testimonianza talmente evanescente, contraddittoria, inconsistente e vacua della propria fede che pochissimissimi delle nuove leve ha considerato tale proposta come anche solo lontanamente credibile.
    Verità molto piu’ semplice, scomoda e , purtroppo per noi , direttamente coinvolgente di diecimila discorsi da cattobar.

    5 Settembre, 2017 - 15:28
  31. Clodine-Claudia Leo

    “Non abbiamo bisogno bisogno di annunciatori della parola che cambiano il Vangelo con la scusa di adattarlo al nostro temo, ma di annunciatori che tentino ogni giorno, magari riuscendoci poco, di cambiare sé stessi per essere ogni giorno più conformi al Vangelo che non cambia”

    Card. Giacomo Biffi (13 giugno 1928 – 11 luglio 2015)

    6 Settembre, 2017 - 9:39
  32. maria cristina venturi

    oppure il nuovo che salverà la Chiesa sarà questo:
    l’adorazione della Dea Indù Ganesh dalla faccia di Elefante in una Chiesa cattolica spagnola accompagnati da canti mariani?

    https://gloria.tv/article/SwQwQVH4N9fy6usodauN9PWD6

    6 Settembre, 2017 - 16:12
  33. maria cristina venturi

    Oppure ancora sarà questo “nuovo “a prendere il posto della Tradizione e a
    far sì che che almeno qualche matrimonio in chiesa venga ancora celebrato ? (ormai solo i gay si vogliono sposare in chiesa).
    matrimoni gay in Chiesa valdese:
    http://www.famigliacristiana.it/articolo/i-valdesi-e-le-nozze-gay_050811013938.aspx

    se pensate che le FARC, la Dea Ganesh, e i matrimonin gay salvino la Chiesa cattolica.. allora Bergoglio è il papa che fa per voi!

    6 Settembre, 2017 - 16:16
  34. Lorenzo Cuffini

    “Se pensate che le FARC, la Dea Ganesh e i matrimoni gay salvino la chiesa cattolica….allora Bergoglio è il papa che fa per voi.”

    Mirabile esempio di imbecillità integrale che va sottobraccio alla malafede pura.
    Preciso, a scanso di equivoci, che sia la imbecillità che la malafede sono da imputare in toto a chi ha scritto le tre perle incastonate qui sopra.
    Non che sia una novità: ognuno fa pane ( ma in questo caso è un insulto al vocabolo “pane”) con la farina che ha in saccoccia.

    6 Settembre, 2017 - 16:51
  35. Clodine-Claudia Leo

    Assurdità mastodontiche. Quale sia la loro indifendibile difesa, è impossibile indovinarlo;l’unica cosa evidente è che ci troviamo, appunto,dinnanzi a delle assurdità che ripugnano la retta ragione prim’ancora che alla Fede e sotto quest’ultimo aspetto,gridano vendetta al cospetto di Dio.Con quale convinzione,razionalmente acquisita e maturata,si continui poi a sostenere che l’ammucchiata di cui sopra potrebbe essere,anche solo lontanamente,fonte d’arricchimento: produce qualcosa di più e di meglio dello stridore prodotto e diffuso dal raschio delle unghie sulla lavagna.

    6 Settembre, 2017 - 17:11
  36. Lorenzo Cuffini

    Capisco l’entusiasmo nel poter dar sfogo a una bella indignazione liberatoria dei consueti due chilozzi di frustrazione quotidiana accumulata , ma gioverebbe almeno leggere le notizie che si commentano stracciandosi le vesti, almeno, dico, i link che si propongono….se no si fanno figuracce da perecottare che si aggiungono allo smisurato elenco già esistente.
    🙂
    Così si capirebbe , ad esempio, che nel primo caso riportato non c’è stato alcun ” nuovo” che ci aspetta”, come sventatamente qui sopra si è cercato di gabbare, ma un evidente colpo di mano politico che ha suscitato una reazione furente da parte della Chiesa locale.Se si hanno difficoltà con lo spagnolo, si legga un resoconto in italiano:
    http://www.interris.it/2017/09/05/127038/cronache/mondo/provocazione-delle-farc-il-logo-del-partito-proiettato-sulla-cattedrale-di-bogota.html

    Nel secondo caso raccontato sono arrivate le dimissioni del vicario generale che aveva “accolto” la “processione”, e le scuse del vescovo responsabile .

    Nel terzo si parla di chiesa valdese, e quindi si va fuori come un bel balconcino fiorito di papaveri ( pochi) e papere squarquaraqquanti
    ( tantissime).
    Fine della questione.

    6 Settembre, 2017 - 17:31

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