Francesco implora perdono per il genocidio contro i Tutsi

Francesco incontrando ieri Paul Kagame, Presidente della Repubblica di Rwanda, “ha rinnovato l’implorazione di perdono a Dio per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri” nel “genocidio contro i Tutsi”. Nei commenti il comunicato e le informazioni per intenderlo nella sua forza.

17 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Deturpato il volto della Chiesa. Durante i cordiali colloqui […] è stata rilevata la collaborazione tra lo Stato e la Chiesa locale nell’opera di riconciliazione nazionale e di consolidamento della pace a beneficio dell’intera Nazione. In tale contesto il Papa ha manifestato il profondo dolore suo, della Santa Sede e della Chiesa per il genocidio contro i Tutsi, ha espresso solidarietà alle vittime e a quanti continuano a soffrire le conseguenze di quei tragici avvenimenti e, in linea con il gesto compiuto da San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, ha rinnovato l’implorazione di perdono a Dio per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri, tra i quali sacerdoti, religiosi e religiose che hanno ceduto all’odio e alla violenza, tradendo la propria missione evangelica. Il Papa ha altresì auspicato che tale umile riconoscimento delle mancanze commesse in quella circostanza, le quali, purtroppo, hanno deturpato il volto della Chiesa, contribuisca, anche alla luce del recente Anno Santo della Misericordia e del Comunicato pubblicato dall’Episcopato rwandese in occasione della sua chiusura, a “purificare la memoria” e a promuovere con speranza e rinnovata fiducia un futuro di pace, testimoniando che è concretamente possibile vivere e lavorare insieme quando si pone al centro la dignità della persona umana e il bene comune.

    21 Marzo, 2017 - 22:15
  2. Luigi Accattoli

    Kagame su Twitter: «Gran giornata e grande incontro con Papa Francesco: siamo a un nuovo capitolo nelle relazioni tra Rwanda e Chiesa cattolica e Santa Sede! La capacità di riconoscere e chiedere perdono per gli errori in circostanze del genere è un atto di coraggio e di alta statura morale tipica di Papa Francesco. Grazie a questo saremmo tutti migliori».

    21 Marzo, 2017 - 22:16
  3. Luigi Accattoli

    Vicinanza al regime hutu. “La Chiesa cattolica rwandese è stata più volte accusata per la sua vicinanza al regime hutu durante il genocidio del 1994. Il novembre scorso, in occasione della conclusione del Giubileo della misericordia, in tutte le parrocchie del Paese era stata letta una lettera nella quale i vescovi chiedevano perdono dei peccati commessi nel genocidio da parte di singoli cattolici, e non della Chiesa in quanto istituzione, e il Governo ha reputato insufficiente il mea culpa. Kagame in persona ha evocato l’opportunità che il Papa si scusasse a nome della Chiesa. In Rwanda il 49,5% della popolazione è cattolico, il 39,4% protestante, i musulmani sono l’1,8%”: da un articolo di Iacopo Scaramuzzi in Vaticaninsider.

    21 Marzo, 2017 - 22:16
  4. Luigi Accattoli

    Ancora Scaramuzzi: Nel ventennale del genocidio, nel 2014, il Papa aveva consegnato ai vescovi rwandesi in visita ad limina un discorso nel quale ricordava lo «spaventoso genocidio che ha provocato tante sofferenze e ferite, ancora lungi dall’essersi rimarginate». E unendosi personalmente «al lutto nazionale», assicurava la propria preghiera per «le comunità spesso lacerate, per tutte le vittime e le loro famiglie, per l’intero popolo, senza distinzione di religione, di etnia o di opzione politica». Il Papa sottolineava che «la Chiesa ha un posto importante nella ricostruzione di una società riconciliata» ed esortava i vescovi ad andare «risolutamente avanti, rendendo senza posa testimonianza alla verità», ricordava che «venti anni dopo quei tragici eventi, la riconciliazione e la guarigione delle ferite restano la priorità della Chiesa in Rwanda» ed evidenziava la necessità di «rafforzare le relazioni di fiducia tra la Chiesa e lo Stato», perché «un dialogo costruttivo e autentico con le autorità non potrà che favorire l’opera comune di riconciliazione e di ricostruzione della società attorno ai valori della dignità umana, della giustizia e della pace».

    21 Marzo, 2017 - 22:16
  5. maria cristina venturi

    importante ricordare i genocidi del passato, ma ancora più importante sarebbe se la Chiesa ufficiale , il papa e i vescovii, in unione con tutto il popolo dei credenti, avesse più a cuore e facesse qualcosa per i genocidi di oggi, che son o soprattutto quello dei cristiani in medio oriente e in Africa:

    http://www.ilgiornale.it/news/cultura/mostra-sui-cristiani-perseguitati-ecco-tutti-i-luoghi-1377506.html

    “È un tema che fa notizia solo il giorno della strage ma poi tutto scompare nell’oblio come se questo dramma non sia quotidiano. Vogliamo rompere il silenzio a livello internazionale”. GUARDA IL VIDEO”

    naturalmente questa mostra è stata inagurata SENZA la presenza di alcun esponente della curia ambrosiana, solo con la presenza di due sacerdoti proveninti da Iraq e Siria.

    “Presenti all’inaugurazione anche i sacerdoti Karam Najeeb Yousif Shamasha, della Diocesi irachena di Alqosh, e Ihab Alrachid della Diocesi siriana di Damasco. Entrambi hanno raccontato quanto vissuto e visto nei Paesi in cui operano. Testimonianze forti che hanno scosso le persone presenti in sala. La mostra, che sarà visitabile gratuitamente dal 21 marzo al 21 aprile, è un percorso fotografico attraverso il dramma dei cristiani perseguitati nel mondo. Un faro per far luce nei luoghi del martirio e un ulteriore ponte, ideale ma concreto, fra la comunità occidentale e quelle delle nazioni in cui la violazione della libertà religiosa è più grave.”

    Il card. Scola e l’arcivescovado non pervenuto, avranno da fare ad organizzare la visita del papa !

    22 Marzo, 2017 - 8:30
  6. Enrico Usvelli

    MCV,
    la Chiesa ufficiale non si occupa dei cristiani in Medio Oriente? ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ cos’è: musulmana? O massonica?
    Ti aiuto io visto che non sei andata sul loro sito:
    Aiuto alla Chiesa che Soffre è una fondazione di diritto pontificio nata nel 1947 per sostenere la Chiesa in tutto il mondo, con particolare attenzione laddove è perseguitata.

    Fondazione di diritto pontificio.
    Da Wikipedia:
    Si dicono di diritto pontificio quelle istituzioni ecclesiastiche (gli istituti religiosi e secolari, le società di vita apostolica) erette dalla Santa Sede o da essa approvate tramite un suo decreto formale.[1]
    Le istituzioni di diritto pontificio dipendono in modo immediato ed esclusivo dalla Sede Apostolica in quanto al regime interno e alla disciplina.[2]

    22 Marzo, 2017 - 10:25
  7. Enrico Usvelli

    La mostra è stata organizzata dalla Regione Lombardia e quindi chiaramente la Regione ha voluto inaugurare lei la mostra, forse la presenza del cardinale sarebbe stata inopportuna in quanto avrebbe ‘rubato la scena’ a regione e sacerdoti testimoni.

    22 Marzo, 2017 - 10:29
  8. Lorenzo Cuffini

    Savia precisazione, quella di Enrico.
    Mi ha prevenuto, ottimo.
    In più aggiungerei, come divertimento mio personale, che il fatto ( evidentemente ritenuto disdicevole oltre misura) che ” Il card. Scola e l’arcivescovado avranno da fare ad organizzare la visita del papa”
    vorrei sperare che fosse integralmente e profondamente vero.
    Un vescovado che se ne catafottesse della visita pastorale del papa alla sua diocesi , che vescovado sarebbe? DI un papa: non di papa Francesco.
    Se forse MCV allargasse il suo orizzonte aldilà del gregoriano, del V.O.,e di altri suoi cavalli di battaglia, direbbe qualche frescaccia di meno?

    22 Marzo, 2017 - 12:59
  9. Federico Benedetti

    Enrico,
    pensi che Maroni o chi per lui non abbia invitato all’inaugurazione il Card. Scola?
    Avrebbe dato ancora più solennità al momento e sarebbe tornato utile al prossimo appuntamento elettorale…

    22 Marzo, 2017 - 13:02
  10. giuseppe di melchiorre

    A Enrico Usvelli e Lorenzo Cuffini.
    Ho letto anch’io quella che mi arrischio a definire la “preoccupata ironia” di Maria Cristina Venturi per il Card. Scola e l’arcivescovado che “avranno da fare ad organizzare la visita del papa”.
    Forse quelle parole di MCV sono dettate da un’inconscia motivazione. Sicuramente Maria Cristina sa che il suo cognome deriva dal verbo latino “venio, venis, veni, ventum, venire”, che con tutta evidenza significa “venire, arrivare”. Per maggiore precisione deriva da “venturi” che è il genitivo maschile singolare di “venturus”, che è la perefràstica attiva di detto verbo e che significa “di chi sta per arrivare”. Sicché il nome e cognome della assidua e loquace co-visitatrice del blog accattoliano potrebbe essere reso così: “Maria Cristina di colui che sta per arrivare”.
    Chi l’avrebbe mai potuto immaginare che le critiche incessanti di Maria Cristina verso Papa Francesco nascondono comunque una filiale attesa?… Ma sarà poi vero? Oppure con Maria Cristina il “nomen omen” non è riferibile a Papa Francesco? 🙂 🙂 🙂
    Buon pomeriggio a voi e a Maria Cristina! Che sia in attesa oppure no… 🙂

    22 Marzo, 2017 - 15:15
  11. Lorenzo Cuffini

    🙂 🙂 🙂

    22 Marzo, 2017 - 15:18
  12. Enrico Usvelli

    Federico,
    potrebbe essere come dici tu (ed infatti io ho scritto ‘forse’). Ma può anche darsi che la mostra fosse importante per la Regione solo fino ad un certo punto (neanche Maroni c’era).
    Se qualcuno ha notizie certe le dia e poi ne riparliamo.

    Giuseppe,
    sei troppo forte 🙂

    22 Marzo, 2017 - 16:36
  13. Victoria Boe

    Gentile giuseppe di melchiorre, perché infierire con il tuo sperticato amore per gli etimi?

    😀 😀 😀

    22 Marzo, 2017 - 16:40
  14. giuseppe di melchiorre

    Victoria, 🙂 🙂 🙂

    22 Marzo, 2017 - 16:48
  15. roberto 55

    Giuseppe, sei tutti noi !
    ‘Notte !

    Roberto Caligaris

    22 Marzo, 2017 - 23:36
  16. Clodine-Claudia Leo

    Ma che c’è da ridere. Non mi sembra ci sia nulla di così divertente in questo argomenti proposti a Luigi, cioè, francamente…ma stiamo scherzando..boh!
    Ha ragione la Venturi.
    Mentre Francesco chiede perdono per il genocidio di un milione di ruandesi, è in atto un’altro genocidio: quello dei cristiani. Il cristianesino proprio in quelle regioni in cui è nato sta morendo; muore per la scomparsa dei cristiani costretti a fuggire per non cadere vittime di persecuzioni. Chi chiederà perdono per il genocidio dei cristiani. Non basta chiedere perdono a massacro compiuto, occorre alzare la voce per impedire simili atrocità .
    La ridicola farsa del “perdono” postumo dopo che si è fatto buon viso a cattivo gioco per popolitically correct , è ipocrita e odioso. Un “pianto del coccodrillo” che grida vendetta! …

    http://www.aldomariavalli.it/2016/08/26/quando-le-religioni-muoiono-sul-dramma-dei-cristiani-in-medio-oriente/

    http://www.terrelibere.org/7498-le-colpe-della-chiesa-nel-genocidio-del-rwanda/

    23 Marzo, 2017 - 13:39
  17. Enrico Usvelli

    Ma i cristiani che se ne vanno dal Medio Oriente dove vanno? Su Marte? Noi non siamo invasi dai musulmani? E allora i cristiani cosa fanno, si volatilizzano?

    24 Marzo, 2017 - 11:41

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