Francesco invita ad “accompagnare i poveri nelle lotte”

Faccio appello a tutti i cristiani, in particolare ai Pastori, a rinnovare lo slancio missionario, a prendere l’iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnarli nelle loro lotte, a custodire i frutti del loro lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria. So che fate molto, ma vi chiedo di ricordare che non è un compito in più, ma forse il più importante, perché «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo» (Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi del Brasile, 11 maggio 2007, 3): così Francesco ha parlato stamane agli abitanti di Kangemi, una delle sette bidonville di Nairobi. Nei primi commenti altre parole accese di Bergoglio l’africano.

94 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La vostra infinita dignità. Ancora Francesco a Kangemi: Cari cittadini, cari fratelli. Preghiamo, lavoriamo e impegniamoci insieme perché ogni famiglia abbia una casa decente, abbia accesso all’acqua potabile, abbia un bagno, abbia energia sicura per illuminare, per cucinare, per migliorare le proprie abitazioni… perché ogni quartiere abbia strade, piazze, scuole, ospedali, spazi sportivi, ricreativi e artistici; perché i servizi essenziali arrivino ad ognuno di voi; perché siano ascoltati i vostri appelli e il vostro grido che chiede opportunità; perché tutti possiate godere della pace e della sicurezza che meritate secondo la vostra infinita dignità umana.

    27 Novembre, 2015 - 18:39
  2. Luigi Accattoli

    Mio impegno a capire l’unione che qui Francesco propone di evangelizzazione e impegno per la giustizia, di slancio missionario e di coinvolgimento con i problemi vitali dei destinatari del Vangelo. “Evangelizzazione e promozione umana” dicevano una volta i programmi pastorali della Cei. “Scelta per la giustizia secondo il Vangelo” diceva la Compagnia di Gesù con la Congregazione generale del 1974 alla quale il padre Bergoglio era presente come provinciale dell’Argentina.

    27 Novembre, 2015 - 18:46
  3. Luigi Accattoli

    Spirito del male. Ai giovani oggi a Nairobi: Perché succedono le divisioni, le lotte, la guerra, la morte, il fanatismo, la distruzione fra i giovani? Perché c’è questo desiderio di autodistruggerci? Nella prima pagina della Bibbia, dopo tutte quelle meraviglie che ha fatto Dio, un fratello uccide il proprio fratello. Lo spirito del male ci porta alla distruzione; lo spirito del male ci porta alla disunità, ci porta al tribalismo, alla corruzione, alla dipendenza dalla droga… Ci porta alla distruzione attraverso il fanatismo.

    27 Novembre, 2015 - 18:50
  4. Luigi Accattoli

    Corrotti in Vaticano. Ancora ai giovani: Non soltanto nella politica, ma in tutte le istituzioni, compreso il Vaticano, ci sono casi di corruzione. La corruzione è qualcosa che ci entra dentro. E’ come lo zucchero: è dolce, ci piace, è facile… e poi? Finiamo male! Facciamo una brutta fine! Ogni volta che accettiamo una “bustarella” e ce la mettiamo in tasca, distruggiamo il nostro cuore, distruggiamo la nostra personalità e distruggiamo la nostra patria.

    27 Novembre, 2015 - 18:57
  5. Luigi Accattoli

    Pregare con forza. Sempre ai giovani: Chiedete molto a Gesù, pregate il Signore, affinché vi dia la forza di distruggere il tribalismo, di essere tutti fratelli; affinché vi dia il coraggio di non lasciarvi corrompere, affinché vi dia il desiderio di poter comunicare fra di voi come fratelli, con un sorriso, con una buona parola, con un gesto di aiuto e con la vicinanza. Che cosa posso fare per aiutar un giovane tentato di farsi arruolare [da organizzazioni terroristiche] lo o per farlo tornare? Prima di tutto pregare. Però con forza! Dio è più forte di ogni campagna di reclutamento. E poi? Parlargli con affetto, con tenerezza, con amore e con pazienza. Invitarlo a vedere una partita di calcio, invitarlo a fare una passeggiata, invitarlo a stare insieme nel gruppo. Non lasciarlo da solo.

    27 Novembre, 2015 - 19:05
  6. Luigi Accattoli

    Fallimento di Dio. Ai giovani: “Come posso vedere la mano di Dio in una tragedia della vita?”. C’è una sola strada, guardare al Figlio di Dio. Dio stesso si è fatto tragedia. Dio stesso si è lasciato distruggere sulla croce. E quando viene il momento in cui non capite, quando siete disperati e quando il mondo vi cade addosso, guardate la Croce! Lì c’è il fallimento di Dio; lì c’è la distruzione di Dio. Ma lì c’è anche sfida alla nostra fede: la speranza. Perché la storia non è finita in quel fallimento: c’è stata la Risurrezione che ci ha rinnovato tutti.

    27 Novembre, 2015 - 19:10
  7. Lorenzo Cuffini

    🙂 🙂 🙂 🙂
    Oh sì.

    27 Novembre, 2015 - 19:12
  8. Luigi Accattoli

    Non perdo la speranza. Ai giovani: Vi farò una confidenza. In tasca porto sempre due cose [le tira fuori dalla tasca e le mostra]: un rosario per pregare; e una cosa che sembra strana… Che cos’è questo? Questa è la storia del fallimento di Dio, è una Via Crucis, una piccola Via Crucis [mostra un astuccio che si apre e contiene delle piccole immagini]: come Gesù ha sofferto da quando è stato condannato a morte, fino a quando è stato sepolto… E con queste due cose, cerco di fare del mio meglio. Ma grazie a queste due cose non perdo la speranza.

    27 Novembre, 2015 - 19:12
  9. Luigi Accattoli

    La carne si cura con la carne. Ai giovani: “Che parole ha per i giovani che non hanno vissuto l’amore nelle proprie famiglie?”. Ovunque ci sono ragazzi abbandonati, o perché sono stati abbandonati alla nascita o perché la vita li ha abbandonati, la famiglia, i genitori, e non sentono l’affetto della famiglia. Per questo la famiglia è così importante. Difendete la famiglia! Come si può uscire da questa esperienza negativa, di mancanza di amore? C’è soltanto un rimedio per uscire da queste esperienze: fare quello che io non ho ricevuto. Se voi non avete ricevuto comprensione, siate comprensivi con gli altri; se voi non avete ricevuto amore, amate gli altri; se voi avete sentito il dolore della solitudine, avvicinatevi a quelli che sono soli. La carne si cura con la carne! E Dio si è fatto Carne per curarci. Facciamo anche noi lo stesso con gli altri.

    27 Novembre, 2015 - 19:13
  10. Ho letto un articolo sul Centrafica e ho capito che papa Francesco ha fatto proprio bene ad andare. Il Signore lo accompagni.

    28 Novembre, 2015 - 1:04
  11. Sulla Dottrina sociale e sulle implicazioni del “Vangelo semplice” papa Francesco è imbattibile (e ce ne era bisogno di un papa cosi). L’altro giorno in autobus guardavo una persona, sentivo i commenti degli altri e riflettevo su ciò che sentivo dire e poi ho pensato: Francesco semplicemente direbbe “questa è la cultura dello scarto, questo provoca”.
    (poi ho pensato pure un’altra cosa ma non voglio nè posso dire).
    Senza la Grazia non entreremo nel Regno dei Cieli, i fardelli personali e sociali di noi uomini di oggi sono grossi come galassie.

    28 Novembre, 2015 - 14:54
  12. roberto 55

    E continuiamo anche noi, Antonella, ad accompagnarlo con le nostre preghiere in questo suo viaggio, affinché prosegua a portare anche nelle terre africane le sue parole (accese, come le ha chiamate il nostro padrone di casa: ma, d’altra parte, cosa c’è di più “caldo” del Vangelo ?) di pace e di misericordia.

    Buon sabato a tutti !

    Roberto 55

    28 Novembre, 2015 - 14:56
  13. discepolo

    sì ma resta il fatto che la Dottrina sociale della Chiesa NON è la parte principale e più importante e quasi l’UNICA parte importante, come invece sembra oggi, con una predicazione del tutto IMMANENTISTICA, quasi che lo scopo principale e unica ragion d’essere della Chiesa fosse il cambiamento delle strutture politico-sociali. .
    I martiri dell’Uganda non sono morti di fame e di stenti o lottando contro le ingiustizie sociali ma perchè si opposero in nome della fede in Cristo e alla morale cristiana alle brame omosessuali del sovrano dell’epoca …
    ha fatto bene Magister a ricordarlo, perchè nessuno ne parla:
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/11/24/i-martiri-delluganda-quelli-che-respinsero-le-turpi-richieste-del-re/

    28 Novembre, 2015 - 17:38
  14. discepolo

    “san Carlo Lwanga e i dodici compagni martiri, di età compresa tra i quattordici e i trent’anni, appartenenti alla corte regia dei giovani nobili o alla guardia del corpo del re Mwanga, neofiti o fervidi seguaci della fede cattolica, essendosi rifiutati di accondiscendere alle turpi richieste del re, sul colle di Namugongo in Uganda furono alcuni trafitti con la spada, altri arsi vivi nel fuoco”.
    Dunque i martiri dell’Uganda erano giovanetti nobili e ricchi.
    come nobili e ricchi furono molti dei primi martiri cristiani ai tempi dei Romani.Come giovane e ricco fu quell’Antonio che lasciò tutto e si diede all’Ascesi nel deserto egiziano. Sant’Antonio eremita visse per vent’anni da solo pregando e digiunando.
    Non conosceva ancora la “dottrina sociale della Chiesa” . eppure nel deserto egiziano ancora oggi si ricordano di lui.

    28 Novembre, 2015 - 17:47
  15. picchio

    hai un’idea alquanto bizzarra della dottrina sociale della Chiesa, Discepolo.

    28 Novembre, 2015 - 18:59
  16. Marilisa

    Discepolo, lei deve essere una signora parecchio benestante, e come tale a lei poco importa di coloro che NEL MONDO stanno male per le ingiustizie del mondo.
    Lei mette in contrapposizione un Dio ” immanentista” e un Dio ” trascendente” verso il Quale rivolgere occhi e preghiere. A lei, com’ è stato sempre evidente qui nel blog, interessa di più il Dio trascendente e direi alquanto evanescente.
    Naturalmente, libertà vuole che ciascuno creda nel Dio che più gli piace.
    Solo che il Dio che sta lassù, fra le nuvole, non è esattamente quello di Gesù. Questi ha sempre parlato di un Dio che sta quaggiù fra gli uomini. Ed è la grande novità del Cristianesimo. Ma lei non deve averlo ben capito.
    Sì, è vero che Lui si appartava a pregare il Padre, ma
    se ci fa caso, le parabole di Gesù parlano un linguaggio molto concreto; parlano di giustizia e di carità fra gli uomini di questa Terra.
    Dio è un Padre che non si accontenta di occhi al cielo, mani giunte e ginocchia a terra. In questo atteggiamento,

    28 Novembre, 2015 - 20:46
  17. Marilisa

    a ben guardare, tutte le religioni sono uguali. Il nostro Dio invece ha la peculiarità di essersi fatto vicino agli uomini, che Gesù ha innalzato a figli adottivi di Dio. Ai quali dare assistenza e aiuto quando ne hanno bisogno. Si chiama ” amore”, questo.
    Ricorda le parole di Gesù?
    ” Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma chi farà la volontà del Padre mio”.
    La volontà del Padre di Gesù, e Padre nostro, è, appunto, quella di preoccuparsi dei bisogni materiali degli uomini. Anche perché chi sta male, cara discepolo, non potrà mai credere in un Padre a cui stanno a cuore le sorti dei suoi figli. In questo nostro mondo terra -terra occorre giustizia sociale e carità, ovvero amore, e per realizzare tutto questo Dio, che è puro Spirito, ha bisogno degli uomini.
    Le preghiere servono ad invocare l’ aiuto di Dio affinché cambi l’ ottusa mentalità degli uomini e cambi, inoltre, il loro cuore di pietra in un cuore di carne.
    Molti dicono anche che le preghiere servono

    28 Novembre, 2015 - 20:48
  18. Marilisa

    a darci energia allo scopo di far cambiare noi stessi.
    Se lei si decidesse a ragionare con la sua testa, e non con quella di Magister e di Socci, forse sarebbe in grado di capire queste semplici cosette.
    Poi, se a lei piacciono tanto gli asceti e le preghiere e le mani giunte e gli occhi al cielo e i digiuni che regalano un volto emaciato e sofferente, se a lei–ripeto–piace tutto questo, niente le vieta di andare in un deserto vestita di un cilicio e di pregare il Dio non ” immanentista”.
    Ma lasci che il Papa vada dove vuole a diffondere il Vangelo nella concretezza delle parole del Cristo e a parlare di doveroso cambiamento delle strutture politico asociali.

    28 Novembre, 2015 - 20:53
  19. Marilisa

    strutture politico-sociali.

    28 Novembre, 2015 - 20:57
  20. Fides

    La volontà del Padre di Gesù, e Padre nostro, è, appunto, quella di preoccuparsi dei bisogni materiali degli uomini

    Molto limitativo!

    29 Novembre, 2015 - 9:15
  21. picchio

    messo così è limitativo, ma è anche certo che è su quello che saremo giudicati, secondo Matteo 25,35-36

    29 Novembre, 2015 - 9:39
  22. Fides

    Picchio, è una parte su cui saremo giudicati.
    Un giudizio che si completa con le opere di misericordia spirituale, come visitare infermi e carcerati, consolare afflitti, ecc.

    29 Novembre, 2015 - 9:59
  23. Marilisa

    Molto “limitativo” per la tua testa, Fides.
    Se avessi considerato tutto il discorso in replica a quello della discepola, ti saresti reso conto che era del tutto pertinente.
    Se si parte dal pregiudizio, tutto diventa limitativo.
    Ti consiglio di considerare sempre il contesto nella sua globalità.

    29 Novembre, 2015 - 11:57
  24. Marilisa

    Tutto ciò che tu hai enumerato rientra nel discorso ampio dell’ AMORE. E in questo rientra anche il dar da mangiare agli affamati e tutto il seguito.
    Qua, su questa Terra, e non lassù nel cielo.

    29 Novembre, 2015 - 12:01
  25. Fides

    Nella sua globalità il tuo discorso è comunque limitativo e superficiale.
    Francesco per primo ha detto che la chiesa non è una Onlus, come invece tu tenti continuamente di fare apparire. La prima e fondamentale cosa che la chiesa comunica è “Cristo, unigenito Figlio di Dio e Salvatore del Mondo”, “principio e fine”, “alfa e omega”, “acqua che disseta”, “cibo che sazia”, “luce che illumina”.
    Perché aldilà dei bisogni materiali, Gesù Cristo è la risposta al nostro bisogno di senso, cosa che nessuna ONG o ONLUS ti potrà mai dare.

    29 Novembre, 2015 - 13:06
  26. Clodine

    Molto limitativa la “carità pelosa” , molto, molto limitativa, tipica dell’ amore naturale”-sentimentale- buona di per sé, ma incapace di oltrepassare i limiti della natura perciò imperfetta, pertanto lascia il tempo che trova.

    Non si risolve il problema della fame mondiale, né delle ingiustizie sociali, che sono globali, e meriterebbero un discorso a parte, con il sentimentalismo. Realisticamente , il mondo andrebbe distrutto, prima, e reimpastato, poi, per radere al suolo intere strutture di peccato. Solo così si potrebbe intravedere un barlume. Fino a questo momento, nessun Papa, nessuna Chiesa nessuna forza umana è in grado di risolvere il male, la fame, la malvagità che è del mondo.

    il continente Africano, poi (stesso dicasi per il sud america, per non parlare del medio oriente e dell’India) è una roba di una complessità terrificante dove il Dio di Gesù Cristo non è mai bastato a quei popoli , MAI bastato, né basterà altrimenti quelle orribili usanze tribali, pratiche occulte, magia nera, rituali di Voodu, prostituzione infantile, sudditanza verso gli spiriti malefici e le forze soprannaturali sarebbe un ricordo lontano. Mentre esiste, è endemica, ed è più virulenta e spietata che mai, specie quando si scaglia su vittime innocenti : i poveri bambini “mingi”, così li chiamano, considerati impuri perché posseduti da entità demoniache e destinati a morte certa, uccisi barbaramente con pietre e bastoni, botte e calci…fino a maciullazione completa
    Non è della carità pelosa, mercenaria, che ha bisogno il continente africano , ma di quella Carità Soprannaturale che ha per fine la salvezza eterna.

    Propongo la lettura del “Testamento spirituale” scritto da un capo delle minoranze Pakistano, Shahbaz Bhatti , sovrapponibile a quello dei martiri Africani. Martiri, appunto, per amore, ma quello vero, secondo Dio, non secondo gli uomini:

    «Sin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli Insegnamenti, nel Sacrificio e nella Crocifissione di Gesù. Fu l’Amore di Gesù che mi condusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i Cristiani in Pakistan mi sconvolsero. Quando avevo solo 13 anni ascoltai un sermone sul Sacrificio di Gesù per la nostra Redenzione e la Salvezza del mondo intero e pensai di corrispondere a quel suo Amore donando amore ai nostri fratelli, ponendomi al servizio dei Cristiani. Non voglio popolarità, non voglio potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei un privilegiato qualora Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra Redenzione, mi chiedo come non possa io seguire il cammino del Calvario».

    29 Novembre, 2015 - 13:47
  27. Fides

    Ed è comunque sempre da una lettura parziale ideologica delle scritture che derivano queste deformazioni. Si ricorda in continuazione Matteo 25 e si dimenticano altri brani come ad esempio Marco 16:

    Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

    Chissà perché…

    29 Novembre, 2015 - 14:00
  28. Clodine

    Dall’Amore verso Dio nasce l’Amore soprannaturale verso il prossimo, un dinamismo inverso non ha nulla a che vedere con l’amore, è una deformazione del vero amore, sia naturale che soprannaturale…

    29 Novembre, 2015 - 14:02
  29. Clodine

    Grazie Fides per le citazioni. E si, perché solo il Dio UNO e Trino è formalmente, realmente e fisicamente presente. E’ la Grazia che ” informa” le’ anime, altrimenti come potrebbe, l’uomo essere mani, gambe, voce, di Gesù Cristo. Come potremmo, noi, cogliere lo stesso oggetto dell’attività di Dio se non fossimo , prima,realmente elevati, ammaestrati per “partecipazione’.
    “Agere sequitur esse”, dunque: non si agisce “soprannaturalmente” [mani, braccia, gambe, voce di Cristo] se prima non si è stati “soprannaturalizzati”, per così dire, anche fisicamente, con il battesimo, i sacramenti, che agiscono realmente nell’ anima moralmente, realmente e si desidera Dio come proprio Fine…

    29 Novembre, 2015 - 14:17
  30. Marilisa

    “Nella sua globalità il tuo discorso è comunque limitativo e superficiale.
    Francesco per primo ha detto che la chiesa non è una Onlus, come invece tu tenti continuamente di fare apparire. ”

    Io non tento di fare apparire un bel niente, Fides. Sbagli bersaglio.
    E lo sbagli perché non comprendi o non vuoi comprendere o per qualche altro motivo oscuro che a me, del resto, non interessa.
    Non intendo fare proselitismo, io. Di nessun genere.
    Le ONLUS di cui parli, qui non c’entrano niente di niente.
    Io so che in ogni fratello più piccolo c’è Gesù stesso, e se questo è vero, come è vero perché non è una mia invenzione ma LUI lo ha detto, nel momento in cui lo aiuto, non gli vedo in faccia una ONLUS, ma identifico in quel piccolo uomo che ha bisogno del cibo, dell’acqua, delle coperte, di un vestito, del conforto, di una compagnia con cui condividere sofferenze e gioie, Gesù stesso; a meno che il Cristo non abbia detto la balla più grossa del mondo.
    Non è affatto vero, come dice qualcuno, che Dio va amato per sé stesso.
    Vi è chi ha detto molto giustamente : come posso amare Dio che non vedo, se non amo il mio prossimo che vedo?
    L’amore di Dio, cioè, passa attraverso l’amore per il prossimo. Tutto il resto è elaborazione teologica di bassa lega; e capisco, ma non lo accetto, che a qualche vanesio piaccia pontificare facendo uso di assiomi astratti che determinano una costruzione religiosa tutto sommato assai fragile.
    Neppure tu, caro Fides, nel momento in cui dici alcune cose estrapolate da contesti ben più ampi, credi a quelle cose. Le estrapoli e le usi solo come arma impropria per contestare ciò che non è contestabile.
    Se tu o la discepola o qualcun altro vi trovaste nel pieno del bisogno materiale, e doveste andare a frugare nei cassonetti dell’ immondizia per cercare qualcosa da mangiare o con cui vestirvi, dimentichereste i bei discorsi astratti di cui vi riempite la bocca sputazzando frasi che evaporano alla prima emissione di fiato.
    Vi vorrei vedere a pregare Dio aspettando che vi mandi la manna dal cielo o qualche coperta per scaldarvi. Vi vorrei proprio vedere a soddisfarvi di elucubrazioni teologiche varie, che rimandano alla spiritualità con tanto di occhi in estasi e ginocchia a terra.
    Gesù è venuto fra noi per parlarci di concretezza, non di astrazioni teologiche.
    Ha parlato, e ancora oggi parla, di Carità, Giustizia e Verità, che noi uomini dobbiamo cercare e attuare fidandoci di LUI e confidando nel Suo aiuto e intercessione presso il Padre.
    Tutto il resto è superfluo; e ciò che è superfluo a me non piace affatto.

    29 Novembre, 2015 - 15:28
  31. Fides

    Gesù è venuto fra noi per parlarci di concretezza, non di astrazioni teologiche.

    Gesù è venuto fra noi per salvarci e non c’è cosa più concreta e grande di questa.

    29 Novembre, 2015 - 15:53
  32. Clodine

    Intanto, sta scritto :” Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso”
    Qualcuno su questo blog parte dalla fine, capovolge totalmente la Parola di Dio. Niente paura, qnche questo rientra in quello “spirito del tempo” tipicamente apostata e “animista”…
    Se solo si comprendesse che la Carità sovrannaturale non consiste -solo- nel pezzo di pane, quello lo si getta pure ad un cane- o nella coperta, perché si sa che si concede il mantello. Ma questo è solo l’involucro, non la sostanza della Carità.
    La Carità che procede da Dio è profezia: desidera attaccare il male del sistema, affrancare gli individui dalle catene che li intrappola. L’ ignoranza,la superstizione, incapacità di camminare sulle proprie gambe: questi sono i capestri che fanno cadere le teste.
    La vera Carità -e madre Teresa di Calcutta ne è esempio fulgido- è forza misteriosa che rende forti, audaci, saldi, mediatori tra giustizia ed ingiustizia, tra le forze dell’oscurità e le forze della luce.
    Questa è la Carità…

    Come disse Martin Luter King :” Cercate Dio, trovatelo e fate di lui una forza nella vostra vita. Senza di lui tutti i nostri sforzi si riducono in cenere e le nostre aurore diventano le più oscure delle notti.Senza di lui, la vita è un dramma senza senso a cui mancano le scene decisive.Ma con lui noi possiamo passare dalla fatica della disperazione alla serenità della speranza.
    Con lui noi possiamo passare dalla notte della disperazione all’alba della gioia”.

    29 Novembre, 2015 - 16:04
  33. Pregherei virgolettare o segnare in corsivo le citazioni, grazie.
    Lasciamo ad ognuno la sua farina e al diavolo la crusca.

    29 Novembre, 2015 - 16:31
  34. Alla signora che spesso confonde le cose e dopo averle confuse ne fa “bandiera” , riporto, a rinfrescarle la memoria,le parole di un vescovo, un grande e semplice vescovo, che fu terziario francescano (e che ahimè da alcuni viene issato a bandiera omettendone “l’altra parte” della sua profonda spiritualità e amore per la Chiesa e il sacerdozio):

    Chi sa che non sia il caso di completare il guardaroba delle nostre sacrestie con l’aggiunta di un grembiule tra le dalmatiche di raso e le pianete di lamine d’oro, tra i veli omerali di broccato e le stole a lamine d’argento!
    La cosa più importante, comunque, non è introdurre il “grembiule” nell’armadio dei paramenti sacri, ma comprendere che la stola ed il grembiule sono quasi il diritto ed il rovescio di un unico simbolo sacerdotale. Anzi, meglio ancora, sono come l’altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo. La stola senza il grembiule resterebbe semplicemente calligrafica. Il grembiule senza la stola sarebbe fatalmente sterile.

    29 Novembre, 2015 - 17:22
  35. Don Tonino… Grazie Ubi

    29 Novembre, 2015 - 17:40
  36. Clodine

    Grazie ubi….per don Tonino…

    29 Novembre, 2015 - 18:11
  37. Quanto alla signora che cita senza nominare nè virgolettare S. Agostino “Dio va amato per sé stesso”, dicendo pure che ciò “Non è affatto vero“, consiglierei la lettura della Summa Teologica, Seconda parte, Argomento 27 Articolo 3.
    (Consiglio: Non dico genuflessione, ma umiltà come minimo e profonda reverenza quando si parla dei titani del pensiero e della Fede: Agostino e Tommaso non sono alla stregua dei personaggi che compaiono nei talk show ….).

    29 Novembre, 2015 - 19:09
  38. Clodine

    L’Africa non ha bisogno è della carità stolta che non aiuta affatto anzi, contribuisce a distruggerla a rendere quei popoli inetti, mollicci, incapaci di gestione, di autonomia.
    Miliardi di dollari sono affluiti dai Paesi occidentali benestanti dritti dritti nelle casse disastrate dell’Africa subsahariana. Oltre mille miliardi di dollari elargiti a partire dagli anni Cinquanta. Venticinque anni dopo, la situazione è ancora rovinosa, se non addirittura, irrimediabile distrutta.
    Domandiamoci cosa impedisce al continente di affrancarsi da una condizione di povertà cronica. . .
    “E’ tutta colpa degli aiuti”, urla a gran voce l’economista africana Dambisa Moyo: ” Liberate l’Africa dall’ elemosina che costringe il continente ad una perenne adolescenza economica, rendendola dipendente come da una droga, anzi, contribuisce a diffondere le pestilenze della corruzione e del peculato, grazie a massicce iniezioni di credito nelle vene di Paesi privi di una governance solida e trasparente. l’Occidente intero di fronte ai pregiudizi intrisi di sensi di colpa, che sono alla base delle sue “buone azioni”, devono scomparire!”
    E invita l’Africa a liberarsi dell’Occidente, e del paradosso dei suoi cosiddetti “aiuti” che costituiscono il virus di una malattia incurabile: la povertà….

    29 Novembre, 2015 - 20:26
  39. Clodine

    E questo volevo aggiungere Sara, mi hai preceduto…

    29 Novembre, 2015 - 20:45
  40. Clodine

    Il Messaggio del Papa non ha niente a che vedere con le elemosine, con la “carità pelosa”…Rendiamo onore all’Onnipotente, e supplichiamolo di farci comprendere appieno il dono di questa Virtù Teo/logale ,affinché si realizzi “dentro” il nostro vissuto, dentro la storia, questo dono incommensurabile..

    29 Novembre, 2015 - 21:06
  41. Comunque noto che ultimamente si fa una grossa confusione tra “carità” ed “elemosina”, che son due cose differenti assai.
    O almeno, pure si cerca di far coincidere vagamente le due cose.
    Allora bisognerebbe essere caritatevolmente precisi e dare ad ognuno quello che è d’ognuno: è propria del Card. Martini l’idea per cui la distinzione è tra l’elemosina che si limita a soccorrere il povero, la seconda [la Carità] che cerca di estirpare le radici della povertà.
    Io mi attengo comunque all’idea che ne ha S. Paolo e che Benedetto riprende nell’Enciclica.

    29 Novembre, 2015 - 21:26
  42. Luigi Accattoli

    Ubi mi dai la fonte di quella distinzione di Martini?

    29 Novembre, 2015 - 21:51
  43. Luigi Accattoli

    Ubi chiedevo la fonte delle parole di Martini, non quella delle parole di Sabina Siniscalchi. Voglio dire: un testo in cui Martini faccia quell’affermazione. Chiaro?

    29 Novembre, 2015 - 22:09
  44. Luigi, io mi sono fidato della Signora Siniscalchi che afferma:
    Nel 1983, il cardinale Carlo Maria Martini, intervenendo a un convegno di Mani Tese, ci spiegò una cosa importante: la differenza tra elemosina e Carità (con la C maiuscola perché per i cattolici è una virtù fondamentale); la prima – disse – si limita a soccorrere il povero, la seconda cerca di estirpare le radici della povertà.“.

    Ora o si fida, o se vuole cose più certe, o deve cercarsi gli atti di un convegno di Mani Tese del 1983 in cui intervenne il Cardinale, o deve rivolgersi direttamente alla Signora Siniscalchi che magari potrà essere più precisa.
    Io di più non so. Spiacente.

    29 Novembre, 2015 - 22:19
  45. Luigi Accattoli

    Ubi vediamo di capirci. Attribuire un’idea scema a qualcuno per poterla facilmente confutare, è un comportamento cialtrone. E la Siniscalchi non c’entra nulla, nè tampoco la tua fiducia in lei. Quel procedimento cialtrone usalo nel tuo blog: ne hai facoltà. No nel mio. E quando – qui – fai affermazioni polemiche su persone fisiche ti devi firmare. Sei duretto a capire, o che?

    29 Novembre, 2015 - 22:29
  46. Guardi Luigi, su questo non la capisco proprio.
    Non ritengo per nulla cialtrona l’idea del Cardinale, anzi, la ritengo del tutto accetabile e rispettabile, e questo si evince ben chiaro dalle mie parole.
    Ad essa si aggiunge che “mi attengo comunque all’idea“, dove comunque vuol dire anche, ovvero nell’interezza e per esteso.
    No, su questo lei sta prendendo un grosso grossissimo abbaglio.
    Condivido, e fortemente, quell’idea, che è molto evangelica e non è una bestemmia.
    Assolutamente non la capisco e non la seguo.

    29 Novembre, 2015 - 22:36
  47. Anzi, se permette, ora ribalto la cosa: perchè lei la ritiene una “idea scema“?
    Io la trovo ottima e come già detto prima assolutamente evangelica.
    La povertà è “ingiustizia”, e rimuovere l’ingiustizia è evangelico, oltre che una buona idea.
    Dia lei conto delle sue parole!

    29 Novembre, 2015 - 22:41
  48. Sara1

    L’articolo è riportato anche qua:

    http://www.peacelink.it/pace/a/18728.html

    Mio padre quando ero bambina ha aiutato mani tese, giravano le corti in cerca di materiale da riciclare parliamo della fine degli anni ’70, all’epoca non era certo una sensibilità diffusa come oggi.

    Non è un’idea cialtrona, è nello spirito di non dare un pesce ma insegnare a pescare.

    29 Novembre, 2015 - 22:45
  49. Sara1

    http://www.manitese.it/

    Il sito di mani tese è questo per chi non lo conosce.

    Buona notte.

    29 Novembre, 2015 - 22:47
  50. Marilisa

    Mi divertono questi commenti a girotondo. Divertenti e, in certa misura, ridicoli.
    Qualcuno chiede le virgolette. Quali ? Perché? Io non ho citato nessuno.
    Mi si creda o no, ho parlato con parole solo mie, senza intenzione di citare nessuno. Per cui ho riso di gusto. E posso assicurare che non faccio confusione, io, e non voglio fare “bandiere”.
    Faccio presente, inoltre, che anche ” i titani del pensiero e della fede” qualche cazzatina l’hanno detta pure loro.
    Consiglio a questo impareggiabile signore, e ad altri, di approfondire determinati argomenti, senza premurarsi di copiaincollare brani esegetici di “titani” di un passato assai passato. Deve avere la memoria corta, perché altre volte gli ho dato questo consiglio.
    Qualche ora fa ho presenziato ad una magnifica Messa, dove un prete molto intelligente, senza fare citazioni ha parlato senza paradigmi teologici, costantemente rivolto all’attenzione verso gli altri, verso i poveri, verso i disoccupati, verso i sofferenti. A questo richiama quel prete, e lo fa spesso.
    Ha detto, fra l’altro, che andare a Messa, fare la comunione ed altro ancora, non vuol dire essere un buon cristiano. Lo ripete spesso questo concetto, lui che tutti conoscono come un prete molto generoso verso i parrocchiani bisognosi e verso i poveri delle altre parrocchie. Non è esclusivista lui.
    È un ottimo teologo ma preferise non pontificare ricorrendo a citazioni, e sottolinea le parole del Cristo sul servizio, e al servizio invita tutti. Magari non tutti lo approvano, ma è indubbio che la maggior parte dei fedeli lo ama parecchio e ne restano edificati.
    Perché l’amore verso gli altri, il rispetto verso la persona umana, la considerazione della dignità di ogni essere umano sono la sua idea fissa.
    Inutile ripetere qui le parole di Gesù ” non chi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli”; inutile perché queste parole poco interessano ai devotissimi che preferiscono l’indottrinamento.
    C’è poi–questo devo proprio dirlo– una persona che, a proposito di Carità, dice cose risapute da tutti e sempre sentite e dette. Ma lei–questa persona– te le propina come fossero una novità assoluta.
    Forse non ha capito che pressoché tutti sanno che quando si parla di Amore e di Carità non devono intendersi pietismi di bassa lega. Forse crede che non si sappia che sono parole che hanno un amplissimo raggio di azione. Ivi compreso l’insegnare a certe popolazioni– in passato assoggettate, per sfruttamento, da noi emeriti zucconi occidentali che ci ritenevamo dei furboni superiori– ad usare gli strumenti e le ricchezze di cui sono piene le loro terre, per risolvere certi problemi gravissimi che oggi le inducono alle guerre e alle emigrazioni.
    Ed oggi ci ritornano sulla testa, come un boomerang, i mali di quelle colonizzazioni che hanno lasciato nell’ignoranza, anche politica, quei popoli. Nemesi storica. L’ho sempre detto che l’uomo si punisce da solo.
    L’ho detto qui io un bel po’ di tempo fa, e ieri l’altro l’ho sentito dire in TV da una persona ben più intelligente ed esperta di me. Ma tutti o quasi sorvolano allegramente e ignorantemente su questo particolare.
    Bene, finiamola qui; e ognuno adori il Dio che preferisce. Mettendosi il grembiule o facendone a meno.
    Ma senza ritenere ” apostata” o “animista” chi la pensa diversamente. Certe parole vuote di senso si lascino nel cestino delle imbecillità.

    29 Novembre, 2015 - 22:47
  51. Comunque sono, sinceramente molto, molto risentito. Il mio commento è chiarissimo, limpidissimo, inoppugnabile, difficilmente fraintendibile.
    Del caso avesse avuto dubbi, avrebbe potuto chiedermi cosa ne pensassi di quella idea e le avrei risposto ciò che ho già scritto.
    E’ partito in quarta, è prevenuto nei miei confronti.
    Me ne farò una ragione.

    29 Novembre, 2015 - 22:48
  52. Marilisa

    E lei invece non è prevenuto verso altri ? No, vero?

    29 Novembre, 2015 - 22:57
  53. Luigi Accattoli

    Ubi, di sicuro sono prevenuto. Diffido della tua passione per le battaglie. E dunque ho interpretato il richiamo all’apostolo Paolo e a Benedetto come inteso a segnalare un’idea teologica della carità (in loro due), diversa dalla presunta interpretazione tutta sociale di Martini, da te riassunta con le parole della Siniscalchi. Per chiarire definitivamente, potresti indicarmi le parole di Benedetto e quelle di San Paolo alle quali pensavi nel fare l’accostamento confermante a quelle di Martini? Perchè io avevo immaginato che tu volessi invece riferirti alla “Deus Caritas est” e all’Inno alla Carità di Paolo per intendere che erano ben altro rispetto alla veduta sociale di Martini.

    29 Novembre, 2015 - 23:15
  54. Accattoli, le faccio l’esegesi del mio commento:

    Comunque noto che ultimamente si fa una grossa confusione tra “carità” ed “elemosina”, che son due cose differenti assai.
    Qui sottolineo che le due cose sono teologicamente differenti
    O almeno, pure si cerca di far coincidere vagamente le due cose.
    qui sottolineo che qualcuno [il qualcuno in questione ha un nome che io non nomino quasi mai e scrive in questo thread e ho scambiato varie diatribe oggi] vuole cancellare queste differenze
    Allora bisognerebbe essere caritatevolmente precisi e dare ad ognuno quello che è d’ognuno: è propria del Card. Martini l’idea per cui la distinzione è tra l’elemosina che si limita a soccorrere il povero, la seconda [la Carità] che cerca di estirpare le radici della povertà.
    Sempre a quel qualcuno [che sa chi è sia lei che il “qualcuno” stesso] faccio notare che se pur si cita il Cardinal Martini, il Cardinale stesso giustamente marca una differenza tra le due cose. E’ una idea -e non una bestemmia!- accettabilissima, rispettabile , condivisibile e molto evangelica. Nel linguaggio stesso della Chiesa la “Povertà” è “ingiustizia”, ed è dell’ordine della Carità come virtù teologale rimuovere ogni ingiustizia!
    Io mi attengo comunque all’idea che ne ha S. Paolo e che Benedetto riprende nell’Enciclica.
    Ovvero comunque significa all’idea completa e per esteso della Carità che ne ha S. Paolo e Benedetto, che comunque ingloba e contiene anche l’idea che ne ha il Cardinal Martini, e cioè che rimuovere le cause della povertà, che è ingiustizia, appartiene all’ordine della Carità, poichè: “Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo per essere arso, e non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla” ovvero l’elemosina non basta…

    Ora però, soddisfi me e Sara: Perchè ritiene quella “idea scema“?

    29 Novembre, 2015 - 23:35
  55. Luigi Accattoli

    Avevo interpretato che tu volessi tacciare Martini di orizzontalismo. Non lo volevi. Ne prendo atto e ti chiedo scusa.

    29 Novembre, 2015 - 23:46
  56. Ma quali scuse Luigi, le debbo io a lei per l’attimo di risentimento provato, comunque già passato.
    Bacio della pace.

    29 Novembre, 2015 - 23:55
  57. Sara1

    Molto bene, ribuonanotte a tutti”

    🙂

    30 Novembre, 2015 - 0:02
  58. Marilisa

    Guardi , caro lei, se allude a me parlando rozzamente di un ” qualcuno”, devo dirle che ha preso un abbaglio grande come il mondo. Anzi, ne è rimasto accecato.
    Io non confondo affatto l’ elemosina con la Carità, per il semplice fatto che forse conosco molto meglio di lei la differenza. E la conosco da quel dì.
    Non ci vuole lei né alcun altro ad insegnarmela, la differenza.
    Lei è talmente spocchioso da ritenere che lei e il gruppetto di cui fa parte, abbiate l’ esclusiva del capire differenze ed altro.
    Non è così. Faccia tutte le citazioni del mondo, ma non ritenga che questo passatempo ( alla Gioab) valga a metterla sull’ altarino dei sapientoni.
    Ed è del tutto inutile che citi il card. Martini, che per me è sempre stato un inarrivabile punto di riferimento. Con una apertura mentale che lei e parecchi altri qui dovreste imitare. Capisco però che Martini aveva una intelligenza superiore che ad alcuni di voi purtroppo manca. E dunque non si può pretendere l’ impossibile.
    Se io amavo Martini, ciò era dovuto al fatto

    30 Novembre, 2015 - 0:40
  59. Marilisa

    che ne capivo alla perfezione il pensiero e i discorsi. C’ era una consonanza totale fra il suo e il mio pensiero.
    Dunque, non dica spropositi, per favore, e cerchi di capire, ammesso che le riesca, le mie e le altrui parole nei post che qui si scrivono.
    Parlare a vanvera è una perdita di tempo e una colpa.
    QUALCUNO ha detto: ” le vostre parole siano “sì sì, no no”.
    Metta in atto l’ invito di Gesù.
    Ha preso più di un abbaglio, oggi ma anche altre volte, nei miei confronti.

    30 Novembre, 2015 - 0:41
  60. Signora cara, io ho citato apposta per lei nell’ordine don Tonino Bello e il Card. Martini.
    E le ho mostrato che entrambi hanno una concezione completa del cristianesimo, cioè quella che conntempla la dimensione orizzontale e verticalle, ovvero “verso il prossimo” e verso Dio”.
    Come avrà ben notato don Tonino fa notare “l’altezza e la larghezza di un unico panno di servizio: il servizio reso a Dio e quello offerto al prossimo”, specificando chiaramente che “La stola senza il grembiule resterebbe semplicemente calligrafica. Il grembiule senza la stola sarebbe fatalmente sterile.“

    Ho poi citato la citazione citata del Card. Martini che marca la necessaria differenza tra “elemosina” e “Carità”, ove pare evidente la natura “verticale” della Carità e della Giustizia, che poi è la dottrina sociale della Chiesa.

    Ricordavo certe discussioni precedenti, e facevo notare …
    e lei ha notato infatti!
    Il suo pensiero è diverso dal pensiero di coloro che cita, tende a renderlo riduttivo e non per quello che realmente era, e questo a suo danno.
    Ma tutto si svela.

    30 Novembre, 2015 - 0:57
  61. Sara1

    Intervista a Severino:

    http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-11-30/2015113031851717.pdf

    Al di là della storia verticalismo orizzontalismo quello che mi colpisce è che se il cristianesimo si riduce solo al fare qualche cosa per i poveri e i malati è come dire che è necessario che al mondo ci siano i poveri e i malati.

    E’ come dire che il male non sarà mai eliminato e sta lì apposta, è un pensiero che trovo intollerabile.

    Secondo me la dottrina sociale della Chiesa degli ultimi 50 anni è più “progressista” di Bergoglio perché non si limita a dire ” io con i poveri mi trovo a mio agio” ma analizza bene le cause della povertà e spinge per eliminarle.

    L’accentuazione eccessiva sui poveri e malati altrimenti rischia di diventare una forma di ascetismo di ritorno.

    E’ quello che pare a me “da lontano” come mi limito ad osservare, sarà che io stessa non me la passo benissimo mi colpisce questo.

    30 Novembre, 2015 - 7:59
  62. Clodine

    Mamma mia che orzigogolamento di parole, di un barocco tale che riesce difficile proseguire oltre le 4 righe…per cui, terminato l’interesse per Ubi e sara e constatata la bontà di Luigi , che abbraccio, sorvolo!

    Intanto essere stolti non costituisce di per sé un peccato, semmai è un limite…da colmare ovviamente.
    In quanto all’apostasia, quella, da parte di qualcuno, qui (come altrove ormai nella Chiesa, dove sembra imperare confusione e marasma senza capo né coda) ve n’ è ” ad abundantiam”. Apostasia (dal greco) apostasis (allontanamento) e stasi (stare) sta ad indicare un cambio di rotta, una personale elaborazione per cui si continua a stare dentro una situazione non condividendone i principi. E’ evidente che le tante aberrazioni che escono dai polpastrelli, in questa sede in altri social, siano riferibili ad una sorta di “motu proprio” rispetto alla dottrina della Chiesa e al Magistero. Chi si rispecchia in questo lemma, che dire, è inutile che si scaldi oltremodo o se ne senta offeso/a. Ne prenda atto e faccia ammenda.

    Sulla Carità, un pensiero a voce alta: ma ci vuole tanto a capire che facendo leva sull’interesse dell’uomo baipassando Colui che “ci ha amati per primo” non solo non giova, ma si finisce in “apnea” quando ci si scontra contro l’impotenza dell’azione umana, la nostra, evidente, impotenza?
    Allora, davanti al male che colpisce tutti come una mannaia, non è il caso di dire con Giobbe:”
    « Oh, potessi sapere dove trovarlo, potessi arrivare fino al suo trono! … Verrei a sapere le parole che mi risponde e capirei che cosa mi deve dire. Con sfoggio di potenza discuterebbe con me? … Per questo davanti a lui sono atterrito, ci penso ed ho paura di lui. Dio ha fiaccato il mio cuore, l’Onnipotente mi ha atterrito »
    Giobbe 23,3

    30 Novembre, 2015 - 9:22
  63. Fides

    Aggiungo che se pure alla povertà si ponesse rimedio, cosa auspicabile quanto improbabile, rimarrebbe comunque la realtà di sofferenza e precarietà propria dell’uomo, soggetto per sua natura al dolore e alla morte.
    E l’uomo è “molto di più di ciò che mangia”. Molto di più di un’insieme di bisogni materiali.
    E allora ecco la necessità di una fede che dia senso e risposta ai “perché?” che ci poniamo ogni volta che ci vediamo inermi di fronte al dolore. Lo stesso “perché?” che si pose il Cristo morente sulla croce.
    “Sollevo i miei occhi verso i monti:da dover verrà per me un aiuto”., recita il Salmo.
    E la fede è la sola risposta a questo eterno ed ineludibile bisogno dell’uomo.

    30 Novembre, 2015 - 9:28
  64. L’arte in cui il nemico è maestro è la menzogna, cioè la mistificazione della verità, il mescolare il vero col falso.
    E’ cosi che inizia la storia dell’umanità dal Peccato Originale:

    “Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. “

    30 Novembre, 2015 - 10:09
  65. Marilisa

    È chiaro che molti, essendo chiaramente prevenuti, pur di tirare l’ acqua al proprio mulino, travisano a piacimento i discorsi altrui, ovvero i miei, e vanno rovinosamente fuori strada.E col sedere per terra.
    Sento parlare di ” orizzontalità” e di “verticalità”, di fede contrapposta alla Carità, di riduttivita’ e via enumerando. Tutti appigli di una inutilità tale che c’è da chiedersi se esista la capacità di cogliere il nucleo dei ragionamenti. A me pare proprio di no.
    Chi ha messo in discussione la fede qui? Io forse? Proprio no.
    Cari signori, i vostri cavilli creati con l’ unico scopo di contestare chi a voi non piace, vi ha allontanato dal cuore del discorso.
    Vi affannate inutilmente a combattere contro i mulini a vento.
    Tornate al tema iniziale del post di Luigi Accattoli, leggetelo con attenzione e vi accorgerete che non ci sono le parole ” fede”,
    “elemosina” e “Carità”.
    Ci sono invece ” le ingiustizie”, i ” problemi”, “i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo”,

    30 Novembre, 2015 - 11:37
  66. Marilisa

    e sono l’ altra faccia della stessa medaglia
    qui non fate che disquisire su fede e Carità e bla bla bla…su quale è migliore delle due, su quale è assolutamente necessaria etc…
    Il cuore della fede è contenuto in queste parole: “misericordia io voglio e non sacrifici”.
    La coperta della fede ovunque la tiriate porta alla centralità della Carità nei suoi molteplici aspetti che riguardano la dignità di ogni persona umana da rispettare ed aiutare.
    “La fede senza le opere è morta.” ha detto Giacomo
    Non c’ è niente di più vero . La fede sterile si inaridisce; con le opere si ravviva.
    Avete capito o no che il centro del discorso è questo?

    30 Novembre, 2015 - 11:38
  67. Sara1

    Bene allora dato che servono le opere e non le chiacchiere cominci anche lei.
    Da domani buongiorno e buonasera e grazie e prego anche con noi poveracci che condividiamo questo spazio con lei.

    30 Novembre, 2015 - 11:47
  68. Sara1

    Altrimenti è facile parlare di amore…

    30 Novembre, 2015 - 11:47
  69. Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.
    La signora è un’artista a cercar di rigirar frittate.

    Francesco dixit:
    Ogni battezzato deve continuamente rompere con quello che c’è ancora in lui dell’uomo vecchio, dell’uomo peccatore, sempre pronto a risvegliarsi al richiamo del demonio – e quanto agisce nel nostro mondo e in questi tempi di conflitti, di odio e di guerra –, per condurlo all’egoismo, a ripiegarsi su sé stesso e alla diffidenza, alla violenza e all’istinto di distruzione, alla vendetta, all’abbandono e allo sfruttamento dei più deboli…

    Ora mi sembra ben chiaro che lo “sfruttamento dei più deboli” lo compie l’uomo su istigazione del Demonio.
    Quindi la “battaglia” è per l’uomo, ma contro il Demonio e non contro l’uomo stesso.
    Alla “causa” oltre che all’effetto.
    Cara Marilisa, quei suoi “La volontà del Padre di Gesù, e Padre nostro, è, appunto, quella di preoccuparsi dei bisogni materiali degli uomini” e “Gesù è venuto fra noi per parlarci di concretezza, non di astrazioni teologiche“, mostrano quanto sia piccino e riduttivo il suo pensiero e la sua “teologia” se cosi si può chiamare- che si esprime chiaramente col suo pensiero, tende a rimuovere dall’orizonte del pensiero e dell’azione la causa: il DEmonio (ed è utile ricordare che far credere che l’arte del DEmonio è quella di “occultarsi”).

    Cara signora, il Demonio è puro spirito, e pensare di vincerlo senza l’aiuto di Dio è un pensiero alquanto strambo -per non dir peggio- oltre che non ortodosso. Questo suo attivismo tutto umano che considera come il tutto, confligge assai con la dottrina ed il buon senso, poichè tende a sorvolare sulla causa -l’invidia del Demonio che induce l’uomo al male- e a far credere che si possa influire solo sugli effetti rimuovendolo -il Demonio, l’origine del male- dal discorso, ritenendo la componente “teologica” o “Orizzontale”, a suo dire “astrazione teologica“, invitando a puntare tutto su una “concretezza” che di concreto non ha nulla visto che vuol tendere a far dimenticare le cause per concentrarsi solo sugli effetti.

    Le ripeto, saremo pure ignoranti, ma non siamo stupidi, leggiamo bene nelle e tra le righe…

    30 Novembre, 2015 - 12:08
  70. Quanto poi l’opera di mistificazione della Signora è continua, il suoi post delle 11:37 e 11:38 ne sono la misura, e vorrebbe che non ce ne rendessimo conto …

    Cara signora, la Carità appartiene alla Fede, con essa è una “Virtù Teologale”, quello che lei ritiene “astrazione teologica”.
    Le sole opere non bastano, serve anche la Fede; Fede che ci fa ben distinguere tra “elemosina” e “Carità”.
    Vuole degli esempi?
    Rammenta di colui che aveva compiuto le opere innanzi agli uomini, e già ricevette la sua ricompensa?
    Rammenta di quei ricchi che gettavano molte monete nel tesoro, ma per quanto molte non equiparavano i “due spiccioli” della vedova?
    Ha mai pensato esista un multimiliardario che compie tantissima elemosina, ma i suoi miliardi li deve alla sua industria di armi, o di produzioni pornografiche, o di cliniche abortive?
    O a un uomo che fa tanta elemosina in africa ai bianchi perchè è razzista verso i nero, o viceversa?

    In questi uomini -casomai esistessero- opera la mistificazione del Demonio, e la semplice “elemosina”, le opere, non bastano, non hanno la Fede, che ci insegna che siamo tutti Figli di Dio e tutti fratelli, e che il male viene da colui che “separa”, che “divide”.
    E dividere le “opere” dalla “Fede” è opera diabolica.

    30 Novembre, 2015 - 12:39
  71. Guardando bene, pure ieri papa Francesco si era espresso contro il padre d’ogni omicidio e d’ogni menzogna:
    Tutte le nostre comunità soffrono indistintamente per l’ingiustizia e l’odio cieco che il demonio scatena

    30 Novembre, 2015 - 13:48
  72. Marilisa

    Sara, cortese lunatica signora, io avrei chiuso da un bel pezzo, ma siccome ogni tanto mi tirate in ballo, intervengo mio malgrado.
    Se ciò ti dà fastidio, veditela con te stessa o con i tuoi pari.
    Non sono stata io ad iniziare questa noiosa tiritera.

    30 Novembre, 2015 - 14:15
  73. Marilisa

    Caro insipiente signore, perché continua a fare predicozzi da due soldi?
    Pensi di me quel che vuole, dica le scemenze di cui va tanto fiero, ma si convinca che sta continuando a combattere con i mulini a vento.
    Forse potrebbe utilizzare meglio il suo tempo.

    30 Novembre, 2015 - 14:21
  74. Cara signora col suo yempo può fare gli stesso.
    Questo è don Milani, tenga bene a mente, e migliori la interpretazione che da alle sue letture:

    C’è poi da dire ciò che essenzialmente distingue la beneficenza cristiana da quella filantropica è che il cristiano agisce per amore di Dio ed ama il prossimo solo per interiore obbligo. Il filantropo invece ama il prossimo e basta. Il filantropo è dunque costretto a fare l’elemosina bene: deve guardarsi dai falsi poveri, deve fare calcoli statistici per vedere qual è la zona di maggior bisogno ecc. perché se alla sua opera mancasse l’efficacia, le mancherebbe il motivo d’essere. Non così è del cristiano per il quale l’elemosina è atto interiore che gli sarà pesata solo in misura dell’intenzione che ha avuto e del sacrificio che gli è costata

    30 Novembre, 2015 - 14:40
  75. Lorenzo Cuffini

    Si riavvolge il nastro?
    “Faccio appello a tutti i cristiani, in particolare ai Pastori, a rinnovare lo slancio missionario, a prendere l’iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnarli nelle loro lotte, a custodire i frutti del loro lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria. So che fate molto, ma vi chiedo di ricordare che non è un compito in più, ma forse il più importante, perché «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo» (Benedetto XVI, Discorso ai Vescovi del Brasile, 11 maggio 2007, 3)”

    E’ una affermazione chiarissima e limpida, come sempre quelle di Benedetto.
    Non si capisce cosa ci sia da interpretare, precisare, polemizzare e dettagliare: si intorbidano solo le acque, in modo esponenziale.
    La fede è una gran cosa, ma senza opere in cui si manifesta resta lettera morta; le opere sono una gran cosa, ma senza amore che scotta restano buone azioni e niente più.
    Senza tante menate , ” basta ” mettere i piedi nelle orme di Cristo, e andargli dietro , così come siamo, lì dove ci troviamo.
    Naturalmente, tardi o tosto, questo ci porta a finire dritti dritti in croce.

    30 Novembre, 2015 - 15:42
  76. Lorenzo, dato che eravamo ben giunti a “La fede è una gran cosa, ma senza opere in cui si manifesta resta lettera morta“, si menava per giungere finalmente anche a “le opere sono una gran cosa, ma senza amore che scotta restano buone azioni e niente più“.

    30 Novembre, 2015 - 16:06
  77. Marilisa

    Lorenzo, in generale hai ragione.
    Eppure, io ritengo che le buone opere, anche fatte senza fede ( la fede è un dono che non tutti hanno), non si perdono nel nulla. Sono ugualmente meritorie. UGUALMENTE. Perché fatte per amore del fratello, in cui riesco ad immedesimarmi.
    Se il mio cuore trema per lui, Dio è con me e con lui.
    Ne sono convinta. E nessun santo potrà convincermi del contrario.
    Se poi invece faccio un’ elemosina per togliermi di torno una persona molesta, allora è un altro paio di maniche.

    30 Novembre, 2015 - 16:14
  78. Sara1

    Si dice la stessa cosa in modi diversi, comunque io dicevo solo che mi piacerebbe sentire ogni tanto anche qualche cosa che non sia povertà dolore e croce e sofferenza, prendetela come una forma di carità anche questa.

    Dove sta scritto che uno malato voglia sentire solo parlare di malattie?

    Dico per dire, sarà che ho già il morale sotto i piedi di mio..

    30 Novembre, 2015 - 16:18
  79. Cara signora, e non basta…
    Leggevo il suo commento delle 11:38 in cui lei riconduce il cuore della Fede a “misericordia io voglio e non sacrifici”. Riconduce la Fede alla Carità e la fa coincidere con la “Misericordia” .
    Benissimo! Mi pregio ricordarle che “opere” di Misericordia sono anche queste:

    1 – Consigliare i dubbiosi

    2 – Insegnare a chi no sa

    3 – Ammonire i peccatori

    4 – Consolare gli afflitti

    5 – Perdonare le offese

    6 – Sopportare pazientemente le persone moleste

    7 – Pregare Dio per i vivi e i morti

    30 Novembre, 2015 - 16:39
  80. Forse è utile ricordare che anche il papa ha ricordato l’importanza delle Opere di Misericordia Spirituale in vista della celebrazione del Giubileo della Misericordia.

    Nel messaggio inviato a monsignor Rino Fisichella, nel quale offre alcuni suggerimenti per la celebrazione del Giubileo della Misericordia, il Papa ricorda che “ogni volta che un fedele vivrà” una delle opere di misericordia spirituale o corporale “in prima persona otterà certamente l’indulgenza giubilare

    http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/opere-di-misericordia-spirituale-e-corporale-elenca.aspx

    30 Novembre, 2015 - 16:57
  81. Marilisa

    Che mi ricorda a fare?
    Le conosco da prima di lei le opere di misericordia spirituale.
    Insomma, lei ha proprio deciso di prendete il posto di Gioab.
    La mia prima opera di misericordia spirituale è in effetti “sopportare le persone moleste” (come lei). In questo sono sempre stata brava davvero.
    Spero che Dio ne tenga conto.

    30 Novembre, 2015 - 17:07
  82. Lorenzo Cuffini

    Evitiamo pure di parlare di povertà, dolore, croce e sofferenza, dopodichè prendiamo il Vangelo, chiudiamolo in un cassetto e buttiamo via la chiave.
    Stessa cosa.

    30 Novembre, 2015 - 17:26
  83. Io con lei cerco di destreggiarmi nella seconda:

    “La seconda opera di misericordia spirituale è, dunque, quella di ammaestrare gli ignoranti nelle cose divine che ognuno è tenuto a sapere, e che sono necessarie al profitto spirituale dell’anima e all’eterna salute. “

    30 Novembre, 2015 - 17:27
  84. Sara1

    Evitiamo pure di parlare di povertà, dolore, croce e sofferenza, dopodichè prendiamo il Vangelo, chiudiamolo in un cassetto e buttiamo via la chiave.
    Stessa cosa.

    Va bene dato che la vita già è dolore povertà croce e sofferenza dove sarebbe il valore aggiunto del Vangelo?

    Tanto vale tenersi il proprio dolore come gli atei e buona notte.

    30 Novembre, 2015 - 19:03
  85. Marilisa

    Attenzione a non cadere in una religione doloristica.
    Il valore aggiunto del Vangelo consiste nel nucleo stesso della buona notizia: Dio ama i suoi figli, tutti i suoi figli, e li vuole salvare ad ogni costo.
    Quando qualcuno è tentato di credersi abbandonato, Egli è invece vicino a noi nel dolore , nelle sofferenze , nella solitudine, nella emarginazione.

    30 Novembre, 2015 - 20:13
  86. Marilisa

    E se è difficile crederlo, il pensiero deve andare a quell’ UOMO che, sofferente delle sofferenze del mondo, gridò : ” Padre, perché mi hai abbandonato”?
    Lo stesso grido di chi si sente naufragare nella disperazione più devastante.
    Il Padre non aveva abbandonato Gesù e non abbandona noi.

    30 Novembre, 2015 - 20:37
  87. Lorenzo Cuffini

    Il valore aggiunto del Vangelo sta nel prendersi addosso e farsi carico per quello che si puo’, con tutta quanta intera la propria vita, esattamente la nostra, del dolore, della povertà, della croce e della sofferenza in cui sbattiamo il grugno tutti i santi giorni, e più e più volte al giorno.
    Senza scantonare, senza darsela a gambe levate, senza imbelletarsi la faccia di problematiche altissime e generalissime mentre ce ne freghiamo di quel pochetto niente alto e particolarino che solo noi possiamo fare.
    Non perché vogliamo fare gli er mejo, ma perché siamo stati chiamati e mandati a fare questo.
    (Sapendo benissimo e perfettamente, cara Marilisa, nessun ma proprio nessunissimo dolorismo!!!, che sia il dolore che la povertà che la croce che la sofferenza sono un grandissimo schifo, di cui Dio, il nostro Dio trafitto mani e puedi, è completamente innocente) .

    1 Dicembre, 2015 - 0:00
  88. Lorenzo Cuffini

    “io ritengo che le buone opere, anche fatte senza fede ( la fede è un dono che non tutti hanno), non si perdono nel nulla. Sono ugualmente meritorie. UGUALMENTE. Perché fatte per amore del fratello, in cui riesco ad immedesimarmi.”
    E io concordo con te Marilisa. Non solo non si perdono nel nulla, ma , cristianamente parlando, sono fonte di salvezza per quelli che le operano.
    Per quest io non ho parlato di opere senza fede, ma di opere senza amore.
    Piccola testimonianza personale, che mi piace sempre ripetere, perché la vivo tutti i giorni. I meglio atti di Vangelo che ho ricevuto nella mia storia, vengono da persone serenamente atee. E piu’ che atti, sono impostazioni di vita confermate negli anni.
    Sono stati loro , senza “il dono” della fede, a portarmi in casa la faccia viva di Cristo.

    1 Dicembre, 2015 - 9:51
  89. Luigi Accattoli

    A Fides del 29/11 alle 14:00 che segnalava come “si ricorda in continuazione Matteo 25 e si dimenticano altri brani come ad esempio Marco 16”, dov’è il monito “chi non crederà sarà condannato”. Il tuo è un richiamo importante, te ne ringrazio. Anche in parrocchia ho sentito persone che lamentavano come quel richiamo di Cristo alla serietà della decisione di fede sia troppo trascurato oggi, dopo epoche che forse lo sopravvalutarono. Ti ringrazio e ci tornerò. Ma subito voglio dirti che la mia riflessione si appunta sul fatto i due sbilanciamenti escludenti si rafforzano a vicenda mentre la loro correzione può venire solo dalla compresenza delle due opzioni. Chi punta sulla carità dovrebbe tenere a mente che essa si manifesta in una infinita varietà di forme, compreso il desiderio di vicinanza che non può trovare esecuzione materiale: vuoi visitare chi è in carcere, o parlare a chi sbaglia e non ti è concesso. Ovvero la carità solo in minima parte è socialmente verificabile. Chi non soccorre il carcerato sarà tra i reprobi, ma può averlo soccorso una Teresa di Lisieux che non è mai uscita dal Carmelo. E altrettanto si può dire della fede: essa può nascostamente fiorire e sovrabbondare nel cuore di cananee, centurioni e samaritani che non appartengono all’Israele che sale al Tempio. Sia la carità sia la fede non sono oggetto di rilevazione sociale. Sono due modalità con le quali partecipiamo al mistero di Dio, non indicabili a gesto, non narrabili in parole.

    2 Dicembre, 2015 - 12:27

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