Francesco loda il Mediterraneo “mare del meticciato”

Il monito più forte è contro il commercio delle armi: “La grande ipocrisia”. Altrettanto acceso è l’appello per la Siria che non finisce mai di morire: “un’immane tragedia che si consuma sull’altra sponda di questo mare”. Infine un’affermazione tutta controcorrente sulla fortuna di vivere ai bordi del Mediterraneo”: “il mare del meticciato”. Il Papa in visita a Bari, dove ieri ha incontrato i vescovi dei venti paesi mediterranei, ha avuto parole audaci, che rovesciano le convinzioni consolidate e i motti delle propagande. Di tutte le propagande: ha indicato come due risorse le migrazioni e la convivenza con l’Islam, citando Isaia ha invocato un futuro di resurrezione per il mare nostrum “che è già diventato cimitero”. – E’ l’attacco di un mio articolo pubblicato oggi dal “Quotidiano del Sud”, che riporto nei primi quattro commenti.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Più martiri che fedeli. Non è mancata la preghiera per i contagiati, ma senza cedimenti all’ansia: “Ti invochiamo per quanti sono colpiti dal Coronavirus”. Sempre da Bari l’altro ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei – che ha organizzato questo incontro con il motto “Mediterraneo frontiera di pace” – aveva chiarito che la Chiesa è pronta a fare “la sua parte” per limitare il contagio: sospese le celebrazioni nei luoghi a rischio, acquasantiere asciutte, comunione sulla mano, niente bacio di pace.
    Era la prima volta nella storia che si teneva un incontro dei vescovi del Mediterraneo: ne sono venuti sessanta dal Sud dell’Europa, dal Nord dell’Africa e dal Medio Oriente. Vescovi che vivono in mezzo ai musulmani, in comunità che spesso hanno più martiri che fedeli.

    24 Febbraio, 2020 - 16:27
  2. Luigi Accattoli

    O mettici o di pura razza. Ma il Papa non ha fatto lamenti. Lodando il meticciato e il Mediterraneo che ne è la culla, ha rivendicato i vantaggi dell’incrocio di genti e culture: “Le purezze delle razze non hanno futuro. Essere affacciati sul Mediterraneo rappresenta una straordinaria potenzialità: non lasciamo che a causa di uno spirito nazionalistico, si diffonda la persuasione contraria, che cioè siano privilegiati gli Stati geograficamente più isolati”.
    Bergoglio ha invitato a vincere la “paura” dell’immigrato. A non accettare “mai” che “chi cerca speranza per mare muoia senza ricevere soccorso”. A contrastare la “retorica dello scontro di civiltà” e “qualche discorso di alcuni leaders delle nuove forme di populismo”, simili a quelli che “seminavano paura e poi odio nel decennio ’30 del secolo scorso”.

    24 Febbraio, 2020 - 16:28
  3. Luigi Accattoli

    La grande ipocrisia. Tra le conclusioni dell’incontro c’era un appello per “mettere al bando gli armamenti”. Il Papa ha aggiunto la sua voce a quella dei vescovi: “La guerra è una pazzia alla quale non ci possiamo rassegnare”. Ed ha affermato che occorre smascherare “il grave peccato di ipocrisia, quando negli eventi internazionali tanti paesi parlano di pace e poi vendono le armi ai paesi che sono in guerra. Questo si chiama la grande ipocrisia”.
    Quando Francesco insiste nella denuncia dei paesi che vendono armi pensa innanzitutto all’Italia, di cui è primate e che le statistiche degli organismi che lavorano per il disarmo mettono ai primi posti in quel commercio. Alla celebrazione di Bari, che ha riunito una folla di cinquantamila persone, era presente il presidente Mattarella, che certamente avrà preso nota del monito papale.

    24 Febbraio, 2020 - 16:28
  4. Luigi Accattoli

    Ricostruiranno le città desolate. Le parole più alte, di tono profetico, Francesco le ha avute nella conclusione del discorso, ispirata a Isaia: “Come mandato, vi consegno le parole del profeta Isaia, perché diano speranza e comunichino forza a voi e alle vostre rispettive comunità. Davanti alla desolazione di Gerusalemme a seguito dell’esilio, il profeta non cessa di intravedere un futuro di pace e prosperità: «Ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni» (Is 61,4). Ecco l’opera che il Signore vi affida per questa amata area del Mediterraneo: ricostruire i legami che sono stati interrotti, rialzare le città distrutte dalla violenza, far fiorire un giardino laddove oggi ci sono terreni riarsi, infondere speranza a chi l’ha perduta ed esortare chi è chiuso in sé stesso a non temere il fratello. E guardare questo, che è già diventato cimitero, come un luogo di futura risurrezione di tutta l’area. Il Signore accompagni i vostri passi e benedica la vostra opera di riconciliazione e di pace”.

    24 Febbraio, 2020 - 16:41
  5. Amigoni p. Luigi

    Rif. 16.28 – Mediterraneo, lago di Tiberiade allargato

    Grande Papa anche a Bari, “capitale dell’unità della Chiesa”. Lode a Bassetti cardinale che ha attualizzato i progetti di La Pira, “sindaco santo di Firenze”.

    24 Febbraio, 2020 - 17:08
  6. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 26 febbraio 2020 Mercoledì delle Ceneri
    Mt 6, 1-6. 16-18

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
    Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

    In questo tempo di grazia ci aiutino Maria e Cristo in tutte le nostre necessità, prove, speranze…

    È lo Spirito che dà vita, la carne (da sola Nd R) non giova a nulla, afferma Gesù nel capitolo 6 di Giovanni. Il dono della fede ci apre gradualmente all’intuizione della potenza vitale dello Spirito, che va ben oltre la nostra esperienza, le nostre logiche. Anche la fantasia ci può aiutare in ciò: immaginati umanamente felice al massimo, con la ragazza dei tuoi sogni che ti adora, con il lavoro che più desideri, la salute, gli amici, la famiglia, il bel tempo, i tuoi svaghi preferiti… La felicità verso la quale Dio ti sta conducendo è mille e mille volte più grande. È vero, è un cammino graduale ma ogni minimo passo in avanti è un miglioramento in tale direzione. Uno stare, nel profondo, anche solo un pochino meglio ma pure un aprirsi alla nuova venuta della grazia. Le gratificazioni soltanto esterne sono un inganno, non portano nulla di sostanziale, anzi svuotano, si sbriciolano. Invece camminando nella luce che Dio gradualmente ci infonde Gli rendiamo più facile donarci ogni bene a misura per noi. La quaresima non è un tempo di cupezze ma un momento di grazia particolare per aprirci ai regali di Dio, alla Pasqua. Non per nulla nel testo originale Gesù non dice di pregare nella propria stanza ma nella propria dispensa. Dunque non azioni da energumeno, ascesi fredde, senza senso. Ma in un cammino sereno, a misura del graduale aprire il cuore che Dio ci concede, lasciarci portare anche in piccoli ma per la grazia che riceviamo potentissimi momenti con Lui, e così in Lui in anche piccoli ma potentissimi digiuni da noi stessi per donarci ai fratelli. Non è un’altra cosa un albero concimato, innaffiato, potato, curato dalle intemperie? Lasciamo che Dio faccia gradualmente fiorire la nostra vita. La gioia, la pace, il benessere, i buoni rapporti, non sono “cose” che Dio ci può mettere in mano. Senza la vita dentro, nel segreto del cuore, tutto si perde nella vacuità esteriore. Nella grazia tante difficoltà si evitano, altre si risolvono, altre si vivono comunque in un altro modo. Nella grazia strade nuove si aprono. Chiediamo dunque anche la fiducia, la pazienza, nel lasciare che il Padre compia in noi e negli altri la sua opera. Ci doni passo dopo passo la ricompensa vera, che Lui conosce molto meglio di noi. Per questo abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti, che prima di noi abbia sperimentato il venire preso per mano da Dio e condotto gradualmente, pur tra alti e bassi, verso la vita. Gesù usa frasi poetiche, come poesia è lo sciogliersi del cuore al vento dello Spirito: quando il ramo del fico si fa tenero e spuntano le foglie voi sapete che l’estate è vicina (Mt 24, 32). Ecco la grazia della Quaresima.

    25 Febbraio, 2020 - 6:57
  7. Luigi Accattoli

    Don Giampaolo: “Nella grazia strade nuove si aprono”. Ti ringrazio per questa parola di speranza. Penso alla grazia come a una continua chiamata a novità di vita. Chiamata e offerta. Grazie.

    25 Febbraio, 2020 - 21:35
  8. Centofanti Giampaolo

    Grazie a te, della tua amicizia, di questo bel blog. Maria e Dio ci concedano di portare frutto in questo tempo di grazia.

    25 Febbraio, 2020 - 23:10
  9. Clodine-Claudia Leo

    Carissimo Don Gianpaolo.La ringrazio per la sua presenza in questo spazio virtuale. E’ importante che qualcuno ci rammenti ciò che Gesù disse e operò nelle Sua breve vita terrena conclusasi nella maniera che tutti conosciamo. Subito ci verrebbe di dire la morte ignominiosa, ma , mi piace rammentare la Resurrezione gloriosa che sembrerebbe preclude al mistero che ci sovrasta. Penso alla perdita della fede, soprattutto alla presenza di Cristo nell’Eucaristia ad esempio e per converso all’influenza potente, agente che la fede ha sulla vita dei credenti e sugli eventi storici che intrecciarono la Grande come le piccole storie di ciascuno, soprattutto dei semplici, dei piccoli , dei “perdenti”, per intenderci, in cui l’assenza di fede produce effetti disastrosi . Nel leggere il Suo commento al mercoledì delle ceneri , in tal guisa, mi ha colpito la seguente: ” Nella grazia tante difficoltà si evitano, altre si risolvono, altre si vivono comunque in un altro modo. Nella grazia strade nuove si aprono. Chiediamo dunque anche la fiducia, la pazienza, nel lasciare che il Padre compia in noi e negli altri la sua opera”.
    Cosa ci viene chiesto, a noi, credenti, affinché Dio Padre compia in noi e negli altri la Sua opera in un momento storico come il presente: figlio di quel liberalismo assoluto cui tanti Pontefici a suo tempo si opposero strenuamente e invano, che negava l’esistenza di Dio, l’ordine soprannaturale,l’ irreligiosità,il materialismo, l’ateismo e che i suoi frutti velenosi hanno finito per intossicare l’intero tessuto sociale (per chi non crede) e il corpo mistico di Cristo nella sua accezione ecclesiale (per chi crede) il cui il livello etico e morale ha raggiunto il più tetro ipogeo tale che andando a ritroso non se ne trova neppure indagando nei meandri della storia più nera dell’umanità.

    Cosa posso fare io, per incoraggiare la fede se non usando tanta carità che di più non si potrebbe. Mercoledì, per appunto,presso l’Istituto Salesiano di Roma e in quanto cooperatrice dell’ordine mi sono ritrovata a condividere con gli insegnanti la celebrazione. Ebbene, saltò agli occhi l’ esigua la presenza degli studenti: su 700 alunni, solo 50 i presenti.Quali errori sono stati commessi tali da produrre un abominio del genere: l’homo faber fortunae suae . L’uomo liberato dalla dipendenza da Dio, dalla religione, “onni-potente” e perciò il Padre Eterno non è che il prodotto del pensiero. Che pianto! che angoscia, che disfatta!
    Un caro saluto Padre, anche se non commento sovente,continuo a seguirla
    Clodine

    28 Febbraio, 2020 - 10:29
  10. Lorenzo Cuffini

    Sarà.
    Ma tanta geremiade mi pare completamente estranea allo spirito e alla freschezza salesiana.
    Gioverà ricordare che proprio in questi giorni, qui a Torino Valdocco, a casa di don Bosco, insomma, si sta tenendo il 28 Capitolo Generale della Congregazione Salesiana,
    Gioverà, a chi lo vuole, ascoltare dalla viva voce del successore di don Bosco, padre Angel Artime, in queste due interviste, quale siano le note e la spiritualità, ma anche lo sguardo come sempre lungimirante e profetico sul futuro, dei salesiani di don Bosco.
    Nulla di più lontano da “che pianto, che angoscia e che disfatta.”

    https://www.youtube.com/watch?v=Sppqb5gj4lM
    https://www.youtube.com/watch?v=slBmMulNMSU

    28 Febbraio, 2020 - 14:53
  11. Centofanti Giampaolo

    Certe osservazioni delle persone possono talora essere davvero contrastanti e comunque evidenziare aspetti di cui tenere conto. In altri casi riguardano per esempio situazioni diverse, stimolando ad uscire dalle valutazioni astratte ma sempre entrando di volta in volta in contatto vivo con la realtà viva, concreta. Qui vediamo due atteggiamenti diversi di Gesù: nel primo brano scopriamo il suo sguardo sereno e profondo, che va oltre tante apparenze. I samaritani erano considerati gente che aveva perso il buon tracciato della fede ma Cristo invece li vede così: “Voi non dite forse: «Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura»? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura” (Gv 4, 35). Ecco invece il secondo brano: “Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» (Lc 19, 41-44).

    28 Febbraio, 2020 - 17:48

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