Francesco: “Per me questi sono pedofili”

“Lo sfruttamento dei bambini mi fa soffrire. Anche in Argentina è la stessa cosa […]. Una volta mi avvertirono che su una strada di Buenos Aires c’erano ragazzine prostitute di 12 anni. Mi sono informato ed effettivamente era così. Mi ha fatto male. Ma ancora di più vedere che si fermavano auto di grossa cilindrata guidate da anziani. Potevano essere i loro nonni. Facevano salire la bambina e la pagavano 15 pesos che poi servivano per comprare gli scarti della droga, il “pacco”. Per me sono pedofili queste persone che fanno questo alle bambine. Succede anche a Roma. La Città eterna, che dovrebbe essere un faro nel mondo, è specchio del degrado morale della società”: così il papa in un’intervista al Messaggero. Nei primi tre commenti altri passi sensibili dell’intervista.

21 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Cercare la gente. A Roma sempre più giovani non vanno in chiesa, non battezzano i figli, non sanno nemmeno farsi il segno della Croce. Che strategia serve per invertire questo trend? «La Chiesa deve uscire nelle strade, cercare la gente, andare nelle case, visitare le famiglie, andare nelle periferie. Non essere una chiesa che riceve soltanto, ma che offre».

    29 Giugno, 2014 - 14:34
  2. Luigi Accattoli

    Il protocollo del giudizio. Lei passa per essere un Papa comunista, pauperista, populista. L’Economist che le ha dedicato una copertina afferma che parla come Lenin. Si ritrova in questi panni? «Io dico solo che i comunisti ci hanno derubato la bandiera. La bandiera dei poveri è cristiana. La povertà è al centro del Vangelo. I poveri sono al centro del Vangelo. Prendiamo Matteo 25, il protocollo sul quale noi saremo giudicati: ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato in carcere, ero malato, ignudo. Oppure guardiamo le Beatitudini, altra bandiera. I comunisti dicono che tutto questo è comunista. Sì, come no, venti secoli dopo. Allora quando parlano si potrebbe dire loro: ma voi siete cristiani» (ride).

    29 Giugno, 2014 - 14:35
  3. Luigi Accattoli

    La Chiesa è donna. Lei forse parla poco delle donne, e quando ne parla affronta l’argomento solo dal punto di vista del maternage, la donna sposa, la donna madre, eccetera. Eppure le donne ormai guidano Stati, multinazionali, eserciti. Nella Chiesa, secondo lei, le donne che posto occupano? «Le donne sono la cosa più bella che Dio ha fatto. La Chiesa è donna. Chiesa è una parola femminile. Non si può fare teologia senza questa femminilità. Di questo, lei ha ragione, non si parla abbastanza. Sono d’accordo che si debba lavorare di più sulla teologia della donna. L’ho detto e si sta lavorando in questo senso».

    29 Giugno, 2014 - 14:35
  4. roberto 55

    Spassionatamente, Luigi, a che punto, secondo te, si trova l’ipotesi di un viaggio del nostro Papa in Cina ?
    Grazie.

    Buona serata !

    Roberto 55

    29 Giugno, 2014 - 22:51
  5. picchio

    Il papa in Cina, sulle orme di Matteo Ricci… sarebbe bello. 🙂 🙂

    29 Giugno, 2014 - 23:43
  6. Luigi Accattoli

    Quanto alla Cina si tratta di una sfida culturale grande. Grandissima. E poi c’è l’esempio di Matteo Ricci che ha fatto tanto bene”: nell’intervista sono queste le parole del Papa sulla Cina. Al momento il Papa in Cina non è un’ipotesi fattuale e forse resterà tale ancora per molto, probabilmente per tutto il tempo di Francesco. Egli forse potrebbe andare a Pechino a rendere omaggio alla tomba di Matteo Ricci, da Papa Gesuita al Gesuita che la Cina ha incastonato nella sua storia. Ma il Papa vuole andarvi per incontrare i cattolici cinesi e questo al momento è quasi irreale. Ma è vero che eventi quasi irreali a volte si verificano, come abbiamo visto con la venuta in Vaticano dei presidenti di Israele e della Palestina.

    30 Giugno, 2014 - 7:24
  7. Luigi Accattoli

    Di sicuro se a Papa Bergoglio propongono una visita limitata alla tomba di Matteo Ricci, lui ci va. Sarebbe secondo lo spirito del padre Ricci – mio conterraneo – che non si sottrasse a nessuna delle condizioni e a nessuno dei riti che gli furono necessari per essere ammesso nella Città Proibita.

    30 Giugno, 2014 - 7:39
  8. Luigi Franti

    Ringrazio come sempre Luigi per il suo servizio. Questa volta però ho letto l’intervista per intero, perché l’ho trovata su Dagospia, presentata come “intervista bomba” (lo dico perché così le persone intelligenti come picchio e marilisa possono scandalizzarsi della fonte).

    Mah, che volete che vi dica, per quanto mi sforzi non capisco perché il papa le faccia, interviste del genere. Non chiedo a Luigi che cosa pensa delle domande che fa al papa la sua collega perché so che non potrebbe rispondermi sinceramente, ma le risposte non sono molto meglio.

    Per fare un solo esempio: di fronte a quella che è forse l’unica domanda importante che gli viene fatta, sulla perdita quasi totale di contatto con il cristianesimo che si verifica nell’ultima generazione, davvero tutto quello che sa dire è «La Chiesa deve uscire nelle strade, cercare la gente, andare nelle case, visitare le famiglie, andare nelle periferie. Non essere una chiesa che riceve soltanto, ma che offre»?
    Se quella mezz’ora la dedicava al riposo faceva meglio.

    È il papa: gli obbediamo, lo seguiamo, gli vogliamo bene. Però come si fa a non vedere l’abisso tra lui e i predecessori (almeno quello di cui ho memoria diretta)?

    30 Giugno, 2014 - 10:41
  9. Sara1

    Letta pure io su Dago:

    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/intervista-bomba-papa-marx-non-ha-inventato-nulla-comunisti-ci-79911.htm

    La frase più significativa mi è parsa questa:

    “Mi sono interrogato molto, e sono arrivato alla conclusione che tanti mali crescono soprattutto durante i cambi epocali. Stiamo vivendo non tanto un’epoca di cambiamenti, ma un cambio di epoca. E quindi si tratta di un cambio di cultura; proprio in questa fase emergono cose del genere. Il cambiamento d’epoca alimenta la decadenza morale, non solo in politica, ma nella vita finanziaria o sociale”.

    E’ una riflessione che condivido al 100%. (alla fine se stringi è anche molto simile all’analisi di Benedetto)

    30 Giugno, 2014 - 10:52
  10. Sara1

    «E’ l’ambiente che facilita la corruzione. Non dico che tutti siano corrotti, ma penso sia difficile rimanere onesti in politica. Parlo dappertutto, non dell’Italia. Penso anche ad altri casi. A volte vi sono persone che vorrebbero fare le cose chiare, ma poi si trovano in difficoltà ed è come se venissero fagocitate da un fenomeno endemico, a più livelli, trasversale. Non perché sia la natura della politica, ma perché in un cambio d’epoca le spinte verso una certa deriva morale si fanno più forti».

    Questa analisi mi pare lontanissima da quelli che vedono nel Papa un sentimentale che parla solo di amore e misericordia.

    e’ invece molto interessato anche alla società e alla politica, alla rilevanza sociale del peccato e dei comportamenti sbagliati che assumono la forma di una pressione a volte insostenibile.

    30 Giugno, 2014 - 10:55
  11. Luigi Franti

    Sì è vero, Sara1, nei passi che hai citato un abbozzo di pensiero c’è, però … peggio mi sento, come dicono a Roma, perché questo lato spengleriano di papa Bergoglio mi lascia ancor più perplesso.

    30 Giugno, 2014 - 12:12
  12. FABRICIANUS

    @Franti

    Senza polemica: lei ha una sua idea sulle “motivazioni” riguardanti la perdita di contatto del cristianesimo sulle ultime generazioni?

    Sicuramente ce l’ha.
    Può farmene partecipe. (Se vuole).

    Grazie.

    30 Giugno, 2014 - 17:22
  13. Luigi Franti

    Gentile Fabricianus, non ne so molto, però credo che un fattore decisivo sia che è quasi completamente saltato un anello nella catena della tradizione, e penso ai nonni prima ancora che ai genitori dei bambini o degli adolescenti di oggi.
    I nonni di adesso sono quelli che erano ragazzini o giovani negli anni sessanta. È quella la prima generazione che, pur essendo stata ancora formata cristianamente, si è persa dietro all’ideologia del benessere (invece della vita buona, per riprendere un concetto di Felice Balbo, che credo farà piacere a Luigi). La chiesa, da allora in poi, invece di pensare in questi decenni prima di tutto agli adulti, è andata per rane con i suoi piani di pastorale giovanile. Credeva di aver perso i giovani, invece aveva perso gli adulti.
    Anche adesso si continua così, cercando di inseguire i giovani e pensando troppo poco agli adulti.
    Solo gli adulti, i padri le madri e soprattutto i nonni, possono fare qualcosa per i bambini. E se non si insegna subito ai bambini a “leggere” con l’alfabeto cristiano il loro innato senso religioso, dopo è quasi sempre troppo tardi. La catena della tradizione si è interrotta perché i bambini, oltre a dei genitori spesso improbabili hanno quasi sempre dei nonni deplorevoli.
    (Poi, vabbé, c’è Dio che fa i miracoli e quindi un ragazzo o una ragazza su cento se li piglia comunque e dovunque, da qualunque deserto … ma gli altri 99 ormai sono messi molto peggio dei pagani).

    Non so, mi rendo conto che non è molto di aiuto, però in fin dei conti io non sono il papa 🙂

    30 Giugno, 2014 - 23:38
  14. Maurelio

    Quoto l’analisi di Franti.
    Anche papa Francesco ha spesso ricordato quanta importanza ha avuto sua nonna (se non sbaglio nonna Rosa) nella sua formazione religiosa e cristiana.
    E lo stesso, credo, vale per chiunque abbia avuto la fortuna di crescere insieme ai propri nonni.

    1 Luglio, 2014 - 9:21
  15. Franti, sono d’accordo con Lei, questa è una delle ragioni principali.
    La pastorale degli adulti è rimasta sulla carta anche se Le assicuro che se ne parlava in continuazione (il Documento Base della catechesi è del 1970 e metteva gli adulti al centro).

    Oggi, con molta serietà, si cerca di cambiare registro, ma adesso il problema diventa che, per palare in modo adeguato di fede a degli adulti, non è sufficiente la buona volontà di un catechista formato alla bell’e meglio, e dato che i preti sono sempre meno, ci vogliono formatori laici preparati, e questi mancano, mancano, mancano!

    …mi fermo, rischio di scrivere un papiro. Ma su questo tema, la formazione dei formatori e la trasformazione della nostra pastorale ordinaria, dovremmo davvero interrogarci a fondo.

    1 Luglio, 2014 - 9:36
  16. FABRICIANUS

    Ringrazio Franti e ringrazio anche nico: punti di vista molto interessanti.

    Anch’io nel mio piccolo mi sto rendendo conto di come diversi adulti siano molto “carenti” in formazione Cristiana-cattolica. (Pur partecipando ogni Domenica alla Messa).

    1 Luglio, 2014 - 10:01
  17. FABRICIANUS

    mi fermo, rischio di scrivere un papiro. Ma su questo tema, la formazione dei formatori e la trasformazione della nostra pastorale ordinaria, dovremmo davvero interrogarci a fondo.

    Dici bene, nico

    1 Luglio, 2014 - 10:25
  18. FABRICIANUS

    Sulla formazione dei formatori e la trasformazione della pastorale ordinaria intendo.

    😉

    1 Luglio, 2014 - 10:26
  19. Sara1

    Si ma se il problema, come immagino sappia chiunque frequenti una Chiesa fuori da Roma, è quello della cronica mancanza di persone formate, strutture adeguate e anche risorse che senso ha continuare a parlare come se il problema fosse che ce ne sono troppe?
    Perchè tu da un lato vivi una realtà dove i pochi catechisti devono fare gli straordinari e devono metterci anche i soldi delle fotocopie e dall’altro continui a sentire che la soluzione è snellire, semplificare, ridurre…

    Comunque almeno il sinodo lo riconosce:

    17. Molte risposte hanno messo a tema la necessità di trovare nuovi modi per trasmettere gli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia. Molto dipende dalla maturità della Chiesa particolare, dalla sua tradizione in merito e dalle effettive risorse disponibili sul territorio. Soprattutto, si riconosce la necessità di formare operatori pastorali in grado di mediare il messaggio cristiano in modo culturalmente adeguato. Ad ogni modo, quasi la totalità delle risposte afferma che, a livello nazionale, esiste una Commissione per la Pastorale della Famiglia e il Direttorio della Pastorale Familiare. Generalmente, le Conferenze Episcopali propongono l’insegnamento della Chiesa attraverso documenti, simposi ed un’animazione capillare; come pure, a livello diocesano, si opera mediante vari organismi e commissioni. Certamente non mancano anche risposte che rivelano una situazione pesante per l’organizzazione ecclesiale, in cui mancano risorse economiche ed umane, per poter organizzare in modo continuativo una catechesi sulla famiglia.

    1 Luglio, 2014 - 10:42
  20. Sara1

    ” risposte che rivelano una situazione pesante per l’organizzazione ecclesiale, in cui mancano risorse economiche ed umane, per poter organizzare in modo continuativo una catechesi sulla famiglia.”

    1 Luglio, 2014 - 10:45

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