Francesco: “Quando un giovane sogna va lontano”

43 Comments

  1. Luigi Accattoli

    I sogni dei giovani fanno paura. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza. Tu puoi sognare le cose grandi, ma da solo è pericoloso, perché potrai cadere nel delirio di onnipotenza. Ma con Dio non aver paura: vai avanti. Sogna in grande. I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti. Fanno paura, perché quando un giovane sogna va lontano. Forse perché hanno smesso di sognare e di rischiare. Tante volte la vita fa che gli adulti smettano di sognare, smettano di rischiare; forse perché i vostri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita, sogni che vi portano a fare la critica, a criticarli. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni.

    11 Agosto, 2018 - 23:18
  2. Luigi Accattoli

    Si chiamava Francesco. C’è un ragazzo, qui in Italia, ventenne, ventiduenne, che incominciò a sognare e a sognare alla grande. E il suo papà, un grande uomo d’affari, cercò di convincerlo e lui: “No, io voglio sognare. Sogno questo che sento dentro”. E alla fine, se n’è andato, per sognare. E il papà lo ha seguito. E quel giovane si è rifugiato nel vescovado, si è spogliato delle vesti e le ha date al padre: “Lasciami andare per il mio cammino”. Questo giovane, un italiano del XIII secolo, si chiamava Francesco e ha cambiato la storia dell’Italia. Francesco ha rischiato per sognare in grande; non conosceva le frontiere e sognando ha finito la vita. Pensiamo: era un giovane come noi. Ma come sognava! Dicevano che era pazzo perché sognava così. E ha fatto tanto bene e continua a farlo. I giovani fanno un po’ di paura agli adulti perché gli adulti hanno smesso di sognare, hanno smesso di rischiare, si sono sistemati bene.

    11 Agosto, 2018 - 23:19
  3. Luigi Accattoli

    Rischiare, sognare e avanti. Un giovane che è capace di sognare, diventa maestro, con la testimonianza. Perché è una testimonianza che scuote, che fa muovere i cuori e fa vedere degli ideali che la vita corrente copre. Non smettete di sognare e siate maestri nel sogno. Il sogno è di una grande forza. Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada: non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a realizzare i vostri sogni, perché la vita non è una lotteria: la vita si realizza. E tutti noi abbiamo la capacità di farlo. Il santo Papa Giovanni XXIII diceva: “Non ho mai conosciuto un pessimista che abbia concluso qualcosa di bene” (intervista di Sergio Zavoli a mons. Capovilla in Jesus, n. 6, 2000). Dobbiamo imparare questo, perché ci aiuterà nella vita. Il pessimismo ti butta giù, non ti fa fare niente. E la paura ti rende pessimista. Niente pessimismo. Rischiare, sognare e avanti.

    11 Agosto, 2018 - 23:19
  4. Luigi Accattoli

    Rischiate sull’amore. Allora dobbiamo chiederci: dov’è il mio amore, dov’è il mio tesoro? Dov’è la cosa che io ritengo più preziosa nella vita? Gesù parla di un uomo che aveva venduto tutto quello che aveva per comprare una perla preziosa di altissimo valore. L’amore è questo: vendere tutto per comprare questa perla preziosa di altissimo valore. Tutto. Per questo l’amore è fedele. Se c’è infedeltà, non c’è amore; o è un amore malato, o piccolo, che non cresce. Vendere tutto per una sola cosa. Pensate bene all’amore, pensateci sul serio. Non abbiate paura di pensare all’amore: ma all’amore che rischia, all’amore fedele, all’amore che fa crescere l’altro e reciprocamente crescono. Pensate all’amore fecondo. Ho visto qui, mentre facevo il giro, alcuni bambini nelle braccia dei genitori: questo è il frutto dell’amore, il vero amore. Rischiate sull’amore!

    11 Agosto, 2018 - 23:20
  5. Luigi Accattoli

    Scandalo di una Chiesa chiusa. Lo scandalo di una Chiesa formale, non testimone; lo scandalo di una Chiesa chiusa perché non esce. Lui [Dario, il giovane infermiere che aveva posto la domanda] tutti i giorni deve uscire da se stesso, sia che sia contento, sia che sia triste, ma deve uscire per accarezzare gli ammalati, per dare le cure palliative che facciano meno doloroso il loro transito all’eternità. E lui sa cosa è uscire da se stesso, andare verso gli altri, andare al di là delle frontiere che mi danno sicurezza […]. Noi tante volte, senza testimonianza, Gesù lo teniamo prigioniero delle nostre formalità, delle nostre chiusure, dei nostri egoismi, del nostro modo di vivere clericale. E il clericalismo, che non è solo dei chierici, è un atteggiamento che tocca tutti noi: il clericalismo è una perversione della Chiesa. Gesù ci insegna questo cammino di uscita da noi stessi, il cammino della testimonianza. E questo è lo scandalo – perché siamo peccatori! – non uscire da noi stessi per dare testimonianza. Quando io dico “la Chiesa non dà testimonianza”, posso dirlo anche su di me, questo? Io do testimonianza? […] Cari giovani, la Chiesa senza testimonianza è soltanto fumo.

    11 Agosto, 2018 - 23:21
  6. Luigi Accattoli

    Un salto in avanti. Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fraternità: rischiate, andate avanti! Sarò felice di vedervi correre più forte di chi nella Chiesa è un po’ lento e timoroso, attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci, come Giovanni aspettò Pietro davanti al sepolcro vuoto […]. Camminare soli permette di essere svincolati da tutto, forse più veloci, ma camminare insieme ci fa diventare un popolo, il popolo di Dio.

    11 Agosto, 2018 - 23:21
  7. Luigi Accattoli

    Rivoluzione del Vangelo. Gesù Cristo, cari giovani, non è un eroe immune dalla morte, ma Colui che la trasforma con il dono della sua vita. Cari giovani, è possibile incontrare la Vita nei luoghi dove regna la morte? Sì, è possibile. Verrebbe da rispondere di no, che è meglio stare alla larga, allontanarsi. Eppure questa è la novità rivoluzionaria del Vangelo: il sepolcro vuoto di Cristo diventa l’ultimo segno in cui risplende la vittoria definitiva della Vita. E allora non abbiamo paura! Non stiamo alla larga dai luoghi di sofferenza, di sconfitta, di morte. Dio ci ha dato una potenza più grande di tutte le ingiustizie e le fragilità della storia, più grande del nostro peccato: Gesù ha vinto la morte dando la sua vita per noi. E ci manda ad annunciare ai nostri fratelli che Lui è il Risorto, è il Signore, e ci dona il suo Spirito per seminare con Lui il Regno di Dio. Quella mattina della domenica di Pasqua è cambiata la storia: abbiamo coraggio!

    11 Agosto, 2018 - 23:22
  8. picchio

    Mcv
    Non so come sono stati i giovani di questi incontro, so come venivano scelti i partecipanti agli incontri con GPII perché ho partecipato ad alcuni di essi è le modalità dovrebbero essere le stesse. Partecipano giovani provenienti dall’associzionismo cattolico o impegnati in parrocchia a vario titolo, animatori oratorio, catechisti, gruppo canto, doposcuola, ecc… Io per esempio ho partecipato come focolarina. Allora come ora quei giovani sono una minoranza rispetto alla maggioranza dei giovani, anzi ora più di allora….Se i tuoi figli non hanno amici di questo tipo è facile che non conoscano nessun partecipante all’incontro.
    Cristina Vicquery

    12 Agosto, 2018 - 0:43
  9. Beppe Zezza

    È nella chiusura di questo discorso il punto più forte dell’appello papale: Gesu’ ha vinto la morte dando la sua vita per noi e ci dona il Suo Spirito per seminare con lui il Regno di Dio.
    E’ ( solo ) facendo affidamento ( = avendo fede ) che il Signore non fa mancare la forza del Suo Spirito che un giovane ( come anche un meno giovane ) puo’ arrischiare la sua vita dedicandola all’Amore.
    La potenza dello Spirito che Gesu’ non fa mancare a chiunque si metta sulla via della sequela va annunciata con forza .
    Solo non guardando a se stessi, non guardando alle proprie debolezze, ma confidando nella forza dello Spirito che un giovane ( e anche un meno giovane ) può seguire la chiamata a seguire quello che il Papa chiama il “sogno” .

    12 Agosto, 2018 - 7:13
  10. maria cristina venturi

    Sull’ asserzione che gli adulti “ hanno smesso di sognare, di rischiare” non sono d’ accordo.
    Tutto sta intendersi cosa significa “ sogno” . Se sogno significa speranza, progetto, certo i giovani avendo il futuro davanti si puo’ dire che sognano di piu’ .
    Ma se per sogno si intende desiderio, fantasia,( i sogni son desideri di felicita’ , cantava la Fatina di Cenerentola) non credo che gli adulti sognino meno dei giovani, anzi, secondo me gli adulti e i vecchi sognano di piu’ .
    Ho incontrato molti adulti che dall’ oggi al domani hanno ribaltato la propria vita , spesso anche in maniera negativa, per inseguire un sogno. Persone che hanno lasciato lavori fissi per fare il giro del mondo in barca a vela, cinquantenni che hanno lasciato il posto in banca e magari la moglie per trasferirsi in Brasile, persino ottantenni che da una vita sognavano di comprarsi una casa in una isola greca, oppure signore e signori anzianotti tre che finalmente hanno coronato il loro sogno d’ amore sposando i piu’ improbabili personaggi.
    La vita umana e’molto complessa. Questo papa secondo me tende un po’ a semplificare :giovani=sognatori adulti= adagiati e senza sogni.
    Non e’ proprio cosi’ . Quanti giovani assolutamente terra-terra conosco e quanti vecchi nel cui sguardo risplende la dolce follia del sogno….

    12 Agosto, 2018 - 12:14
  11. Leonardo Lugaresi

    Ma a te Luigi la parola sogno piace? Capisco che il papa ha voluto usarla in senso positivo, ma noi nella chiesa siamo stati formati piuttosto a distaccarci dai “sogni”, cioè dalle umane velleità e dai progetti mondani più o meno utopici, per cercare di seguire e amare la strada che Dio indica a ciascun uomo, che nel linguaggio cristiano si chiama vocazione. O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei tuoi fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti …
    Il linguaggio del sogno, ormai del resto abbastanza banalizzato in formule come “avere un sogno nel cassetto”, “realizzare il proprio sogno” è proprio del mondo, almeno dal romanticismo in poi, e mi pare abbastanza consumato. Talvolta è anche stata una retorica nobile, ma al giorno d’oggi mi sembra sfiatata. “I have a dream”: chi lo direbbe più, quantomeno in politica, senza fare (o mettersi a) ridere?

    12 Agosto, 2018 - 19:45
  12. Non si parla più di ideali, si parla di sogni.

    12 Agosto, 2018 - 20:55
  13. Leopoldo Calò

    Proprio non sapete più dove attaccarvi.

    12 Agosto, 2018 - 23:03
  14. Beppe Zezza

    Rif 19.45
    Anche a me il vocabolo “sogno” piace poco, perché il sogno è almeno nella accezione normale del termine, qualcosa di immaginario, di “fantastico” se non di “fantasioso”, di poco “concreto”.
    A me sembra che il papa usi il termine “sogno” come sinonimo, aggiornamento del termine più tradizionale ” speranza “. Forse è influenzato dal grande successo mediatico del “I have a dream” .
    Ma nell’ascoltare il suo discorso non si può fare una questione di vocaboli.

    13 Agosto, 2018 - 10:56
  15. Clodine-Claudia Leo

    Purtroppo, ci sono colonne di laureati in fila per un posto ad “Amazon”, che è la più oscena fabbrica di schiavi. perché anziché andare avanti siamo tornati indietro di un secolo. Questa è la cruda realtà, caro Leopoldo, tapparsi gli occhi non serve e chi si attacca al tram sono quei giovani ai quali si chiede di sognare. Ma sognare cosa, se non esiste più alcun senso di comunità basata sui valori. Valori che rappresentano il locus originario della libertà; Qui i sogni, da tempo ormai sono chiusi nell’armadio come gli scheletri sotto naftalina se non cambieranno le politiche capestro attuate dai governi guidati fino ad oggi da quegli arraffoni “apprendisti stregoni” collusi che hanno gettato la nazione in un sonno mortifero e dove c’è la catalessi difficilmente si sogna caro mio, tutto giace in una sorta di catatonia che sembra irreversibile perché è stato spento ogni anelito, ogni desiderio di realizzare qualcosa, ogni iniziativa dal basso -che è la condizione essenziale per lo sviluppo di ogni sana comunità perché a ciascuno viene data l’opportunità di poter fare qualcosa. Questo anelito è stato falcidiato da politiche capestro; Il tempo dei grandi imprenditori che poterono realizzare i loro sogni, penso ad Olivetti, ai Ferrero,ad Anselmo Ferrari,tutti quei personaggi della “piccola patria” che poterono agire perché le politica erano basate sull’importanza concreta della cultura, della preparazione,del merito e non sull’ingiustizia il mercimonio le odiose raccomandazioni per cui i sogni sono destinati a restare utopistici e immaginari .

    13 Agosto, 2018 - 11:19
  16. Clodine-Claudia Leo

    Il coraggio di rischiare sull’amore fedele? Più che il coraggio è la Grazia che soccorre e aiuta a rinsaldare le nostre fragili membra e pessime inclinazioni. Senza fede non c’è Grazia, e senza Grazia non c’è fedeltà, né castità, né carità, né amicizia, né Allenza, non c’è più nulla: tutto è lasciato agli eventi, al caso, al male e al maligno..
    Dice bene il Papa, ma dovrebbe guardare anche cosa succede nella casa comune, La Chiesa, della quale Gli sono state affidate le chiavi. Tutti gli scandali venuti drammaticamente in luce in questo ultimo scorcio d’inizio secolo non depongono in favore, né rendono credibili le parole, anche se dirle in modo solenne e autorevole è un Papa. Viviamo un tempo, ed è questo, in cui Matteo cap 10; 26-29 si è avverato e molte cose sono venute alla luce. Sappiamo che per risarcire le vittime della tante nefandezze e malefatte dei figli della Chiesa (o di Lucifero) sono occorse valanghe di denaro più di quante ne uscirono dai forzieri di Leone X , almeno quelle servirono per una buona causa: la fabbrica di San Pietro, le commesse ai grandi artisti, decoratori, scultori, pittori, almeno quella Chiesa pur nella sua disonesta onestà lasciò ai posteri un’eredità che il mondo c’invidia. Mentre questi , solo sporcizia, scandalo, e morte. Allora mi viene da dire al santo Padre, che lo stesso auspicio rivolto ai giovani lo riferisco eminentemente alle giovani leve in odore di vocazione ( “medice cura te ipsum”).

    13 Agosto, 2018 - 12:05
  17. Amigoni p. Luigi

    Rif. 10.56 – Sogni e visioni

    Ma sui sogni nella Bibbia non si sono scritti libri a caterve? E volumi sugli angeli? E sui sognatori e visionari non si sono accumulate migliaia di pagine?
    Sto con il Calò delle 23.03 di ieri.

    13 Agosto, 2018 - 13:41
  18. A proposito del sogno, consiglio la lettura del libro (se ancora lo si trova) «Te i nostri cuori sognino. Per un’arte cristiana del sognare» di padre Antonio Gentili, barnabita, e Anna M. Vacca, edito da Ancora. Si parte dall’inno latino di Compieta che dice «Te corda nostra somnient» e che nella traduzione italiana è diventato «Nel sonno delle membra».

    13 Agosto, 2018 - 13:53
  19. alphiton

    Ricordo a tutti l’esistenza delle metafore

    13 Agosto, 2018 - 15:32
  20. maria cristina venturi

    Certo la Bibbia parla spesso di sogni ma e’ evidente che il significato di sogno usato nella Bibbia ( esempio i sogni di San Giuseppe) non e’ il significato di sogno usato oggi dalla maggior parte delle persone e dei giovani “ Sogno di farmi una Harley Davinson”” Sogno di fare l’ attore “ “ Sogno di vincere al Totocalcio “ Sogno che la mia squadra vinca il campionato “ ecc.
    Oggi sogno e’ sinonimo di desiderio, speranza apparentemente irrealizzabile.
    C’ e’ anche un significato piu’ nobile e romantico come la frase I have a Dreamscape: sogno un mondo migliore, sogno che non vi siano piu’ ingiustizie, sogno una societa’
    egualitaria ecc.
    Nei sogni biblici il dormiente e’ un visionario, un veggente , a cui appare in genere un “ Angelo del Signore” , che cioe’ ha una esperienza sovrannaturale. Di solito l’ Angelo indica la realta’ “ segreta” di avvenimenti o passati o futuri, cioe’ il loro senso metafisico. Cosi’ il sogno della Scala di Giacobbe. Cosi’ il sogno dei covoni di fieno di Giuseppe, cosi’ i sogni di San Giuseppe sposo di Maria.
    Anche nell’ antica religione greca si pensava che i “ sogni” potessero, per un intervento del Dio guarire dalla malattia e dalle angosce, nei Templi del Dio Esculapio il paziente veniva indotto in uno stato di sopore ( probabilmente con droghe) dai sacerdoti del Dio e si risvegliava guarito.
    Comunque sia la parola sogni come “ desideri , speranze” non figura mai nei Vangeli e non viene mai usata da Gesu’ . Gli insegnamenti di Gesu’ si rivolgono al tempo di veglia, al tempo cosciente, in cui lo Spirito spinge a prendere le decisioni esistenziali NEL TEMPO , non in uno stato onirico,
    : Va’ vendi tutto quello che hai, poi vieni e seguimi.
    Ora, adesso, prendi una decisione. Questo e’ l’ attimo in cui devi decidere.
    Va’ , fa’, decidi, questo e’ il linguaggio di Cristo, non pare che esortasse a lasciarsi cullare nei sogni.
    Anche ai Santi , es. a San Francesco, Gesu’ si e’ rivolto spingendoli ad azioni e missioni precise: Francesco, ripara la mia casa.
    Ci vorrebbe qualcuno ( come nel passato ci furono i grandi maestri spirituali) che spingesse i giovani a prendere decisioni , magari dure e difficili, a lasciare tutto per farsi seguaci di Cristo, piuttosto che cullarsi nei sogni di un futuro roseo e idilliaco. Meno individualismo narcisista e piu’ spirito di sacrificio.
    Ma oggi di simili maestri che insegnino come Gesu’ c’è ne sono rarissimi anche fra i sacerdoti ( soprattutto fra i sacerdoti)

    13 Agosto, 2018 - 16:42
  21. Clodine-Claudia Leo

    Se parliamo del sogno a livello onirico, certamente, la Bibbia offre un ventaglio straordinario di esperienze. Il sogno’è da sempre un rivelatore fedele della dimensione inconscia: riattiva antiche esperienze, è un’avventura della mente. Ciò detto non vuole escludere, ben inteso, un’uso sociale del sogno. I greci ad esempio sostenevano il principio secondo il quale in assenza di “sogni” la stessa idea di Polis, di Civitas verrebbe a mancare se nessuno sogna più. Sta di fatto, però, che “un “sogno” resta tale se non si ancora saldamente alla realtà contingente: una visione senza sostanza che smette di essere quel motore di connessioni, interdipendenze cui tende se non riesce a dar corpo a una struttura organizzative.

    13 Agosto, 2018 - 17:00
  22. Clodine-Claudia Leo

    Condivido MCV

    13 Agosto, 2018 - 17:43
  23. Amigoni p. Luigi

    Rif. 13.53 – Brutta traduzione

    Auspico un ritorno liturgico al latino (almeno per i sogni).
    Grazie per la segnalazione.

    13 Agosto, 2018 - 18:21
  24. Federico Benedetti

    I giovani della mia generazione hanno avuto la grazia di un pontefice santo che ha invitato ad “aprire, spalancare le porte a Cristo”. Senza equivoci, senza riferimenti equivocabili.
    Mi spiace per i giovani di oggi, ai quali si dice solo di seguire i propri sogni, a prescindere dal contenuto, e ai quali non viene più indicata la via che è Cristo.
    Anche su San Francesco io ho appreso una narrazione diversa: a me hanno raccontato che non aveva semplicemente un sogno, ma che San Francesco ha risposto alla chiamata del Signore, si è convertito e ha risposto alla chiamata/vocazione. Non un sogno, ma una vocazione.
    Non capisco proprio questo messaggio ai giovani, mi sembra generico, relativista (uno può sognare una cosa, un altro il suo opposto: va bene tutto a prescindere?) e poco cristiano. I giovani hanno bisogno di messaggi chiari e la Chiesa deve parlare loro di Cristo. Mi spiace per i giovani del 2018 e ringrazio il Cielo per la grazia di aver conosciuto l’insegnamento di San Giovanni Paolo ll.

    14 Agosto, 2018 - 15:54
  25. Luigi Accattoli

    Brani nei quali è il nome di Gesù presi dal “Saluto del Santo Padre” ai giovani che ha concluso la Veglia al Circo Massimo di sabato 11 agosto, linkato al commento precedente:

    Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Gv 20,1-8), Giovanni ci racconta quella mattina inimmaginabile che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità […]. Tutti corrono, tutti sentono l’urgenza di muoversi: non c’è tempo da perdere, bisogna affrettarsi… Come aveva fatto Maria – ricordate? – appena concepito Gesù, per andare ad aiutare Elisabetta […]. I discepoli di Gesù corrono perché hanno ricevuto la notizia che il corpo di Gesù è sparito dalla tomba […]. Forse si riaccende in loro la speranza di rivedere il volto del Signore! Come in quel primo giorno quando aveva promesso: «Venite e vedrete» (Gv 1,39). Chi corre più forte è Giovanni, certamente perché è più giovane, ma anche perché non ha smesso di sperare dopo aver visto coi suoi occhi Gesù morire in croce; e anche perché è stato vicino a Maria, e per questo è stato “contagiato” dalla sua fede. Quando noi sentiamo che la fede viene meno o è tiepida, andiamo da Lei, Maria, e Lei ci insegnerà, ci capirà, ci farà sentire la fede. Da quella mattina, cari giovani, la storia non è più la stessa. Quella mattina ha cambiato la storia […]. Cari amici, vi siete messi in cammino e siete venuti a questo appuntamento. E ora la mia gioia è sentire che i vostri cuori battono d’amore per Gesù, come quelli di Maria Maddalena, di Pietro e di Giovanni. E poiché siete giovani, io, come Pietro, sono felice di vedervi correre più veloci, come Giovanni, spinti dall’impulso del vostro cuore, sensibile alla voce dello Spirito che anima i vostri sogni. Per questo vi dico: non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna […]. Sarò felice di vedervi correre più forte di chi nella Chiesa è un po’ lento e timoroso, attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente […]. Il Vangelo dice che Pietro entrò per primo nel sepolcro e vide i teli per terra e il sudario avvolto in un luogo a parte. Poi entrò anche l’altro discepolo, il quale – dice il Vangelo – «vide e credette» (v. 8). È molto importante questa coppia di verbi: vedere e credere. In tutto il Vangelo di Giovanni si narra che i discepoli vedendo i segni che Gesù compiva credettero in Lui. Vedere e credere. Di quali segni si tratta? […] In tutti questi segni Gesù rivela il volto invisibile di Dio. Non è la rappresentazione della sublime perfezione divina, quella che traspare dai segni di Gesù, ma il racconto della fragilità umana che incontra la Grazia che risolleva. C’è l’umanità ferita che viene risanata dall’incontro con Lui; c’è l’uomo caduto che trova una mano tesa alla quale aggrapparsi; c’è lo smarrimento degli sconfitti che scoprono una speranza di riscatto. E Giovanni, quando entra nel sepolcro di Gesù, porta negli occhi e nel cuore quei segni compiuti da Gesù immergendosi nel dramma umano per risollevarlo. Gesù Cristo, cari giovani, non è un eroe immune dalla morte, ma Colui che la trasforma con il dono della sua vita. E quel lenzuolo piegato con cura dice che non ne avrà più bisogno: la morte non ha più potere su di Lui […]. Questa è la novità rivoluzionaria del Vangelo: il sepolcro vuoto di Cristo diventa l’ultimo segno in cui risplende la vittoria definitiva della Vita […]. Gesù ha vinto la morte dando la sua vita per noi. E ci manda ad annunciare ai nostri fratelli che Lui è il Risorto, è il Signore, e ci dona il suo Spirito per seminare con Lui il Regno di Dio. Quella mattina della domenica di Pasqua è cambiata la storia: abbiamo coraggio! Quanti sepolcri – per così dire – oggi attendono la nostra visita! Quante persone ferite, anche giovani, hanno sigillato la loro sofferenza “mettendoci – come si dice – una pietra sopra”. Con la forza dello Spirito e la Parola di Gesù possiamo spostare quei macigni e far entrare raggi di luce in quegli anfratti di tenebre […]. Il segreto è tutto lì, nell’essere e nel sapere di essere “amato”, “amata” da Lui, Gesù, il Signore, ci ama! E ognuno di noi, tornando a casa, metta questo nel cuore e nella mente: Gesù, il Signore, mi ama. Sono amato. Sono amata. Sentire la tenerezza di Gesù che mi ama. Percorre con coraggio e con gioia il cammino verso casa, percorretelo con la consapevolezza di essere amati da Gesù. Allora, con questo amore, la vita diventa una corsa buona, senza ansia, senza paura, quella parola che ci distrugge. Senza ansia e senza paura. Una corsa verso Gesù e verso i fratelli, col cuore pieno di amore, di fede e di gioia. Andate così!

    14 Agosto, 2018 - 17:24
  26. alphiton

    Federico, vergognati. Non hai neanche letto quanto è stato detto dal Papa e subito sei partito con uno dei tuoi vacui e insensati attacchi… Bene ha fatto Accattoli a sbugiardarti!

    14 Agosto, 2018 - 18:08
  27. Lorenzo Cuffini

    Fede: ma quando ti svegli?!

    14 Agosto, 2018 - 18:31
  28. Federico Benedetti

    Svegliatevi voi: il messaggio del Papa passato sui media, anche cattolici, nei tg e notiziari dei giorni scorsi per il sinodo dei giovani era ridotto solo ad un appello appassionato a credere nei sogni. Ai tempi dei predecessori di questo pontefice non era così, i messaggi dei papi, anche nella estrema sintesi dei media, avevano ben altra profondità. Mi fa piacere che si sia trovato il tempo di parlare anche di Cristo, ma bisogna riconoscere che l’accento dei predicatori e l’attenzione degli uditori sono andati altrove ( e me ne dispiace).

    14 Agosto, 2018 - 21:48
  29. alphiton

    Penoso tentativo di salvarti in corner, caro il mio Federico

    14 Agosto, 2018 - 22:08
  30. Federico Benedetti

    Non mi interessa affatto il tuo giudizio, anonimo alphiton… Ho espresso con semplicità la mia impressione, basata sull’evidenza dei titoli dei media nei giorni scorsi. Non mi interessano le critiche pregiudiziali degli incensatori di Bergoglio.
    A proposito, non era stato stabilito che solo chi firma con nome e cognome può partecipare al blog? Alphiton ha un privilegio speciale?

    14 Agosto, 2018 - 23:12
  31. Beppe Zezza

    Nel primo commento a questo thread avevo evidenziato come il passo più forte del discorso del Papa fosse proprio in chiusura quando ha annunciato il Kerigma.
    Vero peraltro quello che osserva Federico : i media minimizzano e sezionandolo distorcono il messaggio papale.
    Questo è un problema che si è sempre avvertito in questi anni del pontificato di Bergoglio. Ho più volte sollevato la questione del fatto che chi si informa solo sui media ne trae una impressione sbagliata
    Quello che un po’ mi da’ meraviglia è che i responsabili della comunicazione vaticana pare che non se ne curino in modo particolare. Anche il nostro Cuffini è però dello stesso parere: dobbiamo preoccuparci di quello che il Papa ha detto e non di quello che la stampa dice che lui ha detto.

    15 Agosto, 2018 - 12:45
  32. alphiton

    Sai benissimo come mi chiamo, visto che più volte abbiamo interloquito su questo e su altri blog. Se non ho firmato dipende dal fatto che credo che la mia identità sia oramai nota ai frequentatori del sito. Se ho contravvenuto ad una regola, comunque me ne scuso. Ma non è questo il punto. Trovo stupefacente che una persona che si ritiene intelligente e avveduta si limiti ai titoli dei quotidiani, che sappiamo essere molto superficiali quando si tratta di informazione religiosa. O forse è il tuo pregiudizio negativo su Bergoglio che ti fa pensare sempre male su di lui? E quindi basta il titolo di un quotidiano per rafforzarti nella tua opinione, anche se il Papa ha detto molto altro?

    Alberto Farina

    15 Agosto, 2018 - 14:06
  33. Amigoni p. Luigi

    Ore 12.45 – Soluzione semplice

    Ho una soluzione facile: dire al Papa di evitare di parlare di cose che possono essere colte, e colte subito, dai media; e di raccontare invece cose un po’ complicate che interessano per niente ai media (ed è colpa loro). Insomma dirgli che tenga conto dei “media del mondo”, nel senso di ignorarli e di farsi dettare da loro quello che non deve dire, cioè quel che piace a loro. E tanto meno il Papa deve parlare di cose scandalistiche che farebbero rumore sui media (per esempio: anatemi tipo quello di papa Wojtyla ad Agrigento, nel 1993).
    Così magari, di sabato scorso 11 agosto, i media avrebbero potuto scrivere: il Papa è andato al Circo Massimo (di Roma). E fermarsi lì. O dire niente del tutto. Poi noi cattolici osservanti – senza pregiudizi – ci saremmo lamentati che il nostro Papa non riesce a “farsi accorgere”, nemmeno se va a incontrare 70.000 giovani.

    15 Agosto, 2018 - 15:12
  34. Federico Benedetti

    Il punto invece è un altro ancora: la stampa ha sempre agito allo stesso modo anche negli anni passati e la sintesi è sempre stata parziale e riduttiva, ma provate a rispolverare i titoli relativi ai discorsi ai giovani di San Giovanni Paolo ll o di Benedetto XVI: a me sembra che le parole avessero una maggiore profondità e che anche i media non potessero più di tanto fraintendere o banalizzare. Parole chiare e inequivocabili. Con Bergoglio non è più così, OGNI VOLTA la stampa ha buon gioco a banalizzare il messaggio, perché è il messaggio che si presta a questa strumentalizzazione. L’accento era sul sogno e la stampa ha parlato SOLO del sogno, se si fosse messo l’accento su altro…

    15 Agosto, 2018 - 16:16
  35. Lorenzo Cuffini

    Non solo il pre-giudizio è totale,ma è pervasivo: nel senso che se ci rinunci una volta sola,devi rinunciare al trucchetto per sempre, dal momento che non ti funziona più essendosi sfarinato sotto il tuo naso.
    L obiezione sui media-cavallo di battaglia di Zezza- è una bella scoperta della acqua calda.Federico frigna nel rimpianto di quel che diceva GPII,e non si capisce perché dal momento che non una parola di quelle, ad esempio,riportate testualmente da Accattoli e dette da Francesco ai ragazzi sono in contrasto con quelle pronunciate da Wojtila ai loro coetanei. Per giunta basta leggersi un po di titoli di giornali della epoca x vedere come fossero paccottiglia rispetto alla sostanza del messaggio.Come è sempre stato.
    Una sveglia ,tripla,si imporrebbe.
    Molto divertente poi considerare quello che si vorrebbe: a) che il papa dicesse esclusivamente quello che il quaqquaraqqua di turno della fede vorrebbe b) che una occhiutissima sala stampa vatiCana, peraltro fortementè ridimensionata per importanza in tempo di social e dirette estemporanee, filtrasse e dirigesse l unico flusso autorizzato di notizie;c) che i giornali, che fanno i titoli far notizia è acchiappar lettori, facessero i neutri e fedelissimi riportatori di verità di tono e sosTanza, trattandosi del papa.
    La sveglia al ben vedere non va tripla, ma quadrupla.
    Anche perché i malpanciosi lamentisti filtrano i moscerini e ingoiano con noncuranza gli elefanti della disinformazione che NON la perfida stampa laicista ma la propagandistica stampa cattolica criptolefevriana propina loro ogni giorno, rincitrullendo il plaudente pubblico.
    La libertà è sovrana: che si rincitrulliscano giocondamente.
    Ma perche ‘poi affliggere l universo con il festival del pianto greco?

    15 Agosto, 2018 - 16:44
  36. Lorenzo Cuffini

    Proprio per nulla Federico.
    Il punto è che quello dei titoli è un goffo tentativo di salvataggio in corner.Nessun giornale e nessun titolo. NEl tuo messaggio urbi et orbi di ieri ore 15.54 tu ti permetti di entrare nella sostanza di quello che ha detto Francesco ai giovani, criticando pesantemente e accusando duramente.
    Dicendo cose non vere, né nelle accuse,ne’ nelle critiche. COme il lungo virgolettato riportato da Luigi ha evidenziato in modo definitivo e oggettivo.
    Punto e basta.

    15 Agosto, 2018 - 16:52
  37. Leonardo Lugaresi

    Caro Luigi, papa Bergoglio potrebbe mai avere un resocontista migliore di te? Intelligente, colto, di lunghissima pratica, pienamente simpatetico e desideroso solo di fare del bene. Ora, se sei stato proprio tu a titolare questo post «Francesco: quando un giovane sogna va lontano», con questo sommario del discorso del papa: «I sogni che portano lontano, il coraggio di rischiare sull’amore fedele, la Chiesa che ha bisogno dello slancio dei giovani, la novità rivoluzionaria del Vangelo», a me viene da pensare che forse Federico Benedetti non ha avuto torto a farsi l’idea che il “cuore” del messaggio papale stesse lì.

    Voglio dire, non è sempre tutta colpa dei giornalisti cattivi e incapaci. Noi qui ci serviamo di quelli bravi.

    15 Agosto, 2018 - 17:45
  38. Lorenzo Cuffini

    Stranissimo.
    Federico Benedetti e Leonardo Lugaresi si limitano a leggere i titoli dei giornali?
    Mi pare improbabile.
    A meno che non freghi loro un tubo.

    15 Agosto, 2018 - 20:15
  39. Beppe Zezza

    Rif 15.12 et alii

    Non si tratta di evitare argomenti che possono essere travisati dalla Stampa, riducendo il tutto a cose complicate delle quali la gente non capisce nulla. (Malignamente si po,trebbe dire che Si tratta, caso mai, di non fare apposta a scegliere argomenti e lessico in modo da avere titoli sui media ) la mia osservazione è soprattutto rivolta ai “media cattolici” , in particolare alla “sala stampa vaticana, ridimensionata per importanza” che non mette i puntini sulle “i” laddove la comprensione dei media laici risulterebbe essere andata fuori strada.
    Per quanto riguarda poi la “disinformazione propinata dalla propagandistica stampa criptolefevriana ” osservo che nel diluvio di “notizie” che giornalmente ci arrivano da ogni parte è oggettivamente assai difficile distinguere le “fake news” – cioè la “disinformazione” – dalla realtà a meno di non ricorrere a criteri “pregiudiziali” del tipo : quello che scrivono tizio, caio e sempronio non lo leggo proprio perché tizio, caio e sempronio sono menzogneri e quindi quanto dicono è certamente falso.
    È una logica di “schieramento” , inevitabilmente faziosa.
    Così come a una “logica di schieramento” può ascriversi il post delle 20.15 di Cuffini alla sensata osservazione di Lugaresi delle 17.45

    16 Agosto, 2018 - 7:14
  40. Lorenzo Cuffini

    Quante chiacchiere sul nulla.
    A) Se il problema è sapere cosa ha detto il papa, si va in un click alla fonte: fine.
    B) A maggior ragione ci si va se si parte dai media cattolici, dove, generalmente ci sono ottimi link alle fonti originali.Fine.
    C) I media laici sono appunto laici: fine.
    D)Le balle sono balle e molto facilmente riconoscibili.La notizia quadra con la forza te originale? Bene. Non quadra? Sarà altro. Magari opinione, interpretazione, dietrologia. .
    Magari balla.
    Vecchio criterio x gli amanti della informazione: si incrocino media di orientamenti opposti.
    Cosa un tempo possibile solo agli addetti ai lavori…Oggi possibile a tutti .
    Salvo a chi preferisce ragliare a vuoto.

    16 Agosto, 2018 - 17:03
  41. Lorenzo Cuffini

    La logica di schieramento, caro Zezza.Perdona, te la puoi urbanamente riporre nel taschino.
    Ossessionato dagli schieramenti sei lampantemente tu,e qualche altro bel tomo.
    Nonche’toma. …E purtroppo non d ‘alpeggio.

    16 Agosto, 2018 - 17:09

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