Vado al Massimo: i giovani con il Papa

“Vado al Massimo” è il motto – che mi pare ben scelto – della festa notturna che si farà domani al Circo Massimo, dopo la Veglia, in occasione dell’incontro dei giovani italiani con il Papa in vista del Giubileo dei giovani. Dopodomani il raduno si sposterà in piazza San Pietro. Nel primo commento un’idea sommaria dell’appuntamento.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Sinodo dei giovani. Domani e dopodomani è in programma il primo incontro di massa dei giovani italiani con Francesco: domani una veglia al Circo Massimo (il Papa parlerà verso le 19) e domenica, una celebrazione in piazza San Pietro (Francesco parlerà a mezzogiorno). Dovrebbero esserci 70.000 ragazzi. Gli organizzatori hanno puntato su elementi collaudati delle Giornate della gioventù: dopo la veglia con il Papa, al Circo Massimo ci sarà un concerto che ha il motto “Vado al Massimo”, che è il Circo Massimo ma è anche una canzone di Vasco Rossi. In una ventina di chiese romane si farà una “notte bianca” di intonazione biblica. L’intero raduno è costruito intorno ai motti “Per mille strade” e “Siamo qui”. La Chiesa soffre, in Italia come altrove, dell’abbandono dei giovani e Francesco vuole che questo raduno sia una prima tappa del “Sinodo dei giovani” che si farà in ottobre, con il compito di cercare le vie per una nuova proposta evangelica alla gioventù del nostro tempo.

    10 Agosto, 2018 - 23:45
  2. maria cristina venturi

    Sarebbe interessante s aperne un po’ di piu’ di questi giovani che vanno all’ incontro col papa. Perche’ come ha detto lo stesso Papa Francesco non esiste l’ etichetta” giovani” , non esiste la gioventu’ come categoria astratta e neppure come gruppo sociale, ma esistono persone , un giovane con la sua vita e la sua storia. Dunque chi sono uno per uno questi giovani con la loro vita e la loro storia? Ho tre figli di 26 , 24 e 20 anni, ho chiesto loro se conoscessero qualche loro coetaneo o amico o compagno di universita’ che va a questo incontro col papa. Non ne conoscono nessuno .
    Chi sono questi giovani? Fanno parte di associazioni giovanili, come scout e CL, oppure sono giovani che frequentano le parrocchie?
    Sono giovani che hanno scelto individualmente di andare all’ incontro col papa o fanno parte di un gruppo?
    A me interesserebbe sapere qualcosa di piu’ di qualcuno di questi giovani, cosi’ controcorrente rispetto ai loro coetanei. Settantamila e’ una bella cifra. Che fa ben sperare per il futuro della Chiesa. Ma torno a ripetere, chi sono nella realta’ questi giovani? Perche’ se saltasse fuori che sono quasi tutti ciellini o di altre associazioni cattoliche , e che partono “ intruppati” per seguire pedissequamente il loro gruppo , allora il discorso sarebbe diverso. Il bello sarebbe fossero giovani normali, che leggendo di questo incontro col papa autonomamente avessero deciso di andare a Roma.
    Se no il tutto sa di una cosa troppo poco spontanea.

    11 Agosto, 2018 - 12:44
  3. Luigi Accattoli

    Da don Alberto Gastaldi, responsabile del rapporto della Chiesa con i giovani per la Liguria, che è appena arrivato a Roma con i ragazzi della regione, ricevo questa narrazione:

    Ciao! Le domande più essenziali che nascono, la parola del Vangelo che scuote, un gesto di sostegno nella salita, il mare verde che si presenta tra le fronde degli alberi, le porte di parrocchie e dei circoli che si aprono, il volto di un nuovo amico che diventa familiare, la sorpresa di borghi incantevoli, la freschezza di far parte della Chiesa. Potrebbe essere questo l’indice del cammino che centocinquanta giovani, appartenenti alle diocesi di Genova, Chiavari e La Spezia, hanno compiuto nei giorni scorsi nella riviera ligure di levante. Aspetti che sono il risvolto concreto di tre parole consegnate ai pellegrini all’inizio della loro esperienza. È stato don Mario Rollando della diocesi di Chiavari ad affidare ai giovani la bellezza, il riconoscimento e l’appartenenza come mandato nella catechesi iniziale al santuario di Montallegro sopra Rapallo. Il sudore sui volti non è stato soltanto quello portato dalle giornate umide. È stato anche il segno di una fatica buona del mettersi in ricerca, personalmente e in gruppo, per seguire quel “venite e vedete”. Intuizioni di bene consegnate ai giovani anche dai diversi testimoni che hanno incontrato in ogni tappa. Dalla storia di rinascita di Silvano, uscito dalla tossicodipendenza, alla consacrazione di suor Sandra, dalla “casa famiglia” di Giovanni ai progetti del servizio civile della Caritas. Lo stupore è arrivato dalle storie di gratuità, come anche dagli scenari che si sono presentati durante i percorsi affrontati a piedi.
    Travolgente l’accoglienza nei paesi.
    La pasta al pesto e la torta di riso non sono mai sembrate così buone come questi giorni, perché erano condite dal sapore della fraternità.
    Clima di serenità donato da uno “scambio” quotidiano tra giovani e adulti.
    I pellegrini sono stati accompagnati da monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliare di Genova, da una quindicina di sacerdoti e da un gruppetto di educatori. Tanti i volontari che hanno donato del tempo per sostenere il gruppo negli aspetti più pratici. Per loro la soddisfazione di aver aiutato i giovani a mettersi in cammino nella strada della vita.

    11 Agosto, 2018 - 14:27
  4. Luigi Accattoli

    I giovani del Levante Ligure accompagnati da don Alberto sono 150. L’Avvenire di ieri pubblicava una testimonianza di una coppia di giovani sposi, Marco e Francesca, 36 e 26 anni, che sono tra gli animatori di questo gruppo. “E’ prezioso – dicevano – il viaggio con loro, attestando la bellezza dell’essere famiglia in cammino nella fede e nella vita”.

    11 Agosto, 2018 - 14:37
  5. Conosco alcuni di questi giovani. Sono del tutto normali, anche se certo fanno un cammino di fede.

    11 Agosto, 2018 - 16:49
  6. maria cristina venturi

    Antonella Lignani , mi sono espressa male. Certo che sono giovani normali, ma io intendevo dire se davvero sono rappresentativi della media dei giovani italiani, o se sono un campione “ scelto” e se sono un campione scelto , con quali criteri: frequenza delle parrocchie, appartenenza a movimenti come CL. Neocat , focolarini , scout , ecc.
    Se i giovani che vediamo oggi a Roma sono un campione rappresentativo della media dei giovani italiani allora c’ e’ da ben sperare, c’ e’ da sperare che queste nuove generazioni, al di la’ degli “ eventi” mediatici, rifondino in Italia il cattolicesimo.
    Nella vita di tutti i giorni pero’ io tutti questi giovani cattolici non li vedo…..

    11 Agosto, 2018 - 19:40
  7. picchio

    Riposto qui commento che ho sbagliato ad inserire in altro post

    Mcv
    Non so come sono stati i giovani di questi incontro, so come venivano scelti i partecipanti agli incontri con GPII perché ho partecipato ad alcuni di essi è le modalità dovrebbero essere le stesse. Partecipano giovani provenienti dall’associzionismo cattolico o impegnati in parrocchia a vario titolo, animatori oratorio, catechisti, gruppo canto, doposcuola, ecc… Io per esempio ho partecipato come focolarina. Allora come ora quei giovani sono una minoranza rispetto alla maggioranza dei giovani, anzi ora più di allora….Se i tuoi figli non hanno amici di questo tipo è facile che non conoscano nessun partecipante all’incontro.
    Cristina Vicquery

    12 Agosto, 2018 - 0:45

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