Franco si fa ricoverare nella Rsa per assistere Adriana

«Entrando in ospedale il 25 aprile, alle Molinette di Torino, non credevo che ce l’avrei fatta, pensavo: “La mia vita l’ho vissuta, ho 79 anni, se devo andare vado, ma se posso restare lo faccio volentieri”. A riempirmi di angoscia non era la mia fine, ma il fatto di non potermi prendere cura di Adriana»: così racconta un torinese che ce l’ha fatta, Franco Aloia. Ce l’ha fatta con la moglie Adriana, mettendosi a rischio per salvarla, essendo Adriana colpita da Alzheimer dal 2004 e completamente dipendente da lui. Per assisterla Franco si è fatto ricoverare con lei, con lei ha contratto il virus e insieme sono poi guariti. Nei commenti riporto in parte e in parte riassumo il racconto della loro avventura che Mario Calabresi – già direttore dei quotidiani “La Stampa” e “Repubblica” – ha pubblicato nel suo sito il 24 maggio con il titolo “Storia di un amore in quattro settimane” e che ha poi aggiornato il 7 agosto.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Mi ricoveri con lei. Calabresi 1. L’avventura di Franco e Adriana prende avvio il 5 marzo: come ogni giorno da quando Adriana è ricoverata in una Rsa, cioè dal 2014, Franco va da lei a darle il buongiorno con un vassoietto di pasticcini alla crema per festeggiare il 54° anniversario di matrimonio. “Si sono sposati nel 1966, viaggio di nozze con la 500 in Spagna, poi tre figlie in dieci anni”.
    Non gli permettono di entrare: è arrivato l’ordine di isolare la struttura da ogni contatto con l’esterno. “Ma io sapevo che non potevo lasciarla sola”, racconta Franco: “Se non ci sono io viene invasa dalla paura, non mangia e si lascia andare. Cerco subito il direttore sanitario e gli chiedo di ricoverare anche me. È una richiesta difficile, resistono, ma io insisto, lo tempesto di telefonate”. Dopo due giorni, lo chiama il direttore: “Le ho messo un letto accanto a sua moglie, ma sappia che una volta entrato non potrà più uscire”.
    Per tutto marzo restano chiusi nella stanza, solo qualche puntatina in giardino, dove non passeggia nessuno a parte loro. “Intorno a metà aprile i primi stati febbrili tra le operatrici seminano la paura, il personale si assottiglia e i tamponi non arrivano. Franco comincia ad avere una brutta tosse secca, all’inizio spera sia la solita allergia primaverile ma gli antistaminici non fanno effetto; poi la febbre”.

    16 Agosto, 2020 - 21:22
  2. Luigi Accattoli

    Febbre a 40. Calabresi 2. La sera del 25 aprile la febbre di Franco arriva a 40. Lo portano alle Molinette: positivo al coronavirus con polmonite bilaterale. “Lei smette di mangiare, cinque giorni dopo ha la febbre alta e fa lo stesso percorso verso l’ospedale”. È la sera del 30 aprile. Le figlie Stefania, Silvia e Sandra corrono fuori dalla Rsa e riescono a vederla mentre la caricano sull’autoambulanza: «Da quella barella ci guardava con gli occhi ben aperti, non piangeva. Chissà, forse sotto la mascherina sorrideva, stava per raggiungere papà». Ma lei e Franco non sono nello stesso reparto, le cose si complicano e comincia il dramma: non riescono ad alimentarla, rifiuta qualunque cibo e si strappa i tubicini.
    “Chiedevo a tutti che me la mettessero vicina”, racconta Franco. Lo stesso chiedevano le figlie. In capo a otto giorni lei è al lumicino con la diagnosi di “disfagia completa”. Infine il 4 maggio si libera il letto accanto a Franco, il suo vicino è guarito. «E lì hanno deciso di riunirci e hanno fatto il miracolo. Ho visto entrare Adriana, non ci potevo credere, mi sono tolto la mascherina e le ho parlato. Avevo una mousse di mele sul comodino, l’ha mangiata subito. Io sono la sua tranquillità e questo per me è tutto».
    Sabato 16 maggio arriva il risultato del tampone, Adriana si è negativizzata. Franco no. Ma in ospedale hanno deciso di lasciarli comunque insieme. «Adesso le posso stare vicino, le tengo la mano e sentiamo la musica, lei è felice e io anche».

    16 Agosto, 2020 - 21:29
  3. Luigi Accattoli

    Sindacalista famoso. Calabresi 3. Franco Aloia – racconta Calabresi – ha fatto prima l’operaio e poi il sindacalista. E’ nato a Torino da genitori campani: il papà alla fine degli anni Venti era emigrato dalla provincia di Napoli per fare il sarto. “Anche Adriana Roncarolo, che è più grande di Franco di un anno e mezzo, aveva la mamma sarta, mentre il papà era falegname. Quando si sono conosciuti, lei lavorava in un grande magazzino di tessuti, faceva i campionari, ma durante la sua seconda maternità l’attività chiuse. Per molti anni ha amministrato l’ufficio missionario della Diocesi di Torino”.
    Con il viaggio di nozze in Spagna “si innamorano di Barcellona e proprio entrando in Catalogna nel marzo del 1976, pochi mesi dopo la morte del dittatore Francisco Franco, il nostro Franco viene arrestato e passa alcuni giorni in carcere. La sua colpa è di aver cercato di introdurre, nascosti nei pannelli delle portiere e nel doppio fondo del bagagliaio, libri e documenti per il nascente e ancora clandestino sindacato spagnolo. Per riportarlo a casa interviene il governo italiano, ma questa sarà una medaglia nel suo percorso di sindacalista della Cisl, esponente di quel cattolicesimo di sinistra che sosterrà Solidarnosc in Polonia e lavorerà per l’unità sindacale fino a diventare segretario generale dei metalmeccanici a Torino nel 1979 e a guidare la Fim-Cisl nazionale dieci anni dopo”.

    16 Agosto, 2020 - 21:30
  4. Luigi Accattoli

    Solo io la capisco. Calabrasi 4. Nel 2004 arriva l’Alzheimer di Adriana; fino al 22 dicembre 2012 Franco fa tutto da solo. Ma quella sera, mentre le sta sollevando le gambe sul divano, lei ha uno scatto e lo fa cadere all’indietro, lui picchia su un tavolino e si frattura alcune costole. Anche lei cade. Finiscono entrambi in ospedale, poi lei va in una Rsa specializzata e riprende a camminare ma perde la parola.
    «Non importa, io la capisco benissimo, dai gesti, dalle espressioni, dal comportamento. Dopo tutti questi anni niente mi è sconosciuto. So che ama stare all’aperto, allora ho trovato una struttura con un grande giardino e da sei anni arrivo la mattina e vado via quando si addormenta la sera. Abbiamo una vita tutto sommato anche bella; quando usciremo dall’ospedale, torneremo a fare i nostri piccoli viaggi: la carico sulla macchina e andiamo al Parco del Valentino, torniamo a Superga, dove c’è stato il primo bacio, e passiamo le ore nel verde”.
    Nella news del 7 agosto Calabresi ha fornito ai suoi lettori un aggiornamento provvisorio: “Franco e Adriana stanno abbastanza bene. Sono rientrati nella Rsa ma da essa non possono uscire e possono incontrare i parenti solo mezz’ora alla settimana, in giardino. Il governo ha dato ai direttori sanitari di ogni struttura la possibilità e la responsabilità di riaprire, ma dopo tutti quei morti e le tante inchieste che arriveranno nessuno si assume quel rischio”.

    https://www.mariocalabresi.com/stories/storia-di-un-amore-in-quattro-settimane/

    16 Agosto, 2020 - 21:31
  5. Luigi Accattoli

    Franco Aloia ringrazia Calabresi. Il Sito “Sindacalmente” riproduce il 24 maggio la storia di Franco e Adriana narrata da Mario Calabresi e tra i commentatori interviene Franco Aloia, il protagonista della storia, che così ringrazia Calabresi:

    Grazie Mario per aver partecipato a quell’ondata di affetto e amicizia (e preghiere) che mi hanno raggiunto alle Molinette e mi hanno accompagnato ai due tamponi negativi. Ricordi un episodio vero successo il 24 marzo ’69. Cancelli dell’Aspera motors. Io distribuisco un volantino con i candidati alla Commissione interna della Fim e Adolfo Bisoglio un volantino analogo per la FIOM. Mi vengono a chiamare perché Adriana ha le doglie. Aspetta Silvia ,la seconda figlia. Bisoglio distribuisce i due volantini insieme, mentre io raggiungo Adriana. E’ lo spirito unitario degli anni ’60 che porterà alla FLM. Davvero grazie, Mario, per tutto quello che fai. Un abbraccio, Franco

    https://sindacalmente.org/content/storia-damore-e-covid/

    17 Agosto, 2020 - 7:00
  6. Bellissimo racconto. Beati loro che si amano tanto.

    17 Agosto, 2020 - 13:30
  7. Clodine-Claudia Leo

    Don Giampaolo grazie per le cose che scrive,per i suoi commenti al Vangelo, per il suo esserci. Bellissimo il suo blog, che visito puntualmente, ricco di spiritualità invita alla riflessione ed apre ad orizzonti sempre nuovi…

    21 Agosto, 2020 - 6:01

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