Gaza: “Senza gioia come possiamo concepire la pace?”

I bambini non hanno potuto decorare nulla nelle scuole perché non c’erano alberi, luci, festoni, e per loro il Natale è stato triste. Ma senza gioia come possiamo concepire la pace?“: così ha parlato al telefono con la rivista “Trentagiorni” padre Manuel Musallam, l’unico sacerdote cattolico di rito latino presente nella striscia di Gaza. Alla guerra tra Hamas e Israele il padre Manuel dà questa occhiata: “Lo sappiamo che i palestinesi hanno tirato i razzi contro Israele e che Israele ha risposto attaccando in modo brutale. Ma non sarà questa la soluzione della questione della Palestina! Se vedessimo i palestinesi lanciare i razzi gli diremmo no!, gli diremmo di fermarsi. Ma non è questa la sola pagina del libro: su un foglio sta scritto l’errore dell’uno, sul successivo le colpe dell’altro, in una spirale che non ci sta portando da nessuna parte, di sicuro non alla pace. Al contrario, attrae e prepara più violenza, liti, odio, rifiuto dell’altro, guerra“.

106 Comments

  1. raffaele.savigni

    Purtroppo è vero, entrambe le parti portano una parte di responsabilità. Hamas porta la grave responsabilità di avere rotto la tregua, Israele quella di avere risposto in modo indiscriminato. Sperriamo che il nuovo Presidente am,ericano faccia pressioni su Israele, una volta disarmata Hamas, per ottenere trattative realistiche sulla base del principio “due popoli, due Stati”.

    6 Gennaio, 2009 - 19:27
  2. marta09

    Su questi argomenti mi sento sempre con le spalle al muro. Non mi trovo a mio agio e tutto mi pare “parole tanto per parlare”, insiemi di luoghi comuni e – perchè no – un vago e fastidioso “stare alla finestra” … alla nostra finestra.
    L’attenzione sui drammi del mondo, purtroppo, spesso portano alla disattenzione sui problemi vicini … e sì che hanno la stessa radice, hanno la stessa origine.
    Mi dispiace, ma mi rifiuto di buttare parole anche di speranza su situazioni che neppure posso immaginare per una questione di rispetto.
    Potrei innescare una serie di “se potessi ….”, ma dato che non posso, come non può nessuno di noi, l’unica cosa che posso fare, l’unico aiuto che posso dare è affidare a Dio in una preghiera fatta di insistenza e di pretese. Sì, insisto e pretendo … e vorrei che ci fosse qualcuno di questi popoli feriti dentro questo blog, vorrei che ci parlasse, vorrei vedere quel grande miracolo che si chiama “non odiare i propri nemici” (per l’amare ci stiamo attrezzando, ma è un po’ complicato).
    Di fatto – e mi meraviglio come non venga detto nelle nostre chiese – la radice delle guerre e delle oppressioni si può trovare anche in chi sta in fianco a noi … quindi iniziamo a portare il nostro aiuto nel piccolo, qui e adesso; cominciamo a sporcarci le mani nel piccolo, qui e adesso e poi di singolo in singolo è probabile che si arrivi a quel “singolo” che è a capo di governi.
    E’ semplicemente assurdo chiedere a Dio “effetti speciali e risolutivi” di massa (a volte lo fa) perchè da quanto si capisce dal Vangelo (e non abbiamo altro mezzo per saperlo) le conversioni passano da ogni singolo, l’umanità redenda è un’inieme di redenzioni.
    La guerra spaventa … ma quante guerre abbiamo nelle nostre case? Quante guerre abbiamo per le nostre “fortunate” strade? Quante guerre si consumano anche nelle nostre comunità?
    Ma per ogni guerra è data la possibilità della pace, una possibilità che viene proposta e riproposta in continuazione.
    Ecco perchè dicevo nel mio augurio di buona Epifania che il Natale dei cristiani doc inizia il 7 gennaio, ecco perchè dicevo che siamo tutti chiamati ad essere profeti di luce e di vita.
    Morire per una bomba arma o morire per una bomba parola o soccombere per una bomba ingiustizia è sempre e comunque morire a causa di una guerra che, semplificando all’estremo, è sempre per una causa personale di pochi.
    Sì un occhio al mondo, sì pregare per il mondo, ma sì agire in questo nostro piccolo, insignificante, mondo quotidiano … chi ce lo dice che “uno” di noi non diventerà domani un “capo di Stato”?
    Ciao ciao
    Monza è una favola bianca … e nevica ancora e domani per andare in ufficio sarà come partecipare ad un campionato nazionale di sci o di pattinaggio artistico. Ma la bellezza di oggi non viene minimamente lesa.

    6 Gennaio, 2009 - 19:59
  3. Marilisa

    Mi ritrovo totalmente nelle parole del padre Manuel Musallam(ed infatti avevo espresso lo stesso concetto in un post di alcuni giorni fa).Anche io sono convinta che in quelle terre,nonostante i numerosi auspici di pace che si formulano in tutte le parti del mondo, la pace difficilmente verrà raggiunta perché non c’è autentica volontà di pace da entrambe le parti.Sono due popoli-Israeliani e Palestinesi- che cordialmente da decenni si odiano e che si appigliano al primo pretesto che capita per offendersi militarmente,in una spirale di violenza senza fine.Ed intanto le vittime non si contano.Stranamente il messaggio di pace della religione cristiana qui non ha alcuna presa e c’è da chiedersi il perché di un tale fallimento.Dio parla anche così?Sappiamo però che Dio,per agire,ha bisogno della volontà e dell’aiuto dell’uomo,ma l’uomo molto spesso volge le sue energie verso il male.Soprattutto l’uomo vuole prevaricare sul suo simile,e questa è la sua colpa maggiore.
    Resta il fatto che le tormentate vicende di quei Paesi anche in questi giorni sono più che mai emblematiche di come la violenza generi drammaticamente altra violenza e lutti, fino a che almeno uno dei contendenti non si decida a fare un passo indietro.Cosa certamente non facile quando a prevalere è l’orgoglio.

    6 Gennaio, 2009 - 21:32
  4. marta09

    Orgoglio personale, potere personale … il solito vecchio peccato originale.
    Bene, è ora di credere fermamente che “nulla è impossibile a Dio” anche se tanto è possibile al male.
    Adesso è l’unica arma che spezza ogni arma questo “credo” corale di chi crede che non c’è pace senza rinuncia a sé stessi, alla ragione di sé stessi.
    Tutti conosciamo la causa di questa guerra, anche gli stessi popoli trafitti lo sanno, anche i responsabili lo sanno, ma la rinuncia al “proprio” è una cosa – a questo punto – individuale di chi “può” cambiare.
    Ripeto, sia il nostro Credo che “nulla è impossibile a Dio” ad andare avanti … e per noi, per la nostra vita sia un impegno a “crescere” uomini e donne capaci di discernere cosa sia il bene comune ed il bene proprio; uomini e donne che possonno e potranno sempre cambiare situazioni in stallo … perchè si può, davvero si può e la storia lo insegna.
    Che il nostro pensiero di preghiera sia nel mondo e nell’umanità, ma che la nostra azione sia qui, adesso e subito … si inizia sempre dal “niente” per costruire qualcosa.
    Lo abbiamo visto in questi giorni no? Un Dio bambino per cambiare nel cuore l’umanità ad uno ad uno.
    … E per quanti se lo fossero scordati anche al tempo di Gesù c’erano queste situazioni, ma Gesù non ha sprecato sguardim, gesti e parole per le masse dei potenti, ma ha ridato dignità ai “nessuno”.
    Forse sbaglierò io, ma quello che abbiamo sentito e visto è questo.
    Si inizia davvero dal “niente” per costruire il “tutto”.
    Ciao

    6 Gennaio, 2009 - 23:16
  5. melania

    I rabbini parlavano di Gerusalemme e dicevano:
    Dieci misure di sapienza aveva Dio : Nove le ha date a Gerusalemme
    Dieci misure di bellezza aveva Dio : Nove le ha date a Gerusalemme
    Dieci misure di dolore aveva Dio : Nove le ha date a Gerusalemme

    Gerusalemme non può essere la fidanzata di nessuno, né degli ebrei né degli arabi. perché è la madre di tutti

    7 Gennaio, 2009 - 6:56
  6. ignigo74

    Ragazze su: un pò meno melassa e un pò più di sintesi.

    7 Gennaio, 2009 - 11:34
  7. marta09

    Melassa? Sintesi?
    Te li servo con simpatia e subito (è quello che viene fuori da certe posizioni), con questo:
    “Povera gente!!!”
    … che tutti pensano.
    E ti rispondo con altri termini:
    concretezza e realismo.
    Ciao

    7 Gennaio, 2009 - 13:00
  8. ignigo74

    concretezza e realismo: semplicemente stupendi.

    7 Gennaio, 2009 - 14:46
  9. Luigi,
    le espressioni che tu riporti sono forti e terribili.
    Tutto il mondo ha preso da decenni sottogamba il conflitto mediorientale, e si preoccupa solo di risvolti possibili terroristici nei propri paesi.
    Gli stessi USA, solo dopo che con i propri occhi hanno visto che il terrorismo fondamentalista ha attraversato l’oceano per atterrare sulle loro terre, hanno trovato forza e motivazioni per una guerra totale a tutto il terrorismo di tutto il mondo…
    La Palestina è un problema delegato alle risoluzioni di Israele.
    Israele ha riconquistato la terra dei suoi avi, ora Israele continuerà a gestire questo problema, con l’aiuto del più grande patner mondiale.
    In Italia per le formazioni politiche si tratta di una problematica ideologica a favore di Israele o contro i Palestinesi “iuxta modum”(appositamente diversificate) stando attenti a non portarci il loro terrorismo in casa nostra.
    Ecco, di fronte a questi dati, io come persona, cristiano, qui a Roma che faccio? In concreto? perche’ vi sia un cambiamento di questa realtà conflittuale?
    Ci sono cristiani che hanno scelto di vivere in concreto all’interno di quel conflitto, in Israele e tra i Palestinesi, servendo i più poveri e facendo gli operai di pace.
    Io da qui, come posso influire sulla politica del mio paese e di quella amata terra, terra dei nostri padri nella fede?
    Scusatemi la concretezza.

    7 Gennaio, 2009 - 15:09
  10. marta09

    Credo iniziando a credere e a vedere che le stesse cause che portano guerre e persecuzioni sono qui vicino a noi.
    Da questa vista agire di conseguenza … anche su se stessi.
    E più rispetto per chi soffre a causa di guerre visto che non ci siamo dentro.

    7 Gennaio, 2009 - 15:45
  11. Nino

    “E più rispetto per chi soffre a causa di guerre visto che non ci siamo dentro.”
    —————————————–
    Ci siamo, eccome!
    Vedi http://www.difesa.it/Operazioni+Militari/missioni_attivit%C3%A0_internazionali/
    33 missioni in 21 Paesi più 1 area geografica – Totale personale: n. 8.832 militari
    Così suddivisi
    Bosnia 426
    Marocco 5
    Cipro 4
    Congo 4
    India-Pakistan 7
    Sudan- Chad – RCA 105
    Malta 37
    Balcani 2.398
    Afghanistan 2.615
    Albania 23
    Libano 2.460
    Iraq 100
    Georgia 38
    Egitto 92
    Gaza 5
    Hebron 12
    Israele 7
    E Nassirya? e i reduci delle operazioni in Kosovo, Albania, ex Jugoslavia, morti in patria per carcinomi da utilizzo di munizioni con uranio arricchito?

    7 Gennaio, 2009 - 17:34
  12. marta09

    Intendevo dire dentro “personalmente”. E’ il “dentro personalmente” che fa la differenza.
    Dimmi un po’ per quanto tempo tu hai sofferto per i morti di Nassirya? (a meno che tu non sia un parente di queste vittime) Hai mai sentito sibilare i proiettili sopra la tua testa? Qualcuno ti ha mai puntato il fucile alla schiena solo perchè sei cristiano? Hai mai provato la paura della guerra? Hai mai visto la morte in faccia per simili situazioni?
    Io, no, io non l’ho provata sulla pelle e vedo solo il dolore altrui, ma non l’ho sulla pelle, sulla mia pelle.
    Per questo chiedo rispetto, tanto rispetto
    E questa è concretezza e realismo e anche un po’ spietato.
    Ma rispetto non significa tacere o prendere le distanze o – peggio ancora – fregarsene: significa il “tormento” e la ricerca di Matteo del “cosa possiamo fare” … perchè di certo qualcosa possiamo fare.
    E la domanda di Matteo sia di ognuno di noi.

    7 Gennaio, 2009 - 17:47
  13. Nino

    @marta09
    mi dicono che 20 gocce di valeriana disciolte in acqua, più volte al giorno, aiutano negli stati di lieve agitazione. Ottimo sedativo è anche un bagno caldo.
    Nei casi gravi è consigliato l’uso di sedativi di sintesi, roba da cavallo.
    Io non ne prendo e non saprei cosa suggerirti.

    Una domanda: ma gli 8 mila e passa impegnati in missione sono orfani? O forse hanno figli, mogli, padri, fratelli sorelle, nipoti? Che ne dici?
    Sul cosa possiamo fare, Don Milani aveva suggerito l’obiezione di coscienza e ha rischiato la galera.
    Padre Ernesto Balducci fece altrettanto ma fini in carcere. Altri Tempi.
    E poi di che meravigliarsi?
    Usa e Cina finanziano la difesa (si fa per dire) con cifre 4 volte il PIL italiano, Russia, Germania, Inghilterra e Francia 2,5 volte, Il resto sono esercizi di stile.

    Ora il militare è un professionista e in tempi di cassa integrazione, assenza di lavoro e quando va bene di lavoro a cronometro, l’opzione militare per molti è un’opportunità. Giorni fa ponevo l’interrogativo sul silenzio di Dio.
    Ma l’argomento è scivolato, troppo ostico.

    7 Gennaio, 2009 - 18:45
  14. raffaele.savigni

    Cerco di rispondere alla domanda di Matteo, evitando scorciatoie come quella tutta ideologica suggerita da Nino (= rinunciare alle missioni militari di pace). In Libano c’è una missione di pace con osservatori internazionali, e guarda caso da un po’ di tempo non ci sono più attacchi sistematici a Israele o da Israele (a parte piccoli incidenti).
    Credo che dobbiamo impegnarci per una politica seria dell’Italia e dell’Europa, il che significa intervenire attivamente per promuovere soluzioni eque e ragionevoli ai conflitti, soluzioni che difendano Israele da attacchi terroristici continui (che non possiamo pretendere vengano subiti passivamente) e al tempo stesso evitino rappresaglie indiscriminate, garantendo anche ai palestinesi che vogliono vivere in pace il diritto ad un loro Stato.
    Sognare l’abolizione degli eserciti serve a poco, se non si sradica la violenza dal cuore dell’uomo. Nei Vangeli Giovanni Battista non chiede ai soldati di disertare, ma di non commettere violenze e di “contentarsi della loro paga”. La scelta profetica di alcuni non può essere imposta come una soluzione universale.

    7 Gennaio, 2009 - 18:58
  15. Nino

    @Savigni
    evitando scorciatoie come quella tutta ideologica suggerita da Nino (= rinunciare alle missioni militari di pace)
    ————————-
    è un pò che capisci fischi per fiaschi.
    Chiarisco, io no suggerisco scorciatoie di nessun genere, anzi sono talmente realista che non m’illudo sull’impiego sempre più spinto di armamenti e sulle stragi di civili come profeticamente disse appunto don Milani. Intere economie di stati leader sono di fatto economie di guerra, basta vedere il puntuale incremento delle spese militari a discapito di quelle sociali, anche questo ampiamente profetizzato da don Milani.
    Poi silenzio assoluto sul fiorente mercato del riutilizzo degli armamenti atomici obsoleti che in parte finiscono nei proiettili arricchiti proprio di quell’uranio e in massima parte finiscono nei paesi del terzo mondo.
    Altrochè guerrette convenzionali e pie illusioni sulle soluzioni diplomatiche di conflitti. Che diplomazia è quella che non riesce a sanare un conflitto che dura da 45 anni? E che nel frattempo non ne risolve altri non meno datati?
    Armi, armamenti, guerre, guerrette, sommosse, piccoli e medi conflitti sono il più grande businnes dei nostri tempi.
    Ma quale pace!

    7 Gennaio, 2009 - 19:19
  16. ciascuno dà un apporto diverso di opinione,
    ciascuno vede un lato della medaglia, che comunque esiste.
    Aiutiamoci a rispettarci anche nella diversità,
    mentre io attendo un consiglio concreto.
    ciao a tutti

    7 Gennaio, 2009 - 19:24
  17. Nino

    @Savigni (segue)
    “Credo che dobbiamo impegnarci per una politica seria dell’Italia e dell’Europa, il che significa intervenire attivamente per promuovere soluzioni eque e ragionevoli ai conflitti”
    ———————————-
    Prova a spiegarlo questi signori.
    Classifica dei paesi leader per esportazione di armi nel 2007 (nell’ordine)
    Stati Uniti, Russia, Germania, Francia
    L’Italia è al settimo posto.

    Roberto, secondo te gli armamenti li espongono nelle fiere di paese?
    Non c’è contraddizione tra attivare le diplomazie per risolvere i conflitti ed essere contemporanemente produttori e venditori di armi?
    L’utopia vorrebbe che nessuno più producesse e commercializzasse armi.
    Einstein affermò: «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre».
    Auguriamoci che non sia anche un profeta.

    7 Gennaio, 2009 - 19:35
  18. marta09

    Per Matteo:
    anch’io attendo un consiglio con te.
    Per ora mi oppongo ad ogni tipo di prepotenza e intolleranza sociale ed acclesiale e pago di persona e caro anche.
    E spero che qualcuno di quanti hanno visto e patito con me, accantonata la rabbia, diventi tanto “potente” da “avere una parola” che possa cambiare qualcosa.
    Altro io non posso fare, cerco in continuazione, ma non posso davvero fare altro.

    7 Gennaio, 2009 - 20:07
  19. Massimo D

    Cosa possiamo fare? Bella domanda.
    Personalmente, cerco di incoraggiare tutte le occasioni per favorire cooperazioni tra Italia e Territori Palestinesi e tra Italia ed Israele, e fortunatamente ho un lavoro che mi consente di fare questo e anche di andare di tanto in tanto laggiù. Andando di persona e parlando con entrambe le parti si capisce molto, e ti accorgi di quanto sia falsata la rappresentazione che emerge da giornali e tv.
    Nonostante la sproporzione delle forze in campo, non sono solo i Palestinesi ad avere bisogno del sostegno della comunità internazionale. Gli Israeliani sono realmente impauriti e vedono un futuro incerto, si sentono realmente minacciati. Credo che su questo l’Europa potrebbe e dovrebbe fare di più, perché gli Stati Uniti sono un alleato forte, ma alla fine con obiettivi diversi dalla pace. L’Europa dovrebbe avere la forza di rassicurare Israele ma al tempo stesso esercitare una decisa pressione perché si raggiunga un compromesso e un ritiro dai territori occupati. Da soli i governanti israeliani e palestinesi, anche quando ben disposti, non hanno purtroppo la forza politica per raggiungere un accordo, e senza una spinta esterna questa situazione si protrarrà indefinitamente.
    Cosa dovremmo fare dunque? Come minimo informarci con tutti i mezzi a disposizione ed esercitare il nostro peso di elettori e di “opinione pubblica”.

    7 Gennaio, 2009 - 21:01
  20. Nino

    @Massimo D
    Cosa dovremmo fare dunque? Come minimo informarci con tutti i mezzi a disposizione ed esercitare il nostro peso di elettori e di “opinione pubblica”.
    ——————————–
    Scusa ma in che senso?
    -Sulla libertà di espressione e dei mezzi di informazione,
    Siamo al 38° posto nel mondo.
    -Sul nostro peso di elettori.
    Votiamo liste bloccate, in pratica mandiamo in parlamento combriccole di mantenuti a vita scelti dai partiti in base alla regola aurea “allineati e coperti” dove i Villari d’accordo con chi lo ha eletto alla presidenza della inutile, costosa, demeziale commissione di vigilanza RAI tengono in stallo il sistema pubblico dell’informazione.
    -Sull’opinione pubblica.
    Qual è, dov’è l’opinione pubblica quando vivi al 38° posto degli sfigati della libertà di opinione?

    Ecco un esempio di informazione basata sulla realtà e che nessun talk show o telegiornale ci ha riferito sui fatti di Gaza.
    Serve a qualcosa?
    http://www.paxchristi.it/
    FERMATEVI SUBITO, FERMIAMOCI TUTTI

    7 Gennaio, 2009 - 22:33
  21. fiorenza

    Ma i bambini..I bambini di Gaza..E’ terribile quello che sta accadendo

    7 Gennaio, 2009 - 22:45
  22. Massimo D

    Nino, non dico che tu non abbia ragione su sistema politico ingessato e libertà di opinione. Ma viviamo pur sempre in una società in cui le libertà fondamentali sono garantite, e ci sono ormai anche modi alternativi per avere informazioni e farsi sentire.
    Intanto potremmo smettere di guardare talk show e telegiornali; far calare gli indici di ascolto, quello sì sarebbe qualcosa che punge sul vivo chi ha in mano l’informazione.

    7 Gennaio, 2009 - 22:50
  23. marta09

    Sì, Nino, serve alla chiarezza e alla verità.
    Ed è già tanto!
    Ma la domanda rimane: cosa possiamo fare di pratico e concreto?

    7 Gennaio, 2009 - 22:51
  24. roberto 55

    Avrei parecchio da aggiungere sul dibattito in corso ma, giusto per rispondere al pressante quesito di Marta09, la taglio corta e lancio la “cretinata di mezzanotte”: perchè sabato sera non accendiamo ed esponiamo, dalle nostre finestre, una candela ? Perchè non diffondiamo questa proposta, se ne siamo d’accordo, attraverso tutti i canali di cui disponiamo (blog, Forum, “internet”, Comunità parrocchiali ed ecclesiali, etc.) ?
    “Una candela per la pace a Gaza”: dite che è una scemenza ? Avanti altre idee, più brillanti: sono tutt’orecchi !

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    7 Gennaio, 2009 - 23:58
  25. Nino

    Ecco ad esempio la proposta di PAXCHRISTI
    http://www.paxchristi.it/
    (cliccare)
    UN GESTO, UN’ INVOCAZIONE PER LA PACE
    LISTIAMO A LUTTO LA STELLA DEI MAGI
    Attiviamoci subito per compiere UN GESTO simbolico, che stimoli più profonde prese di coscienza e diffonda un ampio rifiuto della logica dell’annientamento e della morte

    “Dopo una settimana di bombardamenti e centinaia di morti, i carri armati hanno invaso la Striscia, seminando morte casa per casa, distruggendo in un bagno di sangue luoghi di culto e ospedali, scuole e centrali elettriche. Se vergognosi sono il silenzio consenziente dei Governi e la paralisi delle Nazioni Unite, inaccettabile è il nostro assistere attoniti e rassegnati a questo crimine di guerra, senza condividere almeno un sussulto di indignata protesta.”

    8 Gennaio, 2009 - 0:06
  26. roberto 55

    Mah: d’accordissimo, ovvio, con il messaggio di pace e nell’appello per un pronto “cessate il fuoco” ma, per una volta, non condivido del tutto l’impostazione sottostante all’iniziativa di Pax Christi, che, in questo caso, mi pare un pò unilaterale.
    Comunque, non voglio togliere spazio al confronto; cari amici del “pianerottolo”, Nino ed io abbiamo lanciato due sassi nello stagno; a tutti voi la parola !

    Ancora, buona notte !

    Roberto 55

    8 Gennaio, 2009 - 0:25
  27. Massimo D

    Siccome Raffaele Savigni continua a ripetere che Hamas ha la responsabilità di aver rotto la tregua, per amor di verità ribadisco che la tregua è stata rotta il 4 novembre da un raid israeliano in cui sono stati uccisi 6 militanti di Hamas. Non che la cosa cambi molto le carte in tavola.
    Per un punto di vista un po’ diverso rispetto ai luoghi comuni che leggiamo sui nostri giornali, segnalo dal “Guardian” (purtroppo in inglese) l’articolo di uno storico israeliano di Oxford:
    http://www.guardian.co.uk/world/2009/jan/07/gaza-israel-palestine
    Per chiarire, prima che qualcuno si permetta di nuovo di dirmi che ho sposato una causa contro l’altra: è mia convinzione che i palestinesi abbiano le loro responsabilità e che abbiano commesso molti errori, ma non si può prescindere dal fatto che sono stati loro ad essere deportati e sono loro a vivere sotto occupazione militare. Con tutta la simpatia per Israele (e ne ho tanta) se si prescinde da questo punto di partenza non si fa un servizio alla giustizia e alla verità.

    8 Gennaio, 2009 - 9:28
  28. raffaele.savigni

    Trovo molto fazioso il sito di Partenia, legato al vescovo francese, mons. Gaillot, rimosso non per avere difeso i poveri (come si afferma nella sua biografia pubblicata sul sito), ma per avere benedetto arbitrariamente unioni omosessuali e aver collaborato a riviste scandalistiche. Da Wikipedia:
    “This disciplinary action came after Gaillot gave an interview to the publication Lui, the French equivalent of Playboy. Furthermore, he also gave interviews to leading gay magazines and lambasted the incompetence of the Roman Catholic hierarchy to judge the circumstances of homosexuality. At this point, the bishop offered his resignation to the Pope, should he feel it necessary to remove him; no such action was taken however”,

    8 Gennaio, 2009 - 9:40
  29. raffaele.savigni

    Vorrei ricordare a MassimoD che Hamas è un movimento terroristico, che uccide bambini israeliani, e usa donne e bambini come scudi umani per poi scatenare l’odio dei palestinesi contro Israele (che certamente sbaglia a compiere rappresaglie indiscriminate, lo dico anch’io). Soprattutto occorre ricordare che Hamas ha rimosso e massacrato i leader palestinesi moderati di Al Fatah, legati ad Abu Mazen, e ha preso violentemente il potere a Gaza. E che non ha mai riconosciuto il diritto all’esistenza di Israele. Per dialogare occorre che ciascuno dei due interlocutori riconosca l’altro. Certamente Israele ha sbagliato politica dopo gli accordi di Oslo, questo è evidente; ma i leaders palestinesi, forse per paura di finire ammazzati (come è capitato a Sadat), hanno sempre esitato a compiere il passo decisivo verso Israele.
    Non uswerei poi il termine “deportazione”: la verità è che gli israeliani hanno cacciato i palestinesi dalle loro case perché temevano di essere continuamente attaccati da loro. Occorre ricordare che durante la seconda guerra mondiale il gram muftì e i capi palestinesi e arabi in generale tifavano per Hitler. Questo non giustifica la politica di Israele ma ci aiuta a capirne le radici. Solo un leale, pieno riconoscimento dello Stato ebraico può porre le premesse per quel minimo di fiducia nell’interlocutore che è necessario al dialogo.

    8 Gennaio, 2009 - 10:01
  30. raffaele.savigni

    Purtroppo anche il comunicato di “Pax Christi”è unilaterale e fazioso (come, in senso opposto, “Il Foglio” di Ferrara e l’intervento di Magister su “L’espresso”).Non parte da una denuncia delle responsabilità di Hamas per poi criticare Israele, ma concentra l’attacco su Israele e dedica poche righe ad Hamas. Un certo pacifismo a senso unico comincia a stancarmi. Non lo condivido.

    8 Gennaio, 2009 - 10:12
  31. Fin da bambino, si era presi dal conflitto arabo-israeliano, e mi ricordo che si facevano anche temi e ricerche su questo tema. Non dimenticherò mai una mia ricerca sulla Enciclopedia Utet verso il 1969.
    Un popolo ha voluto riprendesi la terra dei suoi padri, e ha usato tutti i mezzi che riteneva opportuno, visto che di sponte propria nessuna nazione lo avrebbe concesso.
    Israele, con la lezione della Storia, ha imparato che i “fatti compiuti”, sono le uniche realtà concrete che il mondo è costretto ad accettare.
    I Palestinesi, non sono stati in grado di fare unità per far sentire la propria voce,
    al resto del mondo non fregava nulla,
    i paesi arabi si sono dimostrati incapaci di fare i conti con la storia che stavano vivendo, in quanto solamente interessati ai propri particolarismi.

    Israele vive diverse anime, laica, religiosa, ortodossa e fondamentalista.
    Ai religiosi ortodossi è permesso non andare a morire in guerra per difendere la propria terra, ma fomentano colonizzazioni su terre palestinesi, che il governo ha aiutato, nonostante ogni tanto ha dato segnali che questo tipo di occupazione di terre altrui doveva terminare.
    Il famoso muro di contenimento del terrorismo palestinese, non è stato costruito, su territtorio israeliano ma ha inglobato ulteriori territtori palestinesi.
    D’altra parte, i palestinesi non si sono mai impegnati a riconoscere e fare i conti con una storia ormai assodata da tutto il resto del mondo, e a provare metodologie nuove di rapporto con Israele (per esempio quanto fece Gandhi, fu una novità).
    In questo senso i palestinesi si sono chiusi nella loro prigione ideologica, aiutati anche dal fondamentalismo islamico, che non ha loro permesso di guardare in faccia la realtà, hanno soltanto prodotto ulteriore violenza a cui si è risposto con altrettanta violenza anche se di impari consistenza (ma ognuno produce violenza con quello che ha!).
    E’ una ipocrisia che Israele sia più responsabile dei palestinesi, perchè dispone di forze aggiornate alla nostra epoca storica, in cui la guerra è soprattutto elettronica e di informazioni, a cui si risolve un armamentario molto moderno. Israele è un paese occidentale.

    La violenza è violenza comunque, da qualsiasi parte lo si voglia guardare.
    Dare piu’ ragione ad uno piuttosto che ad un altro, è soltanto “ideologizzare” come fanno i nostri partiti politici italiani.

    Il dato reale, è un conflitto, che non trova fine da decenni, di cui il mondo se ne frega, tranne che fare le sceneggiate, in cui ogni tanto qualcuno manda un osservatore, un politico, tanto per far vedere all’opinione pubblica (massa), che qualcuno ci prova a fare qualche cosa.

    La realtà è che non frega assolutamente nulla a nessuno.

    Ci sono cristiani, che stanno nelle terre del conflitto, condividendo in tutto, servendo e amando.

    Io qui che posso fare?

    Nell’attuale politica italiana, manifestazioni di piazza, di possibili gruppi non hanno senso, non smuovono nulla.

    Una candela accesa? sì, ma rimane solo accesa,
    a tanta parte di popolo che si definisce di “identità-cattolica” di “civiltà-cristiana”, non interessa nulla.

    In Polonia, per far crollare il comunismo, tutto il popolo usci’ dalle case, e compostamente testimonio’ e costrinse il governo e l’odierna Russia, che il loro mondo cambiava e non solo….

    Qui in Italia, stiamo ancora troppo bene,
    se scendi in piazza ti etichettano come pacifista-comunista e finisce li’.
    Quello che è terribile sono le prese ideologiche di posizione: pro-Israele o contro-Israele, o pro-palestinesi o contro i palestinesi.
    In questo modo, in questi decenni, non si è mai risolto nulla.

    Nel concreto, cosa posso fare per la pace di quella terra?

    Come sensibilizzare tutti i cristiani che frequentano le parrocchie? e gli stessi parroci?

    Forse anche qui, noi cattolici, possiamo essere una forza, se prendiamo coscienza della nostra unità come operatori di pace.

    Ma in questo senso, nel mondo delle parrocchie, oltre che romane, anche italiane, c’è molta frammentazione.

    Se i cattolici di tutto il mondo dalla base (dalle parrocchie, da tutti i movimenti ecclesiali, da tutte le congregazioni religiose) prendessero coscienza di questa urgenza di avere la pace nella Terra Santa, e operassero una lobby di pressione su ciascun proprio Stato o Governo!
    Se, Se, Se…..

    8 Gennaio, 2009 - 10:17
  32. Massimo D

    Caro Savigni, dire che “gli israeliani hanno cacciato i palestinesi dalle loro case per paura di essere attaccati” mi suonerebbe veramente risibile, se non si riferisse a fatti tragici.
    Premesso che non ho nessuna simpatia, ma proprio nessuna, per Hamas e per i movimenti politici integralisti religiosi, trovo che la sua originale ricostruzione di fatti e misfatti sia in buona parte frutto di cattiva informazione. Oltretutto, se lei definisce terrorismo l’uccisione di donne e bambini, allora deve coerentemente definire terrorista anche l’azione del governo israeliano. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che Hamas ha vinto elezioni democratiche (e anche tenere conto che ultimamente ha rinunciato agli attacchi suicidi).
    Se continua a rispondere con luoghi comuni e non si sforza di guardare le cose con maggiore apertura mentale, è difficile instaurare un qualsiasi confronto: finisce per definire fazioso chiunque non abbia la sua posizione, persino Pax Christi!

    8 Gennaio, 2009 - 10:46
  33. Caro Massimo D,
    permettimi di dirti che con le discettazioni sulle visioni altrui, purtroppo non andiamo da nessuna parte.
    Non si può avere la pretesa di cambiare le opinioni altrui. Posso solo prenderne atto.
    E’ chiaro che Savigni ha una sua visione (…)(mi autocensuro).
    Ti chiederei se è possibile andare oltre le visioni ideologiche o politiche di questo dramma umano che sta accompagnando la nostra vita da decenni.
    Lasciamo ad altri le visioni politiche e le faziosità,
    guardiamo alla realtà che è purtroppo di lancinante dolore e di sangue nella terra dei nostri Padri nella fede e di Cristo.

    8 Gennaio, 2009 - 11:43
  34. fiorenza

    Vorrei partecipare al vostro scambio -appassionato, come sempre- di interpretazioni, di proposte…Ma mi è impossibile, perdonatemi: “Anche oggi il mio cuore è più volte morto”(Etty Hillesum).
    I bambini…affamati, impazziti, feriti, morti, deposti su un marciapiede nelle loro piccole sindoni colorate di sangue…
    Quello che Simone Weil chiama “la sventura”… e che mi toglie la parola…
    “Il mondo è nato: fallo durare, vento, nel tuo soffio!
    Ma esso muore coperto di fumo”: due versi della poesia “Lampo”, di Simone. Non so dire altro

    8 Gennaio, 2009 - 12:01
  35. Nino

    @ Matteo
    E’ una ipocrisia che Israele sia più responsabile dei palestinesi, perchè dispone di forze aggiornate alla nostra epoca storica, in cui la guerra è soprattutto elettronica e di informazioni, a cui si risolve un armamentario molto moderno.
    ——————————————–
    Infatti, Israele è la prima potenza mondiale in fatto di tecnologie dell’informazione.
    Dall’hardware al software proprietario e militare su sistemi di telecomunicazioni terrestri e satellitari, di cifratura, e di decifratura di codici e di algoritmi sofisticatissimi usati da altri servizi.
    In questo campo si fumano gli USA, e noi italiani siamo al secondo posto (strano ma vero).
    Inoltre posseggono oltre all’atomica, armamenti super ingegnerizzati montati su aerei, droni e carri che, come dice il Card. Martino, sono in grado di localizzare e annientare una formica a grandi distanze (Km).
    Ricordo che nella guerra dei sei giorni o delle tre ore l’aviazione israeliana distrusse a terra tutti i velivoli egiziani e siriani lanciando in piena notte dai propri Mirage e Mistere Dassault razzi che centravano esattamente la carlinga dov’era il motore dei Mig, indirizzati da un sistema in grado di “annusare” i vapori di carburante, lasciando intatte le copie di legno dei velivoli mescolati a quelli veri. Ed era il 1965.

    Dall’intervista di Politi al Card. Renato Martino su Repubblica di oggi:
    “Dicano quello che vogliono ma la dignità umana è calpestata”

    Politi: Hamas ha denunciato la tregua.
    Martino: «Esatto. E i razzi di Hamas non sono certo confetti. Li condanno. Entrambe le parti hanno di che rimproverarsi. Israele ha certamente il diritto a difendersi e Hamas deve tenerne conto. Ma che dire quando si ammazzano tanti bambini, quando si bombardano scuole delle Nazioni Unite, pur essendo in possesso di tecnologie che permettono persino di individuare una formica sul terreno?».

    ————————-
    Su: Israele è un paese occidentale.
    -Vero per la popolazione, ad esclusione di quella sabra (i nati in Israele come Moshe Dayan) che domina e si considera non occidentale, ma il paese è collocato nell’area mediorientale dove la lingua, le tradizioni e la cultura sono arabe. Ti pare poco?

    Su: Nel concreto, cosa posso fare per la pace di quella terra?
    -Nulla.

    Su: Come sensibilizzare tutti i cristiani che frequentano le parrocchie? e gli stessi parroci? Forse anche qui, noi cattolici, possiamo essere una forza, se prendiamo coscienza della nostra unità come operatori di pace. Ma in questo senso, nel mondo delle parrocchie, oltre che romane, anche italiane, c’è molta frammentazione.

    -Scusa Matteo, ma i cristiani non sono cittadini come gli altri? La frammentazione è un fatto acquisito da tempo, questo è il paese dai 10 mila campanili-comuni, ognuno con un regolamento di condominio diverso. Lo so è una vecchia questione, ma prima di tutto o si è cittadini o sudditi.
    Nell’ultimo ventennio la posizione di suddito della maggioranza degli italiani si è consolidata e sembra essere quella prevalente.
    A riguardo segnalo un’articolo di Bobbio riproposto oggi da Repubblica e un commento di Gustavo Zagrebelsky, ambedue riportati sul sito http://www.libertaegiustizia.it.
    Il finale di Zagrebelsky mi pare l’unica e concreta risposta attualmente possibile sul da farsi.

    http://www.libertaegiustizia.it/
    Politica
    Se vengono meno i principi della democrazia
    Norberto Bobbio, la Repubblica

    Questo testo comparve nel 1958 su “Risorgimento” che, in occasione del primo decennale della Costituzione, aveva promosso un´inchiesta. Venne poi pubblicato, nello stesso anno, sul bollettino dell´Ateneo di Torino.
    Quando parliamo di democrazia, non ci…

    http://www.libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.php?id=2426&id_titoli_primo_piano=1

    Le libertà oggi a rischio
    Intervista a Gustavo Zagrebelsky di Simonetta Fiori, la Repubblica, 08-01-2009
    Finale dell’intervista
    Simonetta Fiori: È questo l´effetto che le ha fatto leggere le parole di Bobbio?
    Zagrebelsky : «Sì. I nemici della democrazia sanno che la prima battaglia per combatterla si svolge nei convincimenti e negli stili di vita che essi promuovono. Gli amici della democrazia dovrebbero fare altrettanto, sul versante opposto».
    Un caro saluto.

    8 Gennaio, 2009 - 15:23
  36. don78

    Sento spesso questa storia che non bisognerebbe trattare con Hamas perchè questi non riconoscono Israele…

    Mi viene una domanda stupida: ma da che mondo è mondo al tavolo della pace non si siedono fazioni in guerra fra loro e che si ammazzano a vicenda? La pace si fa tra amici o tra nemici??

    8 Gennaio, 2009 - 17:49
  37. Clodine

    Mi trovo d’accordo con MassimoD, su molti punti.
    Tra l’altro, personalmente, e non ne ho mai fatto mistero, non solo condanno l’aggressione di israele, ma sono tout- court a favore del popolo Palestinese.
    Vorrei ricordare, se ce ne fosse bisogno, che era il 17 ottobre del 2000 quando Barak e Arafat, con la mediazione di Bill Clinton, raggiunsero un accordo. Mai la pace sembrava tanto vicina, eppure …non si riuscì a fermare le armi. Anzi, per tutta risposta Ariel Sharon, di li a poco, inscenò la famosa “passeggiata sulla spianata”, che venne percepita come una provocazione, un oltraggio, e scatenò la prima entifada…

    Forse il mio essere di parte nei confronti del popolo Palestinese è dovuto al fatto di aver visto con i miei occhi la situazione drammatica , l’abisso di sofferenza, il livello di ingiustizia così esplicito e decisamente più sconvolgente di quel che si possa immaginare di quel popolo così umiliato. Ho conosciuto e incontrato in terra palestinese donne e uomini, piccoli e anziani, che lottano con una resistenza non violenta al sistema di occupazione che Israele impone da decenni. Sembrerà incredibile ma essi pur sopportando pazientemente una serie di sopprusi, vivono coltivando la speranza che qualcosa finalmente possa cambiare. C’è una forza in quella gente veramente granitica che li aiuta a resistere giorno per giorno ad un quotidiano meschino sopportando stoicamente l’arroganza dell’esercito Israeliano. Li vedi in postazione, armati fino ai denti a monitorare l’ingresso presso quella miserabile muraglia che grida vendetta, che ha separato famiglie, che è una continua violazione contro i diritti umani, eppure stanno li’, questi soldati a manifare la loro brutalità.
    Eppoi, non credete ci sia una sproporzione enorme tra le armi rudimentali che arrivano in territorio Israeliano da parte dei militanti di Hamas (poco più che fuochi d’artificio, o lancio di sassi) e i razzi a lunga gittata, le armi sofisticate in possesso degli Israeliani ? Eh..scusate, ma il paragone non regge! Inoltre, cosa ha ottenuto il moderato Abu Mazen nelle sue continue estenuanti trattative? Nulla! Neppure la rimozione di un miserabile check-points. Troppi errori commessi consapevolmente: questa guerra, voluta da israele -che pur dovrebbe conoscere la sofferenza- approfittando anche del passaggio di potere tra Bush e Obama, non è che il tragico epilogo che avrà sicuramente conseguenze tragiche…

    8 Gennaio, 2009 - 17:58
  38. Massimo D

    Clodine fa presente una cosa importantissima: chi ha visto di persona le umiliazioni subite dai palestinesi, chi è passato per un check-point, non può più mantenere un atteggiamento equidistante. C’è un’ingiustizia palpabile in atto, che nessun giornale o reportage riesce a rendere in modo adeguato.
    Detto questo, io però non me la sento di dire che sono contro Israele. Non dico questo per lavarmi le mani e non prendere posizione. Il fatto è che l’atteggiamento degli israeliani, il loro modo di pensare, va anch’esso capito; possibile che un popolo così ricco di cultura e umanità possa tollerare di diventare carnefice? Per me questa è diventata quasi un’ossessione, leggo libri di scrittori israeliani, leggo giornali israeliani, parlo con colleghi israeliani… e mi sono reso conto che loro soggettivamente vivono realmente una condizione di accerchiamento e precarietà. È per questo che dico che l’Europa ha anche il compito di rassicurare israele.
    Quanto ad Hamas: uno degli errori più gravi dell’Occidente è stato a mio avviso quello di non riconoscere la vittoria elettorale di questo movimento politico. Così facendo ha delegittimato l’idea stessa di democrazia che si vanta di voler esportare. Invece, ci sarebbe voluta più fiducia sul fatto che, una volta arrivato al governo, il movimento “terroristico” si sarebbe moderato e avrebbe alla fine accettato i compromessi necessari. E infatti Hamas, pur non “riconoscendo” a priori Israele (ma, mi chiedo e vi chiedo, quali partiti israeliani “riconoscono” a priori il diritto dei palestinesi ad uno stato?), è arrivata a mettere sul piatto una tregua pluridecennale con Israele nei confini del 1967, e se questo non è un riconoscimento formale ci si avvicina molto.

    8 Gennaio, 2009 - 18:48
  39. ignigo74

    Clodine, non hai nemmeno commentato – o forse ti è sfuggito ma ne ha parlato anche l’Osservatore Romano e Avvenire – il fatto che il sottoscritto sia stato a Roma.

    8 Gennaio, 2009 - 19:36
  40. Credo che il Papa nel discorso al corpo diplomatico avesse proprio ragione: occorre anche una nuova dirigenza politica da ambo le parti, che abbia il coraggio di scegliere davvero la pace nella giustizia.
    Certo che se poi guardiamo i leaders del resto del mondo (a partire da casa nostra…)!! Speriamo che almeno Obama cambi marcia, ma dalle scelte dei ministri ho paura che sia soprattutto un astuto e intelligente calcolatore…

    8 Gennaio, 2009 - 20:24
  41. Clodine

    Ignigo, non mi è sfuggito….se non ho commentato, è stato solo perché mi è dispiaciuto tantissimo non averti potuto incontrare. Ci tenevo, lo sai….
    Dici che ne ha parlato anche Avvenire? Allora cercherò l’articolo.
    Ti abbraccio…anche se avrei preferito farlo di persona, se solo mi avessi accennato…

    Clo

    8 Gennaio, 2009 - 20:44
  42. ignigo74

    che bello sentire un parroco che parla chiaro, che prende posizione…
    mi piacerebbe sapere che ne pensa Fabrug della recente preghiera islamica in piazza Duomo e delle osservazioni di mons. Manganini e del comunicato della Curia.

    Ho trovato molto corretta l’osservazione che la preghiera non si fa mai “contro” qualcuno o comunque in un contesto di divisione.

    Penso inoltre che il problema del Duomo siano i cristiani che non ci entrano e non pregano, non i musulmani.

    8 Gennaio, 2009 - 20:45
  43. ignigo74

    Clo… scherzavo… dai… ma ti sembra che se io vado a Roma ne parlano i giornali??
    La prossima volta ti avviso anche io ci tengo a incontrarti.

    8 Gennaio, 2009 - 22:01
  44. roberto 55

    Per un attimo c’ero cascato anch’io, Ignigo74, e stavo per chiederti d’inviarmi il file – formato PdF dell’articolo de “L’Avvenire” in cui si parlava della tua venuta a Roma !

    Comunque, amici, non s’era detto ieri di “far qualcosa” per la pace a Gaza ?
    Nino ed io abbiamo lanciato due proposte: altre idee ?

    In ogni caso, credo che continuare a rimpallarci “crimini e misfatti” delle rispettive parti non aiuti minimamente la discussione a progredire: la soluzione, in fondo, e semplice e l’ha già indicata Raffaele Savigni (con cui concordo al 100%: “due popoli, due Stati”) ed ogni negoziato dovrà pervenire a questo risultato; per quanti errori ed orrori abbiano commesso (e ne hanno commessi tanti) i governi israeliani di questi ultimi trent’anni, il vero ed insuperabile ostacolo alla pace è oggi rappresentato dalla volontà di Hamas di non voler negoziare con Israele perchè Hamas non vuole “due popoli e due Stati” ma un solo popolo ed un solo Stato.
    Va fermata, subito, “qui ed ora”, la carneficina scatenata dall’esercito israeliano ma la tregua va utilizzata per organizzare un pressante, capillare, incessante lavoro diplomatico teso ad convincere Hamas ad accettare l’esistenza dello Stato d’Israele e la prospettiva della coesistenza del popolo israeliano con il popolo palestinese.
    Hamas deve, ripeto, deve, sottolineo, deve, ribadisco, deve riconoscere il diritto di Israele di esistere: sennò, non se ne esce.

    Ciao a tutti !

    Roberto 55

    8 Gennaio, 2009 - 22:51
  45. Massimo D

    Mi scusi Roberto55 e mi scusino gli altri frequentatori del pianerottolo se sono ripetitivo, ma come avrete capito l’argomento mi appassiona molto. Insisto che ponendo la questione in questi termini, cioè frapponendo condizioni preliminari ai negoziati, non si arriva molto lontano.
    Hamas è un movimento religioso integralista che non disdegna la violenza terroristica come strumento di lotta; personalmente considero una cosa negativissima il fatto che abbia guadagnato tanti consensi tra i palestinesi. Detto questo ribadisco però che bisogna fare i conti con la realtà, e anche cercare di non cadere in certe trappole propagandistiche.
    (1) Non è vero che Hamas non vuole negoziare con Israele; ha più volte manifestato la sua disponibilità ad accettare una tregua di 20, 30, 50 anni con “l’entità sionista” entro i confini del 1967. Se questo non è un riconoscimento formale di Israele, ci manca molto poco.
    (2) Come pretendere che il riconoscimento di Israele e della soluzione “due popoli due stati” sia la premessa per sedere al tavolo negoziale in una situazione in cui esiste un solo stato, quello di Israele, e una parte delle forze politiche israeliane (alcune potrebbero vincere le elezioni) non riconosce il diritto all’esistenza ad uno stato palestinese? Possiamo sperare che tale riconoscimento reciproco sia il punto di arrivo.
    (3) Se Israele vuole una controparte autorevole e “laica”, perché non rilascia un personaggio popolare quale Marwan Bargouti, attualmente detenuto in carcere? Bargouti, esponente di Fatah, sarebbe in grado di sconfiggere Hamas nelle elezioni presidenziali. Il problema è che purtroppo Abu Mazen viene considerato dai palestinesi, forse con qualche ragione, un fantoccio in mano ad Israele e agli USA, e Israele non vuole rischiare di aver di fronte un leader più autorevole e autonomo. Anche questo è alla base della popolarità di Hamas.
    Quanto alla soluzione “due popoli due stati”, credo che sia il migliore compromesso possibile in questo momento, e dunque va sostenuto; ma la creazione di due stati in cui l’appartenenza sia fissata su basi etnico/religiose fa a pugni con la mia visione di cittadino europeo del XXI secolo.

    8 Gennaio, 2009 - 23:52
  46. raffaele.savigni

    Mi permetto di richiamare un passaggio del discorso del papa al corpo diplomatico: “La nascita di Cristo nella povera grotta di Betlemme ci conduce naturalmente ad evocare la situazione nel Medio-Oriente e, in primo luogo, in Terra Santa, dove, in questi giorni, assistiamo ad una recrudescenza di violenza che provoca danni e immense sofferenze alle popolazioni civili. Questa situazione complica ancora la ricerca di una via d’uscita dal conflitto tra Israeliani e Palestinesi, vivamente desiderata da molti di essi e dal mondo intero. Una volta di più, vorrei ripetere che l’opzione militare non è una soluzione e che la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente. Auspico che, con l’impegno determinante della comunità internazionale, la tregua nella striscia di Gaza sia rimessa in vigore – ciò che è indispensabile per ridare condizioni di vita accettabili alla popolazione – e che siano rilanciati i negoziati di pace rinunciando all’odio, alle provocazioni e all’uso delle armi. E’ molto importante che, in occasione delle scadenze elettorali cruciali che interesseranno molti abitanti della regione nei prossimi mesi, emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione questo processo e di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione. A questa non si potrà giungere senza adottare un approccio globale ai problemi di quei Paesi, nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le popolazioni coinvolte”. Lo condivido in pieno, così come condivido il testo che Luigi ha sottoposto alla nostra attenzione.

    9 Gennaio, 2009 - 0:07
  47. raffaele.savigni

    “E’ chiaro che Savigni ha una sua visione (…)(mi autocensuro)”.
    Non ho capito perché Matteo, dopo aver fatto una serie di osservazioni su cui concordo, debba tirarmi in ballo per polemizzare velatamente con me (come volevi definirmi? Iintegralista? filooccidentale? lo sai bene che sono stato attaccato anche da destra… e ho specificato che non condivido affatto le posizioni di Ferrara o Magister). Mi sembra un’ostilità aprioristica.

    9 Gennaio, 2009 - 0:18
  48. marta09

    La passione per questo argomento è veramente tanta e – a volte – si può scivolare in parole non proprio cordiali.
    E’ la mia netta impressione che davvero di questi poveri popoli non gliene importi un granché a tanti. Forse siamo troppo assuefatti alla guerra, forse – ed è più probabile – siamo schiacciati dalla certezza di non potere fare nulla se non “discutere”.
    La sensazione di impotenza è una gran brutta bestia perchè porta a difendere le proprie idee, porta a “costringere” l’altro a pensarla come noi con il rischio di allontarci sempre di più dalla prima domanda che tutti, più o meno, consciamente ci siamo fatti:
    cosa possiamo fare per aiutare quella gente?
    E’ giusto tirare in ballo politica e strategie politiche, è sacrosanto denunciare i torti che sono sotto gli occhi di tutti ed è bello appassionarci così tanto da arrivare – come detto prima – a “litigare con gentilezza”.
    Ciò che mi preme di più è la sofferenza di tutti i popoli, da una parte e dall’altra e sono più che convinta che se si mettesse al tavolo delle trattative di pace la gente che soffre e che si sente – per ovvie ragioni – sbandata e senza un “centro”, di certo la pace ci sarebbe in 5 minuti esatti.
    E’ gente stremata a causa di 4 prepotenti (da una parte e dall’altra e da un’altra ancora) che si stanno giocando le terre e la gente che vi abita esattamente come la veste di Gesù sotto la croce.
    Ma abbiamo un mezzo che nessuno ci può contestare e proibire, un mezzo che mi sono ricordata solo ora rileggendo la prima lettura di Lunedi 7 gennaio.
    Questa è la frase:
    “Carissimi, qualunque cosa chiediamo la riceviamo dal Padre, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui” (1Gv 3,22)
    Come cristiani abbiamo la preghiera come mezzo. Certo non è considerata un mezzo concreto ed entra sempre nella sfera del “paolotto che se ne vuole lavare le mani e non esporsi più di tanto” … ma è un grande mezzo per chi ha davvero fede. (L’ha detto Gesù, mica io).
    Ed ecco la mia proposta di una cosa concreta:
    per un’intera giornata (notte compresa) riempiamo questo blog di preghiere scritte per questi popoli. Preghiere sentite, preghiere scritte con il cuore, una preghiera corale e di tutti e che tutti unisce in un unico scopo ed unica richiesta.
    Se poi riuscissimo anche a coinvolgere anche altri blog amici sarebbe il massimo.
    Invito tutti i blogger cristiani a valutare questa mia proposta di preghiera (un po’ strana a dire il vero) e se tutti voi ci state … beh! .. accordiamoci e decidiamo il giorno … e se conoscete altri blog invitateli.
    Sarà la stupidata del secolo, lo so, ma ci tento lo stesso. Per le nostre possibilità è l’unico mezzo concreto e pure garantito che abbiamo: 24 ore di preghiere scritte per quei popoli!
    Grazie a tutti e ciao ciao

    9 Gennaio, 2009 - 0:47
  49. @raffaele.savigni – 9 Gennaio 2009 @ 0:18
    “E’ chiaro che Savigni ha una sua visione (…)
    ================================
    Raffaele, perchèp vuoi pensare che gli agtri pensino sempre il peggio?
    Avevo scritto una semplice parola, che ho cancellato, che pensavo potesse offendere, ma i puntini che ho lasciato hanno fatto di peggio… e non lo volevo. La parola che avevo usato è “ideologica”, semplicemente questa.
    Se pensi che sia utile continuare a discettare sui macroscopici errori che commettono israeliani e palestinesi, non se ne esce per costruire la pace.
    Inoltre è palesemente ideologico, stare a distinguere chi abbia più o meno ragione in quel conflitto, visto che fondamentalmente hanno tutti e due ragione, e hanno tutti e due torto. Sulla loro storia è inutile discettare. Soltanto chi ha il prosciutto sugli occhi, può dare ragione ad una parte a detrimento dell’altra.
    Conosco la storia sin da piccolo, quindi credo che non mi si può dire nulla di nuovo.
    Certo il dato che salta agli occhi per chi è stato in terrra palestinese è la loro povertà. Loro se la sono cercata per la propria cecità, ed Israele vi ha contribuito (per un discorso già fatto e non ripeto). E’ storia, è un dato di fatto, e ormai chi ha avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato. Va costruito il futuro piuttosto che recriminare sul passato/presente.
    Continuare ad ideologizzare alla maniera dei partiti politici italiani, su gente che soffre nel dolore e nel sangue, mi da un senso di cinismo.
    Dunque, andiamo oltre, e alziamo gli sguardi.

    Scusami se per non dire una cosa, sono stato capace di offenderti.
    Prendo comunque atto, che in tutti i commenti hai sempre comunicato riserve ideologiche e non hai consigliato a gente come me, cosa si fa in concreto per i nostri governi ad intervenire in aiuto CONCRETO per quei due popoli. E’ solo un dato di fatto.
    Le ideologie non hanno mai aiutato nessuno, sono illusorie palliativi, ma diventano trappole e prigioni. Se ne deve uscire da questa logica.
    Un saluto

    9 Gennaio, 2009 - 8:14
  50. @ Marta09
    è vero, in questa impotenza, l’unica cosa concreta che pare rimanere è chiedere al Padre (di cui non conosciamo i disegni, di cui non conosciamo cosa vuole veramente comunicarci in quella situazione conflittuale).
    Molta gente va a Lourdes, a Fatima, molti altri vanno a Medjugorie ad “ascoltare” la Madonna……
    Io non credo affatto che l’Antico Testamento si sia concluso nell’apertura del Nuovo Testamento.
    Io credo, (lo so che appare eretico, ma non mi interessa), io credo che l’Antico Testamento, continua ad essere aperto al popolo del “suo primo amore”, per una promessa ed un patto che con loro ha stipulato e non ha mai ritirato.
    Dunque per quanto mi riguarda, ho questa comprensione:
    Dio continua a comunicare nella storia di quel popolo attraverso gli accadimenti che vive,
    e se si vuole chiedere pace per Gerusalemme, c’è bisogno di ascoltare anche la voce di Dio sul suo Popolo.
    Non è detto che i nostri desideri corrispondano con un modo di cumunicare o di entrare nella storia di Dio, in q
    “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”

    9 Gennaio, 2009 - 8:32
  51. marta09

    “Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».” (Mt 13: 52)
    Non credo tu sia eretico, Matteo, non lo credo proprio. Sono anch’io con te che il Vangelo si sta ancora scrivendo ed ancora ci spiega, aggiunge, perfeziona l’A.T.
    Se poniamo per certo che Gesù Cristo è vivo dobbiano porre per certo che la Sua Parola è viva e spiega anche i problemi di oggi, personali e/o universali.
    In ogni Vangelo c’è un messaggio per l’oggi personale e per l’oggi della Chiesa intesa come l’intera umanità fusa e riassunta nella novità dell’Uomo Nuovo (il Suo Corpo).
    La proposta che io ho fatto è nata proprio per questo, perchè leggendo (per caso) le letture che vanno da mercoledi 7 gennaio a domenica prossima mi sono accorta che dentro quelle parole c’è una risposta ed anche una proposta per chi crede.
    Dire che il Vangelo è solo uno scritto di coloro che hanno vissuto accanto a Gesù è troppo riduttivo ed è – credo – negare l’incarnazione di Dio che continua impeterrita ad incarnarsi in ogni uomo e parola umana.
    Ma c’è un bel po’ di differenza tra “l’ascoltare” e “l’intendere” ed è quello di cui mi sono accorta leggendo quelle letture di cui ho detto e che ti invito a fare altrettanto.
    E’ vero, non è detto che i nostri desideri corrispondano a quelli di Dio, ma è anche vero che non abbiamo altra alternativa che la preghiera sincera e spontanea perchè nel caso di questa guerra è davvero un problema di popolo più che di “potenti di turno”. Sono popoli che dovrebbero trovare la loro identità nella fede ma non negli uomini e dovrebbero riunirsi e prendere forza ed opporsi ad ogni genere di sopruso. Numericamente parlando sono molto superiori al popolo polacco che pure è riuscita a mettere in ginocchio la grande Russia.
    La preghiera, Matteo, e la preghiera più vasta che ci sia e che passa attraverso i nuovi mezzi che ci vengono offerti. Per una volta ci potremmo tentare di credere che la “preghiera” è davvero un’azione concreta. Come cristiani crediamo davvero poco a questo mezzo reale e più volte ribadito da nostro Signore. Lasciamo perdere per un attimo la nostra delirante supponenza di avere una risposta per tutto, di avere una soluzione per tutto. Per una volta tentiamoci e abbassiamoci al ruolo di figli che chiedono “Da soli non ce la facciamo ad inventarci nulla per aiutare: dacci una mano!”
    Qualcuno del pianerottolo si inalbererà non poco per questo mio invito, ma non me ne importa un granché. La preghiera non è un defilarsi dalle proprie responsabilità, ma è un porsi in prima linea ed assumere su di sè la sofferenza altrui; la preghiera è o dovrebbe essere la radice di ogni azione e di ogni indicazione. Ed è sempre dalla preghiera che diventeremo tutti profeti di luce e di vita perchè dei profeti di morte e di buio sono pieni i tempi passati, presenti e futuri.
    Rinnovo il mio invito di 24 ore di preghiere scritte … in tutti i blog conosciuti. Rinnovo l’invito ad elemosinare la preghiera altrui per uno scopo di aiuto concreto a popoli che non se ne fanno niente delle nostre discussioni che servono solo a “sfogare” una passione e ribellione legittima per coloro che sono schiacciati da tutto.
    La preghiera, prima di essere parola rivolta al Signore ed ascolto della Sua di Parola, è un umanissimo pensiero di solidarietà.
    Per favore – e scusate se insisto – ma facciamolo!
    E scusate anche la mia incapacità di essere sintetica, scusate e abbiate pazienza per la mia semplicità (esagerata) che riconduce ad una essenzialità che i cristiani ben conoscono.
    … e mentre spero, credo in un Dio interventista non nelle masse, ma in ogni singolo che compone una massa.
    Ciao … e sono pronta a tutti gli insulti possibile ed immaginabili: me li sono cercati!
    Un bacione a tutti.

    9 Gennaio, 2009 - 12:05
  52. FABRICIANUS

    Qui sotto trovate una riflessione tratta dal sito della Diocesi di Milano, sulla attuale situazione di conflitto israelo-palestinese.
    L’autore è il Prof. Riccardo Moro.(Economista, che si occupa di questioni internazionali)

    http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=1563599

    Un caro saluto a tutti.
    F.

    9 Gennaio, 2009 - 12:59
  53. Grazie Fabricianus, una riflessione interessante e che, purtroppo conferma talune visioni espresse in questo post.

    Grazie Marta,
    politicamente e socialmente non posso far nulla,
    la preghiera rimane l’unica “arma”, nell’indifferenza generale.
    La Terra Santa ci colpisce particolarmente…..
    Ma tutta le terra è disseminata di guerre ultradecennali….dimenticate…
    terre occupate e invase da popoli potenti e prepotenti
    che continuano a fare morti, nel silenzio più assordante.
    Io non dispero che oltre la preghiera di domanda, il Signore sta chiedendo a noi qualcosa d’altro…
    e ci sta comunicando qualcosa che non si riesce ad ascoltare…
    Se qualcuno lo percepisse,
    aiuterebbe tutti gli uomini di buona volontà.

    9 Gennaio, 2009 - 13:43
  54. raffaele.savigni

    Matteo, accetto le scuse. Non mi sembra però di essere stato “ideologico” più di altri, anzi assai meno di alcuni qui intervenuti. Purtroppo mi sento impotente anch’io di fronte a questa tragedia, e quindi incapace di dare “consigli” particolari. Ora però, stimolato dal tuo intervento e soprattutto dai due bei contributi citati da Fabricianus (li condivido in pieno), ci provo, richiamandomi a La Pira (che pregava e al tempo stesso organizzava convegni per favorire il dialogo, e missioni diplomatiche anche azzardate):
    1) in primo luogo dobbiamo pregare di più: in questo ha ragione Marta (sia pure senza pretendere che Dio risponda automaticamente);
    2) occorre promuovere le istituzioni internazionali e dare loro più forza: ad es. bisognerebbe riformare lo statuto dell’ONU, togliendo il diritto di veto ai singoli Stati che fanno parte del Consiglio di sicurezza e prevedendo risoluzioni vincolanti a maggioranza qualificata;
    3) chiedere in sede ONU e di Comunità europea l’invio di “caschi blu” in Palestina (così conme si è fatto per la Bosnia e per il Libano), in modo da controllare la situazione, anche come deterrente nei confronti dei “provocatori” di entrambe le parti:
    4) contribuire al finanziamento di scuole ed ospedali gestiti da organizzazioni non governative, o comunque da entità non controllate dal fondamentalismo islamico, per evitare che le popolazioni ne vengano affascinate tramite “aiuti” interessati;
    5) aiutare i cristiani del Medio Oriente e della Palestina, spesso “ricattati” dai movimenti islamici, ossia costretti a sostenere pubblicamente le loro posizioni per evitare persecuzioni o comunque “grane” pesanti;
    6) creare “tavoli” di discussione e confronto non unilaterali e “preconfezionati” (come purtroppo succede spesso), per costringere gli interlocutori a parlarsi (evitando comunque il rischio di dare più credito a chi urla più forte). Per altri suggerimenti rinvio ai due contributi di Moro e dio Olivero sopra citati.

    9 Gennaio, 2009 - 15:20
  55. raffaele.savigni

    Dice Olivero: “Certamente la maggior parte di ebrei e palestinesi non si accettano reciprocamente.
    Buone minoranze dall’una e dall’altra parte sono disponibili a convivere pacificamente, minoranze che già ora sono una testimonianza dei frutti che la pace potrebbe produrre, ma per ora non incidono. In generale, per quel che so, Israele mal sopporta il mondo arabo e per buona parte del mondo arabo Israele non dovrebbe esistere al punto che oggi è impensabile andare in Israele, in Iran e in molti Paesi arabi con lo stesso passaporto senza correre gravi rischi”.
    Dice Moro:”Ma Israele non ha il monopolio del cinismo. Un altro, ancora più crudo, vive nella zona, quello di Hamas. Hamas governa Gaza in totale autonomia dopo il colpo di mano militare con cui ha preso il potere e le persecuzioni violente dei palestinesi moderati. Nel territorio vivono un milione e mezzo di persone, una popolazione giovanissima e povera. L’età media è inferiore ai 18 anni e il reddito medio è intorno ai mille dollari, meno di tre dollari al giorno.

    In questa situazione Hamas al termine della tregua invia missili contro Israele, sapendo benissimo quale sarebbe stata la reazione. Hamas spesso dichiara di avere a cuore la popolazione civile della Palestina, e di Gaza in particolare. Ma quale cura è presente nella provocazione lanciata a Israele?

    In questi giorni di guerra Hamas ha lanciato ogni giorno da 35 a 50 missili sul territorio israeliano. Quanto costa un missile? Chi finanzia questa guerra? Non si può condividere la scelta militare di Israele, ma la sua azione in questo momento è trasparente: la scelta politica è chiara e il costo di quella scelta è pagato attraverso il prelievo fiscale documentato nel bilancio pubblico.

    Nel caso di Hamas nulla vi è di trasparente. E milioni di dollari vengono spesi in armi per uccidere, mentre la popolazione è in condizioni di povertà. Se Hezbollah ha organizzato un sistema di sicurezza sociale nel Sud del Libano, Hamas si è limitato a qualche scuola e poi ha preferito spendere ogni risorsa in una posizione che si esaurisce in un confronto militare dissennato e criminale. Le vere vittime di questa tragedia sono le donne e gli uomini palestinesi che vivono nella Striscia, vulnerabili alla determinazione israeliana, ma ostaggio del delirio di Hamas”.
    Due valutazioni che condivido.

    9 Gennaio, 2009 - 15:25
  56. raffaele.savigni

    “IL problema è che purtroppo Abu Mazen viene considerato dai palestinesi, forse con qualche ragione, un fantoccio in mano ad Israele e agli USA”.
    Questo è quello che purtroppo la propaganda mistificatrice di Hamas riesce a far credere a molti. Si era detta la stessa cosa di Sadat per giustificare il suo assassinio!
    “Quanto alla soluzione “due popoli due stati”, credo che sia il migliore compromesso possibile in questo momento, e dunque va sostenuto; ma la creazione di due stati in cui l’appartenenza sia fissata su basi etnico/religiose fa a pugni con la mia visione di cittadino europeo del XXI secolo”.
    Si può legittimamente sognare uno Stato plurietnico e multiculturale in cui convivano (guidati da chi?) ebrei e palestinesi (di fatto alcuni palestinesi vivono in Israele, ma non si trovano certo ebrei a Gaza!); ma la politica deve fare i conti con la realtà e con le legittime scelte dei popoli. Anche Gandhi sognava un’India pluriculturale in cui induisti e musulmani vivessero insieme in pace, ma i musulmani (ed anche gli estremisti indù che l’hanno ucciso) non hanno accettato. Lo stesso è avvenuto nella ex Jugoslavia. Inoltre i palestinesi che stavano in Giordania tra il 1967 ed il 19073 non sono riusciti ad integrarsi con le popolazioni arabe della Gioedania, e ci fu il “settembre nero”. Come potranno integrarsi con ebrei fuggiti da persecuzioni in Europa orientale e in alcuni Paesi arabi? Mi sembra più realistico (è già difficile sperare in questo!) pensare a due Stati confinanti, ognuno con una propria identità storico-politica, che vivono in pace.
    Tanto più che per gli ebrei (lo diceva chiaramente il “dialogico” Toaff nel suo libro “Perfidi giudei, fratelli maggiori”) la “terra dei padri” (quindi uno Stato in essa radicato) non rappresenta un “optional”, ma è strettamente legata all’alleanza, quindi alla dimensione religiosa.

    9 Gennaio, 2009 - 15:38
  57. Massimo D

    Come ho già detto, anche io considero più realistica allo stato delle cose la soluzione “due popoli due stati”. Però mi pare che spesso si corre il rischio di pensare che basti enunciare questo slogan per trovare l’accordo. Invece la sua realizzazione comporta problemi pratici enormi, come dimostra il fatto che tutti i tentativi di risolvere i problemi pratici (principalmente i confini) sono finora naufragati; la soluzione dei due stati richiede lo smantellamento di ampi insediamenti nei territori occupati, e riesce difficile pensare che Israele abbia la forza di prendere una decisione simile se non costretto (saprà che i sondaggi elettorali fino a poco fa davano in vantaggio la destra del Likud, che è contraria alla creazione di uno stato palestinese). C’è la questione degli arabi israeliani, che qualcuno propone senza troppi giri di parole che debbano essere “trasferiti” altrove per garantire la sopravvivenza dello stato ebraico. C’è infine la questione – altamente simbolica – della sovranità su Gerusalemme.
    Insomma, non stupisce che non siano in pochi coloro che tornano a considerare l’ipotesi di un unico stato come una soluzione alla fine meno problematica. Certo, finché da entrambe le parti prevalgono gli oltranzisti, un’ipotesi di questo genere non è ipotizzabile.
    Quanto infine alla “terra dei padri”, non credo che dovremmo avallare questo tipo di argomenti. Non a caso gli oltranzisti israeliani chiamano “Giudea” e “Samaria” i territori palestinesi, la Cisgiordania. Temo che in questo caso ragionare di politica con la bibbia in mano non sia una buona pratica.

    9 Gennaio, 2009 - 18:19
  58. lycopodium

    … “due popoli due stati”…
    Stiamo dimenticando i cristiani che, chiunque vinca, saranno loro a perdere (come dimostranono Famagosta e Mossul)?

    9 Gennaio, 2009 - 22:58
  59. marta09

    Eh …insomma …
    “I bambini non hanno potuto decorare nulla nelle scuole perché non c’erano alberi, luci, festoni, e per loro il Natale è stato triste. Ma senza gioia come possiamo concepire la pace?”: così ha parlato al telefono con la rivista “Trentagiorni” padre Manuel Musallam, l’unico sacerdote cattolico di rito latino presente nella striscia di Gaza. Alla guerra tra Hamas e Israele il padre Manuel dà questa occhiata: “Lo sappiamo che i palestinesi hanno tirato i razzi contro Israele e che Israele ha risposto attaccando in modo brutale. Ma non sarà questa la soluzione della questione della Palestina! Se vedessimo i palestinesi lanciare i razzi gli diremmo no!, gli diremmo di fermarsi. Ma non è questa la sola pagina del libro: su un foglio sta scritto l’errore dell’uno, sul successivo le colpe dell’altro, in una spirale che non ci sta portando da nessuna parte, di sicuro non alla pace. Al contrario, attrae e prepara più violenza, liti, odio, rifiuto dell’altro, guerra”.
    Riporto alla vista di tutti il testo che Luigi ha proposto.
    Riporto, quello che sanno tutti, che a pagare sono donne e bambini e pagano con la vita e non con diatribe culturali.
    Riporto la richiesta di aiuto e di aiuto cristiano di padre Manuel Musallam affinchè la pace sia possibile.
    Ricordo l’assurdità di questa guerra per sbilancio di forze militari e di integralismi vari.
    E mi chiedo, ma a cosa serve tutta la nostra diatriba su chi ha ragione e chi no, sul cosa devono fare e non fare, su soluzioni più o meno idonee? A cosa serve? A chi serve?
    Credo – e l’ho sempre creduto anche quando pochissimo tempo fa prendevo le stesse posizioni – che sia troppo facile parlare della pace quando si è in pace, troppo facile andare a porre le proprie argomentazioni in casa d’altri ed in situazioni che altri patiscono. Per fare un esempio banale:è’ un po’ come quando si pretende di dare ragioni/torti ad una coppia di coniugi che si stanno separando dimenticando si sostenere ed aiutare gli stessi a sopportare una sconfitta amara come lo è un matrimonio che fallisce.
    A noi, così fortunati, non credo sia troppo lecito disquisire su problemi che uccidono nel corpo sicuramente e nell’anima altrettanto sicuramente. Non serve a nulla, se non – ed è successo – ad accapigliarci tra di noi.
    Ritorno alla domanda di Matteo che è anche la mia: che possiamo fare per quella povera gente?
    Che possiamo FARE e non DIRE!
    Ovvio che non tutti possono fare la valigia ed andare a soccorrere – rischiando la vita – quei poveretti, ma quelli che sono qui, quelli che si dicono cristiani e che dovrebbero “prendersi cura” di coloro che soffrono che devono fare di concreto?
    Le argomentazioni fin qui portate sono tutte valide, ma non servono davvero a nulla in senso pratico. Non servono davvero se non – e lo ripeto – a dare libero sfogo ad un pensiero che – perdonatemi – ma è fine a sé stesso. Forse io non capirò nulla, forse sono troppo semplice … ma a me interessa solo la concretezza, solo il realismo di una situazione dolorosa che noi possiamo solo molto lontanamente immaginare.
    Considerando, poi, che non è la guerra di un anno, ma è una guerra che dura da – direi – sempre … lascio a voi la conclusione,
    Insomma, è ovvio che – così come siamo – abbiamo le mani legate ed è altrettanto ovvio che è veramente irritante avere le mani egate e quindi reagiamo tutti “slegando la parola” in una discussione che lascia il tempo che trova e lascia anche che la gente continui a soffrire senza nessun appoggio … anche solo un appoggio morale.
    Quindi, ri-invito tutti, a porre dei gesti di aiuto concreto. Per il cosa fare ci sono state delle proposte puntualmente disattese.
    E riporto di nuovo – e termino – la domanda … ma in modo un po’ diverso: abbiamo deciso cosa fare oppure abbiamo deciso di non fare niente perchè non servono a nulla preghiere e gesti?
    A volte penso che sia necessario, oggi come oggi, un 8° dono dello Spirito Santo: l’empatia cristiana.
    Ciao a tutti … e portate pazienza se ho usato involontariamente un tono provocatorio.

    9 Gennaio, 2009 - 23:38
  60. fiorenza

    Marta09, dietro e dentro ognuno di questi interventi, che a te sembrano solo inutili parole, c’è la preghiera. E si è prolungata per ben più delle 24 ore che tu chiedevi.
    La preghiera collettiva che tu vuoi, è già qui.
    Certo, nel nostro “già” è implicito sempre anche il “non ancora”. E tuttavia…

    10 Gennaio, 2009 - 0:34
  61. Massimo D

    Marta, scusami ma proprio non sono d’accordo con lo spirito del tuo intervento.
    Qui non si discuteva di chi aveva ragione e chi torto tanto per passare il tempo, ma di cosa debba essere fatto a livello politico (cioè a livello pratico, del fare) per arrivare ad una pacificazione tra quei due popoli. A me sembra molto importante che ci facciamo un’idea quanto più precisa delle opzioni possibili, o preferiamo delegare sempre le scelte a qualcun altro? Non sottovalutare il peso dell’opinione pubblica: se non ci fossero gli occhi puntati su quello che succede laggiù, se non ci fosse tutto questo parlare, i signori della guerra potrebbero agire impunemente, come succede in altre parti del mondo che sono meno sotto i riflettori. Tenere alta l’attenzione e sostenere le iniziative politiche tese a portare la pace è un modo per fare qualcosa.
    E poi non mi spaventerei per i dissensi (peraltro abbastanza marginali, tutto considerato) che possono manifestarsi tra noi. Certo, saremmo tutti d’accordo se ci limitassimo a compiangere i poveri bambini palestinesi, senza rischiare di prendere una posizione. Ma temo che quello sì sarebbe veramente un esercizio inconcludente.
    Invece, forse mi è sfuggito qualcosa, ma credo di non aver capito quale sarebbe la tua proposta di aiuto concreto.

    10 Gennaio, 2009 - 0:37
  62. Massimo D

    “dietro e dentro ognuno di questi interventi, che a te sembrano solo inutili parole, c’è la preghiera.”
    Bellissima questa cosa che ci dici, Fiorenza. Solitamente ho qualche problema rispetto alla preghiera… tu invece ci ricordi che ovunque ci sia una riflessione sofferta e appassionata, c’è anche preghiera. Grazie!

    10 Gennaio, 2009 - 0:40
  63. fiorenza

    Grazie a te, Massimo D

    10 Gennaio, 2009 - 0:48
  64. marta09

    Se è così … va bene.
    Ma ne siamo tutti certi? Io non ho mai letto nessun intervento rivolto come preghiera al Signore per questa gente; io ho solo letto “suggerimenti politici” o parole che si riconducono a questa sfera … E come fanno ad essere utili se sono dette da gente normale che non ha nessun potere? Come fanno a diventare preghiera? Oppure stiamo suggerendo a Dio – attraverso questa “preghiera” – come agire politicamente in questa situazione?
    Se potessimo mandare queste nostre “preghiere” a questi popoli sofferenti, quale sostegno avvertirebbero? Quale partecipazione sentirebbero?
    Mi sa che si arrabbierebbero parecchio invece e non ci discosteremmo di una virgola da quanti stanno “giochicchiando” sopra le loro teste!
    Ma forse sono io che non so leggere tra le righe o forse non sono in grado di “intendere” bene.
    Mah!

    10 Gennaio, 2009 - 0:51
  65. roberto 55

    Grazie, innanzitutto, all’amico Fabricianus per i contributi che ci hai proposto: l’articolo, in particolare, del Prof. Moro mi sembra del tutto condivisibile.
    Per il resto, e mi spiace per Marta09, concordo perfettamente con l’ultimo intervento di MassimoD., ed era proprio in questo approccio che l’altra sera avevo lanciato la mia scema proposta di esporre una candela ad ogni finestra: le nostre preghiere sono importanti e necesarie ed il Signore non mancherà d’ascoltarle, ma, spostandoci su di unpiano più “laico”, anche l’opinione pubblica, Marta, può tantissimo, quand’è unita ed organizzata (gli esempi sono innumerevoli).
    Solo due considerazione, MassimoD.:
    – lo Statuto di Hamas menziona espressamente, e tutt’ora, la finalità della distruzione dell'”Entità Sionista” (e questo, converrai, rappresenta un macigno sulla strada della pace);
    – quando, ieri sera, scrivevo che “la tregua va utilizzata per organizzare un pressante, capillare, incessante lavoro diplomatico teso ad convincere Hamas ad accettare l’esistenza dello Stato d’Israele e la prospettiva della coesistenza del popolo israeliano con il popolo palestinese”, intendevo proprio auspicare che la trattativa che speriamo si apra al più presto deve porsi, tra i suoi obiettivi, anche la finalità del riconoscimento d’Israele da parte di Hamas: mi pare, quindi, che concordiamo.

    Buona notte a tutti !

    Roberto 55

    10 Gennaio, 2009 - 1:03
  66. roberto 55

    Mamma mia, quanti errori&orrori ortografici !
    Va bè, tanto so già che mi perdonerete.

    Ancora, buona notte !

    Roberto 55

    10 Gennaio, 2009 - 1:08
  67. marta09

    Massimo,
    le scelte non vengono delegate a qualcuno d’altro, le scelte SONO DI QUALCUNO D’ALTRO.
    L’opinione pubblica è tenuta alta dai telegiornali, dalla stampa, da trasmissioni più o meno veritiere, dal Papa, dal Card. Martini … ma non da noi dentro questo blog.
    La preghiera che chiedo è quel andare oltre alle proprie opinioni/opzioni/scelte a favore della pace: è una preghiera di affidamento affinchè salti fuori qualcuno con un “colpo di genio” che spezza questa spirale di sofferenza.
    Lo so Fiorenza che sono parole appassionate, lo so molto bene perchè io stessa ho preso posizioni “politiche” decise … ma in questo caso (ma non c’è solo questo caso nel mondo … ce ne sono anche di peggiori “genialmente” o “volutamente” occultate agli occhi di tutti) siamo troppo vicini al “punto di non ritorno”, siamo troppo vicini alla distruzione di masse innocenti … è sufficiente che Israele sfoderi tutta la sua potenza militare o “qualcun altro vicino di casa” si imbizzarisca e spedisca cordialmente una testata nucleare per far piazza pulita.
    E’ sulla bocca di tutti la frase: “E’ una guerra che non finirà mai!” ed è la reazione di tutti – siamo onesti – quella di non prestare attenzione a questi fatti (sapeste quanta rabbia ingoio per questo in ufficio).
    Chiedo preghiere che siano preghiere vere e semplici di chi “non sa più che pesci prendere” per tanta gente affamata di pace che ha davanti.
    Solo questo, semplicemente questo. Forse sarà e sarò banale …

    10 Gennaio, 2009 - 1:19
  68. roberto 55

    Marta, perdonami, ma potrei, senza per questo sembrarti troppo “diretto”, chiederti di volermi rispondere a queste due domande:
    – qual’è la tua precisa opinione su quel che sta succedendo in questi giorni a Gaza ?
    – quali iniziative ritieni che si possano adottare, in merito a questi fatti, da parte dell’opinione pubblica italiana/europea/internazionale e/o (e se preferisci) dei cattolici impegnati in politica ?

    A domani !

    Roberto 55

    10 Gennaio, 2009 - 1:57
  69. A Ignigo74.
    Riguardo a p.za Duomo, credo che la preghiera islamica fosse fuori luogo a prescindere dal fatto che si fosse dinanzi al Duomo, era fuori luogo perché diventata una preghiera “contro” Israele.
    Però un po’ più di rispetto da parte dei musulmani non avrebbe guastato!
    Sapevano bene dov’erano e quindi è stata una provocazione voluta, non una inavvertenza.
    Poi sappiamo bene che p.za Duomo non è un luogo sacro ma “profano”, però provate a pensare cosa fosse successo se un gruppo di cristiani avesse pregato sulla spianata delle moschee a Gerusalemme…
    Questo incident ci dà anche l’occasione per non dimenticare le esigenze religiose delle migliaia di musulmani di Milano.
    Sarebbe però ora di risolvere l’annoso problema di dare loro una vera moschea.
    Chiedere rispetto per i nostri luoghi religiosi esige anche il rispetto della loro esigenza di un luogo di culto.

    10 Gennaio, 2009 - 8:26
  70. marta09

    – qual’è la tua precisa opinione su quel che sta succedendo in questi giorni a Gaza ?
    – quali iniziative ritieni che si possano adottare, in merito a questi fatti, da parte dell’opinione pubblica italiana/europea/internazionale e/o (e se preferisci) dei cattolici impegnati in politica ?

    Roberto, non ti scusare nel pormi queste domande dirette, sono più che legittime e sono le stesse domande che pongo a me stessa.
    Domande che non trovano risposte esaustive perchè:
    1) le notizie che ci arrivano sono il più delle volte false o tendenziose. Persino il fatto di chi ha attaccato per primo non è chiaro. Da qui, l’elaborare un’opinione personale risulta difficoltosa e sarebbe cosparsa di “Se fosse davvero così, allora …”
    2) le dinamiche integraliste che animano tutte le guerre sono sempre e comunque così assurdamente potenti che vanno contro ogni logica. Da qui l’opinione personale perde ogni valore ai fini della difesa/aiuto delle vittime di turno di questi “folli”
    3) Di certo, per quanto mi riguarda, Gaza è un tripudio di delitti internazionali per mano di quelli che – per quanto diciamo ed urliamo – se ne fregano altamente e continuano sulla loro strada di “valutazione” di quanto una guerra possa “tornare buona” ai propri di “prestigio mondiale”.
    4) Questa guerra, come tutte le guerre del resto, non sono volute dal popolo, ma sono volute da pre-potenti e questi pre-potenti mirano (e ci riescono benissimo) a togliere “forza di identità e forza di umanità” alle masse.
    5) l’impegno politico dovrebbe – dal significato del termine stesso – essere un “impegno per il popolo governato” e non “per chi governa un popolo”. Se poi parliamo di impegno politico cristiano le cose prendono un aspetto, a dir poco destabilizzante, considerando che Colui in cui crediamo si è buttato a capofitto tra la gente che non contava niente e non si è minimante curato dei giochi di potere (religioso o meno) che tormentavano e opprimevano.
    6) Se, guardiamo poi, alle dichiarazioni di padre Manuel Musallam, che ci è dentro e che vede come la gente è capace di farsi pace da sola con una tolleranza e rispetto incredibile, ci si accorge che ogni impegno politico, ogni opinione personale, ogni azione nazionale/internazionale dovrebbe essere rivolta a quei popoli ( e ce li metto tutti e due) come sostegno ed aiuto umano. Sperando sempre e pregando per questo (ed è da qui che è nata la mia richiesta di preghiera) che si faccia avanti qualcuno che conta, che rinunci al proprio prestigio nazionale e riesca – in modo veramente geniale – a stroncare i “folli”, i pre-potenti e tutti gli affini citati prima.
    Detto questo, e mi tiro una zappata sui piedi perchè mi spoglio di ogni “fascino” e mi mostro per quella che sono ti pongo il mio “Rinuncio”:
    Rinuncio ad un’opinione del tutto personale perchè sarebbe falsa.
    Rinuncio alla politica così com’è intesa oggi dove “se sei un impiccio ai miei progetti, ti faccio fuori”
    Rinuncio a rivestirmi di un abito non mio che è quello di andare porre soluzioni e pareri “politici” quando non sono di quelli che si siedono al “tavolo della pace”
    Rinunce a cui corrispondono “credo e mi impegno”:
    Credo che ognuno di noi possa fare pace opponendosi dove sta e vive con ogni forza ad ogni sopruso
    Credo che nelle situazioni internazionali ciò che più vale per gente che non conta nulla (a livello internazionale) sia solo una preghiera appassionata e non preconfezionata
    Credo che le Nazioni debbano muoversi prima a livello umanitario per poter muoversi poi a livello governativo
    Credo … e credo fermamente di essere banale, un po’ stupida, magari qualunquista, del tutto ignorante, fortemente limitata, ma di certo una “sovversiva di professione” (come sono sempre stata etichettata per poi essere messa al rogo sulla pubblica piazza :-))))) … una sovversiva che si sporca di fango fino al collo, che ha sempre cercato di buttare giù “ogni muro della supponenza e della chiusura” che taglia fuori quelli che non hanno mai niente da dire perchè hanno paura di dire e perchè si sentono “nessuno” … con la conseguenza ovvia che sempre e poi sempre “i muri” hanno buttato giù me, senza per altro riuscire a tagliarmi le corde vocali.

    Mi dispiace Roberto deluderti per la mia “piccolezza” e mi dispiace anche per gli altri …
    Facciamo così, io mi pongo nel “pianerottolo” come la “donna delle pulizie” che non capisce niente e che ha una cultura sufficiente a scrivere una cartolina. Una donna delle pulizie (quanto mi diverte questa immagine) che mentre voi parlate, ascolta, impara, capisce quello che può e … prega come può (ah! anch’io ho sempre avuto un rapporto conflittuale con la preghiera … fino a quando non mi hanno rotto la schiena della mia arroganza e supponenza) …

    Per Fabrug:
    sono amica di mussulami che sono sacrestani in chiese cattoliche!!! E parlando con lui (splendida persona) ci siamo accorti che oggi c’è una deviazione della tolleranza (che sembra un gioco di parole): è l’intolleranza della tolleranza. Di nuovo: o vieni dalla mia o ti evito e ti attacco. Ed è con le sue parole che dico: ci stiamo impoverendo di ricchezze ascoltando solo noi stessi … qualsiasi Dio sia si è sparpargliato in tutta l’umanità

    Ciao a tutti e perdonatemi la lunghezza e la stupidità

    10 Gennaio, 2009 - 9:56
  71. Massimo D

    Roberto55, veramente non vorrei rischiare di essere preso per difensore di Hamas; come ho già detto sono molto preoccupato per la crescita dei movimenti integralisti nei paesi arabi (i “segni” distintivi dell’osservanza religiosa sono in vistoso aumento, sempre più donne e ragazze scelgono di coprirsi il capo, e questo purtroppo è vissuto in molti casi come una forma di rivolta anti-occidentale).
    Tuttavia, penso che il modo in cui si è affrontato il “problema Hamas” in Occidente è stato secondo me un errore.
    In primo luogo perché non riconoscendo legittima la maggioranza uscita dalle elezioni abbiamo dato l’impressione di essere a favore della democrazia solo quando dà i risultati che ci aspettiamo, cioè di non credere fino in fondo in ciò che vorremmo “esportare”.
    In secondo luogo perché non è vero che non ci sono margini di compromesso con Hamas; questa cosa della distruzione di Israele viene molto enfatizzata e forse è un poco fraintesa. Hamas non riconosce la legittimità dello stato di Israele in quanto stato “ebraico” costituito ai danni dei palestinesi, ma questo non esclude che sia stata manifestata una disponibilità alla tregua. La sua posizione a me pare del tutto speculare a quella della destra israeliana del Likud che non ha mai riconosciuto la legittimità di uno stato palestinese (la pensava così anche Sharon, responsabile di crimini di guerra e nonostante questo assurto a simbolo del ritiro israeliano e della possibilità di un compromesso) . Il fatto che si parta come nemici non significa che non si possa addivenire ad un accordo in cui il riconoscimento di Israele sia il punto di arrivo e non la precondizione per sedere ad un tavolo.
    Ricordo anche che Fatah, che ora è considerata la componente moderata, il partner ideale per Israele, iniziò anch’essa con gli stessi obiettivi bellicosi di Hamas (l’eliminazione dello stato di Israele), e si moderò una volta assunte responsabilità di governo.
    Capisco che sia un problema legittimare politicamente Hamas, ma è un po’ ipocrita lamentarsi ora dell’ascesa di Hamas dopo anni in cui si è delegittimato Arafat e l’OLP traendo vantaggio dalla sua debolezza; l’ascesa di Hamas è il sottoprodotto di questa politica oltre che dell’esasperazione palestinese (e della corruzione di Fatah). Ora gli USA stanno armando e addestrando le milizie di Fatah in funzione anti-Hamas. Le divisioni interne palestinesi (al limite della guerra civile) e l’ascesa di una forza massimalista come Hamas sono funzionali alle posizioni israeliane più oltranziste, quelle che ripetono che “non c’è nessuno con cui dialogare”. Per questa strada purtroppo non si esce.
    Infine, facendo terra bruciata attorno ad Hamas si è gettato un movimento (di sunniti!) tra le braccia degli sciiti di Hezbollah e dell’Iran, e se questo è un bel risultato…

    Ancora a Marta09: la realtà di cui parliamo non è poi così lontana. Per anni mi sono interessato di Israele e Palestina solo leggendo i giornali, poi un giorno ho avuto l’opportunità di essere coinvolto in un progetto di cooperazione con alcune università palestinesi, e ora mi capita di andare laggiù almeno una volta l’anno. Allo stesso tempo, ho rapporti di stretta frequentazione con colleghi israeliani. Capire, parlare, è utile per noi e soprattutto per loro.
    Ma comunque gli arabi sono ormai nostri concittadini, e per loro la questione palestinese è la madre di tutte le ingiustizie perpetrate dall’Occidente sulla loro terra, di questo dobbiamo tenere conto.

    Mi scuso per la lunghezza dell’intervento.

    10 Gennaio, 2009 - 11:13
  72. ignigo74

    insisto: sintesi, brevità.
    Quasi un anno addietro ci eravamo proposti il limite della finestra del commento, circa 20 righe.

    Sono limitato, è un problema mio ma ritengo troppo lunghi certi interventi: io non riesco a seguirli.

    10 Gennaio, 2009 - 12:08
  73. Posso dirvi che mi spiace vedere che si devia su binari ideologici che ormai abbiamo presente, e di cui ne parlano tutti fino alla noia.
    Non possiamo provare a “dare” qualche cosa di veramente nuovo se non rivoluzionario.
    Dire le stesse cose che si dicono su tutti i media e vari siti/blog, per quanto utile al confronto, non mi sembra di grande ricchezza, in quanto veramente tutto ormai è stato detto, e ripetercelo, non mi sembra che ci aiuti molto.
    Per carità non vuole essere una critica, per chi vuole continuare ad avere parametri ideologici-politici.
    Ma lo hanno già fatto tutti.
    La mia personale crisi?
    Ho a disposizione la preghiera.
    Poi?
    Marta e Maria, tutti e due sono state utili all’ospitalità nei confronti di Gesù.
    “Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”
    Ma tutti e due sono state importanti.
    Possibile che è così difficile uscire dagli steccati ideologici?
    Possibile che come cristiani, non riusciamo ad andare oltre?
    Possibile, che concretamente non riusciamo ad essere segno e strumento di riconciliazione, perchè tanto deleghiamo tutto ai “Governanti civili e religiosi” deresponsabilizzandoci.
    Al politico di turno, al cardinale di turno….
    una buona e santa domenica a tutti

    10 Gennaio, 2009 - 12:18
  74. A Fabrug,
    Condivido la riflessione sul gesto degli islamici che è stato prettamente politico.
    Se lo avessimo fatto noi davanti una piazza con una moschea, sarebbe successo il finimondo.
    Per fortuna noi occidentali abbiamo una intelligenza ed una evoluzione democratica, che sfugge alla cultura islamica attuale.
    Ora è compito di chi governa disciplinare che le confessioni religiose TUTTE, non usino della religione, per manifestazioni civili o politiche. Ovviamente se lo fanno i cattolici, a piazza san Giovanni in Laterano (piazza civile), lo potranno fare anche gli islamici in piazza Duomo?
    Comunque siamo tutti e due off topic, e allargheremo oltre e fuori misura i commenti, già complessi sulla realtà del vicino oriente.
    Ti leggo con stima

    10 Gennaio, 2009 - 12:24
  75. marta09

    Grazie, Matteo … è una ventata di aria fresca e nuova ogni tua parola.
    Marta alias la “donna delle pulizie”

    10 Gennaio, 2009 - 12:35
  76. Massimo D

    matteo, ma quando dici “ideologico” cosa intendi?
    (Ideologico = condizionato da un sistema di idee preconcette)
    Qual è l’ideologia che vedi dietro agli interventi che precedono?
    Mica confonderai ideologico con politico tour cour?

    10 Gennaio, 2009 - 12:41
  77. Caro MassimoD,
    una sottile linea divide l’ideologico dal politico,
    Anche la fede cristiana viene usata più volte come ideologia “noi” VS “loro”.
    La mia riflessione, desidera chiedere ai compagni di blog, qualche cosa di nuovo, che non sono le idee troppo spesso preconcette o preelaborate, comprensibilissime,
    ma noi cristiani siamo chiamati ad andare oltre?
    Siamo chiamati (sono chiamato) ad essere operatori di pace, e non a rifugiarci deresponsabilmente dietro le Auguste parole del Sommo Pontefice. Troppo facile. Troppo semplice. Siamo troppo abituati, che qualcun altro pensa al posto nostro…
    Onore a quei cristiani che nelle terre del sanque, sono a condividere in tutto, povertà, miserie, paure.
    Onore ai figli di S.Francesco che condividono tutte le contraddizioni e i rischi del conflitto in quella amata terra.
    Io?
    Perdonatemi se continuo a fare sempre domande.
    Ma io non trovo risposte.
    E in più, l’esposizione dei fatti coflittuali, non sta aiutando nessuno ad uscirne,
    nè noi,
    nè loro.

    10 Gennaio, 2009 - 13:28
  78. marta09

    Matteo,
    neppure io trovo risposte, ma è vero che dobbiamo andare “oltre”.
    Di più, mi sento quasi in colpa per chi è sotto il terrore perchè non so fare niente, neppure porre le ideologie, neppure voler elaborare un’opinione personale. Niente, il nulla assoluto.
    Ho cercato nell’unico posto dove dovremmo trovare risposte mentre faccio il cassonetto portarifiuti di coloro che incontro.
    L’unica risposta che ho elaborato è di essere operatore di pace, ma anche di giustizia esattamente dove sono, nella realtà in cui vivo andando – magari – contro tutti (anche ai preti, ai vescovi, consiglieri comunali ecc) per ridare dignità ai disperati (anche se non sembrano).
    Solo questo, Matteo, solo questo.
    E non c’è differenza tra Italia, Palestina, Kosovo ed altro.
    Ammiro chi può fare altro, ma devo stare nei miei limiti.
    E “l’andare oltre” cristiano ha un solo verbo: pregare ed assumersi la responsabilità di farlo appassionatamente. Operare qui e davvero, sui fatti e pagando di persona.
    Se non riusciamo a portare pace nel piccolo come possiamo sperare di portare pace nel grande?
    Solo questo … è forse umiliante, ma – credimi – non è per nulla un “deresponabilizzarsi” ed un “lasciare che altri decidano … perchè nella tua vita l’unico che decide sei tu. Di piccole paci è fatta la pace mondiale ed universale.
    Ciao

    10 Gennaio, 2009 - 15:49
  79. marta09

    Preghiera A DIO e non A CESARE, ma pregare “Cesari” attuali di smetterla può essere un’idea o meglio sarebbe una bella idea rivolgere una preghiera A Dio per far smettere di fare danni ai “Cesari” attuali
    🙂

    10 Gennaio, 2009 - 15:54
  80. grazie Nino, riflessione interessante, veramente per tutti. Ci aiuta a capire come facilmente possiamo essere vittime di strumentalizzazioni giustificandoci con la religione/preghiera/fede.
    (La titolazione però trae in inganno, ma le titolazioni non le fanno generalmente gli autori dell’articolo…)

    10 Gennaio, 2009 - 15:54
  81. lycopodium

    Il pezzo segnalato da Nino è articolato e complesso; tuttavia mi pare non colga un punto fondamentale, oggi evidentissimo: qui siamo in ambito cristiano e – con un salto logico ardito ma non impossibile – si può anche teorizzare la laicità della politica; ma si può teorizzare tale (discussa) laicità proprio perchè siamo in ambito cristiano.
    Quei manifestanti (e i loro avversari diretti) usano l’ambito cristiano per la loro libertà, ma non arrivano neppure ad immaginare una situazione a parti inverse.
    Così il dramma dei cristiani di oggi è il non rendersi conto che non c’è per loro reciprocità in terra islamica, così come non c’è un analogo della Nostra Aetate nella terra di Sion …

    10 Gennaio, 2009 - 17:19
  82. targum55

    “il dramma dei cristiani di oggi è il non rendersi conto che non c’è per loro reciprocità in terra islamica, così come non c’è un analogo della Nostra Aetate nella terra di Sion …”

    immaginiamo invece che se ne rendano conto e vogliano continuare a non rubare anche se tutti rubano.

    10 Gennaio, 2009 - 20:29
  83. Nino

    A proposito di DRAMMI

    Così il dramma dei cristiani di oggi è il non rendersi conto che non c’è per loro reciprocità in terra islamica, così come non c’è un analogo della Nostra Aetate nella terra di Sion …
    ————–
    Poniamo che ti trovi nella condizione di immigrato, magari un extracomunitario, fuggito su di un barcone della morte per disperazione dal tuo paese dove non hai libertà, lavoro, nessuna prospettiva di una vita dignitosa, anzi la tua attesa di vita è meno di 30 anni.
    Nello specifico, sei africano, purtroppo il colore della tua pelle non ti aiuta, la tua lingua è un dialetto, e sei probabilmente analfabeta.
    Se la tua religione è islamica non parli l’arabo, reciti le preghiere a memoria seguendo i suoni e il labiale degli altri. Probabilmente la tua religione è un mix di sciamanismo e islam.
    Arrivato per miracolo in un paese cosiddetto democratico e civile, qual è il tuo problema principale, anzi vitale?

    10 Gennaio, 2009 - 20:30
  84. Luigi Accattoli

    Leggo tutti di seguito gli interventi degli ultimi due giorni e saluto e ringrazio gli intervenuti. Ho imparato da tutti, soprattutto da Savigni e Massimo D. Batto le mani a Marta09 per l’ostinata richiesta di una preghiera più vasta e più decisa: lei è mossa dalla convinzione cristiana che la preghiera possa modificare la storia. Fiorenza le ha risposto che la preghiera invocata “è già qui”. Mi pare una buona risposta. Credo che vi sia preghiera anche nei titoli dei giornali: “I morti sono più di settecento: 220 sono bambini” era scritto giovedì a pagina 9 del Corsera.

    10 Gennaio, 2009 - 23:05
  85. lycopodium

    Targum dice:
    “immaginiamo invece che se ne rendano conto e vogliano continuare a non rubare anche se tutti rubano”

    ok, ma bisognerebbe dire chiaro e tondo che di RUBARE si tratta …

    10 Gennaio, 2009 - 23:46
  86. lycopodium

    @ Nino
    L’atteggiamento solidale nei confronti di quegli immigrati è fuori questione.
    Ma io parlavo del trattamento nei confronti dei cristiani (e non solo del Vicino e Medio Oriente), verso i quali c’è sorda indifferenza, ulteriormente acuita dai fatti di guerra e terrorismo.

    10 Gennaio, 2009 - 23:50
  87. FABRICIANUS

    Mi permetto di consigliarvi, (e così vorrei rispondere anche all’appello di Marta09 sulla importanza e necessità della Preghiera in queste difficili ore per il Medioriente-appello che condivido-) un prezioso libretto curato dalla Madre Abbadessa Anna Maria Canopi.
    Il Titolo è “IL VANGELO DELLA PACE” Ed. Paoline.

    Buona Domenica a Luigi, e a tutti gli amici e le amiche del pianerottolo.

    F.

    11 Gennaio, 2009 - 0:34
  88. roberto 55

    Massimo D., neppure io vorrei essere scambiato per difensore “a priori” di Israele (lascio volentieri questa parte a Giuliano Ferrara): ho già avuto occasione di precisare quant’avversione ho provato per i governi israeliani di Shamir, di Netanyahu e di Sharon, e convengo pure che se, tra un mese, le elezioni politiche israeliane fossero vinte dal partito del Likud le prospettive di pace, già ora molto difficili, subirebbero un colpo durissimo.
    Detto questo, però, insisto (e, per una volta, non m’importa d’essere noioso): non ci sarà mai pace durevole se e finchè Hamas – come ebbe, invece, nel 1988, il coraggio di scegliere Fatah – non si deciderà a riconoscere l’esistenza dello Stato d’Israele e ad accettare la prospettiva “due popoli, due Stati”.
    Perciò, oggi, serve la tregua: per dar corso ad un negoziato (che, in modi e forme opportuni, deve coinvolgere Hamas: lo slogan “non si tratta con i terroristi” è pura propaganda) che giunga a questo risultato.
    A me non pare che le nostre posizioni, MassimoD., siano distanti.
    Comunque, ora “chiudo” l’argomento: ha ragione Matteo, il dibattito ormai mi pare “cotto”, ed ha ragione anche Ignigo74 nel richiamarci tutti ad essere più brevi.

    Grazie, Nino, per aver offerto agli amici la visione dell’articolo di Enzo Bianchi: l’avevo già letto su “Repubblica” ed è molto bello, come tutto ciò che scrive padre Bianchi.
    Grazie anche a Fabricianus per la segnalazione: comprerò questo libro.
    Infine, Marta09, ma perchè, mamma mia !, ti “colpevolizzi” così ? I tuoi interventi – mi pare d’avertelo già detto – meritano tutta la simpatia degli amici per la passione e la generosità che esprimono.
    E, poi, perdonami, puoi andar fiera dello “status” che ti sei scelta di “donna delle pulizie” del “pianerottolo”: ne ho conosciute molte, in tanti anni di lavoro, e c’erano, tra di loro, lavoratrici davvero in gamba !

    Buona notte e buona domenica a tutti !

    Roberto 55

    11 Gennaio, 2009 - 2:20
  89. marta09

    Grazie Roberto55!
    Non mi colpevolizzo, ma so pesarmi per quello che valgo ed anche la figura di “donna delle ulizie” è tanto bella. Il rinunciare a tanto, anche se doloroso, alla fine si scopre di aver ricevuto un gran regalo: quello di non difendere nulla di ciò che si pensa e di donare tutto; quello che mette al riparo dallo sdegno dell’offesa (gran lotta).
    Ciao e un abbraccio … e adesso andiamo tutti al Giordano per il Battesimo e potrebbe essere per noi quel “questi sono i Miei figli prediletti” 🙂

    11 Gennaio, 2009 - 8:47
  90. Luigi Accattoli

    A Marta09 che scrive: “sono amica di musulami che sono sacrestani in chiese cattoliche!”. Nel libro “Islam. Storie italiane di buona convivenza” (EDB 2004) ho intervistato Habib che fa il sacrestano a Milano. Ecco l’attacco dell’intervista:
    A Milano, alla parrocchia del Suffragio, c’è un sacrestano musulmano, che fa quel lavoro da undici anni. “E lo fa bene”, assicura il parroco don Mirko Bellora. “Non fa la genuflessione, ma si inchina e cammina lentamente”. Habib, tunisino, quarantatre anni, è orgoglioso del suo impiego. E’ sposato con Naima, tunisina anche lei e ha due figli, di cui uno disabile. Questo insolito sacrista don Mirko l’ha ereditato dal parroco precedente, don Erminio De Scalzi, ora vescovo e abate di Sant’Ambrogio. Un gruppo di parrocchiani ha protestato perché non genuflette e perché tocca la chiave del tabernacolo. Ma i due parroci sono restati fedeli all’impegno preso con lui. Del resto – osserva il vescovo De Scalzi – a Gerusalemme non è una famiglia musulmana che custodisce le chiavi della Basilica del Santo Sepolcro? Quanto alla chiave del tabernacolo, don Mirko dice che nel Vangelo Gesù non si scandalizza che una donna considerata impura (la Cananea) tocchi il lembo del suo mantello. Questa mia intervista ad Habib è stata pubblicata – in una versione più breve – dal Corriere della Sera del 24 agosto 2004.
    Habib, che dicono gli altri musulmani del tuo lavoro?
    C’è chi dice questo e chi dice quello, ma io non bado alle chiacchiere. Una volta ho chiesto a un muftì venuto dalla Tunisia – i muftì vengono sempre nell’anniversario della nascita del nostro Profeta e tengono una predica al Consolato – un parere sulla mia condizione di sacrestano in una chiesa cattolica e se questo lavoro era accettabile per un buon musulmano. Mi ha risposto che l’importante è che io mantenga il rispetto per il mio Islam.
    Insomma, ti senti a posto, facendo questo lavoro?
    Mi sento a posto, altrimenti avrei cambiato già da molto tempo. Qui c’è sempre da lavorare e certi giorni sono davvero complicati … devo difendere il mio ruolo! Vengono in tanti in questa chiesa: i poveri, i “barboni” a chiedere, i fioristi per il loro lavoro, i fotografi durante le celebrazioni: se non mi fossi trovato bene me ne sarei già andato..
    Ma qualche musulmano che ti ha detto “non va bene” l’avrai pure trovato…
    Ho parlato con un imam in Tunisia, che mi ha detto “puoi anche cambiare lavoro”. Io ho detto che lo facevo per guadagnare il pane e lui ha risposto che “il pane si può guadagnare dappertutto”.
    Però non ti ha convinto…
    No, perché è vero che il pane si guadagna dappertutto, ma io non ho scelto questo mestiere solo per guadagnare il pane! Quando ho lasciato il lavoro di cameriere e sono venuto qui, il mio problema non era il pane. Ho iniziato a fare il sacrestano per aiutare delle persone che mi chiedevano di essere aiutate. Ed erano persone alle quali io dovevo molto, che mi avevano dato tutto. Anna Maria (una consacrata laica, Piccola Figlia della Croce, che prestava servizio presso la parrocchia, ndr) era amica di mia moglie. Il parroco don Erminio è venuto persino in ospedale, quando il mio bambino era ricoverato. E’ perché ero legato a loro come un fratello, che l’ho fatto! Mi sentivo in famiglia (…)”

    11 Gennaio, 2009 - 18:29
  91. marta09

    Confermo tutto e anche di più! Don Mirko Bellora era il mio parrocco e, andando a trovarlo, ho conosciuto Habib e siamo diventati amici … all’istante.
    E’ un uomo giusto e … chi se ne frega del Credo che professa.
    Più volte mi sono fermata a parlare con lui che era – a dir poco – furente per il poco rispetto di un luogo sacro. Incredibile davvero un mussulmano che difende la sacralità di una chiesa cristiana!! Roba dell’altro mondo, roba da Isaia 2008!!!
    Ho visto i suoi giorni “complicati”, ma ho visto e sentito il suo cuore, la sua autentica carità di sopportare preti sfiancati e persone indelicate. Una meraviglia e – posso dirlo? – da lui, da Habib, ho imparato cosa significa davvero “per-dono” e “per Dio”.
    E sempre lui, parlando di uno spettacolare prete musicista, ultimamente mi ha detto di sentirne una mancanza perchè – e cito le sue parole ” don … è … è … è tutto. E’ un prete – un uomo di Dio – davvero, non ho altre definizioni”. Detto da un mussulmano credo sia l’autenticazione più grande che un prete possa desiderare.
    E adesso mi sono auto-commossa.
    Ciao a tutti

    11 Gennaio, 2009 - 21:41
  92. Massimo D

    A Roberto55: è vero, le nostre posizioni sono molto vicine. In sintesi il punto che sollevavo era alla fine quello che dici tu: le trattative dovranno per forza coinvolgere anche Hamas. Ma questo secondo me lo sanno tutti, a cominciare dagli israeliani (che infatti lo hanno sempre fatto, anche se in modo non ufficiale).
    A Marta09: ormai, dopo il successo de L’eleganza del riccio, la figura delle donna delle pulizie che nasconde una persona di grande profondità e cultura ha anche dignità letteraria.

    11 Gennaio, 2009 - 21:59
  93. Mi erano sfuggiti gli ultimi commenti dall’ 11 gennaio, e ora leggendoli ho provato una bella consolazione del cuore.
    grazie

    13 Gennaio, 2009 - 16:08
  94. affus

    “IL SANGUE DELL’UOMO DALL’UOMO SARA’ SPARSO ! “ (Gen. 9,6)

    Nell ‘articolo precedente abbiamo visto come Dio ai primordi dell’umanità ,confidando in quella legge messa nell’ “intimo dell’uomo “ da Lui stesso , richiede all’uomo soltanto che non diventi “autonomo “ rispetto al bene e al male, in seguito però , dopo il peccato di Adamo ,non fidandosi più , mette dei Cherubini alati a guardia dell’uomo ,anzi limita il suo potere di decidere nella creazione sul problema del bene e del male . Poi man mano che l’uomo affonda nel fango Egli prende le dovute contromisure in maniera graduale . Successivamente al peccato di Adamo , si fida ancora dell’uomo e impone una norma : “ nessuno tocchi Caino “, per far capire la linea etica scelta con quella precedente umanità, dove non ha imposto alcuna autorità e nessuna norma morale esplicita individuale , tanto che l’umanità arriva ad un arbitrio morale testimoniato da uno di loro dalle parole : “ Ho ucciso un uomo per una scalfittura e un ragazzo per un livido (Gen4,23).
    Non solo, ma , man mano che l’uomo degenera moralmente, Dio prende delle precauzioni preventive, sia accorciandogli la vita , sia imponendogli il lavoro ; il dolore, i figli . In pratica si è comportato come un tizio a cui gli hanno rubato la macchina o scassinato la casa ; dopo mette l ‘antifurto all’auto e le porte blindate alla casa . Non si fida più della libertà dell’uomo !
    Quando poi la discendenza di Caino diventa così autonoma da arrivare all’apice della degenerazione uscendo fuori dai binari tracciati dalla legge naturale , questa umanità viene eliminata da Dio col diluvio universale come ammonimento a tutte le future generazioni (Gen.7) .
    Con la seconda umanità , cioè quella dopo il diluvio, Dio però cambia registro e subito
    pronunzia delle parole che lasciano prefigurare la futura legge naturale scritta : “… domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo , a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso “ (Gen.9,6).
    Con queste parole Dio concede all’uomo stesso di fare giustizia del sangue e della vita del fratello ; guai ora quindi a chi lascerà Caino in libera circolazione ! Non solo, ma l’uomo dovrà preoccuparsi dei fratelli perché Dio chiederà conto della vita a chi gli è prossimo , cioè l’uomo sarà sottoposto a un giudizio per questo, e ciò dipenderà dal ruolo e dalla sua attività .-
    In questa norma generale data da Dio alla seconda umanità, notiamo una necessità da parte di Dio di stabilire delle norme etiche che dovranno essere osservate . In altri articoli abbiamo dimostrato come queste norme stanno già nell’intimo dell’uomo di tutte le razze e nazioni e c’erano già con la creazione dell’uomo . L’uomo dovrà farsi giudice dell’uomo e punire il trasgressore . Ma chi dovrà giudicare che cosa ? Non si poteva essere precisi su questo perché poteva essere il patriarca , l’anziano, l’eroe, un padrone,lo sciamano , ecc. e tutto dipendeva dal tipo di società formatasi . Chiunque avesse dei mezzi e godesse del prestigio personale,di imparzialità e di coraggio, dell’onore in mezzo al gruppo come garanzia della tradizione morale ed etica, poteva essere idoneo al comando e giudicare . Chiunque in passato abbia avuto delle preoccupazioni morali potremmo definirlo un uomo di onore, uomo morale , cioè legato alla tradizione , quella che fa si che la società non degeneri fino ad arrivare alla guerra ,alla fame,alla peste e al diluvio ; anche quelli che hanno abusato delle norme e si sono arricchiti con quelle . Tutte queste sciagure sono il colmo dell’ingiustizia tra uomo e uomo quando raggiunge certi livelli di immoralità sociale e col tempo conducono alle guerre . Un autorità , quindi , è quella forza che si preoccupa del “fratello “ ; ne difende l’onore e colpisce l’ingiustizia con la spada permettendo il bene comune e la garanzia del futuro dell’uomo sulla terra . Il potere perciò si preoccupa di quell’arbitrato di giustizia naturale tra uomo e uomo , tra famiglia e famiglia , tra società e società , autorità che gli viene trasmessa dai padri di famiglia e dagli anziani . L’autorità non rappresenta nessuna classe che dovrà opprimere un’altra classe ma rappresenta quell’ autorità che persegue la giustizia; difende il povero se è oppresso ma lo elimina se è iniquo, senza trovare scusanti e giustificazioni al male . “Non commetterete ingiustizia in giudizio : “ non tratterai con parzialità il povero ,né userai preferenze verso il potente ;ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia” (Num.19,15 ) ……. “né ti lascerai condizionare nel giudizio da una maggioranza.”
    Ecco che Dio , in seguito , sceglierà una famiglia e da questa avrà origine un popolo .
    Non appena questa famiglia diventerà numerosa da formare un popolo autonomo, subito Dio donerà la Legge che dovrà osservare in quella terra . Con la legge avrà una regola di vita sociale precisa e con delle autorità precise che dovranno punire i trasgressori . La legge che prende corpo nelle istituzioni dovrà garantire l’ordine e la giustizia tra fratello e fratello ; dovrà occuparsi di salvaguardare il sangue e la vita del fratello ,quindi anche la sua proprietà acquistata col sangue . Non sarà più un non identificato “ vendicatore del sangue “ che farà giustizia di Caino , ma solo un autorità precisa che osserverà la legge . La giustizia avrà una linea precisa tracciata dalla legge e non da una maggioranza o dall’arbitrio di un tiranno . ! In questa società organizzata dalla legge , la politica si identifica ora con la legge stessa, la retta osservanza ; ora con la stessa autorità che la rappresenta . L’ Autorità che si ispira alla giustizia, è quella forza che stabilisce la norma , la legge , la giustizia violata e ne garantisce il ricordo ; la difende e la conserva nel popolo attraverso le generazioni . Un’ autorità che non si ispira alla giustizia , è formata da un gruppo di delinquenti che esercita il potere per il proprio tornaconto .

    13 Gennaio, 2009 - 17:11
  95. affus scrive – 13 Gennaio 2009 @ 17:11
    Dio ai primordi dell’umanità ,
    confidando in quella legge messa nell’ “intimo dell’uomo “ da Lui stesso ,
    richiede all’uomo soltanto che non diventi “autonomo “ rispetto al bene e al male, in seguito però , dopo il peccato di Adamo ,
    non fidandosi più ,
    mette dei Cherubini alati a guardia dell’uomo ,
    anzi limita il suo potere di decidere nella creazione sul problema del bene e del male
    ===============================
    Ma in quale chiesa si insegna questa teologia????
    Visto che assolutamente non è nella Chiesa Cattolica?
    oh! my God!

    13 Gennaio, 2009 - 18:30
  96. marta09

    Già, Matteo, noi sappiamo che Dio si è fidato eccome di noi, tanto da mandare Suo Figlio per azzerare il peccato ed il danno che ha generato in noi, tanto da ri-costituirci figli, tanto da chiederci di collaborare con Lui.
    Dio ha tanta fiducia, tanta carità e tanta speranza per ogni uomo.
    L’unico spostamento di pensiero che ci viene chieso è, per dirla come Obama, “Yes, we can” … Quell’evoluzione che io intendo è proprio ogni nostro personalissimo “io” che diventa “noi”= Dio con me … che poi porterà inevitabilmente a Dio-con-noi.
    L’universalità della Chiesa è – per ovvie ragione – universalità del singolo per effetto di quel “essere membra di uno stesso Corpo”.
    Ma, mi complimento con te, perchè cerchi sempre si “discutere” sul pensiero altrui senza andare a colpire la persona che l’ha scritto.
    Ciao e grazie … anche questa è una lezione di stile … quello divino! 🙂

    14 Gennaio, 2009 - 9:23
  97. su Gaza, segnalo questo sito: www,dagaza.org

    14 Gennaio, 2009 - 10:45
  98. Grazie Moralista, interesante e inquietante

    14 Gennaio, 2009 - 15:47
  99. Luigi Accattoli

    L’ho visto ora, grazie anche da parte mia, moralista. Nulla aiuta a sentire quanto il vedere.

    15 Gennaio, 2009 - 17:24

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