Dall’infelicità alla sventura alla sciagura

Manzoni 10. Infelice, poveretta, misera, sventurata, sciagurata sono i nomi che il Manzoni dà a Gertrude, la Monaca di Monza, nei capitoli 9 e 10 della sua storia e nel 20 nel quale quella storia si riaffaccia. Alcuni di questi nomi tornano a più riprese, inframmezzati agli altri, ma quella nella quale li ho riportati è la successione con cui compaiono la prima volta. Segnalo la progressione degli appellativi e del giudizio che comportano. Il Manzoni è un autore morale quant’altro mai e quei cinque aggettivi gli bastano per dire l’intera vicenda morale – e possiamo dire umana – di Gertrude. Essa è infelice povera e misera, cioè incolpevole, fino a che vive in solitudine la sua miseria; diviene sventurata quando la nasconde all’esaminatore e quando l’intreccia a quella di Egidio; finisce sciagurata quando acconsente ai delitti ai quali quell’intreccio la conduce. La sciagura è più della sventura. Nei primi commenti darò le ricorrenze dei diversi aggettivi e segnalerò quelli ancora più severi con i quali il Manzoni condanna Egidio.

36 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Questa infelice. “Noi crediam opportuno di raccontar brevemente la storia antecedente di questa infelice; quel tanto cioè che basti a render ragione dell’insolito e del misterioso che abbiam veduto in lei, e a far comprendere i motivi della sua condotta, in quello che avvenne dopo”. Capo 9

    31 Luglio, 2014 - 13:16
  2. Luigi Accattoli

    La nostra infelice. “La nostra infelice era ancor nascosta nel ventre della madre, che la sua condizione era già irrevocabilmente stabilita”. Capo 9.

    31 Luglio, 2014 - 13:17
  3. Luigi Accattoli

    L’infelice. “L’infelice, sopraffatta da terrori confusi, e compresa da una confusa idea di doveri, s’immaginava che la sua ripugnanza al chiostro, e la resistenza all’insinuazioni de’ suoi maggiori, nella scelta dello stato, fossero una colpa; e prometteva in cuor suo d’espiarla, chiudendosi volontariamente nel chiostro”. Capo 9

    31 Luglio, 2014 - 13:18
  4. Luigi Accattoli

    Povera e misera. “La poveretta” e “la povera rinchiusa”, che sono ancora nel capo 9; nonché “la misera ascoltatrice”, “addosso alla poveretta” e “l’infelice si dibatteva” che arrivano nel capo 10, li do per compresi sotto il logo – già dipanato – dell’infelice.

    31 Luglio, 2014 - 13:18
  5. Luigi Accattoli

    La sventurata. “L’esaminatore fu prima stanco d’interrogare, che la sventurata di mentire”. Capo 10 – Costui […]un giorno osò rivolgerle il discorso. La sventurata rispose”. Capo 10. – “La sventurata tentò tutte le strade per esimersi dall’orribile comando”. Capo 20

    31 Luglio, 2014 - 13:19
  6. Luigi Accattoli

    La sciagurata. “Noi abbiamo riferito come la sciagurata signora desse una volta retta alle sue parole; e il lettore può avere inteso che quella volta non fu l’ultima, non fu che un primo passo in una strada d’abbominazione e di sangue”. Capo 20. – “Ma già un altro pensiero, un pensiero avvezzo a predominare, aveva vinto di nuovo nella mente sciagurata di Gertrude”. – “Ma già un altro pensiero, un pensiero avvezzo a predominare, aveva vinto di nuovo nella mente sciagurata di Gertrude”. Capo 20

    31 Luglio, 2014 - 13:19
  7. Luigi Accattoli

    Egidio scellerato e atroce. Sciagurata è Gertrude che asseconda Egidio nei delitti, ma costui che ai delitti la tira è per il Manzoni “un giovane scellerato” (capo 10) e “l’atroce giovine” (capo 20).

    31 Luglio, 2014 - 13:20
  8. Marilisa

    La vicenda di Gertrude è proprio quella di una sventurata. Come lo sono quelle il cui destino viene segnato dalla volontà di genitori ottusi, che prima mettono al mondo dei figli, e lo fanno senza pensarci due volte, e poi se ne sentono i padroni assoluti.
    Una volta accadeva più spesso, ma ancora oggi, soprattutto in certe parti del mondo, succede.
    I figli devono esaudire i sogni dei genitori, compiere i loro progetti non realizzati.
    Solo l’ignoranza cieca può determinare e tracciare il binario della vita di qualcuno, sia pure un figlio. Può essere una scusante, l’ignoranza ? Soprattutto oggi?
    Il Manzoni mostra, con dettagliata analisi di straordinario realismo, l’evolversi dell’ interiorità della ragazza, in parallelo con la crescita fisica, nel segno di una continua oscillazione fra l’obbedienza ad un padre autoritario che ha deciso della sua vita ( a quei tempi si usava e soprattutto nelle famiglie nobiliari), e la tormentosa consapevolezza che la volontà della famiglia è in opposizione al suo naturale desiderio di una normale vita mondana. Una legittima aspirazione senza alcun esito; una preclusione senza speranza di una qualsiasi apertura.
    Fino al termine definitivo, attraverso una serie di passaggi tra alterni cambiamenti di umore ( una psiche disturbata), di una storia nata male e finita ancora peggio.
    La figura della monaca di Monza, di una infelicità senza eguali, non può che suscitare compassione. Dirò, a costo di scandalizzare qualcuno, che, alla luce di di una vita tragica quale quella di Gertrude, non mi meraviglia per niente l’esito finale in un omicidio.
    Chi dalla vita ha ricevuto tanto male può giungere ad un pervertimento dell’animo che porta alla colpa massima della soppressione di una vita. Non sto giustificando, sto cercando di capacitarmi delle ragioni che a volte stanno alla base di un atto criminale.
    In questo caso, scellerato è senza dubbio Egidio, ma scellerato, a parer mio, era stato anche il padre di Gertrude.
    In altra parte del Romanzo l’autore ha scritto che chi commette un’ ingiustizia si macchia di una duplice colpa: la prima è l’ingiustizia in sé, la seconda è il pervertimento a cui conduce coloro che quella ingiustizia hanno subìto. Anche io lo credo.

    31 Luglio, 2014 - 14:40
  9. Clodine

    “L’assedio dello scellerato Egidio non si rallentò, e Geltrude cominciò a mettersi sovente nella occasione di mostrargli ch’ella disapprovava le sue istanze , quindi passando gradatamente dalle dimostrazioni della disapprovazione a quelle della non curanza, da questa alla tolleranza, finalmente dopo un doloroso combattimento si diede per vinta in cuor suo, e con quei mezzi che lo scellerato aveva saputi trovare e additarle lo fece certo della sua infame vittoria. Cessato il combattimento, la sventurata provò per un istante una falsa gioja. Alla noja, alla svogliatezza, al rancore continuo, succedeva tutt’ad un tratto nel suo animo una occupazione forte, gradita, continua, una vita potente si trasfondeva nel vuoto dei suoi affetti; Geltrude ne fu come inebbriata; ma era la coppa ristorante che la crudeltà ingegnosa degli antichi porgeva al condannato per invigorirlo a sostenere il martirio. L’avvenire gli apparì come pieno e delizioso. Alcuni momenti della giornata spesi a quel modo, e il resto impiegato a pensare a quelli, ad aspettarli, a prepararli gli sembrò una esistenza beata, che, non lascerebbe nè cure, nè desiderj; ma le consolazioni della mala coscienza, dice il manoscritto, profittano altrui come al figliuolo di famiglia le somme ch’egli tocca dall’usurajo . L’accecamento di Geltrude e le insidie di Egidio s’avanzavano di pari passo, e giunsero al punto che il muro divisorio non lo fu più che di nome.”

    E’ la descrizione di come il male riesca a sedurre fino a piegare la coscienza, la volontà, tanto da tutto giustificare, anche il proprio peccato . La passione: quanti tradimenti dei voti religiosi in nome di questa forza cieca, di questo “lievito avvelenato”. Quante famiglie distrutte, smembrate: vite in frantumi per inseguire una bolla di sapone. Per un frammento di felicità, uno spargimento di dolore innocente e una scia di odio senza fine.
    Esperienze che lasciano… con un pugno di cenere in bocca.

    31 Luglio, 2014 - 14:45
  10. Quale testo hai citato, Clodine? Una edizione precedente dei Promessi Sposi?

    31 Luglio, 2014 - 17:34
  11. Clodine

    Esattamente Antonella, siamo ancora al “Fermo e Lucia”- II tomo …

    31 Luglio, 2014 - 19:30
  12. Clodine

    Nei Promessi.S. Manzoni elimina le parti scabrose (la nascita dell’amore illecito con Egidio) e delittuose (l’omicidio della conversa che aveva minacciato di rivelare la tresca), concentrando così la storia in soli due capitoli (IX-X)….

    31 Luglio, 2014 - 19:35
  13. Clodine

    Nel F.L. viene dedicato ampio spazio a Egidio e alla sua educazione, e il giovane è esplicitamente caratterizzato come seduttore di fanciulle («La sua passione predominante era l’amoreggiare»); di contro, viene enfatizzato il ruolo di vittima di Gertrude, paragonata al pettirosso che saltella ignaro delle trappole allestite dal cacciatore. Nei P.S. il ruolo di Egidio risulta più defilato (viene genericamente descritto come uno «scellerato di professione», senza riferimenti alle sue imprese amorose) per poter attribuire alla donna
    piena responsabilità morale delle proprie azioni…tanto per cambiare…la colpa è sempre nostra!!

    31 Luglio, 2014 - 19:38
  14. Cara Clodine, a scuola ci dicevano che la storia di Gertrude e di Egidio era stata abbreviata per evitare che i lettori inseguissero cattive fantasie.

    31 Luglio, 2014 - 21:53
  15. Clodine

    ah ah ah ah ah….lo so….eh già, sono pagine di una intensità unica!Ti devo fare i complimenti Antonella per avere subito individuato il testo: sei fantastica !

    31 Luglio, 2014 - 22:12
  16. Marilisa

    “…era stata abbreviata per evitare che i lettori inseguissero cattive fantasie.”

    In effetti una storia così, presentata nei minimi dettagli, potrebbe suscitare fervide fantasie nella mente di lettori ancora troppo giovani. Io ho sempre sostenuto che la lettura dei “Promessi Sposi” non è adatta, e per molteplici motivi, ad un pubblico tanto giovane (ragazzi di 14-15-16 anni). Innanzi tutto perché ai giovanissimi manca la capacità di apprezzarli quanto meritano. Anzi li trovano perfino noiosi, al di là della superficie della storia di un matrimonio contrastato da un signorotto, il potente di turno che vuole e può calpestare leggi e diritti della povera gente.
    E poiché anche molti adulti non li reggono poi tanto, se non capita un docente molto bravo ( raro!!) che sappia rendere interessante e gradita la lettura, questa è destinata a perdersi, in buona parte, nelle oscure profondità del dimenticatoio.
    Mica sono tutti come Luigi Accattoli, che sta dimostrando una pazienza esemplare nel rileggere opere che riemergono da un lontano passato di studente.
    Il Romanzo, comunque, si presta maggiormente alla lettura di chi abbia sufficiente maturità per comprenderne le tematiche, compresa quella religiosa, che attraversavano la complessa società di qualche secolo fa.
    Ma va precisato che il Manzoni, come tutti di certo sanno, ebbe a riprendere in mano più di una volta, prima della stesura definitiva, la sua opera, per migliorarla fino alla perfezione.
    Dunque, se la storia della monaca è stata ridimensionata, ciò è dovuto esclusivamente all’esigenza di attenersi al criterio della essenzialità, più incisiva ed efficace, nel riportare fatti realmente accaduti.
    Ed è un criterio cui tutti dovrebbero attenersi nello scrivere.
    Luigi Accattoli che è competente in materia, potrebbe confermarlo.

    1 Agosto, 2014 - 1:27
  17. Clodine

    da Gadda a Manzoni, il primo sta al secondo come il fiume al mare: dentro e di là del “cerchio doloroso della appercezione” . Dove Manzoni sa creare il “disegno”, l’ordine, il senso, Gadda, invece, immancabilmente e dolorosamente si perde. Così, la fedeltà gaddiana al Manzoni si ritrova nella fede, o assenza di fede “luce che nessun flutto raggiunge”, e la banalità del male, perno attorno al quale vortica il mondo ““groppo, o nodo, o groviglio di dolore che non si scioglie”

    “Impossibilità di un diario di guerra”

    Queste cose le scrivo e le stampo perché possano arrivare dentro l’anima, un giorno!, di qualcheduno, che abbia lume di memoria e di cognizione e, se Iddio voglia, capacità di giusta elezione

    Carlo Emilio Gadda.

    GUARDATE!

    http://video.corriere.it/gaza-portavoce-onu-scoppia-piangere-diretta-tv/cda0deac-1885-11e4-a9c7-0cafd9bb784c

    1 Agosto, 2014 - 9:39
  18. Sara1

    Gadda mi piace molto (al contrario del Manzoni 🙂 ) la cognizione del dolore penso pero’ sia il romanzo più claustrofobico che abbia mai letto.

    In ogni caso molto carina una delle lezioni americane di Calvino (quella dedicata alla molteplicità) in cui analizza Gadda (parte dalla ricetta del risotto per mostrare appunto la complessità del mondo).

    http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=8&ved=0CE4QFjAH&url=http%3A%2F%2Fdidattica.uniroma2.it%2Ffiles%2Fscarica%2Finsegnamento%2F143656-Letteratura-Italiana-1%2F10547-Calvino-su-Gadda-molteplicit&ei=8EfbU6GQNaKe0QWcmoDIAQ&usg=AFQjCNEhPoBrk0XSAtooK5eVdK2ijKvQmQ&bvm=bv.72197243,d.d2k

    1 Agosto, 2014 - 9:56
  19. Clodine

    Ho voluto citare Gadda per riportare l’attenzione sul genocidio che si va consumando nel totale silenzio del mondo. Quel pianto mi è rimasto nell’anima

    Bellissimo il testo che hai postato sara…anche a me Gadda e Calvino mi piacciono tantissimo.
    Lo leggerò non appena quel pianto, unito alle immagini sconvolgenti che arrivano dall’inferno [ancora più sconvolgente il silenzio del mondo] mi si toglieranno un tantino dalla mente, dal cuore, dagli occhi…qualora fosse possibile…

    1 Agosto, 2014 - 10:08
  20. discepolo

    Oso ricordarvi che oggi è la Festa del Perdono di Assisi.

    http://intuajustitia.blogspot.it/2014/08/il-perdono-della-porziuncola-indulgenza.html

    E ‘ bello pensare che questa tremenda parabola discendente di un anima
    “dall’infelicità alla sventura alla sciagura ” che può colpire chiunque di noi oltre che la Monaca di Monza( chi di noi può dire con certezza che non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto la Monaca di Monza’)
    non è fatalmente inarrestabile. Sempre, per chiunque , in ogni momento anche quando si è arrivati alla “sciagura c’è il Perdono di Dio.
    Per ogni peccatore anche il peggiore, se cristianamente si pente , anche in punto di morte, c’è il perdono di Dio.
    e’ questa secondo me la grande SPERANZA del cristianesimo. Non la speranza in effimere migliorie storiche dello status sociale, in rivoluzioni politiche o nell’instaurare una giustizia umana e un Regno dell’Oro qui su questo mondo .
    Siamo tutti peccatori e ognuno di noi , ripeto OGNUNO, può macchiarsi dei più orrendi delitti. In ognuno di noi c’è (ci può essere! ) un adultero, un assassino, un traditore degli amici, un falso, un ipocrita.
    ma esiste anche il perdono di Dio che ha voluto dare al Poverello san Francesco e atutti quelli che seguono il suo esempio.
    oggi Festa del perdono di Assisi ricordiamocelo e ricordiamoci anche di pregare per i cristiani perseguitati di Mosul e di tutte le altre parti del mondo.

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-strage-taciuta-un-cristiano-ucciso-ogni-5-minuti-9914.htm

    1 Agosto, 2014 - 10:19
  21. Sara1

    Le lezioni di Calvino sono in effetti un gioiellino, semplici brevi poetiche.

    Uno dei momenti più toccanti (lezione sulla leggerezza):

    “Vorrei chiudere questa conferenza ricordando un racconto di KafKa, Der Kübelreiter (Il cavaliere del secchio). E’ un breve racconto in prima persona, scritto nel 1917 e il suo punto di partenza è evidentemente una situazione ben reale in quell’inverno di guerra, il più terribile per l’impero austriaco: la mancanza di carbone. Il narratore esce col secchio vuoto in cerca di carbone per la stufa.

    Per la strada il secchio gli fa da cavallo, anzi lo solleva all’altezza dei primi piani e lo trasporta ondeggiando come sulla groppa d’un cammello. La bottega del carbonaio è sotterranea e il cavaliere del secchio è troppo in alto; stenta a farsi intendere dall’uomo che sarebbe pronto ad accontentarlo, mentre la moglie non lo vuole sentire. Lui li supplica di dargli una palata del carbone più scadente, anche se non può pagare subito. La moglie del carbonaio si slega il grembiule e scaccia l’intruso come caccerebbe una mosca. Il secchio è così leggero che vola via col suo cavaliere, fino a perdersi oltre le Montagne di Ghiaccio.

    Molti dei racconti brevi di Kafka sono misteriosi e questo lo è particolarmente.

    Forse Kafka voleva solo raccontarci che uscire alla ricerca d’un po’ di carbone, in una fredda notte del tempo di guerra, si trasforma in quête di cavaliere errante, traversata di carovana nel deserto, volo magico, al semplice dondolio del secchio vuoto. Ma l’idea di questo secchio vuoto che ti solleva al di sopra del livello dove si trova l’aiuto e anche l’egoismo degli altri, il secchio vuoto segno di privazione e desiderio e ricerca, che ti eleva al punto che la tua umile preghiera non potrà più essere esaudita, – apre la via a riflessioni senza fine. Avevo parlato dello sciamano e dell’eroe delle fiabe, della privazione sofferta che si trasforma in leggerezza e permette di volare nel regno in cui ogni mancanza sarà magicamente risarcita. Avevo parlato delle streghe che volavano su umili arnesi domestici come può essere un secchio. Ma l’eroe di questo racconto di Kafka, non sembra dotato di poteri sciamanici né stregoneschi; né il regno al di là delle Montagne di Ghiaccio sembra quello in cui il secchio vuoto troverà di che riempirsi. Tanto più che se fosse pieno non permetterebbe di volare.

    Così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi. La leggerezza, per esempio, le cui virtù questa conferenza ha cercato d’illustrare.”

    1 Agosto, 2014 - 10:30
  22. Clodine

    Emblematiche, al riguardo, le parole di Cristoforo nell’intento di piegare il furore vendicativo di Renzo nei confronti del perfido Don Rodrigo, gravemente ammalato di peste:

    “….T’ho ascoltato quando chiedevi consolazione e aiuto; ho lasciata la carità per la carità; ma ora tu hai la tua vendetta in cuore; che vuoi da me? Vattene. Ne ho visti morire qui degli offesi che perdonavano; degli offensori che gemevano di non potersi umiliare davanti all’offeso; ho pianto con gli uni e con gli altri; ma con te che ho da fare? Ah gli perdono! Gli perdono davvero, gli perdono per sempre!- esclamò il giovine…..Renzo, girando , con una curiosità inquieta, lo sguardo sugli altri oggetti, vide tre o quattro infermi, ne distinse uno da una parte sur una materassa, involtato in un lenzolo, con una cappa signorile indosso, a guisa di coperta: lo fissò, riconobbe don Rodrigo…[…] Stava l’infelice, immoto; spalancati gli occhi, ma senza sguardo; pallido il viso e sparso di macchie nere; nere ed enfiate le labbra […]
    Il petto si sollevava di quando in quando, con un respiro affannoso; la destra, fuor della cappa, lo premeva vicino al cuore, con uno stringere adunco delle dita, livide tutte, e sulla punta nere.
    -Tu vedi !-disse il frate, con voce bassa e grave.-Può essere gastigo, può esser misericordia. Il sentimento che tu proverai ora per quest’uomo che t’ha offeso, sì; lo stesso sentimento , il Dio che tu pure hai offeso, avrà per te in quel giorno. Benedicilo, e sei benedetto…forse serba la grazia alla tua sola preghiera, alla preghiera d’un cuore afflitto e rassegnato. Forse la salvezza di quest’uomo e la tua dipende ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione …..d’amore!- Tacque; e, giunte le mani, chinò il viso sopra di esse e pregò; Renzo fece lo stesso”

    (Alessandro Manzoni- I Promessi Sposi-
    ed, 1995, pag 66-67

    1 Agosto, 2014 - 10:31
  23. Clodine

    Sulla tragedia dei cristiani puntualmene e sistematicamente silenziata …beh…è indicibile…indicibile…

    1 Agosto, 2014 - 10:33
  24. discepolo

    INSOMMA purtroppo gli assassini di bambini no sono solo gli israeliani, anzi..
    ma ovviamente l’opinione pubblica è TUTTA CONTRO ISRAELE mentre se ne frega dei bambini uccisi dagli islamici in Siria, In Irak ; in Nigeria ecc.
    come al solito si paluda un tipico “antisemitismo” atavico e inconscio colla
    più che giusta pietà per TUTTI i bambini uccisi ( anche i bambini ebrei che se no sono uccisi è solo perchè hanno IRON DROME e non certo perchè Hamas avrbbe pietà di loro!!)

    1 Agosto, 2014 - 14:29
  25. Clodine

    La violenza, l’infliggere sofferenze atroci, non ha colore, né bandiera. Ciò che è male allo stato puro va condannato senza “sé”e senza “ma”da qualunque parte venga. Il dolore innocente grida vendetta a Dio, è odioso e inaccetabile. Purtroppo, vige ancora la logica per cui, chi ha il potere deve sterminare, non solo colui che è stato spodestato, ma la sua razza intera, sotto pena di non vivere mai tranquillo.
    E’ la logica malata di chi vuole imporre la propria egemonia e fino a che lo scopo perseguito non da risultati , continua, una belva assetata di sangue; dell’ “idelamente sconfitto che non ha colore né bandiera.
    E il conseguente passo è la soluzione finale fisica, e non solo geografica, del “presunto sconfitto”, sempre in bilico tra follìa e desiderio di Potere che si realizza su larga scala: ma questa è storia vecchia. Purtroppo la storia è spesso docente di scolari sordi, e disattenti.
    Purtroppo, ci troviamo di fronte ad una situazione che ha del demoniaco; se non si uscirà dall’ attuale crisi mondiale, che abbraccia una montagna di problemi a tutt’oggi irrisolti malgrado 2 guerre mondiali e 150 milioni di morti, problemi non solo di ordine religioso, morale, etico, spirituali, ma soprattutto logiche di potere, gli orrori continueranno

    C’è una guerra in atto, nello scacchiere mondiale i fanti si muovono, ci sono nazioni e personaggi , forti, che danno molto fastidio al “Nuovo Ordine Mondiale” transatlantico e neo/europeistico, che va dagli Usa a Israele passando per l’Europa. Uno è Putin ad esempio, il quale , avendo osato impedire l’invasione statunitense della Siria e poi dell’Iran, deve essere abbattuto… per questo i morti Palestinesi usati come birilli fatti cadere per uno scopo bellico, preciso , Machiavellico, rende quel massacro di innocenti ancora più aghiacciante e insopportabile.

    1 Agosto, 2014 - 15:51
  26. Clodine

    scusate, ho postato male il riferimento youtube. In realtà volevo riproporre l’opinione, che condivido ovviamente ,di Paolo Barnard: scrittore, ex giornalista, saggista. Ecco, credo dica cose con semplcità e grande realismo.

    http://youtu.be/vdNKohTbuWw

    1 Agosto, 2014 - 20:11

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