Grazie dell’amicizia

“Ci siamo conosciuti da giovani e grazie a Dio ci conosciamo ancora da vecchi” dice un uomo affacciato al finestrino del treno, rivolto alla coetanea che l’ha accompagnato alla stazione di Pescara centrale. Lei tiene d’occhio il semaforo che è ancora rosso e risponde con noncuranza: “Salutami Torre de’ Passeri quando sarai da quelle parti”. Lui completa il rendimento di grazie: “Sono quarantue anni! Tutta un’estate avanti e indietro da Tocco di Casauria a Sulmona con la tua Cinquecento”.

23 Comments

  1. Lui la ama, lei no 😉

    3 Aprile, 2008 - 16:58
  2. Clodine

    Lei l’ama e lui no! Eh…risponde con noncuranza ma intanto è la, in attesa che il trenino riparta….e gli presta pure la cinquecento..per cui !?

    C’era una canzone di Nicola Arigliano che diceva pressapoco così:” 20 Km al giono, 10 all’andata e 10 al ritorno venti chilometri al giorno per poi sentirmi dire che: non hai voglia di uscire” Ti rendi conto? Non ha voglia di uscire, pazzesco!

    Qui ci vuole Sump, sono sicura che vorrebbe intervenire,chissà quante risorse su questo argomento, quanti bei versi avrà in mente; ma ha fatto il fioretto, si è autosospeso per sette giorni: perché Sump?! Dai ti dispensiamo, rompi il silenzio, e rimetti in moto i polpastrelli..

    3 Aprile, 2008 - 19:30
  3. ribadisco… lui la ama, lei lo considera “un amico”… è un truismo (cioè, lapalissiano)… sono maschio, ma certe cose, ormai, le capisco pure io 😉

    Cercasi Sump disperatamente.

    4 Aprile, 2008 - 8:23
  4. ezio

    …e se fosse veramente solo amicizia?

    Perché tutti devono essere sempre follemente (e magari anche disperatamente, così c’è piu pathos) innamorati di qualcun altro, come nei film americani?

    * * * * *

    piccola provocazione: il “grazie a Dio” sarà stato convinto (vero ringraziamento ad una Persona) oppure solo una delle espressioni di routine che ci portiamo dietro perché “non possiamo non dirci cristiani”?

    4 Aprile, 2008 - 9:24
  5. FABRICIANUS

    Amore-amicizia-amori non corrisposti-lui che ama-lei che lo considera solo un amico….
    Sono le vicissitudini della vita, che a volte, possono creare un pò di sofferenza…Ultimamente, in una di queste situazioni mi ci ritrovo anch’io…e quanto patir……..

    “L’amore è sufficiente per se stesso,piace per se stesso e in ragione di sè.
    E’ a se stesso merito e premio.
    L’amore non cerca ragioni,non cerca vantaggi all’infuori di sè. Il suo vantaggio sta nell’esistere.
    Amo perchè amo, amo per amare.
    Grande cosa è l’amore se si rifà al suo principio, se ricondotto alla sua origine, se riportato alla sua sorgente.
    Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere.”
    Bernardo abate, XII sec.

    4 Aprile, 2008 - 9:26
  6. Leonardo

    Penso che siate fuori strada, forse traditi dall’ambientazione ferroviaria (abbiamo visto tutti troppe scene di addio alla stazione). Gli amanti e gli amori non sono rilevanti qui. La meraviglia è tutta in quella frase “Ci siamo conosciuti da giovani e grazie a Dio ci conosciamo ancora da vecchi”. Come tutti gli enunciati profondi sopporta più di una interpretazione. Sul piano letterale: ci siamo conosciuti tanti anni fa e ci conosciamo ancora perché siamo ancora vivi tutti e due. Ed è già bello, perché non è scontato essere al mondo. Nell’esegesi spirituale: 1. ci siamo conosciuti da giovani, quando si crede di conoscere tutto, e ci conosciamo anche da vecchi, quando si è ormai imparato che non si conosce quasi niente. Dunque davvero ci conosciamo| 2. ci siamo conosciuti da giovani e una vita di reciproca consuetudine non ci ha tolto la conoscenza. Perché può davvero succedere anche questo: la familiarità che lentamente degrada ad abitudine, poi a indifferenza, ottunde la conoscenza: si può non conoscere più chi prima si conosceva.
    (Avrei voluto aggiungere un quarto senso, ma non l’ho trovato: del resto neanche Origene a volte ci riusciva:-)

    In tutti i casi, su quel “grazie a Dio” non avrei dubbi: in un pensiero così bello non può essere una mera formula convenzionale. Vuol dire proprio grazie a Dio.

    4 Aprile, 2008 - 9:43
  7. Leonardo

    Ah, dimenticavo. Una piccola perfidia (se no non sto bene): LUI dice una cosa profondissima, LEI chiacchiera distrattamente e forse pensa ad altro.

    4 Aprile, 2008 - 9:47
  8. eh, appunto Leonardo (mi riferisco alla “perfidia): è lì che si cela l’amore di lui e l’amicizia (o almeno così derubricata per una vita) di lei.

    Eterno innamorato (sopito, magari rispettoso, magari castissimo lui… e magari sposato con un’altra)… bieca ma angelica profittatrice di coccole e carinerie lei……….

    Adesso Clodine mi spenna 😀

    4 Aprile, 2008 - 10:09
  9. Clodine

    No, non ti spenno moralista (c’hai paura eh.. ih ih ih..)
    Provo, anzi, tento di spiegare quello che penso -ma sarò compresa (?) forse no, ma non ha importanza – provo ad esprimermi:

    dunque, secondo me è così, è proprio così che stanno le cose ed abbiamo ragione un po’ tutti nel senso che nell’amicizia tra un uomo e donna c’è sempre in fondo in fondo, anche se in modo velato, un bisogno ancestrale di accettazione, un sentirsi a casa, capito, compreso, perché in fondo l”altra -in una maniera assolutamente scevra da ciò che può essere lo sciocco ammiccamento per altri fini- rappresenta la costola mancante.

    Nel senso che per ogni uomo la donna è ( dovrebbe essere) “carne della propria carne e osso delle proprie ossa” . Così fu fin dal principio.

    Il Signore Iddio creò l’uomo a propria immagine e da questi trasse la donna. Non creò due innamorati, o moglie e marito o due amanti -adesso scatenerò l’ira di qualche parruccone- ma un uomo e una donna: due amici insomma, solo in seguito pronunciò la famosa frase “crescete e moltiplicatevi” che allude ad altro, naturalmente.

    Quindi, tra la creazione dei due alla “unione dei due” decorre un tempo stabilito. Siccome anche i tempi di Dio hanno un senso, suppongo, e credo, che quel tempo sia destinato all’amicizia tra l’uomo e la donna, prima che il serpente mettesse la malizia nei loro cuori.
    Infatti la prima cosa che disse fu: ” maschio e femmina li creò, e li benedisse” questo affinché uno si prendesse cura dell’altra. Perciò il primo e sommo sacramento è L’Amicizia!!!

    Siccome l’amicizia è una cosa molto seria, e solo le grandi anime sono in grado di viverla con quella lealtà, sincerità, sacralità, fedeltà che la caratterizza -altrimenti sarebbe meglio chiamarla con altro nome- è un dono per pochi. Ma per chi riesce a viverla è un cammino veramente edificante, esaltante, un vero dono di Dio: “Vi ho chiamati amici” Dice Gesù, e Gesù non faceva distinzione tra uomo e donna, in Lui “anima e animus” erano in perfetto equilibrio. Siccome siamo chiamati ad imitarlo in tutto dovremmo riuscire anche in questo..così almeno credo! Gli amici, come gli amori, non si cercano: si trovano

    L’innamoramento è altro ( avevo capito da cosa eri affetto Fabricianus) è una vera malattia, ma di così grande importanza che, guai se non ci si imbattesse, sarebbe come fare esperienza della sete. Non si cresce umanamente se non si passa attraverso quelle “force caudine”, tuttavia, come direbbe il grande Erik Fromm, che la sapeva lunga, :”L’amore immaturo dice:”ti amo perché ho bisogno di te- mentre quello maturo dice-” Ho bisogno di te perché ti amo”..la differenza è sostanziale..

    4 Aprile, 2008 - 11:23
  10. adriano

    Brava Clodine. Sull’amicizia come sacramento primordiale, riflesso della intimità trinitaria nell’umano, ti consiglio la decima “lettera” de “La colonna e il fondamento della verità” di Pavel Florenskij.
    Di una profondità e di una ampiezza sconcertanti.
    Adriano

    4 Aprile, 2008 - 11:40
  11. letta e compresa… con mia moglie, però, non siamo mai diventati amici. 😉

    ma non si aprirà l’atavica questione sull’amicizia tra uomini e donne? No, eh!

    4 Aprile, 2008 - 11:40
  12. A, come Amicizia.

    Una volta, un prete cui devo tanto (e che ci ha sposato… Luigi lo conosce), durante un’estate in cui ero il classico “marito con moglie in vacanza”, mi invitò a cenare con lui in canonica e a vedere un film che lui ama tantissimo proprio sull’amicizia (non ricordo il titolo)… uno di quelli giapponesi d’autore (lentissimo) con Toshiro Mifune…
    Mi voleva dire (è una persona molto riservata e timida) che mi voleva davvero bene…. io ero stanchissimo e… mi sono addormentato sulla poltrona!!!! 🙁

    Avrei voluto seppellirmi sotto il pavimento. Non sono mai riuscito a chiedergli scusa come avrei voluto.

    4 Aprile, 2008 - 11:48
  13. e, comunque, “non vi chiameranno più servi, ma amici”… c’entra qualcosa? boh, forse sì…

    4 Aprile, 2008 - 11:48
  14. ezio

    …mi permetterete un’altra piccola provocazione???

    chissà!! comunque ci provo!!

    propongo una moratoria di un paio di anni sulle risposte più lunghe di… diciamo… venti righe!!!

    4 Aprile, 2008 - 11:53
  15. Clodine

    Allora, suppongo che tra moralista e Luisa ci sia sempre stato un grande amore. E’ bellissimo questo.
    L’amiciza è un’altra cosa, ha un altro sapore…
    Però ehmmm, che facevi quando tua moglie era in vacanza ! ? ehmm…grazie al mellifluo film cinese (tortura cinese appunto) che ti ha fatto russare ti sei salvato in “zona cesarini”…scherzo, dai…Sei una persona straordinaria, ritengo Luisa una donna veramente fortunata ad everti incontrato.

    X Adriano: grazie per la segnalazione, leggerò quanto prima il volume che mi hai segnalato di P.Florenskij. Sono argomenti molto importanti, che vale sempre la pena approfondire. Grazie Adriano, grazie tante, anche per aver condiviso quella che è sempre stata una mia intuizione leggendo la Genesi…pensavo di venire male interpretata, per questo sono felice del tuo giudizio.

    4 Aprile, 2008 - 12:04
  16. Un aneddoto sul “grazie a Dio”.
    Un giorno entro in una macelleria di un piccolo paese. Il macellaio chiacchiera una signora, una nonna, che fa: “eh, mio nipote mangia tutto, è di buon appettito, ringraziondo Dio e…facendo le corna!”

    4 Aprile, 2008 - 14:17
  17. La riscrivo senza refusi:

    Un aneddoto sul “grazie a Dio”.
    Un giorno entro in una macelleria di un piccolo paese. Il macellaio chiacchiera con una signora, una nonna, che fa: “eh, mio nipote mangia tutto, è di buon appettito, ringraziando Dio e…facendo le corna!

    4 Aprile, 2008 - 14:18
  18. Luigi Accattoli

    Alessandro trovo bello quello scongiuro prudenziale – immagino che così lo chiamerebbe qualcuno dei nostri amici teologi. Mi ricorda la battuta colta a volo su un traghetto da Antonio Albanese e da lui proposta come emblema della pedagogia mafiosa: un bambino vede un delfino che salta sulle acque e grida: “Guarda papà che bello!” Il padre severo e sottovoce, dopo avere sbirciato con la coda dell’occhio: “Fatti i cazzi tuoi”.

    4 Aprile, 2008 - 14:33
  19. Leonardo

    Per Ezio: venti righe mi sembra una buona misura, pigiata, scossa e traboccante.

    4 Aprile, 2008 - 14:33
  20. Luigi Accattoli

    Leonardo mi ritrovo nel tuo commento. Anche a me quel richiamo “da giovani e da vecchi” mi era sembrato comprensivo di tutto. La ragione comunque che mi aveva indotto a riportare il dialoghetto. Ma io avverto un pathos calmo in ambedue. Lei che tiene d’occhio il semaforo è la solita lei che minimizza all’esterno, ma poi gli ricorda il luogo dove – forse – si erano conosciuti.

    4 Aprile, 2008 - 15:27
  21. Clodine

    Allora avevo capito bene, avevo ragione io,era lei che lo amava: faceva la gnorry ma sotto sotto…

    Tra il sacro e il profano: mi capitò, anni fa, di accompagre don Antonio a benedire le case. Entriamo da una parrocchiana, era pure una collaboratrice, una che, insomma, frequentava la parrocchia e che ti troviamo tra l’immagine di Padre Pio, Gesù e la Madonna? Una manona rossa che faceva le corna e il ferro di cavallo, poi una targa con su scritto :” chi l’ invidia su sta casa vole butta’ l’uocchi da fori a da’ caccia’” .
    Gesù Gesù!!

    4 Aprile, 2008 - 15:56
  22. FABRICIANUS

    Cara Clodine, molto bella la tua descrizione dell’AMICIZIA!!!
    Hai ragione: gli amici, come gli amori non si cercano..si trovano!!
    Ti saluto caramente, (è vero, sto soffrendo pene di amore…) Per ora ho deciso comunque di chiudere la “finestra”, sforzandomi di farlo senza rancore. E’ meglio così….

    Un saluto a tutti.
    F.

    4 Aprile, 2008 - 21:25
  23. veramente, io e mia moglie ci siamo cominciati ad amare solo sei mesi dopo essere divenuti fidanzati (è una lunga storia e non sta in 20 righe). E ancora non abbiamo finito. Ogni mattina, se Dio vuole, si ricomincia.

    Ezio, sono stato conciso? 🙂

    7 Aprile, 2008 - 9:34

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