Mi dispiace per i collettivi femministi

“Un uomo morto non stupra”: leggo questa scritta su un muro di via Cavour a Roma. Penso che sia uno slogan dei soliti sostenitori della pena di morte anche perché è scritto con spray nero ma poi ne trovo un altro tracciato con spray verde, indago e mi dicono che era un motto dei collettivi femministi all’ultima manifestazione contro la violenza alle donne. Mi ostino a capire ogni segno ma qualche volta mi dispiace d’aver capito.

56 Comments

  1. Che dire?
    Saluti da Bologna, qui è da un bel po’ che gira lo slogan, da molto prima di Ferrara.
    Più che alla civile e democratica Bologna, io penso a quella che nei primi anni venti si prese a pistolettate e bombe a mano dentro e fuori il palazzo del comune.
    Bah….

    4 Aprile, 2008 - 18:38
  2. Clodine

    A volta capita, seduta sull’autobus, di ascoltare i commenti della gente, e mi sono accorta che in c’è in quel comune sentire una indignazione mista a rabbia per le tante storture e ingiustizie cui assistiamo in ogni ambito.
    Ultimamente sul 64 la voce tuonante di un signore diceva:” sai cosa manca a noi italiani? Una cosa che i nostri cugini d’oltre Alpi possiedono da sempre :lo spirito di ribellione. A l’italia è mancata una cosa : la rivoluzione. Solo i cittadini di Bologna la possiedono”.

    Questa cosa mi lasciò perplessa e pensai che.. non mi sembrava che i bolognesi possedessero questo spirito rivoluzionario…anzi..
    Ma, vedendo le immagini del povero Ferrara mi sono dovuta ricredere!
    Personalmente trovo Ferrara discutibile ma quel trattamento lì, dai..ragazzi…mi è sembrato un vero affronto alla libertà e a quel senso civico tipico dei cittadini di questa tanto cara città!
    Rispetto allo slogan sulla violenza alle donne e ai bambini, propendo per la castrazione, non chimica, chirurgica!

    4 Aprile, 2008 - 19:57
  3. giacomogaleazzi

    A me sembra piuttosto che avremmo tutti un po’ bisogno di ascoltare di più. In ogni ambito della nostra vita privata e pubblica. Per questo considero bellissima e meritevole di segnalazione la notizia che l’Universita’ Pontificia Angelicum di Roma abbia deciso di istituire una cattedra universitaria per l’insegnamento di studi interreligiosi. Contemporaneamente verranno elargite 10 borse di studi di due anni, riservate a religiosi e laici, per dare l’opportunita’ a studenti fuori sede di tutto il mondo e di qualsiasi credo religioso, di frequentare i corsi di studio in materie riguardanti rapporti tra le diverse fedi, presso l’Universita’ San Tommaso d’Aquino. Lo scopo, hanno spiegato il rabbino statunitense, Jack Bemporad, e l’arcivescovo di Washington, Donald Wuerl, è formare una nuova generazione di capi religiosi, cristiani, ebrei e musulmani, capaci di aprirsi al confronto, alla tolleranza e al dialogo con le altre fedi. Francamente meglio degli assalti illiberali e violenti durante i comizi di Giuliano Ferrara

    4 Aprile, 2008 - 20:58
  4. FABRICIANUS

    Più tolleranza verso chi la pensa diversamente…è un cammino questo, che spetta a tutti noi…a cominciare dal sottoscritto.

    Faccio un esempio: poco fa vi era su un’ emittente nazionale un’intervista ad Emma Bonino: D’istinto stavo per cambiare canale, non condividendo l’80% delle idee radicali…Poi ho deciso di soffermarmi: Vi dirò: Continuo a non condividere l’80% delle idee “radicali-boniniane”, ma ho scoperto una persona, con la quale si può dialogare, e che, parlando di Giovanni Paolo II si è quasi emozionata.

    ” Oh Signore, fa che io guardi sempre la trave che c’è in me, e non la pagliuzza negli occhi del mio fratello”

    Saluti,
    F.

    4 Aprile, 2008 - 21:35
  5. lycopodium

    Già.già, il papa buono è sempre quello morto …

    4 Aprile, 2008 - 22:11
  6. FABRICIANUS

    No, caro lycopodium, non penso volesse contrapporre i due Papi….La Bonino raccontava semplicemente di un suo incontro con Giovanni Paolo II.
    Con stima,
    F.

    4 Aprile, 2008 - 22:28
  7. Luigi Accattoli

    Carissimi Lycopodium e Fabricianus (mi pare di avere a che fare con amici dell’Arcadia: et in Arcadia ego, Aloysius), con un post intitolato “Voglio bene a Emma” il 14 marzo 2006 inauguravo questo blog. Leggetelo – se potete – prima di deplorare quell’incipit.

    4 Aprile, 2008 - 23:31
  8. Clodine

    Ho letto il post del 26 marzo 2006.

    Anche a me Emma Bonino fa moltissima tenerezza, la vedo una donna tanto forte quanto fragile. Poi è innegabile -per quanto discutibili le idee- che possiede una grande forza nel proporre le proprie convinzioni. Le battaglie che l’hanno vista protagonista sono state dei veri calvari: sentivo di quello stoico sciopero della sete che la ridusse in fin di vita e le causò la perdita di sette denti! Cioè, sfido chiunque in nome della propria fede politica a compiere una prodezza del genere. Dare la vita per ciò in cui si crede è eroico.

    Se avesse avuto il dono della fede sarebbe stata una di quelle personalità mistiche. E’ un mistero la fede: perché Dio la dona a taluni e se ne serve, e a cert’altri no, anche se potrebbero giovare alla causa di Cristo. Mah! E’ un mistero..

    Invece dott. Luigi ! Ma dai !!! Solo solo in quei post, che inizio difficile il suo blog: non c’era nessun “figlioccio” a farle compagnia. Dov’era moralista, Lyco, Fabrucianus, Iapino , Canelli..e tutti gli altri…Povero dott. Luigi..

    Ma, se io l’avessi saputo..se avessi saputo.. non l’avrei lasciata sola, sarei stata il suo braccio destro, e pure il sinistro . Come abbiamo potuto abbandonarla proprio agli esordi, quando aveva più bisogno!

    Meritiamo venti frustate per aver snobbato questo blog strepitosooo…

    Con affetto

    5 Aprile, 2008 - 6:36
  9. Clodine

    pardon: 14 marzo…veramente li ho letti tutti quelli addietro, quando era solo solo…accidenti !!

    5 Aprile, 2008 - 6:39
  10. lycopodium

    Perdonate tutti il mio istinto, che nel caso specifico va ben oltre l’80% di repulsione e mi fa dimenticare il “pro vobis et pro multis effundetur”.
    p.s.
    comunicaziione di servizio per i melomani: cosa pensate di questa problematica?
    http://www.movisol.org/verdi.htm

    5 Aprile, 2008 - 6:55
  11. Clodine

    Politicamente (fermo restando che detesto la politica) non condivido la linea dei radicali , assolutamente. Sulla personalità della Bonino invece mi trovo ad essere indulgente, forse per solidarietà femminile, e perché ne apprezzo il coraggio.

    Detto questo vado a leggere la segnalazione di Lyco, al quale va il mio buongiorno!

    5 Aprile, 2008 - 7:13
  12. Clodine

    Gup !!! Lyco..ma…ma che eh..che c’azzezza (?) prrrrrr…..dai, è una presa in giro…ihihihhii…

    5 Aprile, 2008 - 7:16
  13. Clodine

    cioè, volevo dire :” che c’azzecca Verdi”..ma con tante cose urgenti che ci sono in Italia. Con la monnezza che sommerge un’intera regione questi pensano al “La” di Verdi…ti rendi conto?!

    Per questo detesto la politica.

    5 Aprile, 2008 - 7:20
  14. ignigo74

    per me fanno bene.
    laaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

    5 Aprile, 2008 - 7:53
  15. lycopodium

    Scusa Clo, non partire come Schumi; lo so anch’io che il target è alquanto “limitato”, infatti la comunicazione era per i soli melomani.
    Ma il tema non è per nulla banale e di infima importanza. Ti dicono qualcosa i nomi di Cappuccilli e Bergonzi?
    http://www.movisol.org/cappuccilli.htm

    5 Aprile, 2008 - 7:57
  16. Clodine

    ma..parli di Cappuccilli il baritono?

    5 Aprile, 2008 - 8:18
  17. lycopodium

    Quello, guarda il link.

    5 Aprile, 2008 - 8:32
  18. Francesco73

    Bè, la violenza sulle donne è orrenda, un crimine mostruoso quasi quanto quello sui minori.
    Condanno i toni lugubri e feroci di certi slogan, ma riguardano cose appunto abominevoli.

    Diverso il discorso su certo femminismo, che si tinge di intolleranza e irresponsabilità.
    E soprattutto spegne la femminilità, almeno dal mio punto di vista.
    Ma sono gusti.

    5 Aprile, 2008 - 9:08
  19. Clodine

    O DIO!! Lyco..è morto Cappuccilli..non lo sapevo ! ..Scusa ma…ho letto solo di sfuggita, vado a leggere meglio il link che mi hai mandato..scusa, non avevo capito

    Grazie Lyco, grazie di cuore per la segnalazione..

    5 Aprile, 2008 - 9:14
  20. Clodine

    Ma pensa tu, è morto nel mese di Luglio e mi era sfuggita questa notizia: davvero imperdonabile! Dico la verità, sono stata presa tantissimo dalla morte, avvenuta poco più tardi, di Giuseppe Di Stefano che adoravo, e che, secondo me, è stato il più grande tra i tenori. Anche Bergonzi , per carità, ma Giuseppe…è impareggiabile..Al momento non avevo compreso la segnalazione, ed è anche giusta una regolamentazione per quanto concerne la musica: una delle forme d’arte più elevate! Così come esiste una soprintendenza alle Belle Arti ai beni artisti e storici..che regolamenta i vari interventi di restauro e affini…grazie ancora Lyco..

    5 Aprile, 2008 - 9:27
  21. giacomogaleazzi

    Malgrado le parole e i fatti siano limpidi e di univoca interpretazione, capita ancora di sentir parlare di Wojtyla e Ratzinger come di pontefici contrapposti. Eppure basterebbe prestare attenzione all’affetto fraterno e commosso che permea ogni riferimento al predecessore contenuto nei discorsi di Benedetto XVI che anche oggi ha citato la testimonianza offerta da Giovanni Paolo II durante il Giubileo dell’Anno 2000 quando affermò che “nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età, conservò il gusto della vita. Ne ringrazio il Signore. E’ bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio”.

    5 Aprile, 2008 - 13:07
  22. FABRICIANUS

    Caro Luigi,
    ho letto il post del 14 Marzo 2006 riguardante Emma Bonino. Mi ha colpito molto lo ammetto…il tema delle lacrime mi tocca sempre profondamente…Penso siano la parte più intima,profonda e vera di una persona.
    L’importante, come ama spesso ripetere Mons. Bregantini è che qualcuno le asciughi. Se c’è qualcuno che le asciuga, e se le offriamo a Dio, le ferite delle lacrime diventano feritoie da cui far passare il balsamo della consolazione. Se non c’è nessuno che le asciughi, e non le offriamo a Dio, le lacrime diventano macigni e cristalli.

    Un caloroso saluto a tutti.
    F.

    P.S. Hai ragione Clodine…meritiamo 20 frustate per aver lasciato solo Luigi agli esordi del blog.

    5 Aprile, 2008 - 13:31
  23. Luigi Accattoli

    Emma non lo saprà mai, ma quel mio post voleva rispondere alle sue lacrime. Nè si deve pensare che i nostri sentimentij non arrivino in qualche modo a coloro cui sono indirizzati. Un giorno ho incontrato Mina Welby e l’ho abbracciata per ringraziarla di quanto avevo ricevuto dalla vicenda di Piergiorgio dicendole “ne ho scritto più volte nel mio blog” e lei: “Ho letto tutto e seguo sempre il suo blog che ho scoperto per caso. Non mi sono fatta viva perchè sono timida ma con le sue parole lei mi è diventato un amico carissimo”. – Grazie a Clodine e a Fabricianus per aver letto gli antichi post che non avevano visitatori. Un altro salto nella preistoria del blog era stato fatto ultimamente da Matteo. Lungo il mese di marzo 2008 qui si sono affacciati più di 13 mila “visitatori diversi”, ma nel marzo 2006 pochissimi conoscevano questa mia avventura e nessuno lasciava messaggi. L’inizio defilato era voluto: a differenza dei colleghi che hanno inserito il proprio blog nei siti dell’Espresso, della Stampa, del Giornale e così via, io l’ho voluto del tutto autonomo e dunque il primo visitatore che lascia un commento (Tonizzo, seguito – lo stesso giorno – da Francesco73) arriva solo al terzo mese. Ma non era una penitenza, era una scelta e non l’ho vissuta male.

    5 Aprile, 2008 - 13:52
  24. raffaele.savigni

    Io (lo confesso) ho scoperto questo blog (come altr) solo la scorsa estate, quando mi sono lasciato trascinare in dibattiti sui blog. In precedenza privilegiavo la carta stampata, e conoscevo Luigi Accattoli attraverso le sue rubriche su “Il Regno” e i suoi articoli sui quotidiani.
    Debbo dire che quando parla di temi politico.economici, di politica e4stera, di diritti umani nel mondo la Bonino mi sembra appassionata e competente (anche se le sue valutazioni sono opinabili); quando però il discorso scivola su t6emi di bioetica, la trovo francamente viscerale e oltremodo faziosa: scatta in lei qualcosa che le impedisce di cogliere le motivazioni profonde dell’interlucutore e riduce tutto alle “ingerenze” della “Chiesa che fa politica”.
    Detto questo, sono francamente indignato dall’atteggiamento intollerante mostrato dalle femministe e dai laicisti nei confronti di Ferrara (di cui non condivido i toni e la scelta di fare una lista monotematica): non mostrano una intolleranza simile neppure nei confronti della Mussolini o di Storace… A parte i pomodori lanciati contro Ferrara, sono del tutto inaccettabili le dichiarazioni della Palermi (Sinistra arcobaleno) e quella della De Angeli (di Sinistra critica): mi sembrano affermazioni da Codice penale (come quelle, ad esse speculari, dei fascisti di “Forza nuova”)Noto con preoccupazione che una certa sinistra “scatta”, reagendo in modo viscerale ed irrazionale, non appena si parla di aborto, molto più di quanto non faccia su temi come i morti sul lavoro, la precarietà giovanile, le violazioni dei diritti umani.
    Un paio di settimane fa, in occasione di un incontro culturale in ambiente ecclesiale, una donna cattolica, ex fucina, ha avuto una reazione epidermica (che non mi aspettavo) quando io ho accostato la moratoria sulla pena di morte e quella sull’aborto per dire che dobbiamo difendere la vita e la dignità umana a 360 gradi e non privilegiando in modo unilaterale i temi bioetici o, viceversa, quelli della pace e dell’ambiente ecc. Una certa ciultura femminista e laicista ha scavato brecce profonde, creando una mentalità per cui si arriva a rifiutare (consapevolmente o implicitamente) il diritto di un “maschio” di intervenire su certi temi in quanto coinvolgono l'”Autodeterminazione della donna” (una sorta di nuovo dogma indiscutibile, un idolo a cui tutto va sacrificato). Forse sto esagerando, ma vorrei sentire il parere anche delle donne che seguono il blog (aggiungo che mia moglie, che è magistrato, mi dice che nelle cause di divorzio nota spesso in molte donne una voglia di rivalsa che si traduce in aggressività nei confronti del marito o partner). Non si tratta, a mio avviso, di rimpiangere la “donna remissiva” di una volta, ma di impegnarci tutti perché l’emancipazione femminile (giusta e legittima) non si trasformi in aggressività.

    5 Aprile, 2008 - 14:35
  25. raffaele.savigni

    Mi sembra vergognoso che un ignorante di quella posta (che oltretutto usa un linguaggio volgare e dice cose del tutto banali: ho ascoltato l’audio) guadagni quella cifra, in qualche modo pagata da tutti noi. Quanti soldi poi hanno preso Cimoli e compagni di ladrocinio per far fallire Alitalia o per ridurre le Ferrovie dello Stato nelle attuali condizioni? E aggiungo che molti deputati e senatori (pronti ad aumentarsi lo stipendio e a far tirare la cinghia a insegnanti e professori…) sono di una crassa ignoranza: non ricordano l’anno della Rivoluzione francese o della scoperta dell’America.
    Si parla tanto di meritocrazia: perché non legare lo stipendio di questi mangar da strapazzo ai risultati conseguiti?

    5 Aprile, 2008 - 15:44
  26. ignigo74

    C’è un libriccino interessante di George Steiner (è tutto interessante…) del 1971 “il castello di barbablù” dove accenna quello che sarò un registro caratteristico delle sue “note” sulla contemporaneità: il tema della post cultura, del post umano, dell’impossibilità di contatto culturale tra chi ha una formazione – esplicita o implicita, cosapevole o inconsapevole – umanistica e chi è formato dalla cultura dell’immagine. Tra l’altro la parola “logica” funziona se al centro di tutto d’è una grammatica, un logos… non se c’è una immagine, una eikon…
    Io credo che personaggi come questo sventurato Luciani siano proprio il prodotto dell’eikon in senso materiale: credono che tutto sia happening, tutto sia teatralità, tutto sia confezione.
    Non è nemmeno un dramma, che tale parola ha una dignità (umanistica) eccessiva per tale vastissimo fenomeno: è una specie di implosione di umanità, una specie di ritirata, un suicidio non biologicamente mortale ma altrettanto devastante. Mi ricorda la religione civile che, secondo Benson, sostituirà il cristianesimo nel “principe del mondo”. La Bonino ne è una profetessa a pieno titolo: tra l’altro in alcuni paesi dove non c’erano analoghi tatranti provincialisti e buffoneschi alla Bonino-Pannella-Luca Luciani, le leggi moderne e necessarie su divorzio e altro sono persino arrivate prima.

    5 Aprile, 2008 - 16:15
  27. lycopodium

    Io ci andrei piano a contrapporre logos ed eikon …

    5 Aprile, 2008 - 17:03
  28. ignigo74

    l’eikon si decifra umanisticamente attraverso un sistema una grammatica che ha a che vedere con il logos. Qua si parla di eikon post-logos, svincolata dalla logica. Comunque è una analisi interessante anche se dici di andarci piano, molti conti tornano, che ne pensi lyco?

    5 Aprile, 2008 - 18:22
  29. giacomogaleazzi

    A proposito di tolleranza, credo che un valido, mite e luminoso esempio sia costituito da quei vescovi (nei giorni scorsi il cardinale Tettamanzi a Milano, oggi il patriarca Scola a Venezia) che, rischiando l’impopolarità e costi quel che costi, dedicano un pensiero ai rom, vanno a celebrare messa nei campi nomadi, difendono gli zingari da campagne mediatiche di amministrazioni comunali che, chissà perché, si ricordano dell’emeregenza-sicurezza solo sotto elezioni. E’ facile abbattere una baracca, ben più difficile è offrire una minima alternativa di sussistenza. Benedetto XVI ha più volte raccomandato alle istituzioni di conciliare sicurezza dei cittadini e accoglienza dei migranti. Ricordo con un brivido di commozione l’inizio di novembre del 2007, quando il tema dei campi rom era finito al primo posto dell’agenda politica e non solo a causa del barbaro omicidio di Giovanna Reggiani da parte di un cittadino romeno nella baraccopoli sulla Flaminia. Jospeh Ratzinger riportò ragionevolezza in un momento in cui per poco non si invocavano le forche in piazza. Di fronte alla presenza degli immigrati occorre assicurare “la sicurezza e l’accoglienza”, garantendo “i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli”. Benedetto XVI, parlando ai fedeli di Piazza San Pietro dopo la recita dell’Angelus, affrontò da vero uomo di Dio e con provvidenziale lucidità il tema dell’immigrazione. E lo fece con parole che rifuggono la violenza e l’intolleranza ma che richiamano forte il dovere di accogliere chi ha bisogno e di tutelare la sicurezza dei cittadini. “Auspico – disse il Papa – che le relazioni tra popolazioni migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell’alta civiltà morale che è frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese. E chi preposto alla sicurezza e all’accoglienza sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli”. Dovremmo scrivere queste parole sulle porte d’ingresso delle nostre città. Ora più che mai.

    5 Aprile, 2008 - 21:06
  30. raffaele.savigni

    D’accordo. Ma anche i rom dovrebbero fare qualche sforzo in più per integrarsi ed inserirsi nel mondo del lavoro, emarginando chi tra loro ruba e finisce per screditare tutta la comunità. Mia figlia frequenta una scuola media in cui sono presenti nomadi ed extracomunicari (io e mia moglie abbiamo evitato, diversamente da altri, “scuole rifugio”): purtroppo il clima non è sempre il migliore.

    5 Aprile, 2008 - 23:00
  31. lycopodium

    Ignigo, quella “performance” dice di un cattivo uso anche della parola e del logos. Infatti sono dimensioni talmente intrecciate che ogni distinzione suona artificiosa. Oggi è molto facile che si abbia in sospetto l’immagine, dietro la quale si vede sempre il vitello d’oro: dietro ogni “apparire”, si legge automaticamente la “apparenza”, la finzione. Forse servirebbero di più meno automatismi: giusto tre anni fa milioni di persone stavano sfilando davanti ad un Testimone dell’Eterno e, con loro altri milioni, uniti con loro anche attraverso un medium, in questo caso del tutto all’altezza del suo ruolo …

    6 Aprile, 2008 - 7:29
  32. Sumpontcura

    In un ripostiglio della mia memoria ritrovo – sorridente, serena e piena di cose da fare e di ideali in cui credere – una giovane deputata di nome Emma Bonino: “la monella del parlamento”, come la chiamava affettuosamente Sandro Pertini, appena eletto presidente della repubblica. La freschezza, la genuinità di Emma Bonino – con l’aggiunta del consapevole, saggio e sornione sorriso di Leonardo Sciascia – mi convinsero anzi a votare partito radicale, alle “politiche” del ’79.
    Dopo qualche secolo, in una galassia completamente diversa, trovo lo sguardo spento, ghiacciato, di Emma Bonino che spiega in televisione che l’aborto, in fin dei conti che cos’è l’aborto? Come togliersi la prostata. O asportare un foruncolo.
    Leggo ora le sue parole, nel primo post di questo blog (due anni fa): “Mi appallottolo qui e piango”.
    Fabricianus: “Se non le offriamo a Dio, le lacrime diventano macigni e cristalli”.
    Sciascia (parlando del brigatista rosso dell’ultima telefonata del caso Moro): “Forse ancora oggi crede di credere si possa vivere di odio e contro la pietà: ma quel giorno… la pietà è penetrata in lui come il tradimento in una fortezza. E spero che lo devasti”.

    6 Aprile, 2008 - 8:20
  33. Luigi Accattoli

    Torna Sump e racconta d’aver votato una volta radicale – ecco Sump fa conto che anch’io, con quel post, abbia votato una volta per Emma.

    6 Aprile, 2008 - 8:37
  34. Francesco73

    Con il racconto della reazione della sua conoscente cattolica bolognese, Raffaele Savigni mi ha reso di nuovo chiaro il perchè mi sono allontanato dalla Fuci!

    O.T. (e me ne scuso): chi ha notizie sul cardinal Trujillo? Ho letto che è malato.

    6 Aprile, 2008 - 9:21
  35. Francesco, ti racconto invece della saggezza di un vecchio amico di FUCI (seconda metà anni ’80): a un amico che recalcitrava all’idea di andare eletto in un organo direttivo diceva che non era necessario fare chissà cosa o essere chissà chi, ma bastava che quando avesse sentito che si passava il segno, si facesse sentire per riportare le cose entro i limiti del buonsenso.
    E allora, là allora, come qui adesso, chi si estrania etc non fa che spianare la strada a chi esagera. E a mia esperienza in FUCI si poteva discutere e “dividersi” senza scomuniche, mentre altrove non si poteva nemmeno discutere….

    6 Aprile, 2008 - 10:11
  36. Giacomo.Galeazzi

    Purtroppo Francesco, non sono notizie buone. Speriamo le condizioni di salute del cardinale Trujillo possano migliorare presto. A ventiquattr’ore dello stupendo appello papale a favore della sollecitudine pastorale della Chiesa verso le persone ferite dal divorzio e dall’aborto (e le parole tenerissime di Benedetto XVI sui figli del divorzio), mi piace ricordare il cardinale sudamericano, fedele e valido collaboratore di Joseph Ratzinger in un lucido e lungimirante intervento nel pieno della polemica sulle coppie di fatto. Sempre severo, a tratti duro con il peccato ma misericordioso con il peccatore. “Mai come ora l’istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è stata vittima di attacchi tanto violenti. Da correnti radicali sono sorti nuovi modelli di famiglia. Putroppo in questa fase storica, in alcuni casi la legge è chiamata a legalizzare forme di unione che destabilizzano il matrimonio e la famiglia. In altri casi è la morale ad essere mobilitata per cercare di giustificare pratiche bio-mediche che separano nell’unione coniugale il fine unitivo da quello procreativo, la sessualità dall’amore”.

    6 Aprile, 2008 - 10:16
  37. Francesco73

    Sì, ma infatti io non ho niente contro la Fuci, dove peraltro sono stato poco più di un annetto.
    Li ricordo con amicizia e affetto, e so per certo che il loro approccio era ed è ben diverso e migliore rispetto a quello di altri.
    Solo che erano schierati a sinistra, dal punto di vista ecclesiale e politico.
    E io no.
    Loro stavano con Padre Sorge, io con Ruini.
    Se pensi che sto parlando del’93-’94, comprendi anche che il momento storico era alquanto…divaricante.

    6 Aprile, 2008 - 10:28
  38. Francesco73

    Trujillo mi ha sempre colpito perchè è l’emblema (anche anagrafico) delle risorse e dei problemi della Chiesa latinoamericana.
    E’ stato tanto tempo al CELAM con ruoli di grande responsabilità, ha seguito Medellin e concorso a organizzare Puebla, si è caratterizzato come deciso avversario della teologia della liberazione, ma sempre in modo non tetragono, su un fronte intellettuale di grande spessore e qualità.
    Inoltre, bencè più giovane d’età, è stato compagno di seminario di Camilo Torres, e lo ha conosciuto da vicino.
    Insomma, una figura che incarna tanto del Sud America, e di quel che il Sud America ha rappresentato soprattutto nel pontificato wojtyliano, anche in termini di geopolitica.
    Il libro di Trujillo “Testimonianze” racconta un pò tutta la sua vita e la sua esperienza.

    6 Aprile, 2008 - 12:12
  39. ignigo74

    lycopodium, il tuo intervento è abbastanza interessante, ma faccio notare che è tutto all’interno della grammatica umanistica, logica, legata al logos e comprensibile solo a chi – sottolineo, consapevolmente o meno – accetta e si sente a proprio agio in questa grammatica.

    C’è una post cultura che utilizza l’eikon, l’immagine e non il logos, la logica.
    Questa è la novità che rende problematico l’Annuncio del Logos.
    “Milioni di persone davanti al testimone dell’eterno”: c’erano anche qualche centinaio di migliaia di persone – si son visti anche preti e religiose fare ciò – che invece che inchinarsi di fronte alla salma del Pontefice, sfruttavano quei due secondi concessi dalle guardie per l’omaggio personale a Giovanni Paolo II, per scattare immagini con il telefonino.
    Scusa caro Lyco, trovo spesso il retrogusto dell’apologia sotto i tuoi interventi.

    6 Aprile, 2008 - 13:06
  40. Giacomo.Galeazzi

    Visto che talnte volte si è indicata l’America come “centrale anticattolica”, vorrei segnalare la palpitante e sincera attenzione con cui i media statunitensi si stanno preparando al grande vento dell’incontro con il Papa. La prima, attesa, visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti si avvicina e il New York Times dedica all’evento una sezione speciale ricca di articoli, interviste,
    curiosità ed informazioni biografiche sul Papa tedesco. Per il Vaticano il viaggio di Papa Ratzinger oltreoceano- dal 15 al 20 aprile – è anche «un’occasione per ammorbidire la sua immagine», spiega il rappresentante del Pontefice a Washington, arcivescovo Pietro Sambi, in un’intervista contenuta nello speciale del NYT. «È conosciuto come un uomo intransigente, quasi distante», osserva il nunzio apostolico, ma agli americani, «sarà sufficiente ascoltarlo, per cambiare radicalmente idea sulla sua freddezza». Il fatto che la visita di Benedetto XVI venga a cadere nel
    mezzo delle elezioni presidenziali non costituisce un problema: «posso assicurarvi – dichiara l’arcivescovo Sambi al NYT – che il Papa non interferirà con il processo elettorale. Non incontrerà nessun candidato» alla Casa Bianca.
    Il quotidiano Usa dedica rilievo, con un lungo articolo, alla decisione del Papa – annunciata appena giovedì scorso – di inserire nell’agenda degli incontri americani (13 eventi pubblici) due incontri con leader della comunità ebraica, tra cui Arthur Schneier, rabbino capo della sinagoga di Park East.
    Si tratterà della terza visita di un Papa in una sinagoga, mette in evidenza il NYT. Nello speciale non mancano i consueti articoli dedicati alle
    imponenti misure di sicurezza predisposte dagli americani, così
    come i risultati di un sondaggio condotto tra i newyorkesi che
    mette in luce come la maggior parte di essi pensa che la visita
    del Papa «farà bene alla Grande Mela». Un quarto degli
    intervistati invece non approva il lavoro di Benedetto XVI. Tra le interviste c’è ne è anche una a Lidia Bastianich, lo chef italiano che si occuperà del palato del Papa durante il soggiorno americano. «Preparerò un menù per 52 persone per il 18 aprile e un altro per 24 persone il 19. Due cene private»,
    anticipa la cuoca. «Mi è stata chiesta semplicità e pietanze
    di stagione, menù semplici e bilanciati» «Mi hanno informata
    – aggiunge – su cosa piace al Papa e cosa può o non può
    mangiare». «Metterò un pò di Mitteleuropa nei piatti»,
    annuncia.

    6 Aprile, 2008 - 14:45
  41. lycopodium

    Scusa caro Ignigo, trovo spesso il retrogusto del moralismo sotto i tuoi interventi.

    6 Aprile, 2008 - 14:49
  42. Leonardo

    «Apologia» non è una brutta parola, in sé. Quando lo è diventata, anche nel pensiero di molti cattolici?

    6 Aprile, 2008 - 17:04
  43. raffaele.savigni

    Ci tengo a precisare che non ho nulla contro i fucini, anzi continuo a frequentarli e a fare un lavoro con loro. Era solo un esempio di come un certo linguaggio “politicamente corretto” possa penetrare anche in ambienti ecclesiali molto apprezzabili sotto altri aspetti (ambienti comunque in questo caso lucchesi, non bolognesi: io sono nato nei dintorni di Bologna ma ora mi muovo trta Bologna-Ravenna, ove lavoro, e Lucca, ove ho la famiglia).
    Il termine “apologia” aveva una valenza positiva nei primi secoli: gli “apologisti” erano quegli autori cristiani del II°-III° secolo (come Giustino, Tertulliano, l’anonimo autore della celebre “Lettera a Diogneto”) che difendevano, anche con argomenti razionali, la fede cristiana dialogando, e spesso polemizzando, con ebrei e filosofi pagani.
    Nel corso dei secoli, soprattutto dopo il concilio di Trento, si è sempre più sviluppata l'”apologetica” cristiana, soprattutto in funzione antiprotestante: questo genere letterario è diventato sempre più ripetitivo, soprattutto nell’Ottocento, per cui ha assunto una valenza negativa agli occhi della cultura “laica” ed anche dei teologi innovatori.Per questo dopo il Vaticano II la vecchia “apologetica” si è trasformata in “teologia fondamentale”, per evidenziare meglio come si tratti di analizzare i “fondamenti” (razionali ma non solo) della fede cristiana piuttosto che di difenderla attaccando le altre confessioni cristiane o le altre culture. Lo stesso mons. Fisichella è stato uno dei protagonisti di questa trasformazione; e il concetto tomista di “praeambula fidei” è oggi discusso (se non ricordo male, lo stesso teologo Ratzinger prendeva le distanze da alcuni aspetti del neotomismo). Ma non sono un teologo: qualcun altro che ha studiato teologia a Roma in questi decenni (ad es. Clodine) potrà fare osservazioni più precise in proposito.

    6 Aprile, 2008 - 18:12
  44. adriano

    Credo che il Prof. Savigni si riferisca a questo passaggio: “Ritengo che il razionalismo neoscolastico sia fallito nel suo tentativo di voler ricostruire i Preambula Fidei con una ragione del tutto indipendente dalla fede, con una certezza puramente razionale; tutti gli altri tentativi che procedono su questa medesima strada, otterranno alla fine gli stessi risultati”.
    E’ tratto da una conferenza del Card. Ratzinger tenuta a Guadalajara nel 1996, pubblicata dall’O.R. Il link:
    http://www.ratzinger.it/modules.php?name=News&file=article&sid=88
    Adriano

    6 Aprile, 2008 - 19:28
  45. Leonardo

    Ringrazio delle spiegazioni, ma la domanda era lievemente ironica (mi ero dimenticato di scriverlo!)

    6 Aprile, 2008 - 19:52
  46. ignigo74

    Adriano e Savigni: grazie e 30 e lode in “Introduzione alla teologia fondamentale”.
    Le parole del prof. Ratzinger sono adamantine ed efficaci e da me sempre condivise e a queste parole sono grato.
    Purtroppo assistiamo recentemente all’eterno ritorno di certi ultradifensori di una certa immagine distorta y disinformata di Benedetto XVI, immagine che in realtà non comprende e abusa della amabilità e cordialità del Santo Padre.
    Platone nel noto X libro della Repubblica distingue tra eikon e eidolon/phantasma. L’eikon è l’immagine utile e vera perchè più vicina all’ideale, eidolon è distante, deforme, irrispettosa, strumentale, inutile, perniciosa. Mi pare che ci sia in giro una immagine iconica del pensiero e della figura di Benedetto XVI – icona ben rappresentata dalle parole citate dal preciso Adriano – e poi una immagine idolatrica ovvero distorta che ampiamente troviamo nelle pagine – internet o cartacee – dell’apologetica contemporanea. Un esempio macroscopico di questo abuso idolatrico ovvero basato (platonicamente) su una immagine distora della realtà, è il revival tomistico, tradizionalistico, apologetico che va dal Timone a Petrus. Pertanto correggo il lapsus digiti: “caro Lyco, sovente avverto il retrogusto stantìo dell’apologetica nei tuoi interventi”.
    Da ultimo, prof. Savigni, ho studiato teologia non a Roma, bensì a Milano.
    Ho l’immeritato onere di essere assistente della stessa in Cattolica.
    Mi creda che il contributo di Colombo, Serenthà, Moioli, Angelini, Sequeri, Bertuletti, Borgonovo, Ubbiali, Brambilla e compagni a quello snodo fondamentale della teologia contemporanea da lei individuato e così genialmente descritto in due frasi dall’allora prof. Ratzinger, non è da meno e ha un sapore tutto suo che allo scrivente piace non poco.

    6 Aprile, 2008 - 20:06
  47. raffaele.savigni

    Grazie ad Adriano, la cui memoria è nettamente superiore alla mia!

    6 Aprile, 2008 - 21:21
  48. lycopodium

    @ Il prof. Savigni.
    Non tutto il tomismo attuale sostiene quanto giustamente criticato dal Ratzinger-teologo; da questo link http://www.filosofiapolitica.net/showBookReview.asp?ID=12-01-07-DelNoce&typeReview=Recensione&dateReview=14-01-2007&typeMenu=1&showMenu=true
    traggo la seguente citazione:
    “Del Noce descrisse le basi filosofiche del magistero sociale della Chiesa, alla luce del continuum tomista che attraversa le pastorali di Leone XIII, di Paolo VI e di Giovanni Paolo II. Gli interventi selezionati, provenienti da atti congressuali, riviste, quotidiani e raccolte saggistiche, fanno emergere una consequenzialità non esclusivamente confessionale, che trova riscontro nella “laicità anti-laicista” di Étienne Gilson. Sollecitato dalla sfida secolarizzante, del resto, anche Del Noce si dedicò all’aggiornamento dell’ermeneutica cattolica. Senza nulla concedere al razionalismo e al fideismo, il Gilson delnociano appare il vessillifero di un “risveglio cristiano” che adegui la ratio alla fides, mentre rifiuta la re-divinizzazione del mondo e non imprigiona il foro interno in un irresponsabile quietismo. Si tratta – spiega Santorsola – di un pensiero estraneo sia alla rincorsa del mondo, sia alla fuga dal mondo, cioè alle due polarità che, da sempre, caratterizzano l’integrismo cristiano, e che Del Noce stesso associò alle figure di Giovanni Gentile e di Leon Šestov, simboli, rispettivamente, dell’immanentismo volontarista e della diserzione trascendentista. Dunque, il paradigma tomista di Gilson, equidistante da entrambi, descriverebbe un “filosofare nella fede” che, preservando dall’idolatria dell’atto e della coscienza, salva la ragione. «Ciò importa la critica più rigorosa del razionalismo, e non quella della ragione. La fede suppone una metafisica inclusa in essa, che si tratta di rendere esplicita. Non si esce dalla fede nel trattarne» (cit. p. 81). Insomma, un antidoto a quel modernismo che, dettando l’antitesi tra il cosmocentrismo antico e l’antropocentrismo cristiano, nega alla metafisica classica il benché minimo diritto alla sopravvivenza”.

    La scuola teologica milanese si pone certo in polemica contro il neotomismo razionalista (oggetto di dura polemica anche da parte di Cornelio Fabro); ma questo razionalismo hard costituisce certamente la parte meno “continuabile” della tradizione tommasiana.
    In realtà, nella concreta fenomenologia del soggetto, non possono esistere “evidenze” separate dalle modalità di appropriazione; ma queste evidenze non sono solo logico-verbali. Infatti il cristianesimo non è solo la religione del Logos puro e semplice, ma quella del Logos fatto carne, Icona visibile del Dio invisibile.
    En passant, in quella famosa conferenza, il card. Ratzinger rivendica giustamente al cristianesimo di rappresentare la ” REALTA’ ” del venire di Dio in questo mondo, ma non per questo ciò significa esclusione secolarizzante delle evidenze del cd. “senso religioso” (in proposito sarà sempre utile rispolverare un mitico fascicolo del 1995 della rivista “La scuola cattolica”, intitolato “la questione teologica del sacro”: dove dottamente intevengono, insieme al liturgista Bonaccorso, gli ammirevoli ancorchè difficilotti Sequeri, Bertuletti e Ubbiali).

    6 Aprile, 2008 - 22:03
  49. lycopodium

    In questa pagina
    http://www.fisicamente.net/index-1267.htm
    si scopre un Ratzinger che dice la sua in barba a Piero Angela:
    “La razionalità del cristianesimo. Ci si può chiedere se con questo sia stata detta l’ultima parola, se la separazione tra ragione e cristianesimo sia oramai definitiva. In ogni caso, non si può fare a meno di affrontare la discussione sulla portata della dottrina dell’evoluzione come filosofia prima e sull’esclusività del metodo positivo come unica modalità di scienza e di razionalità. Una tale discussione dovrà dunque essere intrapresa dall’una e dall’altra parte con serenità e nella disponibilità ad ascoltare, cosa che è tuttora riuscita solo in piccola parte. Nessuno potrà seriamente dubitare delle prove scientifiche dei processi micro-evolutivi. A questo proposito, R. Junker e S. Sherer dicono sull’evoluzione nel loro «manuale critico» (kritisches Lesebuch): «Avvenimenti del genere (i processi micro-evolutivi) sono ben noti a partire dai processi naturali di variazione e di formazione. Il loro esame mediante la biologia dei processi evolutivi condusse a conoscenze significative riguardanti l’eccezionale capacità di adattamento dei sistemi viventi». Essi sembrano dunque affermare che la ricerca delle origini si può definire a buon diritto come la disciplina maestra della biologia. La questione che un credente deve porsi di fronte alla ragione moderna non ha a che fare con tutto questo. Riguarda piuttosto l’ambito di estensione di una philosophia universalis che pretende di diventare una spiegazione generale del reale e tende a cancellare ogni altro livello di pensiero. Nella stessa dottrina dell’evoluzione, il problema si pone in relazione al passaggio dalla micro alla macro-evoluzione, passaggio riguardo il quale Szamarthy e Maynard Smith, entrambi convinti partigiani di una teoria inglobante dell’evoluzione, ammettono anch’essi che «non esistono ragioni teoriche che facciano ritenere che delle linee evolutive crescano con il tempo in complessità: né vi sono prove empiriche che questo accada».
    A dire il vero, la questione che qui si pone va più in profondità: si tratta di sapere se la dottrina dell’evoluzione possa presentarsi come una teoria universale di tutto il reale, al di là della quale non sono più permesse, né sono più necessarie, questioni ulteriori sull’origine e la natura delle cose, o se questioni ultime di questo genere non vadano al di là, in fondo, del campo della ricerca aperta alle scienze naturali”.

    6 Aprile, 2008 - 22:09
  50. fabrizio

    Volo, tristemente, un po’ più basso.
    Avete letto delle polemiche all’intervento del papa sulla misericordia e l’aiuto verso chi abortisce e divorzia?

    Nella mia ingenuità, leggendo ieri l’intervento, scritto idealmente a quattro mani da Benedetto e Giovanni Paolo, mi sono quasi commosso.
    Ritenevo che fosse oggettivamente impossibile da manipolare e pensavo addirittura che potesse essere una base di partenza per capire il punto di vista della Chiesa e aprire una stagione nuova.

    Invece leggo oggi che ancora una volta di sono scatenate le polemiche dei soliti noti, sintetizzate da questo titolo su l’Unità: “E a una settimana dal voto Ratzinger tuonò: divorzio e aborto colpe gravi”.

    Chiedo per l’ultima volta a tutti gli amici che pensano di votare PD: di che ulteriori dimostrazioni avete bisogno?
    Non fraintendetemi, non sto dicendo che si debba votare per qualcun altro, ma che semplicemente non si può essere presi in giro da chi ha l’ambizione di rappresentare il punto d’incontro tra laici e cattolici ma che ogni volta, alla prova dei fatti, si smentisce.

    Un abbraccio a tutti, e che questa settimana passi il più in fretta possibile.

    7 Aprile, 2008 - 9:37
  51. ignigo74

    @ lycopodium
    straordinari articoli, interesantissimi e già in formato salvabile e fotocopiabile… GRAZIE.

    @fabrizio
    davvero, tra fratelli e spero senza condanne reciproche.
    ma hai guardato chi c’è nel PDL? gente che si traveste da condottiero e con la corazza di poliestere pensa di potere parlare di cose serie… gente che al posto delle virgole usa l’intercalare “prendiamo i fucili”.
    Scusa caro Fabrizio – e chi ti parla è, fino a domenica, un elettore fedelissimo di Casini – ma non è che il PDL sia poi così entusiasmante, anzi.
    Tra l’altro Berlusconi si lamenta che tutti siamo con il cacao alla gola ma dalle sue televisioni non è che escano lezioni di estetica kantiana: l’Italiettina televisiva, quella incapace di pensare e impegnarsi, l’ha costruita proprio lui che se ne lamenta tanto.
    Io penso proprio di votare PD, non l’ho mai fatto ma credo proprio che lo farò. Quindi, che mi dici, caro Fabrizio?

    7 Aprile, 2008 - 10:10
  52. fabrizio

    Ignigo, credimi, ma quali condanne reciproche?
    Non sto dicendo: “non votate PD, votate piuttosto PDL o Casini”.

    Sto solo manifestando la mia ennesima frustrazione per chi continua a prendermi in giro dicendomi di volere un pnto di incontro tra laici laici e cattoli ma che, alla prova dei fatti, dimostra continuamente che quel punto d’incontro, che io ritengo possibile e necessario, in realtà non lo è a causa delle sue prevenzioni ideologiche.

    Se il discorso si sposta sul votare il meno peggio è chiaro che ogni opzione diventa possibile, ma su questo piano non vale nemmeno la pena di perdere tempo in discussioni.

    7 Aprile, 2008 - 10:22

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