Ho fatto una scommessa sull’Amazzonia e l’ho persa

Nel post precedente – scritto ieri – mi azzardavo a scommettere sul contenuto del documento papale pubblicato alle 12 di oggi e dico subito che la scommessa l’ho persa. Per mia fortuna non c’era nulla in palio: era una scommessa con me stesso, se vogliamo. Come a dire: vediamo se indovino come va il mondo. Non l’ho indovinata ma ora devo seguire la conferenza stampa di presentazione e dopo tornerò a parlare sia dell’esortazione, sia della scommessa. Ma volevo dire subito com’era andata.

5 Comments

  1. picchio

    Io la scommessa l’ho vinta, perchè sono un’interista e so benissimo che il mondo non va come voglio io 🙂
    ciao
    Cristina Vicquery

    12 Febbraio, 2020 - 17:46
  2. Quindi papa Francesco è d’accordo coi suoi predecessori!

    12 Febbraio, 2020 - 18:19
  3. Amigoni p. Luigi

    Rif. ore 18.19 – continuità
    Si può anche dire che i predecessori erano d’accordo con Bergoglio/papa Francesco…

    12 Febbraio, 2020 - 20:56
  4. Centofanti Giampaolo

    Vangelo del 13 febbraio 2020
    Mc 7, 24-30

    In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
    Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
    Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
    Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

    Il ministero pubblico di Gesù sembra sia durato meno di tre anni. Eppure anche in questo breve periodo Egli ha scelto tempi di ritiro, personale e in altri momenti comunitario, con i suoi discepoli. Non si è lasciato prendere dalla smania di fare, sempre ha vissuto attingendo alla sorgente del rapporto col Padre, nello Spirito. Su tale scia anche poteva cercare la sintonia di un amore attento verso ciascuno. In questo episodio egli afferma di essere stato inviato alle pecore perdute della Casa di Israele. Come mai? Dio ha tentato diverse volte di costruire una storia della salvezza con tutta l’umanità. Ma l’umanità si è sempre divisa. Dopo Adamo ed Eva sono venuti Caino e Abele, dopo il diluvio e Noè si è giunti alla torre di Babele. Dove si è tentato di giungere a Dio attraverso la forza di un uniformato filantropismo, ottenendone solo svuotamento e dispersione. Allora il Signore ha chiamato Abramo perché nascesse un popolo che potesse restare unito almeno per i legami di sangue. E così si sviluppasse un cammino con questa gente. Gesù è nato ebreo. Egli dunque non rifiuta settariamente quella donna ma l’accompagna verso l’intuizione che Dio non fa preferenze. Lui è venuto per compiere le promesse ad Israele. Ma questo percorso condurrà a tempi in cui i vari popoli sentiranno parlare Dio nella loro lingua. Non è meraviglioso che la acheropita (non fatta da mano d’uomo) immagine della Madonna di Guadalupe non ritragga una giovane ebrea ma una meticcia, frutto della mescolanza tra indigeni americani e popoli giunti dall’Europa? Trova risposta allora anche la domanda sul perché gli stessi discepoli di Gesù spesso non l’abbiano riconosciuto immediatamente nelle sue apparizioni da risorto, ma solo in un personalissimo, a misura, incontro nella fede.

    12 Febbraio, 2020 - 21:02

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