I miei figli per il mondo

Il maggiore dei figli segue un corso intensivo di inglese in vista di una trasferta di lavoro in Iran. La seconda è a Salerno dove parla stamattina in russo al Campus di Fisciano a un convegno sui “rapporti culturali russo-italiani”. Il terzo fa il dottorato a Parigi dove sta preparando il terremo alla quarta che vorrebbe fare lassù la laurea quinquennale: “Papi vuoi mettere in Francia”. La quinta passerà l’estate in Nuova Zelanda per uno scambio tra licei. Sarà per tutte quelle volte che da piccolini vedendo un aereo sopra le case gridavano “papà!”

23 Comments

  1. andreacs

    Sentirsi a casa in ogni angolo del mondo è una caratteristica di questa generazione. L’importante è che si riesca ancora a sentirsi a casa anche nel proprio quartiere, nella propria città, nella propria regione, nel proprio paese. E da quello che vedo non è sempre un aspetto scontato.

    3 Giugno, 2010 - 9:00
  2. fiorenza

    “L’uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante; colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero”: dedico ai tuoi straordinari figli, Luigi, questo pensiero di Ugo di San Vittore.

    3 Giugno, 2010 - 16:46
  3. rossocardinale

    Parlando con altri suoi colleghi,dottor Luigi,sia della carta stampata che della TV,ho avuto la netta sensazione che tutti voi sentiate una specie di “complesso di colpa”per essere stati “assenti”durante gli anni della crescita che hanno coinciso con lo sviluppo delle vostre carriere giornalistiche.Spesso noi non comprendiamo quanto della vostra vita privata viene sacrificato alla nostra informazione,e per questo voglio dire un piccolo grazie a lei e uno grandissimo ai suoi figli.Bellissima!quella frase finale del post che in pochissime parole spiega quanto è stato difficile perseguire sogni e talento ma col pensiero ai piccolini a casa.E,nel suo personalissimo caso,ancora di più.
    E se oggi essi vanno per il mondo,come faceva papà,ricordi che può dargli solo amore e responsabilità,tutto il resto lo hanno imparato guardando quegli aerei passare sopra le case.
    Il mio augurio di una vita serena a tutti i giovani che lasciano il nido e altrettanto a quei genitori che vi rientrano per godere il meritato riposo.

    3 Giugno, 2010 - 19:28
  4. roberto 55

    Iran, Russia, Francia, Nuova Zelanda: tutto il mondo in poche righe ed in una famiglia !
    Quanto li invidio, Luigi, i figli tuoi !

    Buona notte !

    Roberto 55

    3 Giugno, 2010 - 20:31
  5. Leonardo

    Il mondo oggi va così e c’è ben poco da fare.

    Tuttavia Pascal, Monaldo Leopardi e io pensiamo che dall’incapacità di starse tranquilli in camera propria derivino più che altro dei guai.

    3 Giugno, 2010 - 20:50
  6. Luigi Accattoli

    Leonardo ti dedico questo passaggio dell’Autobiografia di Monaldo Leopardi, capo XXXV:

    Alli tredici o quattordici, o quindici del mese, non ricordo il giorno preciso, passò Napoleone Buonaparte allora Generale in capo dell’armata francese in Italia. Passò velocemente a cavallo circondato da guardie le quali tenevano i fucili in mano col cane alzato. Tutto il mondo corse a vederlo. Io non lo vidi perché, quantunque stassi sul suo passaggio nel Palazzo comunale, non volli affacciarmi alla Fenestra giudicando non doversi a quel tristo l’onore che un galantuomo si alzasse per vederlo. Non so se feci bene, ma mi pare che questo tratto in un giovane di vent’anni possa servire a indicare il carattere.

    3 Giugno, 2010 - 21:27
  7. Luigi Accattoli

    Leonardo, tu a vent’anni facevi così?

    3 Giugno, 2010 - 21:28
  8. Syriacus

    Magari Leonardo a vent’anni faceva come Napoleone a vent’anni…

    (Beh, by the way scopro -wikipedia!- che…

    “Allo scoppio della rivoluzione nel 1789, Napoleone, ventenne e ormai ufficiale del re Luigi XVI, riuscì ad ottenere una lunga licenza grazie alla quale poté riparare al sicuro in Corsica. Qui giunto si unì al movimento rivoluzionario dell’isola assumendo il grado di tenente colonnello della Guardia Nazionale. Nel 1792 si rifiutò di tornare a servire nell’Armata in Francia e fu pertanto considerato disertore. Su pressione dei familiari, si convinse tuttavia a rientrare a Parigi, dove si presentò al ministro della Guerra e difese la propria causa con tali argomenti e tale abilità da ottenere non solo il perdono e il reintegro, ma persino la promozione ipso facto a capitano.” )

    Vabbé, chiedo venia..

    3 Giugno, 2010 - 21:42
  9. Syriacus

    (A Genova , già alle elementari ti insegnano che “fosse nato qualche anno prima, Napoleone sarebbe stato genovese”…

    Fra l’altro, una battuta che mi arrivò dal Nord: “Gli Austriaci credono che Hitler fosse tedesco e Beethoven austriaco.”)

    3 Giugno, 2010 - 21:50
  10. Syriacus

    Monaldo ventenne : 1796 . il ‘titanico’ Beethoven, quello dell’ “Eroica” , compone (anche) una delle sue Bagatelle :

    http://www.youtube.com/watch?v=_HKNMJIEb6g

    (notare l’alternarsi di immagini dell’esecutore -rimasi sotto choc quando lo ascoltai eseguire Haydn dal vivo, da par suo- , e di vari suggestivi luoghi del pianeta.)

    3 Giugno, 2010 - 22:15
  11. Syriacus

    Buonaparte ventenne, accadono molte cose.
    Anche una picciol cosa musicale che non sapevo:

    http://www.youtube.com/watch?v=pwpzDqMgndg

    ( Joseph Martin Kraus – Riksdagsmarschen

    Written for the Swedish Parliament in 1789, performed for the first time 9 March 1789.

    The march is actually a reworking of a march in the first act of Mozart’s Idomeneo written in 1781.)

    3 Giugno, 2010 - 22:36
  12. Syriacus

    [Adoro le biografie dei compositori di un tempo. Per esmpio., quel Kraus di cui sopra:

    “Joseph Martin Kraus soprannominato il Mozart di Odenwald (Miltenberg, 20 giugno 1756 – Stoccolma, 15 dicembre 1792) è stato un compositore tedesco. Fu maestro di cappella alla corte del re di Svezia Gustavo III e direttore dell’Accademia musicale reale svedese (Kungliga Musikaliska Akademien).
    Figlio di un impiegato dello Stato elettorale di Magonza, Joseph Bernhard Kraus, e di Anna Dorothea nata Schmidt, si distinse fin dall’infanzia per il suo talento musicale, che il rettore della scuola di latino di Buchen Georg Pfister (1730–1807) e il Kantor Bernhard Franz Wendler (1702–1782) provvidero a sviluppare. Nel 1761 la famiglia si trasferì per breve tempo a Osterburken (Odenwald), dove il padre passò a svolgere mansioni di esattore. Nel 1768 Joseph Martin Kraus andò a Mannheim, dove frequentò il ginnasio dei Gesuiti e il Musikseminar. Qui, in particolare grazie a Padre Alexander Keck (1724–1804) e Anton Klein (1748–1810), ricevette una buona istruzione musicale.

    All’inizio del 1773 Kraus – assecondando la volontà di suo padre – cominciò a studiare legge a Magonza. Sempre in quell’anno si trasferì a Erfurt per proseguire ivi gli studi, ma nel frattempo si occupava alacremente anche di musica. Nel novembre del 1775 dovette interrompere gli studi per un anno perché il padre era finito sotto processo per calunnia. In quel periodo scrisse Tolon, una tragedia in tre atti, e compose opere di musica sacra (un Requiem, un Te Deum, due Oratori (La nascita di Gesù e La morte di Gesù) e un Mottetto Fracto Demum Sacramento)…”

    Un’immagine eloquente del giovin Kraus durante gli studi ad Erfurt:

    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Joseph_Martin_Kraus.jpg

    (notare tabacco, birra e golliardia).

    Be European, be different.

    (Grazie Fiorenza per Ugo).

    La Musica… altro che la BCE. ]

    3 Giugno, 2010 - 22:46
  13. fiorenza

    Non è credibile, Syriacus, che ci sia “picciol cosa musicale” che tu non sappia.

    3 Giugno, 2010 - 22:52
  14. fiorenza

    “Inerpicato sulla rupe recanatese, il Monarca enuncia come dottrina, e non come umorale fantasia, il suo odio del Mondo.(…) L’ eternità comincia da Recanati. Nessun altro luogo di accesso è tanto certo perché su nessun altro governa il Padre, il Monarca; da quell’esiguo confine di certezza, comincia il Mondo, e sul Mondo il Monarca non ha potere alcuno; dunque , come si usava, dovrà inviare i suoi sicari dell’anima -qui non si uccide- per badare che la rovina spirituale non pregiudichi definitivamente colui che, pur riluttante, è un Suddito.” (G. Manganelli)

    3 Giugno, 2010 - 23:08
  15. fiorenza

    E il Suddito , in una lettera del 1826 alla sorella Paolina, scriveva: “fuori di Recanati io non sogno mai (cosa che mi fa maraviglia, però verissima)”.
    “Recanati è il luogo nel quale si celebra la mentale ‘unità di luogo’ di un colloquio ispirato ad una feroce ‘unità di azione’; Recanati è il nome della scena coatta, di legno, entro cui tutto deve accadere: tutto ciò che teatro consenta e imponga” (E’ ancora Manganelli, nell’introduzione alla corrispondenza tra Giacomo e Monaldo Leopardi).

    3 Giugno, 2010 - 23:29
  16. Leonardo

    Caro Luigi, mi sarebbe piaciuto tanto fare come Monaldo, ma, conoscendomi, credo che al passaggio di Napoleone sotto casa mia sarei stato tutto il tempo dalla finestra a curiosare. Se invece si fosse trattato di uscire e magari dover prendere la carrozza per andare a vederlo, allora sarebbe stato tutto un altro paio di maniche. Penso che avrei detto: “lo vedrò un’altra volta” e avrei continuato a leggere …

    Quanto alle citazioni proposte da Fiorenza , a dir male di Monaldo son capaci tutti, e non c’è bisogno della prosa scintillante e acuminata dell’intelligentissimo Manganelli (che, oltretutto, forse di problemi in famiglia ne avrebbe avuti abbastanza di suo, per intrufolarsi in quelli degli altri).

    Io l’ho in simpatia, e credo che Giacomo gli abbia sempre voluto bene.

    4 Giugno, 2010 - 13:13
  17. fiorenza

    Recanati 5 agosto 1827
    Mio caro Figlio (…) Avete letto nei fogli come le grandi Potenze vogliono prendere una parte decisiva negli affari dell’Oriente. Così avranno pace i vostri Greci, e ne godo perché sono uomini; ma mi pare che siano birbanti assai, ed è un avvenimento singolare che la somma legge della umanità imponga di soverchiare il Turco, quando forse ha più ragione di noi.”
    Sui moti insurrezionali della Grecia contro l’impero ottomano, Monaldo così si è espresso nel suo “dialoghetto” “Il Giudizio, la Libertà, il Turco e la Politica”:
    “”l’Evangelo de’ Cristiani vuole che si renda a Cesare quello che è di Cesare. Il Cesare dei Greci è il Gran Turco, e coloro ribellandosi al proprio principe hanno trasgredito la Legge Cristiana”.
    Come si fa a non averlo in simpatia? Per citare ancora Manganelli, “ha qualcosa di torvamente grandioso”.

    4 Giugno, 2010 - 21:04
  18. fiorenza

    Quanto al fatto “che Giacomo gli abbia sempre voluto bene”, non c’è da dubitarne: voleva bene a tutti. E, tuttavia, anche lui era “birbante assai”.

    4 Giugno, 2010 - 21:08
  19. fiorenza

    “La Musica… altro che la BCE”, diceva ieri Syriacus. Qui bisogna citare addirittura Shakespeare:
    “L’uomo che non ha alcuna musica dentro di sé, che non si sente commuovere dall’armonia di dolci suoni, è nato per il tradimento, per gli inganni, per le rapine. I moti del suo animo sono foschi come la notte, i suoi appetiti neri come l’Erebo. Non vi fidate di un uomo siffatto. Ascoltate la musica.”
    (Il mercante di Venezia, Atto V, scena I, 83-89)

    4 Giugno, 2010 - 21:20
  20. Leonardo

    Veramente, visto con il senno di poi, l’abbattimento del Gran Turco è stato una gran disgrazia per tutti. Sulla lunga distanza Monaldo, come tutti i conservatori, finisce per avere ragione anche in politica.
    Sul fatto che Giacomo volesse bene a tutti avrei più di una perplessità. (Voler bene a tutti, del resto, è disumano).

    4 Giugno, 2010 - 21:25
  21. Leonardo

    Ah Shakespeare è sempre Shakespeare, non c’è che dire signora mia!

    (Però la musica piaceva anche a Hitler. Quella di Wagner, almeno)

    4 Giugno, 2010 - 21:28
  22. fiorenza

    Siccome “Shakespeare è sempre Shakespeare, non c’è che dire, signora mia”,
    allora ricordiamo anche i famosissimi versi di apertura della “Dodicesima notte:
    “Se musica è d’amore il nutrimento, seguitate”.

    4 Giugno, 2010 - 22:28
  23. Syriacus

    Conosco decine di musicisti più o meno affermati (per non parlare dei soli cultori) : molti di essi (ed esse) sono “birbanti assai”. Per “il tradimento, per gli inganni, per le rapine” non hanno bisogno di fondare liste civiche a sfondo clientelare, ma semplicemente di una chiacchierata da pizzata post-concerto, o caffè alla pausa pranzo del conservatorio. Comunque spesso è gente “molto fragile” e che “vuol bene a tutti (e a tutte)”.

    Si scherza.

    P.S. per Leonardo : battuta di un film che sentii nel ’93 e mai dimenticai :

    – Ma ti piace, Wagner?
    – Certo, anche se ogni volta che lo sento mi viene voglia di invadere la Polonia!

    (Woody Allen , Misterioso omicidio a Manhattan)

    Per tornare nelle Marche, ecco una delle varie versioni di una celebre battuta di Rossini su Wagner :

    “”Wagner? Regala bellissimi momenti. Ma anche terribili quarti d’ora.””

    5 Giugno, 2010 - 11:36

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