Il fattaccio di Bose e la sindrome dei due Papi

Non ho informazioni di prima mano sul conflitto interno alla Comunità di Bose che ieri è stato confermato da un comunicato pubblicato dal sito Monastero di Bose con il titolo “Speranza nella prova”. Sono amico della Comunità e in buoni rapporti con ambedue le componenti in conflitto. Segnalo nei commenti la gravità della situazione e butto là un paio di battutacce per invitare gli amici di Bose, Enzo, Luciano, tutte le monache e tutti monaci come anche i simpatizzanti da remoto – tipo me – a non prendersi troppo sul serio. Ho messo lo spirito di questo invito nel titolo del post.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Ora c’è un delegato pontificio. Dal comunicato non reticente si colgono forti elementi di conflitto. Appare chiaro che da tempo – almeno da tre anni: dall’elezione del nuovo priore Luciano Manicardi nel gennaio del 2017 – la comunità vive una “situazione tesa e problematica per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del Fondatore”. Si coglie anche che lo scontro divide sia la comunità maschile sia quella femminile: tra i tre che insieme al fondatore Enzo Bianchi devono “separarsi dalla Comunità e trasferirsi in altro luogo, decadendo da tutti gli incarichi attualmente detenuti” c’è anche la ex responsabile del ramo femminile, Antonella Casiraghi. Appare chiaro che neanche il “decreto singolare” firmato dal cardinale Parolin e “approvato in forma specifica dal Papa” ha sbloccato la situazione, tant’è che “l’annunciato rifiuto dei provvedimenti da parte di alcuni destinatari ha determinato una situazione di confusione e disagio ulteriori”. Dal comunicato risulta infine che il padre canossiano Amedeo Cencini è stato “nominato Delegato Pontificio ad nutum Sanctae Sedis con pieni poteri” per il governo della Comunità. Insomma: più di così – in passato – avrebbe potuto esserci solo la scomunica per chi avesse “annunciato” di “rifiutare” quanto disposto.

    27 Maggio, 2020 - 11:21
  2. Luigi Accattoli

    Inagibile l’appello al Papa. Conoscendo io personalmente i quattro che dovrebbero lasciare la Comunità, mi azzardo a ipotizzare che il rifiuto di obbedire all’ingiunzione papale venga in primis da Enzo Bianchi: nessuno degli altri tre, immagino, farebbe resistenza a quell’ingiunzione se lui l’accettasse. La sua resistenza – se interpreto bene – mi fa pensare che intenda appellarsi al Papa, forse scommettendo sul suo rapporto personale con Francesco. Spero che non lo faccia. Dico questa speranza conoscendo ormai un pocolino – dopo sette anni – l’uomo Bergoglio. Per ricordare solo due casi: si erano appellati al Papa il Gran Maestro dell’Ordine di Malta e il direttore della Sala Stampa Vaticana Greg Burke. A chi voglia appellarsi al Papa va ricordato come oggi sia Papa un gesuita e che sia mai sempre l’obbedienza per la pedagogia ignaziana. Segnalo come riporta oggi la notizia VaticanNews, sotto il titolo “Enzo Bianchi dovrà lasciare il monastero di Bose”: dal modo di questa referenza – ricezione deduco che il comunicato non viene dal priore Manicardi ma dal delegato papale Cencini: https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-05/enzo-bianchi-monastero-bose-lascia-comunita-vaticano-autorita.html. Abitualmente la nomina di un delegato papale con pieni poteri nel governo di una comunità prelude alla convocazione di un capitolo per l’elezione di un nuovo priore. Si direbbe che Bose sia oggi una comunità monastica in rifondazione. O in attesa di un nuovo capitolo.

    27 Maggio, 2020 - 11:22
  3. Luigi Accattoli

    Battutacce d’alleggerimento. Avevo annunciato un paio di battutacce come mio maldestro tentativo di invitare “i fratelli e le sorelle” di Bose – ma anche i loro amici – a non prendersi troppo sul serio. La prima mi è venuta di prepotenza non appena i figli – che hanno fatto a Bose settimane e ritiri – mi hanno chiesto “papà che ne pensi”: “Tra Papa emerito e Papa in carica sempre succedono casini”. In questo caso il Papa emerito sta per priore emerito.
    La seconda battutaccia è peggiore della prima: “C’era da scommettere che nel conflitto tra il priore emerito e il priore in carica Papa Francesco si sarebbe schierato con il priore in carica”.
    Mando un abbraccio a tutti i contendenti e chiedo scusa se in nome di una familiarità quarantennale mi sono permesso questo invito a mantenere il senso delle proporzioni: sempre i fondatori di comunità hanno sofferto il distacco dalla loro creatura. “Partorirai nel dolore”. Ma è un dolore che appare accettabile mentre l’umanità è scossa dal dramma della pandemia.

    27 Maggio, 2020 - 11:38
  4. Amigoni p. Luigi

    Rif. 11.38 – Tamquam cadaver

    Si dice che sia stato scritto da sant’Ignazio (non dovrebbe essere vero – ma lo spirito è suo): obbedire tamquam cadaver

    27 Maggio, 2020 - 12:30
  5. Amigoni p. Luigi

    Rif. 12.30 – Perinde ac

    Correggo…: perinde ac cadaver. Ed è proprio di sant’Ignazio.

    27 Maggio, 2020 - 12:42
  6. Penso che sia molto difficile farsi da parte dopo che si è fondata una comunità! Lo ha fatto forse san Francesco …

    27 Maggio, 2020 - 13:03
  7. @Antonella Lignani: il suo commento mi ha fatto tornare in mente la figura di santa Rafaela Porras y Ayllón, fondatrice delle Ancelle del Sacro Cuore. L’Istituto nacque a Madrid nel 1877 e lei ne fu superiora. Ma nel 1893 fu costretta a lasciare per via di incomprensioni e venne inviata a Roma dove morì nel 1925. In quei 32 anni nella casa di Roma visse come semplice suora, così spesso considerata una delle tante che alcune giovani suore dell’Istituto nemmeno sapevano che lei era la fondatrice. Quando vivevo a Roma spesso andavo a pregare sulla sua tomba – nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù in via XX settembre.

    28 Maggio, 2020 - 4:40

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