Il mio bacio di addio al cardinale Achille Silvestrini

Ieri pomeriggio sono stato a Villa Nazareth per la messa di addio al cardinale Achille Silvestrini, che era morto l’altro ieri a 95 anni. Sono stato amico del cardinale, che più volte mi ha invitato agli incontri culturali con i giovani di Villa Nazareth. Nel primo commento rievoco la celebrazione di ieri. Nei seguenti traccio un suo profilo e metto il link a un testo che scrissi per il mensile “Villa Nazareth” in occasione della nomina a cardinale nel giugno del 1988.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Claudio Celli. Amorevole rievocazione di Silvestrini nell’omelia dell’arcivescovo Claudio Celli che ha preso il posto del cardinale nella conduzione della “famiglia” di Villa Nazareth, che oggi è un pensionato universitario e un centro culturale che tengono viva una tradizione di impegno educativo di persone attive nella Curia Romana e nella vita pubblica italiana. “Ci ha insegnato a volare”, ha detto Celli, ricordando la passione formativa di Silvestrini verso gli alunni, i collaboratori e gli ospiti di Villa Nazareth.
    Il fondatore di Villa Nazareth è stato – nel 1946 – il cardinale Domenico Tardini, di cui Silvestrini fu segretario personale negli anni in cui fu segretario di Stato di Papa Roncalli; e tra i “maestri” di Villa Nazareth è stato per qualche tempo il cardinale Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato. Tra gli alunni “esterni”, cioè non residenti ma frequentanti le attività, vi fu il premier uscente e incaricato Giuseppe Conte. Conte era ieri in San Pietro alle esequie pontificie e ha parlato brevemente con il Papa al termine della Commendatio e della Valedictio pronunciate da Francesco. La celebrazione era stata presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, che nell’omelia ha ricordato – di Silvestrini – “l’attenzione alle persone, la cultura, la conoscenza di uomini e di avvenimenti e la capacità di approfondimento dei problemi”.
    Sulla celebrazione in San Pietro vedi qui: https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-08/morte-cardinale-silvestrini-intervista-arcivescovo-celli.html

    31 Agosto, 2019 - 16:56
  2. Luigi Accattoli

    Così lo conobbi. La mia conoscenza di Silvestrini risale al 1981, che è l’anno del mio passaggio dalla Repubblica al Corriere della Sera. Quand’ebbi il primo colloquio con Alberto Cavallari (1927-1998), che era il direttore del Corsera, mi sentii dire che ero stato scelto, tra i vari candidati, anche a seguito di una battuta di Silvestrini, che allora era arcivescovo e segretario ai rapporti con gli Stati.
    I nomi proposti a Cavallari dallo staff di direzione del quotidiano erano tre: Benny Lai (1925-2013), Giancarlo Zizola (1936-2011) e io. Cavallari mi disse che sondava me per primo a motivo del fatto che in quel momento ero il vaticanista di Repubblica: era l’estate del 1981 e il gruppo Rizzoli-Corriere della Sera era travolto dallo scandalo della P2; vari colleghi del Corriere stavano passando alla Repubblica e lui, Cavallari, voleva mostrare che era anche possibile invertire il trend. Seppi in seguito che nei mesi dell’istruttoria sul vaticanista che doveva prendere il posto di Fabrizio De Santis capitò a Cavallari di cenare con Silvestrini e la battuta che ebbe un ruolo nella mia assunzione mi fu riferita così dallo stesso Cavallari: “Fossi in te, prenderei Accattoli. Ha il linguaggio giusto per il Corriere, che non ha mai avuto vaticanisti di tradizione laicista come Lai o di battaglia interna alla Chiesa come Zizola”.

    31 Agosto, 2019 - 16:57
  3. Luigi Accattoli

    Silvestrini e Cavallari erano in buona confidenza. Quando Cavallari aveva condotto l’inchiesta sulle riforme del Vaticano II, poi confluita nel volume “Il Vaticano che cambia” (Mondadori 1966), aveva avuto come consulente il coetaneo Silvestrini, che allora era segretario personale del Segretario di Stato Amleto Giovanni Cicognani (1883 – 1973). Per un anno don Achille aveva aiutato il “laico” Cavallari a capire il Vaticano e la predicazione di Paolo VI.

    31 Agosto, 2019 - 16:58
  4. Luigi Accattoli

    Alunno e maestro di laici. Questo ruolo di guida dei laici a intendere il Cristianesimo, che svolgeva chiamandoli a insegnare, Silvestrini l’ha condotto a lungo e in largo: è stato il suo terzo servizio o carisma, oltre a quelli della diplomazia e della pedagogia giovanile. Tra i suoi amici d’area laica posso elencare, andando secondo l’alfabeto: Leonardo Ancona, Leonardo Benevolo, Emma Fattorini, Federico Fellini, Claudio Magris, Igor Man, Pietro Ingrao, Maria Antonietta Macciocchi, Francesco Rutelli, Luca Serianni, Giovanni Spadolini, Bernardo Valli, Sergio Zavoli. Tra i cattolici bisognerebbe nominare molta più gente: Gennaro Acquaviva, Giuseppe Dossetti, Leopoldo Elia, Arturo Carlo Jemolo, Federico Lombardi, Mino Martinazzoli, Carlo Maria Martini, Maria Eletta Martini, Vincenzo Paglia, Romano Prodi, Andrea Riccardi, Pietro Scoppola, Benigno Zaccagnini. Silvestrini lungo gli ultimi decenni del ventesimo secolo è stato l’esponente del mondo vaticano con la più vasta rete di contatti personali esterni al mondo ecclesiastico.

    31 Agosto, 2019 - 16:58
  5. Luigi Accattoli

    Diplomatico. Sul ruolo svolto da Silvestrini nel decennio in cui fu a capo della diplomazia vaticana, dal 1979 al 1988, scrissi un lungo articolo per la rivista “Villa Nazareth” in occasione della nomina di “don Achille” – così l’hanno sempre chiamato gli amici – a cardinale. E’ intitolato “Al Servizio della Chiesa. Il suo decennio da ministro degli Esteri del Papa”. E’ un testo noioso ma pieno d’informazioni e lo puoi leggere qui:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/collaborazione-a-riviste/achille-silvestrini-il-decennio-di-ministro-degli-esteri-del-papa/

    31 Agosto, 2019 - 16:59
  6. Luigi Accattoli

    Voce calda e amica. Divenendo cardinale Silvestrini nel 1988 lasciò la Segreteria di Stato, dov’era stato ininterrottamente per 35 anni, cioè dal 1953, e fu per tre anni prefetto della Segnatura Apostolica e poi, per un decennio, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Si trattò di un decennio pieno di vicende epocali per queste Chiese: si va dalla caduta del Muro di Berlino al Grande Giubileo del 2000, con in mezzo la fine della guerra del Libano, il Sinodo libanese e i viaggi papali in Libano, in Romania, in Egitto, in Terra Santa.
    L’ultima occasione nella quale Silvestrini ha svolto un ruolo pubblico è stato il preconclave del 2005. Non entrò in quel Conclave, avendo già 81 anni, ma nei giorni delle congregazioni generali e nei contatti informali che le accompagnarono fu tra i cardinali che facevano un riferimento simbolico – si diceva impropriamente “di bandiera” – a Carlo Maria Martini, chiaramente ineleggibile in quanto gravato dal Parkinson come il Papa appena defunto, ma portavoce ascoltatissimo di istanze riformatrici.
    L’ultima volta che ho parlato di Silvestrini in questo blog è stato in occasione della visita di Francesco a Villa Nazareth, il 18 giugno 2016, nel 70° di quell’istituzione. Nonostante le difficoltà di movimento e di attenzione riuscì a leggere con buona voce un saluto al Papa. Per molti e anche per me fu l’ultima volta che udii la sua voce calda e amica, sempre incoraggiante.

    http://www.luigiaccattoli.it/blog/villa-nazaret-francesco-sul-cristiano-che-va-in-crisi/

    31 Agosto, 2019 - 18:03

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