Il volto dell’uomo e l’arte di trattenerlo

Riccardo Dalisi – inventore buonissimo di oggetti e di immagini – firmava ieri la copertina de LA LETTURA, supplemento domenicale del Corsera, con l’immagine di una sirena dal viso appuntito persa nel vortice di se stessa e di un uomo incontrato nelle onde della vita. Amo Dalisi e la sua regola: “Il motore di ogni racconto è l’amore”. Mi ricorda una delle letture estive, la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, al libro XXXV, dov’è il mito del vasaio di Sicione che narra l’origine dell’arte di ritrarre il volto dell’uomo: “Butade di Sicione scoprì per primo l’arte di modellare i ritratti in argilla; ciò avveniva a Corinto ed egli dovette l’invenzione a sua figlia che era innamorata di un giovane. Poiché quest’ultimo doveva partire lei tratteggiò con una linea l’ombra del suo volto proiettata sul muro dal lume di una lanterna; su quelle linee il padre impresse l’argilla riproducendone il volto; fattolo seccare con il resto del suo vasellame lo mise a cuocere in forno”. Ritrarre, cioè trattenere.

14 Comments

  1. fiorenza

    La sirena dei laghi e dei fiumi del mondo slavo, Rusalka, va -per la prima volta!- a incontrare la sirena Partenope, la sua sorella mediterranea:
    http://www.youtube.com/watch?v=0vUkPyaMgYw

    14 Gennaio, 2013 - 23:40
  2. fiorenza

    Che il motore di ogni racconto, e anche di ogni ritratto (di ogni opera d’arte), sia l’amore, penso proprio che sia vero.
    “Ritrarre, cioè trattenere”: i primi ritratti (migliaia di anni fa) sono stati quelli dei morti, dei volti amati dei morti. L’amore e la morte (la partenza), all’origine…

    14 Gennaio, 2013 - 23:56
  3. fiorenza

    Seguo un criterio segreto e infallibile: se un post riceve pochissimi commenti, là, molto più che altrove, deve esserci del buono nascosto. Se poi, come in questo caso, almeno fino ad ora, di commenti non ce n’è nemmeno uno, eh, amici, credetemi: là deve esserci, nascosto, addirittura un tesoro.
    Ma ci pensate? un luogo in cui non è arrivato neppure il più debole suono di quei famosi argomenti-“pifferaio magico”, niente, neppure l’eco di quella roba lì ad attrarre la parata delle parole, la sfilata delle “libere” e “personali” opinioni…Che trovo, in realtà, piacevolissime da leggere, non lo nego. Questo bel silenzio, almeno ogni tanto, però…
    L’amico silenzio e, in sovrappiù, il tesoro: che è a un passo, che si intravede, a fior di terra: basta appena appena smuovere quel filo di terra con le mani ..Oppure che è stato messo -“ad arte” -proprio in bella vista, nascosto sotto il mantello della luce…

    16 Gennaio, 2013 - 0:04
  4. fiorenza

    Non so se Riccardo Dalisi mi fa pensare più agli angeli o ai bambini.
    C’è un video in cui lo sorprendiamo nel momento in cui entra nel suo studio e saluta gli “oggetti” (i teneri oggetti viventi) del suo “Design ultrapoverissimo”: li sfiora delicatamente con la mano, li carezza, li lascia risuonare in risposta al suo “buongiorno”: “Buongiorno, buongiorno, hai visto, sono tornato, credevate che non tornassi più…no…avete passato la notte…com’è la notte da soli…adesso ci sto io, non vi preoccupate…”

    16 Gennaio, 2013 - 0:19
  5. fiorenza

    Quelle sue cose, “fatte con la mano sinistra del cuore”, che immediatamente evocano il mondo del nostro essere stati bambini.
    Quella sua così particolare “progettazione e compassione”, che lui ha portato dovunque, nelle strade, tra i poveri, tra i bambini di strada…
    Quel suo aver disegnato tanti angeli…”Tutti gli angeli del mondo”:
    “Mescolati tra la gente non li riconosceresti se non per i lucidi lampi degli occhi, per una dolcezza struggente, per una forza che circola intorno a loro, inspiegabile”…
    http://gliangelidiriccardodalisi.blogspot

    16 Gennaio, 2013 - 0:37
  6. fiorenza

    Sì, ma qual’è il motivo per cui ve l’ho dato, questo link?
    Il motivo è questo: segnalarvi l’accenno -bellissimo- che Dalisi fa a un tema che ormai ci è caro: quello della “benedizione”.
    Sta, questo accenno, in una sua frase che trascrivo qui per chi non ha il tempo di leggere tutto e rischia, così, di perderla (e invece non si deve perderla, perché è proprio in quella il “tesoro”): la frase in cui lui, parlando delle sue opere, dice che hanno tutte qualcosa del mondo che domina tutto il suo sentire e il suo essere e che lui non vuole e non può dimenticare:
    “quel mondo ove le campane scandiscono il tempo ed appeso al muro c’era l’orologio a cucù ed all’ora di pranzo bisognava esserci tutti e mio padre ci benediceva con un po’ dell’acqua di rubinetto, l’unica che si poteva bere”.
    Bello, vero?
    Mi piace concludere così, con la sua frase, questo minimo tentativo, fatto “in obbedienza” al titolo del post , di “trattenere” -in realtà tentativo impossibile- “il volto dell’uomo” Riccardo Dalisi. Tentativo impossibile, trattandosi di un essere di un altro mondo, mutevole come un bambino, arcano come un angelo, o una sirena.

    16 Gennaio, 2013 - 11:56
  7. Luigi Accattoli

    Grazie Fiorenza e Nico – sono stupito anch’io, ma poco poco, che né il creativo Dalisi né il vasaio di Sicione a lui fratello abbiano attirato l’attenzione. O l’hanno attirata pur non provocando commenti. Scelgo questa faccia della medaglia.

    16 Gennaio, 2013 - 22:40
  8. Luigi Accattoli

    Scelgo sempre la faccia che mi è favorevole.

    16 Gennaio, 2013 - 22:43
  9. Mabuhay

    Hai scelto bene!

    17 Gennaio, 2013 - 0:13

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