La barbona scrive per terra

E’ domenica e la benefattrice accompagna la barbona a passeggio per il quartiere [vedi post del 10 agosto: La barbona va a fare la spesa]. La saluta e le dà la mano per alzarsi. Rischiano tutte e due di cadere ma infine sono in piedi e la donna colorata prende sotto il braccio l’amica grigia come il marciapiede sul quale vive. Camminano e parlano ma forse la benefattrice non capisce e allora l’altra scrive col dito qualcosa, una parola, un nome, un numero, sul muro che costeggiano. Scrive più a lungo su una vetrina. Quando tornano al punto di partenza, riseduta la barbona ancora scrive con il dito sulla polvere del marciapiede. L’altra forse intende o forse no ma ride e la saluta.

19 Comments

  1. antonella lignani

    Forse oggi sono condizionata dalla vicenda Sakineh, ma mi viene in mente Gesù che davanti all’adultera accusata scriveva per terra.

    5 Settembre, 2010 - 12:23
  2. roberto 55

    Ma in che lingua ha scritto ?
    A domani !

    Roberto 55

    5 Settembre, 2010 - 20:10
  3. Clodine

    Scriveva cosa? Ehh, emblematica l’immagine del Signore che scrive nella polvere. Quella polvere che il vento si porta!!….Ai tempi di Gesù la donna non aveva un suo mondo culturale, non c’erano spazi per l’esperienza di vita. Subordinata all’autorità paterna prima e maritale poi per secoli si è portata addosso il fardello di norme assolute. In nessun campo potè esercitare iniziativa propria, tutta la vita sotto la tirannide maschile , col compenso mistificante di essere “l’angelo del focolare” a tutti i costi! Perfino San Paolo ci si mette a rincarare la dose: sottomissione all’uomo. Un’idea tutta sua che abolisce tout court la liberazione portata alla donna da Gesù Cristo. Un pensiero tutto ebraico, e anche islamico e per certi aspetti cristiano nei tempi in cui la donna doveva accettare supina le decisioni del padre, delle famiglie senza fiatare o acconsentire. E questa barbarie dai tempi di Cristo ce la siamo trascinata fino a tempi recenti. Ancora non si è compreso che fedeltà a Dio non equivale a “fedeltà a dei modelli sociologici” e che Dio non assolutizza, per lui, come per Cristo, non c’è differenza tra uomo e donna, sono abolite le disparità, abolite!! Povera Sakineh, che Dio l’aiuti!

    6 Settembre, 2010 - 11:36
  4. Clodine

    Pensa Antonella, ci sono centocinquanta donne in Iran in attesa della lapidazione…ben centocinquanta! Una barbarie che va fermata…

    6 Settembre, 2010 - 12:49
  5. antonella lignani

    Ma San Paolo ha scritto nella lettera ai Galati: 3, 28 Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. [29]E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
    E poi san Paolo, oltre a Priscilla moglie di Aquila, conosceva e stinava molte donne, come Febe, la diaconessa di Cencre. Che San Paolo sia un po’ trattato come Benedetto XVI?
    Per Sakineh, c’è stato un dibattito nel thread relativo in questo blog.

    6 Settembre, 2010 - 13:16
  6. Clodine

    Eh si..però tutta quella fiippica sulla sudditanza della moglie rispetto al marito, e no…no…Paolo aveva molti molti pregiudizi sulle donne, come lo furono i suoi contemporanei dalla mentalità semita! Contrariamente alla donna romana che godeva di una condizione assai preferibile rispetto ad altre culture: era molto più libera poteva partecipava ai convivi svolgeva le funzioni di un’autentica padrona di casa e godeva di un trattamento più favorevole dal punto di vista sociale, la condizione della donna nel mondo ebraico era drammatica sotto tutti i punti di vista.

    6 Settembre, 2010 - 13:43
  7. antonella lignani

    Mi dicono che presso gli etruschi andava ancora meglio, e meglio ancora presso i Feaci, dove la regina era Arete, ed Alcinoo il suo braccio destro. Penso che alcune espressioni di Paolo vadano interpretate come consigli pastorali dell’hic e nunc della chiesa di Corinto, dove c’erano sembra, diversi problemi. Sarà che ho un debole per San Paolo … il suo discorso all’Areopago di Atene (dove per altro le donne non erano affatto considerate) è davvero splendido.

    6 Settembre, 2010 - 15:10
  8. Clodine

    Si, anch’io adoro Paolo, ma come disse egli stesso in At 22:3 era pur sempre un giudeo, nato a Tarso, allevato in Gerusalemme ai piedi di Gamaliele, membro del sinedrio. Dunque, l’osservanza alla legge era rigida, troppo radicata in lui. Mentre alla creazione l’essere umano era maschio e femmina, Paolo dice che nella nuova creazione “non c’è maschio e femmina”. Intanto,”le donne tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano sottomesse, come dice anche la legge” “subordinate, sottoposte obbedienti, soggette. Questo verbo ricorre, nel vocabolario di Paolo: 9 volte in 1Cor, 6 volte in Rm, 1 in Flp, 4 in Ef, 1 in Col, 3 in Tit; in totale di 24 volte.
    “La donna impari in silenzio con ogni sottomissione” (1Tit 2:11). Qui la parola greca è ??????? (üpotaghè) e significa “l’atto di sottoporre, obbedienza, soggezione”. Compare: 1 volta in 2Cor, 1 volta in Gal e 2 volte in Tit; in totale di 4 volte.
    Il totale generale è di 28 volte. Tante. Troppe per essere un comando e troppe per essere un consiglio. Sia il comando che il consiglio si danno una volta sola, e al massimo li si ripete. Si deve quindi trattare di altro. Facendo parte di tutta la visione paolina di un corpo organizzato che deve tendere all’unità (“Noi, che siamo molti, siamo un corpo unico”, 1Cor 10:17), queste espressioni fanno parte di un ordinamento in cui, separando e coordinando (cfr. 1Cor 12:12-18, in cui tutte le membra, così diverse tra loro, formano un solo corpo)..probabilmente intendeva riferirsi ad una unità superiore, a qualcosa di trascendentale che sfugge alla nostra comprensione..

    6 Settembre, 2010 - 15:46
  9. antonella lignani

    Penso che Clodine abbia ragione da vendere, ma siccome la ragione non è mai da una sola parte, voglio ricordare che in Fil. 2, 7 si dice di Cristo Gesù che si è fatto “hos anthropos”, cioè “in forma di essere umano”, e questo è passato anche nel Credo (enanthropesanta). A proposito, Clodine, come ha fatto a scrivere in greco? Ho cercato di importarlo, ma si è sformattato.

    6 Settembre, 2010 - 17:32
  10. Clodine

    Ehhh…un piccolissimo segreto Antonellina cara…

    No, nessun segreto…penso dipenda da un prgramma che è nel computer, scrive anche l’ebraico e le lingue dell’estremo oriente…

    Un caro saluto, mi piace parlare con te! Ciao!

    6 Settembre, 2010 - 18:12
  11. Leonardo

    E comunque il vecchio motto prussiano: Kinder, Küche und Kirche costituirebbe ancor oggi un ottimo programma, per la salute delle donne e per quella della società tutta. Un adeguato impegno sui primi due temi garantirebbe, tra l’altro, il mantenimento nei giusti limiti anche riguardo al terzo.

    7 Settembre, 2010 - 7:48
  12. antonella lignani

    Sì, Clodine, anche io ho un sacco di fonts: greek, greek2bis, graeca, paulina slavic ecc. Ma non riesco a portare gli scritti nel blog. Tutto sommato può essere meglio scrivere sulla polvere. O sulle foglie, come faceva la Sibilla. Comunque, la barbona scriveva per terra: un modo per cercare di esprimere ciò che non riusciva a dire? il desiderio di esternare i suoi pensieri e consegnarli all’eternità? un modo per sfogarsi e poi cancellare tutto? Non sono psicologa.

    7 Settembre, 2010 - 9:57
  13. Clodine

    “Kinder, Küche und Kirche”ovvero: casa cucina e chiesa…ma dai Leonardo…Pensa cosa sarebbe il mondo, la storia, senza il contributo della donna. Quella guerriera ed eroica esistita nella letteratura fantastica a cominciare dalle Amazzoni e dalla loro regina Pentesilea, che sfidò Achille e ne fu sconfitta. Senza le gesta di Camilla cantata dai latini nell’Eneide di Virgilio: eroine, anche sfigate poveraccievedi la povera Giovanna d’Arco che ha ispirato scrittori come Shakespeare, Schiller e Shaw e musicisti come Verdi. Eroine presenti in tutte le culture: le skjaldmö delle saghe nordiche -vergini che diventavano guerriere per scelta tra le quali Brunilde,eroina dei popoli germanici o alla guerriera cristiana Bradamante nell’Orlando Furioso e la musulmana Clorinda nella Gerusalemme Liberata, o in terre più lontane alla guerriera cinese Mulan – e quelle che hanno camabiato il corso della storia: la regina Elisabetta Tudor…ma anche moltissime sante proclamate “Dottori della Chiesa” : Teresa d’Avila, Santa Caterina da Siena,Teresa di Lisieux, Edit Stain e moltissime altre. Donne straordinarie che hanno dato un enorme contributo all’umanità…E… dulcis in fundo: Maria Santissima, la Stella del Mattino, la Regina del mare del cielo e della terra.
    Altro che ” “Kinder, Küche und Kirche”.
    Kinder, Küche und Kirche” un corno!!!!!

    7 Settembre, 2010 - 11:14
  14. discepolo

    Beh Clodine “kinder “non è casa ma bambini
    e devo dire da pediatra che se le mamme si occupassero più dei loro figli, oggi, invece di lasciarli fin da bambini per tutta la giornata nelle mani delle baby-sitter, e delle donne di servizio( come gli anziani nelle mani delle badanti, sono felici secondo voi?) perchè il lavoro e la carriera prima di tutto… PERCHè UN LAVORO PART-TIME NON è abbastanza cool o remun erato bene… beh, magari gli stessi figli da adolescenti non sarebbero come sono……
    MC

    7 Settembre, 2010 - 13:21
  15. discepolo

    Conosco bambini , a Milano, che a 2 anni non parlano , perchè lasciati TUTTO IL GIORNO con la colf filippina che non parla italiano.la sera poi la mammina esce, e il bimbo rimane colla baby sitter 16enne che vede alla TV il FRande fratello. il bimbo, nel suo mondo in cui gli adulti non parlano, non raccontano fiabe, in cui gli adulti vanno e vengono ,senza una figura di riferimento, la fugura che un tempo era la madre si mette a immaginare un mondo tutto suo.. da qui all’autismo il passo e breve .. leggetevi “La solitudine dei numeri primi”.. la madre assente o inesistente ….
    MC

    7 Settembre, 2010 - 13:27
  16. Clodine

    E’ vero!! Pardon…errore per associazione: casa= bambini! Perché, detto tra noi: con i pargoli che frignano…ma dov’è che vai!! Hai più che ragione cara discepola MC. Sapessi quante ne vedo, in ore notturne, quando si esce talvolta per il centro di Roma. Bambini schiaffati in quelle carrozzine, piagnucolanti, infreddoliti, assonnati, con i ciucciotti che spesso cadono a terra e subito rimessi in quelle buccucce sdendate, anziché stare comodamente nei loro lettini! Una cosa oscena! costretti ai ritmi degli adulti, sottoposti ai loro egoismi. Una cosa davvero penosa…penosa!!

    7 Settembre, 2010 - 13:32
  17. discepolo

    Il danno fatto sui bambini dal modo di vivere degli adulti di oggi, madri comprese, è immenso.
    MC

    7 Settembre, 2010 - 13:36
  18. giosal

    Tanto per smorzare la seriosità di un argomento per molti versi importante: anche anni addietro, delle donne dabbene, si dicevano le tre c. Ma la seconda non era la cucina…

    7 Settembre, 2010 - 16:33
  19. Clodine

    AHahahahah…te’ possino giosal…ho capito!! i romani quella parola li’la usano in ogni salsa, poi c’è un detto romano a proposito che…no! non oso dirlo, è troppo truculento! No, non posso dirlo…
    ahahahahh…m’hai fatto ridere di gusto! …Hai capito giosal! Eh bravo giosal!

    7 Settembre, 2010 - 17:25

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