L’anima si governa per alfabeti – 3

L’anima si governa per alfabeti è un motto che vengo ruminando. Ma gli alfabeti sono plurali e le parole ancora di più. Questo sta a dire che l’anima non si governa affatto, se il governo voglia essere esterno a essa. Si governa solo dall’interno. Questo spunto mi è venuto da un motto di Guido Ceronetti, che ho letto in uno dei ricordi apparsi sulla stampa in occasione della morte (13 settembre): “Se c’è una parola che non comprendi, che ti sembra oscura, perché rimproverarlo a chi l’ha scritta o pronunciata, perché sforzarti inutilmente di capire e arrabbiarti se non penetri in quella parola? Semplicemente quel messaggio non era destinato a te, ma ad altri. Il messaggio, là dove deve arrivare, arriva”.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Lidia Maggi. Stamane, appena pubblicato questo post, sono andato di corsa a un incontro internazionale presso la Casa generalizia delle suore Paoline, che è sulla Pisana, dov’ero relatore, nella mattinata, insieme alla biblista e pastora battista Lidia Maggi ed ho avuto una bella sorpresa: di ascoltare da Lidia un motto simile a quello di Ceronetti che ho riportato nel post.

    Guido Ceronetti: “Il messaggio, là dove deve arrivare, arriva”.

    Lidia Maggi: “La Parola stessa troverà i suoi canali per comunicarsi”.

    28 Settembre, 2018 - 19:18
  2. Clodine-Claudia Leo

    “L’anima si governa per alfabeti”, frase enigmatica della serie ” focalizza la soluzione non il problema”. Antoine De Saint Exupery fa dire al Piccolo Principe :“Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare”. Una formula più blanda della celebre sentenza a margine del cap. 12 del Vangelo di Luca: “a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” .
    Non mi convince tuttavia la “licenza” che la Pastora Sign.ra Maggi concede alla Parola. Che la Parola di Dio possa trovare i suoi canali per comunicarsi la vedo dura senza quei presupposti che evitino ogni irriverente e precipitosa identificazione dell’esperienza umana con la realtà di Dio,con lo ” Spirito Santo”, la sua forza e irradiazione. Se così fosse i figli della Chiesa,la cristianità, in senso universale: l’umanità,non si troverebbe immersa in tanta drammatica violenza e aridità spirituale. Allora, se è vero, come credo sia vero,che l’anima (realtà “meta-fisica”, “meta-empirica”) si governa per alfabeti, un’esperienza puramente esteriore, sensibile, sarebbe insufficiente ai fini di una alfabetizzazione, intesa come conoscenza delle realtà inconoscibili che sempre presuppone la fede. Men che meno potrebbe essere imposta dall’esterno. Occorrerebbe applicare un metodo di verifica indiretto: se né Dio, né l’Anima, possono essere verificate e tutto dovrà essere veicolato linguisticamente, attraverso concetti, ne deduco che l’alfabetizzazione dell’anima non potrà essere empirica, bensì chiarificatrice di una esperienza vissuta, problematica senz’altro, ma vera e credibile solo se coincide con quello che si desidera testimoniare. Pertanto, se l’esperienza di fede, autentica, vissuta in chi alfabetizza non coincide con la vita: neppure la Parola troverà i suoi canali per comunicarsi né arriverà -eccetto mediante i Sacramenti nei quali alberga il mistero della Grazia, ma quella è un’altra storia- non arriverà perché insufficiente, facilmente liquidabile come “proiezione” : “Dio non esiste, poiché non l’ho mai incontrato”, non è questa, forse, la reazione di molti, oggi?

    29 Settembre, 2018 - 9:58
  3. Leopoldo Calò

    Non esiste nessuna realtà, neppure quella di Dio, fuori dall’esperienza umana. I Sacramenti esistono proprio per questo. Sempre con permesso.

    29 Settembre, 2018 - 11:54

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