Muro romano e luce del giorno

Passavo per via Parigi dove ho fatto questa foto: vi dedico la forza del muro e la luce del giorno. Nel primo commento il luogo e come ci arrivate.

46 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Via Parigi collega via Vittorio Emanuele Orlando con via Pastrengo, zona piazza Esedra. Il muraglione è delle Terme di Diocleziano. Siamo vicini all’Aula Ottagona.

    10 Maggio, 2018 - 7:57
  2. Leonardo Lugaresi

    Bravo Luigi, foto suggestiva. I muri possono essere bellissimi, al contrario di quel che pretenderebbe una sciocca vulgata oggi imperante.

    10 Maggio, 2018 - 9:12
  3. Leopoldo Calò

    Direi che la vulgata oggi imperante, a torto o a ragione, ha molto rivalutato i muri; prima o poi ci andremo a sbattere.

    10 Maggio, 2018 - 10:58
  4. Clodine-Claudia Leo

    Opus latericium. Questo muro dioclezianeo siamo intorno al 286 305 d.c- simile per struttura a quello dei mercati traianei (98-117)-è sopravvisuto a secoli di storia e a ben tre terremoti, ed è uno dei gioielli che testimonia la grande perizia tecnica dei romani, imbattibili per la preparazione delle malte che sembra contenessero, oltre alla pozzolona, all’argilla, alla calce e a tanti frammenti di coccio, una buona percentuale di ceneri vulcaniche ricche di stratlingite, un minerale che conferiva all’impasto una robustezza strepitosa. I Romani già sapevano, avendo appreso dal “De architectura” di Vitruvio (’80 avanti Cristo) le tecniche di costruzione..straordinari…

    Certo che a guardare questo muro, così antico, quella finestra che si apre come un grande occhio sul cielo. Che ha visto sorgere il sole e tramontare e poi risorgere ancora e di nuovo tramontare, per secoli e secoli, mi fa pensare al tempo. Quel muro mi fa pensare allo scorrere impietoso del tempo, alla teologia del tempo stupendamente insegnata dall’Apostolo Paolo. La prima verità del tempo è la sua brevità, o pochezza. Se è poco, non si può sciupare: va vissuto tutto, impiegando ogni suo minuto, per portare a compimento il progetto di Dio: la redenzione del nostro corpo. Penso alla brevità del tempo: un soffio, eppure, in questo soffio, possiamo fruttificare sia per un’eternità di gloria che per una eternità di ignominia…

    10 Maggio, 2018 - 11:08
  5. Andrea Salvi

    Commento a 9.12
    “I muri possono essere bellissimi, al contrario di quel che pretenderebbe una sciocca vulgata oggi imperante.”
    Ci sono muri e muri. Non solo in senso metaforico.
    Lo vada a raccontare agli abitanti di Berlino quanto era bello quel muro

    10 Maggio, 2018 - 18:25
  6. Andrea Salvi

    Oppure lo racconti al San Paolo di Efesini 2,13-18 quanto e’ bello il muro di separazione….
    Battuta infelice la sua, Lugaresi, scusabile solo perché fatta al mattino.
    Ma sappiamo che lo scopo dei suoi interventi e’ sempre quello di sputare veleno gratuitamente su papa Francesco.

    10 Maggio, 2018 - 18:46
  7. Clodine-Claudia Leo

    Adoro le mura, sarà che noi, qui, della urbe, abbiamo una sorta di venerazione per le muraglie alcune delle quali risalgono al IV secolo avanti Cristo. Abbiamo le Serviane, le Repubblicane e le Aureliane. Serbiamo in cuore il culto per l’antico solco tracciato da Romolo – confine dalla valenza politico-religiosa.

    Conosciamo, noi della Urbe, il significato del cosiddetto “pomoerium” o post muro, o luogo sacro dentro al quale non si poteva costruire, né arare, né abitare, né seppellire, ma solo pregare. Pregare quel Dio sconosciuto e ignoto per impetrare protezione sulla città e i suoi abitanti.

    Ecco, forse si è smarrito il senso religioso, il significato profondo, sacro, biblico, delle mura, che solo Dio è in grado di far cadere, a lui piacendo e quando lui sa. Cadde il muro di Berlino, e qualche decennio dopo le torre gemelle si sbriciolano come un castello di carta. L’ illusione di esserci sbarazzati di un gran fardello lascia il passo alla ri-costruzione di altrettante mura ancora più alte,per motivi di sicurezza, in tutto simili a quello costruito nel 62 a Berlino. Niente di nuovo sotto il sole, direbbe Qoeleet

    L’uomo non fa cadere un bel niente caro Andrea Salvi.
    La caduta di ogni muro che punteggia la storia della salvezza gli è totalmente preclusa.Hai mai visto da vicino il muro del pianto? un relitto, un misero muro che si erge a memoria imperitura .Un muro come spartiacque, che segna il passaggio dall’antica alla nuova Alleanza alla luce della fede nel Dio della storia. Di ogni muro sotto il cielo ” non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta». Marco 13:1-37; Matteo 24,1-51; Luca 21,5-36..

    C’è una realtà simbolica delle “mura” che va oltre. Quelle di Gerico caddero per mano di Dio al suono della tromba. Cerchiamo di aprire una breccia in questo muro d’immanenza che avvolge l’umanità, per ristabilire, in una visione più profetica la relazione tra noi e Dio totalmente perduta.

    “Circondate Sion,
    giratele intorno,
    contate le sue torri.
    Osservate le sue mura,
    passate in rassegna le sue fortezze,
    per narrare alla generazione futura:
    Questo è il Signore,
    nostro Dio in eterno.

    Salmo 48.
    Amen

    11 Maggio, 2018 - 8:06
  8. Beppe Zezza

    La città santa che discende dal cielo ( dunque opera di Dio e non dell’uomo ) è circondata da mura altissime.
    “Ap 21 10 L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11 Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12 La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. 13 A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. 14 Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.”
    Le mura sono da sempre strutture “difensive” e “dividono” chi sta dentro da chi sta fuori. Chi sta fuori può sempre entrare – perché ci sono delle porte di ingresso – ma finché sta fuori, sta fuori. E chi sta dentro deve essere messo al riparo da chi sta fuori.
    Anche questo va meditato se qualcuno facendo riferimento a un irenismo universale pensasse che “mura” e “porte” non siano più necessarie

    11 Maggio, 2018 - 12:08
  9. Clodine-Claudia Leo

    Condivido Beppe…

    11 Maggio, 2018 - 13:30
  10. Amigoni p. Luigi

    Rif. 12,08 – Da chi?

    Ma la “città santa” eterna del cielo da chi o da che cosa dovrà difendersi?

    11 Maggio, 2018 - 14:27
  11. Andrea Salvi

    Le città di oggi non hanno più le mura. Ma quale irenismo universale…
    Difendetevi da voi stessi perché il nemico e’ dentro di voi (noi)

    11 Maggio, 2018 - 15:48
  12. Beppe Zezza

    Rif 14.27

    Risposta difficile , a meno che questa “città santa” non debba essere intesa come la Chiesa IN QUESTO mondo e non nel mondo a venire.
    Della situazione di QUESTO mondo sappiamo, di quella del mondo a venire molto meno.

    11 Maggio, 2018 - 16:00
  13. Leopoldo Calò

    Zezza, vi permettete di parlare di mura che dovrebbero mettere al riparo quelli che stanno dentro (voi) da quelli stanno fuori (gli altri) e vi arrogate il diritto di decidere chi può e non può entrare: non avete che il nulla da difendere, con tutto il cuore, il nulla.

    11 Maggio, 2018 - 16:05
  14. maria cristina venturi

    Interessante domanda padre Amigoni.
    Io penso che la citta’santa di cui parla l’Apocalisse, la Gerusalemme celeste, non dovra’difendersi ma avra’ le mura perche’avra una “forma” poiche’la vita cosi’come noi la vediamo nel mondo creato da Dio e’soprattutto la vittoria della forma sull’Informe. E’dunque molto significativo che la Citta’Celeste v ome quella terrestre abbia delle.mura che la delimitano,che sono come la pelle che delimita il.nostro corpo, o il.gusscio che delimita un.uov.o
    Nelle mura c’e’chi vede solo una difesa:mapensate a una citta’con le sue sue mura vista dall’alto. Ha la stessa f orma di una cellula vivente vista al microscopio con la sua membrana cellulare (le mura) e il suo.nucleo ( il Centro) .
    L’indifferenziato e l’informe in vece se ci.pensate bene assomigliano ai tessuti in decomposizione dove tutto si amalgama in una poltiglia. La vita e’la forma, l’informe e’la decomposizione. L’Apocalisse ci insegna che anche nell’Aldila’escatologico non cadremo nell’informe e nell’indifferenziato alcontrario. Ogni forma avra’il suo compimento nella perfezione. I corpi dei Santi e l a citta’estera Citta’Celeste saranno pervasi dalla Luce di vina ma non
    annullati nella loro struttura.

    11 Maggio, 2018 - 16:19
  15. maria cristina venturi

    E siccome siamo nel mese di Maggio ricordo anche nelle Litanie della Madonna l’appellativo “Turris davidica”e Turris Eburnea.I muri e le torri sono simboli spirituali di una realta’trascendente: lungi da dover per forza essere visti come “minacciosi” e possono essere visti come “sacri”.

    11 Maggio, 2018 - 16:37
  16. Victoria Boe

    Condivido Leopoldo Calò.
    La Chiesa di questo mondo non è una fortezza che deve dividere i buoni dai cattivi, non è un recinto, non ha porte; è aperta a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti quelli che hanno un cuore di carne. Chi vuole entrarvi, lo fa liberamente; chi non vuole è libero di non entrarvi, ma di fatto ogni uomo buono le appartiene perché, anche a sua insaputa, è di Cristo, ne conosce il linguaggio essenziale, parla di Amore, che è l’unico linguaggio comprensibile a tutti senza distinzioni di fede.
    Di fronte a Lui non ci sono più cattolici o protestanti o ortodossi o musulmani o ebrei o pagani etc…
    Di fronte a Lui le etichette sono sbiadite, anzi invisibili.
    Chi vuole esibire orgogliosamente la propria etichetta, lo faccia pure, ma credo che al cospetto di Dio e del Cristo resterà assai deluso. E caso mai gli venisse da additare la sua etichetta dicendo, a propria giustificazione, di essere stato un buon cristiano, per giunta cattolico, per giunta conoscitore ed esperto di dottrina e di Sacre Scritture, per giunta teologo e tanto altro ancora, credo che si sentirebbe rispondere: bastava che tu avessi carità VERA e umiltà. Tutto il resto era un di più superfluo.

    11 Maggio, 2018 - 17:30
  17. maria cristina venturi

    Chiunque veda il perimetro delle mura di una citta’ Medioevale, come per esempio Siena o San Giminiano, capisce cosa abbiano significato per la gente che vi abitava: come pulcini nascosti sotto le ali di una chioccia. Non solo difesa ma senso di stare “ dentro” una realta’ affettiva e umana.
    Chiunque sia stato negli Stati Uniti ed abbia visto queste citta’ Come Los Angeles o Sal Lake City senza un Centro, senza una forma, ma solo conglomerati infiniti di case e case e fast food e autostrade e benzinai e centri commerciali , senza un CENTRO , si rendera’ conto che cio’ che rende l’ uomo moderno cosi’ infelice è depresso e’ aver perso ogni legame coi simboli e con gli archetipi.
    Le periferie informi e mostruose e tentacolari cosi’ amate oggi sono il simbol9 della disperazione e solitudine umana laddove le mura di una citta’ medioevale sono il simbolo della comunita’ umana

    11 Maggio, 2018 - 18:44
  18. Beppe Zezza

    Accattivante la interpretazione di mcv.
    Una non esclude la altra.
    A Andrea Salvi e Leopoldo Calo’non so che dire.
    Sono una visione della Apocalisse. Parla di mura è porte. È una metafora della Chiesa. Altro non so. Il linguaggio fantasioso lascia libertà di interpretazione ma un qualche significato lo deve avere.

    11 Maggio, 2018 - 19:53
  19. Amigoni p. Luigi

    Rif. 16,37 – Casa, arca, porta.

    Maria, come la Chiesa, non solo torre o città murata, ma anche: domus aurea, faederis arca, ianua coeli

    11 Maggio, 2018 - 20:10
  20. Beppe Zezza

    Rif 17.30
    Evidentemente per Victoria l’immagine della Apocalisse non è una metafora della Chiesa o è comunque una visione superata.
    La chisa neI tempi contemporanei è meglio rappresentata da Los Ageles che da Todi.

    11 Maggio, 2018 - 23:56
  21. Beppe Zezza

    Quanto alla necessità di difendersi, la Scrittura ne fa riferimento spesso ( leone ruggente che cerca chi divorare ).
    Ma cert le Scritture sono state scritte in un altro contesto ed è aderire a una concezione medioevale pensare che siano Parola di Dio eterna!

    12 Maggio, 2018 - 0:01
  22. Victoria Boe

    Lo avevo detto: qui c’ è qualcuno che proviene dal medioevo e vorrebbe riproporre quel tempo arcaico interpretandolo come l’ età dell’ oro. Lettura sbagliata. Gesù aveva invece suggerito di leggere ” i segni dei tempi” nel cammino dell’ esistenza dell’ umanità’. Quello attuale è ben diverso dal cammino del medioevo. Sono passati molti secoli da allora e la vita è andata avanti, mentre la Chiesa è rimasta indietro, e non di poco. E appare invecchiata, e anche male.
    Molti la stanno rinnovando anche se con una certa fatica, perché è giusto e bello che si rinnovi con speranze nuove. Non più una Chiesa che si basi su formule predicate e osservate in modo maniacale, ma una Chiesa sentita oggi come capace di essere “il sale della terra” andando incontro alla persona umana pragmaticamente. Nell’ umanità del Cristo, non nella sua divinità, con tutti i segni miracolistici ,c’ è il segreto della verità della religione cristiana. La persona umana è destinataria del messaggio evangelico dell’ Amore di Dio per noi, che viene prima dell’ Amore nostro per Il Padre. Gesù ci ha insegnato che tra Dio e noi c’ è una unione intima.Ed è bene che se ne prenda atto.
    E noi siamo chiamati ad imitare il Cristo nell’ essere per gli altri. Non a parole ma con i fatti. Così si realizza la piena unione dell’ uomo con Dio e con il Cristo. Ed è già trascendenza, questa. Non c’ è bisogno di esperienze mistiche.
    La Chiesa per prima è chiamata a fondare il suo insegnamento su questa verità e a impegnarsi direttamente per metterlo visibilmente in atto. In un mondo senza recinzioni intorno alle città; soprattutto oggi che viviamo nell’ era della globalizzazione e siamo consapevoli che tutto il mondo è Paese.
    La Chiesa cristiana non ha bisogno di confini.

    12 Maggio, 2018 - 1:53
  23. Beppe Zezza

    “Nell’ umanità del Cristo, non nella sua divinità, con tutti i segni miracolistici ,c’ è il segreto della verità della religione cristiana.” La “distinzione” tra Gesu’ uomo e Gesu’ Figlio di Dio, Dio lui stesso, di vago sapore “ariano” o “semiariano” sminuisce, e di molto, la particolarità e la forza della religione cristiana.
    ” La persona umana è destinataria del messaggio evangelico dell’ Amore di Dio per noi, che viene prima dell’ Amore nostro per Il Padre” Assolutamente d’accordo, ma sottolineando anche che viene prima, sia essenzialmente che temporalmente, del nostro amore per il prossimo.
    ” Gesù ci ha insegnato che tra Dio e noi c’ è una unione intima.Ed è bene che se ne prenda atto.” L’unione intima con Dio c’è se c’è! Nel senso che la unione intima richiede reciprocità. Il “desiderio” di Dio di unirsi intimamente con l’uomo c’è indubitabilmente, quello dell’essere umano con Dio talvolta c’è ( anche se non è scontato che ci sia e che sia soggetto alle leggi della crescita ) ma sovente proprio non c’è ( per motivazioni varie, soprattutto per ignoranza )

    12 Maggio, 2018 - 8:53
  24. Beppe Zezza

    Concordo con Victoria Boe che non si tratta di riproporre il modello di “cristianita’ ” medioevale. Sarebbe fuori tempo.
    La Chiesa è costantemente stimolata a far pervenire la Buona Notizia che in Gesu’ l’uomo può essere “divinizzato”, non solo recuperando la sua “somiglianza” con Dio, originaria ma offuscata a motivo della pratica di vita ma divenendo ” creatura nuova ” ( vedi catechesi di Papa Francesco sul Battesimo )con linguaggio comprensibile ai suoi contemporanei.
    Ma si tratta di “aggiornare il linguaggio”, non di “aggiornare il contenuto del messaggio” sostituendolo con altri, meno “scandalosi” perché più in linea con prospettive umane correnti.

    12 Maggio, 2018 - 9:11
  25. Beppe Zezza

    Rif 12.08 11 maggio p. AMigoni

    ” la ns lotta non è contro creature di carne e di sangue ma contro gli spiriti del male che abitano questo mondo di tenebra ” S.Paolo.

    ( la mia è una testimonianza del cosiddetto – in francese – esprit de l’escalier cioè l’attitudine di trovare la risposta giusta quando finita la riunione si stanno scendendo le scale: dela casa dove si è svolta la riunione )

    12 Maggio, 2018 - 9:42
  26. maria cristina venturi

    “ La Chiesa Cristiana non ha bisogno di confini”
    I confini della Chiesa cattolica sono i confini della Verita’ rivelata da Cristo figlio di Dio Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto IO SONO LA VIA la VErita’ la vita . Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto entrate per la porta stretta perche’ larga e’ la via che porta alla perdizione. La porta e’ Cristo , il confine e’ la Verita’ , i muri sono le difese spirituali contro il Nemico .
    LA religione unica universale senza confini , senza battesimo, senza dogmi e’ una utopia o distopia di stampo massonico- gnostico che infatti presuppone per attuarsi
    l’ abbandono del Cristo quale unica via e la fede in una divinita’ indifferenziata.
    In un libro di fantascienza non ricordo piu’ quale si immaginava che nel futuro il pianeta Terra sarebbe stato ricoperto da una unica enorme citta’, una citta’ sola, che conglobava tutta la superficie terrestre. Non piu’ confini non piu’ “ differenze. Non piu’ centro , non piu’ mura, non piu’ “ forma” . Un enorme formicaio dove tutti sono UGUALI.
    Naturalmente una sola religione unica e la pace universale.
    Per nostra fortuna invece noi viviamo in questo bel mese di maggio in uno dei piu’ bei paesi del mondo l’ Italia , con le sue piccole citta’ circandate da mura e costruite a misura d’ uomo, coi suoi castelli e chiese, e possiamo pregare nelle chiese cattoliche , che hanno mura e una struttura ben precisa orientata verso l’ Oriente, possiamo pregare il Santo Rosario al,a Vergine Maria, a cui portiamo le rose bianche del mese di Maggio.
    Per nostra fortuna viviamo ancora in un mondo che ha citta’ , confini, , identita’ , tradizioni, riti, devozioni tradizionali associate a simboli quale la Santa Vergine e La Rosa del mese di maggio. Questa e’ la mia convinzione: un mondo così e’ fatto a misura d’ uomo. Perche’ l’ uomo non e’ un insetto e Vive di simboli e di bellezza non di solo pane.
    Confine e’ linea e’ forma: il cerchio che tracciamo per racchiudere l’ uomo leonardesco vitruviano dalle perfette dimensioni in una Circonferenza . Confine e’ cio’ che per primo ha racchiuso la cellula primordiale del primo organismo vivente separandolo dal brodo primordiale . Confine e’ forma e la forma e’ bellezza. L’ uomo non e’ fatto per vivere nell’ informe e nell’ indifferenziato. Il simbolo della Vita e’ Uovo circondato dal suo Guscio.
    I medievali cara Victoria Boe , di cui tu ti senti tanto superiore e piu’ “ illuminata” vivevano istintivamente dentro la forma e la bellezza, che oggi comincia a svanire.
    Il razionalismo di stampo massonico- gnostico e la sua utopia di assenza di confini non
    si attuera’ mai , abbiamo la promessa di Cristo che nell’ Apocalisse la Gerusalemme celeste con le sue altissime mura e la sua splendida forma simboleggia, la bellezza vincera’ alla Fine. E la foto di Luigi Accattoli potrebbe esserne l’ illustrazione: il muro oltre il quale c’ e’ l’ azzurro purissimo del Cielo.

    12 Maggio, 2018 - 9:59
  27. maria cristina venturi

    Per studiare la “ teologia della bellezza” e l’ importanza della forma , non solo nella pittura delle Icone, ma anche nella vita spirituale suggerisco a tutti la lettura di uno straordinario prete ortodosso vissuto nel secolo scorso è morto in un gulag staliniano : padre Pavel Florenskij, matematico, ingegnere, genio leonardesco.
    Ha scritto tanti libri sulla teologia della bellezza “ Le porte regali” spiega il significato dell’ Iconostasi , di quel Muro appunto che nelle Chiese ortodosse divide la parte dove stanno i fedeli da quella dov’è si svolge l’ azione liturgica. Muro, separazione : ma con un significato spirituale. Certo Victoria Boe non approverebbe la Tradizione ortodossa !

    12 Maggio, 2018 - 10:08
  28. alphiton

    Le immagini sono immagini e valgono come metafore. Prenderne una e farne un modello di cosa deve essere la Chiesa è un’operazione poco corretta e serve piuttosto a confermare un’idea che ci siamo fatti noi di essa. E la spiritualità del deserto allora? L’arca dell’alleanza che vaga per anni nella penisola del Sinai fra momenti di crisi e sconforto del popolo d’Israele? Non è anche questa una metafora della vita spirituale di ciascuno e della vita della Chiesa? Solo cogliendo i legami fra immagini opposte potremo capire la ricchezza dell’esistenza della Chiesa e dei suoi membri.

    Alberto Farina

    12 Maggio, 2018 - 15:09
  29. Victoria Boe

    La “distinzione” tra Gesu’ uomo e Gesu’ Figlio di Dio, Dio lui stesso, di vago sapore “ariano” o “semiariano” sminuisce, e di molto, la particolarità e la forza della religione cristiana.

    Niente affatto. La particolarità della religione cristiana sta proprio nell’evento specifico della incarnazione di Dio nella Persona di un uomo, Gesù il Cristo (“figlio dell’Uomo”), che ha condiviso in tutto e per tutto, tranne che nel peccato, la condizione degli esseri umani suoi fratelli. Sicché questi sanno che Dio non è lontano da loro ma vicinissimo.
    Non ci fosse stato questo evento, la nostra religione sarebbe stata più o meno come le tante altre, che pongono un diaframma fra gli uomini e Dio. Proprio da ciò sono nate le tante distorsioni della religione cristiana e ad esse aderiscono tanti sedicenti cristiani, che pongono netta divisione fra loro e Dio.
    Oggi si sta affermando giustamente un’altra visione di Dio e del mondo alla luce della vera realtà del Cristo. Solo che ancora tanti non l’hanno capita.

    12 Maggio, 2018 - 17:37
  30. Amigoni p. Luigi

    Rif. ore 15.09

    Sottoscrivo convintamente Alphiton

    12 Maggio, 2018 - 17:43
  31. Lorenzo Cuffini

    Venturi se la canta e se la suona da sola.
    I borghi e i paesini italici sono stati e sono ricettacolo di santità e avamposti di grettezza e inferno.
    Non ci farei del mieloso reticorume.
    Tanto più che in quegli stessi borghi aprichi schiuma e ribolle proprio di questi tempi becero e bieco razzismo e il campanile vien vagheggiato più come difesa contro demonizzati invasori che come apertura a Cristo e agli altri.Darsela a gambe dalla realtà fallisce sempre.

    12 Maggio, 2018 - 19:27
  32. Victoria Boe

    “I confini della Chiesa cattolica sono i confini della Verita’ rivelata da Cristo figlio di Dio Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto IO SONO LA VIA la VErita’ la vita . Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto entrate per la porta stretta perche’ larga e’ la via che porta alla perdizione. La porta e’ Cristo , il confine e’ la Verita’ , i muri sono le difese spirituali contro il Nemico .”

    Questo lo dice lei, Venturi, e lo credono i cristiani tradizionalisti come lei.
    E quelli che si arrampicano sugli specchi per ritenersi gli eletti dal Cristo, senza aver ben compreso le Sue parole. Lo dicono quelli che vogliono appartenere ad una Chiesa-recinto. Insopportabili e lontani dall’ insegnamento di Gesù, il quale non ha tracciato nessun confine. Superbamente convinti di essere dalla parte della verità, essendone invece lontani.
    La religione cristiana è proprio universale, signora; altrimenti, quale sarebbe il significato di “cattolica”? Si informi bene. E la “distopia di stampo massonico- gnostico” la getti alle ortiche. Forse neanche conosce il senso di tale espressione incredibilmente idiota.
    Che il confine sia una “forma” non c’è dubbio ma che la forma sia anche bellezza, questo è assai discutibile. E in ogni caso la nostra religione è SOSTANZA, non forma. Formali sono invece i parametri della religione su cui si fondano i tradizionalisti del suo stampo: “fede” catechistica (formale, appunto), liturgie allestite in pompa magna, paramenti e via enumerando. Tanto per chiarire ulteriormente: universale non significa unione sincretistica delle religioni ma unione di tutti i figli di Dio, l’unico Padre a prescindere dalla fede, nella carità ( agàpe), senza muri di separazione. Chi vuole innalzare muri, è fuori dal messaggio di Gesù, il quale non voleva divisioni e disse: “chi non è contro di me è con me”.
    Gesù ha anche detto:” “Non chiunque mi dice ‘Signore, Signore’ entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Matteo 7,21). ” La volontà del Padre è, fino a prova contraria, l’ amore (agàpe) fra gli uomini e Gesù lo ha incarnato perfettamente.
    Ma Gesù Cristo non è venuto solo per uno sparuto numero di uomini aderenti al cristianesimo. Gesù è venuto per tutti gli uomini, anche per quelli che aderiscono ad altre fedi religiose nelle quali sia preminente il riconoscimento dell’ essenza (sostanza) di Dio.
    Amore è l’essenza di Dio: un unico linguaggio accessibile a tutti, capito da tutti, senza distinzione di fede.
    Bisogna convertire la forma della fede, signora Venturi, nel senso che si deve passare da una fede concettuale e dall’accettazione passiva di una dottrina non meditata alla convinzione che nella vita degli uomini c’è il primato imprescindibile del bene, della vita buona, della relazione armoniosa che è espressione della Trinità divina e genera il Regno di Dio. Non per nulla san Paolo dice che fra le tre virtù teologali la più alta è la Carità. E sant’Agostino : “Ama e fa’ ciò che vuoi”.
    Il Bene è, in definitiva, più importante della fede.

    12 Maggio, 2018 - 19:51
  33. Victoria Boe

    Un’altra cosa: giuro che se lei, signora Venturi, dice un’ altra volta che io mi sento “superiore” e “illuminata”, le sparo…

    12 Maggio, 2018 - 20:02
  34. Beppe Zezza

    La nostra Signora Boe usa molte parole. La “distinzione” tra Gesu’ uomo e Gesu’ Dio, lo ha fatto lei, non io, affermando la preminenza del Gesu’ uomo rispetto al Gesu’ Dio.
    Non voleva dire questo? Ma l’ha scritto!
    È verissimo che la particolarità specifica del Cristianesimo è che noi crediamo in un Dio che si è incarnato, un uomo-Dio, che è capace di rendere coloro che si assimilano a lui altrettanti uomini-Dio nei quali vive lo stesso Amore divino che vive in Lui ( fuori della portata dell’uomo “naturale”.
    La Chiesa Cattolica è universale perché tutti, senza distinzione di etnia, di sesso o quant’altro, vi POSSONO fare parte. POSSONO è diverso da SONO.
    Concordo con Alphiton quando dice che l’immagine della Chiesa con mura e porte è UNA immagine della Chiesa CHE NON NE ESAURISCE IL SENSO. Ma un conto è dire questo e tutt’altro conto dire che l’immagine è FALSA perché non si può parlare di MURA ( che separano) e di PORTE ( che mostra che ci sono delle vie di accesso ) – come alcuni hanno fatto su questo blog.

    12 Maggio, 2018 - 20:37
  35. Beppe Zezza

    La nostra signora Boe fa confusione tra : appartenenza alla Chiesa Cattolica e salvezza. Giustamente afferma che non è indispensabile appartenere alla Chiesa per essere SALVATI ( eternamente ) e che l’appartenenza alla Chiesa Cattolica non GARANTISCE la salvezza. Tuttavia appartenere alla Chiesa Cattolica, cioè essere entro i suoi CONFINI, richiede dei requisiti minimi, ad esempio credere che Gesu’ Cristo è il Salvatore ( di tutti ). Ora tutti i seguaci di altre religioni questo NON lo credono affatto, pertanto in nessun modo possono essere detti FAR PARTE della Chiesa. Questo naturalmente non vuole dire in alcun modo che siano ETICAMENTE inferiori e che non si salvino. Anzi. Come ho più volte affermato quelli che alla fine dei tempi saranno giudicati più severamente saranno i cristiani, secondo la regola che a chi più è stato dato più verrà richiesto.

    12 Maggio, 2018 - 21:50
  36. Victoria Boe

    “Non voleva dire questo? Ma l’ha scritto!”

    Niente affatto.
    “La nostra signora Boe” non lo ha scritto. Il signor Beppe ha letto male e compreso anche peggio. Come sempre, del resto.
    La “nostra signora Boe“, inoltre, appartiene alla Chiesa cattolica a tutti gli effetti, anche se il sig. Beppe Zezza non lo ritiene possibile. La qual cosa è di scarso rilievo.
    Certo che “Gesu’ Cristo è il Salvatore ( di tutti )”, ma la signora in questione crede, insieme a tantissimi altri cattolici, che la salvezza di tutti sia dovuta non tanto al sacrificio di Gesù Cristo quanto all’Amore infinito (leggasi “perdono”) sotteso a quella ingiusta morte sulla croce patita dal Cristo. In quella croce sono incluse le moltissime altre croci degli uomini tutti in questa valle di lacrime nella quale si ritrovano loro malgrado.
    La signora Boe consiglia al sig. Zezza di aggiornarsi in proposito. Se non vuole farlo, peggio per lui. Resterà indietro nella comprensione della sua religione, ma il mondo continuerà ad esistere senza subirne gravi conseguenze.

    PS
    La “nostra signora Boe” ha capito da molto tempo che i cattolici più tradizionalisti fraintendono quasi sempre le sue parole, o per incapacità di comprensione o per pura volontà di contestazione o perché i linguaggi sono proprio diversi riguardo all’ecclesiologia e alla soteriologia.
    Ed è del tutto inutile, dunque, chiamarla in causa.
    Lo dico in particolare al sig. Zezza e ancor di più alla signora Venturi, la quale purtroppo fa una mescolanza assolutamente indigeribile di argomenti, senza la minima conoscenza dei contenuti più aggiornati della religione cristiana.
    Lei è rimasta ancora al medioevo e alla Chiesa preconciliare. Non ha coscienza, evidentemente, del tempo che passa. E Dio sia con lei, comunque.

    13 Maggio, 2018 - 0:05
  37. Beppe Zezza

    Un problema della Signora Boe è quello dei sottili distinguo : le opere di Gesu’ uomo più rilevanti di quelle di Gesu’ DIo, salvezza per tutti legata più all’Amore ( perdono ) che non al Sacrificio. Distinguo che utilizza per sviluppare una teologia dai contenuti più “aggiornati” della religione cristiana.
    Questi “distinguo” sono micidiali – tipicamente “eretici ” ( gli “eretici” sono coloro che insistono sul “aut-aut” al posto dello “et-et” che caratterizza una fede talmente superiore alla nostra povera umanità che nessuno può dire di “comprenderla” tutta ).
    Una ultima annotazione : quando si dialoga ( se si “vuole” dialogare e non solo polemizzare ) e ci si rende conto di non essere capiti, la reazione naturale dovrebbe essere quella di cercare di esprimere gli stessi concetti in termini più comprensibili per l’interlocutore. Certo, concordo e l’ho sempre sostenuto, nel dialogo c’è un problema di “linguaggio”, di “significato” che si attribuisce ai vocaboli che si usano.

    13 Maggio, 2018 - 8:36
  38. Beppe Zezza

    E non si può escludere la ipotesi di “essersi espressi male” !

    13 Maggio, 2018 - 8:40
  39. Beppe Zezza

    Un altro pensiero.
    Victoria contesta questa affermazione della Venturi “I confini della Chiesa cattolica sono i confini della Verita’ rivelata da Cristo figlio di Dio Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto IO SONO LA VIA la VErita’ la vita . Sono i confini tracciati da Cristo quando ha detto entrate per la porta stretta perche’ larga e’ la via che porta alla perdizione. La porta e’ Cristo , il confine e’ la Verita’ , i muri sono le difese spirituali contro il Nemico ”
    Questa affermazione è “radicata” nella Sacra Scrittura: è Gesu’ che parla di “recinto delle pecore”, è Gesu’ che dice che nel recinto si entra attraverso la porta che è Lui, è tutto il NT che parla di una lotta contro nemici ( spirituali ) che attentano alla nostra salvezza/benessere.
    Una domanda. La Sacra Scrittura è destinata a uomini come noi, semplici, che intendono le parole per come sono scritte o le si devono leggere solo attraverso la meiazione di “scribi” aggiornati sui più moderni contenuti della ecclesiologia e soteriologia?
    Apparentemente questa sembra essere la posizione della nostra Victoria – paradossalmente prossima a quella della da lei deprecata posizione della Chiesa del passato la quale sosteneva che la lettura della Scrittura dovesse essre riservata ai “competenti”.

    13 Maggio, 2018 - 8:56
  40. Victoria Boe

    “le opere di Gesu’ uomo più rilevanti di quelle di Gesu’ DIo, salvezza per tutti legata più all’Amore ( perdono ) che non al Sacrificio. Distinguo che utilizza per sviluppare una teologia dai contenuti più “aggiornati” della religione cristiana.”

    Si può davvero replicare a tali obiezioni che dimostrano senze equivoci che c’è proprio l’impossibilità di comprensione dovuta ad una forma mentis irrigidita da visioni tradizionalistiche mai superate?
    Ecco appunto: mi rifiuto di replicare e di spiegare. Non ne vale la pena; lo dico senza alcuna polemica.

    13 Maggio, 2018 - 11:04
  41. Beppe Zezza

    Non è questione di “replicare” ma di riconoscere con tutta umiltà che ogni espressione che distingue azioni attribuibili alla “umanità” di Cristo da quelle attribuibili alla sua “divinità” , dando alle une un valore preponderante ai fini della fede rispetto alle altre e che contrapponga l’Amore al Sacrificio ( non è il Sacrificio ma l’Amore che conta : come se qualcuno dicesse che non è l’Amore a motivare il Sacrificio ) siano, quanto meno, “cose dette male” . C’è una specie di ossessione contro le “visioni tradizionalistiche” ( perché mai non chiamarle ” visioni tradizionali “? ) quasi che qualunque cosa sia stata detta, scritta e seguita prima d’ora sia frutto di un malinteso senso della fede.
    Pare la posizione di coloro, e nel mondo laico è una caratteristica frequente, che essendo malsicuri di se stessi invece di affermare la bontà delle proprie specificità si affannano a deprimere quelle degli altri.
    Il Concilio Vaticano II ha fatto risaltare il MISTERO DI PASQUA di Gesu’ Cristo, la CHIESA servizio al mondo, i ministeri ordinati al servizio dei fedeli tutti sviluppi, approfondimenti che non si CONTRAPPONGONO ma sviluppano il pensiero della Chiesa. Ermeneutica della continuità non della rottura. È questo che mi dive da Victoria, fedele della Nuova Chiesa Cattolica proveniente dalla ROTTURA con la Chiesa Tradizionale.

    13 Maggio, 2018 - 12:33
  42. alphiton

    Io penso che la percezione che Gesù aveva di essere il Figlio di Dio sia stata progressiva ed intermittente. La scoperta definitiva del suo status probabilmente è avvenuta solo sulla croce, nel momento della totale consegna di sé. Un Gesù consapevole fin dall’inizio della sua natura divina risulta astratto e poco convincente, come in certe agiografie in cui la vita dei santi è del tutto depurata da ogni elemento che, secondo una visione unilaterale, viene ritenuto poco consono.
    Anche Gesù deve avere sperimentato a livello ontologico quella tensione che tutti provano fra componenti diverse del nostro io,
    senza la quale però non saremmo quello che siamo e risulteremmo amputati di una parte fondamentale di noi stessi.

    Alberto Farina

    13 Maggio, 2018 - 15:32
  43. Victoria Boe

    Lei ha ragione, A. Farina: Gesù ha preso consapevolezza di essere Figlio di Dio gradualmente, nel corso della crescita. Lo dicono i teologi del nostro tempo, i quali dicono anche che il Padre “non aveva bisogno”, a differenza di quanto si era fatto passare fin qui, della morte in croce di Gesù, il Figlio, e della sua tremenda sofferenza per salvare gli uomini e il mondo.
    Ecco che cosa intendo io per “aggiornamento” dei contenuti della nostra religione. Cosa che qualcuno non riesce a capire.
    Fattosi uomo, Gesù ha sperimentato tutto ciò che è proprio dell’uomo, né più né meno, ad esclusione del peccato. TUTTO. Anche Lui è passato, come tutti gli esseri umani, attraverso le varie età della crescita, sia fisica che psichica e spirituale, con tutto ciò che questo passaggio naturalmente comporta. Ed è giunto solo progressivamente alla coscienza della sua identità divina.
    Se fosse mancata l’umanità, in pienezza, del Cristo, ogni discorso attinente alla nostra religione cadrebbe. Proprio lo specifico della religione cristiana è importantissimo: l’umanità assai più che la divinità di Gesù il Cristo.
    In quella “umanità” del Figlio, Dio, che è Padre e Madre ed è puro Spirito, ha mostrato la sua dimensione relazionale trinitaria ed ha abbracciato tutti gli uomini, fratelli di Gesù, anche il più peccatore. Proprio ieri ho sentito un teologo dire che nel “frammento”di umanità (di Gesù) Dio incontra tutta l’umanità, tutta la creazione.
    Il sacrificio di Gesù è stato l’offerta libera e volontaria, da parte dell’Uomo-Gesù, di una morte in croce assai sofferta, non cercata ma accettata e infine deposta ( “abbandonata”) nelle mani del Padre, che non è intervenuto a salvarlo dalla croce, rispettando la libertà di Gesù, il suo Figlio, così come fa con tutti gli esseri umani. Subito dopo la morte di Gesù, squarciatosi il velo del Tempio, perfino il centurione pagano Lo riconobbe come vero Figlio di Dio.
    Questi sono i paradigmi della nostra religione rivista con occhi nuovi; relativamente nuovi, però, perché molti teologi avevano già capito tutto questo.

    13 Maggio, 2018 - 18:03
  44. Amigoni p. Luigi

    Rif. 15.32 – Veramente era Figlio di Dio

    E’ un fatto che solo al termine del vangelo Marco fa dire, sotto la croce, e per di più a un pagano; davvero quest’uomo era figlio di Dio (15,39)

    13 Maggio, 2018 - 20:22
  45. Amigoni p. Luigi

    Rif. 12. 33 – Ermeneutiche

    I tre riportati sono felici esempi di ermeneutica della continuità (correttamente: tradizione).
    Poi esiste la deprecata ermeneutica della rottura (laicamente: tradizione vista dalla parte della novità).
    E ancora esiste – anche se raramente richiamata all’ordine – l’ermeneutica della fissità irrigidita (volgarmente: tradizionalismo)

    13 Maggio, 2018 - 20:34
  46. Beppe Zezza

    Il NT riporta numerosi passi che certificano la “crescita” della consapevolezza intima di Gesu’ di avere una relazione tutta particolare con il Padre.
    Gesu’ “cresceva in età, sapienza e grazia” , “imparò l’obbedienza dalle cose che pati’ ” ecc.
    La domanda che mi pongo è: quale è lo scopo di indagare la ” psicologia ” di Gesu’ ?
    La realtà “è” indipendentemente dal fatto che uno lo sappia, ne sia consapevole, o no.
    Il riconoscimento della sua divinità è avvenuto in tempi e modi diversi a seconda delle persone : il centurione alla vista del modo “sovraumano” nel quale si compiuta la morte in croce ( dunque è stato il sacrificio in se’ a convincerlo. Forse molti “tradizionalisti” sono sulla stessa linea ? ) , gli Apostoli dopo averlo visto risorto, alcuni, per altri invece è stata una apparizione a convincerli o la ricezione dello Spirito SAnto.
    Conclusione : che Gesu’ sia il Figlio di Dio incarnato lo si può arrivare a credere attraverso strade dverse, l’importante è la conclusione non la via attraverso la quale si arriva a crederlo.

    13 Maggio, 2018 - 21:38

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