Napolitano contro la minoranza del Pd

Giorgio Napolitano sull’Italicum invita a «non disfare quello che è stato faticosamente costruito: non si può tornare indietro, guai se si piomba in un ricominciamo da capo». Mi pare sia il primo intervento politico di Napolitano dopo il Quirinale. E’ andato in aiuto a Renzi e a se stesso, cioè all’opera che aveva condotto da presidente. A mio parere ha fatto bene a intervenire. Ridiscutere questo o quello sarebbe senza fine, perchè un gruppuscolo che non è d’accordo ci sarà sempre. Non esiste la legge elettorale perfetta. La determinazione di Renzi va sostenuta. Il parere di Napolitano toglie credito alla minoranza del Pd che si appella ogni due giorni alla storia della sinistra, immaginando di rappresentarla.

32 Comments

  1. Buon Luigi,
    hai ragione!

    Ma permettimi la perplessità.

    L’Italia per Costituzione è una Repubblica Parlamentare.

    Non sono i cittadini che eleggono il Governo.

    Ma sono solo i Parlamentari
    a dare fiducia ad un nuovo Governo Italiano
    su indicazione
    del Presidente della Repubblica (scelto dai parlamentari).

    Con la legge elettorale in discussione
    viene confermato(!)
    che

    I Parlamentari,
    sono scelti dai proprietari assoluti o gestori dei partiti.

    Ai Cittadini italiani rimane solo la scelta
    se aderire alle scelte dei proprietari/gestori dei partiti,

    se stare
    a destra
    o
    a sinistra.
    Punto.

    Non voglio una Repubblica ingestibile,
    ma faccio fatica ad essere entusiasta per una legge che
    non dà possibilità di ampia scelta.

    Certo,
    se poi penso che
    a criticare la IMPERFETTA legge elettorale in studio,
    c’è un emerito imbecille “venditore di vini“,
    che
    ha dimostrato nella sua storia una totale incapacità
    a pensare al bene del paese-Italia
    e che ancora oggi si produce in esternazioni fuori dalla storia
    al solo scopo di sentirsi vivo,

    beh!

    allora
    non mi meraviglio

    che
    gli italiani
    mandano avanti

    sani amanti dell’organo-fica,
    o insani amanti di pedofili eredi di Mussolini,

    a rappresentarli
    in Parlamento
    o
    al Governo….

    14 Aprile, 2015 - 9:27
  2. Marilisa

    Il parere di Napolitano non toglie credito alla minoranza PD, Luigi.
    Questa minoranza ha tutte le ragioni per appellarsi alla storia della sinistra, giacché il Pd di Renzi ha ben poco di sinistra, e tu lo sai bene, Luigi.
    Non sto contestando Renzi, ma trovo del tutto legittime le rivendicazioni della minoranza Pd che vuole mantenere la propria identità.

    14 Aprile, 2015 - 13:12
  3. Eugenio Spiletti

    Ne abbiamo già discusso alcune settimane fa.
    La legge elettorale è orribile e giustamente viene criticata. In particolare preoccupano alcuni aspetti che a molti paiono poco democratici.
    Il punto è, come si dice volgarmente dalle mie parti: o mangiar questa minestra o saltar dalla finestra.

    L’intervento del Sen. Napolitano è sensato e coerente con quanto ha detto e fatto per mesi dal Quirinale.
    La storia della sinistra, con le sue poche luci e le sue molte ombre, comprende anche la mobilitazione contro la c.d. “legge truffa” del 1953: basterebbe questo episodio per legittimare le riserve della minoranza del PD.

    14 Aprile, 2015 - 14:22
  4. Eugenio Spiletti

    (a parte il fatto che quella in discussione è una legge molto più “truffa” di quella del ’53 perché concede molto di più a fronte di un consenso enormemente più basso).

    14 Aprile, 2015 - 15:51
  5. FABRICIANUS

    Probabilmente l’Italicum è una Legge non perfetta, ma far saltare l’Italicum significa incrinare e di molto la Legislatura e il Governo…..Spero la minoranza PD addivenga a più miti indicazioni oppure le “linee renziane” (passatemi il termine) aprano a talune modifiche.
    Tutto nel più breve tempo possibile.

    14 Aprile, 2015 - 17:35
  6. Marilisa

    Ecco sì, Renzi dovrebbe fare qualche apertura, altrimenti si comporterebbe da dittatorello, come da tempo gli dicono un po’ tutti. E si accentuerebbe la divisione all’ interno del Pd. Il che non gioverebbe a nessuno.

    14 Aprile, 2015 - 17:47
  7. Eugenio Spiletti

    Non credo che fare qualche concessione alla minoranza del PD possa migliorare sensibilmente la legge elettorale.
    Se c’è un aspetto positivo dell’Italicum (giusto uno) è che il testo è stato concordato con tutta la maggioranza di governo e con una parte consistente dell’opposizione (patto del Nazareno). Il risultato è quello che è, ma almeno è frutto di uno sforzo unitario tra partiti che rappresentano una maggioranza ampia di Italiani.
    Se, per ragioni di equilibrio interno al Partito Democratico, l’Italicum diventasse la legge del PD, perderebbe anche questo unico aspetto positivo.
    Non sarebbe comunque una buona legge e inoltre diventerebbe la legge imposta dal Partito di maggioranza relativa (sondaggio di oggi: 38% dei consensi) a tutto il Parlamento e a tutti gli Italiani. Verrebbe senz’altro approvata, perché molti parlamentari di quasi tutti i partiti temono le elezioni anticipate e cercheranno in tutti i modi di salvare poltrone e prebende, ma non potrebbe mai più rappresentare quella legge ampiamente condivisa che aveva l’ambizione di essere inizialmente (le famose regole che si devono fare insieme).

    14 Aprile, 2015 - 18:47
  8. Fides

    Più di cento settimane di discussione di una legge elettorale.
    Già discussa, ridiscussa, votata, stravotata, rivotata, emendata e riemendata da destra e da sinistra con infiniti passaggi in commissioni, aula di qua, aula di là…
    Può piacere e non piacere, ma due lunghissimi e costosissimi anni di lavoro non si possono buttare così, nel cesso, “come se niente fudesse”!
    Come correre una maratona e fermarsi appena prima di tagliare il traguardo.
    Strumentalizzazioni, tentativi di spallata, propositi di vendetta,
    Se è pur vero che sulla Carta siamo una Repubblica Parlamentare, nella realtà dei fatti siamo la Banana Republic.

    15 Aprile, 2015 - 7:16
  9. Fides

    Ma certo, Sara1,
    cerchiamo di capire … discutiamone per altri vent’anni, certi che per allora tutti saranno d’accordo e la democrazia avrà trionfato.
    C’è un limite a tutto, dai, e questo è stato direi ampiamente superato.

    15 Aprile, 2015 - 10:02
  10. Sara1

    Chi tira fuori la scusa del tempo evidentemente e’ già d’accordo se uno pensa che una legge e’ sbagliata lo pensa dopo un giorno come dopo un secolo.
    Detto ciò non è detto che Renzi abbia sempre questo consenso si fa la legge convinto di stravincere, quando prima o poi finirà all’opposizione riceverà quello che ha dato.
    Quindi lasciamolo fare magari tra qualche anni si pentirà lui stesso.

    15 Aprile, 2015 - 10:18
  11. FABRICIANUS

    «Se la legge non passasse, io non potrei fare altro che trarne le inevitabili conseguenze e salire al Quirinale da Mattarella». afferma Renzi. (Corriere.it)

    Il punto focale è questo: con tutti i difetti che può avere l’attuale Governo, è il caso di far saltare un’ennesima legislatura che si concluderebbe con un quasi nulla di fatto?

    15 Aprile, 2015 - 10:58
  12. Eugenio Spiletti

    Fabricianus,
    non si può neanche sempre ragionare con il metodo “prendere o lasciare”.
    Renzi ha il coltello dalla parte del manico, ma non può pretendere che siano sempre gli altri a cedere.
    L’accordo del Nazareno è stato concluso con un paio di incontri, perché c’era la volontà di concludere. Se Renzi volesse (e a questo punto evidentemente non vuole) potrebbe accordarsi con gli uni (la agguerrita minoranza del PD) o con gli altri (alleati e opposizione) per garantire l’approvazione della legge elettorale.
    Mi viene il dubbio che Renzi voglia “forzare” per portare a casa un risultato in vista delle elezioni regionali oppure che addirittura punti alle elezioni anticipate, dato che i suoi consensi cominciano a scendere (sondaggio di ieri di Floris su La7: 35%).

    15 Aprile, 2015 - 11:37
  13. FABRICIANUS

    Spiletti

    Qui non penso sia proprio da ascrivere il tutto al “prendere o lasciare”…..E’ nell’evidenza dei fatti della politica che una mancata approvazione dell’Italicum avrebbe come conseguenza la salita di Renzi al Quirinale per le dimissioni.
    Questo per gli addetti alla politica e (-senza offese per nessuno- noi su questo blog lo siamo tutti, a prescindere dalle idee che abbiamo) è un principio chiarissimo.
    Come bene scrive Fides siamo alla centesima settimana di discussione.
    “Portiamo” a casa questa Legge Elettorale anche perchè (per quanto mi riguarda) il sale sulla coda a Renzi e al governo va messo su Economia, Lavoro, Infrastrutture dove tweet a parte siamo fermi, mi sembra.

    15 Aprile, 2015 - 14:46
  14. Fides

    Penso che a nessuno verrebbe in mente di rinunciare a costruire un palazzo dopo cento settimane di lavoro.
    Qui, invece, trovo gente che pur di vedere il fallimento dell’impresa sarebbe ben disposta a farlo, dopo avere approvato a più riprese disegni, progetti, varianti.
    Ma il problema è che in quel palazzo ci si andare a d abitare…

    15 Aprile, 2015 - 15:25
  15. Fides

    Poi, meglio non dire nulla del fatto che sia bastata la scelta di un Presidente della Repubblica a far cambiare idea a Forza Italia sulla legge elettorale, difesa fino al giorno prima…
    Non è teatro della politica ma dell’assurdo.

    15 Aprile, 2015 - 15:29
  16. Fides

    Infine, non vorrei essere fatto passare come un difensore di Renzi, che come Berlusconi ha ammaliato i cittadini con il gioco delle tre carte, tolto da una parte per aggiungere dall’altra, politica degli annunci ad effetto…

    Ma forse è proprio quello che gli italiani vogliono; chi come Monti ti apre il libro e ti snocciola le cose come stanno, viene fatto passare quasi per iettatore.

    15 Aprile, 2015 - 15:50
  17. Eugenio Spiletti

    Fabricianus,
    ribadisco (mi sembrava chiaro ma transeamus) che anch’io sarei dell’idea che sia meglio approvare questa pessima legge (perché è pessima) ed evitare di delegittimare completamente tutto il sistema politico e istituzionale italiano.
    Detto questo, non credo che le dimissioni di Renzi siano il male assoluto: potrebbero esserci altre soluzioni diverse dalla fine della legislatura, anche perché proprio la mancanza di una legge elettorale “praticabile” potrebbe suggerire al Presidente Mattarella di lasciare in vita questa legislatura.
    Inutile sottolineare che, ancora una volta (l’ennesima dall’inizio di questa legislatura), il PD utilizza le istituzioni democratiche per i propri giochi interni SULLA PELLE DEGLI ITALIANI.

    15 Aprile, 2015 - 16:07
  18. Eugenio Spiletti

    Fides,
    non sminuire la scelta (tardiva) di Forza Italia.
    Già prima dell’elezione del Presidente della Repubblica i “patti” erano stati modificati più volte dal PD rispetto agli accordi iniziali del Nazareno. Modifiche imposte con la prepotenza dei numeri per fare qualche concessione e azzittire la minoranza interna. Già da prima in FI c’era chi chiedeva di terminare l’accordo e passare a un’opposizione dura.
    Il modo con cui Renzi ha condotto l’elezione del capo dello Stato è stato solo l’ultimo schiaffo di una serie, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
    Può essere benissimo che rinnegare gli accordi presi (anche se più volte modificati dal PD) sia un errore, ma, data la situazione penosa in cui si trova attualmente la destra, è pur sempre una reazione “vitale” e comprensibile. La responsabilità va ascritta all’arroganza di Renzi e a quella mancanza di rispetto che dimostra costantemente nei confronti di tutti: minoranza del PD, alleati di governo, partiti dell’opposizione con i quali concordare un percorso di riforme. A forza di trattare male gli altri, qualche “schiaffo” gli sta tornando indietro, ma la responsabilità principale è proprio sua.

    15 Aprile, 2015 - 16:21
  19. Fides

    @Spiletti
    Non intendo affatto sminuire la scelta di Forza Italia, anzi!
    Lascio a te difendere i giochetti di palazzo.
    Per me, e questo vale anche per la minoranza PD, se hai sostenuto col voto una legge fino al giorno prima, non puoi per nessun motivo essere contro il giorno successivo.
    Questa è etica di base.
    Tutto il resto è gioco di di potere.

    15 Aprile, 2015 - 16:34
  20. Eugenio Spiletti

    Non difendo un bel niente.
    Se fossi stato io a decidere, non avrei rotto gli accordi del Nazareno, ma gli accordi si basano sulla fiducia reciproca: se manca la fiducia salta l’accordo.
    Se ci si sente imbrogliati, si fa saltare un contratto, anche se fino al giorno prima si era determinati e convinti a firmarlo.
    Chiamalo pure “gioco di potere”, ma io ci vedo molto anche l’elemento umano (in questo caso specifico la delusione di fronte ad una scelta percepita come tradimento di un accordo).
    Chiudo qui, perché non vorrei mai irritarti.

    15 Aprile, 2015 - 16:54
  21. Fides

    Quale contratto?
    L’unico contratto un parlamentare ce l’ha con chi l’ha votato e la propria coscienza.
    Le leggi sono fatte per una causa più alta di accordi stipulati fra partiti attorno a una scrivania, ma per la comunità.
    Dirsi a favore un giorno e contrari il successivo, questo è un vero tradimento.
    Posso dire che la tua posizione mi lascia basito oppure ti offendi?

    15 Aprile, 2015 - 19:02
  22. Sara1

    “Per me, e questo vale anche per la minoranza PD, se hai sostenuto col voto una legge fino al giorno prima, non puoi per nessun motivo essere contro il giorno successivo.”

    La minoranza PD è sempre stata contraria all’italicum, fin dall’inizio.

    15 Aprile, 2015 - 19:18
  23. Fides

    Ma l’ha votata a più riprese.

    16 Aprile, 2015 - 6:34
  24. Eugenio Spiletti

    Fides,
    non irritarti, ma sembra che non ci capiamo proprio.
    Io ho parlato di un aspetto “umano”. Dalle mie parti si usa ancora la stretta di mano alla contadina, prolungata, convinta: se uno ti stringe la mano così, poi non ti aspetti di essere disprezzato davanti a tutti, offeso, tradito.
    Se accade, poi è naturale che ci sia una reazione risentita.
    Il patto del Nazareno era un compromesso che non piaceva a nessuno (e questo tutto sommato era una garanzia per tutti), poi Renzi, per accontentare e azzittire la minoranza del PD e gli alleati centristi, ha consentito una serie di piccole modifiche. Ciononostante il patto ha resistito, l’Italicum e le riforme sono state comunque votate, pur malvolentieri, dat tutti i contraenti, perché si credeva nella bontà di quel patto (quella stretta di mano): quando è arrivato l’ultimo oltraggio di Renzi (Quirinale), la delusione è stata tale da far saltare tutto. Umanamente è accaduto questo.
    Se lo vuoi capire, bene, altrimenti facciamocene una ragione.

    16 Aprile, 2015 - 9:16
  25. Fides

    Caro Spiletti, ma le leggi si votano perché si ritengono giuste per i cittadini o perché la loro approvazione rientra in qualche stretta di mano?
    Per te la seconda, evidentemente, per me NO!

    16 Aprile, 2015 - 11:49
  26. Spiletti

    L’opposizione normalmente non vota per le leggi proposte dalla maggioranza: se lo fa, è perché sono condivise o c’è un accordo.
    In questo caso, appunto, non c’è condivisione e non c’è più un accordo, pertanto è logico che l’opposizione voti contro. Diverso è il caso della minoranza del PD: lì non c’è mai stato accordo e le obiezioni di oggi potevano farle presente anche in passato e votare contro anche nei passaggi precedenti.
    A prescindere da tutto mi sembra che l’arroganza di Renzi sia il vero ostacolo che impedisce la condivisione di una legge che, alla fine dei conti, riguarda tutti. Prodi, non a torto, sostiene che il metodo Letta (quello che doveva stare sereno) sarebbe stato preferibile.

    16 Aprile, 2015 - 12:23
  27. Spiletti

    Fides,
    comunque io parlo di mele e tu rispondi patate.
    Così non ha senso dialogare.

    16 Aprile, 2015 - 12:23
  28. Fides

    patate?

    16 Aprile, 2015 - 19:54
  29. giosal

    Luigi, forse rischiamo di ripeterci.
    Poco tempo fa furono postate alcune considerazioni sull’Italicum del costituzionalista Ceccanti e del sen. Tonini. Allora condivisi il giudizio di Francesco73 che i due commentatori, data la loro personalità, avrebbero potuto spendersi meglio se avessero dato più respiro e idealità alla loro analisi, invece di limitarsi ad equilibrismi verbali sugli aspetti tutto sommato tecnicistici della legge.

    Francamente, di fronte al sen. Napolitano mi sento in situazione analoga. Anzi, dopo averlo stimato per vari suoi comportamenti, mi meraviglia che una tale personalità abbia come preoccupazione principale quella “che si piombi in un ricominciamo da capo”, e trovi nulla da ridire sull’aspetto che a me, cittadino forse troppo esigente (o normale), vedo come valore fondamentale per la legge elettorale di un paese democratico moderno: ossia la facoltà, vera, data agli elettori di esprimere preferenze sui candidati. Il resto (premi di maggioranza, sbarramenti, ballottaggi) pur importante, essendo solo secondo dopo tale principio. E non c’è proprio nulla da ricominciare da capo: basta togliere le nomine e lasciare le preferenze.

    Né sulle preferenze vale la considerazione, di interesse peloso, che esse sono soggette a manipolazione delle varie mafie: mafie che vanno comunque combattute in quanto tali, non togliendo ai cittadini un loro fondamentale diritto.

    E mi lascia molto perplesso il fatto che Renzi, un giovane – dovrebbe pur essere un valore, come politico – non voglia capirlo. O veramente è già vecchio? E così molti degli altri che gli stanno vicini? Sappiamo parlare ormai solo di “governabilità” e tecnicismi? Impiantati su quali principi? Davvero, le idealità in questo paese sono scivolate così in basso e neppure i giovani le sentono più?

    16 Aprile, 2015 - 20:32
  30. Marilisa

    I giovani non le sentono perché cresciuti in Paese dove le idealità non c’ erano già da un bel pezzo.
    Non ce n’ era neanche l’ odore.
    Bisogna essere educati alle idealità per coltivarle, ma nel nostro Paese c’ era chi mostrava il peggio di sé senza badare ai valori da trasmettere alle nuove generazioni. Altro che idealità!

    17 Aprile, 2015 - 2:10
  31. Spiletti

    I giovani sono cresciuti e vivono in un’epoca postideologica e relativistica.
    Troppa ideologia, troppa politica urlata, anche con violenza, nei decenni passati ha generato un rifiuto in blocco delle certezze, delle verità (Pravda), delle “religioni” e delle “chiese” in senso laico e in tutti i sensi.
    Oggi si bada solo a sé, ai propri interessi, ai propri vantaggi o perlomeno all’utilità pratica. Anche la politica è intesa in questo senso: risolvere i problemi dei cittadini, essere utile a qualcosa, non perdere tempo.
    Le utopie per ora non interessano e sono vissute come un ostacolo e uno spreco di tempo. Passarà anche questa e poi Dio solo sa cosa capiterà.

    17 Aprile, 2015 - 9:56

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