“Noi ti battezziamo”: bada come parli

Capita – non tanto in Italia ma nel vasto mondo – che un parroco versando acqua sulla testolina del bimbo non dica “io ti battezzo” ma “noi ti battezziamo” e lo farà magari per coinvolgere nel rito la comunità: ma non può farlo – sentenzia la Congregazione vaticana per la Dottrina della fede – e quel battesimo non sarà valido e quel bimbo dovrà essere ribattezzato con le giuste parole che sono da sempre comandate. – E’ l’attacco didascalico di un mio articolo pubblicato oggi dal Corsera, che riporto per intero nei commenti.

3 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Responsum tranciante. La severa risposta ai “quesiti” in materia, posti da alcuni vescovi, è contenuta in un “responsum” della Congregazione della Dottrina della Fede, approvato dal Papa l’8 giugno e pubblicato ieri, con il quale si stabilisce che l’unica formula valida per il Battesimo è quella tradizionale che dice “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
    La motivazione di quella risposta tranciante, contenuta in una nota dottrinale pubblicata insieme al “responsum” è – se possibile – ancora più severa: “Modificare di propria iniziativa la forma celebrativa di un Sacramento non costituisce un semplice abuso liturgico, come trasgressione di una norma positiva, ma un vulnus inferto a un tempo alla comunione ecclesiale e alla riconoscibilità dell’azione di Cristo, che nei casi più gravi rende invalido il Sacramento stesso, perché la natura dell’azione ministeriale esige di trasmettere con fedeltà quello che si è ricevuto».
    La Congregazione risponde a due quesiti. Il primo: «È valido il Battesimo conferito con la formula: “Noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”?». Qui la risposta è “no”. Il secondo quesito: «Coloro per i quali è stato celebrato il Battesimo con la suddetta formula devono essere battezzati in forma assoluta (cioè con una nuova celebrazione, come se la prima non vi fosse stata)?». Qui la risposta è “sì”.

    7 Agosto, 2020 - 13:17
  2. Luigi Accattoli

    Volontà manipolatrice. La “nota” fa un riferimento puntuale a formule innovative introdotte da sacerdoti poco rispettosi delle regole canoniche: «Recentemente vi sono state celebrazioni del Sacramento del Battesimo amministrato con le parole: “A nome del papà e della mamma, del padrino e della madrina, dei nonni, dei familiari, degli amici, a nome della comunità noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
    La nota riconosce la buona intenzione degli innovatori: “A quanto sembra, la deliberata modifica della formula sacramentale è stata introdotta per sottolineare il valore comunitario del Battesimo, per esprimere la partecipazione della famiglia e dei presenti e per evitare l’idea della concentrazione di un potere sacrale nel sacerdote a discapito dei genitori e della comunità”.
    Riconosce la buona intenzione ma condanna l’innovazione, individuando in essa “una deriva soggettivistica e una volontà manipolatrice”.
    Già nel 2008 – sotto Papa Benedetto – la Congregazione aveva censurato altre analoghe formule battesimali innovative. La linea della fermezza dottrinale in materia di sacramenti non è cambiata con il passaggio da Benedetto a Francesco. Un altro segno di quella fermezza l’avevamo avuto il 21 luglio con l’istruzione sul rinnovamento delle parrocchie dov’erano sollecitati alcuni nuovi ruoli per i laici ma era anche affermato che “in nessun caso possono tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia” [paragrafo 99].

    7 Agosto, 2020 - 13:17
  3. In generale, io sono per la tradizione. Sono infatti molto conservatrice su tutto, ed anche al referendum sui parlamentari voterò NO. Scusate se non sono tanto in tema.

    10 Agosto, 2020 - 23:00

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