Non ci abbandonare alla tentazione

La cognata Francesca – catechista di lungo corso – si rammarica di aver dovuto lasciare per salute la sua classe di catechismo nella parrocchia di Santa Maria Goretti a Latina: “Proprio ora che era diventato più facile e più bello spiegare il Padre nostro, con la nuova traduzione che dice non ci abbandonare alla tentazione“.

5 Comments

  1. LEONE

    Mi pare bellissima la nuova traduzione, molto più misericordiosa.
    Indurre è un termine ambiguo che infatti doveva essere sempre spiegato e corretto, almeno al sottoscritto è capitato così.
    Non ci abbandonare alla tentazione mi fa sentire più vicino il Signore, nei momenti difficili dell’esistenza.

    29 Novembre, 2007 - 20:14
  2. matteo

    Leone come sei positivo….
    senmtirai le beghine lì a lamentarsi che si devono riimparare il Pater,
    era meglio quello di prima…., voglio quello di Pio V…………. quello di benedetto XIV……..
    non ne andrà bene una…..
    IO INVECE SONO CONTENTO
    e finalmente si rende un po comprensibile sto Pater,
    eeeee…… non basta in verità….
    c’è ancora qualcosa che potevano fare in più visto che c’erano,
    ma per carità,
    si son già sforzati tanto,……

    29 Novembre, 2007 - 20:22
  3. lycopodium

    Ora che sono beati
    quelli che hanno creduto
    senza aver visto il Risorto in carne ed ossa
    ma hanno fatto 2+2=4
    da pietra rotolata, tomba vuota, bende e sudario
    (cfr. Victimae paschalis)
    voglio proprio sentire
    un mio ex vice parroco
    quello che …
    “non contano i segni, conta la fede”
    quello che …
    Tommaso ha cosificato Gesù
    quello che …
    non servono testimoni oculari
    e i 500 sono mitologia
    ok
    gli regalerò le ventose di Superman.

    30 Novembre, 2007 - 7:12
  4. fabrizio

    Vado parzialmente fuori tema, ma con un colpo solo becco la nuova traduzione della Bibbia e l’inizio dell’Avvento, e quindi spero mi perdoniate.

    Ancora più efficace mi sembra la nuova traduzione del saluto dell’Angelo a Maria, ora diventato “Rallegrati”, e ho in mente in proposito una stupenda omelia del papa proprio su quel “rallegrati”. In quell’omelia, dopo i saluti iniziali Benedetto ci ha lasciato una delle più belle e coinvolgenti pagine di letteratura cristiana che abbia mai letto (è pur vero che non ho letto molto, e quindi sono di bocca buona).

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20051218_santa-maria-consolatrice_it.html

    E’ o non è straordinaria?

    30 Novembre, 2007 - 14:05
  5. Come cantore gregoriano beghino, che non di rado beneficia anche della parca mensa della Parola veterotestamentaria -quasi sempre nella forma di antifone del proprio- del rito ‘di San Pio V’ , riporto qui l’Offertorio che ho cantato non molto tempo fa, la ventunesima domenica dopo Pentecoste, che mi sembra piuttosto (ma posso sbagliarmi) ‘on topic’..:

    Offertorium. Job 1. Vir erat in terra Hus, nómine Job : símplex et rectus, ac tímens Deum : quem Satan pétiit, ut tentáret : et data est ei potéstas a Dómino in facultátes, et in carnem ejus : perdidítque ómnem substántiam ipsíus, et fílios : carnem quóque ejus gravi úlcere vulnerávit.

    30 Novembre, 2007 - 18:35

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