Ossimori 1: L’ira dell’Agnello

Ho la passione degli ossimori, ne ho i cassetti pieni. Il più bello è “L’ira dell’Agnello” che è nel sesto capitolo dell’Apocalisse. Parto da lì per una sagra che potrebbe essere intitolata L’IRA DELL’AGNELLO. LIBRETTO DEI PARADOSSI E DEGLI OSSIMORI. La sagra la svilupperò qui, nel pianerottolo e i visitatori sono invitati a portare qualche paglia o fascina come per un falò sul prato al quale partecipi l’intero villaggio. Questo è il brano dal quale prendo il mio ossimoro principe che chiamo anche “ossimoro apocalittico” e che bene si adatta alla giornata di oggi, Mercoledì delle Ceneri: “Allora i re della terra e i grandi, i comandanti, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello” (Apocalisse 6, 15s). [Segue nel primo commento]

115 Comments

  1. Luigi Accattoli

    [Segue dal post] Amo gli ossimori ma odio la parola ossimoro perché la capisce solo chi ha studiato il greco ed è stato attento per tutti i trimestri. Ossimoro, ovvero coincidenza di opposti, parole che sbattono, idee che si mettono di traverso: “Figura retorica che consiste nell’accostare nel medesimo sintagma parole che esprimono concetti contrapposti” (Battaglia). Chi conosce un valido sinonimo mi aiuti. Paradosso è la parola – anch’essa greca – che più gli si avvicina. “Ira dell’Agnello” è un ossimoro perché l’agnello è mite, mite su tutti è poi l’Agnello che siede sul trono e se lui si adira è la fine del mondo. Una fine in bellezza, che fa giustizia, abbatte i potenti e riscatta i tribolati. Ecco perché è bello attendere l’ultimo giorno: perché è quello della liberazione.

    22 Febbraio, 2012 - 8:44
  2. giosal

    Caro Luigi, mi sembra tu abbia ragione. Io, non essendo stato attento per tutti i trimestri, quando trovai in vita mia la parola ossimoro, mi arrovellai.
    Poi me la feci spiegare.

    Cerchi un sinonimo? Noi stessi: “uomo” (o “donna”, specialmente dopo le ultime discussioni). Quale miglior sinonimo rappresentato dalla natura umana, con i suoi mille e mille conflitti interiori?

    22 Febbraio, 2012 - 9:54
  3. Beati gli afflitti…

    22 Febbraio, 2012 - 10:02
  4. mattlar

    Grande Nico (non è un ossimoro, è un commento)

    22 Febbraio, 2012 - 10:46
  5. Clodine

    Tu, come ghiaccio bollente
    in freddo addio
    avvampasti il cuor mio!

    Clodine

    22 Febbraio, 2012 - 11:16
  6. Sono veramente colpita da questo tema, assai originale. L’ira dell’Agnello, una santa ira.
    Libera me Domine
    de morte aeterna
    in die illa tremenda
    quando coeli movendi sunt
    et terra.
    Ciao, Clodine, siamo destinate a vederci ancora sul pianerottolo.

    22 Febbraio, 2012 - 12:31
  7. Federico B.

    Chiunque commette peccato è schiavo del peccato.
    Gv 8,34

    22 Febbraio, 2012 - 13:20
  8. FABRICIANUS

    Il pio difensore della famiglia on. Berlusconi.

    22 Febbraio, 2012 - 13:49
  9. Clodine

    Ciao Antonella,non so tu, ma oggi la mia ruota è proprio fissa…nomen omen…cara Antonella! Speriamo bene per domani.

    All’ira dell’Agnello seguono un’abbondanza di ossimori. C’è quello degli ultimi che diventano primi e di questi, la demenziale /furbizia di chi ha creduto che occupare un posto in prima fila, mostrarsi belli all’apparenza, potesse essere una corsia preferenziale per la vita eterna.
    Oscura/ luce accompagna il riso/amaro degli stolti. Chi si innalza si abbassa e la grandezza è nella pochezza!

    22 Febbraio, 2012 - 14:00
  10. Luigi Accattoli

    Siete tutti bravi ad arrivare ognuno con la sua paglia o la sua fascina, ma attenzione: il lavoro va svolto a tema. Durerà a lungo, mesi. Io proporrò via via altri ossimori. la provocazione è a lavorare sul tema, che stavolta è quello dell’agnello e dell’ira. Ovvero dei paradossi riguardanti la mitezza e l’ira. L’ira che si addolcisce, la mitezza che si scatena. Altre volte andremo sulla luce, l’afflizione, il peccato, la felice colpa…

    22 Febbraio, 2012 - 14:39
  11. Luigi Accattoli

    Sarà un libro che nasce da un blog: stiamo inventando qualcosa.

    22 Febbraio, 2012 - 14:40
  12. Luigi Accattoli

    Esempio. In questa ottava dell’Ariosto [settima del canto XIX dell’Orlando Furioso] ci sono l’ira e l’amore che lampeggiano insieme dagli occhi di un’orsa che combatte per i figli:

    come orsa, che l’alpestre cacciatore
    ne la pietrosa tana assalita abbia,
    sta sopra i figli con incerto core,
    e freme in suono di pietà e di rabbia:
    ira la ‘nvita e natural furore
    a spiegar l’ugne e a insanguinar le labbia;
    amor la ‘ntenerisce, e la ritira
    a riguardare ai figli in mezzo l’ira.

    22 Febbraio, 2012 - 14:57
  13. Luigi Accattoli

    Gli occhi dell’Agnello, nel giorno dell’ira, saranno come quelli di quell’orsa.

    22 Febbraio, 2012 - 14:59
  14. Solo attraverso un’interiore trasformazione mentale noi acquistiamo la forza per combattere vigorosamente i mali del mondo, in spirito di umiltà e di amore.
    (da “Non conformatevi”, M.L. King, La forza di amare, SEI 2002)

    Combattere vigorosamente – in spirito di umiltà e di amore

    22 Febbraio, 2012 - 15:46
  15. discepolo

    Nel Libro dell’Apocalisse c’è un altro misterioso Agnello che è un ossimoro:infatti ai versetti 13,11 si parla di un Essere che “si presenta come Agnello e parla come un Drago”:
    “Et vidi aliam bestiam ascendentem de terra, et habebat cornua dua similia Agni et loquebatur sicut Drago”
    Questo essere misterioso che è all’aspetto un Agnello con due corna e al parlare simile a un Drago, non è che un falso profeta al servizio della bestia.Il Testo Sacro infatti continua descivendo i servigi di questo falso-Agnello- Drago . “Costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia.. opera grandi prodigi fino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini”. ( Apocalisse 13, 12-13 ) E’ lui che marchia col numero della bestia la mano e la fronte di tutti gli uomini: ” fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra e sulla fronte e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia e il numero del suo nome”(Apocalisse, 13, 16-17)
    Ora , noi sappiamo che il vero Agnello è Cristo, ma chi sarà questo falso Agnello che parla come un Drago al servizio dell’anticristo??
    la fantasia si può sbizzarrire: forse la TECNICA??? (fare scendere i fuochi dal cielo?) Forse la Finanza internazionale ? (nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio) forse la falsa religione?
    comunque sia l’Agnello che parla come un Drago è un ossimoro.

    22 Febbraio, 2012 - 16:10
  16. Stephanus

    “Gli occhi dell’Agnello, nel giorno dell’ira, saranno come quelli di quell’orsa”.
    Grazie, Luigi, per questa suggestione emozionante.
    Come inizio di quaresima è grandiosa…
    Per il resto, non son bravo con gli ossimori…

    22 Febbraio, 2012 - 16:19
  17. Marilisa

    Interessante, Luigi.

    Gesù, il mite, irato con i mercanti del Tempio e con Pietro (vade retro satana). Potrebbe leggersi come un ossimoro?

    22 Febbraio, 2012 - 17:05
  18. discepolo

    per me l’ossimoro più emozionante e sublime ,più poetico ( oltre che ricco di dottrina spirituale e teologica) è quello espresso dall’ inno bizantino alla Madre di DIO, alla Madonna che ha portato nel suo grembo umano e limitato.. l’infinito!
    ” Il tuo grembo è più vasto dei cieli
    poichè COLUI che i cieli non possono contenere
    tu hai portato nel grembo , o Madre di DIO
    ( Inno bizantino)
    la vergine “Blachernitissa” delle Icone è rappresentata con le braccia alzate in segno di preghiera e con un tondo al centro del suo petto dove è raffigurato Gesù.

    22 Febbraio, 2012 - 17:24
  19. Tema molto interessante che è difficile trattare in breve.
    Il Dio che non muta mai, il Dio d’infinita misericordia, in quel Giorno mostrerà anche un’altra parte del Suo volto, e allora:
    “vedrete la differenza fra il giusto e l’empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. Ecco infatti sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà – dice il Signore degli eserciti – in modo da non
    lasciar loro né radice né germoglio. Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla.”

    C’è molto da riflettere. Per chi non crede o chi crede di credere, bisogna tener presente che quel “Giorno” verrà (all’improvviso…).

    22 Febbraio, 2012 - 17:35
  20. Un OT a titolo personale:
    Volevo chiedere a tutti gli amici che mi leggono aiuto su una cosa che non ricordo (ultimamente mi difetta la memoria…) :
    Chi è quel Padre della Chiesa che ha detto\scritto (e in quale scritto) che il diavolo non ha ricevuto la perseveranza?
    Grazie a chi mi aiuta!
    Cordiali saluti

    22 Febbraio, 2012 - 17:39
  21. discepolo

    in generale la sapienza dell’ossimoro è negata dall’odierna mentalità scientifica e terra – terra del A=A,del due più due, dell’immanentismo, del materialismo.
    si potrebbe dire che l’ossimoro è il paradosso poetico che la Realtà viva e vivificante, che lo Spirito , oppone sempre alle aride e ottuse ideologie .
    Se sei “ghiaccio bollente “( definizione data di Grace Kelly da Alfred Hitchcock), o grembo di donna che contiene l’ILLIMITATO, o persona mite come un Agnello che però si ADIRA , o l’ ” AMOR che muove il cielo e l’altre stelle” e insieme condanna i peccatori all’ “Etterno dolore ” e “a la perduta gente ” , se cioè credi nella religione cattolica, gli ossimori non ti scandalizzano ne’ ti spaventano.
    Se invece sei un arido razionalista l’ossimoro ti disturba e ti irrita. Come
    erano irritate le vittime di quel delizioso ossimoro che è la parabola evangelica dei lavoratori dell’ultima ora che prendono la stessa paga di quelli che hanno lavorato tutto il giorno.

    22 Febbraio, 2012 - 17:40
  22. Luigi, mi urge un chiarimento:
    restiamo nel ricchissimo capo della Sacra Scrittura o ci muoviamo anche altrove?

    22 Febbraio, 2012 - 18:23
  23. refuso:

    …campo della Scrittura

    22 Febbraio, 2012 - 18:24
  24. Clodine

    L’Agnello parla agli occhi, non “con”, ma “agli” occhi. Parla agli occhi delle potenze del male che perdono terreno man mano che avanza . Parla al peccato che non teme voce, ma trema unicamente dinnanzi a quella/ silenziosa di Lui: umile trionfatore, vittima destinata ad essere dilaniata, sgozzata, inghiottita dalla furia del carnefice. La forza dell’Agnello è tale da occupare tutto lo spazio in estensione in altezza e in profondità. Come folgore che illumina le tenebre in una notte senza stelle, tale il suo legno affilato si abbatte impietoso sulle potenze luciferine per gettarle nell’abisso in cui vive il vuoto della non esistenza.

    22 Febbraio, 2012 - 18:24
  25. ludsp37

    Innocent Smith, che in “Uomovivo” – scritto da Chesterton – per ridonare la vita ed annunciare il Vangelo punta una pistola alla tempia.
    Avendo in mente questo motto:
    “Voglio che entrambi i miei doni arrivino vergini e violenti: la morte e la vita dopo la morte”

    (per chi ancora non lo avesse letto, eccolo!
    http://www.gkc.org.uk/gkc/books/manalive/man_pt1_1.html)

    22 Febbraio, 2012 - 18:35
  26. Luigi Accattoli

    Nico ci muoviamo in ogni direzione. Gli ossimori sono ubiqui (Ubi mantieni la calma) e aiutano a cogliere il mistero che è in tutte le cose. Che ne dici del “suono di pietà e di rabbia” dell’orsa dell’Ariosto? Non ti sembra un buono specchio dell’ira dell’Agnello?

    22 Febbraio, 2012 - 18:58
  27. Luigi Accattoli

    Discepolo ti dedico questo brano del mio libro intervista al priore di Serra San Bruno Solo dinanzi all’unico:

    Da studente il padre Jacques ha molto amato il volume del padre gesuita Henri De Lubac – poi cardinale – intitolato Paradosso e mistero della Chiesa (tradotto in Italia dalla Queriniana nel 1969). L’abbiamo evocato nel nostro dialogo. «Sia nella Bibbia, sia nei Detti dei Padri si trova tutto e il contrario di tutto», mi ha detto il padre a spiegazione del suo modo di procedere: «Dio che castiga e Dio che perdona: ne abbiamo avuta un’eco questa notte nei Salmi del Mattutino. Dio che è uno e trino. Cristo che è Dio e uomo. Maria che è Madre e Vergine. La Chiesa che è peccatrice e santa. Io mi diverto quando incontro questi paradossi e trovo che il Signore ha avuto un’immaginazione incredibile a crearli e a ispirarne la percezione. Credo l’abbia fatto per farci uscire dalle nostre categorie, che sono sempre tendenzialmente rigide: questo è bianco e non può essere nero. Nell’intendere la divina fantasia gli orientali sono avvantaggiati rispetto alla nostra mentalità cartesiana. Il Signore ci ha voluto avviare a comprendere l’ampiezza della Verità».

    22 Febbraio, 2012 - 19:05
  28. Luigi io mantengo la calma.
    Però per favore, un aiutino.
    Era S. Agostino che disse\scrisse che il diavolo non ha ricevuto la perseveranza? Dove lo trovo?
    Un aiutino, Grazie!

    22 Febbraio, 2012 - 19:05
  29. Luigi Accattoli

    Ubi: Sant’Anselmo d’Aosta nel De casu diaboli: la caduta del diavolo. Ma non so se prima l’avesse detto Agostino.

    22 Febbraio, 2012 - 19:13
  30. discepolo

    grazie Luigi per avermi dedicato questo brano di De Lubac sul paradosso e Mistero nella Chiesa.
    Del resto anche il succo l’apologia cattolica del Chesterton citato da
    ludsp37 sta nel paradosso. Chesterton è stato un maestro del paradosso e dell’ironia surrealista posta a servizio della religione cattolica.
    basta per esempio leggere “L’uomo che fu Giovedì”. Nelle situazioni surreali e grottesche il Chesterton trovava invece della convinzione che Dio non esiste , la convinzione che Dio esiste.
    così davanti agli ossimori , ai paradossi ,alle contraddizioni, ci sono due strade : o pensare che tutta la realtà in fin dei conti non ha senso ne’ scopo, non ha valore ne’ legge, o pensare che in fin dei conti tutta la realtà ha un senso e uno scopo , un valore e una legge.
    tertium non datur.

    22 Febbraio, 2012 - 20:03
  31. giosal

    Luigi, l’impressione di padre Jacques che nella Bibbia si trovi tutto e il contrario di tutto (non solo la Bibbia, anche il Corano mi dà tale impressione, se pure in misura minore) l’ho avuta anch’io, con la mia lettura non approfondita.
    E ciò mi riporta il pensiero al concetto di relativismo che Benedetto XVI talvolta usa nei riguardi di altre confessioni, distinte dai cattolici, per non dire del mondo laico. Ma Benedetto ha usato, qualche volta, tale attributo verso gli Autori o i Padri Biblici? Se lo facesse mi apparirebbe assai più vero.
    Un caro saluto- Giorgio Salvatori

    22 Febbraio, 2012 - 20:04
  32. discepolo

    un grande ossimoro è quello di Pascal:
    “l’uomo è solo una canna, la più fragile dell’universo, ma una canna che pensa”
    la “canna pensante “è diventata il simbolo della fragilità e della grandezza umana.
    L’UOMO E’ UN OSSIMORO.
    Come dice Pascal l’universo può annientarlo, un semplice moto cieco dell’universo ( es. un terremoto) può annientarlo ma mentre l’annienta l’uomo è superiore a quello che lo distrugge, perchè PENSA e SA che l’universo lo sta ANNIentando, QUINDI L’UOMO GIUDICA l’universo che lo annienta.
    l’uomo è solo una canna, ma una canna che PENSA.

    22 Febbraio, 2012 - 20:30
  33. Luigi
    l’orsa dell’Ariosto mi ha lasciato senza parole…
    un’immagine potente.

    Abbiamo tempo, credo, per condividere qui ciò che nei giorni ci verrà incontro su questo tema.
    Stasera (dopo il paradosso del Vangelo delle ceneri) ho ripensato ad un altro testimone che ha vissuto nella sua carne l’ossimoro di essere uomo di pietà e di rabbia:
    Dietrich Bonhoeffer.
    “La libertà ha il suo fondamento in Dio che esige che l’uomo assuma liberamente nella fede il rischio dell’azione responsabile e che promette perdono e consolazione a chi così facendo diventa peccatore” (Resistenza e resa, S. Paolo 1988, p. 63)

    22 Febbraio, 2012 - 21:32
  34. Bello anche l’ossimoro oraziano “concordia discors”. E molto bello quello di Saffo, che definisce l’amore “fiera invincibile dolce – amara (glycypikron)”. L’ossimoro è una figura retorica altamente poetica, e l’Apocalisse certo non è da meno.

    23 Febbraio, 2012 - 0:23
  35. serse

    Coniglio mannaro

    23 Febbraio, 2012 - 1:21
  36. Non so se possono essere valide i modi di dire: “santo diavolo” e “diavolo di un prete cristiano”

    23 Febbraio, 2012 - 9:49
  37. Clodine

    E di Catullo l’odiato amore??

    23 Febbraio, 2012 - 9:54
  38. OT oggi io e Clo dovevamo andare insieme a un convegno. Siamo tutte e due azzoppate dal ginocchio destro! Ossimori: un instabile equilibrio e una convergenza parallela.

    23 Febbraio, 2012 - 11:14
  39. Tornando al tema dell’ira dell’Agnello, mi viene in mente padre Cristoforo davanti a don Rodrigo.

    23 Febbraio, 2012 - 11:27
  40. Federico B.

    Andando fuori tema, la politica offre molti ossimori:
    convergenze parallele,
    rivoluzione permanente,
    guerra santa,
    missioni (militari) di pace,
    organizzazione anarchica,
    ebreo nazista,
    ateo integralista,
    cattolico comunista.

    @ Fabricianus, che mostra interesse per i pii difensori della famiglia:
    un Ministro della Famiglia cattolicissimo che propone i Dico (Rosi Bindi).

    23 Febbraio, 2012 - 12:06
  41. mattlar

    allora… claudin

    23 Febbraio, 2012 - 12:06
  42. mattlar

    grande federico.b, gli ossimori della politica sono ottimi !!! E gli esempi potrebbero continuare
    aggiungerei protagonisti politici del family day

    23 Febbraio, 2012 - 12:09
  43. Mabuhay

    Dio non basta.

    23 Febbraio, 2012 - 14:28
  44. I politici al family day rimasero spiazzati dalla presenza delle vere famiglie. Ricordo Pier Ferdinando Casini che diceva: “C’è un popolo nuovo”. In effetti il popolo nuovo c’era, non dico da chi era costituito, per non rischiare di litigare con Clodine, che considero una vera amica. Questo popolo nuovo non si accodò poi né a PFC, né ad altri.

    23 Febbraio, 2012 - 14:42
  45. OT Molta bella lettura di Leone Magno nelle Lodi di Oggi:
    “Certo è nel lavacro di rigenerazione che nascono gli uomini nuovi, ma tutti hanno il dovere del rinnovamento quotidiano: occorre liberarsi dalle incrostazioni proprie alla nostra condizione mortale”. Un grande ammonimento per il momento presente, in cui tutto sembra andare al contrario, in cui i grandi non sanno più dove nascondersi.

    23 Febbraio, 2012 - 14:51
  46. Ossimori:

    “L’unica cosa che i bambini devono ricevere dai genitori: radici e ali ” (Goethe)

    “L’ultima luce del giorno si illumina di ombre” ( web)

    23 Febbraio, 2012 - 15:48
  47. Marilisa

    Le vicende della mattinata appena trascorsa mi suggeriscono questo ossimoro:

    dolce fatica è la vita.

    23 Febbraio, 2012 - 16:40
  48. Luigi Accattoli

    L’Agnello figura di Cristo.
    Nei bestiari medievali anche la tigre è figura di Cristo.

    23 Febbraio, 2012 - 17:27
  49. Luigi Accattoli

    Eliot in Gerontion (1920):

    Nell’adolescenza dell’anno
    Venne Cristo la tigre

    23 Febbraio, 2012 - 17:28
  50. Luigi Accattoli

    Mi addormento come in un letargo
    Dicembre, alle tue porte
    lungo i tuoi giorni con la mente spargo
    tristi semi di morte.
    Uomini e cose lasciano per terra
    esili ombre pigre
    ma nei tuoi giorni, dai profeti detti
    nasce Cristo la tigre.

    Francesco Guccini, La canzone dei mesi (1973)

    23 Febbraio, 2012 - 17:28
  51. “L’aquila si comprende come quella del Cristo che, col suo volo, è sceso in terra. … È dunque a giusto titolo che questo animale è paragonato al Salvatore perché, quando vuole catturare qualche essere, non calpesta il suolo, ma elegge un luogo elevato: così il Cristo, sospeso all’alta croce, in un fracasso terribile ed in un volo tonante prende d’assalto gl’inferi e porta via verso i cieli i santi che ha afferrato”
    Sermone 47 di Sant’Ambrogio, PL 17, 724.

    23 Febbraio, 2012 - 18:18
  52. Salve a tutti.

    E’ la prima volta che visito questo blog, lo trovo interessante, come lo è questo argomento sugli ossimori. Che ve ne pare di questo:

    “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole “b”candide col sangue dell’Agnello”/b”” (Ap 7, 14).

    Un saluto.

    23 Febbraio, 2012 - 21:09
  53. Marilisa

    Lasciando per un po’ il tema religioso, dalla poesia del grande Eugenio Montale traggo questo significativo ossimoro:
    ” Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio….”
    (poesia dedicata alla moglie “Ho sceso, dandoti il braccio”)
    Un verso che secondo me ci accomuna tutti quando perdiamo una persona cara che ci lascia, fosse anche in tarda età.
    Quanta tristezza. Quale rimpianto!

    23 Febbraio, 2012 - 21:33
  54. “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”/b”” (Ap 7, 14). Questo passo colpì molto il piccolo Joseph Ratzinger la prima volta che lo sentì; per questo Benedetto XVI cita sempre questo passo.

    23 Febbraio, 2012 - 21:54
  55. Buona sera.
    La signora Antonella mi scusera se mi permetto in aggiunta alla sua, una mia.
    Oltre al motivo che lei cita, suppongo, che Benedetto lo citi spesso per ricordare il Sacramento della Confessione o Perdono che dir si voglia e contemporaneamente il Sacramento dell’Eucaristia (e la Presenza Reale…).
    Perchè di questi tempi (e lui che è stato alla CDF lo sa, oh si se lo sa…).

    Ps. Ormai si è capito che sono un fan di Benedetto XVI (però nello stile non urlato, diciamo uno stile più mite…)

    23 Febbraio, 2012 - 22:13
  56. di Noè si dice nella Lettera agli Ebrei: in tempore iracundiae factus est reconciliatio… non è proprio un ossimoro, ma tant’è!

    24 Febbraio, 2012 - 0:19
  57. Luigi Accattoli

    Maioba il punto che più mi preme è questo: che l’ira dell’Agnello può essere affrettata.
    In lui c’è misericordia e ira” (Siracide 16, 11).
    Ma per sua indole egli è “lento all’ira” come predicano i Salmi 86, 103, 145.
    Occorre dunque supplicarlo: “Risveglia il tuo sdegno e riversa la tua ira” (Siracide36, 8).

    24 Febbraio, 2012 - 8:35
  58. Luigi Accattoli

    Io credo che nell’invocazione dell’ira dell’Agnello possiamo fare nostre le invocazioni di Israele contro i nemici: “Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario,il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome? Perche’ ritiri la tua mano e trattieni in seno la destra? Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, ha operato la salvezza della nostra terra” (Salmo 74).

    24 Febbraio, 2012 - 8:36
  59. Luigi Accattoli

    Aspettare e affrettare l’ira dell’Agnello secondo la consegna della Seconda Lettera di Pietro, al capitolo 3: “Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia“.

    24 Febbraio, 2012 - 8:41
  60. Sarebbe più facile, se il nemico, l’ingiustizia, il male fossero solo fuori di noi…
    Invece è IN noi che Lui deve essere invocato, e lo sconquasso sarà terribile, la Sua venuta tonante, mentre ci afferra e ci conduce in salvo.

    Affrettare la Sua venuta allora è atteggiamento da vivere con timore e tremore (2 Fil 2,12): “Attendete la vostra salvezza con timore e tremore” (che è un altro ossimoro…)

    24 Febbraio, 2012 - 8:58
  61. mattlar

    Nico sei il mio mito !

    (certo, se non fossi inciampata in quel “prestito” alla teologia… ma tant’è… sei un mito lo stesso)
    🙂

    24 Febbraio, 2012 - 9:51
  62. giosal

    Riallacciandomi a Clodine: “All’ira dell’Agnello seguono un’abbondanza di ossimori”, eccone un altro (di Santoro, ieri sera): “La tana dell’agnello”.
    Mi pare riecheggi quanto ricordato da discepolo sui versetti 13,11 dell’Apocalisse, dove si parla di un Essere che “si presenta come Agnello e parla come un Drago”. O anche riportato da serse: “coniglio mannaro”.
    Tra gli ossimori presenti, quello a mio avviso più misterioso e angosciante, di Mabuhay, 14,28.

    24 Febbraio, 2012 - 11:09
  63. Federico B.

    Ho qualche dubbio che “coniglio mannaro” sia un ossimoro.

    Ricordo che Bacchelli ha usato questa espressione come soprannome di Giuseppe Scacerni, uno dei protagonisti del Mulino del Po, a causa del labbro leporino e di altri difetti fisici. Come il “lupo mannaro” è metà uomo e metà lupo, così Giuseppe era chiamato “Coniglio mannaro” perchè metà uomo e metà coniglio: soprannome inclemente ma meritato dal comportamento brusco e avido dello Scacerni.
    La sfumatura negativa è associata alla fama del lupo, non al termine “mannaro” e alla componente umana.
    Sbaglio?

    24 Febbraio, 2012 - 12:06
  64. Luigi Accattoli

    Per me lo è. Mannaro si dice del lupo, se lo dici del coniglio è come l’ira dell’agnello. Dal punto di vista del gran maestro di retorica che fu il Bacchelli: Giuseppe somigliava a un coniglio ma era malvagio e dunque era un coniglio mannaro.

    24 Febbraio, 2012 - 12:19
  65. Luigi Accattoli

    Anche Celentano è un ossimoro: «A me piaceva essere un cretino di talento perché nella composizione di queste due parole, cretino e talento, la parola “cretino” assumeva un significato diverso. Come dire folle, pazzo di talento».

    Così ha parlato ieri da Santoro in riferimento al motto con cui l’aveva designato una volta Giorgio Bocca: CRETINO DI TALENTO.

    24 Febbraio, 2012 - 13:16
  66. Federico B.

    Bisognerebbe conoscere l’origine etimologica della parola “mannaro”.

    Mi rimane il dubbio, ma non voglio insistere ulteriormente. Tengo per buona la spiegazione di Luigi.

    24 Febbraio, 2012 - 13:18
  67. Luigi Accattoli

    Federico ma che sentenza: opinione di un portatore sano dell’ignoranza collettiva [mia definizione del giornalista]. L’etimologia secondo il Dizionario Essenziale della Lingua Italiana (Sansoni) è di “voce meridionale dal latino volgare: (lupu) hominariu”. Non credo ci aiuti.

    24 Febbraio, 2012 - 13:32
  68. Luigi Accattoli

    Bacchelli – di cui sono stato lettore adolescenziale – dà questa spiegazione: “Nelle età buie del nero medioevo, al tempo delle folle epidemiche della magia nera e dei culti diabolici, fra le perversioni collettive una fu pur quella dei licantropi, ovvero lupi mannari, d’uomini che per contagio di follia si credevano di diventar lupi“.

    24 Febbraio, 2012 - 13:40
  69. @Mattlar
    Nico-mito=ossimoro

    🙂

    24 Febbraio, 2012 - 14:38
  70. Ci sono malattie mentali che trasformano realmente un uomo in una sorta di belva, di lupo. Ne ho visto uno (che poi curato a dovere è tornato normale) che aveva un aspetto veramente spaventoso, tra l’umano e il diabolico. Nel Medioevo non sapevano dare altra spiegazione di questa realtà.

    24 Febbraio, 2012 - 14:45
  71. Federico B.

    Se mannaro deriva da “hominariu”, allora è un sinonimo di “umano/umanoide”.
    Coniglio “umano” si adatta al personaggio del Mulino del Po, ma continua a non suonarmi come un ossimoro.
    Può essere accettabile come ossimoro se connotiamo “mannaro” di un significato diverso, mutuato dalla affinità con i lupi mannari (e i lupi in generale): malvagio, aggressivo, feroce.
    Per non essere troppo pignolo termino qui, anche perchè mi sembra una discussione da martedì grasso e siamo già al primo venerdì di Quaresima.

    Effettivamente gli ossimori sono più stimolanti di quanto non si possa pensare.

    24 Febbraio, 2012 - 14:49
  72. bè, c’è una famosa trasmissione radio che ha il titolo che sembra indubbiamente un ossimoro: “Il ruggito del coniglio”.
    Fa il paio col coniglio mannaro.

    24 Febbraio, 2012 - 18:06
  73. Sumpontcura

    A Federico B. Nel folclore contadino è da secoli presente la figura del lupo mannaro: un uomo che, in preda a convulsioni, nelle notti di plenilunio o di forte pioggia, si trasforma (in parte anche fisicamente) in lupo, acquista una forza bestiale e sbrana esseri umani e animali alla sua portata. Un mito terrorizzante, che segna una presenza plurisecolare nella tradizione contadina dell’Italia centrale: ne posso fornire una testimonianza personale rispetto alla Tuscia di sessant’anni fa: per spaventare e “raddrizzare” i bambini, dalle nostre parti non c’era il “Babau”, o “L’uomo dal sacco”, o altro del genere: era più che sufficiente “’o lopo menaro”.
    Per fare un piccolo salto dal folclore alla letteratura, niente di meglio di Giuseppe Gioachino Belli, di cui presento uno splendido sonetto caudato del 15 gennaio 1833:

    24 Febbraio, 2012 - 18:09
  74. Sumpontcura

    ’Na notte diluviosa de ggennaro
    a Ggrillo er zediaretto a Ssan Vitale
    tutt’in un botto j’ariprese er male
    dell’omo-bbestia, der lupo-manaro.

    Ar primo sturbo, er povero ssediaro
    lassò la mojje e ccurze pe le scale,
    e ssur portone diventò animale,
    e sse n’aggnede a urlà ssur monnezzaro.

    Tra un’ora tornò a ccasa e jje bbussò;
    e cquela sscema, senza dí cchi è,
    je tirò er zalissceggne, e ’r lupo entrò.

    Che vvòi! appena fu arrivato sú,
    je s’affiarò a la vita, e ffor de sé
    la sbramò ssenza fajje dí Ggesú.

    Lui je lo disse: «Tu
    bbada de nun uprí, ssi nun te chiamo
    tre vvorte, ché ssi nnò, Rrosa, te sbramo».

    Cuanno aveva sto ramo
    d’uprì, ppoteva armanco a la sicura
    dajje una chiave femmina addrittura.

    (Una notte di gran pioggia, in gennaio, a Grillo, quello che fa l’impagliatore di sedie a San Vitale, all’improvviso gli riprese la malattia dell’uomo-bestia, del lupo mannaro. Al primo sintomo, il povero sediaro lasciò la moglie e corse giù per le scale; si trasformò in bestia appena fuori dal portone, e se ne andò a gridare e ruggire sul mondezzaio. Passata un’ora, tornò a casa e le bussò, e quella scema, senza chiedere “Chi è?”, gli tirò il saliscendi: e il lupo entrò. Che vuoi che ti dica! Appena arrivato sù, in casa, le si avventò alla vita e, fuori di sé, la sbranò senza farle dire: Gesù! Lui glielo aveva detto: Tu bada di non aprire se non ti chiamo tre volte, perché altrimenti, Rosa mia, ti sbrano. Dato che aveva questo capriccio, di aprire senza precauzioni, poteva almeno dargli in mano una chiave femmina!).
    (Nota del Belli: “Questo è il rimedio prescritto dalle donne: dare in mano al lupo una chiave femmina. Tutto il sonetto è una fedele esposizione di quanto vuolsi accadere su questo oggetto.)

    24 Febbraio, 2012 - 18:10
  75. Sumpontcura

    A Luigi. La definizione di coniglio mannaro fu reinventata una trentina d’anni fa da Giampaolo Pansa (nel “Bestiario” dell’Espresso, se non ricordo male) per applicarla al potente politico democristiano marchigiano Arnaldo Forlani: felpato, sorridente, bene educato, ma nel fondo duro come l’acciaio. Nell’intenzione di Pansa credo proprio che l’espressione fosse da intendere come ossimoro.

    24 Febbraio, 2012 - 18:11
  76. Sumpontcura

    Ad Antonella Lignani (23 febbraio, ore 21.54).
    “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”/b”” (Ap 7, 14).
    In effetti il colore liturgico dei martiri (testimoni della fede fino all’effusione del sangue) è stato per secoli il bianco candido. Nel “Te Deum” si cantava e si canta: “Te Màrtyrum candidatus laudat exèrcitus”: Te celebra con le sue lodi la schiera bianco-splendente dei Martiri.

    24 Febbraio, 2012 - 18:11
  77. ludsp37

    E “Chiesa Cattolica”?
    Una comunità universale (!?)
    E per giunta:
    se non tutti gli esseri umani ne fanno parte, ha senso darle questo nome, Chiesa, ma è contradditorio dirla Cattolica.
    Viceversa, se un giorno tutti gli esseri umani dovessero farne parte la si potrebbe dire a buon diritto Cattolica, ma perderebbe significato chiamarla Chiesa.
    Neanche Russell è mai arrivato a tanto.
    Siamo parte viva del più bel paradosso della storia!

    24 Febbraio, 2012 - 18:30
  78. Luigi Accattoli

    L’attrazione degli ossimori ha riportato Sump tra noi: evviva!

    24 Febbraio, 2012 - 18:52
  79. Luigi Accattoli

    Ci sono anche ossimori da bar. Al GELARMONY di via Marcantonio Colonna (quartiere Prati) ho appena preso una coppetta di gelato al caffè che ho pagato 1,50€ e mentre mi adoperavo con il cucchiaino ho letto un cartello che diceva GELATO CALDO.
    – Mi scusi, che sarebbe il gelato caldo?
    – Lei ci dice i gusti, noi mettiamo le creme in una tazza e gliela diamo calda come si fa con la cioccolata.

    24 Febbraio, 2012 - 18:58
  80. Stephanus

    La tradizione liturgica bizantina parla della santa e grande Quaresima come di un tempo di “radiosa tristezza”…

    24 Febbraio, 2012 - 19:35
  81. giosal

    Piccola distrazione OT per i pastori erranti del Blog: stasera, nubi permettendolo, nelle ore dopo il tramonto, giusto da quella parte, si potrà osservare una delle figure più belle del cielo: una sottile falce di luna entra in congiunzione con Venere, mentre anche Giove si trova poco lontano.
    In altri tempi i giovani amanti si sarebbero abbracciati con stupore, confidandosi i loro smarrimenti. Syriacus, che ne dici di un pezzo adeguato?

    25 Febbraio, 2012 - 9:54
  82. Stefano (olim Syriacus)

    ???????? : “La bellezza di Venere.”

    “Il suo nome risale alla tradizione greca Afrodite, mentre in quella Babilonese veniva indicato con Ishtar. Il fatto che il nome del pianeta fosse associato a quello della dea dell’ amore e della bellezza deriva dalla sua notevole luminosità superiore a quella di tutti gli altri pianeti. Venere, come già Mercurio, non si allontana mai troppo dal Sole ed essendo visibile ad occhio nudo dalla Terra, è stato osservato sin dall’antichità. I primi osservatori furono però ingannati dalle apparizioni serali e mattutine del pianeta e, ritenendo trattarsi di due corpi celesti distinti, gli diedero i nomi di Espero e Fosforo. Ci si accorse ben presto che si trattava di un unico astro a cui associarono il nome della dea Venere tuttavia ancora oggi gli si dà il nome di Vespero e di Lucifero per distinguere la apparizione serale da quella mattutina. ”

    “Atmosfera di Venere

    L’atmosfera di Venere è dominata da anidride carbonica CO2 (95%) e da azoto N2 (3.5%) con tracce di anidride solforosa, argon, monossido di carbonio CO ed ossigeno O2. La composizione la rende altamente tossica per un abitante terrestre. La pressione è di 90 atmosfere, alla superficie, corrispondente a quella ad un km di profondità nell’oceano terrestre. Le nubi che avvolgono la superficie contengono strati di acido solforico puro; fu chiaro quindi che il pianeta dell’amore era in effetti molto simile alla visione dantesca dell’inferno.

    La temperatura media alla base dell’atmosfera è circa 500° C. Si calcola che l’effetto serra abbia portato la temperatura a valori così alti in seguito all’evaporazione di oceani e mari, da cui originariamente Venere era parzialmente ricoperta, in circa 300 milioni di anni. Data l’elevata densità dell’atmosfera, le differenze tra il giorno e la notte sono praticamente trascurabili e ciò fa sì che su Venere regni l’oscurità o la semioscurità.

    La regione superiore della atmosfera è formata da tre strati di nubi tra di loro ben distinti ad una altezza tra 48 e 67 km, composti di acido solforico. I venti, al livello delle nubi, soffiano da est ad ovest e tendono a dirigersi con un moto a spirale verso i poli dove formano un vortice mentre sotto lo strato delle nubi essi diminuiscono di intensità sino a raggiungere una velocità di 1 m/sec al suolo. Le variazioni di temperatura tra poli ed equatore sono di pochi gradi. Quando però si sale oltre i 100 km dal suolo le differenze in temperatura diventano molto sensibili 27° C sul lato illuminato -143° C su quello oscuro.”

    http://www.bo.astro.it/universo/venere/Sole-Pianeti/planets/venatm.htm

    25 Febbraio, 2012 - 20:50
  83. giosal

    Grazie, Syriacus. Io chiedevo anche un brano di musica come sai trovare tu, per i giovani amanti..
    Un caro saluto

    25 Febbraio, 2012 - 21:16
  84. Stefano (olim Syriacus)

    Ci sarebbero tanti bei video della congiunzione Venere-Luna, ripresi in altri tempi e luoghi. (Qui comunque è nuvolo..) Bellissimi (e anche con musiche alquanto “da innamorati”.)

    Io però vi propongo il seguente:

    http://www.youtube.com/watch?v=TaZyuRygkO4

    Che per me è un pò come musica.. (Da ragazzino, quando lessi delle prime , tentative missioni verso e su Venere, rimasi impressionato da come -non sapendo che diamine ci fosse esattamente laggiù- le prime sonde venissero sistematicamente sfracellate prima di toccare il suolo.)

    Come Chimico uno dei paradossi più orribilmente avvenenti che vivi tutti i giorni, ore, minuti , secondi, nanosecondi… della tua vita su questa Terra, è che gli Elementi che ci compongono -noi homines- sono esattamente “gli stessissimi” che compongono-in proporzioni diverse- , ad esempio, l’ “assurda” e per niente “bella” Venere -e con essa infinitissimamente moltissimissi…missimamente altro. Da un lato tale maledettamente benedetta e benedettamente meledetta consapevolezza ti rende un pò come il Democrito più leggendario, il “filosofo che ride” (altro ossimoro?) . D’altro lato, per quanto tu “rida”, non puoi che “pensarci” anche, notte e dì, come una condanna da dannato dantesco (o come una beatitudine da beato dantesco -e tutte le gradazioni intermedie) . Chiunque abbia ragione fra tutti coloro che portano “spiegazioni” (“scienziati”, “filosofi”, “teologi”, etc.) in merito “a ciò”, resta il fatto che, da quegli stessi Idrogeno, Carbonio, Azoto, Ossigeno, Fosforo, Zolfo, & ceteri , ne son venuti fuori -e ne vengono diuturnamente fuori- esseri che sono capaci -ad esempio- di :

    http://www.youtube.com/watch?v=xl9UL6w7VG8

    « …e mi sovvien l’eterno,
    e le morte stagioni, e la presente
    e viva, e il suon di lei. Così tra questa
    immensità s’annega il pensier mio:
    e il naufragar m’è dolce in questo mare. »

    25 Febbraio, 2012 - 22:14
  85. Stefano (olim Syriacus)

    [ Oggi, non lontano da casa mia, c’era una ressa incredibile. In via del Campo.

    Era un’inaugurazione: http://genova.mentelocale.it/35476-de-andre-a-genova-il-nuovo-negozio-museo-via-del-campo-29-rosso/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=lancio-xr100

    Piuttosto che la solita chanson che “parla di via del Campo” :

    http://www.youtube.com/watch?v=w7u_j9vRwm8

    (che forse qualche ‘ossimoro’ nel testo ce l’ha, chissà…) ]

    25 Febbraio, 2012 - 23:18
  86. fiorenza

    Qua, invece, non era nuvolo e l’ho vista, sai Giosal, la sottile falce di luna con Venere accanto. Erano là, proprio davanti ai miei occhi. Inattese. Le ho viste soltanto perché mi ero affacciata per chiudere le persiane. Così teneramente remote. Ho trattenuto il respiro come se temessi che la mia presenza le facesse sparire. E subito dopo sono sparite, infatti, e si è fatto nuvolo anche qua. Ma io le ho viste!
    (Ciao, Sump. Sono così contenta di ritrovarti!)

    25 Febbraio, 2012 - 23:48
  87. Luigi Accattoli

    Fiorenza e Sump e Syriacus come remiganti su quella luna a barchetta.

    26 Febbraio, 2012 - 0:01
  88. Luigi Accattoli

    Fiorenza ero sicuro che saresti tornata per gli ossimori.

    26 Febbraio, 2012 - 0:01
  89. Luigi Accattoli

    Syriacus quasi nome di stella.

    26 Febbraio, 2012 - 0:04
  90. Stefano (olim Syriacus)

    “Dies Irae, dies illa
    solvet saeclum in favilla:
    teste David cum Sybilla.”

    L’ho cantato,
    oltre che ascoltato, diverse volte.

    “Tuba, mirum spargens sonum
    per sepulcra regionum
    coget omnes ante thronum.

    Mors stupebit et natura,
    cum resurget creatura,
    judicanti responsura.”

    No, non è un qualsiasi “ruggito del coniglio.”

    E’ l’ira dell’Agnello.

    Oggi per ventura (pescando da un cofanetto di cd mentre stiravo) ho
    scoperto una interessantissima composizione di Franz Liszt, che mi ha
    fatto vedere il Dies Irae da molti punti di vista : è la Totentanz, la “danza
    macabra”. Di fatto, alcune variazioni sulla sequenza medievale “Dies
    Irae dies illa”
    . In particolare, ciò che mi ha dischiuso
    un’altra dimensione di quell’ira, e che avrei altrimenti stentato a
    cogliere razionalmente, è stata una delle variazioni in particolare.

    Qui c’è l’opera completa (nella versione per piano e orchestra) :

    http://www.youtube.com/watch?v=7nVmFlSV1ok

    A 4:18 , sino a 5:30 , c’è la Variazione IV , “canonica”, un pò come
    fosse una composizione di Bach tendente allo speculativo. (Ma non è la
    sola del genere.)
    E allora “ho capito” che non sarà un ‘agnello mannaro’ a giudicarci
    giustamente. Ma il Logos stesso.

    26 Febbraio, 2012 - 0:20
  91. Stefano (olim Syriacus)

    Il 22 febbraio u.s. ricorrevano i 50 anni dalla solenne promulgazione della Costituzione Apostolica “Veterum Sapientia”.

    Il “canto del cigno”?

    O il belato dell’agnello condotto al macello?

    Comunque, rimarrà un ossimoro pro multis :

    “Il Papa Buono promulga la Veterum Sapientia.”

    (Tranquilli: ho letto il Melloni al proposito.. Buonanotte. – E Buona Domenica.)

    26 Febbraio, 2012 - 0:35
  92. fiorenza

    Buona Domenica anche da me a Luigi e a tutti. E, sai Luigi, evidentemennte su me ne sai più di me: pensa che io volevo, sì, ritornare, ma perché avevo visto che era tornata la stella Syriacus e perché era tornato il nostro Sump, e, però, erano proprio gli ossimori a trattenermi! Devi sapere che degli ossimori ultimamente non volevo più saperne nulla, tanto mi pareva che il Montale della “Lettera a Malvolio” avesse profetizzato di noi, del nostro tempo… questo tempo del solido magma in cui non puoi distinguere più nulla (“l’amore e l’indecenza stretti in un sol patto”), (“E il distorto era dritto, su ogni altro / derisione e silenzio”), : il tempo dell “ossimoro permanente”, insomma.
    Poi, come vedi, non ho resistito. Perché non è vero che non si può più distinguere nulla da nulla.
    Come brillava, quella sottile falce di luna con Venere accanto, nel cielo buio!

    26 Febbraio, 2012 - 1:03
  93. Stefano (olim Syriacus)

    Ancora un poco sulla V.S.

    Giustamente dopo 50 anni -e trattandosi di lingue classiche- non c’è sul sito della Santa Sede una traduzione italiana della Costituzione Apostolica (tipo Summorum Pontificum che è sullo stesso sito in latino e…ungherese.)

    (Ah, vedo che pure cliccando sull’unica traduzione, l’utente ispanofono si trova rediretto all’home page…
    Forse, sì, hanno preso così sul serio le esortazioni del Beato Giovanni XXIII, che…)

    http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/apost_constitutions/1962/documents/hf_j-xxiii_apc_19620222_veterum-sapientia_lt.html

    Per una traduzione in italiano bisogna andare -le opzioni in rete di una versione integrale non mi paiono molte..- sullo ‘schierato’ :

    http://www.unavox.it/doc05.htm

    (“5. Le piú importanti discipline sacre, come è stato assai spesso ordinato, devono essere insegnate in lingua latina, la quale, come lo dimostra l’esperienza di parecchi secoli, «è stimata la piú adatta a spiegare l’intima e profonda natura delle nozioni e delle forme con assoluta chiarezza e lucidità» (16); tanto piú che essa si è venuta arricchendo di vocaboli appropriati e precisi, adatti a difendere l’integrità della fede cattolica, e non poco adatta recidere ogni vuota verbosità…”

    “6. Poiché la lingua latina è lingua viva della Chiesa, che dev’essere continuamente adattata alle crescenti necessità del linguaggio e arricchita con nuovi e appropriati e convenienti vocaboli, secondo una regola costante, universale e conforme allo spirito dell’antica lingua latina…” )

    “Il latino divenne poi, nei giorni dell’adolescenza e della giovinezza, la mia lingua di studio e anche di uso quotidiano. Ancora oggi non avrei difficoltà a predicare in questa lingua. A Milano, nella Cattedrale, ero solito celebrare in latino nelle grandi festività. Perciò ho visto con rammarico il decadere de latino, anche nel mondo ecclesiastico, e i vani sforzi per farlo rivivere, tra cui quello ardente e un po’ ingenuo di Papa Giovanni, che considerava la sua enciclica Veterum Sapientia per la promozione della lingua latina nella Chiesa uno dei tre atti fondamentali del suo ministero di Papa, insieme con il Concilio Vaticano II e il Sinodo Romano.”

    (Cardinale Carlo Maria Martini s.J. , “Amo il latino, però…” – dal «Il Sole 24 Ore» , Domenica 29 luglio 2007, p. 31)

    [Curiosamente, per una svista il Martini scrisse “enciclica”, e non “costituzione apostolica”. Che è un’altra cosa. E’ altrettanto curioso notare come diversi detrattori del motu proprio Summorum Pontificum, nello stesso 2007 abbiano insistito sul fatto che “S.P. non è mica una Costituzione Apostolica!”.. ]

    MCMLXXII : http://www.unavoceitalia.org/wordpress/2012/02/23/veterum-sapientia/

    26 Febbraio, 2012 - 1:18
  94. Ciao, Fiorenza

    26 Febbraio, 2012 - 8:10
  95. fiorenza

    Ciao, Nico.

    26 Febbraio, 2012 - 9:26
  96. fiorenza

    No, ” non sarà un ‘agnello mannaro’ a giudicarci giustamente. Ma il Logos stesso”, dice Syr. E il suo Volto, il suo inconfondibile Volto, ci spiegavano un tempo, apparirà come il volto dell’ira a chi ha scelto il male; apparirà come il volto della mitezza a chi, anche solo all’ultimo istante, ha scelto il bene. Lo stesso, unico Volto. Quello della Verità, dell’ Amore. E’ nell’era dell'”ossimoro permanente”, dove male e bene non sono più opposti, dove non ci si muove più liberamente nello spazio che si estende tra gli estremi ma si resta invischiati nella con-fusione, nel generale dis-valore, nel caotico che annienta le differenze, è nel nostro oggi che non se ne parla nemmeno più, dell'”ira dell’Agnello”.

    26 Febbraio, 2012 - 9:48
  97. fiorenza

    Il verso che intendevo citare in realtà suona così :” l’onore e l’indecenza stretti in un solo patto”. Non, come io invece ho scritto: “l’amore (bel lapsus! Deve essere stata quella stellina Venere a suggestionarmi) e l’indecenza stretti in un sol patto”.

    26 Febbraio, 2012 - 9:56
  98. Mabuhay

    “…you, to whom darkness is as clear as noonday…”

    26 Febbraio, 2012 - 13:58
  99. Sumpontcura

    Ciao Luigi, ciao tutti.
    Non intendevo (ri)diventare stanziale, volevo solo fare un saluto.
    Baci e affettuosità varie
    Giuseppe

    26 Febbraio, 2012 - 16:26
  100. fiorenza

    “Stanziale”, no, nessuno di noi lo è, Sumpontcura! Siamo tutti quanti, come diceva ieri Giosal, “i pastori erranti del Blog”.

    26 Febbraio, 2012 - 16:52
  101. Stefano (olim Syriacus)

    Per sdebitarmi (non lo sapevo mica, della -tripla.. con anche Giove di mezzo- congiunzione, ieri) con Giosal :

    http://www.youtube.com/watch?v=k988oj424gQ

    (La musica è di una contemporanea pianista-autrice slovena che non conoscevo.)

    26 Febbraio, 2012 - 18:59
  102. Stefano (olim Syriacus)

    Sì, il cielo oggi è terso qui. Appena visto alzando lo sguardo verso ovest un triangolone scaleno ma idealizzabile in un rettangolo con cateto maggiore Luna-Venere, minore Luna-Giove, e lunghissima ipotenusa Giove-Venere. E in più quella luce nel buio-bleu che non sai più se è la citta e la sua Lanterna, il residuo crepuscolo o la Luna (falciformissima) stessa..

    Bellissimo.

    26 Febbraio, 2012 - 19:17
  103. giosal

    Syriacus – di nuovo grazie per la tua ricerca- e Fiorenza. Vidi per la prima volta la congiunzione Luna-Venere quando ero ancora giovane. E mi lasciò senza parola. Da allora vi ho posto attenzione, sempre provando le stesse sensazioni.
    Ieri sera non ho potuto vederla per le nuvole sopra la Versilia. Stasera sì, si vede bene. E lo stupore è arricchito dalla presenza di Giove.
    Buona domenica sera- Giorgio Salvatori

    26 Febbraio, 2012 - 19:52
  104. fiorenza

    Da “Risvegli” di G. Ungaretti (1916)

    E la creatura
    atterrita
    sbarra gli occhi
    e accoglie gocciole di stelle

    27 Febbraio, 2012 - 20:52
  105. fiorenza

    Infine
    di Giovanni Casoli

    Un tumore un infarto un declino
    e andremo alla radice dei tramonti,
    saliremo alla fonte delle stelle.
    Dal chiuso della morte come nuove
    acque scaturiremo a un nuovo sole
    in nuovi cieli e terre tolta
    ogni lacrima. Ritrovata
    la nostra infanzia finalmente avremo
    pietà di noi, permetteremo
    a Dio di perdonarci.

    28 Febbraio, 2012 - 0:44
  106. giosal

    Fiorenza: “.. gocciole di stelle., …Ritrovata
    la nostra infanzia finalmente avremo
    pietà di noi, permetteremo
    a Dio di perdonarci”.

    Dal come ti esprimi in generale, traspare l’amore profondo per la poesia, come di Syriacus per la musica.
    Oltre gli ossimori, alla ricerca della bellezza…

    Un caro saluto

    28 Febbraio, 2012 - 10:39
  107. […] Paolo non ha le parole e allora azzarda l’annuncio del corpo spirituale. Dopo l’ira dell’Agnello e la felice colpa questo è il terzo ossimoro che mi fa lieto. Nel primo commento riporto il brano […]

    8 Marzo, 2012 - 13:15

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