Il blog di Luigi Accattoli Posts

La barbona che è con noi da Natale – in via di Santa Maria Maggiore, tra l’incrocio con via Urbana e quello con via Cavour – ha una benefattrice che la rifornisce di capi di abbigliamento e una volta alla settimana la porta a fare la spesa nelle botteghe del quartiere. La benefattrice qui nessuno la conosce e si dice che venga da fuori. Va dalla sua amica e le dice “andiamo”. La barbona la segue bofonchiando. Nessuno la capisce ma la benefattrice, che forse la conosceva quando la sua parola era più chiara, le parla camminando. Lei non ha il permesso di entrare nelle botteghe e aspetta fuori che l’altra esca con le buste. Ma intanto non tace e dice una parola per volta, chissà quale, agitando il braccio. Indica un prosciutto o una bottiglia o forse fa un discorso solo suo, per sfogare l’emozione. La benefattrice non si limita all’essenziale e le prende anche una bottiglia di cognac e qualche pacchetto di sigarette. La barbona resta in agitazione e lancia sguardi in tutte le direzioni finchè non vede nella busta questi generi di conforto che le sono essenziali. Quando arrivano si fa una sorsata, accende una sigaretta e completa il giro tranquilla come una scolaretta.

Quando si tratta di andare a letto non c’è differenza tra un poeta un prete o addirittura un comunista”, così parla la zia della Cucinotta nel film “Il Postino” (1994).

Anche un tatuaggio può essere una preghiera pubblica. Lo sono stati quelli che Nicola Bommarito – un ragazzo di Macerata morto per overdose a 27 anni nel giugno del 2009 – si era fatto tracciare sulle braccia e sulle spalle lungo l’ultimo anno di vita. Lo attestano il papà Giuseppe e la fidanzata Francesca da me incontrati e intervistati. Puoi leggere l’insolita vicenda nel capitolo 20 PREGHIERA PUBBLICA della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto. Dedico la storia a quanti – come me – si meravigliano vedendo sulle spiagge, in questi giorni, tanti giovani corpi tatuati con segni incomprensibili.

Il continuo passaggio di turisti irrita la nostra barbona. Lei grida in francese e due ragazzi francesi tornano indietro a parlarle. E’ stesa di traverso sul marciapiede, Marboro e Peroni tra le mani. I due si chinano ma non intendono. La ragazza prende dal marsupio degli spicci e lei fa di no due volte con la mano della bottiglia spruzzando schiuma. Il ragazzo ci riprova dopo aver cercato dalle tasche altre monete e averle sommate a quelle della ragazza. “No!” grida la barbona esaperata alzando la testa dalle lastre del marciapiede. I due si guardano, si raddrizzano e se ne vanno.

La redazione di MissiOnLine.org mi segnala l’ingresso di un giovane dello Sri Lanka nella Comunità di Bose: si chiama Nimal Kurukulasuriya, è medico e in comunità si occupa di ceramica. Fa la “professione monastica definitiva” durante la veglia per la festa della Trasfigurazione del Signore che è un poco la celebrazione “patronale” della Comunità. La fa insieme a due ragazze italiane, Francesca Adami ed Elisa Zamboni. Una mia figlia, amica di Elisa, è lassù per l’occasione. Mando un abbraccio a Nimal, a Francesca e ad Elisa. [Segue nel primo commento]

Per i familiari di colui che ha ucciso i miei cari, perché possano trovare l’amore e la solidarietà del Signore e di tutti noi – preghiamo“: è un’intenzione di una “preghiera dei fedeli” del marzo del 1984 in cui Romolo Rampini, allora giovane universitario, offriva il perdono a colui che gli aveva sterminato la famiglia. Ho rintracciato Romolo e la preghiera di allora, ho parlato con il vescovo Chiarinelli che celebrò quell’Eucarestia e racconto tutto nel capitolo 3 IL PERDONO AGLI UCCISORI DEI PARENTI, paragrago “d” OMICIDI COMUNI della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto.

Torna Roberto Baggio come direttore della scuola tecnica della Federcalcio e io – che non so che sia quella scuola – sono contento. Non so di calcio. Ho visto qualche partita negli anni per fare compagnia ai figli e a nessun giocatore mi sono attaccato se non a Baggio. Si dà poi il caso che il mio cantante sia Lucio Dalla e che Lucio abbia dedicato a Codino la canzone “Baggio Baggio”. Mi sento dunque autorizzato a sragionare come un tifoso perso e dedico ai visitatori questi sette versi della canzone di Dalla, segnalando che la chiave con cui li apro è nelle parole “c’è un qualcosa e non sappiamo cos’è“:

L’onda monta il mare senza sponda
cresce, aumenta, il cuore ti si gonfia
chiama, grida, nessuno è sulla riva
il cielo è nero e tu sei lì da solo
dentro di te o a un metro più avanti di te
c’è un qualcosa e non sappiamo cos’è, cos’è
è l’anima.

«Ogni volta che vado a Bologna, mi fermo per una preghiera davanti alla lapide con i nomi dei caduti e penso che ci sarebbe potuto essere il mio. Perché gli altri sono stati presi e io lasciato? Me lo sono chiesto a lungo. Quel che è certo, è che Dio non spara nel mucchio come fanno i terroristi: c’è una logica che Lui solo conosce. Quando capisci che la vita ti è donata, non puoi che iniziare a prenderla sul serio e donarla a tua volta»: parole di Carlo Dionedi ad Avvenire del 31 luglio a p. 13: “Tra quelle macerie ho ritrovato la fede”. Al tempo della bomba Carlo, piacentino, aveva 21 anni. Nel 1988 ha sposato Lorena e oggi è papà di otto figli naturali e di uno in affido. La sua storia è adatta a questo giorno.

«Se correttamente intesa, la castità si rivela inscritta nella struttura stessa del desiderio come la virtù che regola la vita sessuale rendendola capace del Bell’amore. Casto è l’uomo che sa ‘tenere in ordine’ il proprio io. Lo libera da un erotismo apertamente rivendicato e vissuto, fin dall’adolescenza, in forme sempre più contrattuali e senza pudore»: sono parole del patrriarca Angelo Scola, che commento nel sito Vino Nuovo, confrontandole ad altre del cardinale Martini sullo stesso argomento.

Non serve a nulla lo so – ed è troppo facile così da lontano e quasi dall’altra parte – ma sto con Fini e lo voglio dire. Altrimenti a che serve un blog? Che qualcuno dissenta da Cesare, anche a Palazzo, mi pare il minimo. Sento che molti temono il conflitto istituzionale e su questo non so che dire ma oscuramente avverto che un certo tasso di conflitto sia salutare per una democrazia. Ne verrà un agosto agitato? Sempre meglio che addormentato.