Il blog di Luigi Accattoli Posts

È venuto il cappellano e ho avuto di nuovo la Comunione. Ora me ne sto abbracciato al mio Signore come il bambino alla mamma che l’ha appena allattato.

Leggete con me il Salmo 131 – detto della fiducia del bambino, o dell’abbandono in Dio. Nei commenti il testo del Salmo e una mia nota.

È un quadro relativamente stabile ma con elementi sia positivi sia negativi in evoluzione. Ci vorranno molti piccoli passi per uscirne. Mascherina di ossigeno costante. La può togliere solo per mangiare e andare in bagno: così ha parlato una dottoressa stamattina e io non avevo fiato per domandare. Con l’amico latinista stasera abbiamo fatto il Nunc Dimittis. Che è la preghiera del la sera e del Congedo “secondo la tua parola”. Al Nunc Dimittis parlavo meglio di quando ero con la dottoressa.

Non ho aggiornamenti clinici. Credo di stare meglio ma non sono sicuro che sia vero. Con un nuovo compagno di camera (siamo quattro) che ha buona memoria del latino studiato nel ginnasio, preghiamo in latino scegliendo i testi che lui meglio ricorda: oggi abbiamo fatto il Dies Irae e il Sub Tuum Praesidium. Sono lieto del dono di questo compagno.

La prima giornata al Sangiovanni ha due novità: una prevista e l’altra grande e inaspettata. Quella prevista è il ritorno dei parametri di saturazione a livelli accettabili, dopo la caduta di ieri. L’ossigeno ospedaliero è più efficace di quello della bombola da comodino e anche la sua rilevazione strumentale qui è meglio attrezzata. – L’altra novità, quella del Signore che è venuto a me, la dico nel primo commento.

La situazione è stazionaria e i medici mostrano ottimismo: se i valori della febbre e della saturazione resteranno buoni – come lo sono da più giorni – andremo presto a qualche miglioramento. Data la mia età, la prudenza spinge i medici a mettere in conto crisi respiratorie, che per fortuna fino a oggi non ho avuto. Hanno dunque prescritto la disponibilità dell’ossigeno e la bombola è arrivata ieri e troneggia accanto al comodino. A domani.

Direi che oggi è tutto come ieri: solo più stanco e con meno fiato. Dicono i medici che non mi devo impressionare perchè abitualmente questo è il periodo più tribolato e dunque dovrei andare a un miglioramento. Lo spero proprio perché al momento sono un vecchio elefante soffiante. Buonanotte.

Ho fatto oggi la tac. Il referto è incomprensibile per me e suppongo per la maggioranza dei visitatori. Però il radiologo ha così chiarito a voce la faccenda: si evidenzia un inizio di polmonite da Covid, con diffusione medio-bassa, che al momento si può curare da casa – se peggiorasse mi ricovererebbero forse allo Spallanzani – il posto c’è ma quelli come me per ora non li prendono. Prendono chi ha una diffusione del 60% mentre io l’avrei solo del 20%. Ho detto.

Non va meglio di ieri: forse sono meno spossato e l’iniezione di eparina è andata liscia; ma è tornata a salire la febbre e i medici amici vorrebbero farmi fare la tac. Hanno però appurato dai loro colleghi che lavorano nei vari ospedali che con i parametri attuali di febbre e saturimetro anche se andassi al Pronto soccorso non me la farebbero, avendo toppa ressa. La fanno solo, pare, a chi è in crisi respiratoria e io al momento non lo sono. Si vedrà domani, magari cercando una possibilità di farla in privato, ma anche questo pare sia arduo. Occorre esercitare la pazienza, che del resto mi pare di avere esercitato lungo gli anni e i decenni.

Il terzo bollettino Covid è di poco contenuto: dice solo che sono stanco. Per fortuna non ho da raccontare, ma anche se ci fosse buona materia non potrei farlo a motivo della stanchezza che dicevo. Facendo da solo la iniezione di eparina, che gli altri giorni risultava operazione spedita, stamane giravo su me stesso come il gatto nel gomitolo e non sapevo se andavo avanti o indietro. Spero di dirvi domani che la stanchezza è passata. O che almeno si è ridotta.