Paolo VI non sapeva dove tenere le mani

Partecipo – quasi per caso – a una riunione di esperti in liturgie papali e sento questo bel racconto di come ebbe inizio, con Paolo VI, l’uso della “croce astile” nelle celebrazioni. Papa Montini fu il primo papa, non so da quanti secoli, a celebrare con il popolo: prima di lui i papi – compreso Giovanni XXIII – in San Pietro e altrove assistevano alle celebrazioni ma non celebravano. Celebravano solo in privato. Paolo VI che firmò i documenti conciliari con il titolo di “vescovo di Roma” volle anche celebrare con il popolo come fanno i vescovi diocesani. Ma celebrando “non sapeva dove tenere le mani”, perché da arcivescovo di Milano aveva il “pastorale” ma i papi – l’avvertirono i cerimonieri – non hanno mai avuto il pastorale e la “croce papale”, quella con tre bracci, veniva usata solo per aprire la “porta santa” dei giubilei, o per la proclamazione dei dogmi. Egli dunque li incoraggiò a offrirgli una croce astile, cioè con l’asta come il pastorale ma senza i tre bracci tanto impegnativi. Ecco come è nata la croce a cui si aggrappava tremante negli ultimi tempi, che fu poi raccolta con timore e tremore da papa Lucani,  che papa Wojtyla brandiva i primi tempi con il piglio del missionario del mondo e che oggi papa Ratzinger impugna con mite fermezza.

23 Comments

  1. Grazie per questo racconto. E’ bello vedere come il Papa si appoggia a quella Croce, come la porta e come, spesso, da essa viene portato come in un misterioso e continuo scambio. Segno visibile della loro missione, che ha in Lui origine e fine.

    22 Settembre, 2007 - 10:51
  2. Syriacus

    “Solo in privato” , fino Pio XII.
    Giovanni XXIII fece invece spolverare a Mons. Dante libri liturgici antichissimi e ormai quasi dimenticati, che fornivano le rubriche per la celebrazione di una Messa Papale:

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/9/90/PapalMass1.JPG

    (Pontifical High Mass by Pope John XXIII in St Peter’s Basilica, Vatican City, Rome. Picture probably taken in 1962, at the beginning of the Second Vatican Council. Note the papal tiaras and the assistance of Eastern rite clergy.)

    22 Settembre, 2007 - 12:52
  3. Syriacus

    Papa Giovanni XXIII come non lo avete (forse) mai visto: pontificando non solo (già cosa, come netto, rarissima prima di lui) nel rito latino romano, ma…

    http://i8.photobucket.com/albums/a11/inquisitorgeneralis/J23Eastern.jpg

    celebrando la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo.

    Papa Roncalli , al di là del ruolo di “capo-rito”…, ma di Pastore Universale.

    22 Settembre, 2007 - 13:01
  4. Syriacus

    [L’immagine sopra, come direbbero gli inglesi, “speaks volumes” -la dice lunga- circa quel tipo di ‘contentezza’ che recentemente Alessio II ha espresso -con un certo understatement..- al nostro Andrea Tornielli.

    -By the way- Recentemente, il Cardinale Cileno, ed ex-presidente del CELAM, Errazuriz Ossa ha elogiato Summorum Pontificum per la sua apertura verso i…Cattolici Cinesi: http://www.catholicnewsagency.com/new.php?n=10367

    (…Un’altra mia ‘ profezia di Cassandra’ vaticinata a luglio su questo forum…) ]

    22 Settembre, 2007 - 13:10
  5. Syriacus

    CHIEDO VENIA, MEA CULPA: non parlò il Cardinale Errazuriz Ossa, di Santiago, ma il molto più giovane, e parimenti cileno Mons. Juan Ignacio González Errázuriz : http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bgoer.html , cinquentunenne Vescovo di San Bernardo (suffraganea di Santiago del Cile ) , già sacerdote dell’Opus Dei .

    22 Settembre, 2007 - 13:18
  6. Syriacus

    (Nota curiosa: questo mons. Gonzalez Errazuriz è stato consacrato vescovo da…l’Arcivescovo di Santiago Card. Errazuriz Ossa, e il vescovo di un’altra suffraganea , Mons. Gonzalez Cruchaga: facendo due più due, sa molto di una ‘dinasty’ sacerdotale à la Borromeo…:)

    22 Settembre, 2007 - 13:22
  7. Syriacus

    Luigi giustamente ha scritto che i Sommi Pontefici piuttosto assistevano alle celebrazioni eucaristiche.
    Ebbene, nella seguente immagine, ecco una celebrazione in Rito Ambrosiano Tradizionale ‘coram pontifice’ (il Beato Giovanni XXIII) da parte del Servo di Dio Giovanni Battista Montini, Cardinale Arcivescovo di Milano: dihttp://thenewliturgicalmovement.blogspot.com/2007/03/picture-of-ambrosian-rite-in-present-of.html

    (Si noti che il futuro Paolo VI non celebra all’altare della Confessione, dando così ”le spalle al Pontefice’ . Il quale non sembra per niente offeso della cosa. Roncalli probabilmente capiva che Montini (anche se dopotutto fortuitamente ‘versus populum) stava celebrando ‘versus Deum’. Punto e basta. )

    22 Settembre, 2007 - 13:30
  8. grande paolo VI… grazie per l’informazione interessante che non fa altro che far crescere l stima che ho nei confronti del grande, ma ancora poco conosciuto Paolo VI. mi chiedo a quando la sua beatificazione…

    22 Settembre, 2007 - 17:13
  9. Luigi Accattoli

    Benvenuto a Diogneto: è notevole avere un visitatore che si dà questo nome!

    A Syriacus: spunti di grande interesse in quelle foto e didascalie. Sono fuori Roma e non ho facilità per approfondire come vorrei, ma prometto di farlo. Di certo posso dire subito che quella celebrazione all’altare della Confessione non può essere stata ad apertura del Concilio, perchè quel giorno celebrante fu il cardinale Tisserrant. Ma siamo sicuri che quello è Giovanni XXIII? Benchè visto di spalle, il fisico non sembra il suo. Chiederò lume agli amici più competenti cui mi riferivo nel post, ma se lei sa mi illumini… Luigi

    22 Settembre, 2007 - 21:15
  10. Syriacus

    Mah, penso che “at the beginning of the Council” significhi più semplicemente non una data certa, ma la Prima Sessione, essendo comunque sottinteso il fatto che poi (Papa Roncalli morì nel giugno ’63) la magna pars dell’Assise si sia svolta sotto la guida di Paolo VI .

    (Spero frattanto di reperire ulteriori infortmazioni.)

    22 Settembre, 2007 - 21:26
  11. Leonardo

    Le due foto, per quanto graziose, suggeriscono una riflessione: oggi, giustamente, lamentiamo che certi aspetti dell’attuale modo di celebrare lla messa distraggano dalla centralità del sacrificio di Cristo e concentrino l’attenzione sul sacerdote-performer … allora però non è che le cose stessero poi tanto meglio, almeno in quel genere di celebrazioni alla presenza del papa. Quella presenza incombente, su un trono più alto dell’altare, di un papa-spettatore che pare lui il vero centro di tutto il rito, lascia davvero perplessi … mi fa venire in mente quello che lessi una volta nella didascalia di una stampa di primo Ottocento che presentava la processione del Corpus Domini pressappoco così: «la Santità di Nostro Signore» (cioè il papa!) «porta il Venerabile» (Gesù nel sacramento eucaristico!) ecc.

    22 Settembre, 2007 - 22:21
  12. Syriacus

    Una spiegazione dello stato dell’arte della Messa papale fino a Pio XII ; da : Archdale A. King’s Liturgy of the Roman Church (Bruce: Milwaukee, 1957):

    Appendix I
    SOLEMN PAPAL MASS

    http://perso.orange.fr/civitas.dei/PapalMass.htm

    23 Settembre, 2007 - 0:29
  13. Francesco73

    La croce astile è bellissima, è un richiamo immediato al senso più profondo del ministero universale del Vescovo di Roma, la compenetrazione totale nel Cristo crocifisso.
    Anche per la mia età, le immagini che mi sono più impresse sono quelle di Giovanni Paolo II che – alla proclamazione del Vangelo – praticamente ci si aggrappava. Anche quando stava bene, appoggiava il suo volto sulla croce, ne afferrava i piccoli bracci con le mani, con quell’intensità e quella capacità di trasfigurarsi che sono uno dei suoi segni più potenti.
    Occorre essere grati quindi alla memoria di Montini che ha introdotto questo importante “strumento” liturgico.

    23 Settembre, 2007 - 17:05
  14. Syriacus

    Ecco una delle occasioni nelle quali, a mio avviso (ma ve ne sarebbero centinaia, migliaia…) la ‘croce astile’ tramandata da Paolo VI a Giovanni Paolo II è entrata in maniera più indelebile nella memoria collettiva:

    http://www.youtube.com/watch?v=LXif6Wwr5DU

    23 Settembre, 2007 - 17:19
  15. Syriacus

    L’Opera Romana Pellegrinaggi in partenza per il Polo Nord
    Comunicato Stampa del 29 marzo 2001

    Alla vigilia della partenza Mons. Andreatta ha rilasciato la seguente dichiarazione:

    “Partiamo per questa impresa per saldare tre conti con la storia: 1) Completare il percorso interrotto del Duca degli Abbruzzi verso il Polo Nord, 2) Esaudire il desiderio del sacerdote Achille Ratti di celebrare l’Eucaristia al Polo (all’ultimo momento non poté partire con la spedizione del Duca degli Abbruzzi), 3) Esaudire il secondo desiderio di Achille Ratti, divenuto Papa Pio XI, di portare al Polo Nord una Croce…

    http://www.orponline.org/Objects/Pagina.asp?ID=83

    23 Settembre, 2007 - 17:28
  16. Luigi Accattoli

    Dal Duque de Gandia ricevo questo messaggio:
    Signor Accattoli, leggendo il suo pregevole blog mi sono imbattuto nelle sue perplessità sulla foto che ritrae la messa in rito ambrosiano celebrata su un altare mobile dal cardinale Montini nella Basilica vaticana in faccia al Concilio schierato. Quello sotto il baldacchino del Bernini deve essere per forza papa Giovanni che quel giorno 4 novembre 1963 festa di san Carlo Borromeo festeggiava il quinto anniversario della proria “incoronazione”. Era stato prorio il neoeletto papa Roncalli a decretare che la propria cerimonia d’incoronazione avvenisse nelle festa del santo arcivescovo di cui era devoto ed anche studioso dal punto di vista storico ( ed inoltre all’epoca in Italia il 4 novembre era anche festività civile: la festa della vittoria). Inoltre era usanza che ogni anno l’anniversario dell’incoronazione venisse celebrato da una cappella papale con una messa celebrata dal primo cardinale creato dal novello papa. Non è senza questo calcolo che Giovanni XXIII decretò sua prima creatura il Montini, arcivescovo di Milano e successore del Borromeo. Il cardinal Montini pertanto per quattro anni di seguito il 4 novembre “pontifico” alla presenza di papa Giovanni. Ed inoltre diffussasi già tra i padri conciliari l’indiscrezione del cancro che aveva colpito papa Roncalli si dice che fece molta impressione quel passaggio dell’omelia pontificia in cui si lodava l’opera dell’arcivescovo di Milano che seppe portare a termine il concilio… ovviamente l’arcivescovo in questione era Borromeo e il concilio in questione era quello di Trento:). Quell’ultimo quattro novembre, dovendosi celebrare di fronte all’assise ecumenica papa Giovanni decretò che la messa fosse non in rito romano ma in rito ambrosiano. Durante il concilio infatti ci furono oltre a tutti i riti bizantini anche tutta una carrellata dei riti latini come ad esempio il rito domenicano, il rito di Braga e una versione del rito romano ma non in latino ma in slavo antico che si celebrava in alcune diocesi della Croazia… come ho potuto desumere dalla lettura del libro “Diario del Concilio” di monsignor Neophytos Edelby (1920-1995) vescovo cattolico arabo di rito bizantino

    “Lunedì 12 novembre 1962. – Oggi, a San Pietro, 17a congregazione generale del Concilio. Gradevole sospresa: la messa è celebrata in rito romano, ma in lingua paleoslava (glagolitica) secondo l’uso secolare ancora mantenuto in sette diocesi di Croazia (in Jugoslavia). I canti erano eseguiti dal collegio russo di Roma. Questo ha fatto un’impressione enorme nei padri del Concilio. Perché è un mese che i fanatici del latino-lingua liturigica si sforzano di dimostrare ai padri del Concilio che se si adottassero nel rito romano le lingue vive, l’unità della Chiesa cattolica pericliterebbe, i dogmi sarebbero in pericolo, ecc…. “Peraltro – mi confida il mio vicino mons. Ursi, arcivescovo italiano – la Chiesa romana stessa, attraverso uno dei suoi prelati jugoslavi, ha appena dimostrato il contrario. Ecco, mi dice, una messa di rito romano al cento per cento celebrata al cento per cento in una lingua altra dal latino, a conoscenza della Santa Sede che stampa a sue spese il messale paeloslavo. Ma l’unità della Chiesa non è stata spezzata; i dogmi non hanno corso alcun pericolo; l’ostia è stata consacrata, e i canti sono molto belli. Quello che si è appena fatto davanti a noi in paleoslavo, perché non lo si potrebbe fare in italiano, affinchè il povero popolo vi capisca qualcosa? La gente deve farsi beffe di noi, quando ci sente discutere molto seriamente per sapere se si autorizzerà la lettura dell’epistola o del Vangelo in un’altra lingua dal latino”. Il mio vicino è sovraccitato. E’ uno dei rari vescovi tra gli italiani e gli americani a essere a favore dell’adozione delle lingue vive nella liturgia. Io gli spiego: “Voi sapete inoltre, monsignore, che i fratelli Cirillo e Metodio, che hanno adottato per i moravi il rito romano ma in lingua viva, sono stati inviati in missione da Fozio. Colui che voi considerate come il padre dello scisma bizantino è così il grande apostolo degli slavi. Fu anche un grande teologo, un uomo di Dio, pio e disinteressato. D’altronde è morto in unione con Roma…”. Il mio vicino non si capacitava. Alza le braccia al cielo e mi dice: “Occorreva dunque che un uomo pio di questo genere fosse coinvolto in uno scisma che ancora divide la Chiesa. Oh! I disegni della Provvidenza!”, conclude.”
    Cordialità.
    (PS: anch’io mi permetto di sorridere dei corsi e ricorsi storici delle diatribe liturgiche)
    Francesco

    23 Settembre, 2007 - 20:17
  17. Luigi Accattoli

    Al Duque de Gandia – ovvero Francesco: lei avrà pazienza se faccio qualche difficoltà a individuarla, con tutti i nomi e gli pseudonhimi di quanti mi scrivono rischio di diventare matto. Qualche difficoltà trovo poi anche nell’interpretare il suo messaggio, per più versi stimolante. Lei parla del 4 novembre 1963 e lo individua come “quinto anniversario” dell’incoronazione di papa Roncalli: ma a quella data Giovanni XXIII era già morto e di anniversari dell’incoronazione ne aveva celebrati solo quattro (1959-1962). Poi dice che quello sotto il baldacchino doveva essere per forza papa Giovanni ecc. ma probabilmente si riferisce a una foto diversa da quella di cui io trattavo, quando sollevavo dubbi sulla possibilità che quel celebrante relativamente asciutto e ben portante potesse essere il Roncalli degli ultimi mesi, che aveva un fisico assai diverso. Poi lei dice che quel giorno a celebrare fu Montini in rito ambrosiano e – dunque – come potrebbe essere Roncalli ad alzare l’ostia se quel giorno celebrava il cardinale Montini? – Non ci faccia caso, sono pignolerie da vaticanista in vacanza (ma rilavoro domani). E grazie delle cose sapide che ha fatto osservare e riportato con la lunga citazione. Luigi

    23 Settembre, 2007 - 20:27
  18. Domenico

    Su YouTube qualcuno
    http://www.youtube.com/profile_videos?user=Brunothelabrador&p=r
    ha pubblicato tutta la cerimonia di incoronazione di Giovani XXIII (4 nov 1958). In
    http://www.youtube.com/watch?v=qTmHIguIKBw
    si tova il primo dei 25 spezzoni, e rappresenta la faraonica (stante i flabelli) processione che scende dalla Scala Regia, con la Corte Pontificia nel massimo fasto. C’era allora anche una Corte laica: si noterà l’uomo in nero alla destra del papa in trono, era l’Assistente al Soglio, ed era un appartenente alla casa dei Colonna. E’ da vedere lo spezzone ‘Canone’ dove all’elevazione la Guardia Nobile si inginocchia con le spade sguainate e le trombe d’argento suonano in sottofondo. Il diacono e il suddiacono erano cardinali, come gli assistenti al trono. L’assistente in piviale era il card. Tisserand, Decano del Sacro Collegio, che regge il messale al Papa.
    Questi spezzoni mostrano il fasto della più grandiosa celebrazione cattolica dei tempi andati: la Cappella Papale, dove il Papa celebrava presente il popolo, almeno formalmente tramite la sua corte; il vangelo veniva cantato prima in latino poi in greco; l’elevazione era caratteristica con il Papa che mostra l’ostia e il calice in ogni direzione mentre la comunione gli veniva portata dal diacono mentre egli era in piedi sul trono. Da vedere. E da sentire: se non vado errato la Cappella Sistina canta la Missa Papae Marcelli di Palestrina.
    A me tuttavia non ha fatto una bella impressione: mi sembra un gran caos che il bravo mons. Dante non riesce sempre a controllare, perchè non saranno state fatte prove e quindi c’è un grande agitarsi di cerimonieri che spingono o tirano la gente in qua e in la. C’è un gran brusio ma su tutto emerge il visibile raccoglimento del Papa.
    Anche mons. Michele Pellegrino non lasciò un bel commento sull’evento.
    L’ultima volta di una simile cerimonia fu l’incoronazione di Paolo VI, che avvenne in piazza S. Pietro nel pomeriggio del 29 giugno 1963.
    Se ne vede qualche immagine in
    http://www.youtube.com/watch?v=TUbLQPdXnGc
    Certamente analoga solenne celebrazione avveniva almeno a Pasqua. Ma ogni tanto il Papa consacrava vescovi e questa cerimonia era certamente seconda solo alla incoronazione.
    Invece la celebrazione della Messa alla presenza del Papa era una abitudine più da corte, che però si ripeteva anche coi vescovi ed illustri prelati. Essendo stato chierichetto prima della riforma liturgica, me ne ricordo: il prelato addirittura diceva le preghiere preparatorie ai piedi dell’altare (Introibo ad altare Dei ecc.).
    Le più sobrie celebrazioni di inizio del pontificato in uso attualmente hanno secondo me il loro pregio, quello che sovente viene meno è il canto e qualche volta i fantasiosi paramenti. Di certo farebbero ridere le parole dell’incoronazione dette in italiano: per fortuna in latino pochi le capivano.

    24 Settembre, 2007 - 19:37

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