Parabola del carcerato e della sua donna

C’è una donna milanese di trent’anni con tre figli piccini e un compagno che è finito in carcere per droga a Singapore. Il poveretto è abbandonato dalla sua famiglia per la comprovata attitudine a mettersi nei guai e in quel carcere potrebbe restarci anche dieci anni. Lei prende su i tre figli e si stabilisce a Singapore, parla lingue che non conosce, attraversa la città due volte al giorno con i piccini intorno, cucina per lui e i suoi compagni, lavora di notte per comprare i cibi da cuocere, elemosina via posta elettronica dagli amici per pagare l’avvocato. Così va avanti da mesi. Da quando so la sua storia me la ripeto ogni giorno come una parabola evangelica.

15 Comments

  1. Questa storia fa riflettere e la ringrazio per avercela proposta, diventerà per lo meno un’intenzione di preghiera in più.

    Mi permetto di usare questo piccolo spazio anche per una domanda: da cattolici davvero niente da dire sull'”inchiesta” di Repubblica di ieri?

    29 Settembre, 2007 - 14:31
  2. Leonardo

    Quale inchiesta?

    29 Settembre, 2007 - 15:03
  3. Giacomo Zaccherini

    Luisa, per favore legga il 32° commento al post sulla vicenda micromega…

    29 Settembre, 2007 - 15:46
  4. Sandro

    Luisa segnala un sito con un “inchiesta” di Repubblica, ma io, sul quel sito, ho letto il commento del card. Martini: quello sì che è da leggere e meditare….

    29 Settembre, 2007 - 16:09
  5. Luisa

    A Sandro, ho citato il sito di Raffaella ,che è uno dei siti più seri e documentati e chi è interessato all`”inchiesta” 😉 di “Repubblica ” troverà una nutrita rassegna stampa.

    Effettivamente Raffaella riporta anche l`articolo del cardinal Martini che lancia il suo libro prossimo ad uscire.

    Osservo che il cardinale sceglie lo stesso giornale che il giorno precedente da ampio spazio ad un`operazione anti-Vaticano-Chiesa.

    29 Settembre, 2007 - 17:05
  6. A Gonzalo: non credo che noi cattolici dovremo sempre stare dietro a vedere e a rispondere a chi parla male di noi.

    Detto questo, l’inchiesta di Repubblica dice varie cose vere o verosimili ma le monta insieme in modo piuttosto perverso. E ovviamente l’idea-base che la Chiesa sia un “costo” per la società italiana è una cosa che non sta in cielo né in terra. Ho sempre stimato Maltese come giornalista ma pensavo che avesse un’idea più chiara di quelli che sono i veri problemi dell’Italia.

    29 Settembre, 2007 - 18:11
  7. Leonardo

    Se non stimi più Maltese fai benissimo

    29 Settembre, 2007 - 18:15
  8. Luigi Accattoli

    Da Pasquale Vilardi ricevo questo messaggio:
    Sempre in attesa di attivare un collegamento diretto, mi domando come mai la Chiesa italiana non abbia espresso una qualche posizione di sgomento e ferma condanna sulla feroce represine in Birmania ( o mi è sfuggito). Forse perchè sono “soltanto” buddhisti? Voglio sperare che lo faccia al più presto. Segnalo a te e atutti i condomini del Blog di vdere il film di Ken Loach ” In questo mondo libero”. E’ bello, attuale e terribile. Buona notte, Pasquale

    29 Settembre, 2007 - 20:27
  9. Luigi Accattoli

    La Chiesa italiana – è vero – non ha detto nulla. Forse domani parlerà il papa, io lo spero. Gli è stato anche chiesto dalla resistenza birmana. Comunque hanno parlato e assai bene i vescovi cattolici della Birmania, la Conferenza episcopale dell’Asia, la Caritas internationalis. Essendoci un buon impegno in materia da parte dell’Italia e della Unione europea la voce dei cattolici italiani può essere intesa come veicolata dall’ufficialità del paese e dell’Unione. Mi impegno a vedere il film. Luigi

    29 Settembre, 2007 - 20:40
  10. Mi limito a riportare l’approfondimento di Monsignor Tommaso Stenico pubblicato su Petrus in merito all’inchiesta di Repubblica.

    La verità su quanto (non) costa la Chiesa allo Stato

    di Monsignor

    Tommaso Stenico

    CITTA’ DEL VATICANO – Era fatale. Continua la propaganda denigratoria contro la Chiesa Cattolica, accusata di costare all’Italia 4.000 milioni di euro, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. Parola di Repubblica!

    – Dall’8 per mille entrerebbero nelle casse della Cei un miliardo di euro all’anno;

    – 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell’ora di religione;

    – 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità;

    – una media annua di 250 milioni nell’ultimo decennio per i finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all’ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro);

    – fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l’Ici;

    – 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte;

    – 600 milioni l’elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico;

    Per un totale che supera i quattro miliardi all’anno.

    Ma occorre fare chiarezza.

    Primo: distinguendo CEI dallo Stato della Città del Vaticano. La Cei è l’assemblea dei vescovi italiani, è la Chiesa italiana, non è il Vaticano, che è un’entità a sé e uno Stato sovrano i rapporti con il quale sono governati da un Concordato. La Cei risponde allo Stato italiano, con il quale ha stipulato un’intesa, approvata dal Parlamento. La Cei ha le sue «finanze», il Vaticano ha conti separati. Non spiegarlo vuol dire indurre in un giudizio scorretto. Per fare un esempio, Marcinkus rappresentava il Vaticano, e Ruini è stato per vent’anni a capo della Cei, dunque la nomina di Ruini non c’entra con quanto era accaduto in Vaticano ai tempi dello scandalo Ior.

    Secondo: quanto all’otto per mille, è da dire con altrettanta chiarezza:

    A) che i contribuenti possono destinarlo anche ad altre confessioni religiose;

    B) che è nato come «rimborso» dello Stato – concordato tra le parti – per i beni confiscati alla Chiesa. Se non vogliono più versare una quota, che è libera e volontaria, ci ridiano le nostre proprietà, a cominciare dal Quirinale, che era l’abitazione del Papa, per arrivare al Parlamento, che era sede dei Tribunali, il Mons Citurius, il monte delle citazioni.

    Terzo: lo stipendio degli insegnanti di religione è sì un costo reale, ma non spetta certo alla Chiesa cattolica decidere di modificare l’accordo. C’è da dire, tuttavia, che le convenzioni con le scuole, e soprattutto con gli ospedali, sono state stipulate perché la Chiesa in quel caso presta un servizio allo Stato.

    Quarto: al Vaticano lo Stato italiano non dà denaro. I grandi eventi come il Giubileo sono stati di certo cofinanziati; ma si può negare che l’Italia, e Roma, non ci abbiano guadagnato dal turismo alle costruzioni, al ritorno di immagine? Può darsi che in altri casi sia stato chiesto allo Stato un patrocinio, per esempio nell’ultimo incontro del Papa con i giovani cattolici, ma è sicuramente piaciuto anche al Capo del Governo farsi vedere vicino a Benedetto XVI ad Assisi, davanti a tanta bella folla. Chiamiamoli costi pubblicitari, chiamiamolo uno spottone elettorale, e smettiamola di scandalizzarci.

    Quinto: con grande sicurezza si dice che l’Italia è quella che paga di più i suoi preti, e non è vero. In Germania e in Svizzera lo Stato paga tutto lo stipendio ai preti, ed è molto più alto di quello dei preti italiani, anzi è più del doppio, e paga anche tutte le spese delle chiese, il mantenimento e la ristrutturazione, perché sono considerate beni artistici e quindi pubblici.

    Sesto: la quasi totalità dei soldi dell’otto per mille serve all’assistenza sociale, della quale è difficile negare al mondo cattolico il primato: cibo e alloggio ai poveri, ai drogati, assistenza domiciliare agli anziani, ai ragazzi che hanno problemi di inserimento sociale. Dovrebbero essere compito dello Stato o degli Enti locali; perciò diciamoci la verità, la Chiesa fa supplenza e fa risparmiare lo Stato! Se ci fosse anche questa voce in una Finanziaria, vogliamo scommettere che costerebbe almeno il doppio?

    30 Settembre, 2007 - 0:27
  11. A Luca Grasselli. Non si tratta di “star dietro a vedere e a rispondere a chi parla male di noi”, il problema reale è uno e si chiama disinformazione. Per questo apprezzo lo sforzo di Avvenire che oggi ha smontato punto per punto le tesi tendenziose di Repubblica. Infine, da cattolico che ama la Chiesa, mi permetta almeno un po’ di fastidio di fronte alla sistematica mistificazione della realtà. Cordialmente.

    30 Settembre, 2007 - 0:28
  12. Il Papa con l’eutanasia, la Chiesa costosa che vive alle spalle del Paese… ringraziamo chi ha mandato al potere personaggi simili e tutto il bailamme “radical chic” attorno che crede di vivere prima del 1789. Grazie di cuore: mentre il mondo si proietta verso il futuro, noi abbiamo una serie di rottami storici che continuano a parlare di costi della Chiesa, laicità dello Stato e Ici dei preti. Altro che i problemi VERI del Paese.

    30 Settembre, 2007 - 9:49
  13. Leonardo

    Tonizzo dice bene.

    30 Settembre, 2007 - 11:51
  14. A Gonzalo: Ma infatti benissimo fanno gli organi d’informazione della Santa Sede, della CEI e in generale cattolici a smentire le menzogne e a fare buona informazione. E nel caso che certe notizie false o tendenziose abbiano vasta eco, è sacrosanto che in primis i sacerdoti, in secundis tutti i fedeli che lo trovino utile, facciano opera di restaurare la verità, specialmente a beneficio dei piccoli e dei deboli. Per il resto, un semplice cattolico può tranquillamente non leggere Repubblica e non sapere cosa dice. Intendo dire che se sicuramente è opportuno rispondere di fronte a questi attacchi, anche instaurare un meccanismo costante di botta-e-risposta potrebbe essere controproducente.
    Riguardo alla faziosità di questi attacchi, è del tutto evidente e non può che essere condannata e disprezzata.

    30 Settembre, 2007 - 12:17

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